domenica 17 febbraio 2019

Risorse : Assalto nigeriano a Ferrara!

Ferrara, 17 febbraio 2019 - Momenti di altissima tensione in serata ai piedi del Grattacielo. Un nutrito gruppo di nigeriani ha scaraventato cassonetti in mezzo alla strada e ha inveito minacciato le forze dell’ordine accorse sul posto. La via che porta alla stazione è rimasta bloccata e si sono verificati diversi istanti di disordine. Sul posto sono intervenute le pattuglie dei carabinieri, dell’esercito, della polizia di Stato e della Guardia di Finanza.
Il tutto è avvenuto sotto gli occhi increduli dei residenti.
 Ferrara, caos in Gad
Disordini nigeriani a Ferrara, parla l'agente. "Noi, in trincea contro le gang"
Marinai, poliziotto e sindacalista: "Si rischia una guerra con i pusher, sono troppi"
Ferrara, 19 febbraio 2019 - «Se quel ragazzo fosse morto per davvero, cosa sarebbe successo in Gad?». Parla con enorme rammarico e impotenza David Marinai, 42 anni e da 20 sulle Volanti («me ne mancano ‘solo’ 17 per la pensione», dice ridendo), segretario provinciale Fsp polizia. «Sabato – racconta – sono montato a mezzanotte e in Gad la situazione era già tornata tranquilla. Ma il precedente è davvero bruttissimo».
Marinai, dopo la fake news della morte del ragazzo, in pochi istanti in Gad si sono radunate decine di nigeriani. Normale?
«Assolutamente no. E diventa sempre più difficile pensare che dietro non vi sia un’organizzazione ben radicata».
Tipo, mafia nigeriana?
«Non sta a me dire se esista o meno, ci sono uffici investigativi preposti. Dico solo che siamo davanti a un’organizzazione verticistica che fa dello spaccio un business. Mi chiedo: se quel ragazzo fosse morto davvero, cosa sarebbe accaduto?».
E qual è la risposta?
«Forse non si sarebbero fermati al blocco di una strada. Quell’episodio può succedere mille altre volte perché loro scapperanno e noi dietro a rincorrerli. Se avviene la tragedia, si scenderà in guerra».
Criminali e pusher sempre di più, voi sempre meno. Non avete paura?
«Certo che sì. Loro ci conoscono, hanno i pali agli angoli del quartiere sempre con il telefonino in mano. Quando va bene, siamo due auto e quattro uomini e loro 15-20».
E non si tratta di semplici liti per l’alcol, giusto?
«Dietro c’è qualcosa di più serio, il controllo del territorio, lo scontro tra bande. Arriviamo e non sappiamo se saranno a mani nude, con bottiglie di vetro, coltelli, katane. Servirebbe il reparto mobile a ogni intervento».
E la droga non la gliela si trova mai...
«Qualche grammo, ogni tanto. Il grosso la tengono in casa o tra gli alberi. Chiama il cliente e il pusher fa la spola avanti e indietro. Quando gli chiediamo dove abita la risposta è sempre quella: non mi ricordo, non lo so. Cambiano abitazione di continuo».
Quindi non c’è soluzione per arginare il fenomeno?
«Da parte nostra, possiamo solo sperare che vada sempre bene. Quello accaduto sabato è un bruttissimo precedente. Potenziamo i centri di accoglienza, rendiamo certi e immediati i rimpatri per chi non ha titolo di stare in Italia».
Ha sentito che Salvini è pronto a venire a Ferrara?
«Se arriva fa piacere come quando è venuto il capo della polizia. Ma oltre alla visita, porti qualcosa di pratico. Ci dia leggi e strumenti per migliorare questa drammatica situazione».



Ferrara, 18 feb – Sappiamo che a Ferrara, nella zona Gad, lo spaccio di droga gestito dalla mafia nigeriana (o etnica, come amano chiamarla i conduttori e i giornalisti rispettosi del prossimo) ha reso quel posto invivibile e assimilabile a quei luoghi nel mondo in cui col calar del sole tutti si chiudono in casa aspettando con ansia la mattina. Il dramma è che non siamo in Venezuela o in Iraq, siamo in Italia, nell’Emilia Romagna che tutti conosciamo per mille motivi ma non certo per la presenza massiccia di bande criminali costituite da immigrati giunti qui via mare, accolti dalla sinistra alla deriva e sistemati dalle cooperative con la bava alla bocca.
E il dramma emerge in tutta la sua gravità nel momento in cui vengono a galla i rischi di una convivenza forzata tra popoli ed etnie diverse, in cui gli ospiti vengono accolti nel nome dei buoni sentimenti e non gli viene imposta l’ottemperanza di alcun dovere, preferendo cianciare di soli diritti di cui godere. È tutto qui, è questo il problema, il bandolo della matassa riguarda una metastasi enorme che oggi neanche Salvini sa combattere con efficacia. Insomma sono cazzi amari.
La rivolta degli immigrati avvenuta a Ferrara, derivante oltretutto dalla notizia di un loro compare investito casualmente durante un inseguimento delle forze dell’ordine, elimina la patina di ipocrisia e buonismo che sta ancora oggi offuscando la nostra vista e la nostra presa di coscienza. L’invasione c’è stata, venne più o meno pianificata a tavolino dai governi che, come disse Emma Bonino, barattarono la flessibilità sui conti con l’accollo totale degli sbarcati. Solo un idiota non avrebbe previsto che l’arrivo di questi disperati avrebbe portato alla nascita di nuove sacche di criminalità che si sarebbero poi scontrate con le già non poche presenti nelle nostre città per contendersi lo spaccio al minuto, la gestione della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Solo un idiota o, in alternativa, solo chi è accecato dalla ideologia e non è in grado di guardare la realtà per quella che è.

La scusa dell’aiuto umanitario

E la realtà parla di una nazione attraversata da una crisi economica globale senza precedenti che ha dilapidato enormi risorse per accogliere e mantenere una frotta di clandestini nel nome della balla dell’aiuto umanitario. L’accostamento di questi due fattori, di queste due vicende ossia della crisi economica e dello sbarco di centinaia di migliaia di immigrati ha condotto al dramma attuale, perché la domanda che è sorta spontanea come un fiore in primavera è: perché per loro così tante risorse e per noi così poche? Con quale criterio le città vengono abbandonate al degrado dei finti profughi che spadroneggiano? E per quale motivo non dovremmo ribellarci a tutto questo?
La narrazione stucchevole di un Paese razzista in preda alla voglia di fascistizzarsi di nuovo è una balla colossale smentita dai numeri, poiché se vi fosse un fondo di verità, a Ferrara vedremmo scorrere fiumi di sangue, mentre la realtà ci racconta di un popolo inoffensivo che ingoia l’ennesimo boccone amaro. Che insomma gli scrittori impegnati si dedichino alle loro stronzate, il loro prezioso tempo a stilare metodi per misurare il livello di fascismo in noi presente e la loro voce per veicolare il concetto astruso e scemo secondo cui l’italianità è oramai concetto arcaico e superato da quello nobile di un’umanità meticcia nettamente migliore e accogliente.
Poi faranno i sorpresi e gli indignati, sorrideranno come sorridono sempre nei salotti tivù in cui minimizzano ogni cosa, finendo poi per dirci che il popolo è pazzo e si è fatto manipolare dalle forze sovversive di destra che campano solo di paura e diffidenza. Il loro piano è questo, nient’altro che instillare nella coscienza collettiva della nazione il dubbio che sia solo un brutto sogno e che non si debba quindi prendere i provvedimenti necessari. E ciò di cui necessitiamo non è un’ultra violenza in stile Arancia meccanica perpetrata dalle forze dell’ordine, ma una classe politica che sappia prima di tutto rispettare l’Italia e il popolo che è stato chiamato a difendere e servire fuori da ogni altra logica che non sia quella del bene supremo della Patria.

Una spocchia idiota

Per tornare all’idiota iniziale, solo un idiota può pensare che la suddetta convivenza forzata sia parte dell’elenco delle novità positive da imporre a un paese intero. Oppure, se non un idiota, chi ritiene che la sovranità nazionale, da cui discende il dovere di controllo delle frontiere, debba essere debellata come la peggiore malattia. Ferrara è oggi la rappresentazione di ciò che ci aspetterebbe se l’invasione proseguisse, restando ottimisti e facendo finta di non sapere che l’alto tasso di natalità degli immigrati finirà per creare un inevitabile scontro numerico.
Nella sua drammaticità, rappresenta anche la condizione caotica cui versa la sinistra umanitarista che popola i centri benestanti delle nostre città, incapace di proiettarsi oltre la propria spocchia e il proprio familismo politico e che pendola dalle leggi antifasciste sui gadget duceschi ai manifesti sull’essere europeisti. Grandi slanci di vitalità e ottima comprensione della realtà circostante. È in tempi come questo che si rende necessario lo sventolio del tricolore italiano e non di quello francese. Ma faglielo capire.

Inviato l’Esercito a presidiare Ferrara. La città preda delle bande nigeriane arrivate grazie alla politica dei porti lasciati aperti dalla sinistra in Italia


Quello che è accaduto ieri a Ferrara è lo specchio di quanto si sta verificando in varie città italiane, da Torino a Castel Volturno passando per zone di Roma, di Napoli, di Macerata e di Catania, dove la mafia nigeriana organizzata ha preso il controllo militare del territorio ed esercita liberamente le sue lucrose attività di spaccio di droga, di racket della prostituzione e di commerci illegali.
La situazione sta ormai sfuggendo di mano alle autorità e basta una scintilla per provocare una rivolta, come accaduto ieri a Ferrara quando, nel corso di un inseguimento di polizia, un nigeriano è stato investito da un auto della polizia e si è diffusa la voce che fosse morto. Il fatto ha provocato una vera e propria rivolta organizzata con blocco delle strade e di tutto un quartiere mentre le bande di centinaia di nigeriani percorrevano urlando le strade della città, spaccando e rivoltando tutto quello che incontravano, auto, bidoni della spazzatura, cassonetti e insegne stradali.
Il quotidiano locale estense ha descritto così la situazione: “Ferrara, fake news scatena una rivolta di migranti “
“…Il gruppo di ‘rivoltosi’ si è compattato attaccando anche carabinieri, poliziotti, agenti della municipale, finanzieri e militari dell’Esercito con urla e rompendo bottiglie di vetro, fortunatamente senza andare oltre anche grazie al sangue freddo degli operatori.
Solo in tarda nottata, verso la mezzanotte, è tornata la calma, con l’intervento di un mediatore culturale che ha spiegato agli stranieri come stessero davvero le cose”.
Questa situazione ormai tipica di degrado e di delinquenza organizzata che diventa padrona del territorio è simile ma non peggiore di quanto accade a Castel Volturno ed in altre zone d’Italia dove le bande, prevalentemente nigeriane , si sono installate e conducono i loro sporchi affari organizzate secondo una tecnica militare che prevede vedette e guardiani armati a presidio delle zone diventate off limits per i residenti.
Questa è la evidente conseguenza della politica di accoglienza dei migranti clandestini voluta dai governi della sinistra di Renzi, Gentiloni , con l’approvazione e l’appoggio della Emma Bonino, della Laura Boldrini, con la sponsorizzazione dei pseudo intellettuali come Roberto Saviano e compagnia cantante.
Ferrara rivolta nigeriani

Sono adesso questi personaggi che dovrebbero recarsi sul posto e spiegare alla popolazione, quella che vive in questi giorni esasperata ed atterrita, di quanto sia progredito e positivo per tutti l’ambiente multiculturale ed il processo di integrazione di questi migranti clandestini, che non sono scappati dalla guerra ma che la guerra la portano in Italia anche nelle province come Ferrara o Macerata che una volta erano le più tranquille zone d’Italia.
Lo dovrebbero spiegare anche alle donne che non possono più uscire se non accompagnate e sotto scorta per i quartieri degradati ed alle vittime delle violenze che si sono verificate in questi ultimi mesi, basta scorrre le cronache per esserne a conoscenza.
Il ministro Salvini ha disposto di inviare l’esercito ma non è chiaro quale siano le consegne per i militari: potranno utilizzare le armi se la situazione lo richiede? Avranno poi garanzie di non finire incriminati da un qualsiasi PM una volta che le utilizzino ?
In un paese serio si dichiara lo stato di emergenza, con tanto di coprifuoco nelle ore notturne, e i militari sarebbero autorizzati a sparare a vista di fronte e facinorosi armati e pericolosi. Tuttavia l’Italia non è un paese serio e chi , fino a poco tempo fa, ha avuto la responsabiità politica ha lasciato che le cose corressero per il loro corso lasciando il paese senza difese di fronte ad una invasione africana di cui soltanto adesso iniziamo a comprenderne le conseguenze. Si capiscono in ritardo gli effetti di una convivenza imposta con persone di etnia, caratteristiche, abitudini e culture incompatibili con la possibilità di una convivenza pacifica con i cittadini italiani, bastava fare riferimento alle esperienze di altri paesi per comprenderlo.
Quanto accade fa crollare come un castello di carta la costruzione dialettica di ipocrisia e buonismo che utilizza la sinistra mondialista con cui si giustificava l’invasione migratoria mediante i consueti argomenti del buonismo idiota adatto ad offuscare le coscienze..
L’invasione c’è stata, ed era stata più o meno pianificata a tavolino dai governi collusi con le centrali finanziarie che l’hanno favorita e finanziata.
Si spera che con un nuovo governo ed un ministro degli interni che vuole finalmente utilizzare il polso duro contro le ondate migratorie incontrollate, la situazione possa migliorare prima che sia troppo tardi.


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