domenica 9 settembre 2018

Sacrilegio! prete Gay sposato con uomo che celebra messa!



Questo "prete" sposato alle Canarie in pompa magna (dopo una frociera)e ha denunciato Patrizia Stella che ha ricordato al Vescovo la Dottrina cristiana...
Aiutiamola a combattere la buona battaglia scrivendo al Vescovo...
(io non sono pratica di queste cose e spero che qualcuno possa indicarci come fare...)
Tutti allibiti per un prete di Verona che, dopo essere andato alle Canarie in pompa magna a "sposare" il suo compagno di letto, è tornato trionfante nella sua ex parrocchia chiamato dal Vescovo che lo ha abbracciato e accolto ancora come suo prete.
Ma per per vivere da gay con uno o più compagni di letto, c'è bisogno di farsi prete? Il prete ha una sua precisa dignità da difendere, delle regole da rispettare come per chiunque decida di entrare o nell'esercito, o in una azienda, o scuola o altro.
Chi non vuole sottostare a queste regole, se ne va!!! Perché la Chiesa cattolica ha sempre ritenuto questo peccato di sodomia come un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
Per aver fatto capire a don Giuliano le sue responsabilità davanti a Dio e agli uomini, la sig.ra Patrizia Stella di Verona è stata da costui denunciata per diffamazione. Ci sarebbe da fare la controdenuncia con richiesta risarcimentonto danno morale.
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Riporto parte della mail inviatami
(...)
È quel prete gay di Verona che è andato a sposarsi alle Canarie col suo compagno in gran lusso e ostentazione. Tornato a Verona è stato accolto dal vescovo nella sua ex parrocchia in pompa magna e l'ha perfino abbracciato dicendo "ti considero ancora mio prete", non è sospeso a divinis e mi ha denunciato ai carabinieri per DIFFAMAZIONE!!!!
È STATO LUI A DIFFAMARSi. Io ho solo commentato che per la Chiesa questo è peccato gravissimo e la Messa sacrilega.
Si chiama d. Giuliano Costalunga e se vuoi ti mando anche la mia lettera di chiarimento e indignazione via mail anche per il comportamento del nostro Vescovo mons. Giuseppe Zenti. Ho già scritto al Vescovo dicendo che ritiri la denuncia perché si è sputtanato da solo e non è l'unico caso purtroppo.
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Come possiamo appoggiare la sua richiesta presso il Vescovo di ritirare la denuncia perché il fatto non sussiste in quanto è stato lui stesso a vantarsi pubblicamente di questo dicendo che voleva anche un figlio con utero in affitto ecv.??Scrivete al Vescovo a questi indirizzi.

<vescovado@diocesivr.it> Vescovo MOns. Giuseppe Zenti
vicariogenerale@diocesivr.it mons. Roberto Campostrini


Un abbraccio filiale e fraterno ha chiuso giorni di tensione dopo la pubblicazione della notizia del matrimonio gay alle Canarie fra il giovane ex parroco di Selva di Progno e Giazza, don Giuliano Costalunga e il suo amico Paolo, coronando un sogno che coltivavano da tempo. Il rosario recitato nella parrocchiale di Santa Maria Assunta a Selva, con la presenza del vescovo monsignor Giuseppe Zenti e di don Giuliano, seduto nel secondo banco di fronte all’ambone, aveva fatto temere che quello che doveva essere un incontro di preghiera e di chiarimenti si trasformasse in una sfida fra ragioni diverse. Miracolo del rosario per chi crede, o saggezza di un pastore per chi è razionalista, fatto sta che il lungo monologo del vescovo ha rasserenato gli animi, elogiando don Giuliano per gli anni di servizio pastorale ed espresso con chiarezza il pensiero suo e della Chiesa in merito alla sua libera scelta.
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La gente ha applaudito solo nel momento in cui il vescovo ha chiesto ai media di finirla di speculare su un caso di coscienza mentre un lungo silenzio prima della benedizione finale ha accolto le conclusioni di monsignor Zenti, che sceso dall’altare si è avvicinato al banco da dove è uscito don Giuliano e i due si sono abbracciati a lungo sussurrandosi quello che già il pastore aveva detto pubblicamente: «Mi fa piacere che tu sia qui e vieni a trovarmi».

A fine cerimonia anche don Giuliano si è detto contento delle parole del vescovo, ma ha ammesso di non sapere di dover esplicitare con una pratica specifica alla Santa Sede la richiesta di dispensa dallo stato clericale per non essere più considerato prete, anche se nel frattempo è intervenuta la sospensione “a divinis” cioè dalla celebrazione pubblica e privata dei sacramenti. Ad evitare tutto il trambusto di questi giorni forse sarebbe bastato chiedere la dispensa prima e comunicare ai fedeli la scelta: «L’avrei fatto se fossi stato ancora parroco di questa comunità, ma non lo ero già più da tre anni e non mi sembrava il caso di organizzare una conferenza stampa per annunciare un fatto personale», si è giustificato. Non si sbilancia sul suo futuro: «Il campo di lavoro è grande e troverò sicuramente una collocazione per me anche nella linea delle fede che continuo a credere e professare», ha confessato.

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