Immigrata islamica: “Non vedo l’ora di tagliare le vostre teste”
“Dio, ho promesso il mio pegno di fedeltà e lo rinnovo per il principe dei fedeli, il mio Cheick Abu Bakr al-Baghdadi”. Questo il giuramento al Califfo di Meriem Rehaily, una studentessa figlia di immigrati e residente a Padova.Prima Bologna, poi un aereo verso Istanbul, in Turchia. È questa la ricostruzione dei Ros di Padova, parte di un’indagine che si è conclusa con un mandato di arresto.
L’ipotesi degli inquirenti è Meriem abbia deciso di cambiare la sua vita passando dalle giornate passate in Nord Italia a bere sprizt con le amiche all’arruolamento nella brigata «Al Khansaa», formata da sole donne, soprattutto immigrate europee e cecene, addestrate per l’uso di armi ed esplosivi per verificare che le donne rispettino la sharia.I segnali di un cambiamento di mentalità erano stati già evidenziati da un insegnante che si era preoccupata dopo aver letto un suo tema in cui Meriem scriveva: “I nemici sionisti credono di portarci lontano dall’Islam. (…) dobbiamo rispettare la nostra religione anche a costo di morire (io ho sempre sognato una morte del genere), allevando i nostri figli secondo l’Islam, renderli pronti per il loro ruolo nella lotta!”.
La giovane di seconda generazione, inoltre, aveva inviato a un’amica l’immagine di una decapitazione con il commento: “Non puoi immaginare quanto ho goduto ieri, non vedo l’ora di piegare uno e togliergli la testa”.
Arrivata in Siria, scrisse ad un’amica in Italia: “Qui c’è quello che ho sempre sognato. Se mi chiamate terrorista ne vado fiera”. Raccontava di essere “ospitata in una casa di sole donne, dove si studia il Corano e le armi”.
Ora il giudice teme che possa tornare per “compiere o azioni kamikaze anche in Italia e in particolare a Roma”. Ti aspettiamo.
Nessun commento:
Posta un commento