venerdì 24 febbraio 2012

Stipendi manager PA

Stipendi manager PA, piu' pagato Manganelli

Alla Camera un primo elenco dei supermanager che guadagnano piu' di 294 mila euro l'anno


Stipendi manager PA, piu' pagato ManganelliIl ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi ha consegnato alla Camera un primo elenco dei manager della P.a. che guadagnano piu' di 294 mila euro. In base a questa prima ricognizione, lo stipendio piu' alto e' quello del capo della polizia Antonio Manganelli, di 621.253,75 euro. La lista consegnata oggi alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dal ministro Filippo Patroni Griffi non è completa, dal momento che mancano gli eventuali stipendi cumulati dai manager pubblici che ricoprono diversi incarichi.
Inoltre, se è vero che ciascun ministero (incluso Palazzo Chigi) ha consegnato i dati di sua competenza, mancano ancora quelli di alcuni enti pubblici. Il capo della Polizia Antonio Manganelli, dunque, è primo in 'classifica' per lo stipendio più alto, ma non è detto sia il più 'ricco' tra i dirigenti dello Stato, dal momento che alcuni colleghi potrebbero superarlo sommando le retribuzioni ricevute per i diversi incarichi. Ad ogni modo, tutti i nomi nella lista consegnata dal governo al Parlamento, andranno incontro alle riduzioni di stipendio previste dal decreto attualmente all'esame delle Camere, che fissa un tetto retributivo a 294 mila euro. Restano esclusi i dirigenti degli organi costituzionali (Quirinale, Parlamento, Corte costituzionale) e quelli degli enti locali.
STIPENDIO GABRIELLI 364 MILA EURO  - E' di 364.196 euro lo stipendio del capo Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli. Lo comunica la presidenza del Consiglio, che segnala inoltre che "tra il personale dei ruoli con incarico di struttura" di palazzo Chigi "nessun dipendente supera il tetto del primo presidente della Corte di Cassazione". Dunque, il taglio previsto dal decreto all'esame del Parlamento, per portare gli stipendi al di sotto di 294 mila euro, si applicherà eventualmente soltanto al capo della Protezione civile.
AUTHORITY, PER PRESIDENTI REDDITO 'TOP' 474 MILA EURO  - La retribuzione dei presidenti delle Authority e', al massimo, di 475.643 euro. E' quanto emerge dall'elenco delle retribuzioni nella pubblica amministrazione superiori a 294.000 euro. Gli oltre 475 mila euro sono appannaggio del presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzella, di Energia e Gas, Pier Paolo Borboni, e di Agcom, Corrado Calabro'. Nel caso di Pitruzzella, pero', e' da segnalare che il presidente e' entrato in carica solo a fine novembre e che lo stipendio 2012 e' stato ridotto a 304 mila euro. Pitruzzella quindi andrebbe inserito tra i presidenti di authority con reddito più basso, come il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che ha una retribuzione di 387.000 euro. Ancora inferiori gli stipendi di Avcp, Privacy e Covip, che sono sotto quota 294 mila euro. All'Antitrust, inoltre, nel 2012 scatterà una riduzione delle retribuzioni per tutti i componenti. Stesso discorso andrà applicato al segretario generale dell'Agcom e a una quota dei componenti di quella autorità per il 2012, dato che hanno già deciso l'applicazione di una riduzione. E' da notare, peraltro, che il direttore generale della Consob, Antonio Rosati, distanzia con 395 mila euro (più gratifica annuale) anche il presidente Vegas. Per quanto riguarda i componenti e i dipendenti delle diverse autorità, i loro stipendi 2011 sono in una fascia compresa tra i 300 e i 400mila euro circa. Per il 2011 (ma nel 2012 scatteranno le riduzioni) al livello più alto (396.379 euro) si trovano i componenti dell'Antitrust (Antonio Pilati, Piero Barucci, Carla Rabitti Bedogni e Salvatore Rebecchini), di Energia e Gas (Valeria Termini, Luigi Carbone, Rocco Colicchio, Alberto Biancardi) e dell'Agcom (Nicola D'Angelo, Sebastiano Sortino, Enzo Savarese, Stefano Mannoni, Antonio Martusciello, Michele Lauria, Roberto Napoli e l'ex Gianluigi Magri). Un poco più in basso nella classifica dei componenti delle Authority ci sono quelli della Consob (Vittorio Conti, Michele Pezzinga, Paolo Troiano e Luca Enriques) con retribuzioni 2011 a quota 322 mila euro. Da citare, infine, il segretario generale della Consob Gaetano Caputi con una retribuzione di 280.000 euro (ma va aggiunta una gratifica annuale), e i dipendenti dell'Agcom Roberto Viola (325.203,28 euro più contributo di solidarietà) e Antonio Perrucci (292.858,18 euro più incarico da altra pubblica amministrazione, più contributo di solidarietà). Secondo quanto pubblicato anche sui rispettivi siti Internet, Antitrust e Agcom hanno già provveduto ad uniformare per il 2012 gli stipendi dei loro dirigenti al tetto introdotto dal governo Monti. E hanno abbassato le retribuzioni alla cifra percepita dal primo presidente della Corte di Cassazione. L'adeguamento è dunque a 304 mila euro, la cifra inizialmente indicata dal governo (solo successivamente è stato indicato il nuovo trattamento economico del primo presidente della Suprema Corte, che è di 294 mila euro). Per quanto riguarda l'Antitrust, dunque, sia il presidente Giovanni Petruzzella, sia i componenti del collegio Piero Barucci, Carla Rabitti Bedogni e Salvatore Rebecchini percepiscono a partire dal primo gennaio 2012 uno stipendio di 304.951,95 euro. Identica cifra per i vertici dell'Agcom: il presidente Corrado Calabrò e Nicola D'Angelo, Michele Lauria, Stefano Mannoni, Antonio Martusciello, Roberto Napoli, Sebastiano Sortino
DA ISTAT A INPS DIFFERENZE SOSTENUTE REDDITI MANAGER  - Il direttore generale dell'Inps ha uno stipendio più alto di quello del presidente dello stesso ente. E' quanto emerge dai dati comunicati oggi alla Camera, secondo i quali Antonio Mastrapasqua per il suo incarico di presidente dell'Ente previdenziale ha una retribuzione di 216.711,67 euro. E' di 300mila euro, invece, la retribuzione del presidente dell'Istat Enrico Giovannini. Mauro Nori e Massimo Pianese, che presso l'Inps hanno la qualifica di direttore generale, hanno uno stipendio rispettivamente di 377.214,86 euro e 322.841,14 euro. Inoltre, presso l'ente previdenziale hanno uno stipendio al di sopra di quello del primo presidente della Corte di Cassazione i dirigenti: Giuliano Quattrone (333.416,97 euro), Maria Grazia Sampietro (314.371,92 euro), Giuseppe Baldino (306.548,79 euro), Daniela Becchini (296.208,91 euro). Quanto agli altri enti pubblici, l'Aran, l'Agea, l'Inail, l'Agenas, l'Isfol, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'Istituto nazionale di Ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, il Parco Appennino, comunicano tutti che i loro dipendenti hanno stipendi inferiori al tetto di 294 mila euro.
PATRONI GRIFFI: MANCA DATO CUMULI STIPENDI, MA LO AVREMO  - "Abbiamo chiesto alle amministrazioni di appartenenza" di fornirci l'elenco degli emolumenti degli alti dirigenti "che sforano" il tetto massimo, individuato dal Governo nello stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, di circa 294 mila euro. Ma le informazioni ricevute sono al momento incomplete, perché non tutti gli enti hanno inviato i dati richiesti. Lo spiega il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, lasciando le commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, dopo aver consegnato la lista dei redditi dei 'super-manager' di Stato. Nell'elenco, spiega Patroni Griffi, "mancano i cumuli", e cioé gli eventuali stipendi aggiuntivi che i 'super-manager' percepiscono dallo Stato per altri incarichi. "E non ci sono neanche i benefit - aggiunge - perché noi abbiamo chiesto la retribuzione da contratto". Soprattutto quelli relativi ai cumuli "sono dati - sottolinea Patroni Griffi - che come ministero continueremo a raccogliere, per poter applicare il tetto retributivo" quando il decreto entrerà in vigore. Ad ogni modo, spiega, l'articolo 3 del decreto della presidenza del Consiglio che introduce il tetto agli stipendi dei manager, "prevede che ciascuno dei dirigenti pubblici presenti una dichiarazione annuale all'amministrazione di appartenenza indicando l'esistenza di altri incarichi assunti. Informazioni, queste, che saranno pubbliche". Patroni Griffi racconta di aver voluto consegnare al Parlamento i primi dati disponibili, seppur incompleti: "Era meglio cominciare, in tre giorni non avrei potuto avere di più". E aggiunge di essere pronto a integrare quei dati, se le commissioni lo chiederanno. Intanto, il ministero andrà avanti nel suo 'censimento'. Quanto alla Camera, le commissioni Affari costituzionali e Lavoro formuleranno il parere sullo schema di decreto del governo il prossimo 29 febbraio. L'intenzione dell'esecutivo è che, non appena acquisiti i pareri parlamentari, il tetto agli stipendi sia immediatamente operativo.
FINI PUBBLICA I SUOI, 201MILA EURO IN 2010  - Sono on-line le dichiarazioni dei redditi dal 2008 al 2011 del presidente della Camera Gianfranco Fini. Fini ha aderito alla possibilità, data a tutti i deputati, di pubblicare il proprio stato patrimoniale accanto alla biografia, sul sito della Camera. E da stamattina sono dunque visibili anche sul Web le dichiarazioni depositate ogni anno dal presidente agli uffici di Montecitorio. Per il 2010 Fini ha dichiarato un imponibile di 201.115 euro, su cui gravano 79.649 euro di imposta lorda.




ROMA - ''Chi guadagna e paga le tasse non e' peccatore e va guardato con benevolenza, non con invidia''. Paola Severino ha tutte le carte in regola per pronunciare questa frase: solo nel 2010 ha versato 4 milioni di imposte allo Stato. Ma non riuscira' forse la Guardasigilli, con l'aria che tira, ad allontanare da se' l'invidia per quei 7 milioni di reddito imponibile che la consacrano ministro piu' ricco del governo Monti. E a sorpresa le consentono di superare di molto in classifica anche il collega 'banchiere' Corrado Passera. Di certo, ministri e sottosegretari i 'compiti a casa' li han fatti. E in questo martedi' grasso hanno pubblicato on-line i loro redditi. Il piu' 'indisciplinato'? Proprio lui, Mario Monti. Il cui reddito giunge solo in tarda serata, a meno di un'ora dalla 'dead line' della mezzanotte. Ma di certo, il suo - che lo 'inchioda' ad un reddito 2010 da poco piu' di 1,5 milioni - e' uno dei modelli compilati con piu' dettagli. Il reddito complessivo del professore e' dunque di 1.515.744 euro nel 2010 ed uno stimato, per il 2011, di 1.010.000 che probabilmente non salira' nel 2012 avendo rinunciato al compenso da premier e da ministro del Tesoro. Il suo patrimonio e' formato da appartamenti, uffici e negozi, mentre non brilla per il parco macchine: due Lancia (una Dedra e una Kappa) del 1995 e del 1998. Consistenti invece le attivita' finanziarie: tra fondi comuni azionari e obbligazionari oltre che di liquidita' Monti puo' contare su oltre 11 milioni di euro divisi tra Intesa San Paolo, Bnp Paribas, Ing e Banco di Brescia. Antonio Catricala' ha consegnato a ciascuno un modello da compilare. Si chiedevano informazioni su stipendio, beni e investimenti solo per il 2012, ma quasi tutti i ministri (con la sola eccezione di Annamaria Cancellieri e Lorenzo Ornaghi) e molti sottosegretari hanno prevenuto le polemiche gia' pronte a esplodere, comunicando anche il reddito dichiarato nel 2011 per il 2010 e consentendo cosi' una comparazione. Anche se restano alcune lacune e manca ancora all'appello, in serata, anche il sottosegretario Franco Braga oltre al premier. I dati, dunque. Con la chiamata al governo, banchieri e professori, maestri e avvocati, si livellano tutti su uno stipendio di circa 200 mila euro lordi annui (con qualcosa di piu' per chi non e' residente a Roma: una diaria mensile fino a 3.500 euro). Una cifra enorme per Marco Rossi Doria, il 'maestro di strada' che nel 2010 guadagnava 37.248 euro l'anno e adesso moltiplica quasi per sei. Anche il piu' 'povero' dei ministri, Andrea Riccardi, migliora la sua posizione (dai 120 mila euro di partenza). Ma in realta' per la maggioranza dei membri dell'esecutivo, il servizio allo Stato vorra' dire nel 2012 un crollo, anche verticale, della ricchezza. Emblematico il caso dei due 'paperoni'. L'avvocato e professore Paola Severino vedra' il suo stipendio quasi 'scomparire', passando da 7.005.649 euro a 195.225 euro. Cosi' pure l'ex ad di Banca Intesa Corrado Passera, che potra' sempre contare su depositi (derivanti dalla vendita delle azioni) per 8,8 milioni e su un fondo pensione da 3,3 milioni, ma vedra' lo stipendio lordo di 3,5 milioni ridursi fino a 220 mila euro. Tra i milionari ora in ristrettezza anche Piero Gnudi (1.7 milioni), Mario Ciaccia (1.6 mln) e Andrea Zoppini (1.4 mln). Ma anche Mario Catania nel passaggio da dirigente a titolare del suo ministero, l'Agricoltura, in termini economici ci perde: da 280 mila euro a 211 mila. Mentre continuera' a guadagnare bene il sottosegretario Antonio Malaschini, che somma allo stipendio la ricca pensione di segretario generale del Senato (519 mila euro) e arrivera' cosi' a 700 mila euro nel 2012. ''Di certo non possiamo dire che il governo Monti sia un governo di poveracci'', protesta la Lega con Marco Reguzzoni. Ma vacilla un po' l'immagine di 'governo dei banchieri'. E non solo perche' un avvocato si impone come primo in classifica. Ma anche perche', se e' vero che sono molto ricchi i portafogli azionari di alcuni ministri, ancor piu' ricche appaiono le proprieta' immobiliari dei membri del governo. Come la maggioranza degli italiani, insomma, investono nel mattone. Ereditano case, come il 'recordman' Guido Improta (che a Napoli ha decine di proprieta'), le comprano (anche a costo di mutui o ipoteche) e le ristrutturano, come il ministro Piero Giarda. Che, orgoglioso, allega alla dichiarazione patrimoniale la foto della sua baita alpina. E sulle Alpi ha anche un pascolo.


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