-
di Marco Ronconi
Ho una devozione profonda per il rosario, che risale all’infanzia, al profumo delle sere di maggio, quando ci si trovava nei giardini del quartiere per recitarlo insieme ad alcuni adulti e alla fine restava sempre uno scampolo di tempo, un pallone, un pacchetto di biglie, per giocare fino a tardi, con un anticipo gratuito di tempo estivo. Sono molto grato al rosario, poi, per tutte le volte che mi ha permesso di abitare momenti difficili, accanto a un malato o intorno a una salma. In quelle occasioni le parole del rosario sono risuonate affettuose senza bisogno di essere spiegate, lenitive senza essere risolutive, sussurri per trattenere il silenzio senza abbandonarlo alla disperazione della solitudine.
Ho imparato in quei momenti il suo valore, irrisorio e promettente come
una carezza, un singhiozzo, un’imprecazione, un abbraccio. Il rosario è
sopravvissuto anche al tempo della spavalderia giovanile, quando di
ogni pratica popolare si vede solo la possibile ipocrisia. Ricordo
ancora quando all’epoca mi è stato mostrato che una preghiera non è una
scelta eroica o un esame in cui primeggiare, ma un’abitudine da cui
lasciarsi adottare; e quando non si sa come pregare, cioè spesso, meglio
fare atto di umiltà e mettersi insieme agli altri, accettando di far
parte di quelle carovane un po’ scombiccherate che sono i pellegrinaggi
ai santuari mariani. E si recita il rosario, insieme. Tante altre volte,
da adulto, per mettere ordine alla carovana di personaggi
scombiccherati che abitano la mia anima, li ho messi tutti insieme a
camminare dietro una croce, recitando un rosario. E sono andato avanti.
Il rosario è popolare, si può recitare ovunque e comunque: non importa
se assorti nell’ombra di una cappella o mentre si guida o si fa altro;
non importa se ti aiuti con una catenella, o se dilati le decine perché
la precisione dei polpastrelli lascia a desiderare. Ho amato
definitivamente il rosario quando ho scoperto la tradizione delle 150
Ave Maria come sostituto dei 150 salmi per quei monaci che erano troppo
poveri di erudizione per studiare i testi sacri, o troppo poveri di
tempo perché impegnati nei lavori pratici. Il rosario è la preghiera di
chi non ha ricchezze proprie e usa quelle degli altri senza troppo
badare alle regole, mescolando le parole di un angelo con quelle di una
donna palestinese, legandole a un’invocazione senza mittente, praticata
da secoli di labbra. Il rosario è la preghiera dei poveri, la possono
recitare tutti e offre cittadinanza a tutti.
Per questo, Salvini non deve più esibirlo come garanzia di sé in nessun comizio, per favore. Perché nel momento in cui da politico giustifica la morte di innocenti inventandosi il reato di solidarietà, ma perdona l’evasione delle tasse di coloro che così facendo hanno rubato ai poveri; o nel momento in cui usa il rigore della legge per impedire la pratica dell’accoglienza, ma si gira dall’altra parte di fronte a occupazioni abusive di centri di tensione sociale come Casa Pound, o peggio cincischia di fronte alle nefandezze di criminali vestiti da tifosi di calcio; o nel momento in cui invita a prendersela con i «vescovoni» perché difendono gli ultimi attraverso il volontariato, ma non dà risposte a chi gli chiede della sottrazione di 49 milioni per cui il suo partito è stato condannato, in tutti questi casi il rosario brandito suona assai stridente. Salvini faccia quello che ritiene come politico: ne ha diritto. Ma non lo faccia in nome di quei simboli che, se invitano a mettere qualcuno «prima», non è certo un gruppo etnico o nazionale. Il rosario lo usi per pregare – può farlo ovviamente anche lui – ma mai per giustificarsi o giurare. Il Figlio di Dio, nato da Maria, perdona quasi tutto, tranne il dare scandalo ai piccoli. E non vale come giustificazione che lo fanno anche altri: si resta condannati ugualmente.
Dunque voi siete per l' Ecumenismo violando cosi comandamenti di Gesu : IO SONO LA VIA LA VERITA E LA VITA NESSUNO VA AL PADRE SE NON PER MEZZO DI ME.
Voi avete permesso l'ingresso nelle chiese di soggetti adoratori di un dio sanguinario ed avete consentito comizi all' interno della chiesa
di politici che hanno aperto le porte a soggetti particolari adoratori di un dio sanguinario
e ad altri individui pro aborto, pro gay pride, pro adozione coppie gay,
magari coprendo il Santissimo con un panno o portandolo via per non far sentire le vostre bestemmie ed avete osato far cacciare via dalla chiese quei poveri cristiani che increduli dovevano assistere in una chiesa consacrata ai comizi di una nota aspiratrice di feti: La Bonino, 
Una grande aspiratrice di feti,
tanto simpatica al caro Santo Padre

Voi avete nelle vostre fila : pedofili, gay, massoni, soggetti che baciano e leccano le scarpe di sanguinari,
voi avete falsi prelati, vescovi che lavano e baciano i piedi di musulmani
che considerano Gesù Cristo solo un profeta ed inferiore a Maometto, soggetti che dicono che Gesù non è morto in croce che non è risorto e che non era figlio di Dio, voi avete sacerdoti che hanno affermato di non credere a Fatima (ho le registrazioni)e un finto papa che si è rifiutato di
OBBEDIRE ALLA MADONNA DI FATIMA, NON SOLO NON DIVULGANDO IL VERO SEGRETO, MA ADDIRITTURA RIFIUTANDOSI DI CONSACRARE LA RUSSIA AL SUO CUORE IMMACOLATO così come la Madonna aveva espressamente chiesto!!
E COSA ESECRABILE, QUANDO PUTIN HA CHIESTO PERSONALMENTE AL FINTO PAPA, DI CONSACRARE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, LA RUSSIA, IL FINTO PAPA SI E' OPPOSTO!!!!
E VOI MENTRE TRATTATE CON DEI CARNEFICI OSATE GIUDICARE CHI CONSACRA IL PAESE ALLA MADONNA?!??!?!?!?!?!?
Forse volevate consacrare l' Italia ai vostri idoli massoni?
“Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama” (Chesterton)
Avezzano.
Ieri il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto in un
comizio elettorale in Piazza Duomo a Milano in vista delle elezioni
europee del 26 maggio. Durante il suo intervento il leader della Lega è
salito sul palco con una corona di rosario in mano aggiungendo: “Io
personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita al cuore
immacolato di Maria che son sicuro ci porterà alla vittoria”. A
rispondere al gesto del premier è stato questa mattina sui social il
giovane sacerdote avezzanese don Antonio Allegritti, parroco di San
Pelino e Antrosano e responsabile della Pastorale giovanile diocesana.
In una lettera aperta su Facebook don Antonio ha invitato Salvini ad una
riflessione:
“Caro
Salvini, non so se sei stato a messa oggi. Spero di sì. Nel Vangelo si
legge, proprio oggi: ‘da questo sapranno se siete miei discepoli, se
avrete amore gli uni per gli altri’. Ieri nel dimostrare che sei
cristiano hai ostentato un Rosario in un comizio, lo hai sbandierato,
raccomandandoti al Cuore Immacolato di Maria. Caro Salvini, il Rosario è
fatto per essere pregato e non per essere agitato al vento.
Caro
Salvini, non è l’esibizione dei Rosari che fa di te un cristiano. Vi
riconosceranno se avrete amore, così ha detto il fondatore della fede
che, a quanto pare, ti vanti di avere. Una volta disse pure, quell’uomo
affascinante che si chiamava Gesù: ‘quando pregate, non fatelo in
pubblico per essere osservati, ma nel segreto della vostra stanza’.
Ebbene, quel Rosario usalo per pregare quei Misteri che spero tu conosca
a memoria e non per esibirti. Date a Cesare quello che è di Cesare, a
Dio quello che è di Dio: stavolta Cesare sta però arrogandosi la parte
che spetta a Dio, che non va nominato invano! Come cristiani, non lo
possiamo permettere. Non faccio politica, perché come prete non sono
chiamato a questo e perché è una missione tanto, tanto alta, rispetto
alla quale sento di mancare in tante competenze!
Però, non accetto che la politica faccia ciò che non gli spetta. Caro Salvini, parlo da parroco, che guida delle comunità e impara ad avere a che fare con la gente. Dalle persone bisogna tirare fuori il meglio, non il peggio. La folla gridava: ‘crucifige’, e talvolta voleva il gladiatore in pasto ai leoni. Certe acclamazioni in certi comizi, mi fanno pensare a quelle grida e mi interrogano: dovremmo educarle certe grida, e non fomentarle! Caro Salvini, ‘divide et impera’ dicevano i nostri antenati: ebbene, tanti di voi politici ci state facendo credere che la colpa del nostro malessere è di chi sta peggio di noi. Caro Salvini, ci sono dei problemi e lo sappiamo: immigrazione, sicurezza, povertà… sono situazioni complesse, che si risolvono con soluzioni complesse. Non con slogan, che illudono, e che purtroppo sono all’ordine del giorno da una parte e dall’altra dello scenario politico, troppo simile a un teatro, o a un gioco delle parti. Caro Salvini, mentre nel merito degli argomenti politici spero che la diversità di idee sia sempre percepita come una ricchezza, nel metodo e nello stile ti prego di non favorire la rabbia. Se i toni di un leader sono violenti, il popolo è tentato ad essere violento. Caro Salvini, desidero una politica in cui si possa dire: voto quel personaggio, perché è migliore di me, perché vorrei (e potrei) essere come lui.
Resto deluso da una politica in cui chi ci guida prende voti perché dà sfogo alla parte peggiore di noi. Moderateci, guidateci, educateci, cari politici! ‘Panem et circensem’, non lo vogliamo! Caro Salvini, non so se sei andato a messa… ti do un consiglio, se ancora non sei stato: il Rosario mettilo in tasca, arriva mezz’ora prima delle 6 in una delle tante chiese ove silenziosamente tanti cristiani disseminano bene, e quel Rosario pregalo senza esibirlo. Sarai in compagnia di un popolo bellissimo, di tanti cristiani che sanno che l’amore non è un consiglio, ma un comandamento. E poi ascolterai, durante la Messa: da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Dall’amore, non da un Rosario esibito e, forse, non pregato!”
Un discorso che
inizia con una citazione di Chesterton e si chiude con l’affidamento
della propria opera al Cuore Immacolato di Maria, passando per
l’affidamento dell’Europa ai suoi sei Santi patroni e per due citazioni
di San Giovanni Paolo II, una di Benedetto XVI, una di De Gasperi e una
del cardinal Robert Sarah. Non si può non notare che il comizio di
Matteo Salvini a Milano, l’ultimo della sua campagna elettorale, è
rivolto soprattutto a un pubblico di elettori cattolici. Sarà anche
l’influenza del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, che era sul
palco proprio di fianco al “capitano” Salvini, ma anche questa volta il
comizio è finito con il Rosario stretto in mano.
Più di un sacerdote e vescovo, per quel Rosario mostrato in pubblico, storcerà il naso e già si scaldano coloro che parleranno di uso strumentale della religione. Perché si sta verificando un fenomeno strano: più le gerarchie della Chiesa italiana prendono le distanze da Salvini e dalla sua nuova Lega, più il “capitano” parla da cattolico ai cattolici. Non c’era mai stata così tanta presenza di tradizione cristiana nei comizi precedenti, neppure in quelli del 2018. Chesterton è stato tirato subito in ballo (e ha strappato il primo grande applauso) come indicazione di un metodo: “Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama”. Il primo compito di Salvini è quello di disinnescare la paura di un movimento estremista. “Non siamo estremisti, non ci sono fascisti in questa piazza”, dice subito, constatando come polizia e servizio d’ordine siano presenti ma disarmati perché la piazza è fatta di gente per bene. “Gli estremisti sono quelli che occupano Bruxelles”, parte subito polemico.
Giovanni Paolo II è indicato come ispiratore di un’Europa dei popoli, fratelli diversi, uniti nella diversità. Benedetto XVI come difensore delle radici cristiane d’Europa, inascoltato dalle élite laiche di Bruxelles (e perché si opponeva alla Turchia in Europa). Viene citato anche il cardinal Sarah, “che conosce bene il tema dell’immigrazione”, perché difende l’idea che ciascuno abbia diritto di svilupparsi nella propria terra e nella propria cultura. De Gasperi, assieme a De Gaulle e a Margaret Thatcher (tre tradizioni diversissime, ma è significativo che per l’Italia compaia il padre della DC) sono presi a modello per le loro idee di Europa delle patrie. Cita Papa Francesco… e dalla piazza partono subito bordate di fischi. Ma Salvini è troppo abile (e non ha lo stesso spirito ribelle del suo predecessore Bossi) per scivolare nella provocazione: lo cita per dar ragione al papa, quando lancia l’allarme delle morti nel Mediterraneo, ma anche per rassicurare che la politica dei porti chiusi le ha ridotte drasticamente (cifre alla mano, è dimostrabile).
Che cosa vuol dire tutto questo continuo richiamo al cattolicesimo? Proprio quando la gerarchia della Chiesa italiana è sempre più esplicitamente ostile alla Lega di Salvini? Evidentemente qualcuno ha fatto i conti che la base cattolica è più vicina alle idee del nuovo leghismo sovranista che non alle indicazioni dei sacerdoti nelle parrocchie. “Ditelo al vostro sacerdote, domani a Messa, che nel Mediterraneo ci sono meno morti e che stiamo salvando vite”, è il messaggio di Salvini rivolto ai fedeli che oggi saranno a Messa a sentire omelie sulla tragedia dell'immigrazione e contro l'egoismo della Lega. E’ una sfida ardita, obiettivamente. Solo dopo il voto si potrà capire se questa scommessa è risultata vincente.
Va notato, per chi segue la Lega da trent’anni a questa parte, che il vecchio leghismo nordista e bossiano è quasi del tutto scomparso. Non una parola sulle autonomie regionali. Non un solo slogan sulla secessione. C’era, in piazza, una sola bandiera padana, una sola bandiera catalana (e gli alleati spagnoli di Vox non avranno gradito neppure quella), una sola bandiera scozzese. Poche anche le bandiere regionali italiane. In compenso erano abbondanti le bandiere francesi, quelle danesi e quelle slovacche, rappresentate sul podio dai leader sovranisti di quei Paesi. Spariti anche i tricolori russi: dominanti fino al 2018 ora non si vedono più. Si nota molta più "Europa delle patrie" che “Eurasia” e nel disegno di Europa delle patrie ci sono anche cechi, slovacchi, estoni, polacchi che non sono particolarmente simpatizzanti della causa di Vladimir Putin. C’era Marine Le Pen, che ha arringato la folla prima in francese e poi in italiano, con un discorso tutto anti-capitalista e molto identitario. E’ stata la più applaudita in assoluto, a dimostrazione che lo spirito di Bossi (che citava la Le Pen solo per condannarne il nazionalismo) è proprio sparito. C’era anche Geert Wilders, un altro dei più apprezzati, il politico olandese “maledetto” dai media di tutto il mondo per la sua campagna anti-islamizzazione. E ha ribadito i suoi concetti, più e più volte: no all’islamizzazione, “stop islam”.
Anche queste campagne identitarie, che Salvini promuove a livello europeo assieme ai suoi alleati sovranisti, sono comunque già secondarie rispetto al messaggio centrale: la Lega sta provando ad accreditarsi come forza maggioritaria cattolica. Vorrà diventare la nuova Democrazia Cristiana? In questi tempi strani, in assenza di un partito democristiano, popolare, conservatore, che copra lo spazio della destra moderata, potrebbe anche darsi.
Per questo, Salvini non deve più esibirlo come garanzia di sé in nessun comizio, per favore. Perché nel momento in cui da politico giustifica la morte di innocenti inventandosi il reato di solidarietà, ma perdona l’evasione delle tasse di coloro che così facendo hanno rubato ai poveri; o nel momento in cui usa il rigore della legge per impedire la pratica dell’accoglienza, ma si gira dall’altra parte di fronte a occupazioni abusive di centri di tensione sociale come Casa Pound, o peggio cincischia di fronte alle nefandezze di criminali vestiti da tifosi di calcio; o nel momento in cui invita a prendersela con i «vescovoni» perché difendono gli ultimi attraverso il volontariato, ma non dà risposte a chi gli chiede della sottrazione di 49 milioni per cui il suo partito è stato condannato, in tutti questi casi il rosario brandito suona assai stridente. Salvini faccia quello che ritiene come politico: ne ha diritto. Ma non lo faccia in nome di quei simboli che, se invitano a mettere qualcuno «prima», non è certo un gruppo etnico o nazionale. Il rosario lo usi per pregare – può farlo ovviamente anche lui – ma mai per giustificarsi o giurare. Il Figlio di Dio, nato da Maria, perdona quasi tutto, tranne il dare scandalo ai piccoli. E non vale come giustificazione che lo fanno anche altri: si resta condannati ugualmente.
Dunque voi siete per l' Ecumenismo violando cosi comandamenti di Gesu : IO SONO LA VIA LA VERITA E LA VITA NESSUNO VA AL PADRE SE NON PER MEZZO DI ME.
Voi avete permesso l'ingresso nelle chiese di soggetti adoratori di un dio sanguinario ed avete consentito comizi all' interno della chiesa





Una grande aspiratrice di feti,

tanto simpatica al caro Santo Padre

Voi avete nelle vostre fila : pedofili, gay, massoni, soggetti che baciano e leccano le scarpe di sanguinari,

voi avete falsi prelati, vescovi che lavano e baciano i piedi di musulmani
OBBEDIRE ALLA MADONNA DI FATIMA, NON SOLO NON DIVULGANDO IL VERO SEGRETO, MA ADDIRITTURA RIFIUTANDOSI DI CONSACRARE LA RUSSIA AL SUO CUORE IMMACOLATO così come la Madonna aveva espressamente chiesto!!
E COSA ESECRABILE, QUANDO PUTIN HA CHIESTO PERSONALMENTE AL FINTO PAPA, DI CONSACRARE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, LA RUSSIA, IL FINTO PAPA SI E' OPPOSTO!!!!
E VOI MENTRE TRATTATE CON DEI CARNEFICI OSATE GIUDICARE CHI CONSACRA IL PAESE ALLA MADONNA?!??!?!?!?!?!?
Forse volevate consacrare l' Italia ai vostri idoli massoni?
Ha fatto bene Salvini a parlare con il Rosario per il futuro dell’Europa?

“Stanotte ho pensato che quello che
stiamo facendo lo stiamo facendo per i nostri figli. Amiamo i nostri
figli, la nostra terra e i nostri valori. Amiamo anche la Madonnina che
ci sta guardando dall’alto… Affido l’Italia, la vita mia e la vostra al Cuore Immacolato di Maria” (Matteo Salvini – 18 maggio 2019)
“NON FACCIAMO POLITICA“, si
parte così in questi giorni e in questi anni, da parte non solo della
gerarchia cattolica, ma anche da parte di sacerdoti e laici cattolici, e
spesso lo diciamo anche noi perché – la politica – è una “vocazione”
molto particolare, pericolosa, insidiosa… per nulla facile, impegnativa,
spesso corruttrice… Si sente sempre più spesso usare la frase di Gesù
di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, ma non
si va a fondo del significato della frase, dissociandolo da alcune
raccomandazioni di san Paolo ai Cristiani a riguardo, appunto, di quel
rapportarsi alle leggi dello stato, dell’obbedienza ai magistrati ed
alle autorità politiche (Tito 3,1-2), ma non senza il discernimento
ossia: prima viene sempre Dio e la Sua Legge (i Comandamenti), se un
Cesare di turno pretendesse il contrario da noi, si dice “NO” e si
affronta la persecuzione, il martirio…
Noi non vogliamo entrare in politica, ma
il Discorso del Ministro degli Interni Matteo Salvini, la cui parte che
vogliamo discernere l’avete ascoltata in apertura video, ci costringe a
rispondere alle molte domande che abbiamo ricevuto… e senza alcun dubbio ci costringe a prendere una decisione….
e per farlo ci faremo aiutare anche da alcuni commenti che abbiamo
ritenuto validi sia come pro sia come contro, senza la qual differenza
non ci permetterebbe di fare alcun ragionamento e discernimento.
Partiamo subito da alcuni commenti contro
il Discorso di Salvini. Non perderemo tempo con un laico come Enzo
Bianchi il quale non è stato in grado di spiccicare due parole adatte a
far capire perché, secondo lui, Salvini avrebbe sbagliato. Bianchi non
apre al discernimento, ma chiude ogni ragionamento, così ha fatto il suo
compagno padre Spadaro, e il resto dell’editoria scristianizzata che
però pretende dirsi ancora “cattolica”… Li abbiamo letti, infatti, per
poter trarre magari qualche buono spunto, ma non ne vale proprio la pena
di perdere tempo con loro. Questi polemizzano, non sanno fare
discernimento e non ragionano, ma andavano almeno citati.
E’ stata invece interessante una “Lettera a Salvini” di un sacerdote, vedi qui,
Don Antonio Allegritti parroco, responsabile anche della pastorale
giovanile diocesana. La sua Lettera contiene elementi per ragionare, ma
anche contraddittori ed inconcludenti. Rimprovera a Salvini una sorta di
“usurpazione” dell’uso del Rosario in un comizio politico, gli rammenta
che lui non fa politica, però finisce per usare egli stesso il Vangelo
(che a Salvini vieta di usare per fare un comizio) contro Salvini…
Rammenta a Salvini che il Vangelo è una predicazione che invita ad amare
il prossimo, tuttavia è lampante che anch’egli usa il Vangelo per
accusare Salvini di spingere la gente verso l’odio al prossimo.
Ciò che appare subito stridente è perché,
Don Allegritti non abbia mai scritto una “Lettera aperta” ai tanti,
troppi confratelli che di recente, anche in questi giorni, stanno usando
il pulpito durante le messe per fare politica non solo contro Salvini,
contro il Ministro degli Interni, contro una legittima autorità dello
stato, ma soprattutto contro la dottrina cattolica. E’ vero che non si
cura un male (preti che fanno politica durante la messa) con un altro
male che sarebbe per lui il Discorso di Salvini… ma è stato davvero un male o è stato solo imprudente, incosciente, inappropriato?
E’ su questo che dobbiamo
ragionare noi, è su questo che dobbiamo fare discernimento proprio per
non cadere nella trappola della politica. Se Don Allegritti,
dunque, suggerisce e consiglia a Salvini di usare il Rosario per pregare
e di non brandirlo quale arma elettorale – consigli che facciamo nostri
e ci auguriamo che Salvini il Rosario lo usi anche per pregare – è
palese tuttavia che il modo in cui Salvini ha tirato fuori il Rosario
sul finale, non lo possiamo vedere come “un male”, al contrario, Salvini
ha fatto ciò che dovrebbero fare tutti i sacerdoti dai pulpiti delle
chiese, un atto che invece non fanno più. Don Allegritti
dovrebbe chiedersi se, questa azione compiuta da Salvini non sia, forse,
una ispirazione del Cielo per risvegliare nel Clero la vera devozione
mariana da loro stessi abbandonata per fare comizi elettorali politici
ogni messa comandata!!
Infine, Don Allegritti afferma –
giustamente diciamo noi per certi versi – che i problemi sono gravi e
complessi che non possono risolversi con gli slogan perché questi
illudono…. ciò è vero ma, rispondiamo noi, come fa ad
essere illusorio far ricorso al Rosario, anche se durante un comizio
elettorale, quando dovremo ben sapere e conoscere la sua potenza?
Tanto per fare un esempio e non un paragone, stiamo bene attenti… Lepanto cosa è stato? Certo, nessun paragone fra le persone è chiaro, lì ci fu un Pontefice santo che prese l’iniziativa, LA CHIESA, ma per una soluzione politica!! L’esempio che dobbiamo fare riguarda solo il ricorso al Rosario per affrontare un momento grave della storia d’Italia ma anche dell’Europa;
lo stesso accadde per la fine della Prima Guerra Mondiale… in quel caso
fu Benedetto XV a supplicare Maria Regina del Rosario e dunque della
Pace, per risolvere quella guerra, risolvere un grave momento politico, a
tal punto che otto giorni dopo la supplica del Pontefice, la Vergine
Santa risponde dando il via alle Apparizioni di Fatima, raccomandando il
Rosario e la Consacrazione proprio per ottenere la Pace (quella di
Gesù, non come quella che ci vuole dare il mondo); così è stato
tra Pio XI e Pio XII per la Seconda Guerra Mondiale, scoppiata perché
non si diede ascolto ai consigli della Madre di Dio… anche qui i
due Pontefici fanno ricorso all’uso del Rosario, alla Consacrazione al
Cuore Immacolato di Maria del mondo intero, dell’Italia e dell’Europa…
La lista continua perché si dovrebbe
parlare anche dei Santi Patroni e Compatroni d’Europa…. citati da
Salvini, di cui Don Allegritti non fa alcun accenno, anzi, egli ad un
certo punto denuncia essere i politici a “far credere che la colpa del nostro malessere è di chi sta peggio di noi…“,
alludendo agli immigranti, ma ciò è falso! Ossia, è la CEI, la
Conferenza Italiana dei Vescovi che da cinque anni si è messa in testa
di sostituirsi a Cesare e a scendere in politica, spingendo molti
sacerdoti a prestare le proprie chiese per fare comizi… ed è stato Papa
Francesco addirittura a negare la pericolosità della mafia nigeriana ed
il suo stanziamento in Italia, vedi qui. E qui ci fermiamo perché, come possiamo vedere, si cade nella trappola della politica.
Tuttavia è onesto riportare che, il Discorso di Salvini, non è stato affatto un incitamento all’odio!
Tanto è vero che nessuno tra quelli che lo hanno criticato, ha saputo
argomentare il contenuto del testo. Poi ognuno voterà ciò che vuole e
chi vuole, il nostro non è uno schieramento contro qualcuno, ma
aiutarci a fare al momento la scelta giusta, in un momento grave e
certamente impegnativo per ogni cristiano che vive nel mondo.
I consigli finali della Lettera di Don
Allegritti sono altamente condivisibili, ma forse rivolte alla persona
sbagliata. Ossia, stiamo parlando comunque sia di un soggetto politico,
non di un prete… Quei consigli dovrebbero essere dati a molti sacerdoti!
Certo, è lo stesso Salvini che ha provocato questa “Lettera aperta” con
le sue parole e i suoi gesti, ma dove sta “il male” in tutto ciò?
Questo è il punto che il sacerdote non spiega, finendo per
sottolineare tra le righe che lui la scelta politica l’ha fatta, ha
scelto anche lui per chi votare, ed è contro la politica di Salvini.
Però, se a Salvini chiede “desidero
una politica in cui si possa dire: voto quel personaggio, perché è
migliore di me, perché vorrei (e potrei) essere come lui. (..) Caro
Salvini, non so se sei andato a messa… ti do un consiglio, se ancora
non sei stato: il Rosario mettilo in tasca, arriva mezz’ora prima delle 6
in una delle tante chiese ove silenziosamente tanti cristiani
disseminano bene, e quel Rosario pregalo senza esibirlo. (..) E poi
ascolterai, durante la Messa: da questo sapranno che siete miei
discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Dall’amore, non da un
Rosario esibito e, forse, non pregato!”, che è tutto
condivisibile, dobbiamo allora farci la domanda se, a questo punto, le
persone per cui Allegritti ha votato fino ad oggi e voterà domani e che
non è certo Salvini, sono davvero le persone da lui qui descritte “… voto quel personaggio, perché è migliore di me, perché vorrei (e potrei) essere come lui..” ???
Noi abbiamo scelto questa Lettera a
Salvini di Don Allegritti per un semplice motivo che però è giusto dire:
Salvini non è il “salvatore della Patria”, e se è per questo nessun
altro all’infuori di Gesù e Maria può salvarci da un disastro immane che
abbiamo creato noi stessi attraverso leggi ingiuste ed altro. Qui vi
abbiamo proposto anche un attento esame della politica che si stava
affermando in Italia negli Anni ’40 ben spiegati dall’allora cardinale
Piazza, Patriarca a Venezia… (i collegamenti sono a fine testo). Salvini
è cresciuto in ambiente comunista e non è certo una “colpa”, ma ogni
tanto dimostra di non essersi dissociato completamente da quel pensiero
corrotto. Per esempio egli ha affermato che la 194, la legge contro Dio
perché è a favore dell’aborto, sarebbe stata niente meno che una
“conquista sociale”…. è una aberrazione che nessun vero cristiano e
cattolico potrà mai accettare. Nella stessa giornata del 18 maggio a
Roma si svolgeva una manifestazione pacifica a Roma in difesa della Vita
umana , ma i Media non hanno avuto il tempo di parlare di questo
successo di popolo ben più numeroso… che non lanciava slogan o rosari,
ma il Rosario lo diceva a piccoli gruppi…
Inoltre è risaputo che all’interno del
gruppo Salvini ci sono politici che sono favorevoli all’eutanasia e alle
unioni dello stesso sesso, con adozione…. Può, dunque, la Vergine
Santa, il Cielo stesso, accettare l’uso di uno strumento di Preghiera e
di Santi Patroni, laddove dietro le quinte si continua però a proteggere
una legge omicida e a procedere verso leggi contrarie alle leggi di
Dio? Questo avrebbe dovuto Don Allegritti, ma non l’ha detto! Una
svista?
Vedete come è complicato il discorso?
Vediamo bene che è facile dire “non entro in politica, non faccio
politica”, ma alla fine le scelte si fanno eccome, e ci si schiera
inevitabilmente e allora: se è vero che Salvini ha fatto uso di
strumenti Cristiani in un Discorso politico per tirare l’acqua al suo
mulino, si può davvero pensare che chi non fa questo uso in politica può
essere più credibile o migliore di Salvini?
Salvini nel Discorso ha detto altre cose…. “Noi
vogliamo l’Europa di cui parlava Papa Benedetto XVI, l’Europa di cui
qualcuno nega le origini giudaico-cristiane”… ha citato Chesterton e
Giovanni Paolo II… è assurdo dover pensare però anche sempre
“al male”, cioè ad un uso solamente o puramente strumentale. Al limite
possiamo dire e consigliare a Salvini: stai attento,
stavolta hai messo di mezzo il Cielo “scherza coi fanti, lascia stare i
Santi”, correggi le tue righe storte perché se non mantieni le promesse e
non righi diritto correggendo alcuni punti distorti del tuo pensare, ti
si ritorcerà tutto contro…
“Qua non c’è l’ultradestra ma la politica del buonsenso: gli estremisti sono quelli che hanno governato l’Europa per venti anni”,
dice Salvini. “È un momento storico importante per liberare il
continente da… chi ha tradito l’Europa, il sogno dei padri fondatori, di
De Gaulle e De Gasperi… Non abbiamo tempo per beghe e litigi,
li lasciamo agli altri. Ci affidiamo ai santi patroni di questa Europa,
affidiamo a loro la pace e la prosperità dei nostri popoli e io
personalmente affido il futuro dell’Italia a Maria, che sicuramente
porterà la Lega alla vittoria”, dice Salvini concludendo il suo intervento.
Certo… non è paragonabile alla SANTA LEGA
DI LEPANTO… (l’audio spiega meglio l’esempio) ma se è per questo non
abbiamo neppure un Papa santo che ci guidi col Rosario in Piazza o con
l’Adorazione Eucaristica in ginocchio e neppure Vescovi o Preti che lo
facciano… eh! scusate, ma andava detto!
Vediamo ora Stefano Magni dalla Nuova Bussola, vedi qui,
ha fatto un buon discernimento senza trarre personali conclusioni, ma
aiutandoci a riflettere sui fatti, sul perché un politico si senta
spinto ad usare argomenti CATTOLICI e la devozione mariana per un
comizio politico… e giustamente dice: “Non c’era mai stata così tanta
presenza di tradizione cristiana nei comizi precedenti, neppure in
quelli del 2018. Chesterton è stato tirato subito in ballo (e ha
strappato il primo grande applauso) come indicazione di un metodo: “Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama”….
Salvini ha voluto da subito ABBASSARE I
TONI PROPRIO SUGLI ESTREMISMI… contrariamente a quanto affermato dai
critici. Giovanni Paolo II è indicato come ispiratore di un’Europa dei
popoli, fratelli diversi, uniti nella diversità. Benedetto XVI come
difensore delle radici cristiane d’Europa, inascoltato dalle élite
laiche di Bruxelles… e cita Papa Francesco e non lo fa per criticarlo,
al contrario, ma per dimostrare di aver fatto ciò che chiedeva… cioè lo
cita per dar ragione al papa, quando lancia l’allarme delle morti nel
Mediterraneo, ma anche per rassicurare che la politica dei porti chiusi
le ha ridotte drasticamente (cifre alla mano, è dimostrabile).
Salvini, che può piacere o meno, dimostra
che la politica si fa con gli atti, prendendo decisioni, magari anche
impopolari e rischiose, ma si agisce non per slogan, sentimentalismo,
con l’ “ammmmmore” che però non fa trovare lavoro, non porta a pagare
gli affitti e le bollette e che le soluzioni non possono essere quelle
intraprese dal cardinale “elettricista”, vedi qui
che, sulla pelle di chi paga regolarmente tasse e bollette, va a
commettere reati andando a togliere i sigilli ai contatori di chi vuole
tutto, ma non vuole pagare quanto deve a Cesare.
“Stanotte ho pensato che quello che
stiamo facendo lo stiamo facendo per i nostri figli. Amiamo i nostri
figli, la nostra terra e i nostri valori. Amiamo anche la Madonnina che
ci sta guardando dall’alto… Affido l’Italia, la vita mia e la vostra al Cuore Immacolato di Maria”, conclude Salvini.
Dobbiamo giungere anche noi ad una
conclusione…. e non vogliamo che sia politica. Vogliamo raccontarvi
invece come nasce la Bandiera Europea, vedi qui,
e capire come, il gesto di Salvini e le sue parole possano essere
coinvolte in qualche cosa di davvero grande e di cui siamo protagonisti
e non spettatori.
Così riportava il fatto Vittorio Messori.
Il Consiglio d’Europa indisse nel 1950 un
concorso internazionale per un vessillo del Continente. Parteciparono
centinaia di artisti e di grafici ma i bozzetti, i più numerosi, che
contenevano una croce furono bocciati dai socialisti e dai laicisti in
genere.
Soltanto nel 1955 la commissione,
presieduta da Paul Lévy, un ebreo, si decise per una bandiera azzurra
con al centro 12 stelle d’oro disposte in cerchio. L’idea piacque, tanto
che nel 1986 lo stendardo fu adottato come ufficiale anche dalla
Comunità Europea, cambiando solo in argento l’oro delle stelle.
Ci fu sconcerto, però, e rammarico, in
molti, quando si conobbe il retroscena: l’autore era Arsène Heitz, un
grafico belga poco noto, devoto mariano fervente. L’azzurro è il colore
della Vergine e le stelle sono quelle che circondano il capo della Donna
dell’Apocalisse in cui la Tradizione riconosce Maria. Quanto al dodici,
è quello delle dodici tribù di Israele, dei dodici apostoli e delle
dodici stelle che stanno sulla Medaglia Miracolosa voluta nel 1830 dalla
Vergine stessa e che Heitz portava sempre al collo, da buon devoto.
Ma c’è di più, visto che per la firma
solenne del documento che adottava la bandiera, nel 1955 , si cercò una
data che convenisse a tutti i politici che venivano a Strasburgo
dall’Europa intera, nessuno, al Consiglio, si accorse che il giorno
prescelto non era come gli altri, per i credenti: era, infatti, pure
qui, l’8 dicembre. E la Medaglia che era servita da modello al grafico
porta incisa una invocazione proprio all’Immacolata Concezione.
Maria è la stella dell’evangelizzazione
che deve brillare sul nostro cielo europeo, se vogliamo compiere
un’opera efficace. Diversamente, l’Europa già fin troppo
scristianizzata, si avvierà verso il baratro superando il punto di non
ritorno.
———-
Non chiamateci “profeti di sventura”, è
la Vergine Santa che ci ha messi in guardia in molte occasioni,
Apparizioni approvate dalla Chiesa e che il magistero mariano di tutti i
Papi ha fatto proprio.
Ricordiamo allora l’insegnamento di Gesù: GIUDICARE NON DALLE APPARENZE, MA SECONDO GIUSTIZIA….
Don Antonio Allegritti scrive al ministro Salvini: il Rosario è fatto per essere pregato

Però, non accetto che la politica faccia ciò che non gli spetta. Caro Salvini, parlo da parroco, che guida delle comunità e impara ad avere a che fare con la gente. Dalle persone bisogna tirare fuori il meglio, non il peggio. La folla gridava: ‘crucifige’, e talvolta voleva il gladiatore in pasto ai leoni. Certe acclamazioni in certi comizi, mi fanno pensare a quelle grida e mi interrogano: dovremmo educarle certe grida, e non fomentarle! Caro Salvini, ‘divide et impera’ dicevano i nostri antenati: ebbene, tanti di voi politici ci state facendo credere che la colpa del nostro malessere è di chi sta peggio di noi. Caro Salvini, ci sono dei problemi e lo sappiamo: immigrazione, sicurezza, povertà… sono situazioni complesse, che si risolvono con soluzioni complesse. Non con slogan, che illudono, e che purtroppo sono all’ordine del giorno da una parte e dall’altra dello scenario politico, troppo simile a un teatro, o a un gioco delle parti. Caro Salvini, mentre nel merito degli argomenti politici spero che la diversità di idee sia sempre percepita come una ricchezza, nel metodo e nello stile ti prego di non favorire la rabbia. Se i toni di un leader sono violenti, il popolo è tentato ad essere violento. Caro Salvini, desidero una politica in cui si possa dire: voto quel personaggio, perché è migliore di me, perché vorrei (e potrei) essere come lui.
Resto deluso da una politica in cui chi ci guida prende voti perché dà sfogo alla parte peggiore di noi. Moderateci, guidateci, educateci, cari politici! ‘Panem et circensem’, non lo vogliamo! Caro Salvini, non so se sei andato a messa… ti do un consiglio, se ancora non sei stato: il Rosario mettilo in tasca, arriva mezz’ora prima delle 6 in una delle tante chiese ove silenziosamente tanti cristiani disseminano bene, e quel Rosario pregalo senza esibirlo. Sarai in compagnia di un popolo bellissimo, di tanti cristiani che sanno che l’amore non è un consiglio, ma un comandamento. E poi ascolterai, durante la Messa: da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Dall’amore, non da un Rosario esibito e, forse, non pregato!”
Salvini si presenta come il nuovo leader cattolico
Un discorso che
inizia con Chesterton e si chiude con l’affidamento al Cuore Immacolato
di Maria, passando per l’affidamento dell’Europa ai suoi sei Santi
patroni e per citazioni di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, De Gasperi e
Sarah. A Milano, Salvini si rivolge ai cattolici, nonostante le
gerarchie della Chiesa non lo vedano bene.
Più di un sacerdote e vescovo, per quel Rosario mostrato in pubblico, storcerà il naso e già si scaldano coloro che parleranno di uso strumentale della religione. Perché si sta verificando un fenomeno strano: più le gerarchie della Chiesa italiana prendono le distanze da Salvini e dalla sua nuova Lega, più il “capitano” parla da cattolico ai cattolici. Non c’era mai stata così tanta presenza di tradizione cristiana nei comizi precedenti, neppure in quelli del 2018. Chesterton è stato tirato subito in ballo (e ha strappato il primo grande applauso) come indicazione di un metodo: “Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama”. Il primo compito di Salvini è quello di disinnescare la paura di un movimento estremista. “Non siamo estremisti, non ci sono fascisti in questa piazza”, dice subito, constatando come polizia e servizio d’ordine siano presenti ma disarmati perché la piazza è fatta di gente per bene. “Gli estremisti sono quelli che occupano Bruxelles”, parte subito polemico.
Giovanni Paolo II è indicato come ispiratore di un’Europa dei popoli, fratelli diversi, uniti nella diversità. Benedetto XVI come difensore delle radici cristiane d’Europa, inascoltato dalle élite laiche di Bruxelles (e perché si opponeva alla Turchia in Europa). Viene citato anche il cardinal Sarah, “che conosce bene il tema dell’immigrazione”, perché difende l’idea che ciascuno abbia diritto di svilupparsi nella propria terra e nella propria cultura. De Gasperi, assieme a De Gaulle e a Margaret Thatcher (tre tradizioni diversissime, ma è significativo che per l’Italia compaia il padre della DC) sono presi a modello per le loro idee di Europa delle patrie. Cita Papa Francesco… e dalla piazza partono subito bordate di fischi. Ma Salvini è troppo abile (e non ha lo stesso spirito ribelle del suo predecessore Bossi) per scivolare nella provocazione: lo cita per dar ragione al papa, quando lancia l’allarme delle morti nel Mediterraneo, ma anche per rassicurare che la politica dei porti chiusi le ha ridotte drasticamente (cifre alla mano, è dimostrabile).
Che cosa vuol dire tutto questo continuo richiamo al cattolicesimo? Proprio quando la gerarchia della Chiesa italiana è sempre più esplicitamente ostile alla Lega di Salvini? Evidentemente qualcuno ha fatto i conti che la base cattolica è più vicina alle idee del nuovo leghismo sovranista che non alle indicazioni dei sacerdoti nelle parrocchie. “Ditelo al vostro sacerdote, domani a Messa, che nel Mediterraneo ci sono meno morti e che stiamo salvando vite”, è il messaggio di Salvini rivolto ai fedeli che oggi saranno a Messa a sentire omelie sulla tragedia dell'immigrazione e contro l'egoismo della Lega. E’ una sfida ardita, obiettivamente. Solo dopo il voto si potrà capire se questa scommessa è risultata vincente.
Va notato, per chi segue la Lega da trent’anni a questa parte, che il vecchio leghismo nordista e bossiano è quasi del tutto scomparso. Non una parola sulle autonomie regionali. Non un solo slogan sulla secessione. C’era, in piazza, una sola bandiera padana, una sola bandiera catalana (e gli alleati spagnoli di Vox non avranno gradito neppure quella), una sola bandiera scozzese. Poche anche le bandiere regionali italiane. In compenso erano abbondanti le bandiere francesi, quelle danesi e quelle slovacche, rappresentate sul podio dai leader sovranisti di quei Paesi. Spariti anche i tricolori russi: dominanti fino al 2018 ora non si vedono più. Si nota molta più "Europa delle patrie" che “Eurasia” e nel disegno di Europa delle patrie ci sono anche cechi, slovacchi, estoni, polacchi che non sono particolarmente simpatizzanti della causa di Vladimir Putin. C’era Marine Le Pen, che ha arringato la folla prima in francese e poi in italiano, con un discorso tutto anti-capitalista e molto identitario. E’ stata la più applaudita in assoluto, a dimostrazione che lo spirito di Bossi (che citava la Le Pen solo per condannarne il nazionalismo) è proprio sparito. C’era anche Geert Wilders, un altro dei più apprezzati, il politico olandese “maledetto” dai media di tutto il mondo per la sua campagna anti-islamizzazione. E ha ribadito i suoi concetti, più e più volte: no all’islamizzazione, “stop islam”.
Anche queste campagne identitarie, che Salvini promuove a livello europeo assieme ai suoi alleati sovranisti, sono comunque già secondarie rispetto al messaggio centrale: la Lega sta provando ad accreditarsi come forza maggioritaria cattolica. Vorrà diventare la nuova Democrazia Cristiana? In questi tempi strani, in assenza di un partito democristiano, popolare, conservatore, che copra lo spazio della destra moderata, potrebbe anche darsi.
Nessun commento:
Posta un commento