mercoledì 18 gennaio 2017

Omicidio di Fermo: la vedova di Emmanuel patteggia ammettendo la falsa testimonianza




Fermo, 18 gen – Stamattina intorno alle 10 si è tenuta l’udienza di patteggiamento, al tribunale di Fermo, per l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano rimasto ucciso in seguito ad un diverbio con Amedeo Mancini. Il giudice ha confermato l’accordo tra le parti e la rinuncia da parte dei legali della moglie del nigeriano a qualsiasi azione civile. In questo modo la vedova ha indirettamente ammesso di aver detto il falso sulla ricostruzione dei fatti (dichiarò di aver visto Mancini divellere un palo della segnaletica stradale per offendere Emmanuel il tutto condito dall’aggravante degli insulti razzisti -nonostante alcuni testimoni non avessero riportato questo particolare-.)
La giornalista del Fatto Quotidiano (non certo noto per la sua linea anti-politicamente corretta) Sandra Amurri ha dichiarato sul suo profilo Facebook quanto segue: “A riprova di quanto la mia cronaca sul caso omicidio di Emmanuel, a dispetto delle accuse ricevute qui e inviate al mio direttore, sia stata puntuale e attinente ai fatti, che man mano emergevano dalle indagini ,oggi è stato firmato il patteggiamento in cui: la vedova Chinery rinuncia al risarcimento (azione civile, ammettendo di fatto di aver mentito sulla ricostruzione dei fatti) e Mancini rinuncia a denunciarla per falsa testimonianza.  Aggiungo che la curva sud, cioè gli ultras della Fermana calcio, pagheranno, grazie alla sottoscrizione, il trasferimento della salma in Nigeria, come da volere della vedova versando 3mila euro subito e 2 mila entro un mese“.
Mancini sarà condannato a quattro anni di reclusione (condanna notevolmente ridimensionata rispetto alle richieste iniziali), gli sono state riconosciute le attenuanti generiche e quella della provocazione, sono state eliminate le aggravanti di recidiva, futili motivi e abietti (quella razziale è rimasta ma non ha avuto effetti sulla pena) ed ha versato (di persona e grazie all’aiuto dei suoi amici) circa 5000 euro alla vedova per il rientro in patria della salma del nigeriano. Quello che era stato dipinto dai media mainstream come un mostro xenofobo, un aderente all’ “ultradestra” e un violento ultras sconterà la sua pena dopo che è venuta fuori la verità (che questo giornale aveva intuito fin dall’inizio). Una verità diversa da quella narrata dagli strilloni del pericolo xenofobo e che innalzarono la povera vedova a simbolo del vittimismo razzista. Che non solo non esiste, ma che  in questo caso era una favoletta inventata e per la quale la moglie del nigeriano rischiò anche un’accusa per falsa testimonianza…

Nessun commento:

Posta un commento