La risposta è in una lettera scritta a mano dal profeta Maometto, un tempo conservata e custodita come una cosa sacra nel monastero di Santa Caterina nel Sinai d’Egitto. In tale documento il profeta Maometto difende il culto cristiano e i suoi seguaci.
Qualche breve cenno storico
Per comprendere la portata storica e
l’autenticità del documento, va chiarito che l’archivio del Monastero di
Santa Caterina ospita una vasta collezione di manoscritti antichi. La
sua biblioteca riveste una grande importanza perché contiene la seconda
più grande raccolta di codici e manoscritti del mondo, superata solo
dall’incredibile Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel Museo si trovano
più di 3.500 volumi in greco, copto, arabo, armeno, ebraico, georgiano,
siriaco e in molte altre lingue. Tra questi capolavori spicca fra tutti
una Bibbia del VI secolo.
Fatta questa premessa, che vuole
testimoniare quanto la biblioteca e l’archivio del Monastero di Santa
Caterina sia importante, dal punto di vista del valore artistico e
culturale, è noto che nell’Eremo del Sinai è stato conservato, per
secoli, un documento fra i più importanti al mondo, scritto di pugno da
Maometto. Il profeta Maometto, con tale documento, accordava assoluta protezione ai cristiani e ai loro luoghi di culto.
Il profeta volle ringraziare così i monaci cristiani di Santa Caterina
perché, a sua volta, era stato accolto e protetto dai suoi nemici
all’interno delle mastodontiche mura che difendono il monastero. In
virtù di questo documento il monastero e la sua comunità di monaci sono
riusciti a sopravvivere alla dominazione araba.
Inoltre, il monastero è considerato un luogo sacro dalle tre maggiori
religioni monoteiste: il Cristianesimo, l’Ebraismo e l’Islam.
All’interno delle sue mura i monaci fecero costruire persino una moschea
per garantire, ai musulmani in visita, un luogo per loro adeguato ove
pregare. Purtroppo, però, la moschea non venne mai aperta al culto
perché, per errore, non era stata orientata verso la Mecca.
Il documento di Maometto oggi non è più
conservato nella biblioteca del monastero di Santa Caterina. Durante la
conquista ottomana dell’Egitto nel 1517, il documento originale venne
sequestrato dal monastero dai soldati ottomani e portato al palazzo del
sultano Selim I a Istanbul. La lettera originale è ora conservata nel
Museo Topkapi di Istanbul ed è stata analizzata da alcuni ‘giudici
dell’Islam’ che hanno attestato la sua autenticità storica.
L’attualità del documento di Maometto
In un momento come quello attuale,
soprattutto in seguito alla nascita dello Stato Islamico e la
conseguente dichiarazione della jihad, è giusto ricordare che il profeta Maometto ha voluto che i cristiani andassero considerati quali ‘amici’ da
parte di tutti i musulmani. Un uomo o una donna di fede islamica,
quindi, non può fare del male a un cristiano in alcun modo, né con atti
della sua mano, né con il linguaggio, in caso contrario il musulmano
pecca di disubbidienza al volere del suo profeta. A
quanto pare, lo Stato Islamico o non conosce l’esistenza della lettera
di Maometto, oppure ne ignora volontariamente il contenuto.
Il giuramento del Profeta Maometto ai seguaci del Nazareno
Il documento che segue viene denominato il ‘Achtiname di Muhammad’, noto anche come il Patto o Santo Testamento del profeta Maometto. La lettera è un ‘ahdname’ (atto o accordo dal valore giuridico in uso all’epoca, ndr)
che è stato scritto dal profeta islamico quale concessione della sua
protezione e altri privilegi a favore dei monaci del monastero di Santa
Caterina e a tutti i cristiani del mondo. Il documento si chiude con
un’impronta che rappresenta la mano di Maometto.
Vi sono diverse traduzioni della
lettera, alcune differenziano dalle altre, ma di poco. Ciò che si
propone di seguito è quella curata nel 1902 da Anton F. Haddad, intitolata ‘Il giuramento del Profeta Maometto ai seguaci del Nazareno’, ritenuta dagli storici la traduzione ‘migliore’ e, per questo, riproposta nel 2004 dall’associazione internazionale H-Bahai (Ente
di studio scientifico di fama mondiale, che favorisce la discussione
accademica della cultura e della storia delle tradizioni religiose
millenarie e / o esoteriche).
*****
La traduzione della lettera di Maometto
Questa è una lettera che è stata rilasciata da Mohammed, Ibn Abdullah, il Messaggero, il Profeta, il fedele, che viene inviata a tutte le persone come una parola da parte di Dio (Allah, ndr)
per tutte le sue creature. In verità Dio è l’Eccelso, il Saggio. Questa
lettera è indirizzata agli ambasciatori dell’Islam, come alleanza data ai seguaci del Nazareno (Gesù venne riconosciuto da Maometto come profeta al suo pari, gli islamici lo chiamano, appunto, Nazareno, ndr)
in Oriente e Occidente, a quelli vicini e lontani, agli arabi e agli
stranieri, al noto e all’ignoto. Questa lettera contiene il giuramento
dato loro (ai Nazareni, ndr), e chi disobbedisce ciò che vi è scritto, sarà considerato un disobbediente e un trasgressore
a quella Fede alla quale egli è comandato. Egli sarà considerato come
uno che ha corrotto il giuramento di Dio, o il Suo testamento, che ha
respinto la Sua Autorità, disprezzato la Sua religione, e si è fatto meritevole della Sua maledizione, sia fosse un sultano o qualsiasi altro credente dell’Islam.
Ogni volta che
monaci, fedeli e pellegrini si riuniscono, sia in una montagna o valle, o
tana, o luogo frequentato, o semplice, o la chiesa, o in luoghi di
culto, in verità Dio è su di loro e li protegge, e protegge le loro proprietà e la loro morale, anche da me stesso, dai miei amici e dai miei assistenti, perché sono dei soggetti sotto la mia protezione.
Io li esento da tale atti che li possano turbare; degli oneri che sono
pagati da altri come un giuramento di fedeltà. Essi non devono dare
nulla del loro reddito, ma ciò che piace loro, non devono essere offesi,
o disturbati, o costretti o obbligati. I loro giudici non devono essere
modificati o impedito loro di realizzare i propri uffici, né i monaci
disturbati nell’esercizio del loro ordine religioso, o la gente di
clausura essere arrestati da dimora nelle loro celle. A nessuno è
permesso di saccheggiare i pellegrini, o distruggere o rovinare una
delle loro chiese, o case di culto, o di prendere una qualsiasi delle
cose contenute all’interno di queste case e portarlo alle case
dell’Islam. Colui che toglie da essa, sarà uno che ha corrotto il giuramento di Dio, e, in verità, disobbedisce al Suo Messaggero.
Le tasse non
dovranno essere messe sui loro giudici, sui monaci, e quelli la cui
occupazione è il culto di Dio; né qualsiasi altra cosa potrà essere
presa da loro, che si tratti di un bene, una tassa o un diritto
ingiusto. In verità io conservano la loro compattezza, ovunque si trovino, in mare o sulla terra, in Oriente o Occidente, da nord o da sud, perché sono sotto la mia protezione e il mio testamento dà loro la mia sicurezza contro tutte le cose che vanno aborrite.
Nessuna tassa o decime devono essere ricevuti da coloro che si dedicano
al culto di Dio in montagna, o da chi coltiva la Terra Santa. Nessuno
ha il diritto di interferire con i loro affari, o portare qualsiasi
azione contro di loro. In verità questo è per altra cosa e non per loro;
piuttosto, nelle stagioni delle colture, che dovrebbe essere data una
Kadah per ogni Ardab di grano (circa cinque quintali e mezzo, ndr)
come fondo per loro, e nessuno ha il diritto di dire loro che questo è
troppo, o chiedere loro di pagare alcuna imposta. Per quanto riguarda
chi possiede proprietà, i ricchi e i commercianti, le tasse che possono
essere prese da loro non devono superare i dodici Dirham (Il Dirham era la valuta in uso a quel tempo dagli arabi, oggi lo Stato Islamico ha ripristinato l’utilizzo di questo tipo di valuta, ndr) a testa all’anno.
Non può essere
imposto a chiunque di intraprendere un viaggio, o di essere costretto ad
andare in guerra o usare armi per i musulmani, chiunque deve combattere
per la loro ragione, non quella di altri. Il seguace dell’islam non deve fare nessuna disputa o discutere con loro, ma accordarsi secondo il verso registrato nel Corano. Essi non devono essere costretti a portare armi o pietre; ma i musulmani devono proteggerli e difenderli contro gli altri.
Qualora una donna cristiana è sposata con un musulmano, tale matrimonio
non deve avvenire se non dopo il suo consenso, e a lei non deve essere
impedito di andare nella sua chiesa per la preghiera. Le loro chiese devono essere onorate e non devono esserci impedimenti nella costruzione di luoghi di preghiera o la riparazione dei loro conventi.
Spetta a ognuno della nazione dell’Islam non contraddire e a rispettare questo giuramento fino al Giorno della Resurrezione e della fine del mondo
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