Dossier falsi contro Violante due poliziotti arrestati a Roma
ROMA - Inchiesta della Procura di Roma su un falso dossier con nomi eccellenti. I pm Maria Monteleone e Giovanni Salvi indagano su finto dossier relativo al sequestro dell' impreditore bresciano Giuseppe Soffiantini, scritto per fare pressioni sul presidente della Camera Luciano Violante e sull' allora ministro dell' Interno Giorgio Napolitano. Scopo del falso: favorire Francesco Pazienza, il faccendiere condannato ai 10 anni per la strage di Bologna. Pagine e pagine sulle modalità del sequestro, sull' uccisione di Samuele Donatoni, ispettore dei Nocs morto in un conflitto a fuoco durante un' operazione organizzata per sgominare la banda dei seuestratori capitanata da Farina. Pagine e pagine di illazioni e ricatti in cui si fa anche il nome del vice capo della polizia Gianni De Gennaro e in cui si parla di un riscatto preparato dallo Stato per pagare la liberazione dell' imprenditore. Il dossier sarebbe stato preparato da due poliziotti in servizio alla questura di Roma, Massimiliano De Cristofaro e Roberto Fracassi, e da due persone legate all' ex capo della P2 Licio Gelli, Giulio Rocconi e Massimo Centanni. I quattro adesso in libertà erano stati arrestati in giugno. Ma gli indagati nell' inchiesta sarebbero sei o sette. La storia comincia nel gennaio ' 98, quando la Procura romana arresta Angelo Demarcus, l' ex ufficiale del Sios della Marina, già coinvolto nei depistaggi per la strage di Ustica. La magistratura romana lo accusa di avere fabbricato un falso dossier su Stefania Ariosto, la donna che con le sue rivelazioni ha fatto partire l' inchiesta milanese sulle toghe sporche. I pm Monteleone e Salvi ordinano intercettazioni telefoniche su varie utenze. Scoprono che Rocconi e Centanni stanno organizzando pressioni nei confronti del presidente Violante confezionando un dossier depistatore sul sequestro Soffiantini. Al timone ci sarebbe Pazienza che incontra diverse volte Rocconi in carcere e gli spedisce anche numerose lettere.Massimiliano Arashi
È ora di scrivere sul serio e credetemi, anche se non sembra, la farò breve.
Per ragioni geo-politiche di allora, vengo indagato a pioggia nell'agosto del 1997.
Su di me si aprono ben 2 fascicoli penali per la medesima "notitia criminis" in due diverse procure (Roma e Perugia). Uno dei due procedimenti viene archiviato dal gip di Perugia poco dopo l'avvio, e l'altro, a Roma, viene anch'esso archiviato dal gip.
Misteriosamente spunta un terzo procedimento penale a Roma, medesima notizia, e per 6 mesi rimane aperto sul tavolo di un altro pm, il quale, chiede ed ottiene l'archiviazione dal gip. Però, sempre a Roma, spunta un quarto procedimento su di me, ovvero la reiscrizione del terzo procedimento già archiviato.
Dopo altri 6 mesi di giacenza sempre sul tavolo del precedente pm (che in precedenza ne aveva chiesto l'archiviazione!) anche questo procedimento viene archiviato dal gip. Però, c'è sempre un però, vi era un altro procedimento parallelo (sempre su di me... ) e quindi si apre il sipario sul quinto procedimento dal quale poi vengo "stralciato" per finire iscritto quale indagato su un sesto procedimento di rilievo (inter)nazionale, nel quale sarò poi arrestato per ben 3 volte in misura cautelare, poi imputato, e dopo "soli" 17 anni in primo grado, condannato!
Tuttavia per non tralasciare nulla, vengo indagato in un settimo ulteriore procedimento penale, nel quale verrò assolto in formula piena nel 2007. Ricapitoliamo, 7 procedimenti penali consecutivi, credo ci sia qualcosa che non va, tuttavia, c'è chi li riteneva "una giusta causa"... Comunque sia, il sesto procedimento rimane in piedi per oltre 17 anni, sopraggiunge la prescrizione ma io non l'accetto e questo "coraggio", viene letto quale "disobbedienza" al sistema giudiziario che nel 2014 mi costerà una condanna a 6 anni e 3 mesi con annessa interdizione perpetua dai pubblici uffici ed una richiesta di risarcimento di 600.000 euro. A dir poco vergognose le motivazioni. Deposito l'appello nel 2014 e oggi, 05 dicembre 2018, il Collegio di secondo grado, dopo ore ed ore di Camera di Consiglio, alle 20:00 emette la sentenza d'appello. Ricapitoliamo. In primo grado sono stato condannato a 6 anni e 3 mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici e una richiesta di risarcimento di 600.000 euro. Oggi, in udienza, il pm (il medesimo che ha condotto il primo grado e che si è fatto assegnare anche all'appello... ) ha prodotto istanza con richiesta di "aumento di pena" fino a 8 anni e 10 mesi. Come già detto, la Corte si è riunita ed ha emesso sentenza accogliendo il mio ricorso. L'esito? Assolto per alcuni capi di imputazione e riformulata in toto la sentenza di primo grado da 6 anni e 3 mesi a soli 3 anni (indultati), revocando con effetto immediato l'interdizione dai pubblici uffici e altresì, dichiarando inammissibile l'appello "in pejus" del pm e ritenendo inammissibile la richiesta di risarcimento in sede civile dei famosi 600.000. Tralasciando ciò che ho passato dal 1997 ad oggi (e credetemi, non è descrivibile né concepibile ciò che ho passato finora) , ciò che mi chiedo davvero, dopo tutti questi anni, se ne sia valsa la pena, se davvero c'era una giusta causa, se davvero c'era bisogno di distruggere me e la mia famiglia in nome di una Giustizia giusta che, comunque sia andata, non ha visto, né mai vedrà vincitori, ma solo perdenti... Ad Majora
All'età di 25 anni ero amministratore di una società di factoring, sono stato indagato per usura e associazione a delinquere. Mi hanno bloccato conti correnti personali e della ditta, non sapevo più cosa ipotecare per vivere.....sono dovuto fuggire in Venezuela per la chiusura dell'anno giudiziario per poi ripresentarmi......ho fatto 11 anni di processi (senza mai patteggiare, come hanno fatto tutti quelli coinvolti con me).
Non trovavo lavoro per i carichi pendenti, nonostante un CV notevole......morale della favola..... assolto per non aver commesso il fatto, ma oggi sono un cittadino fantasma, non mi posso intestare niente per i debiti (mutui, fidi bancari, tasse non pagate etc....) contratti in 11 anni di processi. EVVIVA LA GIUSTIZIA, EVVIVA LA MAGISTRATURA.
DOVE FINISCONO IN ITALIA I SERPICO MIGLIORI? IN GALERA! L'ALLUCINANTE VICENDA DI DE CRISTOFARO MASSIMILIANO


.:: Dove finiscono in Italia i Serpico migliori? In galera.
.:: L'allucinante vicenda dell'ispettore Massimiliano de Cristofaro,
.:: terribile ragno di tele secrete da altri.
.:: Dossier Soffiantini, Scandalo Telekom, Dossier Prodi, il Satana tuttofare Francesco Pazienza.
.:: E di vero,nulla. Tranne le poesie giudiziarie di colleghi come la Fiorella Sarzanini del Messagero.
.:: e il mitico duo (in questo caso surrealista) Bonini-d'Avanzo.
Massimiliano
De Cristofaro è uno dei tanti eccellenti Serpico della nostra Polizia
che probabilmente commettendo l’unico errore-esiziale-di non appartenere
ad alcuna parrocchia all’interno delle Istituzioni nonostante
l’eccellente curriculum e il grande fiuto investigativo si è trovato
coinvolto in un allucinante teatrino dell’assurdo in cui dossier
inesistenti,mandanti inventati di sana pianta,deliri probatori gli sono
stati rinfacciati nonostante di tutto ciò egli neanche sapesse
l’esistenza e a malapena capisse di cosa si stesse parlando.Ho
incontrato santi ed eroi facendo giornalismo giudiziario ma se il
cittadino medio sapesse quali terrificanti intrugli e indizi inventati
di sana pianta sono capaci trarre dal loro pentolone indagativo certi
magistrati e certa polizia giudiziaria probabilmente cambierebbe paese.
Parliamo beninteso,ci illudiamo,di ciniche minoranze.Intanto De
Cristofaro viene descritto anche da famose firme dei nostri media come
un personaggio digitale,il suo sulfureo depistare è tutto perfetto nel
minimo dettaglio,solo che non esiste.Possiede persino un bellissimo sito
personale www.massimilianodecristofaro.eu
denso di libri,letture,analisi che dà la misura della qualità della
persona e come sia desolante che la Polizia non sembri sempre rendersi
conto quali siano i suoi membri migliori.Fino al punto da
criminalizzarli. Sul nulla.Come questa lettera che uno dei suoi sei
avvocati mi ha scritto penso, documentalmente, dimostri.
Cristiano Lovatelli Ravarino
Cristiano Lovatelli Ravarino
Lettera
apertaa Cristiano Lovatelli RavarinoPregiato dr. Cristiano Lovatelli
Ravarino, attualmente difendo l’Agente della Polizia di Stato
Massimiliano De Cristofaro, coinvolto (!) nell’ambigua ed assoluta
controversa vicenda processuale legata a Francesco Pazienza.Il mio
assistito, mi riferiva di aver letto navigando nel web, vari articoli di
cronaca riguardanti la propria vicenda giudiziaria, segnalandomi
stavolta -con piacevole stupore- una Sua personale intervista rilasciata
il 18.09.2006 al giornale on line TifeoWeb. Ciò che lo ha colpito è
stata la sua risposta alla domanda : ”Esiste la Censura?” Lei ha
risposto -tra l’altro- (cito testualmente) : "...Gli articoli di
d'Avanzo e Bonini sullo scandalo Telekom Serbia sono rampanti, ma in
quanti sanno che i cosiddetti falsi dossier contro Violante e Prodi,
"commissionati" da Francesco Pazienza, non sono mai esistiti?". Il mio
assistito, da anni bersagliato -al negativo- dalla stampa, in questa
fase -almeno-, ha deciso di non rilasciare interviste, ma, mi ha pregato
di ampliare -nei limiti del possibile- tale argomentazione poiché
reputa giusto fare chiarezza in merito ad una vicenda fin troppo
esasperata dalla stampa “di scuderia” .Beh, pregiato dr. Cristiano
Lovatelli Ravarino, noi possiamo sostenere quella sua affermazione, o
meglio, posiamo confermare che il cosiddetto "Dossier Soffiantini" non è
mai esistito nonostante per anni sia stato "spacciato” (davvero si può
parlare di droga informativa) alla pubblica opinione dai tanti
"pennivendoli" che ne hanno... delirato, tra cui la nota coppia di
amanuensi giudiziari della Repubblica. Credo che il mio assistito sia
uno dei pochi che può parlare apertamente di questa vicenda con
cognizione di causa, perchè uno degli sventurati imputati "fabbricatori"
del famoso "Dossier Soffiantini" -a detta prima della stampa e poi
degli inquirenti-, è lui!Le posso fare una rivelazione da "prima pagina"
ma si regga forte....: il Dossier Soffiantini non è mai esistito!E
tantomeno Francesco Pazienza l'ha mai "ordinato" al mio assistito!!
Impresa
davvero difficile dato che a malapena il mio cliente Francesco Pazienza
sa chi sia, se non per ovvi motivi d’Ufficio. L’ex superagente del
Sismi non l’ha mai incontrato, conosciuto, postato, intravisto,
bisbigliato, alluso una sola volta nella sua vita!Si figuri quindi
-nonostante le dadaistiche insinuazioni degli inquirenti- se De
Cristofaro avendo lui come mandante avesse mai voluto... ricattare (??)
l'On Violante con tale Dossier... men che mai poi il Capo della Polizia
dr. Gianni De Gennaro!(Prego? Un pò come se un addetto alle presse delle
FIAT avesse voluto ricattare Gianni Agnelli….mah…) Alla luce delle
nostre considerazioni (e spero con Lei molti Italiani), Ella si chiederà
cosa sia realmente successo...il mio cliente si rivolge al suo giornale
con la speranza di non essere censurato perchè di coraggio mediatico in
giro davvero se ne vede assai poco... Tornando al "phantomatico"
Dossier Soffiantini, qualche tempo fà si è letto sul tema, un altro
articolo (postato nel 2005 sul giornale on-line Indymedia), dal
giornalista Marco Saba. Leggendo l’articolo il mio assistito ha ripreso
coraggio, poiché mi disse di essere rimasto ancora una volta stupito
dell'interesse -perlomeno- della "stampa on line" a fare chiarezza su di
una vicenda che per anni stata totalmente depistata dalla stampa
cartacea, a partire per citare un nome fra i tanti dalla giornalista
Fiorenza Sarzanini... Si, sebbene la giornalista nel lontano 1997 abbia
scritto su Il Messaggero (testuali) : "...nella girandola delle ipotesi
c'è anche quella che a sparare all'Ispettore dei N.O.C.S. sia stato il
cosiddetto fuoco amico...", a distanza di due anni e precisamente il 29
Settembre 1999, nella Cronaca Nazionale a pagina 9 del Messaggero, bello
in vista su sei colonne Ella gli "addebita la sua frase", denunciando
al mondo intero che il mio assistito, sempre su immancabile “ordine di
Francesco Pazienza” (p.s. ribadisco per la milionesima volta che il mio
cliente nemmeno lontanamente conosce Pazienza), per ricattare i vertici
dello Stato (!) e della Polizia (chissà a quale titolo), avrebbe
confezionato il Dossier Soffiantini, ove avrebbe scritto che (testuali) :
"...a sparare all'Ispettore dei N.O.C.S. Samuele Donadoni sarebbe stato
il cosiddetto fuoco amico...".Incredibile! Incredibile!
Ricapitolando.L’Eroico Samuele Donadoni muore tragicamente nel 1997, nel
1999 la Giornalista Fiorenza Sarzanini con una bugia rimescolata a
mezze verità, inquina la vita del mio cliente perché per prima ”rivela” a
milioni di Italiani che lui, un Poliziotto, su ordine di Pazienza (De
Cristofaro non conosce Pazienza), avrebbe confezionato un dossier
ribattezzato "Dossier Soffiantini", composto però di frasi... che ella
stessa ha scritto nel 1997 ?!
Sarà forse stata una sua
complice silenziosa, allora... mah... Ma la parte della commedia che più
ci piace dr. Ravarino è questa, sebbene alla data delle sue rivelazioni
da cronista d'assalto vi fosse in atto un indagine della Procura di
Roma, indagine avente termine della proroga per la data del 30 Ottobre
1999, il mio cliente si domanda ed io Le domando, riferendoci al mondo
cosciente : "...ma come ha fatto l'impavida Indiana Jones della cronaca
giudiziaria a pubblicare il suo articolo bomba dal titolo "Falsi Dossier
Contro Violante Fabbricati da Due Poliziotti" in data 29 Settembre
1999, cioè, circa un mese prima dello scadere della proroga delle
indagini, periodo ove dovrebbe regnare il famoso Segreto Istruttorio?
Qualcuno vuole forse rispondere?..”E chi risponderà dello stillicidio
subito per anni dai familiari del mio cliente? Immagina le drammatiche
conseguenze di tale “pubblicità”?
Lei dr. Ravarino, come il
resto dei lettori, non credo possa immaginare le conseguenze che sta
subendo il mio cliente da parte della propria Amministrazione di
appartenenza che, a causa della strumentalizzazione della stampa, in via
del tutto cautelativa, lo ha professionalmente e fisicamente
“esiliato”.
Tornando alla vicenda dei falsi dossier che Lei è
tra i pochissimi ad aver capito non esistere dato che anche...in altri,
hanno avuto la miserabile spudoratezza di coinvolgerlo, vorrei precisare
il presunto ”ruolo” del mio assistito, anche nella vicenda "Telekom
Serbia" e -di riflesso- nel cosiddetto "Dossier Prodi.”Per iniziare
vorrei precisare che, in questa balcanica inchiesta del 2003, il mio
cliente è stato "nominato imputato" solo dagli ineffabili Bonini e
D'Avanzo…hanno fatto tutto loro...processo, arringa, capi
d’imputazione…associando astrattamente o “distrattamente” una vicenda
giudiziaria ad un'altra, sebbene tra loro non vi sia, per il mio
assistito, un preciso nesso giuridico.Su espresso volere del mio cliente
Le faccio una nuova rivelazione, quasi incredibile: “…nessuna Procura,
nessun Procuratore, nessun Giudice, nessun Magistrato ha mai chiamato il
mio cliente per la vicenda Telekom Serbia (nè per il Dossier Prodi.!)…”
De Cristofaro Massimiliano è “capitato” nelle pubblicazioni del
quotidiano La Repubblica, solo perché qualcuno ha deciso
-arbitrariamente- che la vicenda del mio assistito era “…una storia
utile da raccontare...!” ai fini della vicenda Telekom Serrbia(???) Ad
oggi pregiato dr. Ravarino, non si è capito come, né per chi all’epoca,
sia stata storia utile da raccontare!!! (forse) Comunque, mentre eravamo
già impegnati con il misterico Dossier Soffiantini -tutti ne parlano
nessuno l’ha mai visto- una mattina ci siamo svegliati (non è un
motivetto partigiano) ed abbiamo letto ancora una volta il nome del mio
cliente su tutti i giornali.Le “penne da podio” Bonini e D'Avanzo (in
quest’ultimo caso nomina sunt consequenza rerum, verrebbe da dire...) in
un malsano fuoco pirotecnico dei vari Pazienza, Volpe, Rocconi, Prodi,
007, D'Andria, Marini, Sisde, P2, l'immancabile Gelli (come poteva non
esserci? Qualcuno si sarebbe offeso..) Cirfeta, Deiana e chi più ne ha
più ne metta, nell’immaginario collettivo, hanno fatto del mio cliente,
il nuovo Stakhanov dell’intossicazione Nazionale!Non bastava
l’avvelenato Dossier Soffiantini, ci voleva l’antrace Violante e il
botulino Prodi...tanto se gli Unabomber all’interno dello Stato mancano
non è un problema.Basta inventarseli.Giornalisti di grido -anche
presuntuosamente denominati investigative journalists- pronti a fare da
tappetino quelli no, quelli non mancano.Comunque sia, non sappiamo dove
questi signori abbiano preso le loro informazioni nè chi sia la loro
fonte per il surreale “tred-union” tra la vicenda giudiziaria del mio
assistito e lo scandalo Telekom Serbia.Per scrupolo. abbiamo esaminato
l'intero incartamento messo a nostra disposizione dalla Procura di Roma
(più di 36.000 atti..) ma delle parole "Telekom" e "Serbia" o "Prodi”o
anche solo “Romano”... nemmeno l’ombra!! Ma questa, è un altra
storia.Tornando al Dossier Soffiantini, spero possa essere utile
precisare che, dagli inquirenti -allo stato dei fatti-, non è mai stato
sequestrato al mio assistito.Però egli ricorda di aver consegnato loro
una rassegna stampa ed una serie di appunti (circa 400 pagine tra
scritti amanuensi e digitalizzati) sul tema del sequestro Soffiantini.De
Cristofaro Massimiliano dal 1995, stava scrivendo la bozza per un libro
e, nel 1997, dopo i tragici fatti di Riofreddo, fortemente scosso dalla
vicenda, pensò di aggiungervi un ulteriore capitolo dedicato alla morte
dell’eroico Poliziotto Samuele Donantoni -tralaltro, suo carissimo
amico-.A scanso di equivoci e solo per questo motivo, custodiva i
giornali dell'epoca, vari appunti su cui aveva trascritto pubbliche voci
di corridoio e mere raccolte di notizie stampa dalla televisione, tra
cui gli innumerevoli articoli proprio della giornalista Fiorenza
Sarzanini.E’ forse un reato? Mah…Ma da anni un dubbio assale me e il mio
cliente....non sarà che il “Dossier Soffiantini” è quell’accozzaglia di
materiale pubblico da egli volonterosamente e confusamente raccolto?
Possibile gli inquirenti, ancora una volta, possano aver preso un simile
risibile granchio? Eppure il mio cliente, di deposizioni soddisfacenti
in tal senso, ne ha rilasciate tante, ma di riscontri ne sono stati
fatti pochi!Purtroppo dr. Ravarino, non ci sarebbe poi così da
stupirsi... perchè fin dal 1999 i colleghi di De Cristofaro Massimiliano
perquisendo la sua abitazione, sequestravano alla rinfusa tutto ciò che
ritenevano meritevole di “particolare attenzione", tra cui molti libri
di cronaca... di pubblica vendita.!Ricordo che il mio cliente mi rivelò
-confidenzialmente- che volevano sequestrare e repertare il libro dal
titolo "Donne di Mafia" perchè era un atto “prodromico al tema
dell'indagine”.Ma poco dopo, notando che la prefazione era stata scritta
dal dr. Gianni De Gennaro, allora lo riposero sullo scaffale.!Però
portarono via un vecchio libro dal titolo Riservato Riservatissimo Anzi
Pubblicabile ed alcune fotocopie dello stesso libro che il mio cliente
si era fatto per pura comodità di lettura. Quelle pagine riguardavano
anche un declassato dossier del CESIS che -pubblicato alla fine del
libro- trattava del terrorismo Internazionale e dell'OLP.Beh, non ci
crederà, ma quelle fotocopie furono separate dal libro e mandate
rilegate al P.M. titolare dell'indagine...in effetti sembravano aver
preso la connotazione di un vero e proprio dossier del CESIS! Gli
inquirenti interrogarono per ore De Cristofaro Massimiliano prima di
capire che si trattava di fotocopie del libro che gli avevano
sequestrato.!
Gli chiesero anche quale agente segreto glielo
'aveva dato e a CHI lo doveva rivendere.!Si figuri, quel vecchio libro
l'aveva comprato in una bancarella nel mercatino proprio davanti al
Tribunale di Roma…siamo alla commedia degli orrori, o meglio, alle farsa
di Pulcinella.Esilarante vero?!Si, se la farsa non fosse recitata sulla
pelle di un giovane Poliziotto. Il mio cliente fu interrogato per ore
anche sulla provenienza del “Dossier Ustica” che gli investigatori gli
“sequestrarono” in casa.Anche il quel caso gli chiesero chi glielo aveva
dato, a chi lo doveva rivendere o cedere (un’ossessione)...rispose :
”Me l’ha venduto un certo Panorama”; “Ah, bene!” -scattarono giulivi- “A
quale servizio appartiene?”; “Ai servizi segreti settimanali della
Mondadori!!!” rivelò.! Per scovarli bastava andare dal giornalaio! (Ciò
che gli imputarono era un normalissimo inserto-dossier del periodico
mensile, che trattava della strage di Ustica.!!!) Chissà cosa accadrà
ora che la IV^ Sezione della Corte d’Assise di Roma, presieduta
dall’Ill.mo Sig. Giudice Mario Almerighi ha stabilito con estrema
precisione che ad uccidere l’eroico NOCS Samuele Donatoni è stato
davvero il cosiddetto “fuoco amico”!!!Ora ci si domanda, quale sarà il
nuovo ruolo del mio assistito, imputato? Teste? Mah… Ed ancora dr.
Ravarino... il denaro che secondo l’accusa gli veniva accreditato con
cadenza mensile da Pazienza o dall'omonimo gruppo a fronte della sua
corruzione in realtà era l'accredito dello stipendio mensile della
Polizia di Stato, i cosiddetti "emolumenti"...Senza parlare delle scorte
e dei contro-pedinamenti che avrebbe fatto in favore del Gruppo
Pazienza...In realtà all'epoca si accompagnava solo a degli amici,
magari secondo alcuni il problema è che loro erano davvero “amici di
Pazienza”...ma se il mio cliente diventa responsabile delle catene di
conoscenze di tutti coloro che conosce, chissà se Massimiliano -libero
dal servizio-, accompagnando la propria madre al mercato si rende
responsabile del reato di scorta abusiva o di atto contrario ai doveri
d'ufficio!!!Pregiato dr. Lovatelli Ravarino, il dibattimento è tuttora
in atto e chiaramente, non posso riferire di situazioni e fatti che
possono pregiudicare la difesa del mio cliente, ma quanto su espostoLe, è
già emerso nei carteggi dibattimentali...sebbene questo processo a
nostro umile parere, mai si celebrerà… Però...però, De Cristofaro
Massimiliano mi ha espresso la volontà di chiarire un punto particolare
della incresciosa vicenda giudiziaria, infatti, pregandomi ripetutamente
di non farlo rimanere con lo schifo in bocca (pura utopia), Le accenno a
un particolare reato addebitatogli che più lo inorridisce, il reato di
estorsione.Il mio cliente non ho mai fatto un estorsione a nessuno,
forse il contrario, forse Massimiliano ne ha subite!In questa sede
possiamo anticipare che il Sig. G.T. -la presunta parte lesa di cui a
breve si parlerà pubblicamente-, dopo la sua lacrimosa deposizione
dinnanzi al P.M. del 12.05.1999 -unico atto che ha portato
“forzatamente” alla reclusione il mio cliente-, è fuggito in uno stato
del Sud America (Brasile) ove ha anche aperto varie attività
commerciali.(!?) Strano, perchè a dire del mio cliente (e dall’analisi
del carteggio ufficiale a nostra disposizione), emerge che il tale G.T.
fino alla data del 07.05.1999, non ha mai avuto una lira!Fortunatamente
però, il Sig. G.T. grazie ad internet è stato rintracciato, così potrà
essere finalmente presente in aula per riconfermarci pubblicamente le
sue accuse… Ah, dimenticavamo, qui più che nell’abuso inquisitorio, si
sconfina -sit venia verbo- in una vera e propria “indagine
creativa”!Nelle tre ordinanze di Custodia Cautelare che tennero in
carcere il mio cliente, si legge che (testuali) : "...le minacce fatte
al Sig. G.T. trovano preciso riscontro perchè lo stesso durante il corso
dell'esame è più volte scoppiato in lacrime...". Ma se gli scappava un
sorriso cosa facevano, lo incriminavano?Nel corso della sua carriera De
Cristofaro Massimiliano ha arrestato molti delinquenti, ha compilato
molti verbali d'arresto e posso garantire che ha lette e viste di tutti i
colori, ma a fronte un simile riscontro -gli si perdoni l’irriverenza-
mi ha riferito di palesare che non avrebbe mai pensato che una “fesseria
simile” potesse ignobilitare un verbale di Tribunale. Le ipotesi di
reato che lo hanno toccato sono passate da venti a dieci, da dieci a
otto, da otto a sei, da sei...speriamo che l’auto-sfaldamento
accusatorio continui, anche se vi è il rischio concreto di una
”prematura” ed imminente prescrizione… De Cristofaro Massimiliano non
teme la Legge perchè la rispetta e la fa rispettare.Non ha paura della
Giustizia, perchè non ha nulla da nascondere.Temo solo chi la
amministra, abusandone.A questo proposito penso che al video
lettore-giudicherà lui-possa bastare una “piccola carrellata” degli atti
iniziali che lo riguardarono....
Procedimento Penale 13863/98, denominato "il Processo del Gruppo Pazienza" o "il Processo di quelli dei Falsi Dossier".
Per la “presunta” complessità dell'indagine, per i nomi ed i contesti che vi hanno orbitato, per la grande mole di carteggio che lo stesso procedimento ha prodotto e vuoi per la genuinità degli accertamenti esperiti dagli Ufficiali ed Agenti di P.G. appartenenti dapprima alla Digos di Roma e poi all'Ucigos sez. B1 (DCPP - Polizia di Prevenzione), l’inchiesta - iniziata nel lontano 1997 per una personalissima e futile circostanza creatasi in Castiglione della Pescaia tra il Procuratore della Repubblica Dr. Fausto Cardella e l’Avvocato De Gori Giuseppe - ha fatto si che l'indagine nel tempo, prendesse una strada a dir poco “obbligata” e del tutto travisata a discapito solo degli appartenenti della Pubblica Amministrazione.Il procedimento nr. 13863/98 non si basa e, non si è mai basato su fatti netti e circostanze chiare e circoscritte, ma su di un vero e proprio "teorema" che trova i propri riscontri allora su incartamenti del tutto incompleti ed oggi, si continua a sorreggere solo su vecchi carteggi “prestampati” e da poche mendaci e fin troppe confuse dichiarazioni di chi all’epoca, doveva - poiché delegato - accertare prima di agire.Da una attenta lettura emerge che il procedimento penale nr. 13863/98, nasce da un altro procedimento Nr. 586/98 R, ovvero, sulle ceneri del procedimento a tale De Marcus Angelo, ove si evinceva anche il nome dell’onnipresente Pazienza Francesco.E’ doveroso esaminare il Rinvio a Giudizio del 30 Giugno 2003 e solo poi, la Richiesta di Archiviazione Parziale del P.M., datata 29.11.2000.L’erronea interpretazione dei carteggi e la presunzione investigativa dell’allora P.G. delegata, la quale, durante il dibattimento, attraverso la testimonianza giurata di ex Funzionari dell’Ucigos, dichiarava di essersi basata su “intuizioni” proprie dell’Ufficio e da una (testuali) : “…discreta capacità d’unione, derivante dall’attenta e giornaliera lettura di più quotidiani!!!”Ci si chiede ancora come sia stato possibile per il G.U.P., avallare l’idoneità degli atti d’indagine a sostegno dei capi d’accusa.
Per la “presunta” complessità dell'indagine, per i nomi ed i contesti che vi hanno orbitato, per la grande mole di carteggio che lo stesso procedimento ha prodotto e vuoi per la genuinità degli accertamenti esperiti dagli Ufficiali ed Agenti di P.G. appartenenti dapprima alla Digos di Roma e poi all'Ucigos sez. B1 (DCPP - Polizia di Prevenzione), l’inchiesta - iniziata nel lontano 1997 per una personalissima e futile circostanza creatasi in Castiglione della Pescaia tra il Procuratore della Repubblica Dr. Fausto Cardella e l’Avvocato De Gori Giuseppe - ha fatto si che l'indagine nel tempo, prendesse una strada a dir poco “obbligata” e del tutto travisata a discapito solo degli appartenenti della Pubblica Amministrazione.Il procedimento nr. 13863/98 non si basa e, non si è mai basato su fatti netti e circostanze chiare e circoscritte, ma su di un vero e proprio "teorema" che trova i propri riscontri allora su incartamenti del tutto incompleti ed oggi, si continua a sorreggere solo su vecchi carteggi “prestampati” e da poche mendaci e fin troppe confuse dichiarazioni di chi all’epoca, doveva - poiché delegato - accertare prima di agire.Da una attenta lettura emerge che il procedimento penale nr. 13863/98, nasce da un altro procedimento Nr. 586/98 R, ovvero, sulle ceneri del procedimento a tale De Marcus Angelo, ove si evinceva anche il nome dell’onnipresente Pazienza Francesco.E’ doveroso esaminare il Rinvio a Giudizio del 30 Giugno 2003 e solo poi, la Richiesta di Archiviazione Parziale del P.M., datata 29.11.2000.L’erronea interpretazione dei carteggi e la presunzione investigativa dell’allora P.G. delegata, la quale, durante il dibattimento, attraverso la testimonianza giurata di ex Funzionari dell’Ucigos, dichiarava di essersi basata su “intuizioni” proprie dell’Ufficio e da una (testuali) : “…discreta capacità d’unione, derivante dall’attenta e giornaliera lettura di più quotidiani!!!”Ci si chiede ancora come sia stato possibile per il G.U.P., avallare l’idoneità degli atti d’indagine a sostegno dei capi d’accusa.
Attività
degli Inquirenti :In data 10 Maggio 1999 la Procura della Repubblica
emetteva Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere per tali Centanni
Massimo, e Rocconi Giulio, la quale conteneva l’eventuale Sospensione
dai Pubblici Uffici per l’Agente Scelto De Cristofaro Massimiliano
Previo Interrogatorio dinnanzi al G.I.P.La predetta Ordinanza veniva
notificata allo scrivente solo in tarda sera (h 20:35 c.a.) il 12 Maggio
1999 ed il previsto l’interrogatorio di garanzia dinnanzi al G.I.P. non
fu mai effettuato.la stessa sera, il 12 Maggio 1999, a De Cristofaro
veniva notificata una nuova Ordinanza Restrittiva emessa dal G.I.P.,
contenente stavolta, le Misure Cautelari in Carcere con disposizione di
isolamento giudiziario.Si deve precisare che l’Ordinanza che disponeva
la Misura Cautelare di Sospensione dal Servizio previo Interrogatorio
dinnanzi il G.I.P. emessa in data 10 Maggio 1999 e l’Ordinanza che
disponeva le Misure Cautelari in Carcere datata 12 Maggio 1999 sono
identiche nella forma e nel contenuto, tranne nella prima
pagina.Infatti, nell’ Ordinanza del 12 Maggio 1999 è stata aggiunta una
sola pagina e quella pagina ha fatto la differenza tra la libertà e la
reiterata reclusione.Quella pagina -ovviamente-, riporta la lacrimosa
testimonianza del Sig. G.T. Il 21 Maggio 1999 (allo ore 12:30 circa) il
G.I.P. -su richiesta del P.M.- emetteva una seconda Ordinanza di
Custodia Cautelare di Carcere -con disposizione di isolamento
giudiziario- che al mio assistito veniva notificata presso l’O.P.M. di
Forte Boccea dove era già recluso.(!)La nuova Ordinanza è “quasi”
identica alle precedenti Ordinanze del 10 Maggio 1999 e 12 Maggio 1999,
infatti quest’ultima, si differenza per la data e l’impaginatura!Il 1°
Giugno 1999, il Tribunale del Riesame ordinava l’immediata
Liberazione/Scarcerazione del mio cliente annullando l’Ordinanza di
Custodia Cautelare del 12 Maggio 1999.Ma il mio assistito non poteva
uscire di prigione, perché era stato nuovamente arrestato con Ordinanza
emessa il 21 Maggio 1999!!!In data 11 Giugno 1999 il G.I.P., sempre su
richiesta avanzata dal P.M., emetteva una terza Ordinanza di Custodia
Cautelare in Carcere -con isolamento giudiziario-, che, come le altre
due, gli venne notificata presso l’O.P.M. di Forte Boccea, mentre era
ancora recluso, con l’Ordinanza emessa il 21 Maggio 1999.In data 12
Giugno 1999 il Tribunale del Riesame ordinava nuovamente l’immediata
Liberazione/Scarcerazione di De Cristofaro Massimiliano, annullando
l’Ordinanza di Custodia Cautelare datata 21 Maggio 1999.Ma Massimiliano
non poteva uscire di prigione, perché era stato nuovamente arrestato con
l’Ordinanza emessa l’11 Giugno 1999!!!In data 11 Giugno 1999 ci si
appellava nuovamente al Tribunale del Riesame per far annullare anche
l’Ordinanza di Custodia Cautelare del 11 Giugno 1999.In data 28 Luglio
1999 il G.I.P. sostituiva le misure Cautelari dal Carcere Preventivo
agli Arresti Domiciliari, mentre -per assurdo- il 17 Settembre 1999, il
Tribunale del Riesame a cui ci eravamo appellati confermava(?) la
validità dell’Ordinanza emessa dal G.I.P. l’ 11 Giugno 1999, il quale
-invece-, anticipandoli, liberava Massimiliano.
Mi creda dr.
Ravarino, per Massimiliano fu davvero allucinante, ma era nuovamente
libero!(Massimiliano mi ha pregato di non rendere pubbliche le
condizioni carcerarie in cui ha dovuto trascorrere durissimi giorni di
detenzione, ma Le garantisco che mi ha riferito di situazioni che vanno
di gran lunga al di là, della logica e della pazienza umana.)Dopo
l’estenuante braccio di ferro tra la difesa e l’accusa per la giusta
liberazione di Massimiliano, in data 29 Novembre 2000 viene notificata a
tutti gli imputati, la richiesta del P.M. per l’ Archiviazione del
Procedimento.(!)Alcuni passaggi dell’atto sono degni di cronaca ma
soprattutto, di essere ripetuti con una attenta riflessione : Richiesta
di Parziale Archiviazione del 29 Novembre 2000Pagina 4 rigo 1:"Rilevato -
Appare opportuno esaminare, in via principale, le posizioni degli
indagati nei confronti dei quali si ritiene che debba essere disposta
l'archiviazione con riferimento a tutte le ipotesi di reato iscritte al
registro di cui all'art. 335 c.p.p..."Pagina 4 - rigo 7: "…tuttavia non
paiono sufficienti o idonei per sostenere l'accusa in giudizio secondo
il disposto dell'art. 125 disp. att. c.p.p…"Pagina 6 - rigo
43:"…Tuttavia possono essere avanzati dubbi circa l'esistenza di tutti
gli elementi costitutivi della fattispecie prevista dall'art. 319
c.p…."Pagina 7 - rigo 3:"deve concludersi per l’archiviazione ai sensi
dell’art.125 disp. Att. poiché non vi sono elementi idonei per sostenere
l'accusa in giudizio, anche sotto il profilo dell'elemento soggettivo
del dolo…Pagina 7 - rigo 7: "…si ritiene che gli elementi acquisiti non
consentano di ritenere provata - in termini di certezza - la loro
partecipazione - e ciò impone l'archiviazione ai sensi dell'art. 125
disp. att. c.p.p. - in quanto…" Pagina 7 - rigo 41: "…All'esito delle
indagini svolte si deve ritenere che in ordine all'ipotizzato delitto di
associazione per delinquere gli elementi acquisiti non siano idonei per
sostenere l'accusa in giudizio e conseguentemente deve essere richiesta
l'archiviazione ai sensi dell'art. 125 disp. att. c.p.p…" Pagina 10 -
rigo 27:"… Tuttavia non sono ancora sufficienti da consentire il rinvio a
giudizio occorre infatti tenere conto che spesso il Rocconi Giulio
riferisce ai coindagati, e quindi anche a Pazienza, circostanze
sicuramente false, è dunque evidente che gli elementi obiettivi
acquisiti siano in qualche modo incerti e comunque inidonei a fondare un
giudizio di sicura responsabilità penale e pertanto deve richiedersi
l'archiviazione ai sensi dell'art.125 disp. att. c.p.p. essendo ormai
decorsi i tempi per le indagini preliminari…" Questi sono i presupposti
con i quali il P.M. chiede l’archiviazione del procedimento.
Archiviazione che il G.I.P., il quale -senza indugio- accoglie. Ci si
domanda come mai il P.M. si è accorto di tutte queste lacune solo nel
2000, dato che aveva a disposizione decine di atti d’indagine che
riportavano addirittura la data del 1997 (v. Proc. Pen. 137/98 R, in
carico dal 1997 al Tribunale Penale di Roma).Il 24 Luglio 2001, la
richiesta di Parziale Archiviazione del P.M. trova immediato favorevole
accoglimento da parte del G.I.P., il quale, dopo aver emesso ben 4
dispositivi limitanti la libertà personale, accoglie con questa frase
(testuali) : “…un eventuale infausto giudizio…”.Un eventuale infausto
giudizio?? Ma…pregiato dr. Ravarino, allo stato dei fatti, Lei, sarebbe
in grado di intuire su quali basi concrete si è -con estrema rigidità-
reiteratamente limitata la libertà al mio assistito?Di grazia, gli
accertamenti atti ad accertarne le assolute responsabilità, si compiono
prima, o dopo l’esecuzione di un condannato???
Si consideri a
fondo il contenuto dell’accoglimento della parziale archiviazione
richiesta dal P.M. titolare dell’indagine.Sebbene il carteggio ufficiale
non abbisogni di ulteriori considerazioni, va sottolineato che il 30
Giugno 2003, tutti gli imputati furono Rinviati a Giudizio.!!!(?)Ci si
chiede spesso del perché di tanta ostinazione avverso questi
ragazzi…pluridecorati e fedeli servitori dello Stato.L’acclarata ed
assoluta infondatezza degli indizi raccolti dalla P.G. per i reati di
cui all’art. 416 c.p. e agli artt. 1 e 2 Legge 17/82 non è una “limitata
o circoscritta archiviazione”, perché, di fatto, dall’analisi del
carteggio ufficiale, i reati 416 c.p. e agli artt. 1 e 2 Legge 17/82
archiviati dallo stesso titolare dell’indagine, furono il solo
fondamento per l’avvio dell’intera confusa inchiesta giudiziaria, che
trovò poi forza SOLO nelle “umide” dichiarazioni del Sig. G.T.“Umide”
dichiarazioni con le quali qualcuno conobbe il buio e l’isolamento
giudiziario, altri, invece, la ricchezza ed il caldo sole dei mari del
Sud…Il resto, caro dr. Ravarino è storia, ma è ancora tutta da scrivere!
P.S. Il 24 Novembre 2006 in aula processuale -come di consueto-, si è
trovato il modo di rinviare per l’ennesima volta il dibattimento,
pertanto, pregiato dr. Ravarino, per le novità la rimando al giorno 02
Marzo 2007…forse!
e darei per vedere alcune facce quando gli verrà fatto leggere questo post. E molto probabilmente le vedrò presto per come voglio condurre la mia chimerica sete di giustizia, non di vendetta. Insomma, a farla breve, dal 07 agosto 1997 al 30 gennaio 2019 ho trascorso ben 7846 giorni in tribunale, a vario titolo, nelle vesti di persona informata dei fatti, subito dopo indagato, imputato e infine, semi condannato o semi innocente, questo io e i miei legali dobbiamo ancora capirlo! Non c'è che dire, se riesco a superare ancora 2 anni e mezzo, con la Cassazione, per tempo giudiziario trascorso riesco a battere il Madiba, detto Mandela! Beh, direte voi, ma che vuoi, sei cattivo, un delinquente, un brigante, un birbaccione a vari livelli, hai minato la stabilità politica italiana, hai ricattato la terza carica dello stato, hai rubato miliardi di lire, hai trafficato in tutto e per tutto, hai partecipato addirittura ad omicidi, hai lavorato per vari servizi (ovviamente deviati) o forse no, beh, è anche poco quello che ti hanno fatto finora, se non fosse che invece di crocifiggere parte della leadership politica della sinistra di allora (vari nomi eccellenti) qualche direttore di banca (anche internazionale), qualche industriale di alto livello e qualche personaggio grigio, che ancora oggi regna nei Colli, la magistratura capitolina di allora, forse abbagliata (accecata) dal pro-cesso del secolo (non lo dico io, lo rivelano le carte ufficiali) ha evitato di approfondire cose che potevano forse andare a toccare gli amici degli amici, i simpatizzanti ed altro. Questo però lo giudicherà il popolo informato dei fatti, dato che le sentenze sono comminate in nome del popolo, in questo caso, italiano. Però, in questi lunghi anni ho approfittato io, annoiandomi un po', e per il superiore interesse della giustizia (così amava dire il mio caro Amico ormai passato a miglior vita Avvocato Giuseppe De Gori, anch'esso coinvolto a forza nel gioco al massacro con me... ) ho raccolto prove, testimonianze, fatti, cose, nomi di animali, fiori e città perché il gioco si faceva man mano interessante. Ben presto giocheremo tutti -pubblicamente- a questo bellissimo gioco di società, anticipando fin da ora che non temo assolutamente di "essere suicidato" perché ovviamente tutto è gia in copia (originale) nelle mani di molti Fratelli (e tutto già on-line, ben nascosto laddove deve stare finché lo decido io), dicevo, nelle mani di miei estimatori (anche esteri) al pari di soldati repubblicani della verità (pronti a combattere la quinta guerra mondiale per me, o meglio, per ciò che realmente c'è nel vaso di pandora). Allora, dov'eravamo rimasti, ah si, al libro. A breve pubblicherò un bel librone pieno zeppo di nomi, fatti, atti e tanta ciccia, giuro non perdetevelo perché ci sarà da ridere, una copia spero arrivi diretta al Ministro Salvini e una nelle mani del Ministro della Giustizia, per par condicio però, una copia ovviamente autografata in originale arriverà in ogni sede politica nazionale di centro-sinistra-destra, qualche copia a Montecarlo, una a Sua Santità, due negli USA (una al Pentagono una a Langley), una a Tel Aviv, e qualcuna sparsa nelle città giuste di mezza europa, una in Brasile a Porto Seguro. Insomma il nuovo "IT' alla Stephen Arashi King è pronto per essere sparato ovunque nel mondo in rete, impossibile fermarlo questo pagliaccio incazzato, anche Optimus Prime e i Cybertroniani ne hanno già una copia. Sono rimasto sott'acqua in silenzio, ve lo dissi in faccia oltre 20 anni fa, dovevate ammazzarmi quando ne avevate la possibilità, la tigre che avete catturato per i vostri giochi da circo è solo ferita, non è morta, e quando la tigre è ferita poi sono cazzi amari per tutti gli animaletti presuntuosi della jungla... Ah, dimenticavo, per i più curiosi il procedimento penale è il nr. 13863/98 contro Mr. Pazienza Francesco +8
e darei per vedere alcune facce quando gli verrà fatto leggere questo post. E molto probabilmente le vedrò presto per come voglio condurre la mia chimerica sete di giustizia, non di vendetta. Insomma, a farla breve, dal 07 agosto 1997 al 30 gennaio 2019 ho trascorso ben 7846 giorni in tribunale, a vario titolo, nelle vesti di persona informata dei fatti, subito dopo indagato, imputato e infine, semi condannato o semi innocente, questo io e i miei legali dobbiamo ancora capirlo! Non c'è che dire, se riesco a superare ancora 2 anni e mezzo, con la Cassazione, per tempo giudiziario trascorso riesco a battere il Madiba, detto Mandela! Beh, direte voi, ma che vuoi, sei cattivo, un delinquente, un brigante, un birbaccione a vari livelli, hai minato la stabilità politica italiana, hai ricattato la terza carica dello stato, hai rubato miliardi di lire, hai trafficato in tutto e per tutto, hai partecipato addirittura ad omicidi, hai lavorato per vari servizi (ovviamente deviati) o forse no, beh, è anche poco quello che ti hanno fatto finora, se non fosse che invece di crocifiggere parte della leadership politica della sinistra di allora (vari nomi eccellenti) qualche direttore di banca (anche internazionale), qualche industriale di alto livello e qualche personaggio grigio, che ancora oggi regna nei Colli, la magistratura capitolina di allora, forse abbagliata (accecata) dal pro-cesso del secolo (non lo dico io, lo rivelano le carte ufficiali) ha evitato di approfondire cose che potevano forse andare a toccare gli amici degli amici, i simpatizzanti ed altro. Questo però lo giudicherà il popolo informato dei fatti, dato che le sentenze sono comminate in nome del popolo, in questo caso, italiano. Però, in questi lunghi anni ho approfittato io, annoiandomi un po', e per il superiore interesse della giustizia (così amava dire il mio caro Amico ormai passato a miglior vita Avvocato Giuseppe De Gori, anch'esso coinvolto a forza nel gioco al massacro con me... ) ho raccolto prove, testimonianze, fatti, cose, nomi di animali, fiori e città perché il gioco si faceva man mano interessante. Ben presto giocheremo tutti -pubblicamente- a questo bellissimo gioco di società, anticipando fin da ora che non temo assolutamente di "essere suicidato" perché ovviamente tutto è gia in copia (originale) nelle mani di molti Fratelli (e tutto già on-line, ben nascosto laddove deve stare finché lo decido io), dicevo, nelle mani di miei estimatori (anche esteri) al pari di soldati repubblicani della verità (pronti a combattere la quinta guerra mondiale per me, o meglio, per ciò che realmente c'è nel vaso di pandora). Allora, dov'eravamo rimasti, ah si, al libro. A breve pubblicherò un bel librone pieno zeppo di nomi, fatti, atti e tanta ciccia, giuro non perdetevelo perché ci sarà da ridere, una copia spero arrivi diretta al Ministro Salvini e una nelle mani del Ministro della Giustizia, per par condicio però, una copia ovviamente autografata in originale arriverà in ogni sede politica nazionale di centro-sinistra-destra, qualche copia a Montecarlo, una a Sua Santità, due negli USA (una al Pentagono una a Langley), una a Tel Aviv, e qualcuna sparsa nelle città giuste di mezza europa, una in Brasile a Porto Seguro. Insomma il nuovo "IT' alla Stephen Arashi King è pronto per essere sparato ovunque nel mondo in rete, impossibile fermarlo questo pagliaccio incazzato, anche Optimus Prime e i Cybertroniani ne hanno già una copia. Sono rimasto sott'acqua in silenzio, ve lo dissi in faccia oltre 20 anni fa, dovevate ammazzarmi quando ne avevate la possibilità, la tigre che avete catturato per i vostri giochi da circo è solo ferita, non è morta, e quando la tigre è ferita poi sono cazzi amari per tutti gli animaletti presuntuosi della jungla... Ah, dimenticavo, per i più curiosi il procedimento penale è il nr. 13863/98 contro Mr. Pazienza Francesco +8
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