Sono 18.125 le persone respinte negli ultimi 12 mesi alla frontiera di Ventimiglia dalla polizia francese, prevalentemente provenienti da Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Guinea e Algeria. Numeri che vanno ad aggiungersi a coloro che sono espulsi per via del Trattato di Dublino e riaccompagnati a Bardonecchia e in aereo da Austria, Olanda e Germania. Le persone respinte sono regolari sul territorio italiano, eppure non sempre vengono rilasciate dopo l’identificazione: a volte capita (sempre più raramente) che il Viminale costringa queste persone già esasperate a trasferimenti in pullman dal confine fino al Sud Italia, al solo scopo di ‘alleggerire’ (senza badare a spese) il numero delle persone ferme a Ventimiglia. I dati sono ufficiali perché provenienti direttamente dal Ministero dell’Interno grazie alla richiesta di accesso civico avanzata lo scorso 27 giugno dall’avvocata Alessandra Ballerini per l’Associazione Diritti e Frontiere: “Mentre dall’inizio dell’anno – ha spiegato l’esperta in diritto dell’immigrazione a ilfattoquotidiano.it – via mare sono approdati 3.186 richiedenti asilo, contro i quali il Governo sembra intenzionato a portare avanti illegittimi blocchi dei porti, solo a Ventimiglia, da gennaio a giugno, sono stati respinte 8.200 persone che avevano già trovato una sistemazione fuori dall’Italia. Forte coi deboli e debole coi forti – ha aggiunto rivolgendosi direttamente al ministro dell’Interno – Perché Salvini non si è mai presentato ai tavoli europei nei quali si discute il superamento della convenzione di Dublino che costringe i profughi a restare nel paese di primo approdo?”.