martedì 19 giugno 2018

Rom, il censimento di Salvini? La prima a volerlo fu la sinistra


Mica solo Salvini vuol censire i rom. Solo che se a dirlo è il leghista, da sinistra lo mettono sotto assedio e lo definiscono "bullo" o "ministro della criminalità".
Quando invece a dare il via a un "censimento qualitativo" erano Pierfrancesco Majorino e la giunta milanese di sinistra, nessuno aprì bocca. Solito doppiopesismo.
Nel luglio del 2012 l'assessore ai servizi sociali (allora c'era Pisapia, ma Majorino è al suo posto anche con Sala a Palazzo Marino) firmò insieme a Marco Granelli un rapporto dal titolo "Sinti, Rom e Camminanti. Un progetto per includere le famiglie e i bambini e contrastare irregolarità e illegalità" (leggilo qui).


Sinti, Rom e Caminanti. Un progetto per includere le famiglie e i bambini e contrastare irregolarità e illegalità


Censimento rom fatto dal Pd in Emilia R. E i dem se ne vantavano pure. Foto
Marco Granelli Sicurezza e coesione sociale Polizia locale Protezione civile Volontariato Pierfrancesco Majorino Politiche sociali e servizi per la salute

06/07/2012



Promuovere l’inclusione e integrazione delle persone appartenenti alle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti, superando ogni forma di discriminazione e di negazione della dignità della persona umana. Intervenire sulle forme di degrado e illegalità diffuse in città nelle aree destinate a campi regolari, contrastare gli insediamenti irregolari già presenti o di recente costruzione anche grazie alla messa in sicurezza delle aree libere attraverso un costante controllo del territorio. Tutto questo coinvolgendo realtà del privato sociale per un miglior utilizzo delle stesse aree.
Sono queste le finalità generali del progetto per Rom Sinti e Caminanti 2012 -2015 le cui linee guida sono state presentate oggi in Giunta dagli assessori Marco Granelli (Sicurezza, Coesione sociale e Polizia Locale) e Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali e Cultura della Salute). Il testo sarà inoltrato alle commissioni competenti, alle altre istituzioni interessate, alle associazioni e ai rappresentanti delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti, al fine di raccogliere osservazioni che dovranno essere consegnate entro la fine di questo mese.

Nove gli obiettivi illustrati dal progetto.

1 - Censimento dei nuclei familiari delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti presenti a Milano
Si intende realizzare un censimento che non sia meramente numerico (quanti sono) ma anche storico – qualitativo ( chi sono e da dove provengono e quale iter migratorio hanno alle spalle). Il censimento sarà aggiornato ogni sei mesi e riguarderà tutto il territorio milanese al fine di conoscere la realtà delle famiglie presenti in tutti gli insediamenti anche precari e mobili.

2 - Gestione ordinaria dei campi autorizzati attraverso il rispetto di un regolamento
Rivisitare il regolamento per i campi autorizzati e le procedure che ne garantiscono la piena attuazione, comprese le norme sanzionatorie.

3 – Inclusione e integrazione, superamento dei campi rom come soluzione abitativa stabile
Nuclei familiari e singoli saranno aiutati ad orientarsi verso soluzioni abitative più decorose ed integrate nella città, attivando il normale percorso a disposizione degli altri cittadini per la richiesta di una casa e la ricerca di un lavoro.
4 - Integrazione scolastica dei minori.
Saranno garantite tutte le opportunità di accesso ai servizi scolastici, da quelli per la prima infanzia, al ciclo dell’obbligo e ai percorsi scolastici superiori, creando le condizioni, all’interno delle strutture scolastiche e nei campi, perché i percorsi scolastici possano realizzarsi positivamente, contrastando la dispersione scolastica e promuovendo l’orientamento professionale e lavorativo.

5 - Gestione dei campi autorizzati di sosta temporanea
Si propone la realizzazione di una o due aree adibite a campo sosta temporanea per i nuclei familiari di Rom, Sinti e Caminanti che praticano il nomadismo con camper o roulottes. Sarà contrastata la sosta permanente su aree stradali del territorio comunale attraverso l’applicazione del divieto di campeggio e lo sbarramento dell’accesso alle area di parcheggio di questi mezzi.

6 - Contrasto e superamento degli insediamenti abusivi
Si intende allontanare le persone dagli insediamenti abusivi attraverso un percorso gestito dall’Amministrazione comunale in collaborazione col Terzo settore, i rappresentanti delle popolazioni, le Forze dell’ordine, proponendo ai nuclei familiari e ai singoli di accedere a soluzioni temporanee di accoglienza da cui far partire il percorso di inclusione sociale.
Insieme all’allontanamento sarà effettuata la messa in sicurezza dell’area e l’avvio del suo utilizzo, sia per le aree pubbliche del Comune o di altri enti, sia per le aree private, come di recente accaduto per l’area di via Montello, per il palazzo di via Medici del Vascello.
Da gennaio a maggio 2012 sono stati messi in atto: 33 allontanamenti campi abusivi, 50 interventi di allontanamento di camper e/o roulottes, realizzati dall'unità centrale controllo del territorio, 177 allontanamenti di camper eseguiti dai Comandi Zonali della Polizia Locale. Sono state infine 1000 le aree controllate, con una media di 200 al mese. Sono stati 76 controlli nei campi autorizzati.

7 - Realizzazione di strutture sperimentali di accoglienza temporanea destinate ai nuclei famliari
Realizzare l’accoglienza dei nuclei familiari che non sono più divisi, soprattutto in presenza di minori. Le strutture di accoglienza, una delle quali già disponibile in via Barzaghi, saranno gestite dai settori Protezione civile e dal Servizio per adulti, inclusione sociale e immigrazione, dalla Polizia locale e da soggetti del Terzo settore. In queste strutture le famiglie saranno avviate al normale percorso a disposizione dei cittadini di inserimento sociale, abitativo, lavorativo ed educativo.

8. Contrasto a nuovi insediamenti
Impedire e contrastare nuovi insediamenti nel territorio del Comune di Milano, attraverso l’attuazione di allontanamenti di persone e nuclei familiari che si sono insediati nel Comune di Milano e contemporanea messa in sicurezza delle aree.

9. Contrasto alle attività irregolari e illegali
Impegno costante nel contrasto al tutte le forme di irregolarità e illegalità, sia attraverso le funzioni della Polizia Locale e sia chiedendo uno straordinario impegno alle Forze dell’Ordine al quale fornire il massimo ausilio, anche attraverso il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e alle e alle riunioni del Tavolo operativo di coordinamento dedicato alle complesse problematiche relative di Rom, Sinti e Caminanti.

Il piano comprende una parte di azioni a completamento del Piano Nomadi 2009 – 2011 gestito dal Prefetto di Milano, nominato nel 2009 dal Commissario per l’Emergenza nomadi fino alla sentenza del Consiglio di Stato del novembre scorso e si inserisce nel quadro nazionale tracciato dalla Presidente del Consiglio dei Ministri col documento “Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti”, in attuazione della comunicazione della Commissione Europea. Le azioni fanno parte del più ampio Piano di Zona, il documento sul nuovo Welfare della città, cui il Comune sta lavorando dall’inizio dell’anno.
La gestione del progetto sarà affidato agli assessorati alle Politiche sociali e Cultura della Salute e alla Sicurezza, Coesione sociale, Polizia locale, Protezioni civile e Volontariato attraverso un coordinamento stabile e la collaborazione di altri settori dell’amministrazione comunale tra cui gli assessorati alla Casa, Demanio e Lavori pubblici, Educazione e Istruzione, Urbanistica ed Edilizia privata, Politiche per il lavoro e Decentramento.
Saranno coinvolti anche i soggetti del Terzo settore e i rappresentanti delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti.

In allegato la slides di presentazione del progetto


 Si tratta di un vero e proprio "censimento", come spiegato dal primo degli obiettivi della nota: "Censimento dei nuclei familiari delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti presenti a Milano". L'obiettivo della coppia Majorino-Granelli era quello di "intervenire sulle forme di degrado e illegalità diffuse in città nelle aree destinate a campi regolari, contrastare gli insediamenti irregolari già presenti o di recente costruzione anche grazie alla messa in sicurezza delle aree libere attraverso un costante controllo del territorio". Mica l'avrà scritta Salvini quella nota?
No, ovviamente. È opera della sinistra. Certo, quella dell'assessore milanese non era una analisi "meramente numerica(quanti sono)” ma anche “storico – qualitativo", ma pur sempre di censimento si tratta. Anche perché prevedeva che fosse "aggiornato ogni sei mesi e riguarderà tutto il territorio milanese al fine di conoscere la realtà delle famiglie presenti in tutti gli insediamenti anche precari e mobili".
Ieri il Pd, Gentiloni e Saviano hanno messo in bocca a Salvini la parola "schedatura". E anche Mentana ha ricordato quella fatta dal Fascismo contro gli ebrei. Eppure il ministro dell'Interno ha precisato di non aver mai detto di voler schedare i rom, ma di "una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti", quindi "rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un'anagrafe, una fotografia della situazione da aggiornare".
Fatto sta che al punto 4 della nota di Majorino e Granelli si leggeva anche che sui rom minorenni "saranno garantite tutte le opportunità di accesso ai servizi scolastici, da quelli per la prima infanzia, al ciclo dell’obbligo e ai percorsi scolastici superiori, creando le condizioni, all’interno delle strutture scolastiche e nei campi, perché i percorsi scolastici possano realizzarsi positivamente, contrastando la dispersione scolastica". Lo stesso, in pratica, di quanto compreso nel programma di governo gialloverde: "Sono pertanto necessarie - si legge - le seguenti azioni: chiusura di tutti i campi nomadi irregolari in attuazione delle direttive comunitarie; contrasto ai roghi tossici; obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allontanamento dalla famiglia o perdita della responsabilità potestà genitoriale". E anche Majorino, al punto 5, parlava di vietare "sosta permanente su aree stradali del territorio comunale attraverso l’applicazione del divieto di campeggio e lo sbarramento dell’accesso alle area di parcheggio". Facendo peraltro ricorso alla Polizia per contrastare "tutte le forme di irregolarità e illegalità".
Una sorta di ruspa della sinistra: "Si intende allontanare - si legge nella nota - le persone dagli insediamenti abusivi attraverso un percorso gestito dall’Amministrazione comunale in collaborazione col Terzo settore, i rappresentanti delle popolazioni, le Forze dell’ordine, proponendo ai nuclei familiari e ai singoli di accedere a soluzioni temporanee di accoglienza da cui far partire il percorso di inclusione soci". E guai a creare nuovi insediamenti, perché la sinistra milanese voleva "impedire e contrastare nuovi insediamenti nel territorio del Comune di Milano, attraverso l’attuazione di allontanamenti di persone e nuclei familiari che si sono insediati nel Comune di Milano e contemporanea messa in sicurezza delle aree".
Su Facebook Majorino ha provato a spiegare perché il suo censimento sarebbe diverso da quello di Salvini: "Dice che nel 2012 anche noi a Milano facevamo il censimento - ha scritto - Certo: per individuare i bambini presenti nei campi e farli andare a scuola. Cosa che continueremo a fare. E per fare rispettare le regole nelle aree autorizzate. Cosa su cui si deve sempre insistere con intransigenza. Il che non c'entra nulla con un censimento globale per schedare la popolazione Rom su base etnica al di là di dove e come vivano le persone. Questo porta solo all'odio".


Nel 1992, l'allora ministro per gli italiani all'estero e l'Immigrazione, Margherita Boniver, si adoperò per organizzare ''un censimento accurato dei nomadi nel nostro paese'' ed in particolare per ottenere l'espulsione ''immediata'' di quegli zingari extracomunitari ''che siano stati giudicati colpevoli di crimini così gravi ed orribili che possono prefigurare il plagio ed addirittura la messa in stato di schiavitù dei piccoli''.
Nel maggio 2008 la segretaria dei Radicali Italiani Rita Bernardini sulla questione sicurezza disse: "Un primo passo, ma fondamentale, verso l'integrazione è il censimento dei rom in Italia. Non si può pensare, infatti, di poter individuare una soluzione efficace, che garantisca a questa popolazione condizioni di vita accettabili nel rispetto della legalità, che favorisca la scolarizzazione e l'occupazione, e dunque risani i rapporti con gli italiani, senza prima appurare quanti siano e dove vivano i rom nel nostro Paese''.
Nello stesso mese anche Roberto Maroni, all'epoca titolare del Viminale, mise in atto un censimento nazionale dei campi rom in Italia che suscitò le critiche dell'Unione Europea, dell'Onu e della sinistra, tanto che poi non se ne fece più nulla.
Un mese dopo, a occuparsi del censimento di tutti i rom presenti a Roma e nelle altre province del Lazio se ne occupò la Croce rossa italiana (Cri) in seguito al decreto di nomina dei Commissari per l'emergenza nomadi. Il presidente nazionale della Cri, Massimo Barra, sottolineò l'importanza di questo primo esperimento che, se avrà successo, potrà essere esportato in tutta Italia. "Queste attività - ha dichiarato - sono perfettamente in linea col ruolo della Cri di aiutare gli emarginati nel diventare protagonisti del loro riscatto. Portare a termine questo compito non potrà che avere ricadute positive per la convivenza civile".
Nel 2012 quando Pierfrancesco Majorino e la giunta milanese di sinistra misero in atto un "censimento dei nuclei familiari delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti presenti a Milano" nessuno gridò allo scandalo.
Nel marzo 2016, l'allora candidato sindaco del M5S, Virginia Raggi, annunciava: "Bisognerà fare un censimento serio delle famiglie, che vada a toccare il dato demografico, sociosanitario ma anche economico. Molte famiglie hanno un reddito. Stiamo mantenendo delle famiglie che possono già mantenersi da sole. Dobbiamo capire chi c'è dentro e in che condizioni si trova. Quando siamo andati a visitare i campi rom, abbiamo parlato con molte donne, molte hanno una grande manualità, sanno cucire bene. È necessario avviare una serie di misure, che l'Europa già ci dice, per superare gradualmente questi campi". Due mesi dopo rincarava la dose: "Ci vuole un censimento socio-sanitario e patrimoniale nei campi rom, poi i bambini dovranno andare a scuola. Non è tollerabile che non ci vadano. Gli adulti devono lavorare a pagare le tasse, come tutti. Bisogna censire le proprietà di chi vive nei campi, chi ha finanze sufficienti dovrà prendersi una casa come fanno tutti. Ci vorrà tempo, ma è un'attività che va avviata".
I militari della compagnia Roma Centro hanno portato le 4 in caserma e le hanno identificate visto che erano sprovviste di documenti. Il servizio sulla metro A è stato sospeso durante l’intervento delle forze dell’ordine nella tratta Battistini-Re di Roma, solo in direzione Anagnina.



“Identificare i nomadi? Può essere un antidoto alla criminalitá”
A sostenerlo da oltre dieci anni è il procuratore di Oristano Ezio Domenico Basso, originario del monregalese. Unico magistrato in Italia a contestare a rom e sinti il reato di associazione a delinquere

“Sono anni che lo affermo: poter contare su una banca dati con le impronte digitali dei nomadi, significa privarli della loro arma migliore per sfuggire alla legge, ossia l’impossibilità di essere identificati”.
A dirlo - anzi a ribadirlo per l'ennesima volta da dieci anni a questa parte - è Ezio Domenico Basso, procuratore della procura di Oristano, in Sardegna, che quando era sostituto procurato presso la procura di Mondovì, era balzato agli onori della cronaca per essere diventato, grazie alle sue indagini certosine, il “pm antinomadi”. Nomea che gli portò anche ad essere bersaglio di un attentato quando, in piena notte, venne lanciata contro casa sua una bombola molotov e quindi finì sotto scorta. Scorta che, per indagini svolte quando era a Vercelli alcuni anni fa, ha tuttora.
Ancora oggi, Ezio Domenico Basso, è il magistrato italiano che vanta nel suo curriculum il più alto numero di indagini su rom e sinti, rispetto a quanto abbia fatto qualsiasi altro suo collega. Primo magistrato italiano a contestare ai nomadi anche il reato di associazione per delinquere, paragonando così le famiglie nomadi a piccoli ma efficaci ed efficienti, “clan di criminalità organizzata”, che si spostano da un luogo all’altro, mettendo in atto furti, rapine e truffe soprattutto nel Nord e nel Centro italiana, molto meno al Sud, dove la criminalità organizzata vanta un livello di delinquenza ancora superiore.
“La mia prima indagine sui nomadi - ricorda il procuratore di origini monregalesi - risale al 2000, con l’arresto di una quarantina di rom che, da casa attraverso il cellulare, davano indicazioni a un gruppo di bambini su dove, come e quando andare a rubare”.
A nulla serviva a fermare i minori, che nessuno veniva a prendere in caserma, per paura di essere arrestato e, una volta messi in una comunità protetta, questi bambini scappavo dopo poco tempo per tornare nei loro campi nomadi e quindi proseguire a rubare su indicazione di grandi.
“Numerose invece, le indagini sui gruppi sinti, residenti nei campi nomadi di Cuneo, Carignano e Moncalieri - prosegue il procuratore Ezio Domenico Basso -, svolte dal 2000 al 2008. Molti i filoni di indagini, che portarono all’arresto di oltre 200 sinti”
Sono state indagini lunghe e laboriose: per la prima volta in Italia, grazie ai pesanti capi di imputazione contestati, queste persone appartenenti ai gruppi rom e sinti, sono state condannate a diversi anni di carcere e ad alcune di loro è stata tolta la patria potestà. “Se avessimo potuto contare su una banca dati - ricorda Basso - le indagini sarebbero proseguite in maniera più spedita”.
Il procuratore di Oristano Ezio Domenica Basso, concorda quindi con la proposta di procedere alla identificazione dei nomadi presenti in Italia. “Trovo che la proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini sia consona ed utile, come già ero d’accordo con l’idea di identificare i gruppi di nomadi, lanciata da Roberto Maroni, quando dieci anni fa, era al Viminale. Del resto in un momento in cui si parla di prendere le impronte digitali ai dipendenti pubblici, non mi pare nulla di così grave identificare delle persone che vivono sul nostro territorio. Cosa che si fa anche con i cittadini italiani, nel caso in cui non si possano identificare in altri modi, per esempio attraverso la carta di identità”
Due nomadi su cinque, in Italia, sono apolidi, ossia quando sono nati non sono stati registrati all’anagrafe e quindi per lo Stato non esistono. Ed identificare un fantasma diventa difficile.

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Egregio sig Gian Domenico Mazzocato cercare una analogia fra i due eventi mi sembra una blasfemia dovuta ad una partigianeria per la perversione!!!!!!!!!!! .Questa considerazione fatta adesso da da un uomo di cultura è assurda e mi lascia basito!!!!. Gli ebrei non stupravano, non accendevano roghi tossici, non spacciavano , non nascondevano armi nei campi, non taglieggiavano, non lasciavano cinesien ad agonizzare sui binari dopo averle rapinate, non bruciavano vivi i loro fratelli, non giravano in Ferrari dichiarandosi nulla tenenti, non borseggiavano sui treni e sulla metro, non mandavano i loro figli a mendicare, non rapinavano e non usavano atteggiamenti mafiosi . Gli ebrei da sempre hanno sempre lavorato ......e lei non può paragonare la miseria di un regime che perseguitava gente innocente con soggetti che delinquono ....., quando ha voglia di conoscere la verità mi venga a trovare a Roma e le faccio fare un giro nei campi rom . Ma mi spega anche perchè lei non ha aperto bocca quando una finta sinistra ha fatto il censimento dei campi rom ? https://musicoguerriero.blogspot.com/…/rom-il-censimento-di…
Gian Domenico Mazzocato

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