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domenica 1 aprile 2018
La pedofilia è un delitto chi la difende è un delinquente
L'imam: "Accettate le spose bambine: è la cultura dei migranti"
Il governo danese vuole dividere le coppie di rifugiati con spose minorenni. Ma l'imam Osama El-Saadi, della moschea di Aarhus, si oppone: "Dovete accettare la nuova cultura"
L'esortazione dell'imam suona inascoltabile alle orecchie degli occidentali. E per quanto possa sembrare assurdo pensare che qualcuno in Europa sostenga la necessità di accettare per legge i matrimoni con spose bambine, un importante imam danese è arrivato a dichiararlo pubblicamente.
Osama El-Saadi, della moschea di Aarhus, in una intervista ad un giornale danese ha esortato il governo ad accettare le spose bambine perché tale pratica è nella cultura dei migranti che arrivano nel Paese.
Ecco, secondo l'imam, visto che gli immigrati che stanno invadendo l'Europa sono soliti far sposare le bambine, anche i Paesi occidentali dovrebbero accettarlo. Una pratica disumana. Ma visto che è "cultura", dovremo renderla legale.
Il tema in questione, secondo El-Saadi, dovrebbe essere visto da "una prospettiva diversa". "Questa si tratta di una straordinaria situazione umanitaria e penso che bisogna prendersi cura di queste famiglie. Sono sposati e, anche se l'uomo è due volte più vecchio, hanno comunque costruito una famiglia. Dobbiamo accettare il fatto che si tratta di una cultura diversa".
Sarebbero altri, inoltre, i benefici delle spose bambine. "Se si guardano alle condizioni dei campi profughi - ha detto - spesso sono piene di incertezze e violenza. Far sposare una figlia può dare maggiore stabilità". E poco importa se la piccola non ha ancora superato la maggiore età. Se è ancora una bambina.
La dichiarazione dell'imam, scrive Russia Today, segue l'annuncio del governo danese che ha comunicato l'intenzione di intervenire nei campi profughi per separare le bambine sposate con uomini molto più grandi. "Dobbiamo assulutamente garantire che nei centri d'accoglienza non ci siano ragazze costrette a vivere una relazione con un adulto", ha dichiarato il ministro dell'Integrazione Inger Støjberg. Secondo i dati emersi da alcune indagini, sarebbero 27 le bambine che rientrano nel sistema di accoglienza danese ad essere vittime di matrimoni forzati.
Ma non è solo la Danimarca ad essere stata investita da questo problema. Anche la Norvegia ha diffuso dei dati in merito. E l'anno scorso erano 61 le donne richiedenti asilo sposate e con una età inferiore a quella necessaria per dare un consenso libero al matrimonio. La più giovane aveva 11 anni.
Una forma di schiavitù. Che l'imam vuole imporre a tutta l'Europa.
La critica all'Islam e all'islamismo nella Storia
Durante l'Ottocento, critiche all'Islam vennero da Alexis de Tocqueville e Arthur Schopenhauer:
« Maometto ha inserito nel Corano non solo un corpo di dottrine religiose, ma anche massime politiche, norme civili e penali e teorie scientifiche. Il vangelo, al contrario, parla solo di relazioni generali fra uomo e Dio e fra uomo e uomo, oltre alle quali non inculca e impone alcun obbligo. Basterebbe solo questo, oltre a mille altre ragioni, a provare che l’Islam non dominerà mai in un’epoca di cultura e democrazia, mentre il Cristianesimo è destinato a mantenere la sua influenza in questa come in tutte le altre epoche. (...) Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto. A quanto vedo l'Islam è la causa principale della decadenza oggi così evidente nel mondo musulmano, e benché sia meno assurdo del politeismo degli antichi le sue tendenze sociali e politiche sono secondo me più pericolose. Per questo, rispetto al paganesimo, considero l'Islam una forma di decadenza anziché una forma di progresso. »
(Alexis de Tocqueville)
« Prendiamo il Corano per esempio; questo libro abbietto è stato sufficiente a fondare una religione diffusa in tutto il mondo, a soddisfare il bisogno metafisico di infiniti milioni di persone per dodici secoli, a diventare la base della loro moralità e di un rimarcabile spregio della morte, e anche a ispirarle a condurre guerre sanguinose e ottenere grandi conquiste. In questo libro noi troviamo la più triste e miserabile forma di teismo. Forse si perde molto nella traduzione, ma non sono stato in grado di trovarvi una singola idea di valore. »
(Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, p. 188 – BUR)
XX secolo (nel periodo 1900-1945)[modifica | modifica wikitesto]
Mustafa Kemal Atatürk
In questo periodo, l'Islam venne criticato apertamente da diversi pensatori e politici, come George Bernard Shaw, Theodore Roosevelt, Bertrand Russell, Rabindranath Tagore, Winston Churchill, Carl Gustav Jung[4] e il padre della patria turco Mustafa Kemal Atatürk, che abolì la religione di Stato nel suo paese e pronunciò una delle invettive più dure contro l'Islam mai dette in paese a maggioranza musulmana, e per di più in qualità di Capo di Stato:
« Per quasi cinquecento anni, queste regole e teorie di un vecchio arabo e le interpretazioni di generazioni di religiosi pigri e buoni a nulla hanno deciso il diritto civile e penale della Turchia. Loro hanno deciso quale forma dovesse avere la Costituzione, i dettagli della vita di ciascun turco, cosa dovesse mangiare, l’ora della sveglia e del riposo, la forma dei suoi vestiti, la routine della moglie che ha partorito i suoi figli, cosa ha imparato a scuola, i suoi costumi, i suoi pensieri e anche le sue abitudini più intime. L’Islam, questa teologia di un arabo immorale, è una cosa morta. Forse poteva andare bene alle tribù del deserto, ma non è adatto a uno Stato moderno e progressista. La rivelazione di Dio! Non c’è alcun Dio! Ci sono solo le catene con cui preti e cattivi governanti inchiodano al suolo le persone. Un governante che abbisogna della religione è un debole. E nessun debole dovrebbe mai governare. »
(Mustafa Kemal Atatürk[4])
Ataturk desiderava infatti de-arabizzare la Turchia (nella sua visione nazionalista i turchi, non essendo arabi, dovevano staccarsi dal modello tipico di quelle società) e portarla in seno all'Occidente. Tuttavia non riuscì a sradicare o riformare l'Islam turco, che è rimasta la religione più diffusa e praticata. In tempi recenti l'avvento al potere di un partito islamico moderato, anche se non ha abolito lo Stato laico, ha incrementato tuttavia la rinascita di movimenti e sentimenti "islamisti". Nel 2008 i militari, guardiani del secolarismo secondo la visione di Atatürk hanno tentato un colpo di Stato, fallito, in difesa della laicità e contro il governo eletto di Recep Tayyip Erdoğan.
L'anticlericalismo turco verrà imitato in seguito dallo scià iraniano Mohammad Reza Pahlavi negli anni '60, con alterni risultati fino alla sua deposizione e all'avvento della repubblica islamica nel 1979.
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