Ve l’avevo promesso, avrei proseguito la
battaglia in sede penale contro le cessioni di sovranità nazionale. Ho
redatto una versione più leggera della denuncia, che tralascia
volutamente quei tecnicismi che le Procure della Repubblica italiane
hanno dimostrato di non riuscire a comprendere.
Ed allora proviamo con una diversa
formulazione che deve necessariamente indurre almeno un P.M. in tutto il
Paese ad indagare sulle cessioni di sovranità e sulle associazioni
eversive come la Commissione Trilaterale, ricevuta addirittura al
Quirinale in pompa magna da Sergio Mattarella. Ricordiamo che promuovere
associazioni eversive è reato ex art. 270 bis c.p.
Ma ecco il testo della denuncia,
segnalatemi eventuali errori di battitura, l’ho veramente scritta in un
ritaglio di tempo e l’ho riletta molto velocemente. Ma penso che il
messaggio sia più lineare della precedente. Anche in questa si
chiede l’emissione di una misura cautelare nei confronti dell’attuale
esecutivo, che punta ad asservirci definitivamente al vincolo esterno UE,
ovvero all’ordinamento che tutela il regime del terrore della finanza
internazionale. Per il pdf dell’atto da firmare e depositare cliccate
qui: denuncia cessione di sovranità
* * *
PROCURA DELLA REPUBBLICA
ATTO DI DENUNCIA – QUERELA
Promosso
da __________________________________________________ nato/a a
_______________________ il ____________________ e residente
in____________________________, via ____________________________ ed ai
fini del presente atto elettivamente domiciliato presso lo studio e la
persona dell’Avv. Marco Mori che condivide in toto il contenuto del
presente atto da esso integralmente redatto in ogni sua parte (C.F.: MRO
MRC 78P29 H183L – Tel e Fax: 0185.23122 – Pec:
studiolegalemarcomori@pec.it), sito in Rapallo (GE), C.so Mameli 98/4.
* * *
–L’art. 1 della Costituzione Italiana recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
-L’art. 11 della Costituzione Italiana dispone: “L’Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente
in condizioni di parità con gli altri Stati, alle LIMITAZIONI di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
-L’art. 243 c.p. punisce: “Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, è punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se la guerra segue, si applica la pena di morte; se le ostilità si verificano, si applica l’ergastolo”.
-L’art. 270 bis c.p. punisce: “Chiunque
promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si
propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni.
Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da cinque a dieci anni”
Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da cinque a dieci anni”
* * *
PREMESSO IN FATTO
1)
I trattati europei costituiscono pacifiche cessioni della nostra
sovranità, l’art. 3 TFUE infatti dispone un elenco di materie in cui
l’Unione Europea ha competenza esclusiva, ovvero:
-unione doganale;
-definizione delle regole di concorrenza necessarie al funzionamento del mercato interno;
-politica monetaria per gli Stati membri la cui moneta è l’euro;
-conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica comune di caccia e pesca;
-politica commerciale comune.
2)
La Costituzione italiana, con il suo art. 11 Cost., non consente la
cessione di sovranità, autorizzando unicamente la sua limitazione a fini
di pace e giustizia, oltre che in condizioni di reciprocità tra le
nazioni, norma concepita espressamente per la sola adesione dell’Italia
all’O.N.U.
3)
La proposta dell’On. Lussu, in seno alla Costituente, di emendare
l’art. 11 Cost., nel senso di aprire il nostro ordinamento ad un’Europa
federale, fu votata e respinta, come conferma la definitività della
forma repubblicana sancita con l’approvazione dell’art. 139 Cost.
4) Uno
Stato può esistere unicamente se ha i propri elementi fondanti
irrinunciabili. Essi sono il popolo, il territorio ed appunto la
sovranità del popolo sul territorio stesso. La nostra
Costituzione infatti fissa nei suoi principi fondamentali il concetto
centrale di appartenenza della sovranità al popolo (art. 1 Cost.).
5)
La Corte Costituzionale, da ultimo con la sentenza n. 238/14, ha avuto
modo di ribadire che i principi fondamentali dell’ordinamento
costituiscono barriera invalicabile all’ingresso delle norme dell’Unione
Europea nel nostro sistema giuridico. L’appartenenza della
sovranità al popolo è un principio fondamentale dell’ordinamento, che
non può essere superato dalle norme dell’Unione.
6) L’Italia non poteva in alcun modo cedere sovranità
e tantomeno cedere la sovranità monetaria, che oggi appartiene in via
esclusiva al SEBC, al sistema europeo delle Banche Centrali, che la
esercita in via indipendente (ex art. 130 TFUE) da qualsivoglia
decisione dei Parlamenti, europeo e nazionali, con buona pace anche del
disposto dell’art. 47 Cost. che prevede che la Repubblica debba
disciplinare, coordinare e controllare il credito.
7)
In merito alla cessione della sovranità monetaria ed alle sue
incredibili conseguenze valgano su tutte le parole dell’ex Presidente
della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky: “Si parla di fallimento dello Stato come di cosa ovvia.
Oggi, è “quasi” toccato ai Greci, domani chissà. È un concetto sconvolgente, che contraddice le categorie del diritto pubblico formatesi intorno all’idea dello Stato. Esso
poteva contrarre debiti che doveva onorare. Ma poteva farlo secondo la
sostenibilità dei suoi conti. Non era un contraente come tutti gli
altri. Incorreva, sì, in crisi finanziarie che lo mettevano in
difficoltà. Ma aveva,
per definizione, il diritto all’ultima parola. Poteva, ad esempio,
aumentare il prelievo fiscale, ridurre o “consolidare” il debito, oppure
stampare carta moneta: la zecca era organo vitale dello Stato, tanto quanto l’esercito. Come
tutte le costruzioni umane, anche questa poteva disintegrarsi e venire
alla fine. Era il “dio in terra”, ma pur sempre un “dio mortale”,
secondo l’espressione di Thomas Hobbes. Tuttavia, le
ragioni della sua morte erano tutte di diritto pubblico: lotte
intestine, o sconfitte in guerra. Non erano ragioni di diritto
commerciale, cioè di diritto privato.
Se
oggi diciamo che lo Stato può fallire, è perché il suo attributo
fondamentale — la sovranità — è venuto a mancare. Di fronte a lui si
erge un potere che non solo lo può condizionare, ma lo può spodestare.
Lo Stato china la testa di fronte a una nuova sovranità, la sovranità
dei creditori”.
8)
Il codice penale ovviamente punisce i delitti contro la personalità
giuridica dello Stato, ovvero punisce coloro che attentano agli elementi
fondanti dello Stato stesso, appunto popolo, territorio e sovranità.
9)
Nel 2006 alcune norme furono incredibilmente modificate, il 241 c.p. ad
esempio vide l’introduzione della violenza quale elemento costitutivo
del reato (violenza che peraltro oggi esiste! Ma spiegarlo
appesantirebbe un atto che vuole essere lineare per spingere Codesta
Procura ad aprire finalmente un’indagine seria sul punto, anziché
archiviare come se si trattasse di fantasie). L’art. 243 c.p. invece non
ha subito modifica alcuna e tale norma punisce, anche i semplici
accordi diretti a commettere atti ostili contro la personalità giuridica
dello Stato, ovvero gli accordi diretti a colpire uno degli elementi
fondanti di esso.
10) Chi
ha ceduto la nostra sovranità stipulando i trattati europei, chi ci
mantiene in tali condizioni asservendoci quotidianamente al vincolo
esterno di Bruxelles obbligandoci a subire la sovranità dei creditori,
chi pianifica o invoca ulteriori cessioni della nostra sovranità,
commette il delitto di cui all’art. 243 c.p.
11) Chi
promuove (lo ha fatto addirittura Mattarella!) o partecipa ad
associazioni eversive dirette al sovvertimento dell’ordine democratico
sarebbe poi punibile anche ex art. 270 bis c.p. I nomi di tali
associazioni sono noti, si pensi ad esempio alla Commissione Trilaterale
o al gruppo Bilderberg, come noti sono i loro componenti di spicco,
quali ad esempio Mario Monti.
Stiamo
dunque parlando di reati commessi da tutte le più alte cariche dello
Stato dal 1992, nonché dai membri del Parlamento che a vario titolo
hanno consapevolmente appoggiato le cessioni di sovranità compiute o
promosso le associazioni eversive che a vario titolo minacciano le
democrazie continentali.
Tutto
ciò richiamato e premesso, l’esponente ritiene che i fatti
sommariamente esposti costituiscano le condotte commissive di gravissimi
reati penali.
IN DIRITTO
L’art. 243 c.p. che punisce: “Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, è punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se la guerra segue, si applica la pena di morte; se le ostilità si verificano, si applica l’ergastolo”.
Il
verificarsi dell’evento bellico non è elemento necessariamente
richiesto per la consumazione del reato in parola per il quale è
sufficiente l’avvenuta intelligenza con lo straniero a tale fine o, per
quanto qui interessa davvero, al fine di compiere anche altri atti
altrimenti ostili alla nazione.
Tenere
“intelligenze” significa semplicemente stringere un accordo con lo
straniero, accordo che ai fini del reato in parola può anche essere
assolutamente palese e non già occulto. La stipula di un trattato è pacificamente un atto d’intelligenza con lo straniero.
La qualificazione giuridica meno immediata è apparentemente quella che definisce appunto il concetto di “atto ostile”.
Per
comprendere il senso del termine basta ricordare il capo del codice
penale in cui il reato è inserito, ovvero quello che mira a tutelare la
personalità giuridica dello Stato.
Atti di ostilità sono tutte le azioni d’inimicizia diverse dalla guerra stessa che risultino dannose degli interessi del Paese anche qualora non coercitivi o non violenti.
L’ordinamento
democratico della Repubblica italiana si basa ovviamente sulla nostra
Costituzione, che all’articolo 1 attribuisce espressamente la sovranità
al popolo. Tale passaggio costituisce l’essenza di una democrazia nel senso proprio del termine.
Un
atto d’intelligenza con lo straniero che comporta la sottrazione della
sovranità e dell’indipendenza nazionale deve necessariamente
qualificarsi come “atto ostile” a quel bene giuridico che si può
definire personalità dello Stato Italiano.
Non
vi è infatti azione più ostile nei confronti di una nazione di quella
diretta a cancellarne la sovranità o a menomarne l’indipendenza, poiché
se ne compromette un elemento fondante ed irrinunciabile.
Ogni evento bellico è per sua definizione il tentativo di sottomettere
un altro Stato menomandone proprio la sua sovranità e la sua
indipendenza.
Oggi
la compromissione dell’indipendenza e della sovranità nazionale non
avviene dunque con i carri armati ma con i trattati europei che
spogliano la nazione di qualsivoglia capacità giuridica in materia
politica ed economica.
La
cessione di sovranità dell’Italia in favore dell’Europa rappresenta
indiscutibilmente la fine dell’Italia quale nazione libera ed
indipendente, ciò è esattamente quello che accadrebbe in caso di
occupazione militare del paese.
Laddove
la cessione della sovranità e la menomazione dell’indipendenza avviene
ricorre la piena punibilità ex art. 243 c.p. Atto ostile è pertanto
semplicemente ciò che contrasta con la personalità dello Stato.
Se
si parla di interessi nazionali la valutazione che spetterà all’Ill.mo
PM che esaminerà il presente atto dovrà quindi essere esclusivamente
giuridica e non di mera opportunità.
Anche
se si ritenesse che la cancellazione dell’Italia come Stato possa
essere atto compiuto nell’interesse del popolo italiano stesso (ciò non
è, ma non lo spiegherò in questa sede), ciò non toglierebbe la qualifica
di atto ostile ad un trattato che disponga suddetta cancellazione.
Ergo
il carattere ostile di un atto è in re ipsa nella cessione di sovranità
compiuta in violazione di principi fondamentali della nostra
costituzione indipendentemente dal fatto che si possa pensare o meno che
tale cessione migliorerà la qualità della vita nel nostro paese.
Dunque discorsi
come quelli di Mario Monti, di Giorgio Napolitano, di Mario Draghi,
Laura Boldrini, Padoan, Matteo Renzi, Sergio Mattarella ove si enfatizza
il disegno criminoso di “cedere” (dichiarano apertamente che non si
tratta di limiti!) la sovranità nazionale in favore del regime violento
dell’europa dei mercati e della finanza, non fanno altro che evidenziare
indiscutibilmente l’elemento psicologico del reato in parola in capo a
tutti i soggetti indicati.
Il
fatto che gli ultimi tre Presidenti del Consiglio imposti dagli
stranieri sponsorizzino la fine dell’Italia quale nazione sovrana ed
indipendente è per evidenza logica un atto ostile all’Italia.
In merito all’elemento psicologico necessario alla consumazione del reato non
rileva che il soggetto agente voglia il male della popolazione italiana
ma unicamente che il soggetto agente abbia il dolo specifico di
compiere un atto ostile alla sopravvivenza della nazione Italia quale
entità indipendente e sovrana dotata di propria personalità giuridica.
D’altrocanto è facile comprendere, come già spiegato nelle premesse del presente atto, che la stessa definizione di Stato comporta il potere sovrano dello stesso sul proprio territorio, il cd. potere d’imperio.
Lo
Stato appunto è popolo, territorio e sovranità, ed in uno Stato
democratico la sovranità appartiene al popolo e dunque non può essere
ceduta a terzi.
Se
uno Stato non ha più questo potere perché sottoposto ad un “vincolo
esterno”, qualsiasi siano le ragioni per cui ciò avviene, la personalità
giuridica è irrimediabilmente perduta.
Che piaccia o meno costruire un nuovo Stato cancellando la personalità giuridica di quello in essere è sic et simpliciter un atto eversivo.
Senza
poi dimenticare che questa Europa è semplicemente una dittatura
finanziaria e non il sogno d’integrazione che pensavamo di portare
avanti.
Oggi i veri europeisti sono coloro che si oppongono a questo disegno.
Qualora
si ritenesse non applicabile l’art. 243 c.p. poiché si pensasse che gli
atti ostili non provengono da entità definibili con il termine di Stato
(ma l’UE in effetti ormai andrebbe considerata tale ai fini della norma
penale, come Stati sono i Paesi che sino ad oggi hanno tratto vantaggio
dalle cessioni della nostra sovranità, ad esempio la Germania), allora
si dovrebbe comunque considerare che esistono associazioni
dichiaratamente eversive dell’ordine democratico.
Sarebbero
proprio esse, per lo più composte come la Commissione Trilaterale
(fondata da David Rockfeller il 23 giugno 1973) dal grande potere
finanziario, il soggetto eversivo con cui i nostri politici hanno
operato con evidente vincolo associativo o quantomeno promuovendone gli
scopi, condotta sufficiente alla consumazione del reato di cui all’art.
270 bis c.p.
Non è passato inosservato a chi scrive il recente “inchino” di Sergio Mattarella alla Commissione compiuto al Quirinale che l’Ill.ma Procura potrà esaminare nel dettaglio sul sito del Quirinale stesso e che ivi si trascrive in parte per comodità:
“Sono davvero lieto di ricevere al Palazzo del Quirinale i partecipanti alla riunione Plenaria della Commissione Trilaterale.
Quando, oltre quaranta anni fa, David Rockfeller ebbe l’intuizione di dar vita alla Commissione, si mosse nell’intento di capitalizzare le risorse e le energie degli ambienti imprenditoriali, culturali e sociali in America, Europa e Giappone, per superare le rigidità che sovente accompagnano le relazioni ufficiali tra Governi, così da fornire interpretazioni non formali ma originali di fenomeni complessi e dalle ampie ramificazioni.
Quando, oltre quaranta anni fa, David Rockfeller ebbe l’intuizione di dar vita alla Commissione, si mosse nell’intento di capitalizzare le risorse e le energie degli ambienti imprenditoriali, culturali e sociali in America, Europa e Giappone, per superare le rigidità che sovente accompagnano le relazioni ufficiali tra Governi, così da fornire interpretazioni non formali ma originali di fenomeni complessi e dalle ampie ramificazioni.
Già nel 1973, anno di fondazione della Trilaterale, la Guerra del
Kippur e la susseguente crisi energetica avrebbero posto l’Occidente
industrializzato di fronte a scelte difficili, confermando la centralità
del concetto di interdipendenza politica ed economica anche in un mondo meno “globalizzato” rispetto a quello che
attualmente viviamo (omissis).
I problemi – e non solo di politica internazionale – necessitano, infatti, di essere affrontati in un’ottica multidimensionale. Da qui la perdurante utilità di un foro di dialogo che possa favorire, avvalendosi di una ampia varietà di esperienze, una prospettiva strategica, di lungo periodo, SGANCIATA DA OGNI UFFICIALITÀ.
Oggi la crisi dei prezzi dei prodotti energetici e’ di segno opposto e colpisce Paesi produttori ed emergenti, rischiando di rallentare la timida ripresa che pur si manifesta nell’economia europea (omissis).
E, accanto alle migrazioni, l’inquinamento e lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali si presentano come minacce trasversali sulle quali è urgente elaborare strategie di lungo periodo.
Si tratta di sfide che superano le capacità dei singoli Stati.
Il fenomeno delle migrazioni (sul quale si soffermerà nei prossimi giorni la Plenaria della Commissione) ne è un esempio lampante.
Le risposte che alcuni Paesi, anche membri dell’Unione Europea, cercano di dare su base individuale sono spesso inadeguate e miopi.
Soluzioni durature possono essere individuate soltanto attraverso un esame spassionato e obiettivo delle cause alla base del fenomeno e del suo progressivo sviluppo e debbono trovare un solido ancoraggio nei valori e nei principi che permeano le nostre democrazie.
Luoghi di incontro come la Trilaterale (ndr, cosa c’entra la Trilaterale con la democrazia?) sviluppano un metodo di lavoro che CONSENTE, ATTRAVERSO IL CONFRONTO TRA SENSIBILITÀ PRESENTI NEI GRUPPI DIRIGENTI, LA COMPRENSIONE DELLE SFIDE CHE LE NOSTRE SOCIETÀ SI TROVANO A DOVER AFFRONTARE.
I RAPPORTI ELABORATI DALLA TRILATERALE COSTITUISCONO, DA PIÙ DI QUARANT’ANNI, UN INTERESSANTE STIMOLO PER I POLICY MAKERS (omissis).
Senza nasconderci la crisi in atto, continuiamo ad essere pienamente convinti che OCCORRE, ANZITUTTO, PIÙ EUROPA (ndr, che significa fine dell’Italia come Stato sovrano), maggior integrazione, anche su temi sensibili. Sono necessarie strutture comuni per rafforzare regole comuni. Va sviluppata ulteriormente la forza del legame transatlantico, che rappresenta da sempre un asse portante della politica estera italiana.
Nei vostri lavori avete potuto confrontarvi con una classe dirigente giovane, fortemente impegnata in un cammino di riforme e nel riannodare i rapporti con la comunità internazionale.
E’ all’interno di questo impegnativo cantiere che auguro buona continuazione ai vostri lavori, dai quali potranno certamente emergere preziosi contributi e spunti di importante riflessione”.
I problemi – e non solo di politica internazionale – necessitano, infatti, di essere affrontati in un’ottica multidimensionale. Da qui la perdurante utilità di un foro di dialogo che possa favorire, avvalendosi di una ampia varietà di esperienze, una prospettiva strategica, di lungo periodo, SGANCIATA DA OGNI UFFICIALITÀ.
Oggi la crisi dei prezzi dei prodotti energetici e’ di segno opposto e colpisce Paesi produttori ed emergenti, rischiando di rallentare la timida ripresa che pur si manifesta nell’economia europea (omissis).
E, accanto alle migrazioni, l’inquinamento e lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali si presentano come minacce trasversali sulle quali è urgente elaborare strategie di lungo periodo.
Si tratta di sfide che superano le capacità dei singoli Stati.
Il fenomeno delle migrazioni (sul quale si soffermerà nei prossimi giorni la Plenaria della Commissione) ne è un esempio lampante.
Le risposte che alcuni Paesi, anche membri dell’Unione Europea, cercano di dare su base individuale sono spesso inadeguate e miopi.
Soluzioni durature possono essere individuate soltanto attraverso un esame spassionato e obiettivo delle cause alla base del fenomeno e del suo progressivo sviluppo e debbono trovare un solido ancoraggio nei valori e nei principi che permeano le nostre democrazie.
Luoghi di incontro come la Trilaterale (ndr, cosa c’entra la Trilaterale con la democrazia?) sviluppano un metodo di lavoro che CONSENTE, ATTRAVERSO IL CONFRONTO TRA SENSIBILITÀ PRESENTI NEI GRUPPI DIRIGENTI, LA COMPRENSIONE DELLE SFIDE CHE LE NOSTRE SOCIETÀ SI TROVANO A DOVER AFFRONTARE.
I RAPPORTI ELABORATI DALLA TRILATERALE COSTITUISCONO, DA PIÙ DI QUARANT’ANNI, UN INTERESSANTE STIMOLO PER I POLICY MAKERS (omissis).
Senza nasconderci la crisi in atto, continuiamo ad essere pienamente convinti che OCCORRE, ANZITUTTO, PIÙ EUROPA (ndr, che significa fine dell’Italia come Stato sovrano), maggior integrazione, anche su temi sensibili. Sono necessarie strutture comuni per rafforzare regole comuni. Va sviluppata ulteriormente la forza del legame transatlantico, che rappresenta da sempre un asse portante della politica estera italiana.
Nei vostri lavori avete potuto confrontarvi con una classe dirigente giovane, fortemente impegnata in un cammino di riforme e nel riannodare i rapporti con la comunità internazionale.
E’ all’interno di questo impegnativo cantiere che auguro buona continuazione ai vostri lavori, dai quali potranno certamente emergere preziosi contributi e spunti di importante riflessione”.
Non
si vede cosa serva ancora per aprire una serie indagine sui gravi reati
in corso! Non è pensabile che basti qualche accenno al termine
“democrazia” per oscurare il senso di un discorso che resta nella sua
essenza profondamente e volutamente eversivo.
Si
sarebbe certamente potuto dire di più e lo si riscontra nelle
pubblicazioni dello stesso scrivente, sia in ambito editoriale che sui
blog di riferimento. Altrettanto ciò si riscontra nelle pubblicazioni di
grandi Magistrati quali Paolo Maddalena, Gustavo Zagrebelsky o Luciano
Barra Caracciolo che si invita Codesta Procura a leggere per
approfondire le infinite implicazioni di quanto si afferma.
Una
denuncia non poteva approfondire di più un tema che inizialmente
avrebbe potuto rendere questo atto scarsamente intellegibile, ma si
resta ad ovvia disposizione per tutti i necessari approfondimenti
tecnici che la Procura vorrà chiedere.
E’
in corso un vasto disegno per spazzare via le moderne democrazie e
sostituirle con un ordinamento che tuteli unicamente gli interessi delle
grandi lobby d’affari internazionali. Vedere e fermare questo disegno è
compito delle Procure, assurdo combattere mafia o corruzione e di non
accorgersi che entrambi sono reati di serie B, rispetto a quelli
commessi da coloro che ci stanno strappando la democrazia.
* * *
Tutto ciò richiamato e premesso l’esponente
CHIEDE
Che
i responsabili dei reati di cui in epigrafe indicato siano condannati
penalmente in base all’art. 243 c.p., ovvero alle norme meglio viste e
ritenute da codesta Ill.ma Procura della Repubblica. Si invita ad un
vaglio attento dell’art. 270 bis, norma che appunto punisce chi
partecipa o semplicemente promuove associazioni che hanno quale fine
ultimo l’eversione dell’ordine democratico.
Una
di queste è certamente la Commissione Trilaterale fondata da David
Rockfeller, di recente ricevuta al Quirinale da Sergio Mattarella, che
ne ha approvato le iniziative palesemente eversive. Commissione dalla
quale provengono, come detto, anche elementi di spicco della politica
italiana, non ultimo Mario Monti, che ne era addirittura al vertice prima di dimettersi per accettare l’incarico alla Presidenza del Consiglio.
Si esprime la volontà di ricevere informazione circa eventuale iniziativa archiviatoria presso il domicilio eletto.
Si
chiede di voler affrontare la problematica indicata nel presente
esposto con massima attenzione giuridica e non come una mera polemica
sulla struttura dell’attuale sistema.
Il
fatto che un comportamento sia da tempo consolidato non implica la sua
corrispondenza alla legge ed a volte, come in questo caso, più
l’operazione fraudolenta è semplice ed alla luce del sole, più è
difficile riconoscerne l’antigiuridicità intrinseca che ha determinato a
cascata tutte le successive conseguenze sulla personalità giuridica
della nostra amata Nazione.
La
sovranità appartiene al popolo e non può essere delegata a privati che
non hanno fra i propri scopi istituzionali quello del bene pubblico ma
unicamente gli utili, privati che stanno portando morte e distruzione in
tutta Europa favorendo il rischio di conflitti tra Nazioni.
Si
chiede l’emissione dei provvedimenti cautelari meglio visti e ritenuti
per fermare quello che appare, a tutti gli effetti, un colpo di Stato,
peraltro ormai in fase di oggettiva ultimazione. Non
si vede come si possa omettere di disporre la custodia cautelare per i
membri dell’attuale esecutivo che addirittura vogliono inserire in
Costituzione, nel nuovo art. 117, l’obbligo di rispettare la normativa
UE nello svolgimento dell’attività legislativa.
Con la massima osservanza.
Luogo e data.
Firmato
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