ROMA - Bettino e i soliti ignoti. Non è un remake del
celebre film, ma il titolo che si potrebbe dare da un' interrogazione
parlamentare presentata ieri dal leader del Psi. Tutto comincia con un
doppio furto simultaneo, a Roma e Milano, nelle due case della figlia,
nella stessa notte. "Seguono tante strane violazioni di domicilio,
ispezioni nei cassetti... E perfino una visita nella cantina della
segretaria milanese, alla ricerca di un improbabile deposito di carte
segrete". Straordinarie coincidenze? O un giallo da rendere pubblico
per mettere sul chi vive i colpevoli, le tante manine che
frugherebbero nelle sue tasche? A raccontare tutto ci pensava da tempo.
Ieri ha deciso di passare alle vie di fatto. "Troppe perquisizioni...
Perfino alla Camera...". E così, armato di carta e penna, ha scritto
un' interrogazione al governo e ieri l' ha consegnata all' ufficio di
presidenza della Camera. Più precisamente, è diretta al presidente del
Consiglio e al ministro degli Interni, a Giuliano Amato e Nicola
Mancino. Il parlamentare semplice Bettino Craxi vuole sapere "se i
ministri sono informati del fatto che, nell' arco degli ultimi mesi e
fino allo scorso gennaio, uffici e abitazioni di membri della sua
famiglia e di vicini collaboratori hanno subito per sei complessive
volte ' furti simulati' attraverso i quali in realtà sono state
effettuate ad opera di ignoti operazioni di perquisizione". Spiega il
segretario socialista: "Di volta in volta ne siamo rimasti vittime io
stesso, mia moglie, mia figlia, mio figlio, la mia segretaria
personale. Successe la prima volta, nella stessa notte, nella casa dove
abita mia figlia a Milano e nell' ufficio dove lavora a Roma, benchè
difeso da porta blindata". Ricostruiamo la prima vicenda: è il 12
dicembre del 1991 e Stefania Craxi è in viaggio per lavoro, in giro
per l' Italia. Il suo appartamento milanese, vicino a quello dei
genitori, viene visitato dai (presunti) ladri nella notte. E, prima che
lei stessa possa rientrare a controllare cosa sia stato sottratto
dalla casa, i carabinieri (avvisati da qualcuno) entrano e trovano una
strana situazione. Sul letto matrimoniale di Stefania e del suo
compagno Marco Bassetti, c' è un piccolo cartoccio di carta stagnola
argentata (contenente pochi grammi di hashisc) e, accanto, qualcuno vi
ha piazzato una cornice con la fotografia dei genitori Bettino e Anna.
Lì per lì la cosa viene messa a tacere. Qualche giorno dopo, siamo
alla vigilia del Natale 1991, a Montecitorio comincia un tam tam
insistente secondo il quale Stefania Craxi, proprio in quei giorni,
sarebbe stata raggiunta da un avviso di garanzia per possesso di
stupefacenti... Bettino Craxi si insospettisce e preferisce spiegare
lui stesso a Repubblica, in quei giorni, la sua versione dei fatti.
Finita la ricostruzione, aggiunge: "Credo che farò una denuncia su
questo "stranissimo" furto, un furto che somiglia piuttosto ad un'
intimidazione, ma io non mi farò intimidire". E' passato più di un anno
ed il momento della denuncia è arrivato. Anche perchè, nel frattempo,
come racconta lo stesso Craxi nella sua interrogazione, sono accaduti
altri fatti a suo giudizio molto strani: "Dopo mia figlia, ignoti si
sono introdotti nottetempo nell' ufficio di mio figlio, non per
asportare alcunchè ma solo per compiere un' accurata ispezione.
Egualmente, sempre nottetempo, passando senza scasso attraverso due
porte blindate ignoti sono penetrati nel mio ufficio di Milano,
lasciando documenti in disordine, armadi e cassetti aperti rovistati e
ispezionati. In precedenza, nell' ultimo anno - afferma ancora Craxi -
anche nell' ufficio di un' associazione di cui è presidente mia moglie
era stato operato un ingresso con scasso, ed un' ispezione nella
documentazione dell' ufficio senza che venisse poi asportato alcunchè.
Infine la mia segretaria personale (Enza Tomaselli, ndr), che era stata
sentita in qualità di teste da un magistrato, la notte stessa subiva
un furto con scasso operato nella cantina della sua abitazione, dove
invece di carte o d' altro sono state trovate delle cassette di vino,
una delle quali è stata rubata". Craxi, dopo aver ricordato che ognuno
dei singoli episodi citati è stato regolarmente denunciato, chiede ad
Amato e a Mancino "se sono in condizione di consigliare come e in che
modo un cittadino e parlamentare della Repubblica e i suoi familiari
possono essere aiutati ad individuare il senso dell' accaduto,
sinteticamente sopra descritto, che potrebbe essere del tutto casuale e
bizzarro ma potrebbe anche non esserlo". Una domanda a cui Craxi
sembra aver già dato una sua personale risposta: la "persecuzione" di
cui sarebbe vittima e che ogni giorno lui stesso s' incarica di
ricordare.
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