
Giorni decisivi per il Governo Conte. Oggi il premier è intervenuto al Senato in un discorso ricco e costellato da applausi (alcuni anche dall’opposizione) e da qualche polemica.

Nel tardo pomeriggio il voto di fiducia, senza grosse sorprese. Nel frattempo chi sta all’opposizione fa sentire la propria voce.Tra questi, Emma Bonino. L’amica di Soros, che come il suo sodale teme un governo – come quello gialloverde – che si preannuncia attento alle esigenze degli italiani e non a quelle delle élite europeiste. Ecco dunque le parole della leader di Più Europa.
“«Abbiamo vissuto in questi giorni, e ho paura non sia finito, il più grave attacco nella storia della nostra Repubblica alla democrazia rappresentativa, alla Costituzione, all’ordinamento liberale. E questo è un disegno eversivo che contempla inoltre lo smantellamento delle norme che garantiscono alle componenti del Parlamento libertà di espressione assoluta ed è l’affermazione di un nuovo regime dei partiti.
Le forze politiche maggioritarie alle ultime elezioni hanno ventilato, al di là delle convulsioni di vocabolario, un’uscita dell’Italia dalla Ue e dall’euro, le cui conseguenze sarebbero una perdita catastrofica del valore dei risparmi delle famiglie e del loro potere d’acquisto, insieme a un aumento drammatico della povertà e dell’insicurezza tra la maggioranza della popolazione», ha dichiarato la Bonino a Repubblica.Di certo dobbiamo ricomporre la frattura sociale tra perdenti e vincenti della globalizzazione. Dobbiamo raccogliere le sfide che l’innovazione e la rivoluzione industriale sollecitano, così come le storiche opportunità per un nuovo rinascimento culturale ed economico. Rigorosamente nel quadro europeo. I partiti italiani fedeli ai principi costituzionali all’Unione europea e all’Alleanza atlantica sono adeguati a raccogliere questa sfida? C’è da dubitarne».
Insomma, se le ricette europeiste, atlantiste, liberiste e oligarchiche della Bonino non hanno funzionato, è proprio lì che bisogna insistere. Del resto, si tratta solo di convincere il popolo italiano che il proprio suicidio etnico, sociale ed economico sia la giusta ricetta alla crisi. Auguri“.
Fortuna che, grazie al voto degli italiani, quelli della Bonino rimangono vaneggiamenti fini a se stessi, che non hanno spazio nel governo e che sono in forte minoranza nel paese.
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