“Non siamo dei metalmeccanici”. Deputato di Sel difende così le indennità. Ma non brilla per presenze e produttività
Palazzi & Potere
Arcangelo Sannicandro, 73
anni, avvocato e parlamentare "comunista" (da 400mila euro l'anno)
rivendica in aula il diritto a mantenere l'indennità piena. “Siamo
rappresentanti del popolo, esercitiamo la sua sovranità ". Ma
l'esercizio scarseggia: in tre anni un solo disegno di legge, l'indice
di produttività è un sesto del parlamentare più attivo e risulta assente
ai lavori una volta su tre
“Non siamo lavoratori subordinati dell’ultima categoria
dei metalmeccanici!”. Un’uscita infelice ha fatto sobbalzare mezzo
Parlamento. E’ il 4 agosto e alla Camera si discute l’ordine del giorno
dei Cinque Stelle che impegna i colleghi a ridursi le indennità di
carica da 10 a 5mila euro. La richiesta non passa e molti deputati
accusano i grillini di fare demagogia. Copione prevedibile, finché Arcangelo Sannicandro si
lancia in una requisitoria in difesa degli onorevoli stipendi con la
frase: “Non siamo lavoratori subordinati dell’ultima categoria dei
metalmeccanici! Da uno a dieci noi chi siamo?”. Il problema è chi è
l’onorevole Sannicandro: 73 anni, avvocato di professione che nel 2014
dichiarava 400mila euro di reddito, politico da 14, già deputato
“comunista” di Sel. Viene dal Pci e da Rifondazione. In Parlamento è entrato nel 2013 grazie alla rinuncia di Nicky Vendola dopo 12 anni da consigliere regionale in Puglia.
Seguono giorni difficili per lui. Come riporta Repubblica,
quella presa di distanze di “censo” dalla tute blu da parte di un
esponente comunista ha creato un piccolo putiferio in Sinistra
Italiana. Anche perché Sel in Parlamento è effettivamente riuscita a
portare una tuta blu in carne e ossa (Giovanni Barozzino) e un ex leader
sindacale dei metalmeccanici della Fiom, Giorgio Airaudo. Sui
social il caso si amplifica. Sulla pagina Facebook del
politico spuntano commenti velenosi, tali da costringerlo a una lunga
precisazione del proprio pensiero. Il 9 agosto arriva il post che
dovrebbe sedare gli animi. “Il parlamento – scrive Sannicandro – è uno
dei tre poteri dello Stato e la misura delle indennità ne tiene conto.
Ho contestato che l’attività parlamentare venisse classificata al livello di base
della contrattazione collettiva, per esempio dei “metalmeccanici o di
qualunque altra categoria”. Ma non basta a sedare le critiche. “Velo
pietoso che non copre le vergogne”, risponde tal Claudio Paolinelli
aggiungendo “l’onorevole si goda gli ultimi mesi di indennità e
prebende e poi a casa”. Nel mezzo ci s’infila un secondo motivo di
polemica.
Sannicandro, con coerenza, rivendica ancora la legittimità delle
indennità degli eletti in virtù dell’alto compito che ricoprono. “Siamo
rappresentanti attraverso cui il popolo esercita la sua sovranità –
scrive nella sua legittima autodifesa – Se ciò non fosse
sufficientemente chiaro, aggiungo che i deputati non sono assicurati né
all’Inps e né all’Inail e né ricevono le prestazioni da questi
all’occorrenza erogate, nè sono inquadrati in un contratto collettivo
nazionale. Premesso che i soldi che riceviamo non sono né retribuzione,
né stipendio, né onorario ma correttamente una indennità erogata per 12
mesi ( art.69 della Costituzione) per consentire anche a chi non avesse
un reddito sufficiente per poter rappresentare i cittadini in
Parlamento”.
A questo punto qualcuno potrebbe anche seguire il ragionamento,
andando a vedere come e quanto Sannicandro esercita in Parlamento il suo
ruolo di “rappresentante del popolo”. E scoprire che non sta certo alla
catena di montaggio. Ha impiegato tre anni per presentare il suo unico disegno di legge
destinato all’agricoltura, il settore in cui si è distinto come
sindacalista e come avvocato: chiede in sostanza di mantenere
l’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali delle aziende
sopra i 700 metri. Agli atti c’è almeno un’interrogazione sul personale
del circolo didattico “Manzoni” di Foggia. Anche Stakanov sembra un
ricordo sbiadito: l’indice di produttività indicato da OpenPolis è fermo
a un sesto del parlamentare più attivo. Sannicandro, metalmeccanico
mancato, risulta anche assente ai lavori una volta su tre.
“Non siamo dei metalmeccanici”. Noi siamo dei parassiti che si arricchiscono con il lavoro degli italiani e che si nutrono con il sangue degli italiani, noi siamo dei traditori dei nostri pseudo ideali: lotta di classe, uguaglianza, tutte cazzate e tutte scuse per aumentare il livello del nostro portafoglio e la circonferenza del nostro giro vita e che per il massimo disprezzo che abbiamo nei confronti dell' Italia la stiamo facendo invadere da gentaccia che verserà sangue degli italiani, ma a noi che che ce frega? Alle brutte noi prenderemo la nostra valigetta e ce ne andremo alle Bahamas a godere dei sacrifici degli italiani.
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