Quest’anno il 10 febbraio (data dell’ignobile diktat di Parigi del 1947) il ricordo degli Infoibati e dei più di 350.000 Esuli, viene celebrato con più numerose e importanti iniziative, con più impegnate manifestazioni e maggior partecipazione popolare. Forse anche per l’effetto del film “Terra rossa”.
Forse, finalmente, quella tragedia ha raggiunto un più o meno diffuso livello di conoscenza comune.
Me ne ascrivo, in parte, il merito. Fui io – siciliano - che nel giugno 1995, assumendo ogni responsabilità legale, personale, storica e politica, denunciai un consistente gruppo di assassini infoibatori (o in altro modo). Non solo iugoslavi ma anche italiani. Ne seguì un lungo processo. Mi furono vicini gli Esuli e devo dire anche il Governo che si costituì parte civile. Si arrivò in Corte di Cassazione senza condanne per effetto dell’amnistia togliattesca (il “Migliore” vedeva lontano …). Non era questo il punto. Non si desiderava che immondi assassini fossero venuti a sporcare le carceri italiane. Ma nelle sentenze si fece stato di quel che era occorso nelle italianissime Istria, Fiume e Dalmazia. Questo era l’importante: l’accertamento della verità.
Il processo ebbe molta eco nella stampa e si cominciò finalmente a parlare di Foibe.
Una cosa mi colpì: la strenua insistenza di ci si prestò a difendere quegli immondi assassini che non si dicesse, come faceva la stampa, che quello era “il processo delle Foibe”. Ne capii subito il perché: nascondere l’orrore del metodo criminale che la più perversa mente umana avesse mai concepito e lo strenuo tentativo di occultare che gli autori erano tutti comunisti, iugoslavi e italiani. Le vicende successive, come ancora oggi, confermano che la cosiddetta “sinistra” cerca di occultare tale circostanza. Si, erano tutti comunisti. Come comunisti erano quei figuri che alla stazione di Bologna negarono il latte ai bambini profughi. Fascisti anche loro! Ma gli Esuli non erano né di destra e né di sinistra. Erano persone scacciate dalle loro case e dalla loro terra.
Non sono qui a ricordare le infamie che furono commesse in nome di una ideologia depravatamente applicata. Occorrerebbero scaffali di biblioteche. Solo qualche nome: Norma Cossetto, Giuseppe Cernecca, Graziano Udovisi, i genitori del Gen. Fabio Colussi, il Sen. Riccardo Gigante e il Sen. Icilio Bacci, e tante altre migliaia e migliaia ancora. Solo un episodio desidero ricordare: una donna incinta sventrata il cui feto venne portato in trionfo dai “liberatori” comunisti.
A fronte di ciò ogni tentativo pur minimamente giustificatorio è espressione della più sporca ignobiltà. Ogni negazionismo andrebbe severamente represso e sanzionato moralmente e politicamente nei modi più severi.
Ma se io dicessi che l’olocausto ebraico non è mai avvenuto ed è una invenzione, cosa mi farebbero? E i genocidi non si possono classificare di serie A, o B, o C in funzione del numero degli assassinati. Sono tutti genocidi come quello istriano-fiumano-dalmata volto programmaticamente allo sterminio della etnia italiana.
Altro desidero dire: i Morti non possono essere riportati in vita, gli Esuli sono sempre più pochi, ma ancora molto si deve fare affinché il “Giorno del Ricordo” sia degnamente celebrato e abbia un senso.
Alcune cose, tra le tante che attendono riparazione: 1. Che i Presidenti di Croazia, di Slovenia, di Montenegro, di Bosnia Erzegovina, di Serbia si rechino collegialmente sul luogo simbolo, alla Foiba di Basovizza, e in ginocchio chiedano perdono pur per colpe non loro personalmente ascrivibili. Così come fece l’allora Cancelliere tedesco Willy Brandt in ginocchio ad Auschwitz. 2. Che venga immediatamente revocata la maggior onorificenza della Repubblica italiana concessa da Giuseppe Saragat al capo degli assassini Josip Broz detto Tito. Si dice che la legga non lo consente. Bene, si cambi la legge. 3. Venga mutata quella ignobiltà di motivazione della Medaglia d’Oro alla Città di Zara dove menti empie, infami e disoneste che la redassero vorrebbero fare intendere che furono i tedeschi gli autori dei 54 bombardamenti anglo-americani che distrussero la Città provocando più di duemila morti. 4. Che si precluda a dichiarati negazionisti come Claudia Cernigoi, Alexandra Kersevan e Sandi Volk, di spargere il loro negazionismo nelle Scuole italiane. Ma i responsabili scolastici e lo stesso Ministro dell’Istruzione, cosa aspettano a richiamare, ed eventualmente sanzionare, i Presidi al rispetto della legge. 5. Ristabilire, come da accordi internazionali, il pieno bilinguismo in quelle Regioni che furono italianissime. “Furono” ma, come diceva il Poeta (comunista) Biagio Marin di Grado: le frontiere mutano e i Cimiteri sanno attendere. 6. Preservare tutti i segni architettonici, le presenze monumentali (a cominciare dai Cimiteri e dalle Tombe) e i toponimi italiani in quelle Regioni.
Molto altro si dovrebbe fare ma si cominci a far qualcosa per dare solennità alla memoria e concretezza al “Giorno del Ricordo”.
Non so cosa dirà e farà Mattarella. Non m’interessa. Molto probabilmente non dirà nulla. E sarà meglio così.
AUGUSTO SINAGRA
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