IO MI CHIAMO GIOVANNI TIZIAN
Costretto a vivere sotto scorta
Succede in Emilia Romagna
al giornalista Giovanni Tizian
Una campagna per difendere il cronista
e militante dell’associazione daSud
Giovanni è figlio di Peppe Tizian
vittima innocente della ‘ndrangheta
Ha appena pubblicato il libro-inchiesta:
“Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”
“Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”
La politica ha cancellato la parola mafia dal vocabolario pubblico,
l’informazione ha finto di non vedere, le associazioni e i movimenti
hanno sottovalutato. E invece la mafia al nord c’è, fa affari, è
pericolosa, sta dentro i processi economici e sociali. E non vuole
essere disturbata.
Così nella civilissima Emilia Romagna può accadere che a Giovanni
Tizian, un giornalista precario di 29 anni, impegnato sul fronte
antimafia con l’associazione daSud, venga assegnata una scorta. Per il
suo lavoro di inchiesta sulle mafie al Nord. Un lavoro coraggioso, vero,
che pochi giornalisti fanno. E che tutti dobbiamo difendere.
In questi anni Giovanni ha scritto inchieste raccontando il volto reale
delle mafie al nord svelando - sulla Gazzetta di Modena, su
Linkiesta.it, su Lettera 43, Narcomafie - ciò che accade in Lombardia,
Piemonte, Liguria e Emilia Romagna.
L’ha fatto spesso in solitudine, una solitudine doppia, inaccettabile:
quella di chi racconta una verità che nessuno ha la voglia o l’onestà
intellettuale di sentire. E la solitudine di chi fa il giornalista con
passione, rigore, professionalità. Ma lo fa da precario, senza le tutele
di cui godono i giornalisti e gli scrittori famosi, quelli che
pubblicano con le grandi case editrici, quelli che scrivono sui giornali
nazionali.
In questi anni al giornalismo, ha voluto affiancare il suo impegno
antimafia con l’associazione daSud: Giovanni infatti ha vissuto sulla
propria pelle la violenza della ‘ndrangheta. È figlio di Peppe Tizian, ucciso il 23 ottobre del 1989.
Era nato a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria. Era un
funzionario di banca «integerrimo», dicono gli investigatori. Aveva solo
36 quando l’hanno ammazzato. Il suo omicidio è rimasto senza colpevoli.
Giovanni era ancora un bambino. Ha tenuto per sé questa storia per
quasi venti anni. Nel 2008, durante la Lunga Marcia della Memoria di
daSud, la decisione di condividere la sua storia e di iniziare l’impegno
antimafia. Da allora ogni anno daSud dedica una parte delle proprie
attività al ricordo di Peppe Tizian: sul luogo dell’omicidio, a Locri,
lungo la statale 106 due anni fa è stato realizzato un murales.
Proprio a partire dalla sua esperienza personale Giovanni Tizian ha scritto un libro sulle mafie al nord. Si intitola “Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”, lo ha pubblicato la
casa editrice Round Robin, la casa editrice con cui daSud ha deciso di
costruire il suo racconto delle mafie e dell’antimafia con inchieste,
romanzi e fumetti. È un lavoro straordinario, Gotica, documentatissimo,
che offre anche ottime chiavi di interpretazione delle attività dei
clan. Racconta gli intrecci con la politica, con l’economia, con le
professioni. E i traffici di droga, il pizzo, l’usura, il gioco
d’azzardo. Racconta il giro dei soldi. I soldi dei clan.
«Sono sicuro di riuscire a trovare il modo di continuare a fare il mio
lavoro. Non penso che un giornalista possa cambiare il mondo, ma credo
nell'utilità sociale del mestiere di giornalista», dice Giovanni.
Continuerà a fare il suo lavoro. Lo farà meglio di prima. E avrà sempre al suo fianco daSud, la sua associazione.
Insieme non indietreggeremo di un solo passo, insieme continueremo a
raccontare le storie nascoste o dimenticate di mafia e antimafia di
questo Paese.
Ma la sfida che i clan hanno lanciato a Giovanni è una sfida lanciata all’Italia che resiste e che vuole cambiare:
a tutti il compito di organizzare un grande movimento di scorta
popolare e civile. Associazioni, gruppi, comitati, partiti, singoli,
giornalisti, organizzazioni, personaggi, artisti, trasmissioni radio e
tv, giornali, amministratori, scrittori: tutti quanti possiamo fare
molto per non fare sentire soli Giovanni e la sua famiglia. E per
garantire che possa fare tranquillamente il suo lavoro.
Parte da oggi la campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian”: incontri, iniziative, presentazioni, dibattiti, campagne web e di comunicazione.
Per aderire inviare una mail a iogiovannitizian@dasud.it
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