La scelta del presidente
dell’Uruguay: vivere con 800 euro al mese
Non ha la scorta né un conto in banca, e per il
fisco uruguaiano è un “nullatenente”. José Alberto M
José Alberto
Mujica Cordano è da due anni il presidente dell’Uruguay
MADRID - Non
possiede un conto in banca, né tantomeno ha una carta di credito nel suo
portafoglio. Vive con poco più che 20mila pesos al mese (800 euro) e non
ha bisogno di una scorta, benché José Alberto "Pepe" Mujica
Cordano, classe 1934, ricopra da due anni l'alta carica di presidente
della Repubblica dell'Uruguay.
Non è un
alieno o un ricco ed eccentrico miliardario prestato
alla politica. E non è nemmeno un esibizionista, Mujica, che poco reclamizza la sua austera condotta. È soltanto un esempio di buona politica che viene dal Sudamerica. Ogni mese dei 250mila pesos (circa 10 mila euro) del suo stipendio da Capo di Stato, Mujica trattiene per sé soltanto quegli 800 euro che in Uruguay equivalgono allo stipendio di un impiegato bancario. Il resto, il 90% dei suoi emolumenti, è devoluto al Fondo Raúl Sendic, un'istituzione che aiuta lo sviluppo delle zone più povere dell'Uruguay attraverso la costruzione di abitazioni con acqua e luce. Anche per questo e non solo per i suoi trascorsi, Pepe, come ama farsi chiamare dai premier stranieri in visita fino al fattorino, è amato e rispettato tanto quanto il nostro ex presidente Sandro Pertini con cui condivide il fatto di essere stato arrestato e imprigionato.
alla politica. E non è nemmeno un esibizionista, Mujica, che poco reclamizza la sua austera condotta. È soltanto un esempio di buona politica che viene dal Sudamerica. Ogni mese dei 250mila pesos (circa 10 mila euro) del suo stipendio da Capo di Stato, Mujica trattiene per sé soltanto quegli 800 euro che in Uruguay equivalgono allo stipendio di un impiegato bancario. Il resto, il 90% dei suoi emolumenti, è devoluto al Fondo Raúl Sendic, un'istituzione che aiuta lo sviluppo delle zone più povere dell'Uruguay attraverso la costruzione di abitazioni con acqua e luce. Anche per questo e non solo per i suoi trascorsi, Pepe, come ama farsi chiamare dai premier stranieri in visita fino al fattorino, è amato e rispettato tanto quanto il nostro ex presidente Sandro Pertini con cui condivide il fatto di essere stato arrestato e imprigionato.
Ex
guerrigliero ai tempi della dittatura di Jorge Pacheco Areco, Mujica fu leader della
corrente di liberazione Tupamaros, organizzazione radicale marxista
ispirata alla Revolución cubana. Nel nel marzo del 2010 ha stravinto le
presidenziali con il Movimento de participación popular (Mpp). Fu un
evento storico culminato con due settimane di festeggiamenti nella
capitale di Montevideo. È descritto come un uomo per bene, la cui sete di
vendetta non ha mai guidato le sue scelte politiche, nemmeno contro i suoi
aguzzini che lo tennero in prigione per 15 anni nel terribile carcere di
Punta Carretas, la Alcatraz del Cono Sur.
Per il Fisco
uruguaiano, Pepe Mujica è un nullatenente, il cui unico patrimonio è una vecchia
Volkswagen Fusca di colore celeste (il nostro Maggiolino). Abita a Rincón
del Cerro, nella periferia di Montevideo, in una fattoria tra cavalli,
mucche e galline, proprietà della moglie, la senatrice Lucía Topolansky. E
quando gli chiedono il motivo di tanta austerità e di questo stipendio da
fame, lui non esita a rispondere: «Questi soldi, anche se sono pochi, mi
devono bastare perché la maggior parte degli uruguaiani vive con molto
meno». Fin dalla sua elezione Pepe Mujica ha chiesto di non avere
una scorta e come un'auto presidenziale ha chiesto un'utilitaria, una
Chevrolet Corsa che usa solo durante gli incontri ufficiali. La sua unica
scorta è Manuela, una bastardina che lo segue ovunque anche tra i marmi
del Palacio Legislativo.
I suoi
aficionados, ancora lo ricordano da giovane: quando, dopo la caduta della dittatura militare,
correva verso il parlamento sulla sua Vespa. E da titolare della più alta
carica dello Stato, lo stile di vita di Pepe Mujica non è poi tanto
cambiato. Ha una zazzera abbondante, grigia e spesso scompigliata, non
indossa mai la cravatta e nelle foto ufficiali ha l'aria, più che di un
presidente, di uno che si trova lì per caso accanto ad altri capi di
Stato. Anche la sua pensione di senatore, da anni, la dona interamente in
beneficenza. Niente sprechi, niente protocolli. Auto blu e parlamentari
baby-pensionati «¡No pasarán!» mai in Uruguay, il secondo stato più
piccolo del Sudamerica che si è ritagliato un ruolo importante in politica
ed economia.
Oltre alla
generosità, Pepe è anche ricordato per essere “il Presidente della porta accanto”. Si
ferma sempre a parlare con i cittadini, saluta il salumiere e l'ortolano
del suo quartiere, abbraccia i piccoli giocatori della squadra di calcio
Huracán, che va a vedere ogni domenica. E la gente lo ama. Adora il
suo modo di governare e lo segue anche in Spagna, unico Paese europeo che
ha visitato dopo la sua elezione. Mercoledì, il presidente Pepe ha persino
aperto le porte della sua residenza ufficiale ai senza tetto: ha disposto
che una vasta area del Palacio Suarez y Reyes ospiti chi non ha niente. È
questa l’idea di politica che ha Pepe.
Nessun commento:
Posta un commento