I giudici contabili bocciano la macchina dell’ospitalità diffusa: “Sistema costoso, inefficiente e sommario”
L’accoglienza dei
migranti finisce sotto la lente della Corte dei Conti che, dopo attente
analisi, ha redatto un rapporto attraverso il quale si evidenziano le
criticità del fenomeno. Nelle 150 pagine i giudici contabili spiegano
come l’attuale gestione dell’emergenza, apparentemente non risolvibile
dalle istituzioni, sia eccessivamente costosa, inefficace e sommaria. Il
documento tecnico, si legge sulle pagine de Il Giornale - ha
preso in esame, specificatamente per il triennio 2013/2016, la prima
accoglienza, ossia i servizi resi agli stranieri dallo sbarco fino alla
sistemazione nei Cas e successivamente nei Cara.
Costi spropositati a fronte di servizi inadeguati
La Corte dei Conti denuncia costi
spropositati a fronte di servizi inadeguati. Mancano i fiscali adeguati e
i tempi per l’identificazione dei richiedenti asilo sono troppo lunghi.
Il modo per evitare il prolungarsi dei soggiorni illegittimi ci
sarebbe, ma nessuno li applica. “Si dovrebbe evitare di riconoscere un
diritto di permanenza indistinto a tutti coloro che sbarcano”, hanno
scritto a chiare lettere i giudici contabili. E questo mette in crisi
tutta la macchina dell’ospitalità. Andando ad analizzare i costi per le
suddette disamine dei documenti per la richiesta della cosiddetta
protezione umanitaria viene fuori che “nel 2016 sono stati impegnati ben
13,4 milioni di euro mentre, dal 2000 a oggi 54,5 milioni. Vale a dire
che in media per valutare l'ipotesi di protezione di ogni immigrato, tra
il 2008 e il 2016, si è speso 203,95 euro”.
Meno del 10% dei richiedenti ottiene lo status di rifugiato
E il risultato finale è che, dopo l’ingente spesa, si viene a scoprire che meno del 10 per cento dei richiedenti asilo viene classificato come rifugiato. Le prime responsabili di questo pasticcio, accusano senza mezzi termini i magistrati contabili, sono le prefetture. Alcune, ora sanzionate, sono responsabili di non aver vigilato sui conti: “Accertavano le spese avvalendosi di autocertificazioni a firma di Coop e Onlus che si occupavano del servizio di accoglienza”Per l'accoglienza degli immigrati in Italia l'Ue nel 2016 ha contribuito con finanziamenti pari a 46,8 milioni di euro che rappresentano soltanto il 2,7%.
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