lunedì 18 dicembre 2017

Di fronte a casa nostra, nell’Algeria da cui dipendiamo


Buongiorno amici. Di fronte a casa nostra, nell’Algeria da cui dipendiamo per buona parte delle forniture di gas, il terrorismo islamico è un vulcano dormiente pronto a esplodere non appena le condizioni glielo consentiranno.
Negli scorsi giorni a Setif, 270 chilometri da Algeri, un estremista islamico salafita, barba lunga e lungo camice bianco, armato di martello, di buona mattina ha vandalizzato infierendo e distruggendo il volto e i seni della statua di una donna nuda alta due metri. Si chiama la Fontana di Ain El Fouara ("Fonte di Primavera"), è stata realizzata nel 1898 dallo scultore francese Francis de Saint-Vidal, ed è il più famoso monumento della città. Già nel 1997, quando il terrorismo islamico dilagò per un decennio provocando il massacro di 250 mila algerini, la statua fu devastata facendola esplodere con la dinamite. Fu quasi del tutto distrutta e poi restaurata.
I giornalisti e gli intellettuali algerini laici sono insorti. Il giornalista Jaafar Khaloki ha scritto: “Una Signora che viene lapidata. E' segno che l'Isis è ancora tra noi". Lo scrittore Kamel Daoud fa una denuncia articolata: “Per difendere e denunciare il crimine di deturpazione della statua della Fontana di Ain Fouara de Setif abbiamo le mani nude. Non avremo con noi i canali televisivi mercenari, i giornali figli del Fis e della Gia, né gli emiri pentiti, né i combattenti della lingua araba come identità esclusiva, né le associazioni di studenti talebanizzati... Né il MSP di Mokri o di Soltani, né l’associazione dei ulema non diranno nulla. Non avremo la cupola per i raduni per salvare il nostro paese. Non avremo l’esercito per difendere questo paese contro la sua talebanizzazione. I riconciliatori parlano di atti isolati e solitari. Sulle reti il seguace di Daesh di Setif è già considerato eroe perché è l’eroe della cultura che avanza: quella dell’Isis, sponsorizzato dalla rapina, la corruzione e un regime che vede nel folle islamismo uno strumento per farsi centenario.”
Cari amici, fintantoché si consentirà a criminali che hanno come unico scopo di vita sottomettere l’Intera umanità all’islam, noi tutti saremo a rischio. Dobbiamo avere l’onestà intellettuale e il coraggio umano di dire la verità in libertà sull’islam, prendendo atto che ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto sono incompatibili con ciò che sostanzia l’essenza della nostra umanità. Gli algerini che si oppongono ai terroristi islamici sono musulmani che antepongono la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, sono sostanzialmente laici.
Ebbene muoviamoci subito. Dentro casa nostra, nella nostra amata Italia, dobbiamo esigere che tutti i musulmani, proprio perché nessuno va discriminato, devono comportarsi né più e né meno come sono tenuti a comportarsi tutti i cittadini italiani, rispettando le stesse leggi laiche dello Stato, ottemperando alle stesse regole su cui si fonda la civile convivenza, condividendo gli stessi valori che sostanziano la nostra civiltà italiana. Muoviamoci prima di svegliarci una mattina e scoprire i criminali “schiavi di Allah” intenti ad abbattere le statue nelle nostre città. Muoviamoci per prevenire che quello che è accaduto di fronte a casa nostra si ripeta dentro casa nostra.

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