
Ragazzi vi racconto una storia che ha dell'incredibile, e chiedo a chi ne abbia voglia, di diffonderla tra i propri contatti, per conoscenza, per aiuto, per solidarietà se non altro....
Io, Giovanni Pancari, da decenni sono stato e sono vittima della mafia subendo danni morali, fisici ed economici, così come ha subito la mia famiglia da duecento anni. Tutto ciò con la compiacenza di uomini delle Istituzioni, di Enti pubblici e privati, Enti religiosi (non solo cattolici), Associazioni Antimafia, politici e alcuni uomini del Sistema Giudiziario Italiano. E' per quanto ho sopra detto che ho deciso di ROMPERE IL SILENZIO facendo circolare questa informazione affinchè tutto il mondo sappia e conosca ciò che ho vissuto e vivo da più di 40 anni, durante i quali non mi è stato permesso di coltivare le mie terre, nè affittarle, nemmeno venderle e tantomeno donarle ( v.: www.investisicilia.com , nell'allegato -JPG.7325; 7274; 7273- è possibile osservare la differenza di come era e come è ora il palazzo).
Ti chiederai come puoi aiutarmi.
Ti indicherò come:
1. Facendo circolare questa e-mail fra tutte le tue conoscenze;
2. Se conosci qualche Giornalista che voglia scrivere un articolo sulla mia vicenda;
3. Se conosci qualche scrittore che voglia scrivere un libro su questo caso (in continuazione del libro che si menziona più in basso), per il quale posseggo i documenti che tengo a disposizione degli interessati;
4. Se conosci qualche Storico, Educatore, Regista, Opinionista, ecc.;
5. Qualunque altra alternativa que reputi mi possa essere utile.
L'On. Paolo Monello ha scritto un libro (2002) intitolato "L'Affare Pancari di Vittoria. Odi politici, intrighi e violenze dopo l'Unità d'Italia (1871-1877)" (allegato: Mail0410.JPG) ("L'AFFARE" ha il
significato di "ASSASSINIO")che è stato ritirato in tutte le librerie dell'Italia, per non fare conoscere l'entità del potere del clan, allo stesso modo che si ostinano a non riconoscere la morte del mio familiare Mario Pancari ad opera del clan Iacono, come la prima vittima voluta dalla mafia nell'Italia Unita.
Per maggiori dettagli sul libro menzionato, visitare il seguente indirizzo
http://www.abebooks.com/servlet/BookDetail...isbn=8877044632
Ringrazio per avere dedicato alcuni minuti del suo prezioso tempo per leggere la mia invocazione.
Mille grazie
Giovanni Pancari
Siti internet dove informarsi:
http://www.centonove.it/arretrati/2005/44/24.pdf
> http://www.cuntrastamu.org/wordpress/?p=72
>
> http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=374
>
>
http://www.ildialogo.org/sanlibero/sanlibero31826012006.htm
>
>
http://www.solidariaweb.org/documenti/Pancari_articolo1.pdf
>
>
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Le...iovanni+pancari
MA TUTTO CIO' CHE IN ESSI LEGGERAI, E' LONTANO DALLA REALTA' COME IL PIU' VICINO "BUCO NERO, scrive Giovanni...
Mafia 1.Due terreni nel Ragusano e un palazzo signorile a Vittoria - sempre in provincia di Ragusa - cedonsi in cambio di un vitalizio. Sembra uno scherzo, invece e’ l’epilogo di una vicenda allucinante. La racconta Giovanni Pancari, il proprietario che da trent’anni cerca di venderli ma vede ogni volta le trattative arenarsi inspiegabilmente. Chiama in causa la mafia locale che lo avrebbe danneggiato fino a minacciarlo di morte: in effetti oggi Pancari e la moglie vivono a Catania, perche’ "se metti piede a Vittoria ti facciamo la pelle".
I beni - che Pancari ha avuto in eredita’ dal padre e che successivamente sono stati divisi al 50% con una sorella che non ha mai avuto problemi di sorta - hanno subito traversie di qualsiasi tipo: saccheggiamenti, furti, danneggiamenti, a partire dagli inizi degli anni ’90, quando nel palazzo di Vittoria viene completamente svuotata la cucina. Si susseguono numerosi furti di suppellettili ma anche di documenti di proprieta’ della famiglia di Pancari. Il palazzo e i fondi vengono spesso "occupati" da gruppi di persone non meglio identificate.
Addirittura uno dei due appezzamenti di terreno, il fondo Tremolazza, viene circondato da sbarramenti di vario tipo per impedirne l’accesso. Pancari denuncia i furti e le prime intimidazioni, ma non riceve risposte incoraggianti dall’autorita’ giudiziaria. Al contrario la situazione peggiora, perche’ capita sempre piu’ spesso che i possibili acquirenti dei beni interrompano i contatti all’improvviso, anche dopo aver manifestato un vivo interessamento ai beni. L’uomo e la moglie vengono inoltre fatti oggetto di minacce telefoniche insistenti, fino a quando gli viene intimato di non mettere piu’ piede a Vittoria.
Nell’agosto del 1992 Pancari si reca con la moglie e un conoscente, accompagnato dal figlio, con due vetture nel fondo Tremolazza per documentare fotograficamente l’ennesimo episodio di danneggiamento. Al ritorno verso casa Pancari e la moglie si trovano la via sbarrata da tre veicoli. La sua vettura viene circondata da un gruppo di persone, una delle quali ha un fucile subacqueo carico. Un’altra persona si infila nel finestrino dal lato della moglie con atteggiamento provocatorio. Pancari chiede piu’ volte che gli venga liberato il passo, ma sara’ solo l’arrivo della macchina del conoscente a mettere in fuga il gruppo.
Oggi, all’eta’ di settantasei anni, Giovanni Pancari non ce la fa piu’. Si dichiara pronto a cedere gratuitamente il palazzo signorile e i due fondi in cambio di un vitalizio mensile che consenta a lui e alla moglie una vita dignitosa. Non ha idea di chi possa avergli voluto impedire per tutti questi anni non solo la vendita ma anche l’utilizzo dei suoi averi. Ha provato a rivolgere la sua richiesta all’associazione antiracket di Caltanissetta, che risponde che in assenza di dati piu’ circostanziati non puo’ fare molto. Le altre associazioni contattate da Pancari non hanno risposto.
Questa è la giustizia italiana! E poi dicono che sono solo alcuni magistrati ! A me non me ne va bene una:100% negative!
pubblicata da Giovanni Pancari il giorno Mercoledì 6 luglio 2011 alle ore 2.52 ·

Le
due Signore, già nel 1987, sapevano che il notaio G.B. Garrasi,
menzionato al "recto" e al "verso" dello stesso foglio, nel 1988 sarebbe
andato incontro a morte naturale.

Nel
"verso" si fa riferimento anche ad un altro evento che si è verificato
il 13.10.1988, dopo oltre un anno dalla data del 24.9.1987 che appare
nel "recto" del foglio!
Le due Signore, già nel 1987, sapevano che il notaio G.B. Garrasi, menzionato al "recto" e al "verso" dello stesso foglio, nel 1988 sarebbe andato incontro a morte naturale.
Nel "verso" si fa riferimento anche ad un altro evento che si è verificato il 13.10.1988, dopo oltre un anno dalla data del 24.9.1987 che appare nel "recto" del foglio!
Prima di entrare nel merito della falsità del documento che sopra ho immesso e commentato, riporto uno stralcio dalla sentenza civile n.129/2005, n.184 Cron. C.; n.232 Rep. nella causa per lesione di legittima da me (diseredato da mia madre) intentata a mia sorella, Marianna Pancari (erede universale di mia madre e socia in affari nientemeno che del mio
peggiore nemico e più accanito aguzzino, Ferdinando Iacono), emessa dal dott. Michele Duchi, all’epoca Presidente del Tribunale di Ragusa:
"Nell'affrontare, dopo una vita intera impegnata a scrivere sentenze, l'ennesima defatigante controversia ereditaria fra discendenti di facoltosi possidenti, l'estensore non può non meditare sul vantaggio che la società e la giustizia in particolare avrebbero se i legislatori seguissero il buon consiglio del filosofo inglese Bertrand Russel, che giustamente riteneva l'istituto dell'eredità immorale e come tale da abolire. L'istituto è però ancora lì e quindi bisogna affrontare questo impegno di giustizia." (sic!)
Riporto, qui di seguito, il parere espresso da un alto Magistrato di Cassazione sulla intera sentenza del dott. MICHELE DUCHI
(n.129/2005) n.184 Cron. C.; n.232 Rep.:
“Sentenza dichiarativa.
Tono della sentenza è totalmente accusatorio nei confronti dell’attore per cui è una sentenza fatta con animosità e non con spirito di giustizia.
Gran parte delle motivazioni sono espresse con criteri totalmente accusatori, degni di una requisitoria di un pubblico accusatore (PM).
Chiaro scopo di diffamare e di demolire.”
NON OCCORREREBBERO ALTRI COMMENTI ma sono d' obbligo, e oltremodo indispensabili, sia una premessa e sia alcuni chiarimenti per chi è completamente estraneo ai fatti.
La "lagnanza" del Dott. Michele DUCHI, all’epoca Presidente del Tribunale di Ragusa, oltre che essere diretta al legislatore, era diretta, inverosimilmente, anche a me (pur essendo io il diseredato indigente e quindi “il più debole” all’ occhio di un giudice, estimatore del massimalista Bertrand Russel) ed è facile intuire quale sia stato il tenore della sentenza, nonostante la più che palese falsità del manoscritto di mia madre prodotto in causa proprio da mia sorella! E non si può dire che, la produzione in giudizio di un siffatto manoscritto, fu un errore del suo avvocato perché oltre che nella causa ereditaria, fu prodotto, dallo stesso avvocato e in epoche differenti, sia nella denunzia penale per truffa aggravata e sia nella stessa denunzia riproposta, da mia sorella, in sede civile, che ho dovuto patire.
L’ intento di mia sorella (e del suo degno avvocato), di volermi “diffamare e demolire” (così come recepito dall’alto Magistrato di Cassazione), fu infatti perfettamente raccolto, e fatto proprio, dai vari magistrati istruttori, accusatori e giudicanti che si sono avvicendati e susseguiti negli anni. Solo gli esiti a me interamente favorevoli, di due CTU grafiche, impedirono, per ben due volte, una mia condanna per truffa aggravata, ma fu inutile perché si rivalsero, tutti, sulla causa ereditaria da me intentata !!!! Dell’ aspetto complessivo di questa inimmaginabile, sporca vicenda, mi occuperò separatamente, allorché tratterò del ruolo svolto dalla magistratura del Tribunale di Ragusa, prima, e della Corte d’Appello di Catania, poi, in tutta questa storia di mafia/malagiustizia!
Fatta la superiore indispensabile premessa, torno a soffermarmi sulla palese falsità del manoscritto di mia madre, a tutti facilmente percettibile con una semplice, attenta lettura!
Chi tuttavia, dei frequentatori della rete, non fosse avvezzo a trattare prove documentali con attenzione ("attenzione", però, doverosa e imprescindibile per colui che deve giudicare), si chiederà da dove si evince la falsità del manoscritto di mia madre!
ECCOLA:
Il foglio (scritto fronte-retro) è datato 24.9.1987 mentre, nel testo, si fa esplicito riferimento (per ben due volte e sia al recto che al verso) al "fu Notaio G.B. Garrasi" e alla sua "morte avvenuta nel 1988" !!!!!!!!!!!!!!
Appare, quindi, palese che, nel 1987, le due signore, non potevano assolutamente essere a conoscenza di un fatto naturale (quale fu la morte del not. G.B. Garrasi) che si sarebbe verificato un anno dopo, nel 1988, ammenocchè……. non avevano, le due dette Signore, la capacità di leggere nella sfera di cristallo !!!!!!!!!!!!
Qualora, per dimostrare la totale falsità dello scritto, non fossero sufficienti gli elementi sopra esposti, posso ancora fornirne altri, IMPORTANTISSIMI anche per il giusto esito che avrebbe dovuto avere la causa ereditaria, uno dei quali potrebbe perfino coinvolgere l’operato di un pubblico ufficiale!
E' mai possibile, pertanto, che io abbia potuto perdere la causa ereditaria che è stata interamente costruita sul documento la cui falsità è a tutti palese e che, se non fosse stato proditoriamente ignorato, avrebbe dovuto, invece, confermare ineluttabilmente il complotto ordito e posto in essere contro di me, da mia madre e da mia sorella?
Il sopra riportato documento e i sopra riportati fatti erano, e sono, a perfetta conoscenza degli istruttori, degli inquirenti, dei giudicanti e dell’estensore della sentenza ma, per lui, ....Bertrand Russel DOCET!!!!!!!
W, non per molto, la giustizia italiana e chi ce la somministra!
Le due Signore, già nel 1987, sapevano che il notaio G.B. Garrasi, menzionato al "recto" e al "verso" di questo stesso foglio, sarebbe andato incontro a morte naturale nel 1988.
Nel "verso" si fa riferimento anche ad un altro evento che si è verificato il 13.10.1988, dopo oltre un anno dalla data del 24.9.1987 che appare, nel "recto" del foglio, essere la data della sua creazione!
Prima di entrare nel merito della falsità del documento che sopra ho immesso e commentato, riporto uno stralcio dalla sentenza civile n.129/2005, n.184 Cron. C.; n.232 Rep. nella causa per lesione di legittima da me (diseredato da mia madre) intentata a mia sorella, Marianna Pancari (erede universale di mia madre e socia in affari nientemeno che del mio peggiore nemico e più accanito aguzzino, Ferdinando Iacono), emessa dal dott. Michele Duchi, all’epoca Presidente del Tribunale di Ragusa:
"Nell'affrontare, dopo una vita intera impegnata a scrivere sentenze, l'ennesima defatigante controversia ereditaria fra discendenti di facoltosi possidenti, l'estensore non può non meditare sul vantaggio che la società e la giustizia in particolare avrebbero se i legislatori seguissero il buon consiglio del filosofo inglese Bertrand Russel, che giustamente riteneva l'istituto dell'eredità immorale e come tale da abolire. L'istituto è però ancora lì e quindi bisogna affrontare questo impegno di giustizia." (sic!)
Riporto, qui di seguito, il parere espresso da un alto Magistrato di Cassazione sulla intera sentenza del dott. MICHELE DUCHI (n.129/2005) n.184 Cron. C.; n.232 Rep.:
“Sentenza dichiarativa.
Tono della sentenza è totalmente accusatorio nei confronti dell’attore per cui è una sentenza fatta con animosità e non con spirito di giustizia.
Gran parte delle motivazioni sono espresse con criteri totalmente accusatori, degni di una requisitoria di un pubblico accusatore (PM).
Chiaro scopo di diffamare e di demolire.”
NON OCCORREREBBERO ALTRI COMMENTI ma sono d' obbligo, e oltremodo indispensabili, sia una premessa e sia alcuni chiarimenti per chi è completamente estraneo ai fatti.
La "lagnanza" del Dott. Michele DUCHI, all’epoca Presidente del Tribunale di Ragusa, oltre che essere diretta al legislatore, era diretta, inverosimilmente, anche a me (pur essendo io il diseredato indigente, e quindi “il più debole” all’ occhio di un giudice, estimatore del massimalista Bertrand Russel) ed è facile intuire quale sia stato il tenore della sentenza, nonostante la più che palese falsità del manoscritto di mia madre, prodotto in causa proprio da mia sorella! E non si può dire che, la produzione in giudizio di un siffatto manoscritto, fu un errore del suo avvocato perché oltre che nella causa ereditaria, fu prodotto, dallo stesso avvocato e in epoche differenti, sia nella denunzia penale per truffa aggravata e sia nella stessa denunzia riproposta, da mia sorella, in sede civile, che ho dovuto patire.
L’ intento di mia sorella (e del suo degno avvocato), di volermi “diffamare e demolire” (così come recepito dall’alto Magistrato di Cassazione), fu infatti perfettamente raccolto, e fatto proprio, dai vari magistrati istruttori, accusatori e giudicanti che si sono avvicendati e susseguiti negli anni. Solo gli esiti a me interamente favorevoli, di due CTU grafiche, impedirono, per ben due volte, una mia condanna per truffa aggravata, ma fu inutile perché si rivalsero, tutti, sulla causa ereditaria da me intentata !!!!
Dell’ aspetto complessivo di questa inimmaginabile, sporca vicenda, mi occuperò separatamente, allorché tratterò del ruolo svolto dalla magistratura del Tribunale di Ragusa, prima, e della Corte d’Appello di Catania, poi, in tutta questa storia di mafia/malagiustizia!
Fatta la superiore indispensabile premessa, torno a soffermarmi sulla palese falsità del manoscritto di mia madre, a tutti facilmente percettibile con una semplice, attenta lettura!
Chi tuttavia, dei frequentatori della rete, non fosse avvezzo a trattare prove documentali con attenzione ("attenzione", però, doverosa e imprescindibile per colui che deve giudicare), si chiederà da dove si evince la falsità del manoscritto di mia madre!
ECCOLA:
Il foglio (scritto fronte-retro) è datato 24.9.1987 mentre, nel testo, si fa esplicito riferimento (per ben due volte e sia al recto che al verso) al "fu Notaio G.B. Garrasi" e alla sua "morte avvenuta nel 1988" !!!!!!!!!!!!!!
Appare, quindi, palese che, nel 1987, le due signore, non potevano assolutamente essere a conoscenza di un fatto naturale (quale fu la morte del not. G.B. Garrasi) che si sarebbe verificato un anno dopo, nel 1988, ammenocchè……. non avevano, le due dette Signore, la capacità di leggere nella sfera di cristallo !!!!!!!!!!!!
Qualora, per dimostrare la totale falsità dello scritto, non fossero sufficienti gli elementi sopra esposti, ne posso ancora fornire altri, IMPORTANTISSIMI anche per il giusto esito che avrebbe dovuto avere la causa ereditaria, uno dei quali potrebbe perfino coinvolgere l’operato di un pubblico ufficiale!
E' mai possibile, pertanto, che io abbia potuto perdere la causa ereditaria che è stata interamente costruita sul documento la cui falsità è a tutti palese e che, se non fosse stato proditoriamente ignorato, avrebbe dovuto, invece, confermare ineluttabilmente il complotto ordito e posto in essere contro di me, da mia madre e da mia sorella?
Il sopra riportato documento e i sopra riportati fatti erano, e sono, a perfetta conoscenza degli istruttori, degli inquirenti, dei giudicanti e dell’estensore della sentenza ma, per lui, ....Bertrand Russel DOCET!!!!!!!
W, spero non per molto ancora, la giustizia italiana e chi ce la somministra!
Gli inquirenti non hanno neanche preso in considerazione il numero della targa dell’auto scura (RG-263230) che io riuscii ad annotare e la possibilità che io avrei potuto descrivere l’uomo col fucile subacqueo e
Della sotto riportata denunzia ho mantenuto la parte riguardante la violenza privata(culminante nel tentativo di procurare, a me e mia moglie, gravi lesioni o altro) di cui ho fatto cenno nella mia precedente LETTERA AD ARCOIRIS. In calce riporto anche il n. 15) estrapolato dalla LETTERA APERTA (anch'essa pubblicata in LETTERE AD ARCOIRIS) inviata al Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Catania, Dott. G. Tinebra (uno dei due finalisti pretendenti all'occupazione della poltrona di Procuratore Capo, lasciata vacante dal Dott.V. D'Agata per raggiunti limiti di età) affinchè si possano rilevare le mie successive argomentazioni riguardo alle manchevolezze di vari magistrati che hanno "seguito" le mie pratiche.
POSSO INDICARE IN OGNI MOMENTO CHI ERA L'UOMO col
FUCILE SUBACQUEO....ma poicchè è un c.d."pentito", a qualcuno va bene
ciò che ha già detto!
Riporto, a seguire, due delle molte e-mail che inviavo al Dott. A.Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania, al fine di tenerlo informato di quanto mi accadeva in quel periodo. Queste si riferiscono a quanto accaduto (a ma e [leggi]
giovanni pancari
Riporto, a seguire, due delle molte e-mail che inviavo al Dott. A.Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania, al fine di tenerlo informato di quanto mi accadeva in quel periodo. Queste si riferiscono a quanto accaduto (a ma e [leggi]
giovanni pancari
OSSO INDICARE IN OGNI MOMENTO CHI ERA L'UOMO col FUCILE
SUBACQUEO....ma poicchè è un c.d."pentito", a qualcuno va bene ciò che
ha già detto!
CUI PRODEST-Lettera al Dott.Angelo Sinesio-viceprefetto antimafia-Catania| Le ISTITUZIONI TACCIONO PERCHE' SAPEVANO!
Giovanni Battista Pancari
Riporto, a
seguire, due delle molte e-mail che inviavo al Dott. A.Sinesio,
vice-prefetto antimafia di Catania, al fine di tenerlo informato di
quanto mi accadeva in quel periodo. Queste si riferiscono a quanto
accaduto (a ma e a mia moglie)dal 22 al 28 dicembre 2005.
Successivamente, essendo venuto finalmente in possesso della copia
del verbale della mia (unica) convocazione dal Dott. Falzone, ho potuto
riscontrare le numerose omissioni e inesattezze in esso contenute!
Prima fra tutte faccio rilevare che delle
3 ore e 15 minuti di mia permanenza nell'ufficio del Dott. Falzone, fu
stilato un verbale di appena una facciata e mezza (compresa
l'intestazione). Dal verbale (che non so come allegare ma che invio per
e-mail a chi ne fa richiesta) si rileva chiaramente l'orario di nizio
(10,25) e quello di chiusura (13,10)! Inoltre, sempre in detto verbale,
manca totalmente la mia disponibilità a individuare l'uomo col fucile
subacqueo...così come, dopo 5 giorni dalla mia convocazione, comunico al
Dott. Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania. Pertanto, essendo
io venuto in possesso della copia del verbale soltanto dopo circa 4
anni, la data delle sotto riportate e-mail E' DATA CERTA!
Quanto è sotto riportato è utile anche a ricostruire ciò che è inesatto o è stato omesso.
Quanto è sotto riportato è utile anche a ricostruire ciò che è inesatto o è stato omesso.
CUI PRODEST-Lettera al Dott.Angelo Sinesio-viceprefetto antimafia-Catania| Le ISTITUZIONI TACCIONO PERCHE' SAPEVANO!
RISERVATA
Catania, 3-Aprile-2006
Egr. Dott. Angelo Sinesio,
ho subito accolto la Vostra tesi (inizialmente prospettatami dal sig. Liccardi e anche da Lei condivisa), secondo la quale “dietro tutto ciò che mi accade ci sono soltanto i miei figli, e che ‘altri’ hanno solo approfittato della situazione per trarne personali vantaggi”.
E’
però da porre subito in evidenza che l’inizio delle attività criminali
poste in essere per impedirmi le vendite, risalgono a oltre 30 anni fa
(1973), quando i miei figli avevano l’età di 11 e 13 anni. Appare quindi
ovvio che, all’epoca, essi non
avevano né la capacità né il ‘potere’ di dissuadere ed allontanare
decine e decine (se non centinaia) di soggetti con notevole capacità
finanziaria e veramente interessati all’acquisto. L’inizio delle
materiali attività criminali non si può dunque addebitare soltanto ai miei figli.
Pertanto tale Vostra tesi, perché dia una visione completa e corretta di tutta la vicenda, deve tenere conto del fattore tempo.
Ed allora, tenendo sempre presente il principio del “cui prodest”, da Voi sinteticamente espresso, è da individuare ‘chi’ furono, prima dei miei figli, gli ideatori e i promotori di tale progetto criminoso; ‘chi’ furono successivamente a continuare la realizzazione del progetto; e ‘chi’ sono gli “altri” che hanno approfittato di tale situazione
e il ruolo che ciascuno di essi ha avuto nella partecipazione e
nell’attuazione del disegno criminoso che perdura da oltre 30 anni.
Progetto che per la sua stessa natura, ha necessitato e necessita l’uso di manovalanza criminale (v. denunzia archiviata del 2/6-Agosto-2005 dove risulta la presenza di un noto mafioso vittoriese, padre di due spietati killer ‘pentiti’).
A tal proposito, ho rintracciato in una mia vecchia vicenda giudiziaria elementi che possono meglio supportare e convalidare la tesi
da Voi sinteticamente formulata, dando nel contempo le necessarie
risposte alla quasi totalità degli interrogativi su accennati.
Trattasi
della vicenda giudiziaria che si concluse con la sentenza del mio
divorzio dalla Sig.ra Carmela Iacono, emessa in suo danno il
25-Gennaio-1989, dal Tribunale Civile di Milano che, ‘avendo esaminato
i precedenti processuali delle parti, gli atti, i documenti (anche di
cause precedenti) e i comportamenti delle parti medesime’, aveva agevolmente colto l’esistenza di una complessa realtà che ordiva contro di me dietro il paravento dei figli.
La su detta sentenza apparve così importante tanto da essere menzionata su stampa specialistica.
In particolare è molto significativo un asserto pronunciato dal Collegio Giudicante che, avendo già recepito la tragica realtà della vicenda, dava per certa l’esistenza di “un intero gruppo parentale che fa quadro attorno ad un genitore (la madre) e che desidera soltanto annullare e fare scomparire l’altro, perché considerandolo quale ‘cattivo marito’, lo ritiene necessariamente ‘cattivo genitore’…”
E’ proprio in tale asserto che sono contenute le risposte agli interrogativi di cui sopra.
Infatti,
durante l’ accanita vicenda giudiziaria iniziata con la separazione
dalla Iacono nel 1973, la stessa, facendomi apparire cattivo marito, cattivo padre, dissipatore del suo patrimonio, ha cercato di depauperarmi di tutti i miei beni, cominciando da quelli a me più cari, i miei figli, che portò con sé a Milano, per impedirmi ogni tipo di contatto con loro. Arrivò finanche a farmi notificare pretestuose diffide per asserite molestie da me arrecate ai figli. Le molestie consistevano in una sola telefonata che o l’uno o l’altro dei due figli avrebbe dovuto farmi dopo le 20, per sapere quando sarei andato a prenderli entro i tre giorni successivi. Ciò perché la Iacono mi aveva proibito di telefonare ‘io’ a casa sua!.
E’ opportuno evidenziare che dal 1973 ad oggi ho visto mio figlio Antonio, che vive a Milano ma che viene spesso in Sicilia, solo due volte, e Gioacchino, che vive a Vittoria, l’ho visto e sentito molto raramente. In un incontro, avvenuto con quest’ultimo nel 1996, mi fece sapere che si era sposato ed era anche diventato padre. Per la formazione della nuova famiglia, in tale incontro, gli rinnovai invano l’offerta di donazione. E’ da allora che non mi ha più cercato. Neppure
dopo avergli rinnovato, ancora una volta, l’offerta del patrimonio mio e
anche di quello di mia moglie. D’altronde cosa ci si poteva aspettare
da chi è venuto a dire senza il minimo pudore:
“ti abbiamo fatto terra bruciata attorno”!
Ma ai Giudici, bene a conoscenza dei numerosi atti connessi al processo, fu chiaro l’odio atavico
che mia moglie (Carmela Iacono) e la sua famiglia nutriva nei miei
confronti, odio dalla stessa confessato in un procedimento giudiziario, lo stesso odio che veniva instillato nei miei figli sin dalla loro più tenera età.
· Ecco pertanto chi sono gli ideatori e i promotori del progetto criminoso:
Carmela Iacono e la sua famiglia di origine.
Il procedimento di divorzio si concluse con il rigetto di tutte le “terroristiche” richieste formulate dalla convenuta Iacono, a garanzia dei suoi vari asseriti diritti [ lire 1.282.000.000 (unmiliardoduecentottantaduemilioni) per ½ degli arretrati da lei anticipati (‘anticipa’ pur se spogliata del suo patrimonio da me dissipato?) ; il
pagamento di un assegno mensile di lire 1.500.000
(unmilionecinquecentomila) per il mantenimento dei figli maggiorenni; di
altro assegno mensile di lire 700.000 (settecentomila) per il suo
mantenimento; e di lire 100.000.000 (centomilioni) che io avrei dovuto
versare ‘una tantum’ per i danni(?) da me provocati(!) al figlio
Antonio, richiedendo una CTU che accertasse l’asserita incapacità al
lavoro del medesimo, giungendo persino a rappresentarlo al CTU, Prof.
Assunto Quadrio (Università Cattolica), come soggetto “dedito al bere”].
Ancor
prima della sentenza, anche la CTU fu nota. Lo stesso Prof. Assunto
Quadrio, riferendo il caso al Convegno sul nuovo divorzio (20.05.1988),
non ha esitato a definirlo “paradossale”.
Tutte le superiori richieste furono totalmente disattese dai Giudici.
Compresa quella che tendenziosamente tendeva a rendere legalmente indisponibile il mio patrimonio (“idonee garanzie patrimoniali ex art. 8 L. 898/1970” !).
Appare ora chiaro che
il matrimonio, all’inizio avversato, fu l’occasione che fece nascere
l’idea nei vari componenti della famiglia della Iacono, di impadronirsi del mio patrimonio,
impadronendosi prima dei miei figli. La realizzazione dell'unione
coniugale serviva così a dare corpo al disegno criminoso.
Infatti nella causa di divorzio la Iacono, nel più totale dispregio di ogni naturale sentimento materno (e col
cinismo dei suoi “consiglieri aulici”), usa il figlio Antonio,
facendolo apparire, come sopra detto, “dedito al bere”, “pur di togliere
sempre più soldi al padre [a me]”. Subito dopo il divorzio, vidi
Antonio per la seconda ed ultima volta (1989) perché venne a chiedere ancora 100.000.000 (centomilioni) di affetto (!), non più di ‘una tantum’ per danni. Somma che nel 1987, durante il divorzio, avevo già offerto invano.
Con tale sconfitta legale, che nel 1989 chiudeva civilmente l’accanita quanto dolorosa vicenda processuale, la Iacono vide vanificarsi anche l’ultima speranza di impossessarsi ‘legalmente’ del mio patrimonio.
Nel frattempo i figli, secondo le capacità e le possibilità che man mano cambiavano col cambiare della loro età, partecipavano sempre più attivamente, assieme alla famiglia di origine della madre, al proseguimento del ‘complotto’.
· Ecco ‘chi’ sono a continuare la realizzazione del progetto:
Carmela Iacono con la sua famiglia d’origine e i miei figli.
Ma, non avendo potuto godere anche a Milano “dei privilegi di casta dei quali la famiglia Iacono ha fruito in Sicilia da secoli”, ben lungi dal desistere, si videro costretti a correre ai ripari, chiedendo aiuto.
Infatti è dopo il 1989, anno in cui fu emessa la sentenza di divorzio (rovinosa
per la Iacono), che cominciarono a verificarsi nuovi accadimenti: si
ampliarono e si intensificarono gli atti criminali contro di me e contro
il patrimonio mio e della mia attuale moglie.
Questi nuovi accadimenti coincidono con l’ apparizione, accanto ai miei figli e alla famiglia di origine della madre, di parenti pronti a sostenere e dare manforte a
quei familiari venutisi a trovare in difficoltà, ed ai quali erano
legati dall’atavico odio, avendo tutti il comune interesse al totale
disfacimento della famiglia Pancari.
Infatti tale odio esisteva non solo nella famiglia di origine di Carmela Iacono ma anche nell’”intero suo gruppo parentale”.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
A dimostrazione v. “L'affare Pancari di Vittoria. Odi politici, intrighi e violenze dopo l'unità d'Italia 1871-1877.” – (Dove ‘affare’ ha il significato di ‘assassinio’) - Il libro dello storico locale, On. Paolo Monello, è edito da Ila-Palma nel 2002.
“L’affare” è noto anche all’estero, v.
…e se ne parla anche in internet, v. un esempio:
‘ …..Mi raccontò della storia delle due famiglie e della drammatica svolta…..’
‘…..compresi che le parole “tu non puoi neppure immaginarti quanto sarebbe diversa (Vittoria) …” avevano
un fondamento che andava oltre l’architettura e l’urbanistica…. parlava
di…. una disgrazia non solo familiare ma anche sociale e di costume…….’.
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· Ecco pertanto chi sono gli “altri” che in seguito hanno “approfittato” di tale situazione :
L’ iniziale “gruppo parentale” accresciuto da questi “altri” parenti.
Questi ultimi agirono facendo però apparire di elargire "favori" alla prole (ormai maggiorenne).
Ma non tutti i ‘favori’ se di favori si tratta, sono fatti gratis, e per questo tra
i vari componenti del gruppo parentale (accresciuto dalla presenza
degli “altri” parenti) interviene un ‘accordo’ in forza del quale tutti i
componenti agiscono secondo le proprie possibilità, sia direttamente, sia tramite compiacenti amicizie e conoscenze ma comunque sempre utilizzando necessariamente manovalanza criminale.
Tale accordo mantiene vincolati tutti i componenti fra
di loro, perché resti immutato l’equilibrio stabilito e soprattutto
affinché l’intero mio patrimonio (in esso compresa la quota acquistata
dalla mia seconda moglie) rimanga congelato in attesa che pervenga per
successione nella sua attuale consistenza, ai miei figli, i quali soli
potranno convalidare la spartizione del bottino, riconoscendo legalmente
e senza esborsi di alcun genere, il contenuto dell’accordo medesimo,
che ha già materialmente dato a ciascuno secondo i propri desiderata e secondo i meriti acquisiti.
I nuovi partecipanti, pur essendo parenti, non si manifestano come facenti parte del “gruppo” ma si mostrano solo nella meno rischiosa figura di “approfittatori della situazione”.
Tra questi uno è facilmente individuabile nella persona di Ferdinando Iacono, confinante del fondo Tremolazza.
Costui, non solo è un appartenente al “gruppo parentale” che da sempre osteggia la famiglia Pancari, ma inizia ad agire delittuosamente proprio solo dopo la detta sentenza di divorzio, ed è inoltre l’unico confinante che “approfitta della situazione”.
Ciò si può evincere dalla documentazione giudiziaria di seguito indicata.
Infatti proprio detto confinante riportò due sentenze penali di condanna
(nel 1998, 1° grado e nel 2001, 2° grado), perché nel 1992 /93
(successivamente alla sentenza di divorzio), attuò continue quanto
evidenti opere di modificazione dei luoghi e danneggiamenti nel fondo
Tremolazza, deviò anche l’acqua per utilizzarla a vantaggio delle sue
culture.
Ed ancora, lo stesso, ha successivamente eseguito altre opere di danneggiamento (che hanno anche causato un disastro ambientale) e che sono riportate nella denunzia da me sporta contro di lui il 5-Gennaio-2004.
Purtroppo non fu possibile perseguire penalmente il detto autore unicamente per la ‘riconosciuta’ mancanza di dolo nell’agente. Infatti le opere risultarono essere state consentite da “precise autorizzazioni amministrative”(!), che facevano però salvo il diritto ad ottenere il risarcimento del danno in sede civile. Però, almeno in questa occasione, i danneggiamenti riguardanti le mie proprietà, vennero finalmente ricondotti ad un ben preciso autore, e non ai “soliti ignoti”. Tali ingenti opere e i relativi effetti sono sempre ed ancora ben visibili.
Purtroppo non riesco però a trovare, da anni,
né tecnici né avvocati disposti ad assumere l’incarico per farmi
iniziare la richiesta di danni, così destinata a cadere in prescrizione.
Da tale frustrante considerazione si può dedurre la presenza di ‘poteri forti’ che mi impediscono non solo di vendere il patrimonio, ma addirittura di non poter nemmeno richiedere il pagamento degli ingenti danni economici causatimi.
Ciò
che a prima vista sembrerebbe avvantaggiare solo l’autore dei detti
danni, torna vantaggioso per tutti i componenti dell’”intero gruppo
parentale”, che in tal modo accelerano la mia fine.
Tutt’ oggi gli
attacchi da parte del confinante Iacono continuano con sconfinamenti in
più punti a danno della quota che, da pochi anni, appartiene a mia
moglie.
· Ecco anche chi sono gli “altri” che hanno preso parte e partecipano all’ attuazione del disegno criminoso dando forma così ad un “intero gruppo parentale” :
Alla famiglia di Carmela Iacono e ai miei figli è quindi da
aggiungere Ferdinando Iacono.
Dall’inizio
del 2005, cominciai ad offrire anche in donazione l’intero patrimonio
mio e delle mia consorte. Ciò determinò un notevole incremento di interessati all’offerta, ma fece anche aumentare nel “gruppo” la preoccupazione di perdere tutto o anche solo parte
del bottino. Infatti sarebbe sufficiente che uno solo degli interessati
all’offerta riuscisse ad attraversare la fitta maglia di protezione
posta attorno al patrimonio, che tutta la criminosa attività, svolta per
oltre 30 anni, verrebbe vanificata, arrivando anche a compromettere gli
accordi convenuti. Così, pur di riuscire ad allontanare ogni intruso,
hanno preferito e preferiscono distruggere tanto esageratamente.
Ora
però hanno tutti fretta di definire una vicenda che va avanti da troppo
tempo e che non sono più in grado di gestire nel silenzio e con la
disinvoltura del passato. Ciò li sta spingendo a escogitare e porre in
atto nuove strategie che affrettino la mia fine, quantomeno economica, senza considerare che io possa diventare vittima di usurai.
A meno che non abbiano previsto anche ciò!
Pertanto la tesi da Voi prospettatami sin dall’inizio, pur se in maniera semplificativa e sintetica, trova il conforto anche dei magistrati di Milano, i quali sono riusciti ad individuare i contorni di questa “faida familiare siciliana”(!).
Alla
luce di quanto detto, non v’è chi non veda come in tutti questi anni io
sia stato oggetto di prevaricazioni, minacce, intimidazioni che mi
hanno "terroristicamente" o mafiosamente impedito non solo di vendere o
donare, ma anche di curare gli interessi del mio patrimonio, ormai
ridotto in uno stato di pressoché totale rovina.
Le
istituzioni, alle quali negli anni mi sono sempre rivolto per ottenere
giustizia, non mi hanno reso alcun servizio, forse perché sino ad ora
nessuna autorità investigativa, qui in Sicilia, ha mai preso seriamente
in considerazione la tesi da me sempre sostenuta, che tutti gli atti
criminali rivolti contro il mio patrimonio e la mia persona, facessero
parte di un unico ed ampio disegno criminoso e che pertanto non andavano trattati, e non vanno trattati, come atti separati.
In
tal modo la tesi da Voi prospettami, ampliata dagli elementi fin qui
esposti, viene vieppiù rafforzata dai riscontri di quanto esposto anche
in tutte le mie precedenti denunzie.
Ritenuto
che Lei ed il Sig. Liccardo avete colto la presenza dei “miei figli”
dietro tutto ciò che mi accade, da Voi mi aspetto, il sostegno e l’aiuto
di cui ho urgentemente bisogno, in quanto, ripeto, a breve non sarò più in grado di far fronte neanche alle spese più indispensabili. Vorrei essere aiutato a smentire quanto affermato nell’articolo “Teoricamente ricco, in pratica povero” apparso di recente su ‘La Repubblica’: “…In
questa vicenda, fino ad oggi, è mancato un attore: lo Stato. Lo Stato
che non si vede e che non si sente. Solidarietà zero, sostegno zero.”, e vorrei che l’ augurio del giornalista si realizzi: “…..
auspico l’intervento dell’autorità giudiziaria e del Prefetto di Ragusa
che spero possa e voglia farsi carico della complessa vicenda dei
coniugi Pancari, ricercando la soluzione più appropriata anche in
collaborazione e con l’impegno degli enti locali competenti.”
Per
avere il Vostro aiuto ho anche accettato la Vostra strategia (pur non
conoscendone le mosse), accogliendo la Vostra richiesta di presentare un
‘esposto’ sull’incontro da me avuto a Catania con l’ing. Barone (Le ho
inviato la relativa bozza il 9-Febbraio-2006 per eventuali correzioni e
modifiche).
Ho
inoltre aderito ben volentieri sul ‘sistemare’, tramite Vostro
interessamento, anche la faccenda della illegittima impalcatura del
palazzo, che tutt’ora non ha avuto visibile esito.
Pur non avendo ricevuto alcuna Sua notizia sono rimasto ugualmente fiducioso nel Vostro interessamento a tutelare i miei diritti.
Purtroppo la telefonata intercorsa con il Sig. Liccardi il 21 febbraio 2006, mi ha stupito e ‘mortificato’ non poco.
Sono stato trattato non come la vittima che subisce i reati, bensì come il “cattivo padre” che ha ‘provocato’ i figli a sentirsi ‘giustamente legittimati’ a commettere ripetute azioni a difesa dei loro più bassi interessi. Ma tale loro comportamento è
sotto tutti i punti di vista illegittimo e illegale fino a quando nella
nostra Costituzione è riconosciuta la proprietà privata e nel Codice
non venga modificato il pieno diritto a poterne lecitamente disporre.
Pertanto
non è neppure pensabile che il comportamento, ancorchè ignominioso,
tenuto dai miei figli, non verrebbe da Voi considerato come reato, commesso in danno mio e della mia seconda moglie, perché posto in essere proprio e soprattutto dai miei parenti più prossimi.
Sono poi anche molto dolente che Lei pensi che io abbia scoraggiato il ‘compratore’ Ambrusiano, giovane universitario.
Non posso che insistere sulla mia idea che l’incontro con lui avuto fu simile a quello avuto con l’ing. Barone. A riprova tengo
a sua disposizione e-mail e altro materiale per potere constatare che
costui voleva da me, “nonno”(!?), e da mia moglie, "mamma"(!?),
prevalentemente "consigli"(!) su come potere utilizzare il palazzo, se e
quando avrebbe realizzato il “suo sogno”(!). Inoltre, quando gli ho chiesto notizie non giornalistiche riguardo alla recrudescenza dell’attività criminale a Vittoria, mi disse che non sapeva nemmeno dell’esistenza di tale problema. Sconosceva, dopo aver detto che leggeva il giornale ogni giorno, che la stampa locale, da oltre tre mesi e quasi quotidianamente, riporta accadimenti intimidatori e criminali di ogni genere che riguardano specificatamente Vittoria. Sconosceva
le lamentele di un’intera città, le pubbliche manifestazioni, le
riunioni di organismi istituzionali, sindacali, ecc.! Non è possibile
pensare pertanto, che io abbia potuto ‘scoraggiare’ chi si è dimostrato
non essere veramente interessato a comprare.
Anche
per quanto su detto mi aspetto da Voi di essere ricambiato con una
reale fiducia, avendoVi dimostrato già concretamente la mia.
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Ritenuto quanto precede, Vi chiedo di farmi sapere se è necessario che io presenti una denunzia contro i miei figli per potere fruire dei benefici che la legge concede a chi si viene a trovare nella mia stessa situazione. Sto anche a chiederVi di indicarmi quale altra Autorità dello Stato sia in grado di darmi il legittimo aiuto e sostegno di cui ho urgentemente bisogno affinchè io non diventi a breve anche facile preda di usurai, in quanto, ripeto, non sono più in condizioni di far fronte neanche alle spese più indispensabili.
Distinti saluti.
Giovanni Battista Pancari
Tutti fermi.. Tutti zitti...LO ORDINA LA MAFIA e...TUTTI OBBEDISCONO!
Teoricamente ricco, praticamente povero. La vicenda del sig. Giovanni Battista Pancari è una di quelle storie ai confini della realtà, almeno per chi non vive o non conosce la Sicilia. Proprietario a Vittoria (RG) di un antico palazzo
utti fermi.. Tutti zitti...LO ORDINA LA MAFIA e...TUTTI OBBEDISCONO!
Teoricamente ricco, praticamente povero.
La vicenda del sig. Giovanni Battista Pancari è una di quelle storie ai confini della realtà, almeno
per chi non vive o non conosce la Sicilia.
Proprietario a Vittoria (RG) di un antico palazzo di oltre quaranta ambienti e di due pregiati fondi
rustici (Fondo Tremolazza e Fondo Raffoscolaro) di svariate decine di ettari, il sig. Pancari, e la di
lui consorte, sono costretti a vivere con una pensione di ex coltivatore diretto di 420 euro al mese.
Teoricamente ricco, praticamente povero. Perché da oltre 30 anni il sig. Pancari ha posto in vendita
le sue proprietà senza mai concludere positivamente neppure una delle innumerevoli trattative
avviate.
Non perché non fosse riuscito a trovare un accordo economico, o perché i beni con corrispondevano
alle esigenze dei promettenti acquirenti, ma per il semplice fatto che dopo i primi contatti i tanti
soggetti interessati hanno sempre abbandonato le trattative e, nella quasi totalità, senza alcuna
spiegazione.
V’è la lunga mano della mafia? Forse. Sono in gioco altri interessi? Chissà.
Ciò che è certo è che mentre il libero mercato a Vittoria si dimostra attivo per gli altri, non lo è
altrettanto per il Pancari. I beni ormai in stato di abbandono, non per scelta ma per la precaria
condizione economica del proprietario, sono oggetto, da decenni, di furti, danneggiamenti,
destabilizzazioni, di occupazioni di extracomunitari, di incursioni malavitose nel palazzo, e nei due
fondi anche di sbarramenti abusivi realizzati da ignoti. E così, oltre il danno la beffa, per le continue
denunce alle autorità giudiziarie. Tutte “ovviamente ” archiviate.
Ma le noie non finiscono qui. A rendere ancor più tormentata la vita dei coniugi Pancari ci hanno
pensato le istituzioni locali con richieste di opere per la messa in sicurezza del palazzo (per evitare
l’accesso ad estranei!) e con ingiunzioni al “ripristino dello stato dei luoghi” (per il fondo
Raffoscolaro) a causa della demolizione di un tratto di un cordolo stradale, l’apertura di un varco e
la posa in opera di una sbarra in ferro realizzati da ignoti, contro i quali il legittimo proprietario
aveva precedentemente sporto regolare denunzia. Si, ma tutto ciò, con quali denari? Con quelli
dell’ignaro proprietario! Ovviamente.
La disperazione dei coniugi Pancari è tale da averli costretti, in ultimo, a proporre di cedere i propri
beni in cambio di un semplice vitalizio. E nonostante ciò ancora nulla. Quei beni non “s’hanno a
vendere”.
In questa vicenda, fino ad oggi, è mancato un attore: lo Stato. Lo Stato che non si vede e che non si
sente. Solidarietà zero, sostegno zero.
I coniugi Pancari, (lui ha 76 anni), hanno il diritto, dopo una vita di lavoro e tanti anni di soprusi, di
vivere con serenità il resto dei loro anni.
E’ soprattutto per questa considerazione che auspico l’intervento delle Autorità Giudiziarie e di S.E.
il Prefetto di Ragusa che spero possa e voglia farsi carico della complessa vicenda dei coniugi
Pancari, ricercando la soluzione più appropriata anche in collaborazione e con l’impegno degli enti
locali competenti.
Salvatore Cernigliaro
Amm. Unico della coop.
sociale Solidaria di Palermo
pubblicato su La Repubblica di Palermo il 9.12.2005
LETTERA APERTA AL DOTT.G.TINEBRA-PROCU; RATORE GENERALE D;ELLA REPUBBLICA-CATANIA
Ho inviato la sotto riportata missiva al Dott. Giovanni Tinebra - Procuratore Generale della Repubblica c/o la Corte d'Appello di Catania - a mezzo RACC.A.R. n.136398972120 del 14/10/2010. In allegato i quattro esposti presentati al Dott. G. Tinebra
Ho inviato la sotto riportata missiva al Dott. Giovanni Tinebra - Procuratore Generale della Repubblica c/o la Corte d'Appello di Catania - a mezzo RACC.A.R. n.136398972120 del 14/10/2010. In allegato i quattro esposti presentati al Dott. G. Tinebra
LETTERA APERTA AL DOTT.G.TINEBRA-PROCU; RATORE GENERALE D;ELLA REPUBBLICA-CATANIA
Ho inviato la sotto riportata missiva al Dott. Giovanni Tinebra - Procuratore Generale della Repubblica c/o la Corte d'Appello di Catania - a mezzo RACC.A.R. n.136398972120 del 14/10/2010.
In allegato i quattro esposti presentati al Dott. G. Tinebra.
Sono disponibile a fornire altri documenti se richiesti.
Desidero dare adeguata risonanza e diffusione al mio caso di "continuata, denegata Giustizia"!
Distinti saluti.
Giovanni Pancari
Corso Sicilia, 71
95131 Catania
tel.: 095327245
****************************
S.E. Dott. Giovanni Tinebra – Procuratore Generale c/o Corte d’Appello di
Catania
e altri.
Catania lì, 13-10-2010.
Egr. Dott. G. Tinebra,
la presente per esprimerLe la mia cocente delusione per come Lei ed il Suo ufficio ha trattato la mia vicenda per la seconda volta. La prima, come Lei ben sa, risale al 11/06/2007, e anch’essa non ebbe alcun seguito.
Ciò mi spinge ancor più a perseverare nella mia lotta. In un modo o nell’altro otterrò Giustizia !
I torti, le angherie e le sopraffazioni da me subiti nel corso degli anni (oltre 4 decenni!), sono tutti nero su bianco: esistono e sono state fornite alla Magistratura, le prove di ogni mia lagnanza, eppure, incredibilmente, Lei (ed il Suo ufficio), come altri, non si è mosso.
Ha preferito ignorare, non vedere, passare oltre, schierandosi, così, apertamente con il “clan” Iacono, protetto, evidentemente, oltre che dai politici, anche dalla Magistratura.
-- Sono state fornite le prove del blocco imposto dalla mafia delle famiglie Iacono, di Vittoria e Catania, sul mio patrimonio e su quello di mia moglie;
-- sono state fornite le prove delle connivenze, col clan Iacono, di alcuni uomini delle Istituzioni, degli Uffici Statali, della Forza Pubblica, delle Associazioni Antimafia, ecc.;
-- sono state fornite le prove di connivenze di alcuni magistrati col “clan” Iacono, ma ogni denunzia da me (e da mia moglie) presentata nel corso di oltre 40 (quaranta!) anni, è stata sempre disattesa ed elusa.
Eppure erano tutte corredate di prove (perizie tecniche giurate, foto ed indirizzi, numeri di targa, nomi e cognomi, registrazioni telefoniche asseverate, dichiarazioni di testimoni, ecc.) che, se non ignorate, avrebbero portato immancabilmente ai responsabili.
Se, pur in presenza di valide prove, dovessero ancora sussistere dubbi sulla credibilità di alcuni fatti da me denunciati (corruzioni, omertà, minacce, violenze) basterebbe dare una scorsa al libro, da me omaggiatoLe (“L’affare Pancari di Vittoria. Odi politici, intrighi e violenze dopo l’Unità d’Italia – 1871/1877. “, autore l’on. Paolo Monello, studioso ed esperto di storia locale e nazionale), per dissolverli e fare delle circostanze, apparentemente incredibili, dei fatti “veri” !!!
A questo proposito Le richiamo, per intero, il contenuto del mio esposto, a Lei presentato, portante la data del 30/11/2009 procedimento n.39/09 Reg. prot., (a Sua conoscenza già dal giorno del nostro incontro avvenuto il 26/11/2009), a cui fanno seguito i contenuti di quelli del 19/01/2010, del 11/02/2010 e del 09/07/2010, ove sono riportate parzialmente una incredibile quantità di scorrettezze, incoerenze ed assurdità, messe in atto dalla Magistratura (e altre Istituzioni) che hanno avuto come unico effetto quello di coprire il “clan” Iacono e consentire che il criminale intento di togliermi tutto (immobili, mobili, valori, ecc.), fosse portato a termine.
Le riporto anche, per Sua migliore conoscenza, una parte, degli esposti, segnalazioni, denunzie, ecc. che io e mia moglie abbiamo presentato nel corso di oltre 40 (quaranta!) anni:
1) denuncia contro ignoti (soggetti individuabili) del 29-09-1992, n.6524/92 R.G.N.R. presentata al Procuratore della Repubblica di Ragusa per deviazione di acque, minaccia di morte (23-09-1992, h.21,15 c.a.), pascolo abusivo, danneggiamenti al mio fondo Tremolazza, confinante col fondo Buffa del sig. Iacono Ferdinando. I fondi fanno parte entrambi della R.N.O. Pino d’Aleppo.
Non se ne fece nulla fino alla 2^ denuncia del 1993. (v.: n.2 a seguire)
2) denunzia contro il sig. Iacono Ferdinando presentata al Procuratore della Repubblica di Ragusa il 27-11-1993 n.7197/93 R.G.N.R. per deviazione di acque e danneggiamenti, destabilizzazioni volontarie, ecc., al mio fondo Tremolazza confinante col fondo Buffa del sig. Ferdinando Iacono, siti nella R.N.O. Pino d’Aleppo. Riunita alla denuncia n.6524/92 R.G.N.R. (v. sopra n.1) dal Pretore di Ragusa all’udienza dibattimentale del 09/07/1998 .
Condannato in 1° grado e pena riconfermata in Appello.
Unica condanna subita dallo Iacono, però solo per deviazione di acque!
3) denunzia contro ignoti (noti da identificare – soggetti (facilmente) individuabili) presentata alla Procura di Ragusa il 31-12-1997, n.310/1998 R.G.N.R. per danneggiamenti (sbarramenti all’accesso al fondo, incendio, costruzione di una stradella in terra battuta che diparte dal confine col fondo Buffa – proprietà Iacono Ferdinando -, omissioni di atti d’ufficio, minaccie, deviazione di acque, lavori di spostamento terra e creazione non autorizzata di un laghetto artificiale, pascolo abusivo, ecc.) e altri reati, tutti consumati all’interno della R.N.O. Pino d’Aleppo (!), con lo scopo di impedire le vendite, e “legati da un unico, più ampio, disegno criminoso già iniziato da tempo ed almeno dal 1989”.
Il Procuratore della Repubblica, dott. Agostino Fera, il 29-01-2003, chiede l’archiviazione.
Il GIP, dott. Vincenzo Saito, il 12-03-2003, decreta l’archiviazione perché “i reati sono prescritti”.
Le indagini (?) sono terminate dopo ben 6 anni e non è stata considerata la continuità (!) degli illeciti penali.
E tutto finisce!
4) denuncia contro ignoti (noti da identificare, soggetti individuabili) presentata alla Procura della Repubblica di Catania il 08-01-1998, n.480/1998 R.G.N.R. per molestie e minaccia di morte (nella quale viene, fra l’altro, utilizzato il termine “sbirru” = “spione”, che deve essere punito per avere denunciato “soggetti individuabili”). Ricevetti, infatti, la minaccia dopo soli 6 giorni dalla presentazione della denuncia di cui al superiore n.3.
Si avvicendano ben tre PM (dott.ssa Scalise, dott.ssa Pellizzeri, dott.ssa L. Di Gesu) tanto che le indagini si sono chiuse dopo oltre 7 anni!
La denunzia viene archiviata il 13-07-2006 perchè “Considerato che il fatto in oggetto del presente procedimento (minaccia di morte) è di particolare tenuità in quanto, avuto riguardo alla esiguità del danno e del pericolo che ne è derivato per la persona offesa, nonché la sua occasionalità ed il modesto grado di colpevolezza dell’indagato, non pare giustificato l’esercizio dell’azione penale” (sic!)
Una seconda minaccia di morte (che conteneva sempre il termine “sbirru” !), è stata da me ricevuta il 13-01-1998 (dopo appena 5 giorni dalla presentazione di questa denuncia), e fu portata immediatamente alla conoscenza del PM dell’epoca, dott.ssa Scalise. (v.: n.8 esposto a Tinebra).
E’ evidente che le notizie delle presentazioni delle due denuncie sono trapelate sia dalla Procura di Ragusa (per la prima denuncia) e sia dalla Procura d Catania (per la seconda denuncia)!!!
Le Procure “colabrodo” reiterano le loro tradizioni, così come per le indagini per la 2^ segnalazione alla DNA. (per la fuga di notizie, vedere anche n.15 a seguire).
5) denuncia contro Marianna Pancari, presentata alla Procura di Ragusa il 10/10/2000 n.4574/00, R.G.N.R. per diffamazione.
Il PM richiede l’archiviazione perché “ -- il reato di calunnia si è estinto per prescrizione, essendosi consumato l’11.11.1992 data in cui è stata presentata querela alla Procura dell Repubblica.
–- la querela di falso datata 23.3.2000 cui fa riferimento Pancari Giovanni Battista è atto di natura esclusivamente civilistica che non ha alcun rilievo penale.” (sic!)
Il 18/02/2004 il GIP, dott.Vincenzo Ignaccolo, dopo una “logorroica” motivazione, dichiara, sul punto, “inammissibile l’opposizione”, accettando la tesi del PM, a dir poco “illetterato”, secondo cui la 2^ denuncia (“denuncia civile di falso”), da me subita per lo stesso ipotetico reato della 1^, aveva natura prettamente civilistica !
In entrambe le denuncie, furono eseguite CTU che confermarono, con assoluta certezza, l’autenticità delle firme che nelle denuncie si asserivano “false”!!!
6) denunzia contro dott.agr. Alberto Fasiol (figlio di mia sorella Marianna Pancari e tecnico del mio confinante, sig. Iacono Ferdinando) presentata alla Procura di Ragusa il 15/09/1998, n.5084/98 R.G.N.R. per il reato di cui all’art.637 c.p. e per ogni ulteriore illecito che sarà riscontrato (falsità della consulenza tecnica redatta a favore di Iacono Ferdinando, mio confinante).
Assolto.
7) denuncie per opere abusive nella riserva Pino d’Aleppo del 24-07-1999 del 09-09-1999 e del 20/10/1999, rispettivamente: n.380/99 N.N.R. + n.440/99 N.N.R. + n.1190/99 R.G.N.R.
Archiviata il 07/10/2000 perché “non sussistono elementi di ..illegibile..”.
8) denuncia contro ignoti presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa (e ai CC. di Vittoria e ai VV.UU. di Vittoria) il 03-02-2000 (04-02-2000) n.837/2000 R.G.N.R. per i ripetuti atti vandalici, danneggiamenti e furto nel Palazzo di Vittoria, sito in pieno centro, e atti criminosi legati da un unico filo conduttore.
Richiedo, altresì, che si effettui la vigilanza e il controllo del territorio (art.42 della Costituzione).
Il PM, dott. Corrado Fasanelli, il 25-10-2000 chiede l’archiviazione perché dalle indagini (?) “non sono emersi elementi utili per l’identificazione dei responsabili o comunque per l’ulteriore prosecuzione delle indagini preliminari”.
Il GIP, dott. Vincenzo Ignaccolo, il 18-01.2001 archivia perché “non sono stati identificati i responsabili e che non si prospetta allo stato l’utilità di ulteriori indagini.”
E tutto finisce senza che io fossi stato mai sentito!
9) denuncia contro Provincia Regionale di Ragusa del 05-10-2002 (07-10-2002) n.2817/2002 R.G.N.R. presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa per allargamento di strada provinciale che attraversa il mio fondo Tremolazza, già compromesso da degrado ambientale, sito nella R.N.O. Pino d’Aleppo.
Dopo le indagini espletate dal M.llo Salvatore Cugnata (definito “super partes” dal PM, dott.ssa Monego nella denuncia n.277/2004 R.G.N.R. del 05-01-2004 (27-01-2004) e autodefinitosi“esperto delle questioni Pancari-Iacono” !), il PM, dott.ssa Nicoletta Mari, il 22/05/2003, chiede l’archiviazione “ritenuto che la notizia è infondata perché non emergono estremi di reato”. Il GIP, dott. Vincenzo Saito, il 27/08/2003 decreta l’archiviazione perché “difettano elementi di reato”.
10) denuncia contro il sig. Iacono Ferdinando presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa il 05-01-2004 (27-01-2004) n.277/2004 R.G.N.R. per danneggiamenti di vario genere e natura al fondo Tremolazza, stravolgimento dell’assetto naturale dei luoghi, danneggiamento aggravato ex art.635 comma 2° nn.4 e 5 c.p. e deturpamento di bellezze naturali con conseguente disastro ambientale, ecc.
Tutti fatti, commessi nella R.N.O. Pino d’Aleppo.
Il PM, dott.ssa Monica Monego, il giorno 08-11-2004 chiede l’archiviazione perché: “rilevato che dalle indagini espletate è emerso che l’attività posta in essere dall’indagato e lamentata dal querelante, si è svolta in forza di precise autorizzazioni amministrative (?); ritenuto, pertanto che la condotta di danneggiamento non sia sostenuta dall’elemento psicologico, … illeggibile…. al più condotte colpose suscettibili di pretese risarcitorie in sede civilistica”. Alla mia opposizione del 17-02-2004 fa seguito il decreto di archiviazione del GIP, dott. Vincenzo Saito, del 03-03-2005 perché: “difettano elementi …illegibile………….ai sensi dell’art. 125 …… anche per le osservazioni … illegibile …, mentre l’opposizione proposta è all’evidenza inammissibile e infondata” .
Un esame di laboratorio delle acque del mio fondo Tremolazza, effettuato a breve da interessati al suo acquisto, attestò la presenza di “coli fecali, streptococchi fecali, ecc.”, sbugiardando le indagini svolte e la conseguente motivazione dell’archiviazione della denunzia. (v.: n.3, esposto a Tinebra)
E’ da notare che le indagini, ancora una volta, furono affidate al “super partes” (a dire della dott.ssa M. Monego), M.llo Salvatore Cugnata (che si autodefinisce “esperto delle questioni Pancari-Iacono”)!
Tutto finito!
11) denuncia contro ignoti datata 03-03-2005 (07-03-2005), n.332/2005 R.G.N.R. inviata al Procuratore della Repubblica di Ragusa (e al Commissariato di P.S. di Vittoria), per ennesimo scasso con furto nel mio palazzo sito in Vittoria.
Il PM, dott. Agostino Fera, il 17-05-2005 ne chiede l’archiviazione perché “le indagini attivate non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso né, a tal fine, appare utile intraprendere ulteriori percorsi investigativi”.
Il GIP, dott. Vincenzo Saito, archivia perché “non sono stati identificati i responsabili (!) e che non si prospetta allo stato l’utilità di ulteriori indagini.”
Tutto finito!
12) denunzia contro ignoti (noti da identificare-soggetti individuabili) datata 02-08-2005 (18-08-2005) n.2385/2005 R.G.N.R. presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa, per: furto, danneggiamenti, destabilizzazioni, minacce, intimidazioni (p.es.: arca sepolcrale rinvenuta all’interno del mio palazzo di Vittoria; 5 morti ammazzati scaricati nel cortile del caseggiato del mio fondo Tremolazza con conseguente fuga dei promittenti compratori; cane appeso ad un albero all’ingresso dello stesso fondo; ecc.), tentato omicidio (o, comunque, violenza privata), esistenza di un ampio progetto criminoso volto ad impedirmi le vendite, ecc.!
Il PM, dott. E. Di Quattro, richiede l’archiviazione il 22-09-2005 (dopo appena 35 gg. dalla data di carico alla Procura) perché “le indagini attivate (?) non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso né, a tal fine, appare utile intraprendere ulteriori percorsi investigativi”.
Il G.I.P., dott. Vincenzo Ignaccolo, decreta l’archiviazione il 22/11/2005 perché “non emergono elementi per attribuire le responsabilità a persone note” (!).
Il tutto in poco più di un mese ivi compreso il periodo feriale del mese di Agosto e avendo anche fornito il numero di targa di uno dei tre mezzi (moto, auto, fuoristrada) che ci sbarrarono la strada all’uscita dal fondo Tremolazza!
E tutto, come sempre, finisce!
13) denuncia contro ignoti (noti da identificare) datata 02-08-2005 (18-08-2005) n.640 e 946/2005 R.G.N.R. presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa (la stessa denuncia di cui al superiore n.12, n.2385/2005 R.G.N.R.) per: asporto di parti fisse, furto, danneggiamenti, destabilizzazioni, minacce, intimidazioni (p.es.: arca sepolcrale; 5 morti ammazzati scaricati nel cortile del caseggiato del mio fondo Tremolazza; cane appeso ad un albero; ecc.), fuga dei promittenti compratori, tentato omicidio (o, comunque, violenza privata), esistenza di un ampio progetto criminoso volto ad impedirmi le vendite, ecc.!
Il PM è, però, il Procuratore della Repubblica, dott. Agostino Fera che, dopo avere richiesto ed ottenuto una proroga di 6 mesi alle indagini, chiede l’archiviazione in data 10-03-2006 (deposito in Cancelleria il 27-09-2006) perché “le indagini attivate (demandate ai VV.UU. di Vittoria! - v. n.27 a seguire) non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso né, a tal fine, appare utile intraprendere ulteriori percorsi investigativi”.
Il GIP, dott.vincenzo Ignaccolo, decreta l’archiviazione il 10-10-2006.
La mia denuncia del 02-08-2005 R.G.N.R. (v.: superiore n.12) viene iscritta e istruita per ben tre volte dalla stessa Procura (n.2385/2005 R.G.N.R. n.640 R.G.N.R. e 946/2005 R.G.N.R.)!
E tutto finisce!
14) 1^ segnalazione alla DNA di Roma del 18-08-2005 (15-09-2005), n.224/05 R.G.N.R., per impossibilità a vendere (v.: n.2 esposto presentato al Procuratore Generale di Catania, dott. G. Tinebra, il 30-11-2009).
La DNA delega la Procura Antimafia di Catania a esperire indagini per accertare eventuali infiltrazione mafiose. Viene incaricato il dott. F. Falzone che, dopo aver delegato la Squadra Mobile di Ragusa, riferisce alla DNA (23-12-2005) che si tratta di “diatribe familiari ……. e di interessi particolari di proprietari di fondi confinanti alle proprietà del Pancari” i cui “fatti non sono connessi alla criminalità organizzata”(!). Alla richiesta di archiviazione del PM di Ragusa, dott. E. Diquattro, del 10-02-2006 (17.02-2006), perché “le indagini svolte (?) non hanno consentito di identificare gli autori del reato” segue il decreto di archiviazione del 22/03/2006 con le seguenti motivazioni: “gli eventi esposti appaiono estremamente confusi e tali da non consentire di formulare …illegibile… ipotesi di penale responsabilità a carico di alcuno, senza dire che per diversi fatti ogni eventuale ipotesi di reato, risalenti nel tempo, risulta estinta per prescrizione.” !
Anche in questa archiviazione non si tiene conto della “continuità” dei fatti criminosi!
E tutto finisce !
15) 2^ segnalazione alla DNA di Roma del 08-10-2005 (23/11/2005), n.3957/05 R.G.N.C.R., per riaprire le indagini relative alla denuncia presentata a Ragusa il 02-08-2005 (18-08-2005) n.2385 R.G.N.R. (v. sopra n.12 e 13) e dalla stessa archiviata perchè “non emergono elementi per attribuire le responsabilità a persone note”.
La DNA di Roma delega la Procura Antimafia di Catania facendo espresso riferimento a sentire nuovi pentiti e riferendosi, inoltre, ad un allegato “supporto informatico” contenente dichiarazioni di pentiti a conoscenza della DNA, di cui però si è persa ogni traccia.
Viene incaricato sempre il dott. F. Falzone che, riunisce questa denuncia alla 1^ e invia nuovamente, per competenza, alla Procura di Ragusa (!). Dopo il risultato delle indagini svolte (?) a Catania dal dott. Falzone, perché nuovamente incaricato da Ragusa (!), questi, il 23-12-2005, riferisce alla Procura di Ragusa che si tratta di “beghe familiari” (come se ciò escludesse azioni criminose), mentre la denuncia riaperta dalla DNA viene archiviata a Ragusa (per la 2^volta!) il 22-03-2006 perché “gli eventi esposti appaiono estremamente confusi e tali da non consentire di formulare …illegibile… ipotesi di penale responsabilità a carico di alcuno, senza dire che per diversi fatti ogni eventuale ipotesi di reato, risalenti nel tempo, risulta estinta per prescrizione”!
Questa volta, però, le motivazioni sono, almeno, differenti da quelle della 1^ archiviazione. Inoltre l’archiviazione avviene in 4 mesi e non in 39 gg come la 1^!
Può la Procura di Catania demandare le indagini, per una denuncia “riaperta” dalla DNA di Roma, alla stessa Procura che l’ha già archiviata?
Tuttavia tutto finisce!
La notizia che erano in corso indagini da parte di due Procure (Ragusa e Catania), era nota al “clan” Iacono, in quanto, nel periodo in cui erano ancora aperte le indagini, fui avvicinato da certo ing. Gianfranco Barone (abitante a Siracusa ma originario di Vittoria) che, oltre a “consigliarmi” di lasciare tutto e andare via da Catania, mi disse anche:”….è inutile rivolgersi alla giustizia tanto ….. quando il movimento (indagini) finisce, tutto ritorna come prima..”.
E’ evidente che la notizia è trapelata o dalla Procura di Catania o da quella di Ragusa o da entrambe. A tal proposito vedere la denunzia del 08-01-1998, n.480/1998 R.G.N.R., da dove si evince un’ altra disonorevole fuga di notizie!
Se simili fatti avvengono, perché il mio caso, a dire di certi Magistrati, non è di rilevante criminalità?
Inoltre, a mio parere, sarebbe stato sufficiente sfruttare le dichiarazioni dei c.d. pentiti e, su tali basi, sentirne di nuovi, per venire a capo di tutta la vicenda. Dichiarazioni che, al contrario, o non sono state prese in considerazione, o comunque, non sono state bene utilizzate non avendomi informato e messe al vaglio di altri fatti a me noti!
Lasciarmi allo scuro delle dette dichiarazioni non mi ha consentito di potere decidere ulteriori azioni giudiziarie a tutela dei miei interessi!
16) denuncia contro ignoti (noti da identificare fra i confinanti del mio fondo Raffoscolaro), corredata da foto, datata 28-10-2005 n.3708/R.G.N.R. alla Procura di Ragusa (e CC. di Santacroce Camerina, Provincia Regionale di Ragusa, ecc.) e precisazioni del 29-11-2005 n.51/2006 R.G.N.R. ignoti, per l’apertura di un varco, demolizione del cordolo stradale, impedimento di accesso al mio fondo Raffoscolaro a causa di realizzazione di sbarramento con grossi tubi in ferro con le basi annegate in calcestruzzo interrati e chiusi da catenaccio, collocazione di due grossi massi sulla sede stradale atti ad impedire l’accesso al fondo ma, soprattutto, gravissimo pericolo per l’incolumità pubblica (utenti della strada).
I CC. di piazza Dante, in Catania, dopo avermi stilato verbale di sommarie informazioni (28-08-2007) in merito alla denuncia già da me riconfermata presso i CC. di piazza Verga (28-10-2005), in Catania, richiedono, per i CC. di Santacroce Camerina, i dati anagrafici dei confinanti a me noti. Quanto richiesto viene comunicato con racc.a.r. 155824185994 del 06-09-2007 anticipata via fax il 04-09-2007 al n.tel.:095322459.
Il PM, dott. E. Diquattro, chiede l’archiviazione perché: “rilevato che gli autori del reato sono rimasti ignoti (uno di due confinanti!) e che appaiono inutili ulteriori indagini” !
L’archiviazione pare basarsi esclusivamente su ambigue, distorte e fuorvianti comunicazioni della Provincia Regionale di Ragusa, fornite p.c. al Procuratore della Repubblica, datate 14-11-2005 prot.60443 e 16-02-2006 prot.11830.
A nulla è servita la mia precisazione (29-11-2005) alle comunicazioni della Provincia inviate p.c. anche al Procuratore e di avere fornito elenco di confinanti, unici possibili autori dei reati denunziati!
Ancora una volta, tutto finisce!
Allorquando gli indizi degli atti criminosi commessi per impedire la vendita delle mie proprietà possono far risalire al “clan” Iacono, ogni segnalazione o denuncia viene archiviata o abbandonata !
Infatti, potei rilevare gli illeciti di cui sopra durante una visita sui luoghi effettuata assieme a interessati, venuti appositamente da Roma, perché erano in corso trattative per le vendite !
Facile immaginare come si finirono le trattative !!!!!!!
17) Stralcio da sentenza civile n.129/2005, n.184 Cron. C.; n.232 Rep. nella causa per lesione di legittima da me (diseredato da mia madre!) intentata a mia sorella, Marianna Pancari (erede universale di mia madre e socia in affari di Iacono Ferdinando), emessa dal dott. Michele Duchi, Presidente del Tribunale di Ragusa:
"Nell'affrontare, dopo una vita intera impegnata a scrivere sentenze, l'ennesima defatigante controversia ereditaria fra discendenti di facoltosi possidenti, l'estensore non può non meditare sul vantaggio che la società e la giustizia in particolare avrebbero se i legislatori seguissero il buon consiglio del filosofo inglese Bertrand Russel, che giustamente riteneva l'istituto dell'eredità immorale e come tale da abolire. L'istituto è però ancora lì e quindi bisogna affrontare questo impegno di giustizia." (sic!)
Parere di un alto Magistrato:
SENTENZA MICHELE DUCHI (n.129/2005) n.184 Cron. C.; n.232 Rep.:
Sentenza dichiarativa.
Tono della sentenza è totalmente accusatorio nei confronti dell’attore per cui è una sentenza fatta con animosità e non con spirito di giustizia.
Gran parte delle motivazioni sono espresse con criteri totalmente accusatori, degni di una requisitoria di un pubblico accusatore (PM).
Chiaro scopo di diffamare e di demolire.
18) denuncia contro ignoti datata 11-03-2006 n.353 R.G.N.R. presentata alla Procura di Ragusa (e ai CC. di Vittoria e al Prefetto di Ragusa) per furti con effrazioni delle finestre del mio palazzo sito in Vittoria, destabilizzazioni volontarie e danneggiamenti (demolizione di intonaci, abbattimento di alcune volte, asporto di intonaci con affreschi, ecc.), mancanza di sicurezza e di igiene nel quartiere (bottiglie, escrementi, rifiuti varii, ecc.). Tutti atti volti ad impedire le vendite e facenti parte di un più ampio disegno criminoso progettato e posto in essere da più persone d’accordo tra loro e l’illegittimo innalzamento dell’impalcatura, eretta attorno al palazzo dal Comune di Vittoria, ha favorito i detti atti delittuosi.
Il PM, Procuratore della Repubblica dott. Agostino Fera, il 09-06-2008, chiede l’archiviazione perché: “le indagini attivate (?) non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso”.
Non ho più saputo altro! So solo che, come sempre, non sono stato sentito, per cui non mi è stata data la possibilità di produrre prove, così come richiesto in denuncia!
E tutto finisce!
19) esposto al dott. Angelo Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania, datato 03-04-2006 e inviato con racc.a.r., n.129449740312, anticipata via e-mail, per ribadire le mie e sue convinzioni sui responsabili del blocco delle vendite del mio patrimonio e di quant’altro mi tormenta e mi perseguita (responsabili: la mia ex-moglie sig.ra Carmela Iacono, la sua famiglia d’origine, i miei figli e l’intero gruppo parentale Iacono, con particolare rilievo alla persona di Ferdinando Iacono). (v. n.3 dell’esposto al dott. Tinebra del 30-11-2009).
20) esposto del 08-08-2006 n.2757/2006 R.G.N.R. contro il Sig. Iacono Ferdinando per sconfinamento e occupazione di suolo demaniale, presentato al dott. Agostino Fera, Procuratore della Repubblica di Ragusa; al Genio Civile di Ragusa; al Prefetto di Ragusa; al Presidente della Provincia Regionale di Ragusa; al Comune di Vittoria; al Comune di Ragusa, ecc.
Il denunziato fu incriminato solo per sconfinamento nei confronti del mio fondo Tremolazza ma non per l’occupazione del suolo demaniale, per cui il processo, già iniziato, fu invalidato perché il mio esposto non era una denunzia ! Preciso che la richiesta di non luogo a procedere non fu avanzata dall’imputato ma dal PM! (v.: n.1 esposto al dott. Tinebra)
21) richiesta di intervento ai Prefetti di Palermo, Catania e Ragusa del 19-03-2007 (anche a firma dell’avv. F. Bocchieri) rimasta senza riscontro. (v. n.3 dell’esposto al dott. Tinebra del 30-11-2009).
22) 2^ richiesta di intervento ai Prefetti su detti del 30-04-2007, rimasta anch’essa senza riscontro.
23) reitera della su detta richiesta presentata a firma dell’avv. F. Bocchieri al Prefetto di Catania in data 04-07-2007.
Il dott.Marco Rota, Sostituto Procuratore della Repubblica c/o Tribunale di Ragusa incarica la Sezione P.G. Forestale di Ragusa e le indagini vengono affidate al solito M.llo, ora Commissario Superiore, Salvatore Cugnata (“super partes” ed “esperto delle questioni Pancari-Iacono”), il quale mi convoca (N°108/07 Reg.Sez.), per il giorno 22-10-2007, assieme al mio (?) legale dell’epoca, avv. F. Bocchieri, per essere sentito come persona informata sui fatti.
Il verbale fu “sofferto”: dovette essere stilato ben tre volte! Rifiutò anche alcuni documenti che volevo produrre, fra cui un ritaglio di giornale riguardante un incendio sviluppattosi “spontaneamente” nella cucina di un compratore del Palazzo ma che dopo l’incendio, altrettanto “spontaneamente” si dileguò!
Da allora non ho più saputo nulla !!!
24) denuncia contro la mia ex-moglie, sig.ra Carmela Iacono, la sua famiglia di provenienza e i miei due figli, presentata il 24-09-2007, n.4333/07 FNCR, alla Procura di Catania, per impedimenti alle vendite del mio patrimonio.
Alla presentazione della denuncia, avvenuta con l’assistenza dell’avv. Francesco Bocchieri, presente anche mia moglie, si chiese di parlare col dott. Scavone Fabio Ignazio (unico magistrato al momento disponibile), il quale ricevette l’avv. Bocchieri ma non volle ricevere noi. Terminato il colloquio, l’avv. Bocchieri ci riferì che avevamo poche speranze sull’esito positivo della denuncia perché il dott. Scavone era fermamente convinto che “ i colletti bianchi di Vittoria non hanno nulla a che fare con la mafia” (sic!).
La denuncia fu assegnata al dott. Scavone.
Di questa denuncia nulla ho più saputo, sebbene si tratti di una denuncia “ad personam” !!!
25) denunzia contro Stabile Mario presentata da mia moglie alla Procura di Catania il 30/04/2007, n.6819/2007 R.G.N.R. per violazione dell’ artt.348 (abusivo esercizio di una professione), 498 (usurpazione di titoli ed onori), 640 (truffa) e quant’altro … (attentato alla nostra incolumità: vedere pag.7-8 della CTP giurata, redatta dall’ing. Giuseppe Orazio Mauro, allegata alla denunzia; vedere anche opposizione all’archiviazione del 04/02/2008 al punto I, n.4; e vedere alla pag.8, n.3, la seconda CTP giurata, redatta dallo stesso ingegnere e prodotta allegata all’opposizione all’archiviazione del 04/02/2008: “La presenza di pericoli occulti all’impianto elettrico avrebbe potuto creare veri e propri attentati alla vita dei residenti nonché ad eventuali visitatori” (sic!).
Ciononostante viene archiviata dal GIP, dott. Rodolfo Materia, il 05/07/2008 ma con motivazioni degne di un “cantastorie”!
Di lì a poco, inoltre, ci è stato fatto sapere dalla presidente, Sig.ra Gabriella Guerrini, della Associazione Antimafia di Catania (ASAAE), che, l’architetto (?) STABILE MARIO, stava scontando una pena detentiva subìta in seguito a condanna per una denuncia di terzi !
Il che è tutto dire!!!
Lo Stabile Mario, “incaricato”(?) di ristrutturare l’appartamento in cui abitiamo, ci lasciò senza acqua, senza energia elettrica, senza gas, senza finestre e con buchi in varie pareti (anche esterne), avendo abbandonato i lavori senza apparente motivo. Dopo di lui, furono contattate oltre 20 ditte o singoli artigiani ma costoro, dopo avere accettato, si dileguavano! Vivemmo peggio dei baraccati per oltre due anni, pur avendo informato varie Istituzioni e Forza Pubblica !
26) denunzia contro ing. Marcello Minafra a nome di mia moglie ma presentata dall’avv.Bocchieri alla Procura di Ragusa il 16/05/2007 n.2984/2008 R.G.N.R. per i reati di omissione di atti di ufficio e di falsa perizia o interpretazione, nonché per quegli altri eventuali che emergeranno dalla istruttoria.
Non se ne sa più niente.
27) denuncia contro ignoti (noti da identificare, soggetti individuabili) datata 08-04-2008, presentata il 09-04-2008, n.476/2008 R.G.N.R. alla Procura della Repubblica di Ragusa per violazione di domicilio, furto di pertinenze fisse (mattonelle antiche e altro), danneggiamenti, ecc. Reati commessi nel mio palazzo di Vittoria.
Il PM, dott.ssa Nicoletta Mari, in data 07-05-2008 ne chiede l’archiviazione. Propongo opposizione il 30-05-2008 perché il teste Guastella Marco, nella sua telefonata fattami e da me registrata, mi aveva anche detto che “chi è preposto a vedere non deve vedere”, riferendosi ai VV.UU. di Vittoria che, all’epoca, piantonavano quotidianamente il mio palazzo, mentre nel suo interrogatorio non si fa cenno a tale gravissima asserzione.
Il Giudice, dott. Vincenzo Ignaccolo, il 10-07-2008 fissa udienza per il 29-10-2008 nella quale il mio legale, avv. Bordonaro (uno degli avvocati transfughi!), produce un cd con riportata la su detta esplosiva frase del Guastella. Tutto inutile: il 31-12-2008 il dott. Ignaccolo emette sentenza di archiviazione senza neanche imputare di reticenza il teste Guastella Marco e, tanto meno, riascoltarlo!
Le motivazioni dell’archiviazione sono: “ritenuto che in base alla annotazione di pg. del 07-05-2008 non appare possibile identificare gli autori dei delitti denunciati non essendo state utili allo scopo le indicazioni del teste Guastella Marco; che non appare necessario neanche procedere ad una formale ri-escussione dello stesso in base ai rilievi formulati dalla p.o., tenuto conto che quest’ultima, riguardo al c.d. depositato, non ha fornito alcuna trascrizione della pretesa (?) conversazione o valido elemento (?) per potere affermare che il Guastella possa utilmente fare sviluppare le indagini (!); che il processo deve essere archiviato.
P.Q.M. dispone l’archiviazione”.
Domando: un qualunque magistrato che viene a conoscenza di reati estremamente gravi (in specie quelli che riguardano reati commessi dalla Forza Pubblica), non ha il dovere di perseguire i colpevoli previa loro individuazione?
Come sempre, tutte le tracce che potrebbero far risalire al “clan” Iacono e/o ai loro “amici”, vengono sistematicamente abbandonate!
Anche questa denuncia finisce ‘in gloria’!
28) denuncia contro ignoti (poi identificati: Amariei Liviu + Ciobanu Vasile) presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa dall’avv.Francesco Bocchieri il ?-?-2006, n.1624/2006 R.G.N.R. per incendio, danneggiamenti e quant’altro …… subiti nel Palazzo di Vittoria!
Per l’udienza del 29-01-2009 sono assistito dall’avv. Maria Elisa Aloisi, subentrata al “dimissionario”, avv. F. Bocchieri, ma non so come il processo sia stato chiuso!
So soltanto che, sia un ufficiale dei VV.UU. e sia l’avv. Aloisi, mi “caldeggiarono” più volte l’abbandono di p.c. nel processo (“..spende solo soldi senza ottenere nulla...sono nullatenenti e…malagente“–“…spende ancora altri soldi e non ottiene niente” !
Credo che l’avv. Aloisi, all’ udienza del 29-01-2009, abbia agito in tal senso pur essendo stata pagata ben €.250,00 e pur avendole rammentato che il mio interesse non è solo economico ma è, anche e soprattutto, quello di ottenere una condanna per gli esecutori dei crimini, affinchè si possa risalire ai mandanti!
29) denuncia contro ignoti (noti da identificare: Botezatu Catalin e Antoci Soria Dan) datata 27-02-2007 n.888/2007 R.G.N.R. per furti, danneggiamenti e quant’altro ……in danno del palazzo di Vittoria.
Il PM, dott.ssa N. Mari, chiede archiviazione il 03-08-2007.
Propongo opposizione ma il GIP, dott. Vincenzo Ignaccolo, il 10-05-2008 “ritenuto che …. l’immobile è in completo stato di abbandono dai proprietari, sicchè, …… il delitto di violazione di domicilio …….deve escludersi la sussistenza del reato ipotizzato ex art.614 c.p.; che ….. l’incendio è di natura colposa, ……. che non ricorre la prova riguardo alla commissione di altri reati da parte dei due indagati, né possono estendersi le indagini in relazione ad altri fatti criminosi oggetto di separati procedimenti penali”, archivia!
Il GIP, però, non considera che Botezatu Catalin, identificato come uno degli autori dei reati commessi a mio danno, fu trovato ucciso dopo essere stato sentito dai VV.UU. e poi indicato quale teste nel processo istruito a Siracusa, per l’omicidio di un suo connazionale.
Non credo sia normale che soggetti di tale spessore criminale possano essere lasciati liberi di disporre dei beni altrui, anche se Pancari!
Non credo, inoltre, che i Magistrati che hanno trattato la superiore denuncia, non intuiscano che gli stessi soggetti siano stati, se non gli autori dei reati, quantomeno testi “scomodi” per i criminali che avevano agito all’interno del fabbricato, con la non remota possibilità di risalire ai mandanti!
30) ultima denuncia contro ignoti del 30-10-2008 (con avv. Blanco) presentata ai CC. di Vittoria, per danneggiamenti, furti, asportazioni di parti fisse del palazzo (ben 7 rampe di scale e relative ringhiere antiche, c.a. 100 mq. di mattonelle antiche), ecc.!
Nel sopralluogo fu fatto rilevare la presenza di indumenti vari, di un borsone, di due brandine con materassi e coperte, in uso al momento dell’ ispezione con i CC. di Vittoria.
Non ne so assolutamente nulla ma tutto lascia prevedere che non avrà corso, così come le altre, e così come riferitomi (riguardo all’ atteggiamento che i CC. di Ragusa tengono nei miei confronti) dal tassista Felice Ruggeri (cel. 3487678837) di cui alla 2^ segnalazione al dott. Tinebra del 19-01-2010.
31) denuncia contro Seggio Cono presentata alla Procura di Catania, datata 29-10-2009 per minaccia di morte (e diffamazione).
Uno degli avvocati presenti alla minaccia è stato convocato dai CC., mentre l’avv. F. Blanco è stato sentito telefonicamente per sapere se confermava i fatti, ottenendo l’assenso dello stesso.
Non ne so ancora nulla.
32) elenco di alcune delle tante denuncie sporte a C.C. e Polizia di Stato per effrazioni di catenacci, furti e danneggiamenti di vario genere e natura, destabilizzazioni volontarie, ecc., subiti nel Palazzo e nel fondo Tremolazza: Maggio 1977 (1° di oltre 20 furti subìti e denunciati al Palazzo di Vittoria, tutti finiti a niente pur essendo stati asportati ben tre camion di refurtiva), 16-04-1991, 28-07-1992, 05-08-1992, 13/28-05-1993, 27-12-1993 (da avv. Zorzi), 14/23-02-1994, 14/20-04-1994, gennaio 1995 (da avv. Zorzi), 08-01-1997, 31-12-1997, 14-01-1998, 21-09-1999, 03-02-2000, 05-06-2004, 03-03-2005.
Tutte senza esito, sin dagli inizi della mia vicenda !
**************
Appare evidente, a questo punto, che la Magistratura mi considera non solo “scomodo” ma addirittura un nemico da abbattere: i miei telefoni sono costantemente sorvegliati come se fossi io il criminale! (v. verbale del dott. U. Scelfo redatto per il mio interrogatorio del 28-01-2010).
L’esito della mia ultima richiesta di Giustizia, avanzata fiduciosamente ma ingenuamente a Lei, dott. Tinebra, dimostra ancora una volta che la Magistratura non vuole interessarsi del mio caso!
Come può Lei, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catania, avallare il comportamento di magistrati compiacenti e/o collusi con la mafia?
Hanno dunque ragione coloro che mi hanno detto che “vengo dalla luna se penso che un magistrato possa venire condannato” e che “lupo non mangia lupo”!
Basta qui citare l’esempio della motivazione dell’archiviazione della mia denunzia per molestie (minaccia di morte) presentata alla Procura di Catania contro ignoti (soggetti identificabili) il 08/01/1998, n.480/98 R.G.N.R. meglio descritta al superiore n.4: “Considerato che il fatto in oggetto del presente procedimento è di particolare tenuità in quanto, avuto riguardo alla esiguità del danno e del pericolo che ne è derivato per la persona offesa, nonché la sua occasionalità ed il modesto grado di colpevolezza dell’indagato, non pare giustificato l’esercizio dell’azione penale” (sic!).
L’indagato, però, è stato successivamente arrestato per vari infamanti e gravi reati, fra cui quello di “associazione a delinquere di stampo mafioso” !
Le chiedo, dott. Tinebra, può essere una minaccia di morte più o meno tenue? Più o meno occasionale? Più o meno dannosa? Più o meno pericolosa?
Inoltre la seconda minaccia di morte, ricevuta a soli 5 giorni dalla presentazione della su detta denuncia, fu portata immediatamente a conoscenza del PM dell’epoca, dott.ssa Scalise. (v.: n. 8 esposto a Tinebra) ma di questa ulteriore minaccia di morte pare non vi sia traccia nel fascicolo, come pure della bobina allegata alla denuncia.
La Sua inerzia, dott. Tinebra, avalla assurdamente simili risibili, incredibili, stravaganti, grottesche motivazioni e tutto il vergognoso comportamento di certa Magistratura (e di certi uomini delle istituzioni), pro Iacono e contro di me !
Tutte le strade che conducono agli Iacono non vengono seguite, anzi, vengono abbandonate!
Adesso so di avere mal riposto la mia fiducia, eppure, Lei stesso al nostro primo incontro, ebbe a dirmi: “le do il migliore” , il dott. Ugo Scelfo!
Non sapeva che da lì a qualche settimana il dott. U. Scelfo sarebbe andato in pensione?!
E perché il dott. Scelfo ha voluto iniziare con lo “sbloccare le vendite” (non di sua competenza) e non agire contro i magistrati “deviati” e gli uomini delle Istituzioni o collusi o compiacenti?
Il deleterio comportamento tenuto, poi, dal dott. Domenico Platania (successore del dott. Scelfo) di certo non è il “migliore” né dal punto di vista sostanziale né, tanto meno, dal punto di vista formale, dato che, ad oggi, non si è minimamente preoccupato di dare riscontro alla mia istanza del 09/07/2010 volta, fra l’altro, ad avere notizie sulle indagini, se mai ve ne siano, susseguenti ai miei ultimi esposti.
I danni subiti, da me e poi anche da mia moglie, sono inestimabili !
Basti considerare soltanto le spese per legali e tecnici, affrontate per ogni pratica archiviata! La condanna di cui al superiore n.2), non solo è rimasta unica ma sono state, anche, liquidate in modo del tutto irrisorio!
Questa, dott. Tinebra, non è Giustizia !!!
Devo concludere che neanche l’intervento, da me sollecitato, di politici di destra, di centro e di c.d. sinistra (Rita Borsellino, Leoluca Orlando, Luca Assirelli (IdV), Salvo Raiti, Claudio Fava, Giulietto Chiesa, Susanna Anvar, Mimmo Sudano, Pippo Scalone, ecc.), ha spinto la Magistratura ad intervenire.
Ciò fa, però, maggiormente capire la “serietà”, sia a livello regionale che nazionale e anche internazionale, della mia vicenda non caldeggiata e poi addirittura osteggiata anche da, pressoché, tutte le c.d. Associazioni Antimafia (come p.es.: sig.ra Gabriella Guerrini della “ASAAE”; dott. Mazzeo di “terrelibere/terrediconfine.org”; “Censurati”; Enrico Natoli di “Cuntrastamu”; Giorgio Bongiovanni di “AntimafiaDuemila”; Don Luigi Ciotti di “Libera” (!); ecc.) e da alcuni giornalisti od “opinionisti” (Fabrizio Gatti, Carlo Ruta, Concita Occhipinti, Salvatore Cosentino, ecc.), e ciò a riprova che chi ha contro la ‘vera’ mafia, quella ad alto livello, si ritrova contro la Magistratura, i politici, la stampa, le Forze dell’Orine, gli Uffici Statali, e, “dulcis in fundo”, anche le Associazioni Antimafia!
Non mi resta che porgerLe i miei saluti, scusandomi per i termini non tecnici di questa mia missiva, dovuti al fatto che, sia io che mia moglie, non riusciamo più a reperire né avvocati né tecnici disposti a difendere onestamente noi e i nostri interessi. Chi ha il coraggio di rompere il muro del silenzio e dell’omertà, riesce a dire:“Io qui ci lavoro” – “Io non lavoro per un cadavere” !
Come vede, dott. Tinebra, “la morte è morte anche se non c’è un cadavere”!
Giovanni Battista Pancari
Ho inviato la sotto riportata missiva al Dott. Giovanni Tinebra - Procuratore Generale della Repubblica c/o la Corte d'Appello di Catania - a mezzo RACC.A.R. n.136398972120 del 14/10/2010.
In allegato i quattro esposti presentati al Dott. G. Tinebra.
Sono disponibile a fornire altri documenti se richiesti.
Desidero dare adeguata risonanza e diffusione al mio caso di "continuata, denegata Giustizia"!
Distinti saluti.
Giovanni Pancari
Corso Sicilia, 71
95131 Catania
tel.: 095327245
****************************
S.E. Dott. Giovanni Tinebra – Procuratore Generale c/o Corte d’Appello di
Catania
e altri.
Catania lì, 13-10-2010.
Egr. Dott. G. Tinebra,
la presente per esprimerLe la mia cocente delusione per come Lei ed il Suo ufficio ha trattato la mia vicenda per la seconda volta. La prima, come Lei ben sa, risale al 11/06/2007, e anch’essa non ebbe alcun seguito.
Ciò mi spinge ancor più a perseverare nella mia lotta. In un modo o nell’altro otterrò Giustizia !
I torti, le angherie e le sopraffazioni da me subiti nel corso degli anni (oltre 4 decenni!), sono tutti nero su bianco: esistono e sono state fornite alla Magistratura, le prove di ogni mia lagnanza, eppure, incredibilmente, Lei (ed il Suo ufficio), come altri, non si è mosso.
Ha preferito ignorare, non vedere, passare oltre, schierandosi, così, apertamente con il “clan” Iacono, protetto, evidentemente, oltre che dai politici, anche dalla Magistratura.
-- Sono state fornite le prove del blocco imposto dalla mafia delle famiglie Iacono, di Vittoria e Catania, sul mio patrimonio e su quello di mia moglie;
-- sono state fornite le prove delle connivenze, col clan Iacono, di alcuni uomini delle Istituzioni, degli Uffici Statali, della Forza Pubblica, delle Associazioni Antimafia, ecc.;
-- sono state fornite le prove di connivenze di alcuni magistrati col “clan” Iacono, ma ogni denunzia da me (e da mia moglie) presentata nel corso di oltre 40 (quaranta!) anni, è stata sempre disattesa ed elusa.
Eppure erano tutte corredate di prove (perizie tecniche giurate, foto ed indirizzi, numeri di targa, nomi e cognomi, registrazioni telefoniche asseverate, dichiarazioni di testimoni, ecc.) che, se non ignorate, avrebbero portato immancabilmente ai responsabili.
Se, pur in presenza di valide prove, dovessero ancora sussistere dubbi sulla credibilità di alcuni fatti da me denunciati (corruzioni, omertà, minacce, violenze) basterebbe dare una scorsa al libro, da me omaggiatoLe (“L’affare Pancari di Vittoria. Odi politici, intrighi e violenze dopo l’Unità d’Italia – 1871/1877. “, autore l’on. Paolo Monello, studioso ed esperto di storia locale e nazionale), per dissolverli e fare delle circostanze, apparentemente incredibili, dei fatti “veri” !!!
A questo proposito Le richiamo, per intero, il contenuto del mio esposto, a Lei presentato, portante la data del 30/11/2009 procedimento n.39/09 Reg. prot., (a Sua conoscenza già dal giorno del nostro incontro avvenuto il 26/11/2009), a cui fanno seguito i contenuti di quelli del 19/01/2010, del 11/02/2010 e del 09/07/2010, ove sono riportate parzialmente una incredibile quantità di scorrettezze, incoerenze ed assurdità, messe in atto dalla Magistratura (e altre Istituzioni) che hanno avuto come unico effetto quello di coprire il “clan” Iacono e consentire che il criminale intento di togliermi tutto (immobili, mobili, valori, ecc.), fosse portato a termine.
Le riporto anche, per Sua migliore conoscenza, una parte, degli esposti, segnalazioni, denunzie, ecc. che io e mia moglie abbiamo presentato nel corso di oltre 40 (quaranta!) anni:
1) denuncia contro ignoti (soggetti individuabili) del 29-09-1992, n.6524/92 R.G.N.R. presentata al Procuratore della Repubblica di Ragusa per deviazione di acque, minaccia di morte (23-09-1992, h.21,15 c.a.), pascolo abusivo, danneggiamenti al mio fondo Tremolazza, confinante col fondo Buffa del sig. Iacono Ferdinando. I fondi fanno parte entrambi della R.N.O. Pino d’Aleppo.
Non se ne fece nulla fino alla 2^ denuncia del 1993. (v.: n.2 a seguire)
2) denunzia contro il sig. Iacono Ferdinando presentata al Procuratore della Repubblica di Ragusa il 27-11-1993 n.7197/93 R.G.N.R. per deviazione di acque e danneggiamenti, destabilizzazioni volontarie, ecc., al mio fondo Tremolazza confinante col fondo Buffa del sig. Ferdinando Iacono, siti nella R.N.O. Pino d’Aleppo. Riunita alla denuncia n.6524/92 R.G.N.R. (v. sopra n.1) dal Pretore di Ragusa all’udienza dibattimentale del 09/07/1998 .
Condannato in 1° grado e pena riconfermata in Appello.
Unica condanna subita dallo Iacono, però solo per deviazione di acque!
3) denunzia contro ignoti (noti da identificare – soggetti (facilmente) individuabili) presentata alla Procura di Ragusa il 31-12-1997, n.310/1998 R.G.N.R. per danneggiamenti (sbarramenti all’accesso al fondo, incendio, costruzione di una stradella in terra battuta che diparte dal confine col fondo Buffa – proprietà Iacono Ferdinando -, omissioni di atti d’ufficio, minaccie, deviazione di acque, lavori di spostamento terra e creazione non autorizzata di un laghetto artificiale, pascolo abusivo, ecc.) e altri reati, tutti consumati all’interno della R.N.O. Pino d’Aleppo (!), con lo scopo di impedire le vendite, e “legati da un unico, più ampio, disegno criminoso già iniziato da tempo ed almeno dal 1989”.
Il Procuratore della Repubblica, dott. Agostino Fera, il 29-01-2003, chiede l’archiviazione.
Il GIP, dott. Vincenzo Saito, il 12-03-2003, decreta l’archiviazione perché “i reati sono prescritti”.
Le indagini (?) sono terminate dopo ben 6 anni e non è stata considerata la continuità (!) degli illeciti penali.
E tutto finisce!
4) denuncia contro ignoti (noti da identificare, soggetti individuabili) presentata alla Procura della Repubblica di Catania il 08-01-1998, n.480/1998 R.G.N.R. per molestie e minaccia di morte (nella quale viene, fra l’altro, utilizzato il termine “sbirru” = “spione”, che deve essere punito per avere denunciato “soggetti individuabili”). Ricevetti, infatti, la minaccia dopo soli 6 giorni dalla presentazione della denuncia di cui al superiore n.3.
Si avvicendano ben tre PM (dott.ssa Scalise, dott.ssa Pellizzeri, dott.ssa L. Di Gesu) tanto che le indagini si sono chiuse dopo oltre 7 anni!
La denunzia viene archiviata il 13-07-2006 perchè “Considerato che il fatto in oggetto del presente procedimento (minaccia di morte) è di particolare tenuità in quanto, avuto riguardo alla esiguità del danno e del pericolo che ne è derivato per la persona offesa, nonché la sua occasionalità ed il modesto grado di colpevolezza dell’indagato, non pare giustificato l’esercizio dell’azione penale” (sic!)
Una seconda minaccia di morte (che conteneva sempre il termine “sbirru” !), è stata da me ricevuta il 13-01-1998 (dopo appena 5 giorni dalla presentazione di questa denuncia), e fu portata immediatamente alla conoscenza del PM dell’epoca, dott.ssa Scalise. (v.: n.8 esposto a Tinebra).
E’ evidente che le notizie delle presentazioni delle due denuncie sono trapelate sia dalla Procura di Ragusa (per la prima denuncia) e sia dalla Procura d Catania (per la seconda denuncia)!!!
Le Procure “colabrodo” reiterano le loro tradizioni, così come per le indagini per la 2^ segnalazione alla DNA. (per la fuga di notizie, vedere anche n.15 a seguire).
5) denuncia contro Marianna Pancari, presentata alla Procura di Ragusa il 10/10/2000 n.4574/00, R.G.N.R. per diffamazione.
Il PM richiede l’archiviazione perché “ -- il reato di calunnia si è estinto per prescrizione, essendosi consumato l’11.11.1992 data in cui è stata presentata querela alla Procura dell Repubblica.
–- la querela di falso datata 23.3.2000 cui fa riferimento Pancari Giovanni Battista è atto di natura esclusivamente civilistica che non ha alcun rilievo penale.” (sic!)
Il 18/02/2004 il GIP, dott.Vincenzo Ignaccolo, dopo una “logorroica” motivazione, dichiara, sul punto, “inammissibile l’opposizione”, accettando la tesi del PM, a dir poco “illetterato”, secondo cui la 2^ denuncia (“denuncia civile di falso”), da me subita per lo stesso ipotetico reato della 1^, aveva natura prettamente civilistica !
In entrambe le denuncie, furono eseguite CTU che confermarono, con assoluta certezza, l’autenticità delle firme che nelle denuncie si asserivano “false”!!!
6) denunzia contro dott.agr. Alberto Fasiol (figlio di mia sorella Marianna Pancari e tecnico del mio confinante, sig. Iacono Ferdinando) presentata alla Procura di Ragusa il 15/09/1998, n.5084/98 R.G.N.R. per il reato di cui all’art.637 c.p. e per ogni ulteriore illecito che sarà riscontrato (falsità della consulenza tecnica redatta a favore di Iacono Ferdinando, mio confinante).
Assolto.
7) denuncie per opere abusive nella riserva Pino d’Aleppo del 24-07-1999 del 09-09-1999 e del 20/10/1999, rispettivamente: n.380/99 N.N.R. + n.440/99 N.N.R. + n.1190/99 R.G.N.R.
Archiviata il 07/10/2000 perché “non sussistono elementi di ..illegibile..”.
8) denuncia contro ignoti presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa (e ai CC. di Vittoria e ai VV.UU. di Vittoria) il 03-02-2000 (04-02-2000) n.837/2000 R.G.N.R. per i ripetuti atti vandalici, danneggiamenti e furto nel Palazzo di Vittoria, sito in pieno centro, e atti criminosi legati da un unico filo conduttore.
Richiedo, altresì, che si effettui la vigilanza e il controllo del territorio (art.42 della Costituzione).
Il PM, dott. Corrado Fasanelli, il 25-10-2000 chiede l’archiviazione perché dalle indagini (?) “non sono emersi elementi utili per l’identificazione dei responsabili o comunque per l’ulteriore prosecuzione delle indagini preliminari”.
Il GIP, dott. Vincenzo Ignaccolo, il 18-01.2001 archivia perché “non sono stati identificati i responsabili e che non si prospetta allo stato l’utilità di ulteriori indagini.”
E tutto finisce senza che io fossi stato mai sentito!
9) denuncia contro Provincia Regionale di Ragusa del 05-10-2002 (07-10-2002) n.2817/2002 R.G.N.R. presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa per allargamento di strada provinciale che attraversa il mio fondo Tremolazza, già compromesso da degrado ambientale, sito nella R.N.O. Pino d’Aleppo.
Dopo le indagini espletate dal M.llo Salvatore Cugnata (definito “super partes” dal PM, dott.ssa Monego nella denuncia n.277/2004 R.G.N.R. del 05-01-2004 (27-01-2004) e autodefinitosi“esperto delle questioni Pancari-Iacono” !), il PM, dott.ssa Nicoletta Mari, il 22/05/2003, chiede l’archiviazione “ritenuto che la notizia è infondata perché non emergono estremi di reato”. Il GIP, dott. Vincenzo Saito, il 27/08/2003 decreta l’archiviazione perché “difettano elementi di reato”.
10) denuncia contro il sig. Iacono Ferdinando presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa il 05-01-2004 (27-01-2004) n.277/2004 R.G.N.R. per danneggiamenti di vario genere e natura al fondo Tremolazza, stravolgimento dell’assetto naturale dei luoghi, danneggiamento aggravato ex art.635 comma 2° nn.4 e 5 c.p. e deturpamento di bellezze naturali con conseguente disastro ambientale, ecc.
Tutti fatti, commessi nella R.N.O. Pino d’Aleppo.
Il PM, dott.ssa Monica Monego, il giorno 08-11-2004 chiede l’archiviazione perché: “rilevato che dalle indagini espletate è emerso che l’attività posta in essere dall’indagato e lamentata dal querelante, si è svolta in forza di precise autorizzazioni amministrative (?); ritenuto, pertanto che la condotta di danneggiamento non sia sostenuta dall’elemento psicologico, … illeggibile…. al più condotte colpose suscettibili di pretese risarcitorie in sede civilistica”. Alla mia opposizione del 17-02-2004 fa seguito il decreto di archiviazione del GIP, dott. Vincenzo Saito, del 03-03-2005 perché: “difettano elementi …illegibile………….ai sensi dell’art. 125 …… anche per le osservazioni … illegibile …, mentre l’opposizione proposta è all’evidenza inammissibile e infondata” .
Un esame di laboratorio delle acque del mio fondo Tremolazza, effettuato a breve da interessati al suo acquisto, attestò la presenza di “coli fecali, streptococchi fecali, ecc.”, sbugiardando le indagini svolte e la conseguente motivazione dell’archiviazione della denunzia. (v.: n.3, esposto a Tinebra)
E’ da notare che le indagini, ancora una volta, furono affidate al “super partes” (a dire della dott.ssa M. Monego), M.llo Salvatore Cugnata (che si autodefinisce “esperto delle questioni Pancari-Iacono”)!
Tutto finito!
11) denuncia contro ignoti datata 03-03-2005 (07-03-2005), n.332/2005 R.G.N.R. inviata al Procuratore della Repubblica di Ragusa (e al Commissariato di P.S. di Vittoria), per ennesimo scasso con furto nel mio palazzo sito in Vittoria.
Il PM, dott. Agostino Fera, il 17-05-2005 ne chiede l’archiviazione perché “le indagini attivate non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso né, a tal fine, appare utile intraprendere ulteriori percorsi investigativi”.
Il GIP, dott. Vincenzo Saito, archivia perché “non sono stati identificati i responsabili (!) e che non si prospetta allo stato l’utilità di ulteriori indagini.”
Tutto finito!
12) denunzia contro ignoti (noti da identificare-soggetti individuabili) datata 02-08-2005 (18-08-2005) n.2385/2005 R.G.N.R. presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa, per: furto, danneggiamenti, destabilizzazioni, minacce, intimidazioni (p.es.: arca sepolcrale rinvenuta all’interno del mio palazzo di Vittoria; 5 morti ammazzati scaricati nel cortile del caseggiato del mio fondo Tremolazza con conseguente fuga dei promittenti compratori; cane appeso ad un albero all’ingresso dello stesso fondo; ecc.), tentato omicidio (o, comunque, violenza privata), esistenza di un ampio progetto criminoso volto ad impedirmi le vendite, ecc.!
Il PM, dott. E. Di Quattro, richiede l’archiviazione il 22-09-2005 (dopo appena 35 gg. dalla data di carico alla Procura) perché “le indagini attivate (?) non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso né, a tal fine, appare utile intraprendere ulteriori percorsi investigativi”.
Il G.I.P., dott. Vincenzo Ignaccolo, decreta l’archiviazione il 22/11/2005 perché “non emergono elementi per attribuire le responsabilità a persone note” (!).
Il tutto in poco più di un mese ivi compreso il periodo feriale del mese di Agosto e avendo anche fornito il numero di targa di uno dei tre mezzi (moto, auto, fuoristrada) che ci sbarrarono la strada all’uscita dal fondo Tremolazza!
E tutto, come sempre, finisce!
13) denuncia contro ignoti (noti da identificare) datata 02-08-2005 (18-08-2005) n.640 e 946/2005 R.G.N.R. presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa (la stessa denuncia di cui al superiore n.12, n.2385/2005 R.G.N.R.) per: asporto di parti fisse, furto, danneggiamenti, destabilizzazioni, minacce, intimidazioni (p.es.: arca sepolcrale; 5 morti ammazzati scaricati nel cortile del caseggiato del mio fondo Tremolazza; cane appeso ad un albero; ecc.), fuga dei promittenti compratori, tentato omicidio (o, comunque, violenza privata), esistenza di un ampio progetto criminoso volto ad impedirmi le vendite, ecc.!
Il PM è, però, il Procuratore della Repubblica, dott. Agostino Fera che, dopo avere richiesto ed ottenuto una proroga di 6 mesi alle indagini, chiede l’archiviazione in data 10-03-2006 (deposito in Cancelleria il 27-09-2006) perché “le indagini attivate (demandate ai VV.UU. di Vittoria! - v. n.27 a seguire) non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso né, a tal fine, appare utile intraprendere ulteriori percorsi investigativi”.
Il GIP, dott.vincenzo Ignaccolo, decreta l’archiviazione il 10-10-2006.
La mia denuncia del 02-08-2005 R.G.N.R. (v.: superiore n.12) viene iscritta e istruita per ben tre volte dalla stessa Procura (n.2385/2005 R.G.N.R. n.640 R.G.N.R. e 946/2005 R.G.N.R.)!
E tutto finisce!
14) 1^ segnalazione alla DNA di Roma del 18-08-2005 (15-09-2005), n.224/05 R.G.N.R., per impossibilità a vendere (v.: n.2 esposto presentato al Procuratore Generale di Catania, dott. G. Tinebra, il 30-11-2009).
La DNA delega la Procura Antimafia di Catania a esperire indagini per accertare eventuali infiltrazione mafiose. Viene incaricato il dott. F. Falzone che, dopo aver delegato la Squadra Mobile di Ragusa, riferisce alla DNA (23-12-2005) che si tratta di “diatribe familiari ……. e di interessi particolari di proprietari di fondi confinanti alle proprietà del Pancari” i cui “fatti non sono connessi alla criminalità organizzata”(!). Alla richiesta di archiviazione del PM di Ragusa, dott. E. Diquattro, del 10-02-2006 (17.02-2006), perché “le indagini svolte (?) non hanno consentito di identificare gli autori del reato” segue il decreto di archiviazione del 22/03/2006 con le seguenti motivazioni: “gli eventi esposti appaiono estremamente confusi e tali da non consentire di formulare …illegibile… ipotesi di penale responsabilità a carico di alcuno, senza dire che per diversi fatti ogni eventuale ipotesi di reato, risalenti nel tempo, risulta estinta per prescrizione.” !
Anche in questa archiviazione non si tiene conto della “continuità” dei fatti criminosi!
E tutto finisce !
15) 2^ segnalazione alla DNA di Roma del 08-10-2005 (23/11/2005), n.3957/05 R.G.N.C.R., per riaprire le indagini relative alla denuncia presentata a Ragusa il 02-08-2005 (18-08-2005) n.2385 R.G.N.R. (v. sopra n.12 e 13) e dalla stessa archiviata perchè “non emergono elementi per attribuire le responsabilità a persone note”.
La DNA di Roma delega la Procura Antimafia di Catania facendo espresso riferimento a sentire nuovi pentiti e riferendosi, inoltre, ad un allegato “supporto informatico” contenente dichiarazioni di pentiti a conoscenza della DNA, di cui però si è persa ogni traccia.
Viene incaricato sempre il dott. F. Falzone che, riunisce questa denuncia alla 1^ e invia nuovamente, per competenza, alla Procura di Ragusa (!). Dopo il risultato delle indagini svolte (?) a Catania dal dott. Falzone, perché nuovamente incaricato da Ragusa (!), questi, il 23-12-2005, riferisce alla Procura di Ragusa che si tratta di “beghe familiari” (come se ciò escludesse azioni criminose), mentre la denuncia riaperta dalla DNA viene archiviata a Ragusa (per la 2^volta!) il 22-03-2006 perché “gli eventi esposti appaiono estremamente confusi e tali da non consentire di formulare …illegibile… ipotesi di penale responsabilità a carico di alcuno, senza dire che per diversi fatti ogni eventuale ipotesi di reato, risalenti nel tempo, risulta estinta per prescrizione”!
Questa volta, però, le motivazioni sono, almeno, differenti da quelle della 1^ archiviazione. Inoltre l’archiviazione avviene in 4 mesi e non in 39 gg come la 1^!
Può la Procura di Catania demandare le indagini, per una denuncia “riaperta” dalla DNA di Roma, alla stessa Procura che l’ha già archiviata?
Tuttavia tutto finisce!
La notizia che erano in corso indagini da parte di due Procure (Ragusa e Catania), era nota al “clan” Iacono, in quanto, nel periodo in cui erano ancora aperte le indagini, fui avvicinato da certo ing. Gianfranco Barone (abitante a Siracusa ma originario di Vittoria) che, oltre a “consigliarmi” di lasciare tutto e andare via da Catania, mi disse anche:”….è inutile rivolgersi alla giustizia tanto ….. quando il movimento (indagini) finisce, tutto ritorna come prima..”.
E’ evidente che la notizia è trapelata o dalla Procura di Catania o da quella di Ragusa o da entrambe. A tal proposito vedere la denunzia del 08-01-1998, n.480/1998 R.G.N.R., da dove si evince un’ altra disonorevole fuga di notizie!
Se simili fatti avvengono, perché il mio caso, a dire di certi Magistrati, non è di rilevante criminalità?
Inoltre, a mio parere, sarebbe stato sufficiente sfruttare le dichiarazioni dei c.d. pentiti e, su tali basi, sentirne di nuovi, per venire a capo di tutta la vicenda. Dichiarazioni che, al contrario, o non sono state prese in considerazione, o comunque, non sono state bene utilizzate non avendomi informato e messe al vaglio di altri fatti a me noti!
Lasciarmi allo scuro delle dette dichiarazioni non mi ha consentito di potere decidere ulteriori azioni giudiziarie a tutela dei miei interessi!
16) denuncia contro ignoti (noti da identificare fra i confinanti del mio fondo Raffoscolaro), corredata da foto, datata 28-10-2005 n.3708/R.G.N.R. alla Procura di Ragusa (e CC. di Santacroce Camerina, Provincia Regionale di Ragusa, ecc.) e precisazioni del 29-11-2005 n.51/2006 R.G.N.R. ignoti, per l’apertura di un varco, demolizione del cordolo stradale, impedimento di accesso al mio fondo Raffoscolaro a causa di realizzazione di sbarramento con grossi tubi in ferro con le basi annegate in calcestruzzo interrati e chiusi da catenaccio, collocazione di due grossi massi sulla sede stradale atti ad impedire l’accesso al fondo ma, soprattutto, gravissimo pericolo per l’incolumità pubblica (utenti della strada).
I CC. di piazza Dante, in Catania, dopo avermi stilato verbale di sommarie informazioni (28-08-2007) in merito alla denuncia già da me riconfermata presso i CC. di piazza Verga (28-10-2005), in Catania, richiedono, per i CC. di Santacroce Camerina, i dati anagrafici dei confinanti a me noti. Quanto richiesto viene comunicato con racc.a.r. 155824185994 del 06-09-2007 anticipata via fax il 04-09-2007 al n.tel.:095322459.
Il PM, dott. E. Diquattro, chiede l’archiviazione perché: “rilevato che gli autori del reato sono rimasti ignoti (uno di due confinanti!) e che appaiono inutili ulteriori indagini” !
L’archiviazione pare basarsi esclusivamente su ambigue, distorte e fuorvianti comunicazioni della Provincia Regionale di Ragusa, fornite p.c. al Procuratore della Repubblica, datate 14-11-2005 prot.60443 e 16-02-2006 prot.11830.
A nulla è servita la mia precisazione (29-11-2005) alle comunicazioni della Provincia inviate p.c. anche al Procuratore e di avere fornito elenco di confinanti, unici possibili autori dei reati denunziati!
Ancora una volta, tutto finisce!
Allorquando gli indizi degli atti criminosi commessi per impedire la vendita delle mie proprietà possono far risalire al “clan” Iacono, ogni segnalazione o denuncia viene archiviata o abbandonata !
Infatti, potei rilevare gli illeciti di cui sopra durante una visita sui luoghi effettuata assieme a interessati, venuti appositamente da Roma, perché erano in corso trattative per le vendite !
Facile immaginare come si finirono le trattative !!!!!!!
17) Stralcio da sentenza civile n.129/2005, n.184 Cron. C.; n.232 Rep. nella causa per lesione di legittima da me (diseredato da mia madre!) intentata a mia sorella, Marianna Pancari (erede universale di mia madre e socia in affari di Iacono Ferdinando), emessa dal dott. Michele Duchi, Presidente del Tribunale di Ragusa:
"Nell'affrontare, dopo una vita intera impegnata a scrivere sentenze, l'ennesima defatigante controversia ereditaria fra discendenti di facoltosi possidenti, l'estensore non può non meditare sul vantaggio che la società e la giustizia in particolare avrebbero se i legislatori seguissero il buon consiglio del filosofo inglese Bertrand Russel, che giustamente riteneva l'istituto dell'eredità immorale e come tale da abolire. L'istituto è però ancora lì e quindi bisogna affrontare questo impegno di giustizia." (sic!)
Parere di un alto Magistrato:
SENTENZA MICHELE DUCHI (n.129/2005) n.184 Cron. C.; n.232 Rep.:
Sentenza dichiarativa.
Tono della sentenza è totalmente accusatorio nei confronti dell’attore per cui è una sentenza fatta con animosità e non con spirito di giustizia.
Gran parte delle motivazioni sono espresse con criteri totalmente accusatori, degni di una requisitoria di un pubblico accusatore (PM).
Chiaro scopo di diffamare e di demolire.
18) denuncia contro ignoti datata 11-03-2006 n.353 R.G.N.R. presentata alla Procura di Ragusa (e ai CC. di Vittoria e al Prefetto di Ragusa) per furti con effrazioni delle finestre del mio palazzo sito in Vittoria, destabilizzazioni volontarie e danneggiamenti (demolizione di intonaci, abbattimento di alcune volte, asporto di intonaci con affreschi, ecc.), mancanza di sicurezza e di igiene nel quartiere (bottiglie, escrementi, rifiuti varii, ecc.). Tutti atti volti ad impedire le vendite e facenti parte di un più ampio disegno criminoso progettato e posto in essere da più persone d’accordo tra loro e l’illegittimo innalzamento dell’impalcatura, eretta attorno al palazzo dal Comune di Vittoria, ha favorito i detti atti delittuosi.
Il PM, Procuratore della Repubblica dott. Agostino Fera, il 09-06-2008, chiede l’archiviazione perché: “le indagini attivate (?) non hanno consentito di identificare gli autori del fatto criminoso”.
Non ho più saputo altro! So solo che, come sempre, non sono stato sentito, per cui non mi è stata data la possibilità di produrre prove, così come richiesto in denuncia!
E tutto finisce!
19) esposto al dott. Angelo Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania, datato 03-04-2006 e inviato con racc.a.r., n.129449740312, anticipata via e-mail, per ribadire le mie e sue convinzioni sui responsabili del blocco delle vendite del mio patrimonio e di quant’altro mi tormenta e mi perseguita (responsabili: la mia ex-moglie sig.ra Carmela Iacono, la sua famiglia d’origine, i miei figli e l’intero gruppo parentale Iacono, con particolare rilievo alla persona di Ferdinando Iacono). (v. n.3 dell’esposto al dott. Tinebra del 30-11-2009).
20) esposto del 08-08-2006 n.2757/2006 R.G.N.R. contro il Sig. Iacono Ferdinando per sconfinamento e occupazione di suolo demaniale, presentato al dott. Agostino Fera, Procuratore della Repubblica di Ragusa; al Genio Civile di Ragusa; al Prefetto di Ragusa; al Presidente della Provincia Regionale di Ragusa; al Comune di Vittoria; al Comune di Ragusa, ecc.
Il denunziato fu incriminato solo per sconfinamento nei confronti del mio fondo Tremolazza ma non per l’occupazione del suolo demaniale, per cui il processo, già iniziato, fu invalidato perché il mio esposto non era una denunzia ! Preciso che la richiesta di non luogo a procedere non fu avanzata dall’imputato ma dal PM! (v.: n.1 esposto al dott. Tinebra)
21) richiesta di intervento ai Prefetti di Palermo, Catania e Ragusa del 19-03-2007 (anche a firma dell’avv. F. Bocchieri) rimasta senza riscontro. (v. n.3 dell’esposto al dott. Tinebra del 30-11-2009).
22) 2^ richiesta di intervento ai Prefetti su detti del 30-04-2007, rimasta anch’essa senza riscontro.
23) reitera della su detta richiesta presentata a firma dell’avv. F. Bocchieri al Prefetto di Catania in data 04-07-2007.
Il dott.Marco Rota, Sostituto Procuratore della Repubblica c/o Tribunale di Ragusa incarica la Sezione P.G. Forestale di Ragusa e le indagini vengono affidate al solito M.llo, ora Commissario Superiore, Salvatore Cugnata (“super partes” ed “esperto delle questioni Pancari-Iacono”), il quale mi convoca (N°108/07 Reg.Sez.), per il giorno 22-10-2007, assieme al mio (?) legale dell’epoca, avv. F. Bocchieri, per essere sentito come persona informata sui fatti.
Il verbale fu “sofferto”: dovette essere stilato ben tre volte! Rifiutò anche alcuni documenti che volevo produrre, fra cui un ritaglio di giornale riguardante un incendio sviluppattosi “spontaneamente” nella cucina di un compratore del Palazzo ma che dopo l’incendio, altrettanto “spontaneamente” si dileguò!
Da allora non ho più saputo nulla !!!
24) denuncia contro la mia ex-moglie, sig.ra Carmela Iacono, la sua famiglia di provenienza e i miei due figli, presentata il 24-09-2007, n.4333/07 FNCR, alla Procura di Catania, per impedimenti alle vendite del mio patrimonio.
Alla presentazione della denuncia, avvenuta con l’assistenza dell’avv. Francesco Bocchieri, presente anche mia moglie, si chiese di parlare col dott. Scavone Fabio Ignazio (unico magistrato al momento disponibile), il quale ricevette l’avv. Bocchieri ma non volle ricevere noi. Terminato il colloquio, l’avv. Bocchieri ci riferì che avevamo poche speranze sull’esito positivo della denuncia perché il dott. Scavone era fermamente convinto che “ i colletti bianchi di Vittoria non hanno nulla a che fare con la mafia” (sic!).
La denuncia fu assegnata al dott. Scavone.
Di questa denuncia nulla ho più saputo, sebbene si tratti di una denuncia “ad personam” !!!
25) denunzia contro Stabile Mario presentata da mia moglie alla Procura di Catania il 30/04/2007, n.6819/2007 R.G.N.R. per violazione dell’ artt.348 (abusivo esercizio di una professione), 498 (usurpazione di titoli ed onori), 640 (truffa) e quant’altro … (attentato alla nostra incolumità: vedere pag.7-8 della CTP giurata, redatta dall’ing. Giuseppe Orazio Mauro, allegata alla denunzia; vedere anche opposizione all’archiviazione del 04/02/2008 al punto I, n.4; e vedere alla pag.8, n.3, la seconda CTP giurata, redatta dallo stesso ingegnere e prodotta allegata all’opposizione all’archiviazione del 04/02/2008: “La presenza di pericoli occulti all’impianto elettrico avrebbe potuto creare veri e propri attentati alla vita dei residenti nonché ad eventuali visitatori” (sic!).
Ciononostante viene archiviata dal GIP, dott. Rodolfo Materia, il 05/07/2008 ma con motivazioni degne di un “cantastorie”!
Di lì a poco, inoltre, ci è stato fatto sapere dalla presidente, Sig.ra Gabriella Guerrini, della Associazione Antimafia di Catania (ASAAE), che, l’architetto (?) STABILE MARIO, stava scontando una pena detentiva subìta in seguito a condanna per una denuncia di terzi !
Il che è tutto dire!!!
Lo Stabile Mario, “incaricato”(?) di ristrutturare l’appartamento in cui abitiamo, ci lasciò senza acqua, senza energia elettrica, senza gas, senza finestre e con buchi in varie pareti (anche esterne), avendo abbandonato i lavori senza apparente motivo. Dopo di lui, furono contattate oltre 20 ditte o singoli artigiani ma costoro, dopo avere accettato, si dileguavano! Vivemmo peggio dei baraccati per oltre due anni, pur avendo informato varie Istituzioni e Forza Pubblica !
26) denunzia contro ing. Marcello Minafra a nome di mia moglie ma presentata dall’avv.Bocchieri alla Procura di Ragusa il 16/05/2007 n.2984/2008 R.G.N.R. per i reati di omissione di atti di ufficio e di falsa perizia o interpretazione, nonché per quegli altri eventuali che emergeranno dalla istruttoria.
Non se ne sa più niente.
27) denuncia contro ignoti (noti da identificare, soggetti individuabili) datata 08-04-2008, presentata il 09-04-2008, n.476/2008 R.G.N.R. alla Procura della Repubblica di Ragusa per violazione di domicilio, furto di pertinenze fisse (mattonelle antiche e altro), danneggiamenti, ecc. Reati commessi nel mio palazzo di Vittoria.
Il PM, dott.ssa Nicoletta Mari, in data 07-05-2008 ne chiede l’archiviazione. Propongo opposizione il 30-05-2008 perché il teste Guastella Marco, nella sua telefonata fattami e da me registrata, mi aveva anche detto che “chi è preposto a vedere non deve vedere”, riferendosi ai VV.UU. di Vittoria che, all’epoca, piantonavano quotidianamente il mio palazzo, mentre nel suo interrogatorio non si fa cenno a tale gravissima asserzione.
Il Giudice, dott. Vincenzo Ignaccolo, il 10-07-2008 fissa udienza per il 29-10-2008 nella quale il mio legale, avv. Bordonaro (uno degli avvocati transfughi!), produce un cd con riportata la su detta esplosiva frase del Guastella. Tutto inutile: il 31-12-2008 il dott. Ignaccolo emette sentenza di archiviazione senza neanche imputare di reticenza il teste Guastella Marco e, tanto meno, riascoltarlo!
Le motivazioni dell’archiviazione sono: “ritenuto che in base alla annotazione di pg. del 07-05-2008 non appare possibile identificare gli autori dei delitti denunciati non essendo state utili allo scopo le indicazioni del teste Guastella Marco; che non appare necessario neanche procedere ad una formale ri-escussione dello stesso in base ai rilievi formulati dalla p.o., tenuto conto che quest’ultima, riguardo al c.d. depositato, non ha fornito alcuna trascrizione della pretesa (?) conversazione o valido elemento (?) per potere affermare che il Guastella possa utilmente fare sviluppare le indagini (!); che il processo deve essere archiviato.
P.Q.M. dispone l’archiviazione”.
Domando: un qualunque magistrato che viene a conoscenza di reati estremamente gravi (in specie quelli che riguardano reati commessi dalla Forza Pubblica), non ha il dovere di perseguire i colpevoli previa loro individuazione?
Come sempre, tutte le tracce che potrebbero far risalire al “clan” Iacono e/o ai loro “amici”, vengono sistematicamente abbandonate!
Anche questa denuncia finisce ‘in gloria’!
28) denuncia contro ignoti (poi identificati: Amariei Liviu + Ciobanu Vasile) presentata alla Procura della Repubblica di Ragusa dall’avv.Francesco Bocchieri il ?-?-2006, n.1624/2006 R.G.N.R. per incendio, danneggiamenti e quant’altro …… subiti nel Palazzo di Vittoria!
Per l’udienza del 29-01-2009 sono assistito dall’avv. Maria Elisa Aloisi, subentrata al “dimissionario”, avv. F. Bocchieri, ma non so come il processo sia stato chiuso!
So soltanto che, sia un ufficiale dei VV.UU. e sia l’avv. Aloisi, mi “caldeggiarono” più volte l’abbandono di p.c. nel processo (“..spende solo soldi senza ottenere nulla...sono nullatenenti e…malagente“–“…spende ancora altri soldi e non ottiene niente” !
Credo che l’avv. Aloisi, all’ udienza del 29-01-2009, abbia agito in tal senso pur essendo stata pagata ben €.250,00 e pur avendole rammentato che il mio interesse non è solo economico ma è, anche e soprattutto, quello di ottenere una condanna per gli esecutori dei crimini, affinchè si possa risalire ai mandanti!
29) denuncia contro ignoti (noti da identificare: Botezatu Catalin e Antoci Soria Dan) datata 27-02-2007 n.888/2007 R.G.N.R. per furti, danneggiamenti e quant’altro ……in danno del palazzo di Vittoria.
Il PM, dott.ssa N. Mari, chiede archiviazione il 03-08-2007.
Propongo opposizione ma il GIP, dott. Vincenzo Ignaccolo, il 10-05-2008 “ritenuto che …. l’immobile è in completo stato di abbandono dai proprietari, sicchè, …… il delitto di violazione di domicilio …….deve escludersi la sussistenza del reato ipotizzato ex art.614 c.p.; che ….. l’incendio è di natura colposa, ……. che non ricorre la prova riguardo alla commissione di altri reati da parte dei due indagati, né possono estendersi le indagini in relazione ad altri fatti criminosi oggetto di separati procedimenti penali”, archivia!
Il GIP, però, non considera che Botezatu Catalin, identificato come uno degli autori dei reati commessi a mio danno, fu trovato ucciso dopo essere stato sentito dai VV.UU. e poi indicato quale teste nel processo istruito a Siracusa, per l’omicidio di un suo connazionale.
Non credo sia normale che soggetti di tale spessore criminale possano essere lasciati liberi di disporre dei beni altrui, anche se Pancari!
Non credo, inoltre, che i Magistrati che hanno trattato la superiore denuncia, non intuiscano che gli stessi soggetti siano stati, se non gli autori dei reati, quantomeno testi “scomodi” per i criminali che avevano agito all’interno del fabbricato, con la non remota possibilità di risalire ai mandanti!
30) ultima denuncia contro ignoti del 30-10-2008 (con avv. Blanco) presentata ai CC. di Vittoria, per danneggiamenti, furti, asportazioni di parti fisse del palazzo (ben 7 rampe di scale e relative ringhiere antiche, c.a. 100 mq. di mattonelle antiche), ecc.!
Nel sopralluogo fu fatto rilevare la presenza di indumenti vari, di un borsone, di due brandine con materassi e coperte, in uso al momento dell’ ispezione con i CC. di Vittoria.
Non ne so assolutamente nulla ma tutto lascia prevedere che non avrà corso, così come le altre, e così come riferitomi (riguardo all’ atteggiamento che i CC. di Ragusa tengono nei miei confronti) dal tassista Felice Ruggeri (cel. 3487678837) di cui alla 2^ segnalazione al dott. Tinebra del 19-01-2010.
31) denuncia contro Seggio Cono presentata alla Procura di Catania, datata 29-10-2009 per minaccia di morte (e diffamazione).
Uno degli avvocati presenti alla minaccia è stato convocato dai CC., mentre l’avv. F. Blanco è stato sentito telefonicamente per sapere se confermava i fatti, ottenendo l’assenso dello stesso.
Non ne so ancora nulla.
32) elenco di alcune delle tante denuncie sporte a C.C. e Polizia di Stato per effrazioni di catenacci, furti e danneggiamenti di vario genere e natura, destabilizzazioni volontarie, ecc., subiti nel Palazzo e nel fondo Tremolazza: Maggio 1977 (1° di oltre 20 furti subìti e denunciati al Palazzo di Vittoria, tutti finiti a niente pur essendo stati asportati ben tre camion di refurtiva), 16-04-1991, 28-07-1992, 05-08-1992, 13/28-05-1993, 27-12-1993 (da avv. Zorzi), 14/23-02-1994, 14/20-04-1994, gennaio 1995 (da avv. Zorzi), 08-01-1997, 31-12-1997, 14-01-1998, 21-09-1999, 03-02-2000, 05-06-2004, 03-03-2005.
Tutte senza esito, sin dagli inizi della mia vicenda !
**************
Appare evidente, a questo punto, che la Magistratura mi considera non solo “scomodo” ma addirittura un nemico da abbattere: i miei telefoni sono costantemente sorvegliati come se fossi io il criminale! (v. verbale del dott. U. Scelfo redatto per il mio interrogatorio del 28-01-2010).
L’esito della mia ultima richiesta di Giustizia, avanzata fiduciosamente ma ingenuamente a Lei, dott. Tinebra, dimostra ancora una volta che la Magistratura non vuole interessarsi del mio caso!
Come può Lei, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catania, avallare il comportamento di magistrati compiacenti e/o collusi con la mafia?
Hanno dunque ragione coloro che mi hanno detto che “vengo dalla luna se penso che un magistrato possa venire condannato” e che “lupo non mangia lupo”!
Basta qui citare l’esempio della motivazione dell’archiviazione della mia denunzia per molestie (minaccia di morte) presentata alla Procura di Catania contro ignoti (soggetti identificabili) il 08/01/1998, n.480/98 R.G.N.R. meglio descritta al superiore n.4: “Considerato che il fatto in oggetto del presente procedimento è di particolare tenuità in quanto, avuto riguardo alla esiguità del danno e del pericolo che ne è derivato per la persona offesa, nonché la sua occasionalità ed il modesto grado di colpevolezza dell’indagato, non pare giustificato l’esercizio dell’azione penale” (sic!).
L’indagato, però, è stato successivamente arrestato per vari infamanti e gravi reati, fra cui quello di “associazione a delinquere di stampo mafioso” !
Le chiedo, dott. Tinebra, può essere una minaccia di morte più o meno tenue? Più o meno occasionale? Più o meno dannosa? Più o meno pericolosa?
Inoltre la seconda minaccia di morte, ricevuta a soli 5 giorni dalla presentazione della su detta denuncia, fu portata immediatamente a conoscenza del PM dell’epoca, dott.ssa Scalise. (v.: n. 8 esposto a Tinebra) ma di questa ulteriore minaccia di morte pare non vi sia traccia nel fascicolo, come pure della bobina allegata alla denuncia.
La Sua inerzia, dott. Tinebra, avalla assurdamente simili risibili, incredibili, stravaganti, grottesche motivazioni e tutto il vergognoso comportamento di certa Magistratura (e di certi uomini delle istituzioni), pro Iacono e contro di me !
Tutte le strade che conducono agli Iacono non vengono seguite, anzi, vengono abbandonate!
Adesso so di avere mal riposto la mia fiducia, eppure, Lei stesso al nostro primo incontro, ebbe a dirmi: “le do il migliore” , il dott. Ugo Scelfo!
Non sapeva che da lì a qualche settimana il dott. U. Scelfo sarebbe andato in pensione?!
E perché il dott. Scelfo ha voluto iniziare con lo “sbloccare le vendite” (non di sua competenza) e non agire contro i magistrati “deviati” e gli uomini delle Istituzioni o collusi o compiacenti?
Il deleterio comportamento tenuto, poi, dal dott. Domenico Platania (successore del dott. Scelfo) di certo non è il “migliore” né dal punto di vista sostanziale né, tanto meno, dal punto di vista formale, dato che, ad oggi, non si è minimamente preoccupato di dare riscontro alla mia istanza del 09/07/2010 volta, fra l’altro, ad avere notizie sulle indagini, se mai ve ne siano, susseguenti ai miei ultimi esposti.
I danni subiti, da me e poi anche da mia moglie, sono inestimabili !
Basti considerare soltanto le spese per legali e tecnici, affrontate per ogni pratica archiviata! La condanna di cui al superiore n.2), non solo è rimasta unica ma sono state, anche, liquidate in modo del tutto irrisorio!
Questa, dott. Tinebra, non è Giustizia !!!
Devo concludere che neanche l’intervento, da me sollecitato, di politici di destra, di centro e di c.d. sinistra (Rita Borsellino, Leoluca Orlando, Luca Assirelli (IdV), Salvo Raiti, Claudio Fava, Giulietto Chiesa, Susanna Anvar, Mimmo Sudano, Pippo Scalone, ecc.), ha spinto la Magistratura ad intervenire.
Ciò fa, però, maggiormente capire la “serietà”, sia a livello regionale che nazionale e anche internazionale, della mia vicenda non caldeggiata e poi addirittura osteggiata anche da, pressoché, tutte le c.d. Associazioni Antimafia (come p.es.: sig.ra Gabriella Guerrini della “ASAAE”; dott. Mazzeo di “terrelibere/terrediconfine.org”; “Censurati”; Enrico Natoli di “Cuntrastamu”; Giorgio Bongiovanni di “AntimafiaDuemila”; Don Luigi Ciotti di “Libera” (!); ecc.) e da alcuni giornalisti od “opinionisti” (Fabrizio Gatti, Carlo Ruta, Concita Occhipinti, Salvatore Cosentino, ecc.), e ciò a riprova che chi ha contro la ‘vera’ mafia, quella ad alto livello, si ritrova contro la Magistratura, i politici, la stampa, le Forze dell’Orine, gli Uffici Statali, e, “dulcis in fundo”, anche le Associazioni Antimafia!
Non mi resta che porgerLe i miei saluti, scusandomi per i termini non tecnici di questa mia missiva, dovuti al fatto che, sia io che mia moglie, non riusciamo più a reperire né avvocati né tecnici disposti a difendere onestamente noi e i nostri interessi. Chi ha il coraggio di rompere il muro del silenzio e dell’omertà, riesce a dire:“Io qui ci lavoro” – “Io non lavoro per un cadavere” !
Come vede, dott. Tinebra, “la morte è morte anche se non c’è un cadavere”!
Giovanni Battista Pancari
giovanni pancari | altre lettere di giovanni pancari
Commenti alla lettera
2010-11-22 17:58:59
a oggi 22.11.2010 h.18,00 nessuno ha fatto un commento.d'altronde cosa ci si può aspettare dai cittadini italiani di oggi? nulla vedono, nulla sentono, e pertanto non hanno nulla da dire. neanche se vedono un criminale infierire su un debole o un inerme. quando poi qualcuno ha il coraggio di esporsi, nessun aiuto riceve dallo Stato e, allorchè interviene la Magistratura, lo fa con tanto, tanto buonismo. e il criminale è di nuovo in piazza a delinquere. così il cittadino: "chi me lo fa fare a mettermi nei guai e, molto presto, trovarmi faccia a faccia con chi ho denunciato?" - non pensa che un domani potrà accadere anche a lui !!!!!!!
-- giovanni pancari
Due pesi e due misure - commento palese
Sarà sempre così perchè noi (italiani !) ci diamo da fare solo quando ci "toccano" personalmente. Lei, Sig. Lucio Garofalo, si è mai interessato alla mia vicenda? Ha fatto qualcosa per me? Forse l'ha saltata perchè nel titolo c'è la parola MAFIA. Ciò basta
Sarà sempre così perchè noi (italiani !) ci diamo da fare solo quando ci "toccano" personalmente. Lei, Sig. Lucio Garofalo, si è mai interessato alla mia vicenda? Ha fatto qualcosa per me? Forse l'ha saltata perchè nel titolo c'è la parola MAFIA. Ciò basta
Due pesi e due misure - commento palese
Sarà sempre così perchè noi (italiani !) ci diamo da fare solo quando ci "toccano" personalmente. Lei, Sig. Lucio Garofalo, si è mai interessato alla mia vicenda? Ha fatto qualcosa per me? Forse l'ha saltata perchè nel titolo c'è la parola MAFIA. Ciò basta per tenersene lontani. Eppure io sono oggetto dei DUE PESI E DUE MISURE che lei, a ragione, biasima fortemente. A me è mancato e continua a mancare l'appoggio e l'attenzione, non solo di un ministro, ma di tutte le Istituzioni, della Magistratura, dei politici, della Chiesa, e, ciò che stupisce, anche delle Associazioni che si autodefiniscono ANTIMAFIA. Un solo esempio per tutti.: don Luigi Ciotti, conosciuto da tutti come il paladino dell'antimafia per antonomasia! E che dire di tutte la altre Organizzazioni ed Enti statali e privati ?
Non so neanche cosa lei ha pensato del mio caso (CONTINUITA' DI UNA STORIA DI MAFIA "di altri tempi") postato in questo stesso sito dove lei grida allo scandalo? Non un commento.
E' la VERA solidarietà che può fare forti i deboli. Ma questi debbono essere pronti a mobilitarsi anche se non ne hanno un personale ritorno "immediato". L'unione (disinteressata) fa la forza!
Il post a mio nome (del 23-03-2007, 19:41.03) ha avuto 180 letture. Non sono poche e non sono tante, ma quanti si sono mossi per me? NESSUNO (eccetto ARCOIRIS)!
E da quanti anni è stata pubblicata ( http://www.terrelibere.it/terrediconfine/index.php?x=completa&riga=01746 ) una denunzia, scandalosamente, archiviata ! E dire che lì ci sono state non solo poche centinaia di letture ma ben 2166. Ebbene, non ho avuto neanche un segno di "solidarietà" che, dopo tutto, non "costa" nulla. Si immagini poi se avessero dovuto manifestare apertamente in mio favore!
E che dire del caso: RAZZISMO SPIETATO (postato sempre su Arcoiris) che ha avuto oltre 800 letture e 13 commenti. Però il suo mi pare di non averlo letto.
E poi vogliamo che non esistano i DUE PESI E DUE MISURE?
MEDITATE GENTE, MEDITATE!
La saluto e sono il Suo
giovanni pancari
pindaro33@virgilio.it
Sarà sempre così perchè noi (italiani !) ci diamo da fare solo quando ci "toccano" personalmente. Lei, Sig. Lucio Garofalo, si è mai interessato alla mia vicenda? Ha fatto qualcosa per me? Forse l'ha saltata perchè nel titolo c'è la parola MAFIA. Ciò basta per tenersene lontani. Eppure io sono oggetto dei DUE PESI E DUE MISURE che lei, a ragione, biasima fortemente. A me è mancato e continua a mancare l'appoggio e l'attenzione, non solo di un ministro, ma di tutte le Istituzioni, della Magistratura, dei politici, della Chiesa, e, ciò che stupisce, anche delle Associazioni che si autodefiniscono ANTIMAFIA. Un solo esempio per tutti.: don Luigi Ciotti, conosciuto da tutti come il paladino dell'antimafia per antonomasia! E che dire di tutte la altre Organizzazioni ed Enti statali e privati ?
Non so neanche cosa lei ha pensato del mio caso (CONTINUITA' DI UNA STORIA DI MAFIA "di altri tempi") postato in questo stesso sito dove lei grida allo scandalo? Non un commento.
E' la VERA solidarietà che può fare forti i deboli. Ma questi debbono essere pronti a mobilitarsi anche se non ne hanno un personale ritorno "immediato". L'unione (disinteressata) fa la forza!
Il post a mio nome (del 23-03-2007, 19:41.03) ha avuto 180 letture. Non sono poche e non sono tante, ma quanti si sono mossi per me? NESSUNO (eccetto ARCOIRIS)!
E da quanti anni è stata pubblicata ( http://www.terrelibere.it/terrediconfine/index.php?x=completa&riga=01746 ) una denunzia, scandalosamente, archiviata ! E dire che lì ci sono state non solo poche centinaia di letture ma ben 2166. Ebbene, non ho avuto neanche un segno di "solidarietà" che, dopo tutto, non "costa" nulla. Si immagini poi se avessero dovuto manifestare apertamente in mio favore!
E che dire del caso: RAZZISMO SPIETATO (postato sempre su Arcoiris) che ha avuto oltre 800 letture e 13 commenti. Però il suo mi pare di non averlo letto.
E poi vogliamo che non esistano i DUE PESI E DUE MISURE?
MEDITATE GENTE, MEDITATE!
La saluto e sono il Suo
giovanni pancari
pindaro33@virgilio.it
Un caso di razzismo (veramente grave, biasimevole, incivile e spietato)
suscita più interesse (780 letture in soli 13 giorni e ben 10 commenti)
della vita intera di un uomo, buttata via perchè perseguitato dalla
mafia
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