mercoledì 19 dicembre 2018

Marocco, due turiste scandinave stuprate e sgozzate mentre facevano trekking






Il video delle due turiste decapitate dall’ISIS in Marocco (CONTENUTI SENSIBILI)

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, testo e spazio all'aperto


Marocco, la procura di Rabat ha arrestato quattro persone per l’omicidio di due turiste scandinave

ATTENZIONE IMMAGINI FORTI, NON GUARDARE SE FACILMENTE IMPRESSIONABILI
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La danese Louisa Vesterager Jespersen e la norvegese Maren Ueland sono state trovate morte alle pendici del monte Atlante, nel sud Paese. Per una di loro è stata accertata la decapitazione. Si indaga per terrorismo
La procura reale di Rabat ha arrestato quattro persone sospettate dell’omicidio delle due ragazze scandinave, la danese Louisa Vesterager Jespersen e la norvegese Maren Ueland, di 24 e 28 anni, trovate morte alle pendici del monte Atlante, in Marocco. Tra i fermati ci sarebbe anche l’autore materiale dell’omicidio.
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Secondo alcuni media norvegesi, i quattro hanno legami con l’Isis e hanno giurato fedeltà al gruppo estremista. Il procuratore marocchino, invece, finora ha riferito solo che uno dei sospetti è legato a un gruppo di miliziani, ma non ha specificato quale. Intanto gli inquirenti stanno lavorando per verificare l’autenticità del video della presunta esecuzione di una delle due escursioniste, che ha suscitato sgomento e orrore in Rete. Nel video, si sente dire in francese: “questo è per la Siria, qui ci sono le teste dei vostri Dio”.
Le immagini mostrano, tra le grida della vittima, un uomo che decapita una donna con quello che sembra un coltello da cucina. Il video è stato giudicato autentico dai servizi di intelligence danesi (Pet), mentre il primo ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, si è detto convinto che l’omicidio delle due ragazze può essere considerato “politicamente motivato e quindi un atto di terrorismo”. A suo dire, “ci sono ancora forze oscure che vogliono combattere i nostri valori” e di fronte alle quali “non dobbiamo arrenderci”.
I corpi di Jespersen e Ueland sono stati ritrovati lunedì a 10 chilometri da Imlil, un piccolo villaggio nell’Alto Atlante, una regione montuosa del sud del Marocco, molto popolare tra gli escursionisti occidentali e finora considerata una meta sicura. Una fonte a Imlil ha raccontato che una delle vittime è stata trovata morta dentro la sua tenda, mentre l’altra era all’esterno. Testimoni oculari le avrebbero viste in compagnia di uomini del posto, prima della loro scomparsa.
Le due escursioniste avevano deciso di intraprendere la scalata della vetta del monte Toubkal. Sono state violentate prima di essere uccise. Sui loro corpi, le tracce di alcune “coltellate” sul collo, mentre per una di loro è accertata la decapitazione.
Norvegia e Danimarca sotto choc dopo la notizia di due ragazze che sono state violentate e poi uccise mentre si trovavano in Marocco per un viaggio tra le montagne dell'Atlante




Due turiste scandinave di 24 e 28 anni sono state stuprate e uccise in Marocco, mentre facevano trekking nella regione dell'Alto Atlante.
Il fatto è avvenuto probabilmente lo scorso fine settimana. Le vittime, la danese Louisa Vesterager Jespersen e la norvegese Maren Ueland sono state violentate e poi sgozzate vicino al sito di Chamharouche, nei pressi di Imlil. Il villaggio è una base di partenza per per scalare la vetta più alta dell'Africa settentrionale, il monte Toubkal. Il sito di Chamharouche, a circa 2300 metri sul livello del mare, è una delle tappe sulla strada per il rifugio sulla vetta.
Adesso è caccia agli assassini: uno di loro è stato già fermato a Marrakech, ma gli altri, probabilmente due, sono ancora latitanti. "Era così brava, la sua priorità era la sicurezza, le ragazze hanno preso ogni precauzione prima di intraprendere questo viaggio", ha detto Irene Ueland, madre della ragazza norvegese. Le due ragazze si erano conosciute all'università in Norvegia e avevano preparato da tempo questo viaggio in Marocco. Sarebbe dovuto durare un mese. Purtroppo, si è interrotto prima a causa del barbaro stupro e omicidio.
L'ultimo contatto tra la norvegese Maren e sua madre risale al 9 dicembre. E attualmente un funzionario della polizia norvegese dell'ambasciata di Rabat è stato inviato sul luogo del ritrovamento dei cadaveri per fare da tramite fra le autorità. Un poliziotto norvegese distaccato all'ambasciata a Rabat, capitale del Marocco, ha raggiunto Marrakech per fare da collegamento tra le autorità. Intanto, le escursioni sono state sospese in tutta la provincia.





Due giovani turiste danese e norvegese decapitate da terroristi islamici in Marocco. È ora di dire chiaro e forte che l’Islam è incompatibile con la nostra civiltà
Cari amici, due giovani turiste Louisa Jesperen, danese di 24 anni, e Maren Ueland, norvegese di 28 anni, sono state sgozzate e decapitate dopo essere state violentate da terroristi islamici in Marocco. Avevano piazzato una tenda sulla piana di Imlil da dove volevano raggiungere la vetta del Monte Toubkal, 4.167 metri, la cima più alta della catena dell'Atlante e di tutto il Nordafrica. I loro corpi mutilati sono stati rinvenuti lunedì 17 dicembre. Ma solo ora la notizia è trapelata dopo la diffusione di un video in Internet che mostra l’atroce decapitazione di una delle due giovani, invocando il nome di Allah e sostenendo che si tratta di una «vendetta». Si sentono le urla di disperazione di una giovane mentre un terrorista la sgozza con un coltello.
Solo ora le autorità marocchine hanno ammesso che si è trattato di un «atto di terrorismo». Senza però specificare che si tratta di «terrorismo islamico». Il profilo di tre terroristi diffuso dagli inquirenti non lascia dubbi che si tratta di terroristi islamici. Ufficialmente in Marocco ci sono stati finora solo due grandi attentati terroristici islamici: il 28 aprile 2011 al Café Argana di Marrakech con 17 morti, e una serie di attentati terroristici suicidi a Casablanca l’11 maggio 2003 con 47 morti. Sono molti di più gli attentati perpetrati da terroristi islamici marocchini o di origine marocchina in Europa. Ma è indubbio che i terroristi islamici siano ben presenti all’interno del Marocco, come si evince dal fatto che le forze dell’ordine hanno represso e smantellato decine di cellule affiliate all’Isis: 21 nel 2015; 19 nel 2016; 9 nel 2017 e 11 nel 2018. Complessivamente sono stati arrestati circa 3 mila terroristi islamici. Ufficialmente 1.666 marocchini sono partiti per combattere insieme all’Isis, di questi 239 sono rientrati e 643 sono morti.
L’attività del terrorismo islamico è cresciuta parallelamente al rafforzamento politico degli islamici «moderati» del «Partito della Giustizia e dello Sviluppo» che governa il Marocco dal 2011. Si tratta di una sigla che si ispira ai Fratelli Musulmani, un movimento radicale islamico che al pari dell’Isis mira a islamizzare l’intera umanità, ma non con la violenza bensì democraticamente. L’attuale capo del Governo, Saadeddine Othmani, è un dirigente del «Partito della Giustizia e dello Sviluppo». È lo stesso nome del partito al governo della Turchia del Presidente Recep Tayyip Erdogan, e ad esso è politicamente collegato. L’obiettivo dichiarato è di affermare il primato dell’islam e di rendere lo Stato e la democrazia compatibili con ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Ed è questo il contesto religioso e politico che favorisce la diffusione del terrorismo islamico. Quei terroristi che hanno atrocemente sgozzato e decapitato le due giovani turiste si ispiravano a ciò che Allah prescrive in questi e altri versetti del Corano:
«Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi! (...) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi». (8, 12-17)
«Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio». (2, 191)
«La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi» (5, 33)
Cari amici, nel momento del lutto ci stringiamo alle famiglie delle due giovani vittime del terrorismo islamico che è la negazione e il nemico della nostra umanità. Ma al tempo stesso acquisiamo e diffondiamo la consapevolezza che la radice del male è l’islam, perché ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto sono del tutto incompatibili con le nostre leggi laiche, con le regole su cui si fonda la civile convivenza, con i valori inalienabili della sacralità della vita, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta che sostanziano la nostra civiltà. Mobilitiamoci su un fronte culturale per consolidarci dentro. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà per riscattare il nostro inalienabile diritto a essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Insieme ce la faremo.


Eco i commenti di un pezzo di merda islamico

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, testo


LA VERITÀ CHE I GIORNALI NON DICONO SU MAREN

Sapete che io sono per natura un’impiccione e anche un po’ cucciolo di segugio, così ho cercato e cercato e qualcosa ho trovato.
Maren Ueland, una delle turiste norvegesi uccise in Marocco questa settimana, sul suo profilo Facebook aveva postato materiale video pro-accoglienza che oltretutto stigmatizzava come "razzista" il comportamento di tutti coloro che si oppongono a libera circolazione dei popoli. Era dunque una ragazza emancipata, aperta al multiculturalismo, alla sperimentazione dei rapporti interrazziali e quell’ideologia a cui era stata conformata dal pensiero unico l’ha innegabilmente spinta nella bocca del lupo.


Il becero europeismo e l’ormai nota propaganda Erasmus hanno abbassato le naturali difese di almeno due generazioni di giovani europei che negli anni sono diventati sempre più facili prede di quelle culture retrograde a cui si avvicinano.

Hanno fatto credere a noi giovani che il mondo fosse un posto meraviglioso e che il diverso è buono a prescindere.

Ora urge una necessaria presa di coscienza. Occorrerebbe una martellante controinformazione per rinsavire dal drammatico oblio in cui stiamo sprofondando. In caso contrario, prepariamoci a versare le solite lacrime, perché il lupo non perdona e noi tutti siamo troppo facili prede.
Diego Cheli
LA VERITÀ CHE I GIORNALI NON DICONO SU MAREN
Sapete che io sono per natura un’impicciona e anche un po’ cucciola di segugio, così ho cercato e cercato e qualcos...

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