NON SONO RAZZISTA, MA...
Questa è stata la sfida lanciata un paio di giorni fa da un amico di Facebook.
Dopo il successo della Lega, e la nomina di Matteo Salvini come ministro degli interni, della parola “razzismo” sono in molti a riempirsi la bocca. Infatti la diagnosi di razzismo fatta ai leghisti e ai membri di vari movimenti di destra è diventata un’accusa troppo diffusa e generalizzata, nonché una scontata condanna sociale.
È vero che, grazie a Google, siamo in tanti ad essere diventati medici, dietologi, psicologi e quant’altro, tutti pronti alle diagnosi e autodiagnosi facili.
Parlando nello specifico del dilagare delle diagnosi di razzismo, vale la pena spendere qualche minuto a leggere le varie definizioni di razzismo su qualche dizionario.
Razzismo è:
Secondo il dizionario Treccani
Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.
Secondo il dizionario Garzanti
1. tendenza a considerare la razza come fattore determinante dello sviluppo civile di una società e quindi a evitare mescolanze con altri popoli, considerati di razza inferiore, mediante la discriminazione o, in casi estremi, mediante la persecuzione e la loro distruzione
2. ogni tendenza che favorisca o determini discriminazioni sociali.
Potrei allungare la lista delle citazioni, ma sarebbero solo ripetizioni.
Insomma, in tutte le definizioni di razzismo che si possono trovare, non ve n’è una che associ questo termine alla difesa dei confini nazionali, alla lotta all’immigrazione clandestina o al NO allo Ius Soli.
Quindi come la mettiamo? Dovrebbero le enciclopedie e i dizionari ridefinire il termine razzismo?
Abbiamo visto navi straniere depositare sulle nostre coste uomini che, più che da una guerra, parevano fuggiti da una palestra. Abbiamo visto immigrati senza documenti ma col telefonino. Abbiamo visto arrivare profughi dalla Tunisia e dal Marocco, anche se in quei paesi gli Italiani vanno a passare le vacanze. Quindi di quanto si dovrà “allargare” la parola razzismo?
Secondo gli antirazzisti;
~ Sarebbe razzista chi pensa che in Italia non si possa ospitare tutta l’Africa e gran parte del Medio Oriente.
~ Sarebbe razzista chi pensa che le risorse economiche dell’Italia non possano coprire le spese di un‘ ospitalità senza limitazioni.
~ Sarebbe razzista chi pensa che l’alto tasso di disoccupazione lasci poco spazio al futuro lavorativo degli immigrati.
~ Sarebbe razzista chi pensa che tutti questi uomini senza occupazione possano prima o poi delinquere.
Secondo le varie definizioni di questa parola tutto ciò è falso, è una manipolazione della realtà e un uso improprio del termine.
Tuttavia gli antirazzisti sono pronti a puntare il dito accusatore, impegnati in una moderna caccia alle streghe. Questi radical chic, investendosi di una farlocca autorità intellettuale, rivangano fascismo e nazismo dimentichi che, a parte che per uno sparuto numero di nostalgici, sono ideologie che appartengono al passato e che hanno poco a che vedere con la situazione attuale.
Per far leva sui sensi di colpa degli italiani, sulla loro generosità e sugli obblighi religiosi della loro appartenenza cristiana, gli antirazzisti non perdono occasione di ricordare anche gli orrori del colonialismo. Dimenticano però che in parecchi paesi africani i problemi sono coincisi più con la fine del colonialismo che col suo inizio. Gli antirazzisti non ammetteranno mai che i paesi africani con più problemi sono quelli a maggioranza musulmana e/o che hanno seguito un modello economico socialista, per non parlare del dilagare della corruzione che in Africa è un grosso problema tra i politici.
Per concludere:
Non sono razzista, ma... nemmeno idiota!
Questa è stata la sfida lanciata un paio di giorni fa da un amico di Facebook.
Dopo il successo della Lega, e la nomina di Matteo Salvini come ministro degli interni, della parola “razzismo” sono in molti a riempirsi la bocca. Infatti la diagnosi di razzismo fatta ai leghisti e ai membri di vari movimenti di destra è diventata un’accusa troppo diffusa e generalizzata, nonché una scontata condanna sociale.
È vero che, grazie a Google, siamo in tanti ad essere diventati medici, dietologi, psicologi e quant’altro, tutti pronti alle diagnosi e autodiagnosi facili.
Parlando nello specifico del dilagare delle diagnosi di razzismo, vale la pena spendere qualche minuto a leggere le varie definizioni di razzismo su qualche dizionario.
Razzismo è:
Secondo il dizionario Treccani
Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.
Secondo il dizionario Garzanti
1. tendenza a considerare la razza come fattore determinante dello sviluppo civile di una società e quindi a evitare mescolanze con altri popoli, considerati di razza inferiore, mediante la discriminazione o, in casi estremi, mediante la persecuzione e la loro distruzione
2. ogni tendenza che favorisca o determini discriminazioni sociali.
Potrei allungare la lista delle citazioni, ma sarebbero solo ripetizioni.
Insomma, in tutte le definizioni di razzismo che si possono trovare, non ve n’è una che associ questo termine alla difesa dei confini nazionali, alla lotta all’immigrazione clandestina o al NO allo Ius Soli.
Quindi come la mettiamo? Dovrebbero le enciclopedie e i dizionari ridefinire il termine razzismo?
Abbiamo visto navi straniere depositare sulle nostre coste uomini che, più che da una guerra, parevano fuggiti da una palestra. Abbiamo visto immigrati senza documenti ma col telefonino. Abbiamo visto arrivare profughi dalla Tunisia e dal Marocco, anche se in quei paesi gli Italiani vanno a passare le vacanze. Quindi di quanto si dovrà “allargare” la parola razzismo?
Secondo gli antirazzisti;
~ Sarebbe razzista chi pensa che in Italia non si possa ospitare tutta l’Africa e gran parte del Medio Oriente.
~ Sarebbe razzista chi pensa che le risorse economiche dell’Italia non possano coprire le spese di un‘ ospitalità senza limitazioni.
~ Sarebbe razzista chi pensa che l’alto tasso di disoccupazione lasci poco spazio al futuro lavorativo degli immigrati.
~ Sarebbe razzista chi pensa che tutti questi uomini senza occupazione possano prima o poi delinquere.
Secondo le varie definizioni di questa parola tutto ciò è falso, è una manipolazione della realtà e un uso improprio del termine.
Tuttavia gli antirazzisti sono pronti a puntare il dito accusatore, impegnati in una moderna caccia alle streghe. Questi radical chic, investendosi di una farlocca autorità intellettuale, rivangano fascismo e nazismo dimentichi che, a parte che per uno sparuto numero di nostalgici, sono ideologie che appartengono al passato e che hanno poco a che vedere con la situazione attuale.
Per far leva sui sensi di colpa degli italiani, sulla loro generosità e sugli obblighi religiosi della loro appartenenza cristiana, gli antirazzisti non perdono occasione di ricordare anche gli orrori del colonialismo. Dimenticano però che in parecchi paesi africani i problemi sono coincisi più con la fine del colonialismo che col suo inizio. Gli antirazzisti non ammetteranno mai che i paesi africani con più problemi sono quelli a maggioranza musulmana e/o che hanno seguito un modello economico socialista, per non parlare del dilagare della corruzione che in Africa è un grosso problema tra i politici.
Per concludere:
Non sono razzista, ma... nemmeno idiota!
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