Quarantanove milioni della Lega
1. Premessa
“L’entità
del rimborso ai singoli partiti non era proporzionato alle spese
elettorali effettivamente sostenute, ma ai risultati raggiunti, sia come
singoli partiti che, se del caso, come coalizioni (nel qual caso la
ripartizione interna alla colazione era frutto di accordi fra i diversi
componenti).
Non vi era quindi alcuna connessione fra le spese ed i rimborsi erogati, parametrati esclusivamente ai risultati elettorali”
Questo non lo dico solo io ma è la premessa della sentenza di Genova.
2.- Rendiconti interessati dal Procedimento di Genova e modalità di erogazione dei “rimborsi”
I rendiconti interessati dal procedimento di Genova sono quelli relativi agli anni:
2008;
2009;
2010.
La
liquidazione dei rimborsi, in base alla legge n. 2 del 97 in vigore al
tempo dei fatti contestati, avveniva a partire dall’agosto del secondo
anno successivo all’anno d’imposta (es. per il 2008 la prima
liquidazione era dell’agosto del 2010) secondo le seguenti modalità:
40% nel 2010;
15% nel 2011;
15% nel 2012;
15% nel 2013;
15% nel 2014.
Il
sistema di pagamento per tranche era strutturato in maniera tale che
nel medesimo anno venissero liquidate rate relative a diversi
rendiconti.
Ad esempio, nell’agosto del 2012 il partito percepisce contestualmente:
il 40% della quota relativa al rendiconto presentato nel 2010;
il 15% della quota relativa al rendiconto del 2008;
il 15% della quota relativa al rendiconto del 2009.
Ulteriormente,
va specificato che senza il nulla osta dei revisori del Parlamento (a
cui era demandato un controllo solo formale) venivano bloccate tutte le
erogazioni anche se riferite a rate di liquidazioni riferite ad altre
annualità su cui i rendiconti avevano già ottenuto il nulla osta.
Per
stare nell’esempio precedente, se nel 2012 i revisori non rilasciavano
il nulla osta sul rendiconto del 2010, si bloccavano i pagamenti di
tutte le rate e, cioè:
il 40% della quota relativa al rendiconto presentato nel 2010;
il 15% della quota relativa al rendiconto del 2008;
il 15% della quota relativa al rendiconto del 2009.
E’
così che nell’agosto del 2010 sono state pagate rate di rimborsi
relativi a spese per elezioni del 2005, 2006 e 2008 e nel 2012 sono
stati pagati rimborsi per elezioni del 2006, 2008, 2009 e 2010.
Pertanto,
i rimborsi relativi agli anni 2008, 2009 e 2010 si sono conclusi solo
recentemente nel 2016 con l’ultima tranche relativa al 2010.
Tuttavia,
la contestazione dei 49 milioni di euro non tiene conto delle somme
complessive dovute per i rimborsi elettorali per gli anni in
contestazione ma solo di quelle svincolate per effetto del nulla osta
apposto dai Revisori presso la Camera e il Senato ai rendiconti del
2008, 2009 e 2010.
Esemplificando,
le somme percepite dal 2013 in poi, anche se riferite tra le altre alle
tranches del 2008, 2009 e 2010, non formano oggetto del cosiddetto
“profitto illecito” e, quindi, non formano un di cui dei 49 milioni.
Pertanto
mettendo in correlazione i 49 milioni alle tornate elettorali, si può
dire che le stesse si riferiscono principalmente alle elezioni nazionali
del 9 e 10 aprile 2006, del 13 e 14 aprile 2008 ed alle elezioni
europee del 2009.
Allo
stesso modo si può affermare che le somme percepite dalla Lega da
quando Salvini ne è il Segretario, anche se riferite ai “rimborsi” degli
anni 2008, 2009 e 2010, non sono “illecito profitto” neppure per la
Procura/Tribunale di Genova perché sbloccate da rendiconti regolari
negli anni che vanno dal 2011 in poi.
Il
motivo unico per cui i sequestri riguardano le disponibilità
dell’attuale Lega è frutto di una serie di astrazioni giuridiche legate
alla natura fungibile del denaro.
Non
voglio entrare in tematiche giuridiche complesse ma i paradossi
dell’interpretazione di chi vorrebbe proseguire con i sequestri in
futuro sono molteplici:
le
somme di cui si sarebbe appropriato Belsito e gli altri imputati nel
periodo interessato sono poche centinaia di miglialia di euro e non i 49
milioni;
il
rimborso elettorale non è parametrato alle spese documentate nei
rendiconti ma ai risultati elettorali (qualche Euro a voto in base a
specifica deliberazione);
con
i sequestri disposti dalla Procura di Genova la Lega paga due volte per
le condotte di appropriazione indebita a suo danno: infatti, da una
parte, (1° danno) gli imputati avrebbero utilizzato per scopi personali
soldi del partito e, dall’altra, (2° danno) oggi la procura richiede
indietro non solo quelle somme ma tutte quelle lecite, utilizzate per
finalità istituzionali, per l’intero importo di 49 milioni;
la
somma di 49 milioni è stata già ampiamente spesa per le finalità del
partito politico e, per effetto dell’abolizione del finanziamento
pubblico ai partiti, oggi le disponibilità sequestrate sono fondi che
derivano dal 2 per mille, dai contributi degli eletti, tesseramento etc…
(e ciò a maggior ragione, dopo l’azzeramento dei conti del settembre
del 2017, poiché le somme entrate successivamente non possono nemmeno
essere confuse con quelle accreditate nel 2012).
3. Costituzione di parte civile e qualifica di persona offesa. Caso Lusi e Belsito a confronto.
Durante
la fase delle indagini il procedimento era riunito avanti la Procura di
Milano sia per le ipotesi di appropriazione indebita sia per quelle di
truffa ai danni dello Stato. La procura di Milano non ha mai avanzato
alcuna richiesta di sequestro ai danni della Lega. Successivamente, in
fase di udienza preliminare, il fascicolo relativo alle vicende di
truffa e alcune appropriazioni (contestate al solo Belsito) è stato
trasmesso a Genova per motivi competenza territoriale.
La Lega, inizialmente costituitasi parte civile, ha revocato la costituzione.
Su questo, punto occorre fare una breve premessa.
La
costituzione di parte civile è una mera facoltà con la quale il
soggetto danneggiato da un reato può decidere di richiedere all’A.G. di
condannare l’imputato, oltre alla sanzione di natura penale, anche al
risarcimento del danno derivante dal reato.
In
molti casi, si può preferire di esercitare il diritto al risarcimento
in un separato giudizio civile più idoneo a svolgere valutazioni sul
danno.
In ogni caso, non si può sanzionare (come sta accadendo alla Lega) la scelta di non volersi costituire parte civile.
Al
di là di ogni valutazione quello che non si può dire – perché
assolutamente sbagliato – è che non costituendoci abbiamo perso la
qualifica di parte lesa. Il danno è stato commesso contro di noi e il PM
ha proseguito il procedimento di Milano proprio a tutela della parte
offesa Lega.
Ma
il paradosso evidente a tutti è la differenza di trattamento con la
vicenda – molto più grave anche in termini economici – del caso Lusi,
tesoriere della Margherita.
La
fattispecie è sostanzialmente sovrapponibile – con la differenza che
nel caso del tesoriere Lusi non si parla anche di spese non inerenti o
non sufficientemente giustificate (multe o altro come per la Lega
accanto alle appropriazioni indebite di Milano) ma sempre e solo di
appropriazioni indebite molto rilevanti – eppure gli esiti sono molto
differenti.
Nel caso Lusi la procura ha contestato appropriazioni indebite pari ad oltre 22 milioni e non la truffa ai danni dello Stato.
E
ciò nonostante la Procura abbia verificato nel caso della Margherita
un’attività di falsificazione della documentazione contabile da parte
dei commercialisti della Margherita giudicati in concorso con Lusi.
In
quel caso la Margherita è solo persona offesa a cui devono essere
restituite le somme, la Lega invece in un caso sovrapponibile deve
subire due volte: il danno dell’appropriazione e il sequestro.
4.- Le ipotesi di riciclaggio e le società Lussemburghesi
Pensare
che i quarantanove milioni di euro siano stati nascosti è pura follia. I
soldi ricevuti sono stati semplicemente spesi nell’arco degli anni; per
sapere come basta vedere i bilanci che sono stati pubblicati anche sul
nostro sito.
I
bilanci sono oggetto di varie revisioni e certificazioni, non ultima
quella della commissione istituita con la normativa che a partire dal
2013 è molto rigorosa.
Dal
2013 controllano anche le spese più insignificanti (scontrini del caffè
compresi) e la loro inerenza rispetto all’attività. Di ogni pezza
giustificativa dobbiamo produrre copia elettronica (scansioni) e
cartacea: ogni anno portiamo in furgone a Roma decine di scatoloni di
documenti.
Se volete un mio parere personale è una cosa giusta.
Al
tempo la struttura di tutti i partiti era molto pesante. Nel medesimo
periodo il PD ha ottenuto quasi 190 milioni di euro che ha speso quasi
integralmente.
Pensate soltanto che quando sono arrivato il personale dipendente contava 72 persone oggi solo 7.
Sono
stati momenti difficili e ho dovuto compiere scelte dolorose. Per
questo fa ancora più male sentir dire oggi che dei soldi sarebbero stati
nascosti.
Le
società in Lussemburgo nulla hanno a che fare con la Lega. Si è scavato
nella mia vita e in quella dei professionisti che hanno incarichi per
la Lega nella ricerca di buchi neri.
I giornalisti non hanno trovato nulla e allora hanno costruito dei teoremi sul niente.
E
così che attività professionale ordinaria non inerente la Lega è
diventata lo strumento per infangare la Lega incuranti delle conseguenze
per il partito e per i singoli.
Volendo
entrare nei particolari: alcune società clienti dello studio che mi
coadiuva nell’espletamento delle attività amministrative per la Lega,
hanno richiesto l’intervento di una fiduciaria. Si tratta per lo più di
società di piccole dimensioni o addirittura di iniziative mai partite.
La Lega non ha nessun interesse nelle società richiamate né, tantomeno, ha rapporti con le fiduciarie del Lussemburgo.
Si tratta di vere e proprie fake news.
L’esempio
lampante si è avuto con la vicenda di Sparkasse. La lega non ha più
rapporti con l’istituto di Bolzano addirittura dal 2014. Eppure, si è
sostenuto che delle somme rientrate dal Lussemburgo a marzo del 2018
fossero riferibili alla Lega. Non si capisce come si possa anche solo
ipotizzare che siano rientrate delle somme su di un istituto nel quale
la Lega non ha da anni neppure un conto corrente.
In
giro di mezza giornata l’istituto ha diramato un comunicato nel quale
spiegava che si trattava di investimenti propri e non di attività per i
propri clienti e che la Lega nulla c’entrava.
Ma
neanche questa spiegazione è bastata per placare le notizie. Così
l’informazione che l’indagine di Genova sul riciclaggio, iscritta a
ignoti, è vicina ad essere archiviata passa in secondo piano e
l’attenzione viene spostata sull’ipotesi che i soldi di Sparkasse siano
riferiti alla Lega. E non importa se nel frattempo la ricostruzione si è
rivelata del tutto infondata.
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