mercoledì 25 gennaio 2017

Ucciderò un magistrato!

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(prima parte, c’é né per molti altri, magistrati e non...)
Fù il primo pensiero dopo aver letto la sentenza nr 309 che il giudice Monocratico Mauro Criscuolo firmò, secondo me senza scriverla e neanche leggerla, e, depositò in Cancelleria, presso la II sez. Civile del Tribunale di Napoli, il 13 gennaio 2004.
La sentenza costrinse mia moglie perdere e la riconvenzionale della nostra controparte, Del Vecchio Costruzioni S.p.A., a vincere, benché fondata su asserzioni che le prove in giudizio, e, la CTU fatta realizzare dal giudice, dimostravano prive di fondamento e quindi non meritevole delle tutele di legge.
La mia intenzione non era ucciderne uno qualsiasi, ma, Mauro Criscuolo, oggi giudice in Cassazione, anche perché pochi giorni prima, in cancelleria, chiedendogli equidistanza da noi parti in causa, l'avevo informato di fatti nel procedimento, per essere certo che ne avesse cognizione.
Tra questi fatti, oltre falsità a iosa della controparte e del CTU inverosimili in presenza di una realtà da noi documentata con atti di provenienza certa depositati, la comunicazione del ns allora legale di fiducia di smettere di assisterci, a pochi giorni dalla conclusione di un giudizio che era parte di una frode giudiziaria che solo per ns strenua resistenza non ha avuto completo successo ancora oggi, 22.01.2017.
Il ns avvocato, Vincenzo Giordano, del Foro di Napoli, ci comunicò per iscritto (conservo il documento) le sue dimissioni, chiedendoci il saldo delle competenze prima che venisse depositata la sentenza, accampando difficoltà che però non gli impedirono di tentare di estorcerci compensi che non si era guadagnato onestamente. Dimissioni che stigmatizzai subito come "sintomatiche di tradimento".
In pratica l'avvocato Giordano ci lasciò in balia dei lupi e scoperti di tutela (fino allora avevamo avuto fiducia il lui) sebbene avesse potuto presumere che in caso di sconfitta ci sarebbe stato più difficile e oneroso ricorrere in Appello con un altro legale.
Inutile raccontarvi quante volte, trovandomi a passare sotto Castelcapuano, fantasticavo di appendere il giudice Mauro Criscuolo per il collo a una corda fuori da una finestra della cancelleria e farlo confessare, prima di lasciare la corda e lui al suo destino.
Sarebbe stato occhio per occhio e dente per dente.
Firmando quella sentenza, attestante il falso e antigiuridica (oggi dati incontestabili) di fatto procurò che io ed i miei, incolpevoli, dopo una truffa edilizia che ci aveva privati di 100.000.000 di lire (tutti i nostri averi) venissimo esposti (come del resto siamo) al completamento di una estorsione che c’era stata ventilata se non avessimo aderito al rogito così come si trovava l’immobile.
Scopo della estorsione, attuata tramite la frode processuale, più che privarci dei ns soldi, era farci perdere di credibilità e farci tacere su truffe edilizie ed amministrative (un condono attestante il falso e presentato solo per pochi abusi a fronte di violazioni molto più consistenti e addirittura non condonabili), anche notarili (ad opera del notaio Nicola Capuano con studio in Napoli via Depretis n° 5) che oltre noi famiglia Iovino, riguardò (riguardano) anche altre 100 famiglie, oggi destinatarie di provvedimenti di demolizione in danno, o, sequestro inderogabile a favore del Comune, il che era il motivo che ci indusse il 16.11.1995 a non farci convincere dal notaio a sottoscrivere quel rogito, che ai miei occhi si palesò subito come una induzione forzata all’incauto acquisto.
Estorsione poi consumata dalla allora coniuge dell’Ing. Corrado Ferlaino (oggi siamo alle repliche in Corte di Appello nr 2958/2011 II Sez. CIV. prossima udienza l'8.02 pv.) Patrizia Boldoni, tra l’altro firmataria del condono attestante i falso con il quale il consorzio criminale ha realizzato a centinaia vendite di immobili che, in quanto “radicalmente abusivi” - R.G.Cass. nr 7632/2011 non avrebbero potuto essere immessi nei circuiti commerciali.
COMPLICI da sempre gli avvocati Roberto Morante e Danilo Aita, il rag. Ciro Rossi, l'ing. Gennaro Fiorillo e il CTU Santo Flagiello.
Poi l’organizzazione criminale è stata graziata da atri magistrati: (chiedo scusa se dovessi dimenticarne qualcuno):
- Giudici di Corte di Appello nel Giudizio 1360/2001, III Sezione Civile, di cui era relatore il Giudice Giovanni Carleo, sentenza n° 2360/2005, oggi cassata dalla Cassazione con una sentenza (R.G.Cass. nr 7632/2011) che molti hanno giudicato un vero e proprio schiaffo alla corte napoletana. Questi giudici ci negarono un approfondimento della CTU, basando le loro deduzioni sulle conclusioni errate del Giudice precedente e su presupposti antigiuridici, che il condono avesse nelle more della chiamata al rogito ottenuto il silenzio/assenso, fatto che era impossibile per quella istanza, e, nel giudizio di Appello (come de resto in 1° grado) c’erano i documenti che lo attestavano, nonchè sul fatto che siccome il venditore si era esonerato in preliminare di dover chiedere l’abitabilità, e noi avevamo sottoscritto, questo li esimeva dagi obblighi di legge. (a Cassazione poi ci diede ragione anche su questo).
- Procura di Napoli, R.G.N.R. 45579/2004, P.M. Anna Maria Lucchetta (magistrato oggi all’Antimafia di Napoli) che con una archiviazione che sapeva di amaro in bocca lasciò impunito il giudice Criscuolo e anche gli autori dei reati edilizi e delle truffe immobiliari e amministrative, nonchè dell’estorsione a mia moglie e a me.
- Procura di Nola (NA) R.G.N.R. nr 7225/2004, P.M. Francesco Raffaele, che parallelamente archiviò, per quanto competeva la parte dei reati che atteneva al Comune di Casalnuovo di Napoli.
- Procura di Nola, R.G.N.R. 7841/2009, PM Carmine Renzulli, oggi al Tribunale di Napoli Nord; - In oltre 5 anni di indagine non ha mai ceduto alla tentazione di fare iscrivere a registro indagati i miei estorsori neanche quando glielo ordinò un GIP donna che ora mi sfugge il nome, e,
  • nonostante che il PM Raffaele, sulla scorta di una mia ulteriore denuncia aveva incriminato due soggetti - Rossi Ciro e l’Architetto Carlo Severi - per avere finto di integrare (tra l’altro con falsità per far risultare condonati abusi incondonabili) il condono n° 2780/1995 presso il Comune di Casalnuovo di Napoli.
  • Anche in quel procedimento il PM Raffaele avrebbe dovuto/potuto incriminare molti più soggetti, tra i quali i responsabili dell’UTC presso il Comune di Casalnuovo di Napoli - poi graziati anche da Renzulli) e un giorno nel suo ufficio, vedendo che stavo male, in un moto di compassione si lasciò scappare che “non gli avevano consentito di fare di più” -
  • Chi era stato forse una mafia che sovrastava la giustizia in quella e altre Procure?
  • Rossi Ciro e l’Architetto Carlo Severi poi non vennero condannati perché grazie ai loro avvocati compiacenti e a magistrati sempre disponibili a consentire rinvii agli avvocati che ne facevano perpetua richiesta i procedimenti andarono in prescrizione, ma senza poterli assolvere - sentenza n° 379/2013 ;
Il PM Carmine Renzulli chiese e ottenne da un altro GIP (più disponibile?) rispetto a quello che gli aveva ordinato la iscrizione e le indagini (che non ordinò di fare) l’archiviazione di quel giudizio e altri che si assommarono al primo, violando la legge che prevedeva l’obbligo della iscrizione degli accusati di reato a registro previsto ex art. 335 art. 21 c.p. prima di una archiviazione nei loro riguardi.
In effetti ha violato la legge sulla obbligatorietà del procedimento penale e anche altre, forse per questo è stato promosso al Tribunale di Napoli Nord.
Tutto sotto gli occhi attentissimi dei responsabili delle Procure di Napoli e Nola, Giandomenico Lepore e Paolo Mancuso.
A Roma un altro schifo senza fine, tra tanti nma non solo il comportamento complice dell’oggi Procuratore Aggiunto alla Procura di Roma al fianco del Dott. Pignatone, Roberto Cucchiari, anche lui da me inutilmente denunciato, per avere insabbiato indagini sul giudice Criscuolo, tacendo, tra l’altro, che la mia querela, nominativa, circostanziata e documentata, non era CONTRO IGNOTI, come invece mani sapienti di altri magistrati avevano dichiarato.
Potrei continuare, credo con ragione, sui nomi di un’altra quindicina di magistrati, di Roma e anche di Napoli, e, a tempo debito, lo farò con molto gusto.
Il dato di fatto ad oggi e che siamo vittima di una estorsione consumata, poi aggravata da una estorsione giudiziaria e da troppa indifferenza di chi avrebbe i dovere di accertare e, nel caso, condannarmi per decine di diffamazioni e calunnie, opure agire come per egge per fermare reati contro privati e contro lo Stato che stanno consentendo tuttora agli autori e ai responsabili degli abusi, Patrizia Boldoni e complici nella costruzione da un lato e “Augustissima Arciconfraternita SS. Trinità degli Ospedali dei Pellegrini e Convalescenti” - originari proprietari dei suoli abusivamente lottizzati e intestatari della violata C.E. nr 133 rilasciata in 21.12.1990 dal Comune di Casalnuovo di Napoli e per questo corresponsabili delle violazioni edilizie tutte. (Sentenza del TAR della Campania nr. 896/2012)
Per maggiore imposizione, alla estorsione/esecuzione forzata di quella sentenza, la nostra controparte, nelle persone di Morante e Rossi, incuranti che avevamo chiesto appello e che io avevo minacciato di uccidermi dentro la casa facendomi scoppiare con delle bombole di gas, obbligarono l’Ufficiale Giudiziario Antonio Velardi e i Carabinieri in forze a portare a termine lo sfratto dalla casa che, non valendo niente, avevamo già pagato cento milioni di volte. Il tutto nel ludibrio generale di chi non capiva cosa stesse accadendo (mafiosamente a ns controparte aveva diffuso voci che eravamo inquilini insolventi, mentre eravamo promittenti acquirenti che avevano già versato in acconti e caparre oltre 80 milioni di lire e speso in buona fede in attesa del rogito (la casa ce l’avevano consegnata quasi un anno prima) atri 20 milioni di lire.
Ci portarono violenza senza che potessimo difenderci davanti a Dio e agli uomini, se non facendola annullare a sentenza sbagliata, già certi - ed è questo la cosa più grave sulla quale invito a riflettere chi mi legge, contando già allora che avremmo trovato un muro di gomma a difendere il oro illegittimo operato, e così è stato ed è.
Noi da allora, da ormai oltre 14 anni, ci stiamo prodigando con sacrifici immani e perdita di serenità e salute, mentre la affermazione del diritto ci viene ancora ostacolato ad opera dei suddetti e di altri magistrati complici e anche forze dell'ordine omertosamente servili.
In me, nella certezza del diritto, dal 2011 confermato da una sentenza di Cassazione e dal T.A.R. Campania, ha finora vinto la ragione, obbligandomi a reprimere "la bestia".
Per questo porto avanti una battaglia giudiziaria che non avrebbe avuto ragione di andare oltre il primo grado, se il giudice Criscuolo, da me querelato per dolo e colpa grave per i reati che a lui addebito, di cui alle lettere a, b e c comma 3 art. 2 Legge 117/88 c.p. e successive integrazioni e variazioni, si fosse comportato onestamente.
Luigi Iovino Dirittiviolati

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