E che invece lo subisce passivamente, prendendo per buone e universalmente valide le idee dei dominanti, che sempre e solo legittimano, appunto, il loro dominio. Rovesciamo la narrazione dominante, dunque. Pensiamo altrimenti. I pedagoghi del mondialismo e i signori del padronato turbocapitalistico hanno già deciso. Deportano migranti in vista dei propri interessi legati al profitto. Destabilizzano il continente africano con bombardamenti umanitari, interventismi etici, imperialismi terapeutici. E, così, determinano lo sradicamento dei popoli africani, costretti a fuggire per mare verso l’Europa, pronta ad “accoglierli”, cioè a sfruttarli senza pietà.
Ecco il vero obiettivo dell’immigrazione di massa: 1) terzomondizzare l’Europa e ridurne la popolazione al rango di una nuova plebe policroma e atomizzata, 2) creare concorrenza al ribasso nel mondo del lavoro, usando i nuovi schiavi deportati dall’Africa con “navi umanitarie”, 3) imporre e generalizzare il profilo del migrantecome sradicato senza diritti, 4) dissolvere il popolo come “unità etica” (Hegel) cosciente, con lingua, identità e storia condivisa. Ecco spiegata l’immigrazione di massa e l’amore infinito che la Destra del Danaro e la sua serva fedele, la Sinistra del Costume, provano per l’immigrazione: è l’amore del vampiro per il sangue. Vi è chiaro l’inganno? La Destra del Danaro deporta africani da sfruttare e con cui abbassare le condizioni generali del lavoro. La Sinistra del Costume, abbandonata la lotta di classe e divenuta docile serva del padronato cosmopolitico, dice con le lacrime agli occhi che bisogna accogliere e aprire i porti. Unica eccezione, nel quadrante sinistro: il comunista Marco Rizzo, a cui va il merito di aver compreso la vera natura di classe dell’immigrazione di massa come arma nelle mani dei dominanti.
“Aprite i porti”, dicono le classi dominanti dai loro blindatissimi palagi. Obiettivo? Attirare masse di disperati da sfruttare al meglio. Creare rivolte orizzontali tra subalterni autoctoni e migranti.Abbassare le condizioni delle classi subalterne in generale.
Diego Fusaro
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