Kenneth Ighodaro, un 36 anni nigeriano ritenuto dalla Polizia
italiana il capo della mafia nigeriana in Veneto, la cui banda è stata
sgominata dalle forze dell’ordine italiane nell’estate 2017, è stato
individuato ed arrestato in Germania. Secondo gli inquirenti, il gruppo
si è reso responsabile della costruzione di una vera e propria rete di
spaccio. Di questi fatti parla oggi un articolo del quotidiano La Nuova Venezia che vi invitiamo a consultare per seguire ogni aggiornamento
“Arrestato in Germania Kenneth Ighodaro, la mente dell’organizzazione di spaccio dell’eroina gialla. Intelligente e pragmatico, manteneva i contatti sia con il secondo livello, sia con il terzo dell’organizzazione. C’erano i fidati distributori di eroina gialla, che a Mestre ha ucciso 21 volte, e c’erano gli spacciatori di strada. Dalla Francia controllava tutti, prestava soldi e organizzava gli arrivi di droga.
Il gruppo di Ken ha conquistato il territorio anche con risse e aggressioni. Appartenevano alla setta Eiye, che in madrepatria è sinonimo di violenza e criminalità ed è considerata una costola della mafia nigeriana. Si muovono in gruppi di 4 e si riconoscono tramite dei baschi blu.
Gli spacciatori “mestrini” dovevano rispettare regole precise: mai vestirsi in maniera troppo elegante o appariscente per evitare di attirare l’attenzione, mai ostentare ricchezza, prenotare la droga in anticipo, in maniera da non bloccare un flusso che deve essere incessante. Notte e giorno. Gli appartenenti al gruppo, a vario titolo, devono rispondere di 11 morti da overdose”
“Arrestato in Germania Kenneth Ighodaro, la mente dell’organizzazione di spaccio dell’eroina gialla. Intelligente e pragmatico, manteneva i contatti sia con il secondo livello, sia con il terzo dell’organizzazione. C’erano i fidati distributori di eroina gialla, che a Mestre ha ucciso 21 volte, e c’erano gli spacciatori di strada. Dalla Francia controllava tutti, prestava soldi e organizzava gli arrivi di droga.
Il gruppo di Ken ha conquistato il territorio anche con risse e aggressioni. Appartenevano alla setta Eiye, che in madrepatria è sinonimo di violenza e criminalità ed è considerata una costola della mafia nigeriana. Si muovono in gruppi di 4 e si riconoscono tramite dei baschi blu.
Gli spacciatori “mestrini” dovevano rispettare regole precise: mai vestirsi in maniera troppo elegante o appariscente per evitare di attirare l’attenzione, mai ostentare ricchezza, prenotare la droga in anticipo, in maniera da non bloccare un flusso che deve essere incessante. Notte e giorno. Gli appartenenti al gruppo, a vario titolo, devono rispondere di 11 morti da overdose”
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