Le escort, o prostitute, o puttane, che dir si voglia, hanno sempre
frequentato i palazzi del Governo e del potere in generale ma,
evidentemente, è scandaloso solo se a mignotte ci va Berlusconi,
se ci vanno D’Alema e compagni, è tutto regolare, tutto lecito.
Quando sono i “rossi” a concedersi i piaceri della carne a pagamento la
zelante pm Ilda Boccassini evidentemente si distrae… Non
possiamo tollerare questo continuo doppiopesismo di chi vive
d’invidia e tenta di demonizzare e abbattere il nemico con ogni mezzo.
Pubblichiamo qui di seguito un’interessantissima inchiesta de
Il Giornale che dimostra come la prostituzione fosse diffusa a
Palazzo Chigi e a Montecitorio anche quando il presidente del Consiglio
era Massimo D’Alema e ciò non provocava la solerte reazione
della magistratura.
Un giro di squillo esercitava pressioni su uomini vicini all’allora
premier per ottenere favori e appalti pubblici. Persino con incontri
hard alla Camera: “Offerti favori sessuali in cambio di
forti benefici economici”.
Appalti, squillo e festini a Palazzo. Sì, proprio dentro la Camera
dei deputati. Nell’ufficio di un «personaggio importante», per dirla con
l’ispettore della Squadra mobile che s’era subito mosso
dopo la soffiata di una prostituta, una sua fonte. Lo sbirro della
Buoncostume aveva scoperto che ben due squillo entravano a Montecitorio
senza lasciare documenti all’ingresso e che dopo esser
stata accolta da un «segretario», una di loro successivamente veniva
fatta accomodare in una stanza dove di lì a poco si sarebbe «congiunta
carnalmente» con un personaggio, all’epoca, definito
«importante». Se sia lo stesso che ha anche convinto i commessi a
non registrare il passaggio della escort, non lo sapremo mai visto che
l’inchiesta nata sul finire del 1999 è abortita pochi mesi
dopo con la condanna a un anno (previo patteggiamento) della sola
maîtresse che organizzava gli incontri coi politici.
E proprio dalle carte di quell’inchiesta dimenticata escono ora le
intercettazioni e i verbali delle escort che tirano in ballo i
fedelissimi dell’ex premier Massimo D’Alema. Più informative
della Squadra mobile di Roma che ribadiscono come la maîtresse R.F.
contattasse «noti personaggi del mondo politico e di enti pubblici» al
fine «di ottenere appalti o erogazioni in denaro»
organizza per loro «incontri a sfondo sessuale». A mo’ d’esempio
l’ex capo della Mobile, Nicolò D’Angelo, allega una lunga serie di
conversazioni nella sua nota alla procura. A cominciare da
quella del 29 settembre nella quale Vincenzo Morichini, fedelissimo
del leader Ds, ex ad di Ina-Assitalia, parla con la maîtresse di una
festa a casa di Franco Mariani (già dirigente pci,
presidente dell’ente porto di Bari, dalemiano di ferro)».
«IO HO FATTO LA BRAVA MA… GLI AMICI SONO STATI CATTIVI»
La donna dice di averlo saputo direttamente la sera prima «dal suo
amico Roberto» (De Santis, eminenza grigia dell’ex premier, azionista
delle sale bingo, l’imprenditore che vendette la barca
Ikarus a Baffino, ndr) intervenuto a una cena a casa di Franco dove
erano presenti la maîtresse e due squillo. «Io ho fatto la brava bambina
– ride la donna al cellulare – mentre Franco e Roberto
con le mie amiche hanno fatto i cattivi… ». Solo il giorno prima la
maîtresse aveva cercato di portare a casa un affare pubblicitario in
corso con l’Ina-Assitalia, affare osteggiato a suo dire da
Checchino Proietti (parlamentare Pdl, all’epoca segretario di
Gianfranco Fini). Così chiama direttamente Morichini in ufficio: «Senti,
quella lista sarà pronta per giovedì». A quel punto
Morichini – scrive la polizia – «le comunica che vorrebbe scopare.
Lui le dice che le ha risolto i problemi con la Banca di Roma e con
l’Alitalia. R.F. gli rappresenta che se gli risolve i
problemi, lei si metterà a “tappetino” con lui». In realtà i
problemi con Alitalia persistono. Così la maîtresse pensa di sbloccare
la questione dell’appalto del calendario Alitalia ricorrendo
agli amici che contano.
«MA QUESTI SONO PAZZI A DIRE NO A D’ALEMA»
È decisa a far valere le sue amicizie importanti, e lo confessa
candidamente al telefono: «Ma questi so’ pazzi, ma che stiamo
scherzando? L’Alitalia che dice di no a D’Alema! Ma non esiste, non è
possibile… ». Più avanti aggiungerà, sempre al telefono, che adesso
«lei andrà con Franco (Mariani) ed Enzo (Morichini) dal direttore
generale il quale dovrà dirle di no davanti a loro». Passano
quattro giorni e Mariani richiama la donna dicendole che sta andando
lui a parlare da Zanichelli (pubbliche relazioni Alitalia). Alcune
telefonate dopo, ecco l’ok di Mariani nel sunto della
polizia. «Franco chiama R.F. e le comunica che ha parlato con Marco
(Zanichelli, ndr) e lo stesso ha garantito che gli darà una mano per il
convegno alla presidenza del Consiglio facendogli
assegnare la sponsorizzazione richiesta, e che farà rifare
nuovamente a R.F. la rivista dell’Alitalia». Le telefonate successive
vertono su un festino a cui la maîtresse porterà due ragazze:
«Porta anche la tua sorellina… », scherza Mariani. «Ok, ti devo dare
il numero di una nuova massaggiatrice, così cambi un po’… », ribatte
lei. Ma non c’è solo l’Ina-Assitalia nei desiderata della
maîtresse. Per perorare le cause dell’amica, Morichini si spende
direttamente col presidente dell’Acea. E intanto R.F. si dà un gran da
fare per allietare i suoi amici. A Maria P., il 21
settembre, ricorda che in settimana deve «chiudere la storia con la
Banca di Roma» altrimenti si trova «in grossa difficoltà».
«DEVO PORTARE COMPAGNIA? DUE, CHE SIAMO GIÀ TROPPE»
Chiacchierando con un’altra ragazza della sua scuderia, Eliana C.,
le ricorda di andare a casa di Franco per la festa. «Eliana – annota il
poliziotto che ascolta in cuffia – le chiede in modo
criptato: “Quante compagnie devo portare?”. R.F. risponde che
bastano due, “perché sono già molte”… ». Laconico il commento del capo
della Squadra mobile nella sua ennesima corrispondenza con la
procura: «La donna che inequivocabilmente procura ragazze a molte
persone organizzando incontri sessuali, utilizza però tale “chiave di
accesso” per ottenere dai destinatari di queste
“attenzioni” che sembrano essere tutti ai vertici di strutture
pubbliche e private, favori e indebite pressioni al fine di ottenere
benefici economici nella forma di ghiotti appalti o incarichi
ben remunerati. Appare infatti chiaro che ci troviamo di fronte a un
particolare sfruttamento della prostituzione, in cui il ruolo di R.F. è
quello di una maîtresse molto particolare». Sesso in
cambio di un aiutino per gli affari.
«ERAVAMO IN 6 A FARE SESSO CON AMICI IMPORTANTI… »
Tra festini e appalti, gli agenti della Settima sezione della Mobile
tra settembre e ottobre 1999, sono costretti a convocare in questura
una quindicina di ragazze protagoniste dei party a luci
rosse organizzati dalla maîtresse per gli amici influenti. È
Stefania C. a svelare il giro: «Mi venne detto che R.F. aveva bisogno di
incontri a sfondo sessuale con suoi amici (…). Il primo
incontro avvenne a piazza Colonna» dirimpetto Palazzo Chigi.
«Ricordo che eravamo in sei, tre uomini e tre donne, e la serata
proseguì negli uffici di via della Colonna Antonina dove avemmo
separatamente incontri sessuali (…). Ricevetti da R.F. la somma di
600mila lire, e ricordo che organizzava tali incontri sessuali al fine
di chiudere contratti di lavoro che erano in corso (…).
Ricordo infine che durante gli incontri sessuali sia io che le altre
partecipanti, eravamo sotto lo stretto controllo di R.F. la quale
faceva attenzione che nessuna di noi stringesse rapporti con
i suoi amici intervenuti, che lei diceva essere personaggi molto
importanti». Il 20 ottobre anche Giovanna F., nel suo verbale, fa
riferimento alle assidue frequentazioni politiche della
maîtresse mirate a mettere le mani su vari appalti, specie in
Alitalia: «La prima volta che siamo uscite insieme, R.F. mi chiese se
fossi disposta a uscire con lei unitamente a suoi “importanti
amici”. In quell’occasione mi rappresentò che dovevo avere dei
rapporti sessuali con gli stessi, in cambio avrebbe provveduto lei a
sdebitarsi con me facendomi una serie di regali,
rappresentandomi che tali amicizie erano fondamentali per lei al
fine di procurarsi una serie di appalti presso importanti società sia
pubbliche che private (…). Gli incontri sessuali – continua
Giovanna F. – sono stati quattro. A questi, a fasi alterne, hanno
partecipato Franco Mariani insieme a un certo Roberto (De Santis, ndr) e
in una occasione con tale Enzo Morichini, con il citato
Roberto» o a casa di Mariani al Colosseo oppure direttamente
nell’ufficio della maîtresse in via della Colonna Antonina.
«ANCHE LO STRIPTEASE PER IL PARTITO DI SINISTRA»
«In un appuntamento a sfondo sessuale organizzato da R.F. – prosegue
Giovanna F. – oltre alla stessa ho partecipato io e una ragazza che
conosco con il nome di Arianna. Questo incontro avvenne a
casa di Mariani. Per tale prestazione come da accordi precedenti ho
ricevuto in regalo da Rita un anello in metallo bianco e brillanti». Il
22 ottobre sfila negli uffici della polizia in via di
San Vitale Patrizia C., altra ragazza gettonatissima dalla
maîtresse: «Durante alcune serate conobbi molti amici di R.F. che lei mi
diceva appartenessero al mondo politico (…). Ho avuto tre
rapporti sessuali con l’uomo di nome Franco mentre R.F e le altre
erano rimaste al piano di sotto dove era in corso uno striptease. Alcuni
dei presenti si scambiavano effusioni amorose (…).
Durante gli incontri cercavo di avere con i suoi amici un
atteggiamento positivo e carino, anche perché a dire di R.F. loro
appartenendo al partito della sinistra erano in grado di procurarmi
facilmente il lavoro (…) e ricordo che R.F. diceva che le persone
che incontravamo alle feste erano personaggi influenti che servivano per
il suo lavoro». Eliana C. non è da meno: «R.F. in alcune
occasioni mi ha invitato in alcune feste private (…) e l’ultima a
cui sono andata l’ha organizzata un certo Franco in zona Colosseo».
Concludendo: «Sono a conoscenza che R.F. ha contattato per
farsi “aiutare” in questa situazione Franco Mariani, non so se lo
stesso si sia attivato o meno, R.F. mi ha detto in passato che Franco è
un personaggio politico».
TARIFFA FISSA: 800MILA E IN REGALO ANELLI
Sulle presunte protezioni politiche di cui avrebbe goduto R.F. per
fronteggiare l’offensiva della polizia e della magistratura finite a
curiosare tra gli appalti vinti in Alitalia, parla anche
Anna Maria G. interrogata il 15 ottobre 1999 al secondo piano della
questura: «A un certo punto R.F. ha concluso il suo sfogo dicendo che
aveva importanti amicizie politiche e che non le potevano
fare nulla perché lei era pulita». Come contropartita economica alle
prestazioni effettuate dalle ragazze nei festini organizzati per gli
uomini vicini all’ex premier Massimo D’Alema, R.F.
«faceva regali (anelli, telefonini, giacche di pelle, somme di
denaro per interventi di chirurgia estetica, ecc. ) oppure pagava di
tasca sua».
di Gianluca Vallerossa
Fonte: Il Tibetano
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