martedì 7 maggio 2019

Antonio Cosimo Stano, cciso dalla barbarie umana !




se non avete il coraggio di intervenire , se non avete il coraggio di chiamare la polizia rivolgetevi ai pochi guerrieri italiani che sono rimasti . Io ci sarei venuto gratis per fare piazza pulita


Sono Antonio Cosimo Stano, avevo 65 anni. Vivevo solo in una piccola casa su strada a Manduria. Con me solo i ricordi di mia madre e i problemi dovuti a qualche patologia. Al mondo non ho fatto nulla e dal mondo ho avuto poco.
Passavo le giornate barricato in casa perché avevo paura. Paura di incontrare chi alla fine ce l'ha fatta a farmi del male.
Sono Antonio Cosimo Stano e avevo solo 65 anni, gridavo aiuto la sera che mi pestavano per strada 8 ragazzini. Chiedevo disperatamente di smetterla. Sono entrati addirittura in casa e hanno iniziato a distruggere quei ricordi di mia madre che tanto gelosamente custodivo.
Sono Antonio Cosimo Stano e avevo 65 anni, coetaneo magari dei nonni di questi ragazzi.
Sono Antonio Cosimo Stano e avevo 65 anni, non ci sono più. Quei ragazzi oggi sono stati identificati e fermati ma servirà a poco, io oggi non ci sono più, giudicato "un gioco finito male" il mio decesso è invece la fine di mesi di torture di chi forse non ha avuto genitori capaci di insegnare rispetto e comprensione oltre che amore ... forse i veri responsabili di questa società malata.


Lui è Antonio Cosimo Stano ed è uno dei tanti anziani che quotidianamente vengono insultati, umiliati e bullizzati nella totale indifferenza del mondo.
Riposi in pace signor Stano e ci scusi per non averla tutelata.

E forse forse bisognerebbe iniziare a indagare anche i genitori, che devono iniziare ad assumersi le responsabilità delle azioni dei figli e anche compaesani e vicini di casa che vedono e sentono tutto ma tacciono sempre e parlano dopo ai microfoni. Non solo in questo caso ma in tutti.
Lui è Antonio, l'anziano di Manduria. È davanti alla porta di casa. È notte. È circondato. Ha paura. Uno dei ragazzi sembra capire la sua prostrazione, lo tranquillizza, gli allunga una mano. Gli dice vieni, ti dò la mano, facciamo pace? Antonio risponde di no, non c’è né pace né guerra. Il ragazzo chiede perché? Lui ripete che non c’è pace né guerra. Il ragazzo addolcisce la voce, gli allunga la mano e gli ripete facciamo pace. Antonio esita. Il ragazzo fa partire uno schiaffo, secco, diretto, violento, che colpisce Antonio in pieno volto. Il vecchio si piega tramortito, i ragazzi si sganasciano dalla risate.
Lui è un ragazzo, poco dopo, al telefono. Dice madonna compare, le risate, praticamente poi è arrivato Alessandro e tutto il gruppo loro, Andrea, poi mi ha chiamato un altro, Antonio, è arrivato lui, Vincenzo, Salvo, il fratello, un casino, compare. Come siamo entrati abbiamo fatto finta, alzato la mazza, e poi boom, gli ho tirato addosso una mazza. Lui si è piegato, e se n’è andato. Lui stava con la mazza in mano, ha iniziato a muoverla dicendo pagherai, pagherai. Quando ho visto questo, gli ho detto pagherò?, mi sono innervosito compare, gli ho dato uno schiaffo e lui ha gridato ahia! E gli colava il sangue dal naso. Poi sono andato di nuovo e lui ha detto polizia!, carabinieri! E gli ho dato un altro colpo di bastone.
Lui è un altro ragazzo, sempre al telefono. Dice ragazzi, incredibile, siamo passati di nuovo io, Gregori, Andrea, la porta era aperta, siamo entrati in casa con le mazze in mano, e abbiamo cominciato a dargli colpi di mazza. C’è il video, pure, ragazzi, scoppierete di risate.
Lui è un altro ragazzo, ancora al telefono. Dice sì, infatti è stata una brutta botta, perché era stordito. Tu pensa che ce ne siamo andati, e quando passavamo, che eravamo a una ventina di metri, lui urlava subito aiuto! aiuto! Si è rincoglionito proprio.

Nessun commento:

Posta un commento