Sono in molti a chiedersi il motivo per cui il flusso continuo di profughi siriani sia diretto esclusivamente verso l'Europa, nonostante a sud della Siria ci siano tanti altri Paesi che potrebbero accogliere chi scappa dalla guerra, in cerca di una vita migliore.
Queste sei nazioni sarebbero i candidati ideali per offrire la migliore accoglienza possibile a chi chiede rifugio. Oltre alla vicinanza con la Siria, i Paesi del Golfo hanno la stessa lingua e la stessa religione, godono di economie ricche, dispongono di enormi risorse finanziarie che potrebbero essere destinate a forme di aiuto di vario titolo e - cosa non di poco conto - hanno imprese di costruzioni capaci di erigere grattacieli che superano ogni volta record d'altezza e che potrebbero in poco tempo costruire rifugi per il popolo siriano.
Da non sottovalutare anche il fatto che l'Arabia Saudita sa gestire benissimo grandi flussi migratori, dal momento che ogni hanno gestisce milioni di fedeli per il pellegrinaggio alla Mecca. Il loro no alla richiesta di fare la propria parte sembra, dunque, ingiustificato.
Sicurezza, terrorismo e stravolgimento del mercato del lavoro sono le motivazioni a cui si aggrappano i governi del Golfo che, tra le altre cose, non hanno mai aderito alla convezione dell'Onu sui rifugiati del 1951, che avrebbe facilitato l'ingresso ai siriani, oggi di fatto impossibilitati ad ottenere un visto per entrare in uno qualunque di questi Paesi.

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