Una clinica americana per aborti è sotto processo per l’accusa di aver ucciso numerosi bambini dopo essere nati vivi in casi di aborto, ecco di cosa si tratta in questa news
Sarebbero 18mila i bambini che muoiono
durante aborti effettuati nel cosiddetto ultimo termine, la ventesima
settimana, il limite massimo concesso dalla legge americana, bambini che
sono ormai del tutto formati e in ottima salute. Lo ha detto il
deputato Trent Franks in una intervista al sito LifeNews.com: “Bambini
innocenti e senza difese che sentono tutto il dolore fisico di quanto si
sta loro facendo ma che in molti casi sopravvivono anche fuori del
grembo materno e che vengono uccisi senza neanche il minimo di
anestesia”. Urlano e piangono, ha detto ancora ma per via del liquido
amniotico che copre le corde vocali invece dell’aria, non si sentono
queste grida disperate. Ma non sempre è così: spesso queste urla e
pianti si possono udire. Lo ha raccontato una ex dipendente della
clinica abortista Kermit Gosnell di Philadelphia dicendo che durante un
aborto è rimasta sconvolta dalle urla di un bambino che veniva ucciso
dopo essere uscito dal grembo. Per resistere a queste scene, Sherry
West, l’infermiera, ha detto che cercava di convincersi di trovarsi
davanti a una sorta di cavia e non a un essere umano. La clinica in
questione è adesso sotto processo per numerosi casi di omicidio di
bambini uccisi dopo essere nati. Sherry West è tra i testimoni al
processo e a proposito di quanto ha assistito, visibilmente sconvolta al
ricordo, ha detto di non sapere come descrivere le urla che sentiva,
paragonandole a quelle di una specie di alieno. Il parlamento americano
nei prossimi giorni voterà una proposta di legge per ridurre il termine
di aborto prima della ventesima settimana.
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