Puglia, i 20 milioni per avere treni sicuri svaniti nel nulla (GIULIANO FOSCHINI E FABIO TONACCI)
Si indaga sul finanziamento regionale alle ferrovie della strage. L’ipotesi di un conflitto di interessi.
TRANI – La Regione Puglia, appena un anno fa,
aveva stanziato venti milioni di euro per la sicurezza dei treni della
Ferrotramviaria: come e dove sono stati spesi? E poi, il contratto di
servizio tra Regione, proprietaria della rete, e Ferrotramviaria era
stato firmato appena sette mesi fa. Perché non sono stati imposti
sistemi automatici di sicurezza nel tratto tra Corato e Andria, quello
dell’incidente, in attesa della realizzazione del doppio binario? Sono
queste le due domande alle quali il nucleo di polizia tributaria della
Guardia di finanza di Bari dovrà rispondere nei prossimi giorni, così
come chiesto dalla procura di Trani.
Il tema è quello dell’infrastruttura: il binario unico è presente ovunque in Italia e però, per evitare incidenti, è accompagnato da sistemi di controllo automatici, raffinati o meno. Per la realizzazione di tali misure di sicurezza, la Regione ha messo sul tavolo, lo scorso anno, venti milioni di euro da destinare alla sola Ferrotramviaria. Che avrebbe dovuto usarli, ma evidentemente non lo ha fatto nella zona dell’incidente che è l’unico tratto controllato unicamente dall’uomo su tutta la rete. In queste ore la Finanza sta acquisendo documenti nella sede di Ferrotramviaria e alla Regione, dove ha prelevato anche la copia del contratto di servizio e il regolamento che lo discipilina. La società della famiglia Pasquini è, infatti, soltanto un concessionario della rete, che è di proprietà della Regione. L’ultimo contratto è stato firmato a dicembre del 2015 e, scorrendolo, si trovano in tema di sicurezza riferimenti molto vaghi. Nonostante un decreto legge del luglio 2015 impegnasse anche le ferrovie concessionarie a utilizzare i sistemi di controllo automatici (presenti sull’intera rete di Fsi), nel contratto di servizio non c’è alcuna imposizione. Tutto è “risolto” con una comunicazione che la stessa Ferrotramviaria ha inviato all’Ustif (l’agenzia del ministero incaricata del controllo) nella quale si impegna a realizzarlo entro il 2017, quando cioè dovrebbe essere pronto il doppio binario. Rapporto con l’Ustif che la procura vuole comunque approfondire in tema di “conflitti di interesse”: per dire, l’ex direttore dell’ufficio è oggi un dirigente di Ferrotramviaria.
Accanto alle indagini sul secondo livello, quello politico, ci sono quelle sulla dinamica. Oggi sono in calendario gli interrogatori dei due capistazione indagati, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli. «Siamo pronti a spiegare tutto», dicono i legali dei due, Leonardo de Cesare e Massimo Chiusolo.
da La Repubblica del 18/07/2016
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