Una sommossa clamorosa. Nel giro di pochi minuti alla Vincenziana di Magenta è scoppiato il finimondo. Una decina di pattuglie dei carabinieri sono intervenuti presso la struttura di via Casati che ospita i richiedenti asilo per via dei tafferugli. Tutto è cominciato verso le 17 quando i militari dovevano notificare un provvedimento di allontanamento firmato dalla Prefettura ad un nigeriano, Austin, poi accompagnato fuori dalla struttura. Il clandestino si è opposto con la forza al fermo dei carabinieri ferendosi leggermente. Gli altri clandestini sono insorti e hanno cominciato la protesta. Urla, spintoni. Si sono sentiti anche vetri infrangersi.
“Non ha rubato, non sappiamo perché lo vogliono portare via”, urlavano. La situazione sempre sempre più tesa ha richiesto rinforzi dalle vicine stazioni dell’Arma. Anche il capitano Alessandro Perrotta è arrivato a Magenta per cercare di svolgere una mediazione e placare i tafferugli. Mentre la Polizia locale ha bloccato via Casati per tutta la durata delle operazioni. Perché la situazione che si era creata era di grande pericolo, anche per i passanti. “Sono quasi due anni che siamo qui e non abbiamo ancora i documenti. Non possiamo lavorare, non possiamo fare niente” dice Mohammad a cui si aggiunge un altro giovane della Guinea Bissau che parla delle condizioni invivibili in cui versa la struttura: “Da fuori sembra bella, ma dentro è un inferno. I bagni sono orribili e così le camere”.
I giovani africani vogliono parlare con i giornalisti e qualcuno esce lungo via Casati. Verso le 19.30 si è vissuta la situazione di massima tensione. I carabinieri hanno protetto la fuoriuscita del ragazzo nigeriano dalla Vincenziana, ma gli altri clandestini si sono opposti. I carabinieri, a grande fatica sono riusciti a consegnarlo ai soccorritori della Croce Bianca che lo hanno trasferito al pronto soccorso del Fornaroli. Tra grida e spintoni dei nigeriani che urlavano: “Vogliamo i documenti!”.
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