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domenica 27 gennaio 2019
Risorsa :Simon Mol, l’attivista antirazzista che infettò decine di donne con l’Hiv
Roma, 26 gen – Viviamo un tempo dove l’antirazzismo è l’unica medaglia che sembra essere necessario appuntarsi al petto, dove chiunque muova una qualunque critica all’immigrazione viene automaticamente bollato come demoniaco, mostruoso, antiumano, in termini poveri: “cattivo”. Alle volte quindi vale la pena di andare a tirare fuori anche storie presenti o passate, per rispolverare la reale dimensione umana dei “buoni”. L’onda di piena del politicamente corretto, dieci anni fa, non era ancora l’altissima marea vischiosa e soffocante che è ai giorni nostri, ma già ingrossava gli argini della società civile in forme talvolta devastanti. E proprio dieci anni fa la vicenda di Simon Mol, giornalista e attivista antirazzista, giungeva alla sua fine.
Al secolo Simon Moleke Njie, Mol nacque a Buéa, in Camerun, nel 1973. Nel 1999, affermando di essere vittima di persecuzioni per la sua militanza politica e l’attivismo giornalistico a sostegno dei diritti umani, chiese asilo politico alla Polonia, che glielo concesse l’anno successivo. Mol si trasferì dunque a Varsavia, dove da subito divenne un astro nascente, riconosciuto e benvoluto, nei circoli della sinistra polacca. Assunto come giornalista per il periodico anglofono The Warsaw Voice, Mol si dedicò con particolare passione allo scottante tema del razzismo, nel suo nuovo Paese, guadagnandosi la stima di Amnesty International e venendo perfino insignito, nel 2003, del prestigioso premio come “anti-fascista dell’anno”. Nel 2005 organizzò una conferenza di protesta contro un articolo apparso in un giornale polacco che attribuiva una parziale responsabilità nel diffondersi dell’Aids in Africa al mancato utilizzo del preservativo da parte degli uomini africani, che in questa maniera contagiavano anche le proprie mogli: Adam Lesvczynski, autore del pezzo sotto accusa, venne criticato da Mol, che lo definì razzista e discriminatore.
Solo un anno dopo, nel 2006, cominciarono i pettegolezzi, e infine le conferme certe, di donne più o meno conosciute sulla scena progressista polacca che sostenevano di aver contratto il virus dell’Hiv dopo aver fatto sesso non protetto proprio con Simon Mol. Il giornalista rispose denunciando una macchinazione contro di lui, intrisa di pregiudizio nei confronti dei neri: “Tacciarti di essere sieropositivo è l’ultima arma che il tuo nemico può usare contro di te, se sei africano”. La polizia polacca rifiutò a lungo di indagare in merito, per timore delle ripercussioni dovute alle connessioni politiche di Mol, ma il numero delle denunce contro il giornalista camerunense continuò ad aumentare, e le testimonianze si fecero più scabrose: a una ragazza che gli aveva chiesto di indossare il profilattico prima di un rapporto sessuale aveva risposto che si trattava di una richiesta razzista, che implicava che tutti i neri fossero automaticamente portatori di Hiv. Ad altre aveva raccontato che il suo sperma aveva poteri magici e non poteva essere sprecato.
Nel 2007 venne finalmente arrestato con l’accusa di aver deliberatamente infettato con l’Hiv, che gli era stato diagnosticato ben otto anni prima, le proprie partner sessuali. A conti fatti, Simon Mol fece sesso non protetto con oltre 300 ragazze polacche, infettandone più di 40 con la sindrome dell’immunodeficienza acquisita. Molte tra queste erano attiviste antifasciste e antirazziste, alcune contrassero il virus da Simon durante la sua visita a Gdansk nel 2006, dove organizzava il festival antirazzista “Musica contro l’intolleranza e la violenza”. Parecchie vittime di Mol erano assidue frequentatrici del “Salone di Varsavia”, un circolo artistico e liberale molto conosciuto. Nei suoi scritti, per i quali venne anche premiato, Mol descrisse queste donne come “topi bianchi”, come cavie: “Donne sensibili e adoranti che credevano di fare il proprio giusto dovere attraverso il politicamente corretto e cioè soprattutto aiutando i poveri rifugiati”. Simon Mol morì in conseguenza della malattia, il 10 ottobre 2008. Di lui ci restano questa storia quasi sconosciuta, perché troppo scomoda per essere raccontata secondo i canoni del pensiero unico, una scia di donne contagiate con un virus letale, e alcune poesie di dubbia valenza artistica:
Risorsa: Un richiedente asilo africano di 25 anni, completamente nudo, ha scatenato l’inferno
Bolzano, 27 gen – Un richiedente asilo africano di 25 anni, completamente nudo, ha scatenato l’inferno nella zona industriale di Bolzano. L’extracomunitario, ospite del centro di prima accoglienza ex Alimarket gestito dalla Croce Rossa, ha sradicato un palo con cui poi si è scagliato contro le macchine parcheggiate (distruggendone una ventina)
e di passaggio in via Galvani, tentando inoltre di colpire anche i
passanti. Il richiedente asilo sarebbe inoltre un dipendente della Croce
Rossa che gestisce il centro ex Alimarket.
Non contento, l’immigrato ha poi preso a mazzate anche i mezzi delle forze dell’ordine prima di essere immobilizzato e arrestato dopo un lungo inseguimento dagli agenti accorsi sul posto. Due carabinieri sono stati feriti dall’africano, mentre una donna che si trovava all’interno della propria macchina presa a mazzate dall’immigrato, è stata ricoverata in ospedale in stato di choc.
++PAURA
IN ZONA INDUSTRIALE++Paura questa mattina in zona Industriale
all’altezza dell’AutoCity quando un richiedente asilo di 25 anni
completamente nudo munito di una spranga ha colpito le auto parcheggiate
e di passaggio e tentando di colpire i pedoni. Sul posto sono
intervenuti la Polizia municipale, i Carabinieri, Polizia e Croce Rossa
che dopo un lungo inseguimento lo hanno bloccato e condotto nel carcere
di via Dante.Migliaia di euro di danni arrecate alle auto e due agenti
feriti.
Non contento, l’immigrato ha poi preso a mazzate anche i mezzi delle forze dell’ordine prima di essere immobilizzato e arrestato dopo un lungo inseguimento dagli agenti accorsi sul posto. Due carabinieri sono stati feriti dall’africano, mentre una donna che si trovava all’interno della propria macchina presa a mazzate dall’immigrato, è stata ricoverata in ospedale in stato di choc.
Risorsa : Roma, orrore al ristorante: immigrato pesta e prova a stuprare una turista
Ha
seguito la turista in bagno, le ha spaccato il naso con un pugno e ha
provato a sfilarle i pantaloni. È stata salvata da un'amica che ha
chiesto l'intervento dei camerieri
Ha
seguito la turista in bagno, le ha spaccato il naso con un pugno e ha
provato a sfilarle i pantaloni. È stata salvata da un'amica che ha
chiesto l'intervento dei camerieri
Le si è parato davanti mezzo nudo e ha provato a violentarla. L'incubo per una turista finlandese è iniziato poco dopo le 22 di ieri sera, quanto si trovava in un ristorante a pochi metri dalla stazione Termini.
La ragazza, che era appena entrata nel bagno del locale, è stata improvvisamente assalita da un immigrato, un 31enne pachistano, che introdottosi all'interno direttamente con i pantaloni slacciati ha cercato di avere un rapporto sessuale
con lei. E, quando la turista si è opposta, l'ha colpita con un pugno
al volto, ostruendole la bocca con la mano per evitare di farla gridare
mentre con l'altra cercava di sfilarle i pantaloni.
Ad accorgersi fortunatamente di quanto stava avvenendo è stata un'amica della vittima che si è subito messa a gridaare per richiamare l'attenzione dei presenti e dei camerieri del locale. Il 31enne, non appena si è accorto di essere stato scoperto, ha allentato la presa, sfilando una banconota da 50 euro dal portafoglio della donna, e si è avventato contro l'amica inferocito per averlo interrotto nei suoi piani. I clienti e i camerieri, intuita la situazione, hanno provato a bloccare l'immigrato, trovandosi però a dover schivare i colpi che il 31enne ha preso a sferrare contro di loro con un coltello afferrato sul bancone del ristorante.
Solo l'arrivo di due pattuglie della polizia è riuscito a mettere la parola fine alla vicenda. Gli agenti sono, infatti, riusciti a bloccare definitivamente il pachistano e ad accompagnarlo al commissariato di zona. Adesso è in arresto per violenza sessuale e rapina. La turista, colpita dal 31enne con un pugno, è stata portata al pronto soccorso. Qui le hanno ricomposto la frattura del naso e della mascella e le hanno dato una prognosi di trenta giorni.
Ad accorgersi fortunatamente di quanto stava avvenendo è stata un'amica della vittima che si è subito messa a gridaare per richiamare l'attenzione dei presenti e dei camerieri del locale. Il 31enne, non appena si è accorto di essere stato scoperto, ha allentato la presa, sfilando una banconota da 50 euro dal portafoglio della donna, e si è avventato contro l'amica inferocito per averlo interrotto nei suoi piani. I clienti e i camerieri, intuita la situazione, hanno provato a bloccare l'immigrato, trovandosi però a dover schivare i colpi che il 31enne ha preso a sferrare contro di loro con un coltello afferrato sul bancone del ristorante.
Solo l'arrivo di due pattuglie della polizia è riuscito a mettere la parola fine alla vicenda. Gli agenti sono, infatti, riusciti a bloccare definitivamente il pachistano e ad accompagnarlo al commissariato di zona. Adesso è in arresto per violenza sessuale e rapina. La turista, colpita dal 31enne con un pugno, è stata portata al pronto soccorso. Qui le hanno ricomposto la frattura del naso e della mascella e le hanno dato una prognosi di trenta giorni.
La cloaca massima di nome Macron ha cosi detto :
Macron: “L’ Italia si merita tutti gli immigrati, perchè era un Paese fascista”
“L’Italia era un Paese fascista. È cosa nota che durante il ventennio gli africani venissero trattati alla stregua di animali, pertanto è giusto che i neri di oggi si prendano ciò che spetta loro legittimamente.” Queste sono state le controverse dichiarazioni espresse stamane dal Presidente francese Emmanuel Macron, in risposta alle pesanti accuse mosse dai media italiani relativamente alla durezza con la quale il governo d’oltralpe respinge i profughi africani intenti ad attraversare il confine. Il premier francese, nello specifico, è stato accusato a più riprese di aver addossato agli italiani tutta la responsabilità per la cattiva gestione dei flussi migratori provenienti dai Paesi africani e dal Medio Oriente. Pare infatti che Macron abbia riferito ad alcune testate giornalistiche francesi: “La Francia, come tutti noi sappiamo, è stata una delle principali potenze coloniali dei secoli scorsi. Grazie alla nostra gente, popolazioni come gli algerini ed i congolesi hanno raggiunto un discreto livello di civilizzazione, senza contare le migliaia di famiglie provenienti da quelle nazioni di cui la Francia si è fatta carico. Abbiamo accolto milioni di immigrati, ma è ora di darci un taglio e passare la patata bollente ai nostri cugini fascisti e xenofobi. La Germania, solo per citare un esempio, ha pagato e paga tuttora per gli errori commessi durante la seconda guerra mondiale. Lo stesso non si può dire per gli italiani che vengono erroneamente definiti come il popolo più solare ed accogliente del pianeta. Non riesco proprio a comprendere questa differenza di trattamento: perché i tedeschi devono sobbarcarsi ancora oggi una responsabilità del genere, mentre i nostri vicini diversamente bianchi possono permettersi di protestare solo perché salvaguardiamo gli interessi del popolo francese? Come Presidente del Paese più bello del mondo, continuerò a preservare la mia gente, scacciando ogni extracomunitario che si appresterà a mettere piede in Francia. Tutti i migranti espulsi dal nostro Paese verranno come di consueto trasferiti in Italia e lì dovranno restare. È ora di responsabilizzare un minimo coloro che per i profughi non hanno mai fatto nulla”. Si attendono ulteriori sviluppi della vicenda.
Dunque il presidente di uno stato che ha fatto esplodere bombe atomiche negli atolli del pacifico,
uno stato che strangola con la sua moneta la FCA l' Africa e che di fatto ne sfrutta le risorse costringendo gli africani a fuggire dalla miseria delle loro terre,
uno stato che ha bombardato la Libia causando un disfacimento totale del governo biblico e provocando una immane fuga dall Africa, ci da lezioni di democrazia e fascismo
“L’Italia era un Paese fascista. È cosa nota che durante il ventennio gli africani venissero trattati alla stregua di animali, pertanto è giusto che i neri di oggi si prendano ciò che spetta loro legittimamente.” Queste sono state le controverse dichiarazioni espresse stamane dal Presidente francese Emmanuel Macron, in risposta alle pesanti accuse mosse dai media italiani relativamente alla durezza con la quale il governo d’oltralpe respinge i profughi africani intenti ad attraversare il confine. Il premier francese, nello specifico, è stato accusato a più riprese di aver addossato agli italiani tutta la responsabilità per la cattiva gestione dei flussi migratori provenienti dai Paesi africani e dal Medio Oriente. Pare infatti che Macron abbia riferito ad alcune testate giornalistiche francesi: “La Francia, come tutti noi sappiamo, è stata una delle principali potenze coloniali dei secoli scorsi. Grazie alla nostra gente, popolazioni come gli algerini ed i congolesi hanno raggiunto un discreto livello di civilizzazione, senza contare le migliaia di famiglie provenienti da quelle nazioni di cui la Francia si è fatta carico. Abbiamo accolto milioni di immigrati, ma è ora di darci un taglio e passare la patata bollente ai nostri cugini fascisti e xenofobi. La Germania, solo per citare un esempio, ha pagato e paga tuttora per gli errori commessi durante la seconda guerra mondiale. Lo stesso non si può dire per gli italiani che vengono erroneamente definiti come il popolo più solare ed accogliente del pianeta. Non riesco proprio a comprendere questa differenza di trattamento: perché i tedeschi devono sobbarcarsi ancora oggi una responsabilità del genere, mentre i nostri vicini diversamente bianchi possono permettersi di protestare solo perché salvaguardiamo gli interessi del popolo francese? Come Presidente del Paese più bello del mondo, continuerò a preservare la mia gente, scacciando ogni extracomunitario che si appresterà a mettere piede in Francia. Tutti i migranti espulsi dal nostro Paese verranno come di consueto trasferiti in Italia e lì dovranno restare. È ora di responsabilizzare un minimo coloro che per i profughi non hanno mai fatto nulla”. Si attendono ulteriori sviluppi della vicenda.
Dunque il presidente di uno stato che ha fatto esplodere bombe atomiche negli atolli del pacifico,
uno stato che strangola con la sua moneta la FCA l' Africa e che di fatto ne sfrutta le risorse costringendo gli africani a fuggire dalla miseria delle loro terre,
uno stato che ha bombardato la Libia causando un disfacimento totale del governo biblico e provocando una immane fuga dall Africa, ci da lezioni di democrazia e fascismo
Monza: richiedenti asilo picchiano e sequestrano mediatore culturale, quattro arresti
E' accaduto alla cooperativa sociale Girasoli di Carate Brianza, il caos scatenato per una 'paghetta' da 77 euro.
Mattinata di follia in una cooperativa sociale di Carate Brianza (centro della provincia di Monza e Brianza [VIDEO]). Giovedì 24 gennaio alcuni richiedenti asilo,
ospiti della struttura, hanno preso in ostaggio un dipendente, un
mediatore culturale di origine pakistana, e lo hanno minacciato e
picchiato. Il caos si sarebbe scatenato in seguito al mancato pagamento
del cosiddetto 'pocket money' relativo allo scorso mese
di dicembre. In seguito all'intervento dei carabinieri quattro migranti
sono stati identificati e arrestati.
Secondo quanto riportato da alcuni giornali locali, quattro immigrati (un gambiano 25enne e tre nigeriani di 20 anni) dopo essersi impossessati di un grosso coltello da cucina, hanno minacciato di morte l'operatore; poi lo hanno legato, picchiato e chiuso in bagno. Gli altri ospiti della struttura, 19 profughi, hanno assistito all'aggressione senza muovere un dito per aiutare il giovane. Anzi, hanno assecondato i quattro facinorosi accerchiando il mediatore. Fortunatamente, l'uomo quando ha intuito che le cose si stavano mettendo male è riuscito a prendere il telefono e ad avvertire, con un sms, il titolare del centro, un tunisino di 30 anni che ha prontamente chiamato le forze dell'ordine.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Carate Brianza e gli uomini della compagnia di Seregno che, dopo aver riportato la calma, hanno arrestato i quattro aggressori.
Dovranno rispondere di lesioni, minaccia
aggravata in concorso e sequestro di persona. Il dipendente, invece, è
stato accompagnato al vicino Pronto Soccorso dove è stato medicato e
sottoposto agli accertamenti del caso.
Al loro arrivo, i carabinieri hanno trovato il mediatore culturale in cortile, visibilmente spaventato, accerchiato da tutti gli ospiti della coop. I militari, nei prossimi giorni, cercheranno di scoprire se la folle protesta sia nata proprio dal mancato pagamento della 'paghetta' e se, effettivamente, la cooperativa abbia provveduto a consegnare agli immigrati il denaro messo a disposizione dalla Prefettura.
Pubblicato il:
Monza, quattro migranti aggrediscono mediatore culturale
Il sequestro e l'aggressione
Sembrava una mattinata come tante alla cooperativa sociale Girasoli di via Angelo Viganò, a Carate Brianza. Invece, poco prima di mezzogiorno, alcuni ospiti di origine africana richiedenti asilo hanno aggredito e sequestrato un mediatore culturale 29enne.Secondo quanto riportato da alcuni giornali locali, quattro immigrati (un gambiano 25enne e tre nigeriani di 20 anni) dopo essersi impossessati di un grosso coltello da cucina, hanno minacciato di morte l'operatore; poi lo hanno legato, picchiato e chiuso in bagno. Gli altri ospiti della struttura, 19 profughi, hanno assistito all'aggressione senza muovere un dito per aiutare il giovane. Anzi, hanno assecondato i quattro facinorosi accerchiando il mediatore. Fortunatamente, l'uomo quando ha intuito che le cose si stavano mettendo male è riuscito a prendere il telefono e ad avvertire, con un sms, il titolare del centro, un tunisino di 30 anni che ha prontamente chiamato le forze dell'ordine.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Carate Brianza e gli uomini della compagnia di Seregno che, dopo aver riportato la calma, hanno arrestato i quattro aggressori.
La questione del pocket money
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, all'origine dell'aggressione ci sarebbe il mancato pagamento del tanto discusso pocket money di dicembre, ossia della 'paghetta' che ogni giorno la cooperativa deve elargire agli ospiti della cooperativa. Ad ogni immigrato spetterebbero 2,50 euro al giorno (dunque, 77 euro e 50 centesimi al mese). L'operatore - che anni fa era stato ospite proprio della stessa struttura - ha provato a spiegare che non sapeva nulla di quei soldi e che avrebbe provato ad informarsi, ma i suoi aguzzini non lo hanno nemmeno ascoltatoAl loro arrivo, i carabinieri hanno trovato il mediatore culturale in cortile, visibilmente spaventato, accerchiato da tutti gli ospiti della coop. I militari, nei prossimi giorni, cercheranno di scoprire se la folle protesta sia nata proprio dal mancato pagamento della 'paghetta' e se, effettivamente, la cooperativa abbia provveduto a consegnare agli immigrati il denaro messo a disposizione dalla Prefettura.
Non è immigrazione ma deportazione’
Diego Fusaro
torna ad accusare quelli che lui stesso definisce i “signori della
classe dominate globalclassista” di servirsi come forza lavoro a basso
costo dei migranti,
ovvero di schiavi importati dai Paesi più poveri. Secondo Fusaro il
fenomeno dell’immigrazione di massa esploso negli ultimi anni sarebbe in
realtà una deportazione di massa e a fornire la prova di quanto afferma sarebbe proprio il “rotocalco turbomondialista” Corriere della Sera. Un recente e preziosissimo reportage firmato dall’inviato in libia
Lorenzo Cremonesi, svela infatti che le partenze verso l’Europa degli
ultimi giorni, che sono costate centinaia di vite umane, siano in realtà
prodotto dello scontro in atto tra le diverse fazioni libiche.
Certo, i migranti intervistati nei ‘centri di accoglienza’ della Tripolitania affermano che la loro intenzione sarebbe comunque stata quella di raggiungere l’Italia. Versione che cozza, anche se solo in parte, con la tesi di Diego Fusaro.
Per concludere, “le milizie cinicamente fanno pressione su Sarraj che ha tolto loro i fondi, loro si rifanno sui migranti che pagano, li mettono in carcere, li minacciano di mandarli in mare anche quando è brutto, un suicidio, chiedono alle loro famiglie di pagare e boicottano il rapporto tra Sarraj e l’Italia”.
Certo, i migranti intervistati nei ‘centri di accoglienza’ della Tripolitania affermano che la loro intenzione sarebbe comunque stata quella di raggiungere l’Italia. Versione che cozza, anche se solo in parte, con la tesi di Diego Fusaro.
La denuncia di Diego Fusaro: ‘Non è immigrazione ma deportazione’
Il filosofo Diego Fusaro decide di lanciare la sua denuncia contro la presunta “deportazione di massa” di migranti, architettata dai padroni neoliberisti del pianeta allo scopo di avvalersi di manodopera a basso costo, nella consueta rubrica tenuta sul quotidiano online affaritaliani.it. “Libia, migranti costretti a imbarcarsi. Le prove della deportazione di massa”, titola così Fusaro il suo breve articolo. La notizia che i migranti sarebbero costretti a imbarcarsi dai miliziani libici con le armi, fornita dal Corriere della Sera, suffragherebbe proprio la sua tesi. E cioè che non si tratti, appunto, di “immigrazione di massa”, di una “fuga spontanea” dai Paesi poveri, ma di “deportazione gestita ad arte da schiavisti cinici a beneficio dei signori della classe dominante globalclassista”.Il servizio del Corriere della Sera: ‘Partenze figlie della situazione politica in Libia’
Le convinzioni di Diego Fusaro vengono rafforzate, come detto, dal reportage di Cremonesi sul Corriere, il quale è riuscito a mettere il naso nella zona dove sorgono alcuni centri illegali per i migranti, gestiti da alcune milizie libiche alla periferia di Tripoli. È vero che è lo stesso giornalista a dichiarare che “in questo momento, queste partenze sono figlie della tragica dinamica Politica interna in Libia”. Ma la storia sembra un po’ più complessa di quanto, invece, non vorrebbe Fusaro. “I migranti hanno ripreso a partire - spiega Cremonesi - come mai con il brutto tempo, con onde alte e vento, partono comunque? Queste partenze sono figlie della situazione politica in Libia”. Dopo la conferenza di Palermo del novembre scorso, si sarebbe infatti instaurato un rapporto più stretto tra i due leader della Tripolitania e della Cirenaica, Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar. “Questo dialogo con Haftar - prosegue Cremonesi - non piace alle milizie che fanno capo a Misurata, le quali finora avevano sostenuto Sarraj e le quali controllano larga parte di piccole milizie loro affiliate che trattano con gli scafisti e con i contrabbandieri internazionali, operando nei porti di Misurata, Homs, e Garabulli, le aree più interessate dalle partenze di migranti”.Per concludere, “le milizie cinicamente fanno pressione su Sarraj che ha tolto loro i fondi, loro si rifanno sui migranti che pagano, li mettono in carcere, li minacciano di mandarli in mare anche quando è brutto, un suicidio, chiedono alle loro famiglie di pagare e boicottano il rapporto tra Sarraj e l’Italia”.
sabato 26 gennaio 2019
Buongiorno, Populisti. È il caso di riprenderci la Patria e tirarla a lucida. Occorre riportare la lancetta al 1980, e come potete vedere non solo in economia.
Buongiorno, Populisti.
È il caso di riprenderci la Patria e tirarla a lucida. Occorre riportare la lancetta al 1980, e come potete vedere non solo in economia.
È il caso di riprenderci la Patria e tirarla a lucida. Occorre riportare la lancetta al 1980, e come potete vedere non solo in economia.
"AHI SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO,
NAVE SENZA NOCCHIERO
IN GRAN TEMPESTA,
NON DONNA DI PROVINCE,
MA BORDELLO!" (Dante, Purgatorio,VI,vv.76-78)
Un complesso edilizio, ex villaggio olimpico, occupato da circa un
migliaio di extracomunitari: il Moi di Torino, dove le Forze dell'Ordine
non possono entrare e i consiglieri comunali della Lega hanno rischiato
di venire accoltellati nel tentativo di effettuare un accesso.
Inutile stare a raccontare dettagliatamente cos'è: ne è piena l'Italia di posti del genere.
Spaccio, prostituzione, ricettazione e violenze di ogni genere. Le ultime scabrose e drammatiche vicende in ordine di tempo all'interno di quelle mura, sono il sequestro e la violenza per tre giorni di una ragazza disabile, e l'omicidio con un'accetta di un giovane Nigeriano per motivi legati al circuito dell'elemosina.
Piero Fassino, sindaco PD di Torino prima della Appendino, cosa ha fatto negli anni della sua amministrazione?
Ma soprattutto: COSA abbiamo fatto di male noi Italiani per veder ridotta la nostra meravigliosa nazione ad una discarica di mondezza umana grazie ALL'ACCOGLIENZA INDISCRIMINATA fatta dagli SCELLERATI governi PD degli ultimi anni?
Inutile stare a raccontare dettagliatamente cos'è: ne è piena l'Italia di posti del genere.
Spaccio, prostituzione, ricettazione e violenze di ogni genere. Le ultime scabrose e drammatiche vicende in ordine di tempo all'interno di quelle mura, sono il sequestro e la violenza per tre giorni di una ragazza disabile, e l'omicidio con un'accetta di un giovane Nigeriano per motivi legati al circuito dell'elemosina.
Piero Fassino, sindaco PD di Torino prima della Appendino, cosa ha fatto negli anni della sua amministrazione?
Ma soprattutto: COSA abbiamo fatto di male noi Italiani per veder ridotta la nostra meravigliosa nazione ad una discarica di mondezza umana grazie ALL'ACCOGLIENZA INDISCRIMINATA fatta dagli SCELLERATI governi PD degli ultimi anni?
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