domenica 21 luglio 2019

' SEI VOLTE A CASA MIA MA DAVVERO SONO LADRI?'Craxi raccontava !!

ROMA - Bettino e i soliti ignoti. Non è un remake del celebre film, ma il titolo che si potrebbe dare da un' interrogazione parlamentare presentata ieri dal leader del Psi. Tutto comincia con un doppio furto simultaneo, a Roma e Milano, nelle due case della figlia, nella stessa notte. "Seguono tante strane violazioni di domicilio, ispezioni nei cassetti... E perfino una visita nella cantina della segretaria milanese, alla ricerca di un improbabile deposito di carte segrete". Straordinarie coincidenze? O un giallo da rendere pubblico per mettere sul chi vive i colpevoli, le tante manine che frugherebbero nelle sue tasche? A raccontare tutto ci pensava da tempo. Ieri ha deciso di passare alle vie di fatto. "Troppe perquisizioni... Perfino alla Camera...". E così, armato di carta e penna, ha scritto un' interrogazione al governo e ieri l' ha consegnata all' ufficio di presidenza della Camera. Più precisamente, è diretta al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni, a Giuliano Amato e Nicola Mancino. Il parlamentare semplice Bettino Craxi vuole sapere "se i ministri sono informati del fatto che, nell' arco degli ultimi mesi e fino allo scorso gennaio, uffici e abitazioni di membri della sua famiglia e di vicini collaboratori hanno subito per sei complessive volte ' furti simulati' attraverso i quali in realtà sono state effettuate ad opera di ignoti operazioni di perquisizione". Spiega il segretario socialista: "Di volta in volta ne siamo rimasti vittime io stesso, mia moglie, mia figlia, mio figlio, la mia segretaria personale. Successe la prima volta, nella stessa notte, nella casa dove abita mia figlia a Milano e nell' ufficio dove lavora a Roma, benchè difeso da porta blindata". Ricostruiamo la prima vicenda: è il 12 dicembre del 1991 e Stefania Craxi è in viaggio per lavoro, in giro per l' Italia. Il suo appartamento milanese, vicino a quello dei genitori, viene visitato dai (presunti) ladri nella notte. E, prima che lei stessa possa rientrare a controllare cosa sia stato sottratto dalla casa, i carabinieri (avvisati da qualcuno) entrano e trovano una strana situazione. Sul letto matrimoniale di Stefania e del suo compagno Marco Bassetti, c' è un piccolo cartoccio di carta stagnola argentata (contenente pochi grammi di hashisc) e, accanto, qualcuno vi ha piazzato una cornice con la fotografia dei genitori Bettino e Anna. Lì per lì la cosa viene messa a tacere. Qualche giorno dopo, siamo alla vigilia del Natale 1991, a Montecitorio comincia un tam tam insistente secondo il quale Stefania Craxi, proprio in quei giorni, sarebbe stata raggiunta da un avviso di garanzia per possesso di stupefacenti... Bettino Craxi si insospettisce e preferisce spiegare lui stesso a Repubblica, in quei giorni, la sua versione dei fatti. Finita la ricostruzione, aggiunge: "Credo che farò una denuncia su questo "stranissimo" furto, un furto che somiglia piuttosto ad un' intimidazione, ma io non mi farò intimidire". E' passato più di un anno ed il momento della denuncia è arrivato. Anche perchè, nel frattempo, come racconta lo stesso Craxi nella sua interrogazione, sono accaduti altri fatti a suo giudizio molto strani: "Dopo mia figlia, ignoti si sono introdotti nottetempo nell' ufficio di mio figlio, non per asportare alcunchè ma solo per compiere un' accurata ispezione. Egualmente, sempre nottetempo, passando senza scasso attraverso due porte blindate ignoti sono penetrati nel mio ufficio di Milano, lasciando documenti in disordine, armadi e cassetti aperti rovistati e ispezionati. In precedenza, nell' ultimo anno - afferma ancora Craxi - anche nell' ufficio di un' associazione di cui è presidente mia moglie era stato operato un ingresso con scasso, ed un' ispezione nella documentazione dell' ufficio senza che venisse poi asportato alcunchè. Infine la mia segretaria personale (Enza Tomaselli, ndr), che era stata sentita in qualità di teste da un magistrato, la notte stessa subiva un furto con scasso operato nella cantina della sua abitazione, dove invece di carte o d' altro sono state trovate delle cassette di vino, una delle quali è stata rubata". Craxi, dopo aver ricordato che ognuno dei singoli episodi citati è stato regolarmente denunciato, chiede ad Amato e a Mancino "se sono in condizione di consigliare come e in che modo un cittadino e parlamentare della Repubblica e i suoi familiari possono essere aiutati ad individuare il senso dell' accaduto, sinteticamente sopra descritto, che potrebbe essere del tutto casuale e bizzarro ma potrebbe anche non esserlo". Una domanda a cui Craxi sembra aver già dato una sua personale risposta: la "persecuzione" di cui sarebbe vittima e che ogni giorno lui stesso s' incarica di ricordare.

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