Il Sultano d'Egitto sottopose a Francesco D'Assisi un'altra questione: "II vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca,dunque voi cristiani non dovreste imbracciare armi e combattere i vostri nemici".
Rispose San Francesco: "Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il
Vangelo. Il perdono di cui Cristo parla non è un perdono folle, cieco,
incondizionato, ma un perdono meritato. Gesù infatti ha detto: "Non date
ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché
non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino". Infatti il Signore ha
voluto dirci che la misericordia va dispensata a tutti, anche a chi non
la merita, ma che almeno sia capace di comprenderla e farne frutto, e
non a chi è disposto ad errare con la stessa tenacia e convinzione di
prima. Altrove, oltretutto, è detto: "Se il tuo occhio ti è occasione di
scandalo, cavalo e gettalo lontano da te”. E, con questo, Gesù ha
voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o
perfino fosse a noi caro come la pupilla dell'occhio, dovremmo essere
disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di
allontanarci dalla fede e dall'amore del nostro Dio. Proprio per questo,
i cristiani agiscono secondo massima giustizia quando vi combattono,
perché voi avete invaso delle terre cristiane e conquistato Gerusalemme,
progettate di invadere l’Europa intera, oltraggiate il Santo Sepolcro,
distruggete chiese, uccidete tutti i cristiani che vi capitano tra le
mani, bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla
sua religione quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere,
confessare, adorare, o magari solo rispettare il Creatore e Redentore
del mondo e lasciare in pace i cristiani, allora essi vi amerebbero come
se stessi". (Numero 2691 delle Fonti Francescane)
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