

Mario Haussmann
L’imbroglione “Bill” Rockefeller aveva un’idea molto personale sull’educazione dei figli e sul modo per formarli alla vita. Egli una volta dichiarò: «Io imbroglio i miei figli dove e come posso. Io faccio affari con i ragazzi, li frego e li picchio ogni volta che ne ho l’occasione». Egli giocava con i figli, invitandoli a lanciarsi dall’alto e raccogliendoli tra le sue forti braccia. Una volta, giocando questo gioco con il piccolo John Davison egli improvvisamente si scansò, lasciando cadere il figlio rovinosamente a terra. Quando il piccolo, in lacrime, gli chiese perché lo avesse fatto, egli rispose: «Per insegnarti una cosa importante, figlio mio! Così impari a non fidarti di nessuno, nemmeno di tuo padre».
John D. Rockefeller (1839-1937) divenne il rampollo più scaltro di suo padre. Assieme a suo fratello William e ad alcuni altri soci fondò nel 1870 una compagnia petrolifera, la famigerata Standard Oil, che nel 1873 produceva già un milione di barili l’anno. Essa si distingueva dalle altre poiché integrava in sé tutto l’indotto relativo al petrolio, occupandosi dell’estrazione, del trasporto, della raffinazione e della commercializzazione. Con metodi da far invidia ai mafiosi più incalliti, la compagnia ben presto si sbarazzò della concorrenza, assorbendola o distruggendola. A Cleveland, nell’Ohio, Rockefeller comperò in sole 6 settimane 22 raffinerie su 26 esistenti, estromettendone completamente i vecchi proprietari. Velocemente ebbe il monopolio sui prodotti petroliferi e la compagnia divenne così la base del successivo impero finanziario.
John D. Rockefeller utilizzò conseguentemente i sistemi di management e le strategie d’affari adottate dai Rothschild da decenni, il cui tratto saliente è la segretezza. Egli non cambiava il nome alle aziende acquisite, negando che appartenessero al suo impero. Utilizzò conti segreti e fondi neri, nomi fittizi e marchi di facciata, accordi segreti e politici corrotti per celare i maneggi della Standard Oil. Aggirare le leggi divenne per quest’impresa la prassi normale. Ben presto Rockefeller venne chiamato “la piovra del petrolio” e all’età di 39 anni egli possedeva già tutto il mercato petrolifero americano.
Gli accordi segreti con i trasportatori e la sua pratica sistematica di corru-zione gli procurarono il vantaggio necessario per eliminare la concorrenza. Questi suoi complotti rovinarono non solo i petrolieri e i raffinatori, ma anche vari settori del trasporto, comprese intere linee ferroviarie. I licenziamenti in massa e gli abbassamenti dei salari conseguenti provocarono uno sciopero generale del settore, che sfociò in varie sommosse durante le quali furono incendiati vagoni, locomotive ed edifici. Rockefeller fece terminare lo sciopero facendo intervenire l’esercito che uccise decine di scioperanti. Egli, intanto, approfittò dell’improvviso calo del valore delle azioni ferro-viarie per acquisire il controllo delle ferrovie stesse, comperandole.
Tutta la storia dell’ascesa di John D. Rockefeller a magnate dell’alta finanza e della costruzione del suo impero economico e politico è contrassegnata dalla disonestà, dalla segretezza, dai metodi infami e dalla violenza.
Emblematico è un fatto avvenuto nel 1914. Rockefeller era divenuto proprietario delle grandi miniere di carbone del Colorado. Nell’era dello sviluppo delle industrie il carbone era la forma di energia più utilizzata. In queste miniere le condizioni di lavoro erano pessime, la sicurezza inesistente e il tasso di mortalità sul lavoro nelle miniere di Rockefeller era il doppio della media nazionale. Nel 1913 i minatori scioperarono. In conseguenza allo sciopero molte famiglie di minatori vennero sloggiate dalle case in cui abitavano, di proprietà della compagnia mineraria. Lo sciopero durò molti mesi e i minatori privi di casa si accamparono con le loro famiglie su un terreno che non era di proprietà della compagnia. Il 20 aprile 1914 un commando di guardie private, assoldate da Rockefeller, circondò l’accampamento e gli diede fuoco sparando all’impazzata. Morirono decine di persone, soprattutto donne e bambini. Nei giorni seguenti i leader dello sciopero furono sequestrati e assassinati.
Per la cronaca, ciò pose fine allo sciopero, e Rockefeller poté dedicarsi di nuovo indisturbato ai suoi business. Per quello che divenne famoso come il “massacro di Ludlow” nessuno venne mai punito.
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