Forteto, abusi su minori nella comunità modello della sinistra: arrestato “il profeta”...
Firenze, 23 dic – Si sono aperte definitivamente le porte del carcere per Rodolfo Fiesoli, “il Profeta”, fondatore della Comunità “Il Forteto” di Vicchio del Mugello, in provincia di Firenze. La Corte di Cassazione, infatti, questa notte ha confermato quasi interamente la sentenza della Corte d’Appello che aveva condannato Fiesoli a 15 anni e 10 mesi con le infamanti accuse di maltrattamenti e abusi su minori. Soltanto per un episodio di violenza è stato disposto il rinvio a un nuovo processo di appello, ma per il resto l’impianto accusatorio ha resistito. Si chiude così una vicenda ributtante che ha visto coinvolte penalmente oltre 20 persone a vario titolo, tutte facenti parte della Comunità, e che ha avuto come vittime decine di minori passati dagli anni ’80 fino al 2011 tra le mani del Profeta e dei suoi adepti. Per gli altri imputati in molti casi è intervenuta la prescrizione, come nel caso del co-fondatore del Forteto, l’”ideologo” del gruppo, Luigi Goffredi che era stato condannato in appello a 6 anni, mentre per altri ancora le condanne sono state confermate e quindi divenute definitive. Comunque, in ogni caso, la Cassazione ha confermato i risarcimenti danni a favore delle vittime.
Una vicenda che non solo ha del ributtante ma anche dell’assurdo, visto che il Tribunale dei Minori di Firenze continuò ad affidare i ragazzi tolti alle famiglie nonostante che Fiesoli e Goffredi fossero già stati condannati nel 1985, con sentenza passata in giudicato, per atti di libidine violenta e maltrattamenti nei confronti di minori, compresi alcuni disabili. Nel dicembre 2011 il marcio venne nuovamente scoperchiato con l’indagine e il procedimento giudiziario conclusosi questa notte. Ma se la Cassazione ha posto un punto fermo dal punto di vista penale ancora in sospeso rimane l’accertamento delle responsabilità politiche, visto che fino allo scoppio dello scandalo il Forteto veniva considerato e pubblicizzato come un modello educativo e di recupero sociale da tutta la sinistra toscana e nazionale.
La Commissione d’Inchiesta della Regione Toscana, presieduta dall’esponente Pd Paolo Bambagioni, ha svolto un lavoro egregio e obiettivo mettendo in evidenza nella relazione finale, peraltro facilmente reperibile su internet, come politici, magistrati, giornalisti e intellettuali coltivassero legami strettissimi con la Comunità e con il suo leader spirituale. Un aspetto questo che avrebbe meritato ben altra attenzione anche da parte della magistratura, soprattutto nei confronti di quei colleghi togati che per ben 36 anni hanno affidato bambini ed adolescenti nelle mani di un vero e proprio gruppo di “orchi” facendo finta di non sapere che Fiesoli e Goffredi si erano già macchiati di reati gravissimi. Purtroppo la condanna non potrà ricostruire le esistenze marchiate a fuoco di tanti giovani oggetti di abusi e violenze, ma ha il merito di riportare alla luce una pagina vergognosa in cui tanti personaggi pubblici conniventi dovranno rendere conto in primis alla propria coscienza di aver chiuso gli occhi davanti a tanto schifo.
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