Verhofstadt
chi? Quello che in Belgio continua a coprire le connivenze della classe
dirigente belga nell'affaire Dutroux? Quello che insieme ad altri
colleghi del governo belga ha innalzato un muro di silenzio sulle
centrali di smistamento della pedopornografia presenti in gran numero
nel suo paese ? Quello che sbattè fuori dal parlamento belga Laurent
Louis, l'unico deputato che squarciò il muro di
omertà sul coinvolgimento di personalità politiche di rilievo nel
traffico di bambini in Belgio? Non c'è bisogno di guardare la
performance di Virginia Raffaele al festival di Sanremo per provare che
Satana esiste. Basta guardare il faccione sgraziato di Verhofstadt
mentre dà del burattino a Conte per avere la prova della sua esistenza.
Questa UE guidata da lestofanti, criminali e pedofili ha gli anni
contati.Beccato con le mani nella marmellata. Il moralista Guy Verhofstadt, che
aveva dato del burattino al nostro Presidente del Consiglio, ha
accettato finanziamenti per il suo partito (l'Alde) da Monsanto-Bayer,
condannata a risarcire 289 milioni di dollari negli Stati Uniti perché
un giardiniere si era ammalato di tumore dopo aver usato un erbicida,
che produce, contenente glifosato.
"Beccato con le mani nella marmellata. Il moralista Guy Verhofstadt, che aveva dato del burattino al nostro Presidente del Consiglio, ha accettato finanziamenti per il suo partito (l'Alde) da Monsanto-Bayer,
condannata a risarcire 289 milioni di dollari negli Stati Uniti perché
un giardiniere si era ammalato di tumore dopo aver usato un erbicida,
che produce, contenente glifosato.
Il glifosato non è bandito in Europa. Il suo utilizzo, grazie ai voti proprio dell'Alde, è stato prorogato in tutta Europa fino al 15 dicembre 2022.
Adesso capiamo perché Verhofstadt era così tanto arrabbiato con Conte:
non gli stava il fatto di confrontarsi con un politico libero da lobby e
condizionamenti, un Presidente del Consiglio di cui siamo orgogliosi
perché rappresenta davvero gli interessi degli italiani.
Ricordiamo che Alde già percepisce i finanziamenti europei previsti per i partiti politici europei: per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19.7 milioni per le fondazioni politiche. Evidentemente questi soldi non gli bastano. Saremmo
curiosi di vedere chi sono e quanto versano nelle casse del partito i
finanziatori della campagna elettorale per le europee.
IL DOPPIO CONFLITTO DI INTERESSI
Sarà un caso, ma proprio una esponente dell'Alde - il Commissario europeo Margrethe Vestager - aveva detto sì alla fusione Monsanto Bayer,
nonostante i troppi dubbi antitrust e le preoccupazioni espresse da ben
80 ONG che si erano mobilitate contro la fusione ricordando le milioni
di firme che hanno dato vita alla ICE "Stop Glifosato", ignorate dalla
stessa Commissione. Questa è la dimostrazione più lampante di come le
grandi multinazionali influenzano il processo decisionale europeo. Prima ottengono i favori, poi ringraziano finanziando i partiti complici.
IL RUOLO DI MACRON
Da questo vergognoso conflitto di interessi si è dissociato pubblicamente Macron. Noi ne prendiamo atto con piacere. I politici devono essere al servizio dei cittadini. Per questa ragione noi restituiamo anche parte del nostro stipendio.
BASTA CONFLITTI D'INTERESSI: IL DECRETO SPAZZACORROTTI
In Italia, grazie al decreto Spazzacorrotti si impone "ai diversi
soggetti che partecipano al processo democratico - partiti, movimenti
politici, liste e singoli candidati - la massima trasparenza e
conoscibilità delle fonti di contribuzione. E ciò, in un'ottica di
prevenzione dei fenomeni corruttivi, attraverso l'introduzione di
diversi obblighi e prescrizioni, collegati a severe sanzioni
amministrative".
MA CHI È DAVVERO VERHOFSTADT
Per non dimenticare chi è Guy Verhofstadt pubblichiamo nuovamente un estratto del dossier
"Whose representatives?" commissionato dalle tre ONG europee Friends of
the earth Europe, Corporate Europe Observatory e LobbyControl.
VERHOFSTADT, CHI È IL BURATTINO?
"Verhofstadt ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli
di amministrazione, incarichi che gli portano in tasca un reddito
complessivo non inferiore a 12.003 euro al mese, inclusi i compensi che
provengono da due grandi società belghe, Exmar e Sofina (ndr. secondo il
Codice di condotta del Parlamento europeo i deputati non sono obbligati
a dichiarare il loro reddito esatto ma solo quello racchiuso in una
ampia forbice).
Exmar è un gruppo armatoriale belga che opera nel trasporto
internazionale di gas e petrolio e, in particolare, è specializzato nel
trasporto di gas liquefatto. Il ruolo di Verfhofstadt è di direttore
indipendente, una carica remunerata con un assegno inferiore ai 5 mila
euro al mese. Sebbene Exmar non abbia ufficialmente dei lobbisti
accreditati al Parlamento europeo, i suoi interessi economici sono
certamente influenzati dalle leggi e dai regolamenti europei, in
particolare nei settori del commercio e dell'accesso ai mercati. Lo
dimostra il discorso che lo stesso Verfhofstadt ha tenuto a una cena di
gala del settore del trasporto marittimo che si è tenuta a Bruxelles nel
marzo del 2015.
(...)
E' stato riportato che, durante questa cena di gala dal giro altolocato,
Verhofstadt abbia esortato il settore del trasporto marittimo ad
appoggiare il controverso Trattato di libero scambio fra Europa e Stati
Uniti (il TTIP), dichiarando che l'accesso alle coste americane "sarebbe
una enorme opportunità" per l'industria del settore e farebbe aumentare
le compravendite, attualmente bloccate a causa della legge statunitense
Jones. Verfhofstadt ha esortato gli armatori europei a "far sentire la
loro voce a livello europeo verso tutte le Istituzioni coinvolte nella
fase dei negoziati, in modo che il negoziato abbia successo. Ha inoltre
dichiarato che il TTIP renderebbe "la vita più facile al commercio
globale".
(...)
Questo caso mette in luce i problemi che possono essere sollevati quando
i deputati hanno posizioni nella catena di comando di società con
interessi commerciali nei temi che i deputati stessi sono in grado di
influenzare: può nascere la percezione pubblica di un possibile
conflitto d'interessi.
Stesso discorso vale per quanto riguarda l'altra carica che
Verhofstadt detiene, quella di direttore di Sofina (società finanziaria
per i Trasporti e le Imprese industriali), una multi miliardaria holding
belga. Il compenso di Verhofstadt per questo incarico supera i 10 mila
euro al mese.
(...)
Sono clienti di Sofina il gigante energetico francese GDF-Suez, la
multinazionale del cibo Danone e la catena di grande distribuzione belga
Colruyt. Sofina ha, inoltre, una partecipazione nella società
controllata da GDF-Suez, la Suez Environnement; l'anno scorso questa
azienda aveva partecipato con una sua offerta alla gara sulla
privatizzazione dell'acqua pubblica in Grecia.
(...)
I lauti compensi che Verhofstadt riceve da Sofina potrebbero sollevare
dubbi circa un potenziale conflitto di interesse che lo coinvolge in
numerosi settori politici in cui il Parlamento europeo legifera e su cui
lui stesso, come deputato, deve votare".
Arte. Politica. Musica. Natura ed ecologia. Arti Marziali. Cronaca. Integralismo. Immigrazione.
giovedì 14 febbraio 2019
Risorse : Stuprato denuncia i suoi stupratori ma viene condannato
Un
uomo 'riferisce di essere stato stuprato da due ladri di sesso maschile
- ed è stato imprigionato per otto mesi sotto le leggi anti-gay della
Tunisia'.
Oltre il danno la beffa.
Il 22enne è andato in una stazione di polizia a Sfax, in Tunisia, per denunciare lo stupro e il furto, ma è stato arrestato e costretto a sottoporsi ad un esame anale.
È stato imprigionato per omosessualità ingiustamente presentando a suo dire una "falsa accusa" in quanto si è ritenuto che fosse consenziente.
Secondo l'articolo 230 del codice penale tunisino, i colpevoli di rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso rischiano fino a tre anni di carcere.
Oltre il danno la beffa.
Il 22enne è andato in una stazione di polizia a Sfax, in Tunisia, per denunciare lo stupro e il furto, ma è stato arrestato e costretto a sottoporsi ad un esame anale.
È stato imprigionato per omosessualità ingiustamente presentando a suo dire una "falsa accusa" in quanto si è ritenuto che fosse consenziente.
Secondo l'articolo 230 del codice penale tunisino, i colpevoli di rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso rischiano fino a tre anni di carcere.
Man 'reports he has been raped by two male robbers - and is jailed for eight months under Tunisia's anti-gay laws'
- The 22-year-old 'went to a police station in Sfax, Tunisia to report alleged rape'
- But he was arrested and forced to undergo an anal examination, it is claimed
- He has now been jailed for homosexuality and lodging a 'false allegation' after he was deemed to have consented to sex, it has been reported
A man has been jailed for eight months under Tunisia's anti-gay laws after reporting that he had been raped by two male robbers, it has been claimed.
The
22-year-old is said to have gone to a police station in the southern
Tunisian town of Sfax to report the alleged assault and robbery - only
to be arrested himself.
A gay rights
group in the North African country said he was accused of homosexuality
and forced to undergo an invasive anal examination.
A 22-year-old is said to have gone to a police station in the southern Tunisian town of Sfax (pictured) to report that he had been raped by two male robbers - only to be arrested himself
A court has now ordered the man to serve a total of eight months behind bars for homosexuality and bringing a 'false allegation' after he was deemed to have consented to sex, according to reports.
His alleged attackers, meanwhile, were handed eight month sentences for homosexuality, physical assault and theft, the Independent reports.
Shams, a gay rights group in Tunisia, said the man and his supporters would appeal the court ruling.
The group president Mounir Baatour told The Independent that the man's family had been left reeling after the judgement.
A petition has been launched on the Allout website calling for the man's release.
In November Human Rights Watch claimed that men suspected of being gay were being forced to undergo anal tests in Tunisia.
Addressing the latest alleged case, the NGO said: 'These unscientific and invasive "exams", in which doctors penetrate a victim with a finger or an object to assess whether they "habitually" engage in anal sex, violate international law and can be traumatic for anyone who undergoes them – let alone a rape victim.'
It added: 'Tunisia should uphold its commitment to human rights and stop subjecting its citizens to such brutal indignities.'
Under article 230 of Tunisia's penal code, those guilty of same-sex sexual relations face up to three years in prison.
12
mercoledì 13 febbraio 2019
Roma, i ladri le svaligiano casa, lei posta il video su Facebook e li fa arrestare
Ha fatto in pochi giorni il giro della Rete, finendo pubblicato sui social più seguiti, il video della proprietaria di un'abitazione sull'Anagnina, esasperata dopo aver subito un furto. E già prima di presentare una denuncia alle forze dell'ordine ha scelto di pubblicare il video dei ladri in azione su Facebook, probabilmente ritenendola una forma di giustizia più rapida. Il 7 febbraio i ladri sono entrati in azione in una villetta a Grottaferrata. Il primo con un giubbino nero in pelle e un paio di jeans, il secondo con una felpa blu. Tutti e due hanno agito a volto scoperto. Hanno forzato il cancello d'ingresso, e sono entrati nell'appartamento. Ma non avevano considerato le telecamere. E così i proprietari non ci hanno pensato su due volte, dopo aver trovato cassetti e armadi a soqquadro, hanno postato il video del furto su Facebook ottenendo in poco tempo migliaia di visualizzazioni e condivisioni. I volti dei due ladri hanno fatto il giro dei social in pochissimo tempo.
E ieri i carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca, insieme ai
colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frascati,
hanno identificato e fermato uno dei malviventi. Si tratta di un 20enne
di origini serbe, con documenti francesi, e con 33 alias diversi. Lo
hanno trovato in un appartamento alla Borghesiana. Il complice è stato
identificato, ma ha fatto perdere le sue tracce. Anche i ringraziamenti
agli investigatori dell'Arma sono arrivati via social: «Grazie al nucleo
operativo di Frascati! Hanno arrestato il capo dei ladri...». Seguiti
da una valanga di like.
Risorsa :Preso il capo della mafia nigeriana di Mestre
Red -
Kenneth Ighodaro, un 36 anni nigeriano ritenuto dalla Polizia
italiana il capo della mafia nigeriana in Veneto, la cui banda è stata
sgominata dalle forze dell’ordine italiane nell’estate 2017, è stato
individuato ed arrestato in Germania. Secondo gli inquirenti, il gruppo
si è reso responsabile della costruzione di una vera e propria rete di
spaccio. Di questi fatti parla oggi un articolo del quotidiano La Nuova Venezia che vi invitiamo a consultare per seguire ogni aggiornamento
“Arrestato in Germania Kenneth Ighodaro, la mente dell’organizzazione di spaccio dell’eroina gialla. Intelligente e pragmatico, manteneva i contatti sia con il secondo livello, sia con il terzo dell’organizzazione. C’erano i fidati distributori di eroina gialla, che a Mestre ha ucciso 21 volte, e c’erano gli spacciatori di strada. Dalla Francia controllava tutti, prestava soldi e organizzava gli arrivi di droga.
Il gruppo di Ken ha conquistato il territorio anche con risse e aggressioni. Appartenevano alla setta Eiye, che in madrepatria è sinonimo di violenza e criminalità ed è considerata una costola della mafia nigeriana. Si muovono in gruppi di 4 e si riconoscono tramite dei baschi blu.
Gli spacciatori “mestrini” dovevano rispettare regole precise: mai vestirsi in maniera troppo elegante o appariscente per evitare di attirare l’attenzione, mai ostentare ricchezza, prenotare la droga in anticipo, in maniera da non bloccare un flusso che deve essere incessante. Notte e giorno. Gli appartenenti al gruppo, a vario titolo, devono rispondere di 11 morti da overdose”
“Arrestato in Germania Kenneth Ighodaro, la mente dell’organizzazione di spaccio dell’eroina gialla. Intelligente e pragmatico, manteneva i contatti sia con il secondo livello, sia con il terzo dell’organizzazione. C’erano i fidati distributori di eroina gialla, che a Mestre ha ucciso 21 volte, e c’erano gli spacciatori di strada. Dalla Francia controllava tutti, prestava soldi e organizzava gli arrivi di droga.
Il gruppo di Ken ha conquistato il territorio anche con risse e aggressioni. Appartenevano alla setta Eiye, che in madrepatria è sinonimo di violenza e criminalità ed è considerata una costola della mafia nigeriana. Si muovono in gruppi di 4 e si riconoscono tramite dei baschi blu.
Gli spacciatori “mestrini” dovevano rispettare regole precise: mai vestirsi in maniera troppo elegante o appariscente per evitare di attirare l’attenzione, mai ostentare ricchezza, prenotare la droga in anticipo, in maniera da non bloccare un flusso che deve essere incessante. Notte e giorno. Gli appartenenti al gruppo, a vario titolo, devono rispondere di 11 morti da overdose”
Ecco chi è veramente Verhofstadt, il burattino a libro paga di lobby e multinazionali
Guy Verhofstadt ha offeso il popolo italiano e deve chiedere scusa. Non accettiamo lezioni da chi è a libro paga di multinazionali e lobby. Un rappresentante dei cittadini non può essere contemporaneamente pagato dall'industria. Questo è un gigantesco conflitto di interessi che deve cessare!
Noi siamo al servizio dei cittadini e restituiamo anche parte del nostro stipendio. Loro prendono il doppio stipendio perché sono anche pagati dalle lobby. Le regole del Parlamento europeo devono cambiare. Vogliamo sapere quanto viene pagato Verhofstadt. La verità è che hanno paura....le elezioni europee si avvicinano e hanno paura di andare a casa.
Pubblichiamo un estratto del dossier "Whose representatives?" commissionato dalle tre ONG europee Friends of the earth Europe, Corporate Europe Observatory e LobbyControl. VERHOFSTADT, CHI È IL BURATTINO?
"Verhofstadt ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli di amministrazione, incarichi che gli portano in tasca un reddito complessivo non inferiore a 12.003 euro al mese, inclusi i compensi che provengono da due grandi società belghe, Exmar e Sofina (ndr. secondo il Codice di condotta del Parlamento europeo i deputati non sono obbligati a dichiarare il loro reddito esatto ma solo quello racchiuso in una ampia forbice).
Exmar è un gruppo armatoriale belga che opera nel trasporto internazionale di gas e petrolio e, in particolare, è specializzato nel trasporto di gas liquefatto. Il ruolo di Verfhofstadt è di direttore indipendente, una carica remunerata con un assegno inferiore ai 5 mila euro al mese. Sebbene Exmar non abbia ufficialmente dei lobbisti accreditati al Parlamento europeo, i suoi interessi economici sono certamente influenzati dalle leggi e dai regolamenti europei, in particolare nei settori del commercio e dell'accesso ai mercati. Lo dimostra il discorso che lo stesso Verfhofstadt ha tenuto a una cena di gala del settore del trasporto marittimo che si è tenuta a Bruxelles nel marzo del 2015.
(...)
E' stato riportato che, durante questa cena di gala dal giro altolocato, Verhofstadt abbia esortato il settore del trasporto marittimo ad appoggiare il controverso Trattato di libero scambio fra Europa e Stati Uniti (il TTIP), dichiarando che l'accesso alle coste americane "sarebbe una enorme opportunità" per l'industria del settore e farebbe aumentare le compravendite, attualmente bloccate a causa della legge statunitense Jones. Verfhofstadt ha esortato gli armatori europei a "far sentire la loro voce a livello europeo verso tutte le Istituzioni coinvolte nella fase dei negoziati, in modo che il negoziato abbia successo. Ha inoltre dichiarato che il TTIP renderebbe "la vita più facile al commercio globale".
(...)
Questo caso mette in luce i problemi che possono essere sollevati quando i deputati hanno posizioni nella catena di comando di società con interessi commerciali nei temi che i deputati stessi sono in grado di influenzare: può nascere la percezione pubblica di un possibile conflitto d'interessi.
Stesso discorso vale per quanto riguarda l'altra carica che Verhofstadt detiene, quella di direttore di Sofina (società finanziaria per i Trasporti e le Imprese industriali), una multi miliardaria holding belga. Il compenso di Verhofstadt per questo incarico supera i 10 mila euro al mese.
(...)
Sono clienti di Sofina il gigante energetico francese GDF-Suez, la multinazionale del cibo Danone e la catena di grande distribuzione belga Colruyt. Sofina ha, inoltre, una partecipazione nella società controllata da GDF-Suez, la Suez Environnement; l'anno scorso questa azienda aveva partecipato con una sua offerta alla gara sulla privatizzazione dell'acqua pubblica in Grecia.
(...)
I lauti compensi che Verhofstadt riceve da Sofina potrebbero sollevare dubbi circa un potenziale conflitto di interesse che lo coinvolge in numerosi settori politici in cui il Parlamento europeo legifera e su cui lui stesso, come deputato, deve votare".
Risorsa :“Non una lite tra ragazze ma un pestaggio”: parla il padre della 15enne aggredita all’Istituto de Medici
Affidandosi a uno sfogo su Facebook, il padre della ragazza coinvolta nell’episodio di rissa-aggressione tra giovanissime avvenuto all’Istituto de Medici di Bolzano lo scorso 1° febbraio parla senza filtri per denunciare una situazione dubbia che non ha permesso di risalire subito alla vera sostanza di quanto accaduto “per una non verità riportata dalla stampa locale”.
A parlare del presunto pestaggio ai danni della figlia di 15 anni è Massimo Pozzan, che ora promette battaglia per fare chiarezza su un episodio inizialmente presentato all’opinione pubblica come una banale lite tra giovanissime finita in mutua aggressione.
Pozzan ora è addolorato, non cerca vendetta ma annuncia che non si fermerà fino a quando non si sarà riusciti a fare luce sulla questione anche con la dirigenza dell’Istituto scolastico bolzanino.
IL PESTAGGIO DI MIA FIGLIA A SCUOLA – Parla Massimo Pozzan.
“La 15enne selvaggiamente pestata a scuola è mia figlia. E’ avvenuto l’1 febbraio all’Istituto de Medici di via San Quirino a Bolzano. Non è stata una lite come riportato dai media locali, è stato un atto di violenza gratuito eseguito da una 14enne marocchina, sostenuta da un gruppo di una decina di connazionali coetanee.
I giornali e altri media riportano notizie inventate e false. Il fatto è accaduto in classe, sotto gli occhi di tutti i compagni.
Insultata e derisa al distributore delle bevande dal gruppetto di ragazze marocchine, mia figlia è stata poi raggiunta in classe dove è stata insultata, presa per i capelli, scaraventata a terra e violentemente presa a calci in faccia, in particolare all’occhio destro. Tutto gratis e senza apparenti motivi.
L’aggressore? Un soggetto risultato molto conosciuto sia alle precedenti scuole sia alle forze dell’ordine, con storie di aggressioni fin dall’epoca delle elementari. La domanda sorge spontanea: l’attuale scuola perché non sapeva? Perché un soggetto del genere girava liberamente senza essere sorvegliato?
Nessuna polemica, ma prometto grande battaglia, per mia figlia, ma anche per Voi ragazzi e genitori che purtroppo non potete ritenerVi indenni da quello che domani potrebbe succedere perché qualcuno ai quali siete affidati o Vi siete affidati non ha guardato oltre“.
Sotto, il post del signor Massimo Pozzan che segnala la presunta aggressione ai danni della figlia
martedì 12 febbraio 2019
risorse :Molesta donna sul bus, poi ha sputato contro il…
Molesta donna sul bus, arrestato 28enne
Gambiano reagisce a conducente e poi aggredisce poliziotti
Prima ha molestato una donna a bordo di un autobus, poi sputato contro il conducente che aveva cercato di fermarlo e infine ha aggredito i poliziotti. Arrestato a Cagliari per violenza sessuale, resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti per offendere, un gambiano di 28 anni, Ebrima Dampha.
Gambiano reagisce a conducente e poi aggredisce poliziotti
Prima ha molestato una donna a bordo di un autobus, poi sputato contro il conducente che aveva cercato di fermarlo e infine ha aggredito i poliziotti. Arrestato a Cagliari per violenza sessuale, resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti per offendere, un gambiano di 28 anni, Ebrima Dampha.
L'episodio è
avvenuto ieri sera a bordo di un bus del Ctm, vittima una donna di 53
anni. Il giovane straniero si trovava a bordo del mezzo pubblico e, dopo
essersi avvicinato alla donna, in due occasioni l'avrebbe palpeggiata.
La 53enne si è messa a urlare e in suo aiuto è arrivato il conducente.
In tutta risposta il gambiano ha sputato addosso all'autista, poi è
sceso dal mezzo pubblico, allontanandosi. È subito scattato l'allarme,
sul posto sono arrivati gli agenti della squadra volante. La donna ha
atteso l'arrivo dei poliziotti al capolinea all'ospedale Brotzu, insieme
all'autista del Ctm. Dopo aver raccolte le testimonianze, gli agenti si
sono messi alla ricerca del 28enne, rintracciandolo proprio nei
parcheggi dell'ospedale.
Bloccato dai poliziotti, ha reagito colpendoli, ma è stato ammanettato. Nelle tasche nascondeva la lama di un coltello da cucina e un paio di forbici state sequestrate. Dagli accertamenti sull'identità è emerso che a carico del gambiano c'era anche un decreto di espulsione emesso nel 2017.
Bloccato dai poliziotti, ha reagito colpendoli, ma è stato ammanettato. Nelle tasche nascondeva la lama di un coltello da cucina e un paio di forbici state sequestrate. Dagli accertamenti sull'identità è emerso che a carico del gambiano c'era anche un decreto di espulsione emesso nel 2017.
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