In questo articolo confuterò le tesi di Mauro Biglino riferite al Nuovo
Testamento che lui ha scritto nel suo libro “Antico e Nuovo Testamento
libri senza Dio”. Premetto che questo non è un attacco alla persona di
Mauro Biglino, ma una semplice confutazione alle sue idee. Inizierò con
una premessa, dove descrivo il modus operandi di Mauro Biglino. Dopo di
ciò passerò a confutare le sue tesi sul Nuovo Testamento a partire dal
cap. 5 (pag. 133), del suo libro. A queste aggiungerò anche alcune
confutazioni alle sue tesi sull’Antico Testamento.
La storia è piena di persone che negano la veridicità della Bibbia, ed è
piena di persone che negano che Gesù Cristo è il Figlio di Dio.
Nell’antichità vi sono stati Celso e Porfirio, gli gnostici e i
manichei. Negli ultimi secoli vi sono stati scrittori come Friedrich
Nietzsche, Dayananda Saraswati, o Bertrand Russell. Nessuno di questi,
però, è riuscito a dimostrare che la Bibbia non sia realmente ispirata
da Dio. Mauro Biglino è uno dei tanti che negano l’unico e vero Dio, e
lo fa in modo astuto e avvincente. Infatti si è inserito in un filone,
quello degli antichi astronauti e del complottismo, molto di moda al
giorno d’oggi.
Mauro Biglino ha iniziato partendo dalla Genesi tentando di dimostrare
che le traduzioni dall’ebraico sarebbero sbagliate e che Dio non sarebbe
Dio, ma un alieno (un extraterrestre). Ha poi tentato di dimostrare con
l’etimologia che alcuni termini in ebraico secondo lui non
significherebbero Dio, ma è stato confutato da noti biblisti laureati in
ebraico. Allora ha detto che YHWH è un Dio cattivo e vendicativo e non
potrebbe essere il Padre amorevole di Gesù Cristo. Alla fine ha svelato
le sue carte. Ha detto chiaramente che Gesù Cristo, non è il Figlio di
Dio, ma sarebbe figlio di n.n.
Spesso Biglino dice di spiegare cos’è l’Antico Testamento e dice che i
cristiani avrebbero “rubato” quel libro agli ebrei. Ma così facendo
dimentica che gli autori del Nuovo Testamento erano tutti ebrei (anche
per Luca ci sono teorie che fosse un ebreo), e che conoscevano alla
perfezione il Tanakh. Essi hanno scritto il Nuovo Testamento alla luce
della missione di Gesù Cristo sulla terra. Per cui erano le persone al
mondo più qualificate per scrivere sulla vicenda di Gesù Cristo. Quindi
non hanno rubato nulla, hanno scritto i fatti di Gesù Cristo descrivendo
la sua missione sulla terra e hanno riportato le frasi di Gesù dove lui
disse IO SONO individuando se stesso come Dio, il Dio degli ebrei,
ossia YHWH. (Esattamente come in Esodo 3, 14).
Altre volte Biglino parla del peccato originale sostenendo che
nell’Ebraismo non sarebbe presente. Ho confutato questa sua tesi più
avanti nel mio articolo. Biglino spesso dice che fu Paolo di Tarso ad
introdurre il concetto del peccato originale. Ma Biglino si dimentica le
profezie dove si annucia la missione di Gesù Cristo per togliere il
peccato, come per esempio Isaia (53, 3-9), ma si dimentica anche che di
tantissimi passi dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo Testamento
dove viene affermato che Gesù Cristo venne per togliere il peccato
originale: (Vangelo di Matteo (1, 20-21) - Vangelo di Matteo (17-12) -
Vangelo di Matteo (18-11) - Vangelo di Matteo (26, 27-28) - Vangelo di
Luca (1-68) -Vangelo di Luca (1-77) - Atti degli Apostoli (3, 18-19) -
(4, 10-12) - (10, 40-43) - (13, 37-39) -(26, 22-23) - Prima Lettera di
Pietro (2, 24-25) - (3, 18) - Prima Lettera di Giovanni (1, 7-9) - (2,
1-2) - (3, 4-6) - (4, 9-10) - (4, 14-16) - Apocalisse di Giovanni (1,
4-5) - (5-11) - (7, 9-10). Quindi non fu Paolo di Tarso a “creare”
questa credenza, ma furono tutti gli Apostoli e gli Evangelisti a
divulgarla. La prova che questa credenza è vera (ossia che i primi
cristiani ci credevano realmente), è il fatto che gli Apostoli andarono
poi alla morte pur di non rinnegarla e di non rinnegare la Risurrezione
di Gesù.
Spesso Biglino dice: “La Chiesa nei prossimi anni abbandonerà, l’Antico
Testamento”. Da questa frase si evince che Biglino non ha capito il
senso della Bibbia, e non ha neppure capito quale è l’oggetto della
Bibbia. La Bibbia, considerata nella sua totalità, Antico e Nuovo
Testamento, non è altro che la descrizione del progetto di Dio, iniziato
con la creazione del mondo e dell’uomo. Dio ha amato l’uomo e per
questo gli ha dato il libero arbitrio, la possibilità di fare delle
scelte. L’uomo però, dopo essere stato tentato da Satana ha voluto
scegliere di scalzare Dio, anzi ha tentato di diventare egli stesso Dio.
Per questo si parla di “peccato originale” e di “caduta dell’uomo”.
L’uomo ha scelto il peccato e la conseguenza del peccato è la morte.
Lettera ai Romani (6, 23):
“Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesu’ nostro Signore”.
Malgrado ciò Dio non ha abbandonato l’uomo. Ha inviato i profeti che
annunciavano la missione di suo Figlio sulla terra. Infine ha inviato il
Figlio, che è venuto con lo scopo principale di “togliere il peccato
del mondo”, (Vangelo di Giovanni 1, 29), e stabilire con il suo sangue,
un nuovo patto, tra Dio e l’uomo, il Nuovo Testamento. Se osserviamo la
Bibbia da un punto di vista amplio, ci rendiamo conto che essa è
fortemente incentrata su Gesù Cristo, che è Dio stesso, il Verbo che si è
fatto carne (Vangelo di Giovanni 1, 14). Pertanto sostenere che la
Chiesa abbandonerà l’Antico Testamento è una banalità che può essere
detta solo da chi non ha capito il senso della Bibbia. Se la Chiesa
Cattolica, per un fatto fortuito, abbandonasse l’Antico Testamento, ci
saranno sempre milioni di cristiani che considereranno che la Bibbia,
incluso l’Antico Testamento, è la Parola di Dio, e pertanto non
l’abbandoneranno mai. In ultima analisi Mauro Biglino non considera che
coloro che hanno vissuto con Gesù Cristo, e coloro che hanno scritto il
Nuovo Testamento erano ebrei ed erano le persone al mondo più
qualificate per farci sapere chi era Gesù Cristo. E non considera che
essi sono poi andati alla morte pur di non rinnegare quello che avevano
scritto. Lo scopo ultimo di Biglino è di negare Gesù Cristo e il suo
sacrificio sulla croce.
Confutazione:
Iniziamo ora con la confutazione delle tesi di Mauro Biglino riferite al
Nuovo Testamento. A Pag 133 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento
libri senza Dio”, inizia il cap. 5, il cui titolo è “Giosuè/Gesù figlio
di Dio o figlio di un El?”
Nel secondo paragrafo Biglino scrive:
“Molti dicono di aver compreso che l’Antico Testamento è un libro
che narra le vicende e le cronache di un’operazione di conquista
territoriale (mai riuscita appieno): un libro di guerra, pieno di eccidi
e stermini, sotterfugi, inganni, uccisioni e tradimenti, atti
assolutamente inaccettabili e immorali”.
Innanzitutto, chi sarebbero i: “molti”? Dalle statistiche ufficiali
risulta che nel pianeta terra vi sono circa 2,3 miliardi di credenti in
Gesù Cristo e che quindi considerano che la Bibbia è la Parola di Dio
(per Bibbia s’intende l’insieme dei libri dell’Antico Testamento più il
libri del Nuovo Testamento). I credenti in Gesù Cristo hanno chiaro che
l’Antico Testamento non è altro che l’insieme dei Libri dove si anuncia
la venuta di Cristo (sono circa 300 profezie, vedi nota 1).
Biglino continua e scrive (pag. 133-134):
“Queste stesse persone che hanno compreso la natura del Vecchio
Testamento, compiono però un passo successivo che appare incoerente:
affermano che il Nuovo Testamento è diverso e contiene parole di verità
pronunciate dal figlio di un Dio di amore che tendeva rivolgere il suo
messaggio all’umanità intera inserendola nel suo disegno di salvezza.
Un’affermazione semplicistica e immotivata che trova fondamento solo
nelle convinzioni della fede che accetta acriticamente le verità diffuse
dalla Chiesa romana, perché bisogna invece prendere atto di una realtà
ben diversa”.
Da questa frase si evince l’acredine che contraddistingue il Biglino,
che dimostra di essere risentito con la Chiesa Cattolica romana, per
motivi a noi ignoti. Dimostra però di non conoscere affatto la storia
del Cristianesimo antico (mi riferisco ai primi tre secoli della nostra
era). Come traspare da questa frase, Biglino sosterrebbe che la Chiesa
romana abbia costruito un qualcosa di falso, per scopi occulti. Peccato
però che la Chiesa romana, nei primi tre secoli della nostra era, (l’era
di Cristo), era soltanto una delle Chiese del Cristianesimo, e non vi
era una Chiesa dominante. Fino al quinto secolo, infatti, le sedi
apostoliche erano cinque: Gerusalemme, Alessandria d’Egitto, Antiochia
(attuale Siria), Costantinopoli e Roma. Tuttavia, al di fuori
dell’impero romano si erano sviluppate comunità di cristiani sin dal
primo secolo, per esempio in Etiopia, in Armenia, ad Edessa (2), in
Persia, e persino in India. Tutte queste comunità di Cristiani seguivano
l’insegnamento di Cristo per una semplice ragione: perché qualcuno
glielo aveva trasmesso. Chi era quel qualcuno? Gli Apostoli,
naturalmente.
Se la Chiesa romana avesse diffuso delle “false tesi”, spacciandole per
verità, non si spiega come queste stesse tesi, ci riferiamo al kerygma,
naturalmente, ossia la credenza che Gesù Cristo è l’incarnazione del
Verbo, è morto in croce per i nostri peccati ed è risorto dai morti il
terzo giorno, si siano diffuse anche in tutte le altre comunità che ho
citato. Il kerigma, e tutti il libri del Nuovo Testamento erano già
letti e diffusi nel 170 d.C., (come dimostra il frammento muratoriano,
vedi nota 3), pertanto la Chiesa romana, il cui potere si è consolidato a
partire dal IV secolo, quando Costantino ha ufficializzato il culto (4)
e ha attuato un sincretismo con alcuni culti pagani, non ha diffuso
alcuna “falsa verità”.
Nella pag. 134, Biglino inizia a delineare quella che è la sua tesi
principale, la tesi che gli ha occupato vari hanni della sua vita:
dimostrare che Gesù Cristo non è il Figlio di Dio, e che non ha tolto il
peccato del mondo.
Infatti scrive:
“Ma noi dobbiamo prendere atto di due elementi che si presentano con
evidenza agli occhi di chi legge la Bibbia con mente libera dai
condizionamenti dottrinali. Così facendo apprendiamo che i due elementi
fondamentali che spiegherebbero e giustificherebbero la venuta di Cristo
sulla Terra sono in realtà fallaci o meglio ancora inesistenti:
-Il Dio padre sarebbe (secondo la dottrina), il Dio di Abramo, Isacco e
Giacobbe, cioè Yahweh, ma è chiaro che Yahweh non è Dio, bensì solo uno
dei tanti Elohim, che si sono spartiti il territorio.
-Nella Bibbia non c’è traccia di peccato originale.”
Innanzitutto noto che Biglino ha scritto la parola “Terra”, in
maiuscolo, come se il nostro pianeta fosse una Divinità. Ma il nostro
pianeta non è una Divinità, è solo una sfera petrea e acquosa che ruota
su se stessa e intorno al sole.
In questi frasi di Biglino che ho appena riportato si delinea tutta la
sua strategia, infatti nelle sue conferenze Biglino dice spesso:
“Siccome YHWH non è Dio allora Gesù di chi è figlio?”.
Ma nelle sue elucubrazioni sull’Antico Testamento, Biglino non ha
dimostrato che IO SONO - YHWH non è Dio, e non ha neppure dimostrato che
gli ebrei dell’epoca pre-cristiana non credessero in YHWH come puro
Spirito e Creatore del cielo e della terra. Ovviamente Biglino nei suoi
libri e nelle sue conferenze ha fatto risaltare i passaggi che secondo
lui indicano qualche forma di violenza da parte di YHWH (dimenticando
invece che era semplicemente la punizione che Dio attuava nei confronti
di peccatori che lui già sapeva non si sarebbero convertiti, vedere nota
5), e non ha fatto risaltare i passaggi, innumerevoli nell’Antico
Testamento, dove gli ebrei si rivolgono a YHWH come puro Spirito, il
Creatore del mondo, l’Onnipotente, l’Onniscente, l’Onnipresente, tutte
caratteristiche peculiari di Dio, ossia della Causa Prima, e non di un
essere alieno (al quale spesso il Biglino allude, insertandosi in un
filone, quello degli antichi astronauti, molto di moda in questo
periodo, anche per i fantasiosi episodi che appaiono su History
Channel).
Per quanto riguarda il peccato originale, Mauro Biglino afferma spesso
che nella Bibbia questo concetto non sarebbe presente. Innanzitutto si
può far notare che vi sono correnti nell'ebraismo che invece credono nel
concetto del peccato originale e altre che non vi credono, come fa
risaltare per esempio l’autore Shaul Magid (2008), nel suo libro “From
Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of
Scripture in Lurianic Kabbala”. (Indiana University Press. p. 238.
Retrieved 9 February 2014). (6)
Infatti al punto 8 del link riportato alla nota (6) è scritto (traduzione mia dall’inglese):
“Ci sono varie fonti antiche rabbiniche che indicano la nozione di un
peccato “ereditato” (si intende ereditato da persona a persona), per
esempio Pirkei de Rebbe Eliezer 13 e 21, Genesi Raba 12, 5; Levitico
Raba 21: 4, Deuteronomio Raba 11, 9. Cohen suggerisce tre categorie
basilari di come gli antichi rabbini si sono occupati dell’argomento:
1-Corruzione della stirpe da un punto di vista ereditario 2- Il peccato
di Adamo punito attarverso la sua progenie 3- Tutti i peccati sono il
risultato delle azioni di Adamo. Cohen suggerisce che molti rabbini
ortodossi abbiano optato per il punto 3, mentre Paolo di Tarso optò per
il punto 1”.
Infatti il punto fondamentale è che furono gli Apostoli e gli
Evangelisti, che erano ebrei, e che conoscevano molto bene il Tanakh,
che diffusero il concetto che Gesù Cristo venne per togliere il peccato.
Quindi l’importante è vedere quello che loro credevano, e quello per
cui erano disposti a morire.
Anche a pag. 135 Biglino continua a ribadire che nell’Antico Testamento
non ci sarebbe traccia di nessun Dio Padre. Ovviamente ignora passaggi
biblici come questi:
IO SONO è
Esodo (3, 14):
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”»
IO SONO è il Primo e l'Ultimo
Libro di Isaia (44, 6):
Così dice il Signore, il re d’Israele,
il suo redentore, il Signore degli eserciti:
«Io sono il primo e io l’ultimo;
fuori di me non vi sono dei.
IO SONO salva
Libro di Isaia (43, 3):
poichè io sono il Signore, tuo Dio,
il Santo d’Israele, il tuo salvatore.
Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto,
l’Etiopia e Seba al tuo posto.
IO SONO giudica
Salmi (96, 13):
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
IO SONO è redentore
Libro di Isaia (48, 17):
Dice il Signore, tuo redentore,
il Santo d’Israele:
«Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
A pag. 135 Biglino scrive:
“Da questo si comprende che il problema del Nuovo Testamento non risiede
tanto nelle traduzioni forzate (anche se sono ben presenti), o nelle
interpretazioni di un testo scritto in greco, bensì in ciò che hanno
deliberatamente inventato quando l’hanno scritto.”
Qui Biglino scopre le sue carte e scrive che il Nuovo Testamento sarebbe
un libro inventato. La tesi dell’invenzione a tavolino dei Vangeli e
della Divinità di Gesù è stata già proposta in passato, ma è stata
scartata per vari motivi.
Ammettiamo per un attimo che Biglino avesse ragione: è stata tutta
un’invenzione e la figura di Gesù è stata divinizzata. Qui prodest? Chi
ci guadagnava da tutto cio? Nessuno, anzi.
Innanzitutto analizziamo un primo punto per confutare la tesi di
Biglino. Sappiamo che gli autori del Nuovo Testamento furono otto e di
questi otto almeno sette erano ebrei (vi sono comunque teorie che anche
Luca fosse ebreo, ma comunque è maggioritariamente accettato che Luca
fosse un ellenico giudaizzato). Per quale motivo otto ebrei, fedeli
quindi alla Legge mosaica, avrebbero dovuto inventare qualcosa di falso,
dichiarando il falso e improntando tutta la loro vita con lo scopo di
sostenere il falso?
In quel tempo andare in giro a dire che Gesù Cristo era il Figlio di Dio
ed era risorto dalla morte era molto pericoloso. Non solo era
considerato blasfemia dagli ebrei (che infatti lapidarono molti
cristiani, a cominciare da Stefano), ma era pericoloso anche sostenerlo
davanti ai romani, per i quali l’imperatore era considerato dio. Quindi,
il supposto gruppo di falsari dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo
Testamento cosa ci guadagnava? Di solito si trama un complotto, e si
diffondono idee false per poter lucrarci sopra, o per acquisire alcun
potere, ma i primi cristiani non ambivano a nessun potere terreno, anzi,
rifuggevano il potere, che consideravano uguale alle tenebre, e e
cercavano la Verità, che consideravano essere esattamente una persona:
Gesù Cristo. Quello che ho appena scritto deriva dallo studio dell’età
patristica prenicena, che a sua volta si basa su documenti storici e
ritrovamenti archeologici (tombe cristiane) (7).
Inoltre c’è un altro punto, ancora più importante del primo, che smonta
le tesi di Biglino: anche ammesso che un limitato gruppo di persone si
fosse unito e abbia scritto i Vangeli a tavolino, come sarebbe stato
possibile divulgare la nuova credenza, basata su eventi soprannaturali,
alle masse?
Con un semplice libro non si può convincere qualcuno della Divinità di
Cristo e della sua Risurrezione dai morti. Per convincere un non
credente a credere, bisognava predicare nelle strade, e bisognava
predicare con le lacrime agli occhi, ossia credendoci veramente. Infatti
il Cristianesimo non è una credenza in un dio impersonale come per
esempio le religioni misteriche, dove si descriveva un’anima universale
lontana e fredda. Il Cristianesimo è basato su fatti realmente accaduti e
se il predicatore non crede veramente in quello che sta predicando,
nessuno gli crederebbe. Ve lo immaginate il gruppo di complottisti
falsari, quelli che Biglino dice che scrissero a tavolino i Vangeli,
andare a predicare in qualcosa che non credevano loro stessi per primi? E
in piu andare a predicare sapendo di poter essere uccisi? La logica
stessa sconfessa le tesi del Biglino.
Sempre a pag. 135 il Biglino scrive:
“Per il Nuovo Testamento in particolare gli autori cosidetti “canonici”
(anche supponendo che siano veramente quelli che conosciamo, cosa che
non è più accetata da nessuno studioso), non hanno mai conosciuto il
personaggio di cui parlano”.
In questa frase Biglino ha fatto alcune considerazioni, che possono
essere facilmente smentite. Biglino scrive che “nessuno studioso accetta
che gli autori cosidetti “canonici” siano veramente quelli che
conosciamo”. Bisognerebbe che Biglino portasse le prove documentali che
gli autori dei Vangeli non corrispondono effettivamente a Matteo, Marco,
Luca e Giovanni. In realtà, il dibattito sulla paternità dei Vangeli
dura da circa 1700 anni, fin dai tempi di Eusebio di Cesarea (IV
secolo). Sebbene vi siano stati vari studiosi che abbiano proposto che
gli autori dei Vangeli non siano stati i quattro tradizionali autori,
nessuno ha mai portato una prova definitiva che dimostra questa tesi. Al
contrario, vi sono varie prove indirette che dimostrano che gli autori
dei quattro Vangeli sono stati proprio i quattro evangelisti citati
dalla tradizione, ossia Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Per esempio per
Giovanni Apostolo, abbiamo la citazione di Ireneo, che testimonia che
lui è l’autore del quarto Vangelo (8). A conferma di questa tesi abbiamo
poi il frammento muratoriano, dove si descrive Giovanni come l’autore
del quarto Vangelo, coaudiuvato dall’Apostolo Andrea (9). Anche per gli
altri Vangeli e per gli altri scritti del Nuovo Testamento vi sono fonti
documentali che provano l’attribuzione dell’opera proprio agli otto
tradizionali autori (Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Paolo di Tarso,
Giacomo, Pietro, Giuda)(10). Pertanto vediamo que questa considerazione
di Biglino non è basata su fatti storici, ma è solo una sua
elucubrazione. Anche la seconda considerazione di Biglino:
“gli autori cosidetti “canonici” non hanno mai conosciuto il personaggio di cui parlano”,
non ha basi storiche ma è piuttosto una sua considerazione personale.
Nell’ultima parte della pagina 135 Biglino torna a descrivere l’ipotesi
del “complotto degli Evangelisti”, e questa volta aggiunge qualcosa in
più alla sua strategia: scrive che il personaggio di Gesù sarebbe stato
adattato a divinità molto diffuse nel tempo: Dionisio, Attis, Horus,
Mitra.
Queste tesi della possibile attinenza di Gesù ad altri personaggi
mitologici del passato è stata ampiamente smentita da molti studiosi.
Qui mi limito a sottolineare che per nessuna di queste figure
mitologiche vi sono fonti storiche che provino la loro esistenza reale,
ed inoltre anche la storia dei singoli personaggi mitologici è
completamente diversa da quella, reale, di Gesù Cristo. Per chi volesse
approfondire questo argomento ho scritto un articolo sul tema della non
attinenza tra Gesù e Horus (11).
A pag. 136 Biglino continua a sviluppare la sua tesi sostendo che fu
Paolo di Tarso ad inventare la cristologìa, ossia il kerygma.
Questa è una tesi falsa, che è stata smontata ampiamente nel corso della
storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza, con lo scopo di
portare avanti le sue tesi.
Innanzitutto è vero che Paolo di Tarso iniziò a scrivere le sue Lettere
prima della stesura dei quattro Vangeli. Però vi sono alcune eccezioni.
Per lo studioso J. Carmignac il Vangelo di Matteo sarebbe stato scritto
nel 45 d.C. inizialmente in aramaico (12). Inoltre secondo lo studioso
O’Callaghan, uno dei frammenti dei Rotoli del Mar Morto, sarebbe parte
del Vangelo di Marco, e risalirebbe addirittura al 50 d.C. (13), (quindi
entrambi sarebbero stati scritti prima delle Lettere paoline). In
secondo luogo è improprio dire che Paolo di Tarso avrebbe influenzato
gli altri Apostoli e gli Evangelisti. Per vari motivi: innanzitutto se
prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che
Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio
centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e
scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del
Signore. In secondo luogo le Lettere di Paolo furono dirette alle
comunità cristiane dei tessalonicesi, dei corinzi, dei galati, dei
filippesi, dei romani, degli efesini e dei colossesi. Pertanto queste
lettere inizialmente non giunsero al cospetto degli altri Evangelisti,
che quindi non avrebbero certo potuto copiarne i contenuti. In terzo
luogo bisogna considerare che Paolo di Tarso non viaggiò in Egitto, ne a
Bisanzio (Costantinopoli), ne in Armenia, ne in Etiopia, ne in Persia e
tantomeno in India. Però in quei posti si diffuse il kerygma fin dal I
secolo, ossia il messaggio centrale del Cristianesimo basato sul
pentimento dei propri peccati, sull’espiazione dei peccati da parte di
Gesù Cristo sulla croce e sulla Risurrezione di Gesù Cristo. Chi diffuse
il kerygma in quei territorio dove Paolo di Tarso non viaggiò? Gli
Apostoli, naturalmente. Se Paolo di Tarso avesse inventato qualcosa, e
se il suo predicare non fosse stato perfettamente coincidente con
l’insegnamento di Gesù Cristo, ne sarebbe risultato che nei luoghi che
ho citato si sarebbe diffuso un qualcosa di diverso, mentre solo nelle
aree visitate da Paolo si sarebbe diffuso il kerygma, ma come sappiamo
non fu così, per esempio in Egitto si diffuse il kerygma e il
Cristianesimo apostolico, esattamente uguale al Cristianesimo diffuso da
Paolo, e il primo che lo diffuse fu l’Evangelista Marco. E via di
seguito per gli altri luoghi da me citati: Andrea per Bisanzio, Giuda
Taddeo e Bartolomeo per l’Armenia, Tommaso per l’India ecc.
La frase di Biglino a pag. 136 quindi dove sostiene che
“le affermazioni di Paolo erano assolutamente false, prive di fondamento e inaccettabili”,
è senza senso, priva di logica e anche priva di rispetto per un uomo,
Paolo di Tarso, che andò al martirio pur di non rinnegare quello che
aveva scritto e detto su Gesù Cristo. Naturalmente le fonti storiche sul
martirio di Paolo di Tarso sono numerose (14).
Nel paragrafo successivo, sempre a pag. 136, Biglino fa accenno al fatto
che Gesù sia stato un ribelle antiromano, e poi nella sua nota 37, fa
riferimento al libro di David Donnini “Gesù Messia di Israele”. La tesi
di Gesù ribelle e rivoluzionario anti-romano è vecchia e datata, e ad
oggi non ha alcun peso tra gli storici seri del Nuovo Testamento. Se
Gesù fosse stato un semplice rivoluzionario anti-romano non si spiega
perché i suoi seguaci abbiano dovuto divulgare la sua morte salvifica e
la sua Risurrezione, peraltro rischiando fin da subito la vita (infatti
Stefano fu martirizzato negli anni inmediatamente sucessivi alla
Risurrezione). E’ una tesi non basata su fatti storici, smentita dalle
stesse fonti storiche non cristiane (Giuseppe Flavio, Tacito, Svetonio,
Plinio il Giovane), e smentita persino dalle fonti cristiane apocrife,
come i Vangeli gnostici. Ho comunque già confutato nel merito le tesi di
David Donnini e chi fosse interessato può leggere i miei corrispondenti
due articoli (15).
Nella pagina 137 Biglino scrive:
“Volendo concedere che Giosuè/Gesù sia realmente esistito – cosa di cui non abbiamo documentazione storica –
Qui Biglino dimostra di non conoscere la storicità di Gesù Cristo. Gesù è
infatti uno dei personaggi meglio documentati di tutti i tempi e le
fonti storiche dove viene citato sono talmente tante che oggigiorno
nessuno storico serio del Nuovo Testamento mette in dubbio la sua
effettiva storicità. Ho scritto un articolo dove ho indicato tutte le
fonti storiche a supporto della storicità di Gesù (16).
Nella pagina 137 Biglino fa delle considerazioni prive di logica su
Yahweh, come se Yahweh fosse un individuo in carne ed ossa ancora
vivente.
Poi continua sostenendo che Maria è stata visitata da un Gavriel (la
parola è stata riportata come è stata scritta da Biglino), che secondo
Biglino sarebbe un
“termine che in ebraico indica il potere di un El (singolare di Elohim) e
per estensione uno che esercita il potere per conto di un El”.
L’etimologia ebraica del nome Gabriele, che in ebraico si scrive
גַּבְרִיאֵ֕ל è “Dio è la mia forza”. La radice El significa infatti
“Dio” o “deità”, in ebraico. El è semplicemente uno dei nomi di Dio, che
come sappiamo nella Bibbia sono numerosi.
Sul finire della pag. 137 Biglino inizia a sviluppare una tesi
fantasiosa, ma ovviamente lo fa in modo astuto e accativante, in modo da
portare il lettore a credere che quello che lui ha scritto possa avere
un fondo di verità. Vediamo. Biglino cita l’Antico Testamento (Libro di
Daniele 9, 20-22), con lo scopo di dimostrare che Gabriele non era un
angelo, ma qualcosa di diverso.
Biglino non svela subito chi fosse per lui Gabriele, ma sostiene che nel
passo di Daniele (9, 21), ci sia il termine בִּיעָ֔ף che secondo lui
dovrebbe essere tradotto con “fatica di” (in fondo alla pagina 138).
Questa traduzione di Biglino si rivela errata infatti il sito web
biblehub.com traduce con l’inglese “swiftly” che significa
“rapidamente”, (17).
In pratica Biglino vuol mostrare che l’angelo Gabriele, o l’individuo
che si faceva chiamare Gabriele era “affaticato”, e quindi non poteva
essere un angelo, uno spirito. E’ la solita strategia di Biglino, che
tenta di smontare l’Antico Testamento per poi arrivare a tentare di
smontare il Nuovo Testamento, ossia la persona di Gesù Cristo.
Verso la fine della pagina 139 Biglino continua con la sua strategia e
sostiene che Gabriele abbia fatto in realtà un apprezzamento sulla
bellezza di Maria quando la vide.
Vediamo il passaggio corrispondente del Vangelo di Luca (1, 28):
Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Ma poi Biglino sostiene, tentando una audace mistificazione dell’idioma greco che
Χαῖρε κεχαριτωμένη
non significhi appunto “Rallegrati, piena di grazia”, ma significhi: “sii felice, tu che ti sei fatta carina” (pag. 140).
In pratica, come Biglino spiega sulla fine della pagina 140 quello che
per lui non era un angelo, ma probabilmente un extra-terrestre si
sarebbe accopiato con Maria, per la procreazione di un
semi-extraterrestre.
La fantasia di Biglino è talmente fervida che arriva ad immaginare
qualcosa non solo di anti-storico (non provato da alcun documento
storico), ma anche anti-logico. Se infatti un ipotetico essere
extra-terrestre avesse tentato di unirsi a Maria, lei non avrebbe certo
accondisceso a quella unione, che secondo i costumi del tempo sarebbe
stato un peccato grave, punibile con la morte (ogni rapporto sessuale
doveva avvenire dentro del matrimonio).
La tesi di Biglino si rivela pertanto priva di alcun fondamento, prima
di tutto perché parte da premesse errate (l’etimologia errata del
termine בִּיעָ֔ף e la traduzione errata del verso 1, 28 del Vangelo di
Luca), ma soprattutto perché giunge a conclusioni assurde.
Nella pagina 141, Biglino continua sostenendo la sua tesi assurda, ma
questa volta cita il papiro Bodmer (scrive erroneamente Bodomer, ma si
riferisce ai papiri Bodmer).
Ecco il testo citato:
Lei pianse amaramente esclamando così: "Pura io sono, e uomo non
conosco". E Giuseppe le disse: "Donde è dunque questo nel tuo ventre?".
Lei rispose: "Viva il Signore mio Dio. perché non conosco donde è in
me". Giuseppe ebbe molta paura e restò cheto a suo riguardo, riflettendo
su che fare di lei.
Giuseppe pensava: "Se nasconderò la sua trasgressione, sarò trovato in
contrasto con la legge del Signore; se la manifesterò ai figli di
Israele, temo che quanto è in lei sia da un angelo, e io sia trovato
traditore di sangue innocente per una condanna a morte. Che farò dunque
di lei? In segreto la ripudierò da me".
Ovviamente Biglino non spiega esattamente di che testo si tratta. (Nella
sua nota 40 indica genericamente che i papiri Bodmer furono scoperti in
Egitto nel 1952. Inoltre si nota che Biglino ha fatto un copia e
incolla da Wikipedia, leggete infatti la sua nota 40 e confrontatela con
il secondo paragrafo che è scritto alla voce
https://it.wikipedia.org/wiki/Papiri_Bodmer).
Il testo in questione, riportato da Biglino, è tratto dal papiro Bodmer V
(vedi nota 18), che contiene il testo della “Natività di Maria” e
l’Apocalisse di Giacomo. Sono testi apocrifi non inclusi nella Bibbia e
risalenti al IV secolo.
Ovviamente noi dobbiamo capire il perché Biglino ha citato questo passo
della “Natività di Maria”. Biglino vuole mostrare che Giuseppe credeva
realmente che Maria avesse avuto un rapporto sessuale. Ovviamente
Biglino astutamente non riporta il passo successivo del testo apocrifo.
Vediamolo:
Ed ecco un angelo del Signore apparve a lui in sogno dicendo: "Non
temere questa fanciulla! Ciò che è in lei viene dallo Spirito santo. Ti
partorirà un figlio e gli darai nome Gesù: egli, infatti, salverà il suo
popolo dai suoi peccati". E Giuseppe si alzò dal sonno e glorificò il
Dio di Israele che gli aveva concesso la sua grazia. E seguitò a
custodire la fanciulla.
Quindi vediamo che persino uno scritto apocrifo, risalente al IV secolo
riporta che l’Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe per
comunicargli che era stato lo Spirito Santo a provocare la gravidanza di
Maria. Ma Biglino ha omesso questo passo, pensando che i suoi lettori
disattenti lo prendessero come oro colato. Si dimostra pertanto che
perfino uno scritto apocrifo conferma il racconto del Vangelo di Luca.
Ve lo immaginate l’extra-terrestre che si avvicina a Giuseppe e che gli
dice che non deve temere perché lui si è accopiato con Maria? Pure
invezioni della mente di Biglino, senza alcuna base storica, ne logica.
Biglino quindi cita un passaggio del libro “Apocrifi del Nuovo
Testamento” dell’autore Luigi Moraldi, dove si sostiene che “fatti del
genere fossero avvenuti fin dalle prime generazioni umani”. Non si
capisce a quali fatti ci si riferisca, e comunque successivamente si
fanno dei confusi riferimenti al libro dei Giubilei, a qullo di Enoch,
entrambi testi apocrifi dell’Antico Testamento. Luigi Moraldi, in ogni
caso, sebbene portò a termine degli studi sui testi apocrifi, non fu uno
studioso internazionalmente riconosciuto.
Sul finire della pagina 141 Biglino cita il Protovangelo di Giacomo e
scrive tra parentesi: “testo considerato apócrifo”, come se invece la
Natività di Maria citata da lui prima non lo fosse. All’inizio della
pagina 142, Biglino fa un’altro copia e incolla da Wikipedia (basta
andare sulla pagina:
https://it.wikipedia.org/wiki/Protovangelo_di_Giacomo leggere la prima
frase e confrontarla con la frase riportata da Biglino all’inizio di
pag. 142).
Quindi Biglino riporta questo passaggio del Protovangelo di Giacomo (14, 1):
"Giuseppe ebbe molta paura. Si appartò da lei riflettendo che cosa
dovesse farne di lei. Giuseppe pensava: 'Se nasconderò il suo errore, mi
troverò a combattere con la legge del Signore; la denunzierei ai figli
di Israele, ma temo che quello che è in lei provenga da un angelo, e in
questo caso mi troverei a avere consegnato a giudizio di morte un sangue
innocente. Dunque, che farò di lei?
Anche qui, furbescamente, Biglino non riporta il passaggio successivo, il 14, 2):
"Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno
un angelo del Signore e gli disse: 'Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è
generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio
e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi
peccati'"(Mt 20-21). "Giuseppe si levò dal sonno, glorificò il Dio di
Israele che gli aveva concesso questo privilegio, e la custodì."
Anche nel Protovangelo di Giacomo, quindi, si ribadisce che l’Angelo del
Signore apparve in sogno a Giuseppe per comunicargli che era stato lo
Spirito Santo a provocare la gravidanza di Maria, ma anche questa volta,
Biglino omette questo passo.
In seguito a pag. 142, il Biglino riporta un altro commento del Moraldi,
nel quale si mostra Gesù come un figlio illegittimo e Maria come
un’adultera, ovviemente senza alcuna fonte storica.
Sempre con lo scopo di ribadire che Maria ebbe un rapporto sessuale con
“l’individuo chiamato Gabriele”, (o che forse Gabriele abbia potuto
fecondare Maria in modo tecnologico), Biglino cita il codice Arundel 404
che secondo Biglino risalirebbe al “XIV secolo come copia di un Vangelo
del II-III secolo conosciuto come Liber de Infantia Salvatoris o
Natività di Maria e di Gesù”.
Biglino (a pag. 143), riporta questi passaggi :
[A37] Sei mesi dopo il suo concepimento, mentre capitavano tali cose,
Giuseppe ritornò in casa dal suo lavoro; essendo falegname, era stato
occupato in Cafarnao marittima e vi era rimasto otto mesi. Trovata Maria
incinta,
[A38] tremò tutto e, nell'angoscia, si batteva la faccia, si gettava a terra e piangeva amaramente,
[A39] dicendo: "Prendi, Signore, il mio spirito! Preferisco morire
piuttosto che vivere". E esclamò: "Con che faccia guarderò il Signore? O
come lo potrò pregare per questa fanciulla? L'ho ricevuta vergine dal
tempio del Signore, Dio mio, e non l'ho custodita. Chi avrebbe pensato
che mi sarebbe capitata una cosa simile? Chi è che mi ha insidiato, chi
ha osato perpetrare tali cose in casa mia distogliendo dalle vergini la
vergine immacolata Maria? […]
[A40] Quelle vergini che erano con lei gli risposero: "Noi sappiamo che
nessun uomo l'ha mai toccata. Sappiamo che in lei l'integrità e la
verginità sono state custodite con immacolata perseveranza. Infatti
restò sempre in preghiera con Dio. Ogni giorno riceveva il cibo dalle
mani di un angelo. Come può essere che in lei vi sia un qualche peccato?
Se vuoi che ti manifestiamo il nostro pensiero: nessuno la può aver
resa incinta se non un angelo di Dio". Rispose Giuseppe: "Perché volete
che io creda quanto voi mi dite, e cioè che l'abbia ingravidata un
angelo di Dio? E' vero, anche questo può accadere. Ma un angelo di Dio
santifica la persona che ingravida, non le rimane corruzione alcuna,
nessuna contaminazione, ma è l'espressione della parola divina. E se
qualcuno si fosse finto, in modo credibile, un angelo per ingannarla?".
Biglino innanzitutto non riporta integralmente il passaggio A39. Omette infatti questo passaggio:
“O Signore, il tuo nome è da lodare in tutta la terra! Tu sai, Signore, che io sono innocente del suo sangue".
Potete facilmente verificare il testo esatto qui al link riportato nella nota 19.
In ogni caso Biglino dopo aver riportato questi passaggi esulta, infatti scrive:
“devo dire che la parte finale è meravigliosa: si può essere più
umanamente concreti di così? Chi lo avrebbe mai detto!? Giuseppe teme
addirittura che la sua sposa si sia fatta ingannare da uno che si finge
un angelo: ma come sarebbe stato possibile fingersi angeli se questi
ultimi non avessero avuto sembianze umane?”
Innanzitutto bisogna dire che il Liber de Infantia Salvatoris, secondo
lo studioso Antonio Piñero Saenz risale al IX secolo e non al XIV secolo
(20). Ricordiamo comunque che il Liber de Infantia Salvatoris è un
testo apocrifo scritto nel medio-evo da una persona (o da più persone)
che hanno vissuto centinaia di anni dopo la natività di Gesù e quindi
non è affidabile per descrivere correttamente ciò che successe
realmente.
Tuttavia, anche volendo considerare questo testo non si nota nulla di
strano in quello che vi è scritto. Giuseppe era ovviamente scosso per
l’accaduto e immagina che qualcuno possa aver mentito e si possa essere
mostrato come angelo di Dio, senza esserlo.
Anche qui Biglino in modo astuto omette i passi successivi. Vediamo per esempio il paragrafo [A42]:
Mentre così parlava in preghiera davanti al Signore, si alzò, chiamò
Maria e le disse: "Maria, amata dal Signore, perché hai fatto questo e
hai voluto manifestare la debolezza della tua anima davanti ai figli di
Israele? Perché hai fatto questo, tu che sei stata nutrita nel tempio di
Dio e fatta crescere nel santo dei santi, tu benedetta dal santo
sacerdote dell'Altissimo, da tutti i sacerdoti del Signore e da tutte le
tribù di Israele?". Così dicendo, gemette amaramente, rivolse gli occhi
al cielo e disse: "Signore Dio, tu sai donde abbia avuto origine questo
fatto". Maria, allora, piena di lacrime, disse: "Viva il Signore Dio
mio, io ignoro donde provenga ciò che ho nell'utero".
E vediamo il paragrafo [A44]:
Mentre così parlava in preghiera davanti al Signore, si alzò, chiamò
Maria e le disse: "Maria, amata dal Signore, perché hai fatto questo e
hai voluto manifestare la debolezza della tua anima davanti ai figli di
Israele? Perché hai fatto questo, tu che sei stata nutrita nel tempio di
Dio e fatta crescere nel santo dei santi, tu benedetta dal santo
sacerdote dell'Altissimo, da tutti i sacerdoti del Signore e da tutte le
tribù di Israele?". Così dicendo, gemette amaramente, rivolse gli occhi
al cielo e disse: "Signore Dio, tu sai donde abbia avuto origine questo
fatto". Maria, allora, piena di lacrime, disse: "Viva il Signore Dio
mio, io ignoro donde provenga ciò che ho nell'utero".
E mentre pensava di mandarla via, cadde la notte. Stava ordinando
affinchè, levatasi, fuggisse di notte. Ma ecco che proprio in quella
notte, in sogno, gli apparve un angelo del Signore, dicendo: "Giuseppe,
figlio di Davide, non temere a proposito di questa fanciulla! Prendila
in moglie, giacchè ciò che è in lei viene dallo Spirito santo. Dal suo
utero partorirà un figlio al quale darai nome Gesù. Egli sarà grande e
sarà chiamato figlio dell'Altissimo. Egli stesso, infatti, salverà il
suo popolo dai suoi peccati".
Quindi vediamo che nel passaggio A42 Maria ribadisce che non sa da dove
provenga ciò che ha nell’utero. Nel passaggio A44 si ribadisce che
l’Angelo apparve a Giuseppe, tranquilizzandolo. Vediamo pertanto che le
elucubrazioni di Biglino cadono nel nulla. Persino in uno scritto
Apocrifo del IX secolo si ribadisce che Maria non sapeva da dove veniva
il suo bimbo, che stava crescendo nel suo utero, e si ribadisce che
Giuseppe fu anch’egli visitato dall’Angelo del Signore.
Ma c’è di più: quando Biglino scrive:
“ma come sarebbe stato possibile fingersi angeli se questi ultimi non avessero avuto sembianze umane?”
Dimostra di non conoscere affatto la Bibbia. Infatti da vari passaggi
biblici si evince che gli angeli possono rendersi visibili e assumere
sembianze umane (per esempio in Genesi 19, 1, quando gli angeli
apparvero concretamente a Lot).
In pratica Biglino sta sostenendo che l’Angelo che apparve a Maria aveva
sembianze umane ed ebbe un rapporto sessuale con lei. Che avesse
sembianze umane è possibile, ma non è possibile che ebbe relazioni
sessuali con lei, perché lei si sarebbe rifiutata, essendo una donna
corretta, che avrebbe avuto relazioni sessuali solo all’interno del
matrimonio. Inoltre è proprio il testo che Biglino mostra come fosse la
spiegazione della sua fantasiosa teoria che mostra che Maria non ebbe
alcuna relazione con l’Angelo, infatti Maria disse:
"Viva il Signore Dio mio, io ignoro donde provenga ciò che ho nell'utero".
Proseguendo nella lettura della pag. 144 Biglino afferma che la parola
greca μνηστευθείσης significa che Maria “di fatto era già stata data in
sposa”. Ma ciò non corrisponde alla corretta traduzione della parola
μνηστευθείσης che invece significa “essendo promessa sposa”, infatti
notiamo che la traduzione dal greco all’inglese è: “having been
betrothed”, da come si evince dal sito biblehub il cui link è alla nota
21.
Per tentare di confermare la sua assurda tesi, ossia la tesi che
l’Angelo di Dio non fosse un vero angelo, ma un extra-terrestre che ebbe
una relazione con Maria, Biglino continua nella sua trattazione, e cita
un passaggio della Lettera agli Ebrei (13, 2):
Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli.
Perché Biglino cita questo passaggio della Lettera agli Ebrei? Perché,
secondo la sua logica, vuole dimostrare che Maria pensò di aver a che
fare con un angelo (Gabriele), ma che in realtà quell’individuo non era
un angelo. Allora Biglino mostra questo passaggio della Lettera agli
Ebrei, per sostenere che anche altri hanno accolto angeli senza saperlo.
Mostra poi, alla fine delle pag. 145 tre parole in greco facenti parte del verso della Lettera agli Ebrei 13, 2:
ἔλαθόν τινες ξενίσαντες
Biglino traduce con “furono ignari alcuni ospitanti”. La traduzione corretta è:
“senza saperlo hanno accolto degli angeli.”
Ancora sul finire della pagina 145 Biglino riafferma che gli Angeli
erano individui in carne ed ossa, lasciando intendere che non erano
Angeli di Dio, ma esseri extraterrestri. Abbiamo già spiegato che
proprio la Bibbia insegna che gli angeli possono assumere sembianze
umane (come si evince da Genesi, 19,1). Biglino pertanto non ha
dimostrato nulla con queste sue elucubrazioni, ha solo espresso un
opinione personale, non supportata dalla Bibbia, ne dagli scritti
apocrifi, ne da fatti storici e neppure dalla logica.
Nella pag. 146 Biglino incalza e scrive:
“Nulla di spiritualmente sacro, tutto stupendamente molto materiale. Se
così fosse Giosuè/Gesù potrebbe veramente essere il figlio di uno degli
Elohim, cioè di un El potente: il messia sempre promesso per liberare il
popolo dal giogo straniero e farlo ritornare in possesso della famosa
terra promessa e mai veramente assegnata in toto, conquistata a macchia
di leopardo”.
Questa frase di Biglino, oltre che essere assurda, è priva di logica e
si contraddice con quello che ha scritto poco prima. Vediamo il perché. A
pag. 136 Biglino aveva affermato che Gesù sarebbe stato un ribelle
anti-romano, quindi un semplice rivoluzionario armato. Ora però sostiene
che Gesù sia stato il figlio di un potente extraterrestre, quindi si
contraddice con se stesso. Ma la frase di Biglino è anche assurda e
priva di logica. Infatti se Gesù fosse stato veramente il figlio di un
potente extraterrestre che aveva come scopo liberare Israele dal giogo
dei romani, l’avrebbe fatto in un batter d’occhio, essendo più potente
dei romani, vero? Infatti si suppone (è logica semplice) che se degli
extraterrestri hanno raggiunto la terra da lontani pianeti abbiano una
tecnologia talmente avanzata che ci metterebbero pochi secondi per
sconfiggere qualsiasi esercito terrestre. Ma questo Biglino non lo
scrive, e continua nella sua esposizione di fatti assurdi, sia
storicamente che logicamente, con lo scopo di creare la sua storia.
Ma Biglino ha pronta una contromossa, spiega perché il Gesù figlio di un
“Elohim” (in realtá Elohim è semplicemente uno dei nomi di Dio), non
sia stato in grado di sconfiggere le armate romane:
Pag. 147
La realtà è che lui non poteva mantenere le promesse perché glielo
impediva l’ostilità dei suoi colleghi Elohim, che erano dunque capaci di
limitare le mire espansionistiche di un individuo che l’invenzione
abile e fantasiosa della teologìa giudaico-cristiana ci descrive come un
Dio omnipotente e onniscente.
Ecco la “saggia” risposta di Biglino: Gesù non è riuscito a sconfiggere i
romani, perché altri “Elohim” (chissa per quali motivi) glielo hanno
impedito. Insomma Biglino sta facendo intendere che vi siano state delle
dispute tra “Elohim”. La sua fantasia è realmente profonda. Peccato che
la storia (quella seria), sia un’altra cosa.
Ma ancora a pag 147 Biglino afferma che Yahweh esce di scena verso il
secolo VI a.C. quando i Babilonesi occupano la terra di Canaan. Strano
no? Se Yahwew fosse stato realmente un extraterrestre avrebbe avuto un
potere talmente grande che avrebbe potuto sconfiggere i Babilonesi, ma
anche qui Biglino stravolge la realtà, ossia il semplice fatto che
Yahweh (IO SONO), non è altro che uno dei nomi di Dio, presentàndolo
come un semplice essere extraterrestre.
All’inizio della pag. 148 Biglino torna sul tema di Gesù e scrive:
Rispondo subito a una domanda che sicuramente si presenta al lettore: ma
se lui era il messia tanto atteso, perché gli ebrei, - fatta eccezione
per i suoi seguaci diretti – non lo hanno riconosciuto e accettato?
La risposta è chiara e netta: perché ha fallito.
Il messia atteso doveva e poteva solo vincere, invece Giosuè/Gesù ha
fatto la stessa tragica fine di molti altri suoi colleghi, predicatori
messianisti, che si sono presentati in quei due secoli come liberatori e
sono stati tutti miseramente sconfitti.
A questa affermazione di Biglino si risponde molto facilmente:
inizialmente Biglino aveva affermato che Gesù era un rivoluzionario
anti-romano, poi ha affermato che Gesù era il potente figlio di un
“Elohim” (per lui un essere sovrumano extraterrestre), ed ora afferma
che Gesù era un predicatore messianico, che fallì miseramente nella sua
impresa. Pertanto notiamo che Biglino, lontano dall’essere un serio
studioso di storia, mischia continuamente le carte, confondendosi e
contraddicendosi lui stesso, senza avere ben chiaro cosa stia scrivendo.
Se Gesù fosse stato un semplice predicatore messianico, non avrebbe
potuto compiere i miracoli che ha compiuto, e soprattutto non abrebbe
potuto risorgere dai morti con un corpo glorificato. Che cosa ci
avrebbero guadagnato i suoi seguaci a divulgare che era il Figlio di Dio
e che era risorto dai morti? Nulla, anzi avrebbero rischiato la vita e
in effetti la rischiarono e furono uccisi a cominciare da Stefano
protomartire. Naturalmente Biglino disconosce anche le profezie
bibliche, che descrivono che il Messia sarebbe stato il liberatore dal
peccato e non da una semplice dominazione straniera. Per approffondire
le 300 profezie nell’Antico Testamento sulla venuta di Gesù Cristo sulla
terra, vedere il link a nota 1.
Sul finire del pag. 148 Biglino tenta anche un improbabile commento del
verso 18 del primo capitolo del Vangelo di Giovanni. Biglino riporta
parte del verso in questione. Vediamolo tutto:
“Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”.
Quindi Biglino afferma (pag. 148), che siccome Yahweh era molto ben conosciuto
“è lecito chiedersi se Giosuè/Gesù si riferisse realmente a lui o non piuttosto a qualche altro degli Elohim”.
Da queste frasi assurde si evince che Biglino è totalmente digiuno di
teologia basica. Questo verso del Vangelo di Giovanni è talmente
profondo che vari teologi hanno scritto capitoli interi per sviscerare
il senso di cosa ci volle comunicare Giovanni Apostolo ed Evangelista,
tra questi il greco Spiros Zodhiates. Secondo il teologo greco (23), Dio
si è manifestato varie volte all’uomo (per esempio quando si è mostrato
a Mosè), ma nessuno lo ha mai visto nella sua pienezza. Dopo averci
detto che nessuno, mai ha potuto vedere Dio nella sua pienezza, Giovanni
ci dice che vi è un’eccezione: “l'unigenito Figlio, che è nel seno del
Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”.
In alcuni testi antichi vi è scritto μονογενὴς Θεὸς ossia “unigenito Dio”.
In pratica è solo attraverso il Figlio che possiamo arrivare a conoscere
Dio Padre. Infatti Gesù ha detto: Vangelo di Giovanni (14, 9):
Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai
ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai
dici: “Mostraci il Padre”?
Secondo Giovanni, Dio ha voluto rivelarsi completamente e lo ha fatto
con Gesù Cristo, che viene chiamato Verbo, (Logos) e anche unigenito
Figlio. La parola greca "monogenees" può significare (Great Lexicon of
the Greek language): 1-figlio unico, ossia chi non ha fratelli o sorelle
(come in Luca 8, 42); 2-L’unico di questa specie; 3-Della stessa
natura. Secondo Zodhiates "monogenees" deve essere interpretato “della
stessa natura, o della stessa sostanza”. Per Zodhiates pertanto anche
“monogenees" è un indizio che Giovanni volesse intendere che Gesù
Cristo, il Verbo, ha la stessa sostanza del Padre e pertanto, solo lui
può farlo conoscere.
Ovviamente questi approffondimenti teologici non interessano a Biglino e
neppure ai suoi fans, ma forse qualche lettore che leggerà questo
articolo inizierà a capire che cosa voleva realmente indicare Giovanni
quando scrisse i suoi famosi versi.
Nella pagina 149 Biglino inizia a parlare della Genealogia di Gesù, e
sostiene che le due geneaologie, del Vangelo di Matteo e del Vangelo di
Luca sarebbero in disaccordo l’una con l’altra. Anche qui Biglino tenta
di denigrare la veridicità della Bibbia, ma il suo ennesimo tentativo
cade nel nulla.
La confutazione di questa tesi è banale: tutti abbiamo due geneologie,
una da parte di padre e una da parte di madre. Il vero Padre di Gesù è
Dio, e quindi Gesù non poteva avere una genealogia da suo padre
naturale. Tuttavia da un punto di vista legale il bambino Gesù dipendeva
dall’uomo che si pensava essere suo padre, Giuseppe. E’ questa la
ragione che vi sono due genealogie di Gesù nella Bibbia. (Chi fosse
interessato può approfondire nelle note 23 e 24).
Nelle pagine 150 e 151 Biglino ipotizza che Gabriele abbia avuto un
ruolo importante anche nella nascita di Giovanni il Battista.
Velatamente Biglino fa intendere che Gabriele abbia avuto un rapporto
sessuale (o forse abbia fecondato in modo tecnologico), anche con
Elisabetta, la madre di Giovanni il Battista.
Anche queste considerazioni di Biglino sono fantasiose, non basate su documenti storici e contro la logica.
A Pag. 152 Biglino inizia ad occuparsi del battesimo di Gesù. Biglino
inizia con riportare le quattro narrazioni del battesimo di Gesù così
come sono riportate nei quattro Vangeli.
Nella pag. 153 Biglino riporta alcune parole greche corrispondenti al
Vangelo di Luca (3, 22). Non le riporta però in forma corretta, ossia
come sono realmente in sequenza nel testo greco.
Infatti il verso 3, 22 in greco è:
καὶ καταβῆναι τὸ Πνεῦμα τὸ Ἅγιον σωματικῷ εἴδει ὡς περιστερὰν ἐπ’ αὐτόν
καὶ φωνὴν ἐξ οὐρανοῦ γενέσθαι Σὺ εἶ ὁ Υἱός μου ὁ ἀγαπητός ἐν σοὶ
εὐδόκησα
che significa:
e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una
colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in
te ho posto il mio compiacimento».
Ma Biglino mostra solo le parole greche “Πνεῦμα καταβῆναι σωματικῷ εἴδει
ὡς περιστερὰν”, (pronuncia: pneuma katabenai somatiko eidei os
peristeran). Quindi queste parole vengono mostrate da Biglino non nella
sequenza corretta.
Quindi Biglino nega che sia corretto tradurre il termine Πνεῦμα
(pneuma), con “Spirito”. E Biglino sostiene che il termine Πνεῦμα
(pneuma), corrisponde alla sostanza del termine ebraico רוח (ruach). Poi
Biglino aggiunge che il termine ebraico:
“indica spesso un oggetto che vola, si sposta nello spazio seguendo
direzioni precise, si libra sull’acqua, produce rumore e vento di
tempesta, si alza, prende persone e le porta via, è collegato ad oggetti
che si possono staccare da lui per muoversi autònomamente e poi
riagganciarsi per procedere assieme; questi oggetti, per le loro
caratteristiche strutturali e funzionali, sono paragonabili ad animali
tra cui l’acquila…”
In pratica Biglino sta dando un interpretazione fantasiosa di un termine
ebraico, quando invece stava commentando un termine greco. Strano no?
Ma fa parte del suo modus operandi, mentre sta analizando una parola in
greco passa a commentare la corrispondente parola in ebraico e quindi
assume che la prima parola in greco abbia la stessa caratteristica.
In ogni caso anche l’interpretazione che Biglino da alla parola ruach,
come fosse un’astronave o qualcosa di simile è assurda. Per esempio il
biblista Danilo Valla ha scritto, sulla parola ruach:
“Nell'Antico Testamento “ruach” vuol dire a volte "vento" ma molto
spesso significa "spirito". Una prova evidente si trova in Esodo 31, 1-3
e 35, 30-31, nel caso di Betsaleel che fu riempito di “Ruah Elohim” =
“spirito di Dio”, per realizzare le opere artistiche del Tabernacolo e
per inegnare ad altri”.
La frase di Valla ha un senso, infatti se l’interpretazione di Biglino
fosse giusta, ossia che ruach volesse dire “astronave” o qualcosa di
simile, non si spiegherebbe il senso di altri versi della Bibbia dove
appare nuovamente questa parola, come per esempio nei versi citati da
Valla.
Ma in ogni caso ricordiamo che Biglino stava commentando un testo greco,
non ebraico. Πνεῦμα (pneuma), significa inequivocabilmente Spirito.
Pertanto Luca voleva comunicarci che realmente lo Spirito Santo è
disceso su Gesù in forma corporea simile a una colomba.
A pag. 154 Biglino continua la sua trattazione, sostenendo che
probabilmente il Πνεῦμα del Vangelo di Luca, non era lo “Spirito di Dio”
ma un “oggetto volante”. E’ una tesi fantasiosa, ma non supportata ne
dalla semantica, ne dalle fonti storiche/documentali, ne dalla logica.
A pagina 155 Biglino si occupa della Trasfigurazione, l’episodio biblico
narrato nei tre Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca). Poi Biglino
afferma che è un fatto molto strano che la Trasfigurazione non sia
descritta nel Vangelo di Giovanni. Biglino sottolinea che siccome
Giovanni non ha nominato nel suo quarto Vangelo, la Trasfigurazione,
essa stessa dovrebbe essere falsa.
E’ una delle strategie di chi nega la veridicità dei Vangeli. Si prende
un episodio e si sostiene che siccome quell’episodio non è narrato in
tutti e quattro i Vangeli l’episodio stesso sarebbe inventato e la
veridicità dei Vangeli cadrebbe. Invece il fatto che un particolare sia
raccontano in un Vangelo e non in un altro, non è una prova che il fatto
non sia successo, ma semplicemente che l’autore del Vangelo dove il
fatto non è riportato ha preferito focalizzare il suo scritto su altri
fatti. In pratica la non descrizione di un fatto non significa che il
fatto non sia avvenuto, significa solo che non è stato descritto. E’
logica semplice, ma chi pensa di mistificare la Parola di Dio le prova
tutte per tentare di affermare le sue tesi, non basate ne su fatti
storici, ne sulla logica.
Sul finire della pagina 155 Biglino inizia a descrivere l’eventi della
Trasfigurazione di Gesù. Ovviamente Biglino cerca di proporre delle
traduzioni diverse del greco neo-testamentario per avvalorare e
supportare le sue tesi. Inizialmente Biglino riporta il termine in greco
μετεμορφώθη
utilizzato dagli Evangelisti Matteo e Marco. Il termine riportato da Biglino è:
μετεμορφώθη che significa: “fu trasfigurato”, ma Biglino lo traduce
“cambiò forma”. Quindi Biglino afferma che il verbo in questione viene
espresso nella forma “aoristo passivo” e pertanto Biglino si pone la
domanda: “Gesù cambiò volontariamente o subì una trasformazione?”.
In questo caso Biglino sta astutamente facendo credere al lettore che
Gesù non fosse completamente padrone di se stesso, e che forse stava
subendo una trasformazione che altri gli imponevano. E’ una ipotesi
fantasiosa, ma rientra nell’architettura generale di Biglino che vuole
portare il lettore a credere nella sua tesi.
Da un punto di vista prettamente linguistico si può aggiungere che il
cosiddetto aoristo, esprime un’azione generalmente “puntuale” non
continuativa, un fatto cioè che avviene in un punto specifico nel tempo e
nello spazio, che nel modo indicativo, ha anche l’aspetto temporale;
quindi non corrisponde precisamente al nostro passato remoto o a un
tempo passato. Poi, la forma passiva, una forma poco usata in greco, non
corrisponde necessariamente alla nostra forma passiva, con un
complemento d’agente, cioè, ma si confonde con la forma media, se non
con la forma attiva, per cui il “fu trasfigurato” si può tradurre con
“si trasfigurò”, introducendo un senso di forza interna al soggetto, un
suo coinvolgimento anche emotivo e con le proprie forze.
Quindi Biglino accenna alla parola “esodo” (ἔξοδον, uscita), che viene
utilizzata nel vangelo di Luca nel verso 9, 31. Poi Biglino scrive, come
se si parlasse di un giallo poliziesco:
“Di che “uscita” si è parlato? Si sono stabilite le modalità della sua
ripartenza? Si sono definiti tempi e modi del suo ritorno alla casa del
“padre”?
E’ evidente che Biglino non è interessato a comprendere il vero
significato della Trasfigurazione di Gesù, ma vuole portare il lettore
in un’altra dimensione, non quella dell’evento mistico, ma quella
fantasiosa del fatto reale dove i protagonisti sono degli esseri
sovrumani o extraterrestri.
Il vero significato della Trasfigurazione è naturalmente un altro: Gesù
innazitutto porta con sè i tre Apostoli, (Pietro, Giacomo e Giovanni),
che che sono stati testimoni della risurrezione della figlia di Giàiro
(vangelo di Luca 8,51). Quindi Gesù sale sul monte e prega. Ovviamente
Biglino non si sofferma mai sulla preghiera, in quanto per lui non ha
valore. La preghiera di Gesù precede l’evento mistico della
Trasfigurazione, nel quale Gesù con la prossima risurrezione si colloca
nella sfera della Trascendenza e della gloria divina. Infatti il suo
volto è luminoso e glorioso. Mosè ed Elia sono due personaggi importanti
nella Bibbia. Mosè è colui con il quale IO SONO – YHWH ha stabilito il
patto mosaico. Elia ha ricoperto un ruolo importante nella difesa della
vera fede in Dio. Entrambi i personaggi sono stati perseguitati,
similmente a quello che succederà a Gesù. Il significato del termine
“esodo” rievoca la vicenda della liberazione di Israele. Allo stesso
modo di come Israele verrà liberata nell’Esodo biblico, ora Israele e
tutti i popoli verrano liberati dal peccato, con la morte di Gesù Cristo
sulla croce. In effetti il termine “esodo” si riferisce al concetto di
morte, ossia di uscita dalla vita terrena. A tale proposito vediamo il
passo del Libro della Sapienza (non facente parte del Tanakh), (7, 6):
Una sola è l’entrata di tutti nella vita e uguale ne è l’uscita.
Ovviamente il luogo dove dovrà avvenire la morte di Gesù Cristo, il
sacrificio finale e perfetto, è Gerusalemme, il luogo santo dove si
sviluppa il progetto di Dio.
Biglino nella pagina 157 torna a sviluppare la sua tesi e si dedica ad
analizzare i personaggi di Mosè ed Elia. Biglino riporta una frase del
Libro Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio dove si afferma che una
nube scesce su di lui e quindi scomparve. In pratica Biglino vuole
mostrare che Mosè non morì, ma fu asceso al cielo. In realtà questo
fatto potrebbe essere parte di una tradizione extra-biblica. Però nella
Bibbia vi è scritto chiaramente che Mosè morì, vediamo il passaggio
corrispondente, in Deuteronomio (34, 5-8):
Così Mosè, servo dell'Eterno, morì là, nel paese di Moab, secondo la
parola dell'Eterno. E l'Eterno lo seppellì nella valle del paese di
Moab, di fronte a Beth-Peor; e nessuno ha conosciuto fino ad oggi il
luogo della sua tomba. Or Mosè avevacentovent'anni quando morì; la sua
vista non si era indebolita e il suo vigore non era venuto meno. E i
figli d'Israele lo piansero nelle pianure di Moab per trenta giorni; poi
i giorni di lutto e di pianto per Mosè terminarono.
Ma perché Biglino vuole far credere che Mosè non morì ma fu rapito in cielo?
Biglino vuol far passare la falsa tesi che anche Mosè sia stato rapito
in cielo, perché vuole dimostrare che anche Mosè come Elia fu rapito da
“una macchina volante”, sua tesi che spiega nella pagina 158.
Biglino inizia a spiegare una delle sue tesi principali: Elia fu rapito
in cielo da una macchina volante. Si riferisce al passaggio biblico 2 Re
(2, 11):
Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e
cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine
verso il cielo.
Per Biglino questo passaggio è una prova certa che Elia fu rapito da una
astronave guidata dagli “Elohim” (che per lui sarebbero
extraterrestri). Nella pagina 158 riporta parte del verso 2, 11 in
ebraico, con le sue traduzioni corrispondenti in italiano.
Naturalmente questa è l’interpretazione fantasiosa di Biglino. Invece
l’autore biblico potrebbe aver descritto l’episodio realmente avvenuto
raffigurando Elia assunto in cielo da Dio in un carro trainato da
possenti cavalli.
Ma Biglino aggiunge una frase ad effetto:
“Ciò che ci interessa qui è rilevare che il ruach che preleva Elia è una
struttura assolutamente materiale, meccanica, cioè il mezzo volante con
cui Elia lascia quel territorio per andare dagli Elohim.”
Il problema è che nel verso (2 Re 2, 11) non si nomina il termine
ebraico רוח ruach, e neppure nei versi seguenti fino al (2, 14). Potete
verivicare al link citato nella nota 25.
Quindi da dove tira fuori Biglino la parola ruach? Non sappiamo.
Comunque Biglino nella pagina 159 fa una serie di domande fantasiose,
ipotizzando che fu un astronave (Biglino scrive: oggetto volante) a
rapire Elia.
A pag. 160 Biglino ritorna a focalizzarsi sul Nuovo Testamento e
conclude che Mosè ed Elia sono entrambi stati rapiti in cielo (ma come
ho fatto notare nella Bibbia non si afferma che Mosè fu rapito in cielo,
ma solo che non si conosce il luogo della sua sepoltura).
Sempre a pagina 160 Biglino riporta il passaggio del Vangelo di Matteo (17, 10)
Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
Ma poi Biglino sorvola sulla giusta interpretazione. Infatti la risposta di Gesù è questa: Vangelo di Matteo (17, 11-13):
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi
dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di
lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà
soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava
loro di Giovanni il Battista.
Quindi è lo stesso Matteo che ci rivela che Gesù stava parlando di Giovanni il Battista.
Nell’ultima parte della pagina 160 Biglino riporta un passaggio delle
Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, con lo scopo di rafforzare la
sua tesi su Elia. E’ strano come Biglino citi spesso Antichità Giudaiche
di Giuseppe Flavio dando per certo che sia un testo affidabile, e poi
non citi mai il passaggio dello stesso libro detto Testimonium
Flavianum, dove si descrive la vita e la Risurrezione di Gesù (Antichità
giudaiche, XVIII 63-64), oppure dove si descrive il martirio di
Giovanni il Battista (Antichità giudaiche, XVIII 116-119), oppure dove
si descrive il martirio di Giacomo il minore (Antichità giudaiche, XX
200).
A pag. 161 Biglino ritorna a prospettare la tesi che Gesù fosse un
attivista anti-romano. Dimostra quindi di contraddirsi continuamente: a
pag 136 ha scritto che Gesù era un ribelle anti-romano; a pag 146
Biglino ha scritto che Gesù era un potente figlio di un “Elohim”, che
per Biglino sarebbe un essere sovrumano, extraterreste; a pag. 161
Biglino torna a sostenere la tesi del Gesù rivoluzionario anti-romano.
Da ciò si dimostra che il Biglino non tiene un filo logico e non ha neppure chiaro quale sia la teoria che vuole esporre.
Quindi passa ad analizzare due frasi dette da Gesù Cristo quando era in croce, queste:
Vangelo di Matteo (27, 46):
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?»,
che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Vangelo di Marco (15, 34):
Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Biglino nomina il prof. Giovanni Garbini di Roma e sostiene che lo
stesso professore avrebbe fatto rilevare che la frase di Gesù sarebbe la
citazione del “Salmo 22 in cui un sacerdote pronuncia un suo grido di
dolore lamentando di essere tato ingiustamente condannato.”
In più Biglino aggiunge:
“Orbene la curiosità risiede nel fatto che la frase fatta pronunciare a
Giosuè/Gesù è in ebraico con l’inatteso e inspiegabile inserimento di un
termine aramaico, il verbo sabachtani, la cui radice non è presente
nella lingua ebraica, infatti in ebraico il versetto contiene la
formulazione azabtani. Abbiamo quindi una vera stranezza: un’intera
frase ebraica (come testimoniato dai termini eloi o eli), vede
inspiegabilmente inserito un verbo aramaico. In quest’ultima lingua
infatti la frase avrebbe avuto la seguente formulazione: “il il lemana
sebaqtani”, oppure “elahi elahi metul mah sebaqtani”. L’attenta analisi
lingüìstica porta il prof. Garbini a ricostruire l’intero processo che
ha portato al testo che noi conosciamo. In sintesi egli afferma che la
formulazione originaria ebraica riportasse la radice zbch, che significa
“sacrificare” e quindi il vero versetto originario del Salmo 22 avrebbe
recitato così: “El mio, El mio perché mi hai sacrificato?”.
Sembra pertanto che Biglino ancora una volta con notevole astuzia stia
tentando di supportare nuovamente la fantasiosa teoria che Gesù fosse il
figlio di un “Elohim” o extraterrestre che però fu avversato da altri
“Elohim” e quindi fallì il suo progetto di ribellione, finendo sulla
croce. Ovviamente per far accettare (al suo pubblico) questa sua teoria
deve supportarla con una falsa interpretazione delle scritture. In
pratica come già ha tentato di proporre errate traduzioni della lingua
ebraica nel Antico Testamento, ora tenta di proporre le sue errate
traduzioni della lingua greca nel Nuovo Testamento. Gli interessa
particolarmente l’aramaico parlato da Gesù perché su quello può
costruire il suo castello di errori e inessattezze che sarà poi la base
(non solida, ma scricchiolante), sulla quale costruirà le sue false
teorie.
Innazitutto vediamo cosa dice il Salmo 22. Nel Salmo 22, 1 vi è la parola
עֲזַבְתָּ֑נִי (notate la seconda parte di questa parola עֲזַבְ) che
viene pronunciata ‘ă·zaḇ·tā·nî; (vedere nota 26). Ma viene tradotta in
inglese: have you foresaken? (ossia il verbo è “abbandonare” e non
“sacrificare” come Biglino erroneamente afferma).
Secondo studiosi del calibro di Frederick Greenspahn (27), entrambe le
versioni della frase in questione sia nel Vangelo di Matteo che nel
Vangelo di Marco sembrano essere in aramaico, in quanto la radice שבק
(sbq) “abbandonare” era originariamente in aramaico. In seguito questo
termine venne utilizzato nella lingua ebraica. La parola ebraica
sinonimo di שבק (sbq) è עזב ('zb) ed è infatti scritta nel Salmo 22, 1
(nota 26).
Quindi la traduzione di Biglino secondo la quale Gesù avrebbe detto:
““El mio, El mio perché mi hai sacrificato?”, è completamente errata, in
quanto Gesù ha detto:
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Ovviamente, sul finire della pagina 162, Biglino da per certo che la sua
traduzione (e quindi la sua teoria), sia vera e sostiene che i
redattori dei Vangeli avrebbero falsificato la frase iniziale di Gesù,
modificandola.
Biglino continua a sostenere che nel Salmo originale vi sarebbe un grido
di rabbia e dolore, e pertanto anche Gesù avrebbe gridato una frase
simile esprimendo rabbia e dolore (verso gli extraterrestri “Elohim”
avversari). Inoltre continua a sostenere che i redattori dei Vangeli
avrebbero modificato la frase per costruire la figura cristica
(aggettivo quest’ultimo che rimanda alla religione new age), basata
sull’accettazione del suo ruolo di agnello sacrificale.
Anche queste affermazioni di Biglino sono completamente prive di logica,
perché se i redattori del Vangeli fossero stati realmente in mala fede
avrebbero sostituito completamente la frase in questione, magari con una
di più semplice presa sulle masse.
Inoltre Gesù Cristo aveva espresso in moltissime altre occasioni (decine
di passaggi nel Nuovo Testamento e non solo nelle Lettere di Paolo di
Tarso), quale fosse lo scopo principale della sua venuta sulla terra:
“togliere il peccato del mondo” (Vangelo di Giovanni 1, 29), quindi
aveva dichiartato in numerose altre occasioni di essere realmente
l’Agnello di Dio, e che il suo sarebbe stato il “sacrificio finale e
perfetto”. Chi fosse interessato all’analisi di molti dei passaggi
biblici dove Gesù spiega quale sarebbe stato lo scopo principale della
sua missione sulla terra può cliccare nel link che aggiungo alla nota
28.
Nella pagina 163 Biglino riporta quella che sembra essere una citazione
del Garbini, ossia che il sacrificio non sarebbe stato previsto per il
messia davidico.
Con questa frase Biglino installa il dubbio nel lettore che nella fede
ebraica vi sia stata l’attesa di due messia, uno regale (davidico) e uno
sacerdotale. Questa teoria è stata esposta già da David Donnini, ma non
rispecchia la credenza biblica, bensì la credenza di un gruppo di
religiosi della comunità di Qumran, espressa nel testo non biblico
“Regola della comunità”, facente parte dei Manoscritti di Qumran.
A tale proposito bisogna ricordare che La “Regola della Comunità” è
contenuta non solo nel rotolo 1QS, da cui proviene l’estratto citato da
Donnini, ma anche nel rotolo 4QSe, che è più antico: in quest’ultimo
rotolo non compaiono i versi di cui sopra (manca la parte da VIII, 15
fino a IX, 12) e di conseguenza non ci sono i riferimenti ai due Messia.
E’ possibile pertanto che in origine la “Regola della Comunità” non
contenesse affatto questo riferimento, aggiunto in seguito al
manoscritto, più recente, ritrovato nella grotta 1. Pertanto è
verosimile che la teoria dei due Messia sia stata una aggiunta, ed
elaborata soltanto nell’ultima fase degli scritti di Qumran. Pertanto,
l’idea che gli ebrei attendessero due messia, innanzitutto non è
biblica, ma, in secondo luogo, non è neppure provata. Per chi volesse
approfondire questa mia confutazione a David Donnini può cliccare al
link alla nota 29.
Sempre nella pagina 163, Biglino continua con la sua opera, tentando di denigrare la storia di Gesù Cristo e scrive:
“Ma, ribelle, partigiano antiromano o docile esecutore che fosse, siamo
davvero certi che sia morto in croce e che sia rimasto tre giorni nel
sepolcro?”
Come vediamo Biglino, con una strategia astuta, continua ad installare
dubbi nel lettore, insertando qua e la traduzioni errate, assurde teorie
e improbabili falsificazioni storiche. Adesso inizia a proporre l’idea
che Gesù non sia morto in croce (che peraltro è la visione islamica di
Gesù, dimostrata essere falsa dai documento storici in nostro possesso).
Ma sul finire della pagina 163 Biglino si sofferma sull’episodio di
quando diedero dell’aceto a gesù quando era sulla croce. Vediamo prima i
passaggi corrispondenti del Vangelo di Matteo e del Vangelo di
Giovanni.
Vangelo di Matteo (27, 48-50):
E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di
aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano:
«Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a
gran voce ed emise lo spirito.
Vangelo di Giovanni (19, 29-30):
Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta
di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver
preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò
lo spirito.
Poi Biglino fa notare che il termine usato nei Vangeli tradotto con “aceto” è ὄξους.
Nell’ultima frase della pag. 163 Biglino fa notare che dopo aver bevuto
un po di aceto Gesù avrebbe dovuto reagire e invece nei tre Vangeli si
afferma che “rese lo spirito”.
Nella pag. 164 Biglino inizia a sviluppare la teoria che in quell’aceto
fosse una sostanza capace di far cadere Gesù in uno stato di “morte
apparente”. Ovviamente, sempre tentando di seguire le elucubrazioni di
Biglino, questo stratagemma avrebbe evitato che a Gesù gli si
spezzassero le gambe, atto che avrebbe causato la morte inmediata per
soffocamento, dovuto alla posizione costretta sulla croce (venendo a
mancare l’appoggio dei piedi).
E’ una teoria che è stata proposta varie volte ma che si è rivelata completamente priva di logica.
Innazitutto quale sarebbe la sostanza capace di provocare la “morte
apparente”? Ed inoltre anche ammesso che tale sostanza esista ora (nel
XXI secolo), non vi è alcuna prova che tale sostanza fosse conosciuta e
usata nel I secolo. Ricordiamo che la “morte apparente” non è un
semplice svenimento, ma una situazione, rarissima, dove vi è
un’apparente cessazione dell’attività cardiaca e della respirazione.
In secondo luogo i soldati romani non avrebbero mai permesso che
qualcuno si avvicinasse e desse a Gesù una sostanza sospetta, proprio
per il fatto che avevano degli ordini chiarissimi che dovevano essere
portati a termine: crocifiggere Gesù e verificare che fosse
effettivamente morto in croce prima di deporre il suo corpo esanime.
Proprio per questo uno dei soldati prima di deporre il corpo trafisse il
costato di Gesù con una lancia, Vangelo di Giovanni (19, 34):
ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Gesù era già morto, e per questo non vi fu alcuna reazione all’azione del soldato che lo trafisse.
Pertanto vediamo che la teoria che qualcuno si avvicinò e diede da bere a
Gesù una sostanza non verificata, è praticamente impossibile.
Ma analizziamo, per assurdo, la possibilità che qualcuno abbia dato
quella sostanza a Gesù quando Gesù era sulla croce, per tentare di
salvargli la vita.
In quel caso quel qualcuno avrebbe dovuto far parte di un complotto per
tentare di mostrare che Gesù era morto, e quindi avrebbe dovuto mentire
alle autorità, rischiando di essere messo a morte per aver salvato un
condannato a morte. Inoltre il tentativo di salvare Gesù con una
sostanza “segreta”, è improbabile, in quanto il corpo di Gesù sarebbe
poi stato tumulato e controllato da guardie e quindi anche dopo un
impobabile risveglio, il “Gesù macilento” non avrebbe potuto uscire
dalla sua tomba senza l’aiuto di altre persone, che si sarebbero esposte
ulteriormente al rischio di morte, infatti in quel tempo la
profanazione delle tombe era punita con la morte.
Ma anche ammettendo che ciò fosse successo, se Gesù fosse realmente
“morto in apparenza”, e si fosse risvegliato il terzo giorno, non
avrebbe potuto rimuovere la pietra tombale.
Ma anche ammettendo che la pietra sia stata rimossa da altri, quel Gesù
“non morto in croce”, come avrebbe potuto convincere i suoi seguaci di
essere realmente risorto? Impossibile, in quanto la Resurrezione che
descrivono gli Apostoli, (che poi andarono al martirio pur di non
rinnegare che sia avvenuta), è una Risurrezione gloriosa, di un vero Dio
e vero uomo, senza ferite (a parte i segni dei chiodi e della lancia).
Non era un Gesù “macilento e debole” quello che si presentò ai suoi
seguaci, ma era l’unico e vero Gesù Cristo invincibile, onnipotente, era
colui che aveva sconfitto il peccato e la morte, era il Verbo
incarnato.
In ogni caso non vi è solo la logica che supporta l’avvenuta morte di
Gesù Cristo sulla croce, ma anche numerose prove documentali, che ho
analizzato nei miei due articoli “La morte in croce di Gesù Cristo”
(link alla nota 30), e “Considerazioni sulla Risurrezione di Gesù Cristo
(link alla nota 31).
Nella pag. 164 Biglino continua con le sue elucubrazioni e da per
scontato che qualcuno abbia aperto la tomba e abbia fatto uscire il
“Gesù macilento” dalla tomba.
Infatti nel fondo della pag. 164 scrive:
Dunque prendiamo atto del fatto che per far uscire Giosuè/Gesù si è
dovuta far rotolare la porta e aprire fìsicamente il sepolcro.
“il suo corpo miracolosamente risorto in un lampo di luce, non era in
grado di attraversare la pietra visto che successivamente si narra che
attraversasse i muri?”
Ma la prima frase di Biglino è assurda, in quanto se realmente qualcuno
avesse fatto uscire Gesù dalla croce (un Gesù debole, macilento e
verosimilmente in fin di vita), lo avrebbe poi dovuto presentare agli
Apostoli in quelle condizioni. Gli Apostoli a quel punto avrebbero
verificato la condizione di Gesù, che in quel caso sarebbe stato un
semplice essere umano, e avrebbero preso atto che non era il Messia. A
quel punto nessuno di loro avrebbe nel corso dei mesi e degli anni
sucessivi proclamato la Buona Novella, il Vangelo. Nessuno avrebbe
divulgato che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, rischiando continuamente
la vita sia davanti alle autorità ebree che a quelle romane.
La seconda frase di Biglino è ironica, ma anche sottilmente acuta, in
quanto installa nella mente del lettore non attento che qualcuno abbia
effettivamente tolto la pietra per fare uscire il Gesù macilento dalla
tomba. Ma anche qui Biglino dimostra di non usare la logica: infatti se
qualcuno avesse voluto falsificare gli scritti evangelici avrebbe potuto
scrivere che Gesù attraversò il muro della tomba e che solo dopo che i
soldati rimossero la tomba le donne che erano andate al sepolcro si
resero conto che il corpo non era ivi presente. In questo caso il
racconto evangelico sarebbe stato corrispondente con le succesive
apparizioni di Gesù. Ma gli evangelisti scrissero essattamente quello
che avvenne, e non inventarono nulla, infatti la pietra fu fatta
rotolare per volere divino: vediamo il passaggio corrispondente, Vangelo
di Matteo (28, 2-4):
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti,
sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di
essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve.
Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero
come morte.
La pietra fu fatta rotolare non certo per fare uscire Gesù Cristo, che
era già risuscitato con un corpo glorificato, ma per richiamare
l’attenzione dei presenti sulla tomba vuota e quindi sul secondo evento
fontamentale della storia umana (essendo il primo la morte in croce di
Gesù Cristo).
Nella pag. 165 Biglino continua nella trattazione delle sue idee,
sostenendo che i seguaci di Gesù lo abbiano fatto uscire dalla tomba
nelle ore inmediatamente sucessive alla sua “morte apparente”. Inoltre
Biglino ipotizza che i soldati che erano stati messi a guardia del
sepolcro siano stati corrotti proprio dal facoltoso propietario del
sepolcro: Giuseppe di Arimatea. Anche questa ipotesi fantasiosa va
contro la storia, ma soprattutto contro la logica. Infatti in quel tempo
come ho già evidenziato, la profanazione di una tomba, e soprattutto
l’eventuale favoreggiamento di un condannato a morte, erano puniti con
la morte. Il complotto che è stato ipotizzato da Biglino presuppone che
vi siano coinvolte almeno una decina di persone (Giuseppe di Arimatea,
alcuni degli Apostoli, alcune guardie romane). E’ altamente improbabile
quindi che possa essere avvenuto, ma anche se fosse avvenuto, ricadiamo
nella ipotesi che ho già analizzato: nessuno degli Apostoli avrebbe in
seguito divulgato la Risurrezione di Gesù, ne le sue Apparizioni con un
corpo glorificato, ne la sua Ascensione, ne ovviamente l’espiazione dei
peccati da lui attuata sulla croce, ne il fatto che Gesù Cristo è
l’incarnazione del Verbo. In pratica tutta la storia che segue la morte
di Gesù Cristo avrebbe avuto un’altro corso.
Nell’ultima parte della pag. 165 Biglino torna alla teoria della
“figliolanza speciale” di Gesù, ossia che Gesù sia figlio di un “Elohim”
che per Biglino sarebbe un essere sovrumano extraterrestre.
A pag. 166 Biglino si dedica a decsrivere la sua teoria sull’evento
dell’Assunzione. Fa una premessa sostenendo che siccome nell’Antico
Testamento gli “Elohim” ossia gli esseri da lui considerati sovrumani o
extraterresti facevano uso di macchine volanti o strutture simili,
allora anche nel Nuovo Testamento tutto ciò avrebbe dovuto replicarsi.
Nella pagina 176 Biglino mostra alcune parole in greco riferite ai
passaggi neo-testamentari dove si descrive l’Ascensione di Gesù.
Vediamo innanzitutto i corrispondenti passaggi nella traduzione in
italiano e analizziamo le corrispondenti parole greche che si
riferiscono all’atto dell’ascendere in cielo.
Vangelo di Marco (16, 19):
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
ἀνελήμφθη la cui pronuncia è anelēmphthē viene tradotto “fu elevato” (32)
Vangelo di Luca (24, 51):
Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.
ἀνεφέρετο la cui pronuncia è anephereto viene tradotto “veniva portato su”. (33).
Atti degli Apostoli (1, 2):
fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato
disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito
Santo.
ἀνελήμφθη la cui pronuncia è anelēmphthē viene tradotto con “fu assunto” (34).
Atti degli Apostoli (1, 9):
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
ἐπήρθη la cui pronuncia è epērthē viene tradotto con “fu elevato” (35).
Atti degli Apostoli (1, 11):
e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?
Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo
stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
ἀναλημφθεὶς la cui pronuncia è analēmphtheis viene tradotto con “è stato assunto” (36).
Biglino sostiene che questi quattro verbi il cui significato è “fu
elevato” o “fu assunto” deriverebbero dal verbo analambanein citato nel
verso 20, 13 degli Atti degli Apostoli. Vediamo il versetto
corrispondente:
Noi, che eravamo già partiti per nave, facemmo vela per Asso, dove
dovevamo prendere a bordo Paolo; così infatti egli aveva deciso,
intendendo fare il viaggio a piedi.
In questo caso il verbo analambanein (ἀναλαμβάνειν prendere), indica l’atto del prendere su e imbarcare. (37).
Sono due verbi diversi ma Biglino li fa apparire come fossero uguali,
naturalmente con lo scopo di far credere che l’Ascensione di Gesù sia
stata qualcosa di “passivo da lui subito”, ossia, in pratica, Biglino
vuol far credere (pag. 168), che Gesù sia stato rapito o portato al
cielo da un astronave.
Come vedete la strategia di Biglino è sempre la stessa, partire da
traduzioni errate e forzate, e giungere alle sue tesi di sempre, ossia
che i personaggi della Bibbia sono in realtà extraterrestri dai poteri
sovrumani.
Biglino però non si rende conto, che nella sua trattazione si
contraddice varie volte alternando la teoria del Gesù ribelle
anti-romano a quella del Gesù figlio di extraterrestri dai poteri
sovrumani. Stranamente poi questi “Elohim” extraterrestri erano
interessati solo al territorio di Israele, ma nessuno di loro era
interessato ad altre zone del mondo. Strano no?
Nella pagina 168 Biglino fa un sunto della sua fantasiosa teoria: Gesù è
il figlio di un “Elohim extraterrestre”, che ha il “compito di portare
sotto il suo controllo una terra che da secoli aveva perso
l’indipendenza”. Ma l’inviato fallisce nella sua missione. Viene salvato
dalla morte, da suoi seguaci apparteneti alle classi sociali più alte e
poi viene ripreso (assunto in cielo) da chi lo aveva inviato. Facile
no? Peccato questa teoria di Biglino non stia in piedi. Innazitutto la
base traballante di questa teoria sono una serie di traduzioni false. In
secondo luogo la teoria non regge in quanto se fosse vera, il figlio di
“Elohim” Gesù avrebbe avuto un potere quasi nullo. Sarebbe stata una
stirpe di extraterrestri decisamente debole la sua, se non era in grado
neppure di sconfiggere un’esercito di romani armati di arcaiche spade di
ferro. Inoltre, resta sempre l’assurda teoria del complotto sucessivo,
che avrebbe portato a redigere dei libri che narravano il falso. Cosa ci
avrebbero guadagnato gli Evangelisti a dichiarare fatti non avvenuti?
Ed inoltre come avrebbero fatto a divulgare la fede in eventi
soprannaturali ai quali nemmeno loro credevano? Niente da fare, la
teoria di Biglino siccome è impossibile e anti-logica, risulta
completamente falsa.
Nel primo paragrafo della pagina 169 Biglino torna ad accennare alla
trita teoria che Paolo di Tarso inventò la cristologia e la teoria del
peccato, fatto inverosimile, che ho già smentito all’inizio di questa
confutazione.
Sempre a pag 168 Biglino inizia un capitolo denominato “Riflessioni
conclusive” nel quale tenta di mostrare che i Vangeli e gli altri libri
del Nuovo testamento sono stati comunque contraffatti, pertanto sarebbe
molto difficile poter leggere una versione originale degli stessi.
Biglino ancora una volta dice il falso. I 127 papiri del Nuovo
Testamento (38), esposti in vari musei del mondo, sono documenti reali
antichi (il più vecchio risale al 125 d.C.), copie degli originali. Essi
concordano con le migliaia di citazioni dei Padri della Chiesa dei
primi tre secoli della nostra era (Policarpo di Smirne, Clemente di
Roma, Giustino Martire, Papia di Ierapoli, Ignazio di Antiochia, Ireneo
di Lione, Atenagora di Atene, Clemente Alessandrino, Origene, Hermas,
Ippolito, Melitone di Sardi, Tertulliano, Cipriano, Teofilo di
Antiochia, Lattanzio, Metodio, ecc.).
Sono talmente tante le citazioni dei Padri della Chiesa dei primi tre
secoli della nostra era, che potremmo ricostruire il Nuovo Testamento
anche se non disponessimo dei Papiri del Nuovo Testamento o dei codici
onciali risalenti al quarto secolo. E anche se Biglino non lo accetta,
queste citazioni coincidono tutte con gli scritti dei Papiri del Nuovo
Testamento.
E’ vero che vi sono delle varianti come sostiene Biglino a pag. 170, ma
disponiamo degli originali, e quindi siamo in grado di capire in che
cosa consistono le varianti.
Sul finale della pagina 170 Biglino continua una specie di riassunto
come per avvalorare la sua tesi. Indica tutti i termini che sono stati
da lui tradotti erroneamente, ossia Elohim, Yahweh, ruach, kavod, ecc.,
facendo intendere che certi extraterrestri abbiano utilizzato macchine
volanti ecc.
Nella pagina 171 torna al Nuovo Testamento sostennedo che Gesù è un
figlio di un “Elohim” extraterrestre che avendo fallito la sua impresa è
stato riportato al cielo. Teorie trite e non fondate su alcuna prova
certa, ma solo su forzate traduzioni e improbabili elucubrazioni
oltrechè su assurdità logiche.
A pag. 173 inizia il cap. 6 del libro di Biglino “Miracoli o scienza medica?”
In questo capitolo Biglino inizia sostenendo che quelli che erano
considerati miracoli o eventi soprannaturali secoli o millenni oro sono,
come per esempio i fenomeni atmosferici o le eclissi si sole e di luna,
sono oggi fenomeni spiegabili con la scienza e quindi esprime la tesi
che oggi si dovrebbe capire che gli scritti biblici riferiti a fenomeni
soprannaturali non furono altro che fenomeni inspiegabili in quel tempo,
ma che oggi sarebbero facilmente spiegabili. A pag. 175 Biglino
sostiene che solo una ristretta elite di persone, che conosceva le
eclissi e altri fenomeni astronomici poteva sfruttare questa conoscenza a
proprio favore e quindi dominare sulle masse.
Tutto ciò ha un senso, ma non ha alcuna attinenza con i fatti descritti
nel Nuovo Testamento. Le persone che vissero in Galilea e Giudea circa
duemila anni fa avevano esattamente la stessa nostra intelligenza e
sapevano distinguere tra un fatto eccezionale ma naturale e un fatto
soprannaturale. I miracoli eseguiti da Gesù sono stati eventi immediati,
non fortuiti. La sua Risurrezione è stata un evento reale, non
fantasioso. Ed è avvenuta con un corpo glorificato, non con un corpo
normale. Questi eventi soprannaturali hanno convinto gli Apostoli di
essere davanti al Figlio di Dio e non davanti a un essere sovrumano
proveniente forse da altri mondi. Se avessero avuto a che fare con un
extraterrestre lo avrebbero compreso.
A pag. 176 Biglino inizia a commentare un evento narrato nei Vangeli,
quello del giovane indemoniato raccontato nel Vangelo di Marco (9,
14-29), nel Vangelo di Matteo (17, 14-21), e nel Vangelo di Luca (9,
37-42).
Prima di iniziare la trattazione, Biglino aggiunge che i miracoli
compiuti da Gesù non sono che tentativi di cure mediche relativamente
avanzate, che sapeva eseguire quasi sempre correttamente.
A pag. 177 riporta il passaggio del Vangelo di Marco (9, 14-29).
A pag. 178 Biglino sostiene che in realta quel giovane era affetto da
epilessia. Segue poi (pag. 178-181), una descrizione di cosa è
l’epilessia dal punto di vista scientifico.
A pag. 182 e 183 Biglino cita tre passaggi neotestamentari: Vangelo di
Marco (4, 10-12), Vangelo di Luca (8, 10), e Vangelo di Matteo (13,
10-17). Vediamo quest’ultimo:
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro
parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i
misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che
ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto
anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché
guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si
compie per loro la profezia di Isaia che dice:
Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché
ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno
desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare
ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Sono i celebri passaggi dove Gesù spiega ai suoi discepoli che il
concetto spirituale del Regno di Dio e di come potervi accedere, sono
concessi solo alle persone umili di cuore, che accettano senza saccenza
il volere di Dio.
Biglino, invece, interpreta erroneamente questi passaggi e sostiene che
Gesù si riferisse ad un insegnamento esoterico destinato solo a pochi
illuminati ossia coloro i quali che facevano parte della sua ristretta
cerchia. In pratica Biglino sostiene che gli Apostoli erano degli
“illuminati” (pag. 183). Invece come sappiamo il messaggio di Gesù era
rivolto a tutti, ma soprattutto ai peccatori, agli umili, a coloro che
riconoscevano di essere nel peccato.
A pag 184 Biglino torna ad occuparsi del giovane indemoniato descritto nel passaggio del Vangelo di Marco (9, 14-29).
Biglino descrive il fatto che Gesù faccia una domanda al padre sullo
stato fisico del giovane, (Vangelo di Marco 9, 17), ecco la domada di
Gesù
Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia;
Biglino quindi sostiene che Gesù, se fosse realmente il Figlio di Dio,
non avrebbe dovuto aver avuto bisogno di chiedere quelle informazioni al
padre del giovane. Biglino sostiene che Gesù chiese quell’informazione
proprio perché agiva come un medico qualsiasi, un semplice essere umano.
Anche da queste banali elucubrazioni si nota che Biglino non ha la
necessaria umiltà per comprendere il senso di questo semplice passaggio
evangelico.
Innanzitutto il fatto che Gesù abbia fatto una domanda al padre del
giovane indemoniato non significa che non sapesse già la risposta.
Significa solo che fece una domanda, possibilmente per verificare se il
padre del giovane stava dicendo la verità, e come insegnamento quindi
per i presenti. Anche in altre occasioni Gesù ha fatto affermazioni tese
per verificare se il suo interlocutore stesse dicendo la verità. Per
esempio nel Vangelo di Giovanni (4, 16-18):
Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la
donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho
marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo
marito; in questo hai detto il vero».
Gesù sapeva già che la samaritana non aveva marito. Ma ha voluto verificare se lei diceva la verità.
Anche nel caso del giovane indemoniato Gesù sapeva già che il ragazzo
soffriva dall’infanzia di quella malattia. Ma fece la domanda al padre
per verificare che era di fronte ad una persona in buona fede.
In ogni caso il senso di questo racconto è che la fede solo se è unita alla preghiera può fare miracoli.
Gesù vuole comunicare che solo con la fede e con la preghiera è
possibile fare miracoli. Vediamo due passaggi dai quali si evince questa
conclusione:
Vangelo di Marco (9, 23-24):
Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il
padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia
incredulità!».
Vangelo di Marco (9, 28-29):
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché
noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa
specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la
preghiera».
A pagina 185 Biglino, per avvalorare la sua tesi, ossia che Gesù non
essendo il Figlio di Dio ha bisogno di fare delle domande, riporta
alcuni episodi biblici dove apparentemente anche Yahweh avrebbe avuto un
atteggiamento “umano” e non “divino”, vediamo tre di queste frasi dove
Biglino scrive che Yahweh:
1-“si accorge con stupore che la compagnia degli animali per Adamo non è sufficiente”
2-“scopre con sorpresa che l’uomo è malvagio e decide di annientarlo col diluvio”
3-“ha la necessità di mettere alla prova l’affidabilità di Abramo”
In realtà ognuna di queste affermazioni di Biglino è confutabile con la Bibbia stessa, vediamo:
1-
Genesi (2, 20):
Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del
cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto
che gli corrispondesse.
Quindi nessun stupore da parte di Dio, solo la decisione di dare all’uomo una compagna: la donna.
2-
Genesi (6, 5):
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e
che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre.
Quindi nessuna sorpresa ma solo constatazione che l’uomo aveva scelto il male.
3-Genesi cap. 22
Dio mette alla prova Abramo con l’episodio del sacrificio di Isacco. E’
Ovvio che IO SONO – YWHW sapeva già, essendo Dio, quale sarebbe stato il
comportamento di Abramo, alla richiesta di sacrificare suo figlio. Ma
sappiamo che Dio ha creato l’uomo libero di scegliere, quindi di
scegliere tra la fede assoluta in Dio (il bene), o l’incredulità nei
confronti di Dio, (il male). Dio ha voluto pertanto provare la fede di
Abramo, (anche come insegnamento per le future generazioni), che ha
dimostrato di avere una fede talmente grande che era sicuro che dopo
aver sacrificato suo figlio, Dio lo avrebbe risuscitato. Ma ciò non
avvenne perché Dio, vedendo che Abramo aveva una fede assoluta in lui, e
stava per sacrificare suo figlio, fermò la sua mano.
Come vediamo ogni elucubrazione di Biglino viene facilemente smentita e
confutata. Inoltre si nota, da quello che scrive, che Biglino sembra
incapace di cogliere il senso spirituale di alcuni passaggi biblici e
quindi tenta un’interpretazione letterale che spesso, essendo anche il
frutto di traduzioni errate, è falsata, o quantomeno forzata.
A pag. 186 Biglino torna ad analizzare il racconto della guarigione del
giovane indemoniato e dice che Gesù “si comporta da saccente”. Veramente
interesante questo punto, dove Biglino, che di saccenza ne ha da
vendere, perché pretende di raccontarci la Bibbia sulla base di contorte
elucubrazioni inneggianti a improbabili extraterrestri, si permette di
dare del “saccente” a Gesù Cristo, che ha dimostrato di essere la
persona più umile di tutti i tempi (per esempio quando ha lavato i piedi
ai suoi discepoli, Vangelo di Giovanni cap. 13, ma potrei citare altri
episodi).
Poi nelle pag. 186 e 187 Biglino sostiene che “Gesù fa il furbo”. Questi
frasi utilizzate da Biglino non sono tipiche di un serio studioso del
Nuovo Testamento, ma di uno scrittore sensazionalista, che si basa su
congetture, false traduzioni, elucubrazioni varie. Con queste frasi
Biglino non fa altro che definire se stesso e il suo modus operandi: è
uno scrittore sensazionalista senza basi storiche e putroppo senza
neppure basi logiche.
Biglino continua sostenendo che Gesù non fece assolutamente nulla, ma
semplicemente aspettò che la crisi epilettica del giovane finì e quindi
si prese il merito della falsa cura senza aver fatto assolutamente
nulla. Se cosi fosse stato alla sucessiva crisi epilettica il padre del
giovane si sarebbe presentato nuovamente a Gesù, mostrandolo come
un’impostore, e anche se l’episodio fosse stato occultato, gli Apostoli
avrebbero presto abbandonato Gesù senza, ovviamente divulgare nessun
altro atto del loro ex-maestro.
E’ logica semplice, elementare, ma Biglino pensa di propinare le sue false teorie come fossero vere.
A pag. 188 Biglino analiza il verso successivo, Vangelo di Marco (9, 28-29):
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché
noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa
specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la
preghiera».
Biglino sostiene che Gesù in questo caso si sarebbe preso gioco dei suoi
discepoli, dicendo loro che solo con la preghiera si possono scacciare i
demoni. Come vediamo Biglino cerca di screditare Gesù in tutti i modi.
Oltre a ciò si evince che Biglino non ha compreso assolutamente il senso
spirituale di questo passaggio.
Inoltre Biglino nega il valore della preghiera, quindi praticamente sta
indirettamente affermando che la maggioranza dell’umanità (gli
appartenenti alle maggiori religioni del pianeta), è formata da persone
insulse che danno valore alla preghiera. E’ veramente un’affermazione
insultante, ma spero che si scusi pubblicamente di quello che ha
scritto.
Nella pag. 189 quindi Biglino continua ad affermare che Gesù non ha
assolutamente curato il giovane, ma ha solo atteso che la crisi
epilettica finisse. Come ho già scritto se così fosse stato alla
seguente crisi il padre del giovane sarebbe tornato da Gesù indicandolo
come un impostore e gli Apostoli stessi avrebbero poi abbandonato il
loro ex–maestro. Ma tutto questo Biglino evita di scriverlo.
A pag. 190 Biglino riporta i passaggi del Vangelo di Matteo (17, 14-21),
e del Vangelo di Luca (9, 37-43) dove si narra la stessa storia della
guarigione del giovane indemoniato.
Nella pagina 191, Biglino, commenta il passaggio del Vangelo di Matteo (17, 14-21):
Ora questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno».
Biglino sostiene che l’aggiunta della parola “digiuno” sia “una falsità
colossale”. Biglino non comprende che Gesù si stava rivolgendo ai suoi
discepoli e che stava loro insegnando che la preghiera e il digiuno sono
attività essenziali per la persona credente in Dio e spirituale.
Poi Biglino su sofferma sullo stesso racconto descritto nel Vengelo di
Luca, e sostiene che Luca in modo falso, abbia affermato che Gesù
“risanò il fanciullo”.
Sarebbe questa la famosa esegesi di Biglino? Qualche insulto a Gesù,
(“saccente” pag. 186; “falso”, pag. 188), qualche insulto agli
evangelisti (Luca sarebbe un falso, pag. 191), nessuna capacità di
comprendere il significato spirituale del racconto.
A pag. 192 Biglino asserisce che siccome il miracolo appena descritto
sarebbe falso, tutti i miracoli descritti nei Vangeli sarebbero falsi.
Il problema però è che se Gesù fosse stato un falso guaritore, tutte le
persone che invece di essere state guarite rimanevano ammalate lo
avrebbero fatto notare. In pochi giorni Gesù sarebbe stato indicato come
un impostore e nessuno lo avrebbe più seguito.
E’ logica semplice, ma Biglino sembra non considerarla.
A pag. 193 inizia il cap. 7 dal titolo “Un’ispirazione poco chiara?”
Biglino riporta alcuni passaggi del “dei verbum”, un documento che è stato emesso nel Concilio Vaticano II.
A pag. 194 Biglino inizia una polemica nei confronti della Chiesa
Cattolica, continuando a criticare alcune frasi tratte dal Concilio
Vaticano II o dal catechismo della Chiesa Cattolica. Da ciò si evince
che Biglino è risentito con la Chiesa Cattolica, per motivi a noi
ignoti.
Nella pag. 195 Biglino inizia a mostrare una serie di supposte
contraddizioni nella Bibbia, che secondo lui inficierebbero la
veridicità dell’opera.
Inizia riportando un brano della Genesi (18, 20-21):
Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo
grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se
proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo
voglio sapere!».
Quindi Biglino, sempre nella pagina 195 sostiene che se Dio fosse
onniscente, non avrebbe avuto bisogno di scendere sulla terra per
rendersi conto di quello che è successo.
In realtà l’autore biblico (possibilmente Mosè) con un deciso
antropomorfismo, ha voluto rappresentare Dio come un re che si vuol
informare personalmente su quello che sta succedendo nel suo regno. In
pratica l’autore biblico ha voluto descrivere anche qui una qualità di
Dio, ossia l’interesse e la vicinanza con gli uomini. Dio non è freddo e
lontano, ma è un re giusto e buono che però, proprio perché è giusto,
deve punire tutti i peccati. Sappiamo che nell’Antico Testamento Dio
mostrava la sua giustizia con la punizione, perché ancora non aveva
inviato il Figlio. (vedi nota 5).
Nella pag. 196 Biglino continua la sua descrizione di alcuni passaggi
“violenti” dell’Antico Testamento con lo scopo di screditare IO SONO –
YHWH. E’ una delle sue tattiche per cercare di denigrare il significato
profondo della Bibbia. Ho già confutato ampiamente queste tesi nel mio
articolo: “Considerazioni sull’Antico Testamento e sulla missione di
Gesù Cristo, il Figlio di Dio” (vedere link alla nota 39), ma qui posso
solo aggiungere che Nell’Antico Testamento, Dio non aveva ancora inviato
suo Figlio, Gesù Cristo, l’Agnello che avrebbe perdonato tutti i
peccati. Per questo Dio doveva punire severamente tutti i peccati. La
giustizia diretta era una delle sue caratteristiche. Ma per comprendere
il messaggio profondo della Bibbia bisogna accettare il concetto della
rivelazione progressiva. Essa inizia con Abele e Caino. “Chiunque
ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte” (Genesi 4, 15). Poi ci
sarà la legge del taglione: “Vita per vita, occhio per occhio, dente per
dente, mano per mano, piede per piede” (Deuteronomio 19, 21). Non è che
Dio ha cambiato idea, è semplicemente che si è passati da una punizione
durissima (uno per sette), a una punizione dura (uno per uno).
Lentamente si passa ad altre rivelazioni: “Non fare a nessuno ciò che
non piace a te” (Tobia 4, 15). Ed ecco la rivelazione ultima e perfetta:
Vangelo di Matteo (5, 38-39):
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma
io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo
sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra”.
Nella pagina 196 Biglino riporta alcuni passaggi del Levitico, continuando ciecamente nelle sue confuse elucubrazioni.
Sul finire della pagina Biglino riporta alcuni passaggi del cap. 20 del
Levitico, dove si proibisce l’incesto. Poi, nella pagina 197 descrive il
fatto che Abramo si fosse spostao con Sara che era la sua sorellastra
(Genesi 20, 12). Biglino mostra questo fatto come una forte
contraddizione, che inficierebbe la veridicità della Bibbia stessa.
Bsogna rilevare però che la proibizione assoluta di commettere incesto
viene data da Dio nel Levitico e non nella Genesi. Pertanto nella Genesi
sia l’incesto che l’endogamia erano a volte pratiche necessarie proprio
per evitare che la stirpe degli umani si estinguesse. Inoltre il fatto
che in certi passaggi della Genesi vi siano atti di incesto non vuol
dire che chi li commette abbia in quelle occasioni il favore o la
benedizione di Dio. I personaggi della Genesi, a cominciare da Abramo,
sono dei peccatori, ma sono scelti da Dio perché riconoscono i loro
peccati, si pentono e hanno fede assoluta nell’unico e vero Dio.
Sempre nella pag. 197 Biglino accenna ad un passaggio di 1 Samuele cap.
17 nel quale Davide uccide Golia e afferma che esso sarebbe in
contraddizione con 2 Samuele 21 dove si affermerebbe che sarebbe stato
Elchanan a uccidere Golia. Per la risposta rimando al link nella nota 40
(la spiegazione di questa apparente contraddizione è dello studioso
Daniele Salamone).
A pag. 198 Biglino riporta un brano di Esdra (1, 9-11):
Questo è il loro inventario: bacili d’oro: trenta; bacili d’argento:
mille; coltelli: ventinove; coppe d’oro: trenta; coppe d’argento di
second’ordine: quattrocentodieci; altri utensili: mille. Tutti gli
utensili d’oro e d’argento erano cinquemilaquattrocento. Sesbassàr li
riportò tutti, quando gli esuli tornarono da Babilonia a Gerusalemme.
Biglino pensando di essere spiritoso, scrive:
“Yahweh e i suoi collaboratori non dovevano avere un gran bel voto in matematica”
Poi Biglino aggiunge che il verso sarebbe sbagliato perché la somma è 2499.
Ma anche qui Biglino sta errando, non in calcolo matematico, ma in
logica. Infatti nei commenti alla Bibbia di Charles Ryrie (32), vi è
scritto:
“il totale degli utensili era 5400, dei quali 2499 menzionati nei versi
9-11 erano evidentemente quelli più grandi e più importanti”.
Come vedete i passaggi biblici si possono interpretare in vari modi, ma
se una persona non ha la necessaria umiltà, anche un semplice passaggio
come questo può risultare una forte contraddizione.
Nella pagina 198 Biglino riporta alcuni passaggi dei Salmi che secondo lui sono in contraddizione uno con l’altro.
Vediamoli:
Salmo (136, 1):
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 10):
Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 15):
Vi travolse il faraone e il suo esercito,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 16):
Guidò il suo popolo nel deserto,
perché il suo amore è per sempre.
Biglino erroneamente riporta (a pag. 199), “fece camminare”, invece come
potere vedere nella nota (42), il verbo tradotto in inglese è “led” che
significa condurre, guidare.
Salmo (136, 18):
Uccise sovrani potenti,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 24):
Ci ha liberati dai nostri avversari,
perché il suo amore è per sempre.
In questi versi naturalmente non vi è alcuna contraddizione. Dio,
essendo infinitamente giusto doveva punire i peccatori e gli avversari
degli ebrei che volevano imporre il culto degli idoli. Avendo creato
l’uomo Dio aveva (ed ha), il diritto assoluto di vita e di morte su ogni
uomo. Quindi essendo Dio onniscente sapeva già che alcuni primogeniti
di famiglie idolatre avrebbero abbracciato il peccato e ubbidito alle
menzogne di Satana, per questo, in un contesto vetero-testamentario, li
punì con la morte. Come già spiegato varie volte nell’Antico Testamento,
proprio perché il Figlio non era arrivato e non aveva potuto salvare il
mondo, il patto tra Dio e l’uomo era ancora “antico”. Proprio per
questo ogni trasgressione contro Dio o ogni peccato doveva per forza
essere punita severamente o con la morte, proprio perché il Figlio non
era ancora arrivato. La vendetta era pertanto un mezzo per far regnare
la giustizia tra i popoli. Dio (IO SONO - YHWH) era un Padre severo che
puniva i peccati se necessario con la morte. Puniva chi non gli obbediva
e trasgrediva la legge, puniva chi non aveva fede in lui.
A pag. 200 Biglino inizia una critica generale ai sacrifici che erano prescritti nell’Antico Testamento.
Biglino sostiene che YHWH essendo un crudele capo militare (forse
extraterrestre), provasse piacere nel veder sacrificati degli agnelli
per lui e nel respirare il fumo che derivava dalla bruciatura del grasso
degli animali (riporta infatti i passaggi del Libro dei Numeri cap. 28 e
29). E’ una tesi assolutamente errata, che non considera il contesto
rituale e sacrificale biblico, ma anche della Grecia antica, per
esempio. Il sacrificio rituale (o olocausto), era una cerimonia nella
quale l’animale veniva offerto a Dio, nel senso che si rinunciava a
nutrirsi di quell’animale e si rendeva tributo a Dio offrendogli il
migliore degli agnelli. L’animale veniva sgozzato e quindi cremato
completamente. Si credeva inoltre che il Signore nel sentire il profumo
delle carni bruciate si compiacesse dell’atto eseguito dai fedeli, in
quanto si compiaceva del fatto che i credenti in lui rinunciassero a un
loro bene prezioso per offrirlo a lui. Il sacrificio rituale o olocausto
è un rito compiuto da moltissime comunità di credenti anche di altre
fedi per esempio era compiuto nelle civiltà meso-americane e
sud-americane. Biglino dimostra di non conoscere queste cerimonie
rituali che fanno parte di moltissime culture umane e sfrutta
l’argomento a suo piacere tentando di mostrare che YHWH fosse crudele e
sadico.
Inoltre Biglino, come tutti quelli che negano la santità e la Divinità
di IO-SONO, (YHWH), nega anche la sacralità dei sacrifici animali
nell’Antico Testamento. Sostiene che era una pratica barbara e che detta
pratica istigherebbe al male. Ma nell’Antico Testamento Dio ha
prescritto i sacrifici animali per espiare temporaneamente il peccato.
Nell’Antico Testamento Dio aveva ordinato di sacrificare animali
perfetti, senza macchia. La persona che offriva il sacrificio
s’identificava con l’animale e doveva ucciderlo. Gli ebrei credevano che
questo rito provvedesse il perdono dei peccati da parte di Dio.
Il sacrificio animale serviva pertanto come “punizione” nei confronti di
un peccatore, infatti si uccideva un agnello del suo gregge. Gli si
toglieva un animale, prezioso in tempi di carestia, ed inoltre il
peccatore, vedendo che l’animale innocente moriva, sentiva pena per
quell’essere vivente che moriva a causa del suo peccato.
Naturalmente tutto questo presagiva il sacrificio finale e perfetto di
Gesù Cristo sulla croce, che è l’Agnello di Dio, che toglie il peccato
del mondo (Vangelo di Giovanni, 1, 29).
Sempre nella pag. 200 Biglino sostiene che il capitolo 38 del libro
dell’Esodo (dove si prescrivono gli arredi del santuario dove eseguire
il sacrificio animale), sarebbe in contraddizione con quanto affermato
nel passaggio di Geremia (7, 22):
Io però non parlai nè diedi ordini sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dalla terra d’Egitto,
Questo passaggio non è in contraddizione con il cap. 38 dell’Esodo, in
quanto si riferisce a Esodo 14 quindi prima di Esodo 38. Inoltre la
legge mosaica non si occupava principalmente delle offerte sacrificali,
ma della relazione con il Signore che si sarebbe dimostrata in una vera
adorazione attarverso le offerte. In altri termini questo passaggio si
può spiegare in quanto la vera fede e l’obbedienza sono più importanti
delle offerte cerimoniali.
Sempre nella pag. 200 Biglino riporta questo passaggio di Ezechiele (20, 25-26):
Allora io diedi loro persino leggi non buone e norme per le quali non
potevano vivere. Feci sì che si contaminassero nelle loro offerte,
facendo passare per il fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli,
perché riconoscessero che io sono il Signore.
Biglino sostiene ancora che YHWH sia crudele e perverso. Ma leggendo
l’intero passaggio includendo alcuni versi precedenti ci si rende conto
dell’intero contesto, Ezechiele (20, 21-26):
Ma anche i figli mi si ribellarono, non seguirono le mie leggi, non
osservarono e non misero in pratica le mie norme, che danno la vita a
chi le osserva; profanarono i miei sabati. Allora nel deserto io decisi
di riversare il mio sdegno su di loro e di sfogare contro di loro la mia
ira.
Ma ritirai la mano e agii diversamente per onore del mio nome, perché
non fosse profanato agli occhi delle nazioni, di fronte alle quali io
li avevo fatti uscire. Nel deserto, alzando la mano avevo anche giurato
su di loro che li avrei dispersi fra le nazioni e disseminati in paesi
stranieri, perché non avevano messo in pratica le mie norme e avevano
disprezzato le mie leggi, avevano profanato i miei sabati e i loro occhi
erano sempre rivolti agli idoli dei loro padri. Allora io diedi loro
persino leggi non buone e norme per le quali non potevano vivere. Feci
sì che si contaminassero nelle loro offerte, facendo passare per il
fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli, perché riconoscessero che
io sono il Signore.
Questi passaggi si riferiscono alle generazioni ebree sucessive a quella
che lasciò l’Egitto. Anche i discendenti delle dodici tribu
disubbedirono a Dio, e per questo fu permesso loro di fare quello che
volevano. Alla fine il Signore li avrebbe scacciati da Canaan per i loro
continui peccati, e ciò accadde sotto il regno di Sedechia.
Abbiamo già ripetuto varie volte secondo la mentalità vigente
nell’Antico Testamento la violenza e la punizione erano relazionate alla
santità e alla giustizia di Dio. Dio mostrava la sua giustizia con la
punizione, perché ancora non aveva inviato il Figlio.
A pag. 201 Biglino riporta un celebre verso del Vangelo di Giovanni (1, 18):
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
E inoltre Biglino riporta pure un altro passaggio del Vangelo di Giovanni (6, 46):
Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
Secondo Biglino questi due passaggi biblici sono in contraddizione con
altri passaggi della Genesi che riporta nelle pagine 202 e 203.
Ma Biglino ha già criticato il verso 18 del Vangelo di Giovanni, nella
pagina 148 del suo libro. Per la confutazione alla sua tesi rimando
all’inizio del mio presente articolo.
Qui posso solo ribadire che anche se Dio si e’ manifestato varie volte
all’uomo (per esempio quando si è mostrato a Mosè) nessuno lo ha mai
visto nella sua pienezza. Dopo averci detto che nessuno, mai ha potuto
vedere Dio nella sua pienezza, Giovanni ci dice che vi è un’eccezione:
“l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto
conoscere”.
Vediamo le frasi ironiche e irrispettose scritte da Biglino alla fine della pag. 204:
“E allora l’affermazione contenuta nel Vangelo di Giovanni come va
presa? Diciamo che Giosuè/Gesù (il figlio di Dio) non ricordava? Diciamo
che Giosuè/Gesù (il figlio di Dio) non conosceva bene le scritture?”
Queste frasi cadono nel nulla, e dimostrano quanto Biglino, non sia
capace di comprendere la profondità di uno degli scritti più sublimi che
siano mai stati scritti, il Vangelo di Giovanni e in particolare i suoi
primi 18 versi.
A pag. 206 Biglino sostiene che il libro della Sapienza dovrebbe
includere la missione inminente di Gesù Cristo, se proprio quel libro
fosse ispirato da Dio.
Rispondo affermando che il Libro della Sapienza non fa parte del Tanakh e
quindi è al di fuori della Bibbia. In ogni caso le profezie che
indicano e decsrivono la missione del Figlio di Dio sono circa 300
nell’Antico Testamento, quindi anche queste frasi di Biglino non hanno
nessun senso.
A pag. 208 e 209 Biglino continua nel suo vacuo tentativo di screditare
la Bibbia e sostiene che la teologia monoteista sarebbe stata inventata
nel corso dei secoli. Poi sostiene che nella Bibbia non ci sarebbero
fonti e quindi non si potrebbe parlare di affidabilità del testo scaro.
Proprio Biglino che propone assurde teorie di extraterrestri biblici
senza portare nessuan fonte ci dice che la Bibbia non sarebbe basata su
fonti. Naturalmente Biglino dimostra di non conoscere che cosa è la
Storicità della Bibbia e l’Archeologia Biblica. Inoltre ancora una
volta, Biglino dimentica che è stato Gesù Cristo stesso che con le sue
frasi, con i suoi atti e con la sua gloriosa Risurrezione ha sancito la
piena veridicità della Bibbia.
A pag. 211 Biglino sostiene che gli ebrei siano stati depredati del loro
libro, il Tanakh e su di esso sia stata costruita la teologia del
Cristianesimo. Peccato che gli autori dei Libri del Nuovo Testamento
erano tutti ebrei (ci sono teorie che sostengono che anche Luca fosse
ebreo, o perlomeno un ellenico giudaizzato), quindi non si capisce chi
abbia rubato a chi. Gesù Cristo, il Figlio di Dio era ebreo, gli
Apostoli erano tutti ebrei e 7 su 8 Evangelisti erano ebrei. Quindi
anche la teoria di Biglino che qualcuno (i falsari che avrebbero creato a
tavolino i Vangeli), avrebbe “rubato” il Tanakh per costruire una nuova
teologia si dimostra falsa e priva di fondamento.
A pag. 213 Biglino apre il suo ottavo capitolo intitolato “i possibili artefici dell’inganno?”
Biglino a questo punto deve individuare il complotto, chi lo ha
organizzato, e chi lo ha portato a termine. Il primo che gli viene in
mente è Paolo di Tarso. Ma la tesi del Cristianesimo inventato da Paolo
di Tarso non regge, come ho già spiegato all’inizio del presente
articolo.
Sembra che Biglino abbia un cattivo rapporto col potere, e sembra che
indichi nel Vaticano il potere più potente del pianeta. Un potere che
sembra essere per lui oppressivo, invadente.
Biglino si definisce un “libero pensatore”, ma se lo fosse dovrebbe
dedicarsi allo studio dei primi tre secoli dell’era cristiana e si
renderebbe conto che i credenti di quel periodo non facevano parte del
potere, ma purtroppo furono l’obiettivo del potere. Nel primo secolo
della nostra era il potere in Giudea era rappresentato dai sacerdoti
ebrei ortodossi, farisei e sadducei. Nell’impero romano il potere
dominante era rappresentato dall’imperatore romano. I primi cristiani
erano perseguitati dal potere, come ho evidenziato nell’articolo linkato
alla nota 43. Ma Biglino non si sofferma sulla vera storia dei primi
tre secoli della nostra era. Per lui il complotto iniziò da subito, con
Paolo di Tarso. Peccato che Paolo di Tarso non guadagnò nulla da questo
supposto complotto, anzi, finì decapitato nel 67 d.C.
A pag. 214 Biglino inizia a porre delle domande. E’ una strategia
sottile, in quanto si installa nel lettore il dubbio che sia stato
organizzato un complotto planetario, con lo scopo di diffondere una
religione che possa controllare le masse.
Ecco le domande di Biglino e le mie conseguenti risposte:
Mauro Biglino:
Chi è stato capace di manipolare le menti al punto di convincerle a credere in una favola?
Yuri Leveratto:
Il complotto esiste solo nella mente dei complottisti. La fede in Gesù
Cristo si è sviluppata in modo pacifico e senza imposizioni. Anzi, nei
primi tre secoli i cristiani erano avversati dal potere giudaico e
romano. Molti cristiani andarono al martirio, pur di non rinnegare che
Gesù Cristo è il Figlio di Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha saputo imporre un giogo con tanta scaltrezza da renderlo non solo
bene accetto ma addirittura ardentemente richiesto come elemento
consolatorio e rasserenante?
Yuri Leveratto:
Non è stato imposto alcun giogo: nei primi tre secoli della nostra era
la fede in Gesù Cristo era proibita dalla legge di Roma che imponeva il
culto dell’imperatore, considerato dio. Chi non sacrificava incenso al
“genio” dell’imperatore, non propiziava le vittorie di Roma sui nemici e
quindi era considerato nemico di Roma. I cristiani pregavano per il
loro nemici e quindi erano considerati pericolosi per Roma. Per questo
erano messi a morte. Biglino non conosce la storia di Roma antica e
delle persecuzioni per questo inventa assurde teorie.
Mauro Biglino:
Chi ha saputo costruire un sistema di schiavitù nel quale gli schiavi
stessi difendono il loro padroni contro ogni tentativo di dimostrarne la
falsità originaria e strutturale?
Yuri Leveratto:
Chi sarebbero i padroni? Forse Biglino allude alla Chiesa Cattolica? Ma
nel mondo ci sono circa 1 miliardo di cristiani non cattolici che quindi
non hanno nessun padrone, ma hanno un unico Signore e Salvatore: Gesù
Cristo. E anche i Cristiani cattolici comunque non hanno nessun padrone,
hanno semmai una guida, il papa. Quindi, nessun padrone e nessuno
schiavo. Anche da questa domanda e da come è formulata si evince che
Biglino è fortemente risentito con la Chiesa Cattolica.
Mauro Biglino:
Chi ha elaborato un sistema di propaganda che si è rivelato più efficace
di qualunque strategia di comunicazione messa in atto dalle varie
dittature che hanno operato nella storia dell’umanità?
Yuri Leveratto:
Biglino confonde il periodo post-costantiniano, dove l’imperatore
Costantino ha effettivamente utilizzato la fede cristiana per scopi di
unificazione dell’impero e controllo delle masse, con il periodo del
Cristianesimo antico (primi tre secoli). Se qualcuno volesse
approfondire può cliccare al link alla nota 44.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato dei costumi e degli usi propri di tribu di allevatori
nomadi e seminomadi nella basi di sistema di culto tanto elaborati
quanto vuoti e privi di senso e sostanza?
Yuri Leveratto:
Nessuno. Gli allevatori nomadi ai quali Biglino si riferisce erano gli
ebrei dell’Antico Testamento i quali avevano il culto di IO SONO – YHWH
(la cui radice etimologica significa “essere”). Quando il Verbo, Dio, si
fece carne nella persona di Gesù Cristo, i suoi seguaci inizialmente, e
poi milioni di persone iniziaro a riconoscere che la fede cristiana è
l’unica e vera fede nell’unico e vero Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato delle norme violente, crudeli e dittatoriali, valide
per un acampamento paramilitare, in un sistema etico che condiziona
comportamenti, regole e leggi delle moderne società occidentali e non
solo?
Yuri Leveratto:
Nella Bibbia le norme sono chiare e dettate da Dio a Mosè nelle Tavole
della Legge. In seguito vi è stata una rivelazione progressiva che ha
portato Dio stesso a inviare suo Figlio, la luce vera, con lo scopo di
“togliere il peccato del mondo” e portare quindi la salvezza sulla terra
per tutti coloro che vogliono accoglierla. Il sistema etico al quale
Biglino accenna deriva dalle positive norme morali dei Vangeli, che non
sono state messe in pratica pienamente dopo il buio periodo
post-costantiniano, durato per secoli.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato racconti e storie popolari di tribu prima nomadi e
poi stanziali in una verità assoluta ispirata da un Dio che è esso
stesso frutto di invenzione?
Yuri Leveratto:
Innanzitutto la Bibbia non è la somma di racconti e storie popolari, ma
in ogni caso è stato Gesù Cristo che ha sancito per sempre la veridicità
della Bibbia, infatti ha detto IO SONO estattamente come in Esodo 3,
14.
Mauro Biglino:
Chi ha elaborato a tavolino la storicamente infondata storia unitaria di
un popolo rendendolo depositario di una rivelazione mai avvenuta?
Yuri Leveratto:
Se qualcuno avesse creato a tavolino una storia non vera, basata su
fatti soprannaturali, come avrebbe potuto poi farla accettare alle masse
se non vi credeva? Vi immaginate i falsari del complotto dei Vangeli
che andavano a predicare qualcosa in cui non credevano nemmeno loro? E
poi, per guadagnarci cosa? In quel periodo professare una credenza
diversa dalla religione romana e dal culto all’imperatore era proibito
en punito con la morte e infatti molti cristiani finirono sul patibolo.
Ma questo Biglino non lo dice.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in infallibili uomini di Dio dei cosidetti profeti
che spesso operavano a favore dell’autorità costituita per accreditarne
il potere?
Yuri Leveratto:
Potrebbe portare Biglino delle fonti storiche di quello che ha scritto?
Qui posso dire per esempio che Giovanni Battista era un profeta e non
operò affatto a favore dell’autorità costituita, infatti fu messo a
morte dall’autorità costituita. Ecco la prova documentale di quello che
sto affermando, (Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII 116-119):
«Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse
una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con
cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.
Erode infatti aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i Giudei a una
vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso
Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere
questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva
rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il
perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del
corpo insinuando che l'anima fosse già purificata da una condotta
corretta.
Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni
erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Un'eloquenza che sugli
uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di
sedizione, poichè pareva che volessero essere guidati da Giovanni in
qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto
meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività
portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e
trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene.
A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel
Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi
fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina
dell'esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio
giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode. »
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in preghiere un insieme di invocazioni che un popolo
rivolgeva al suo comandante supremo nella speranza di addolcirne le
decisioni e ingraziarsene le intenzioni?
Yuri Leveratto:
Se YHWH fosse stata una persona in carne e ossa, ossia un comandante
supremo, i libri di storia lo descriverebbero come un comandante
militare o capo militare. Invece la Bibbia lo descrive come “puro
Spirito”. Gesù Cristo stesso che ha confermato in numerose occasioni di
essere consustanziale al Padre e quindi a YHWH, ha indicato come
pregare, nel “Padre Nostro”.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in testi sacri degli scritti che gli scribi stessi
consideravano sostanzialmente poco più che uno strumento per il loro
lavoro?
Yuri Leveratto:
Se il Tanakh fosse stato un semplice “strumento per il lavoro degli
scribi” e non un testo ritenuto sacro e importante anche dal punto di
vista sapienziale ed etico, per quale motivo già nel II secolo a.C. il
sovrano egizio Tolomeo II Filadelfo commissionò alle autorità religiose
del tempio di Gerusalemme una traduzione in greco del Pentateuco e in
seguito di tutto il Tanakh?
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in testo unitario un insieme di opere letterarie che,
al tempo della caduta di Gerusalemme (586 a.C.) non esistevano nella
forma che noi definiamo attualmente Bibbia?
Yuri Leveratto:
La formazione del Canone del Tanakh fu un qualcosa di progressivo nel
tempo, e non “deciso a tavolino”, come il complottista Biglino vorrebbe
astutamente far credere. In particolare i ritrovamenti dei Manoscritti
del Mar Morto, datati dal 408 a.C. al 318 a.C. dimostrano che il Canone
del Tanakh era pressoché già formato e accettato nel quarto secolo a.C.
Mauro Biglino:
Chi ha sacralizzato un testo sul quale gli stessi scribi si ritenevano
liberi di agire e operare secondo la loro personale sensibilità?
Yuri Leveratto:
Bisognerebbe che Biglino portasse le prove di questa supposta “libertà
di agire e operare” degli scribi. Il Tanakh e poi il Nuovo Testamento
sono testi ispirati da Dio e i profeti stessi nel Tanakh, e Gesù Cristo
stesso nel Nuovo Testamento lo provano. Infatti Gesù Cristo ha
confermato la veridicità del Tanakh con i suoi detti e i suoi atti,
oltrechè naturalmente con la sua Risurrezione.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di amore un militare (Yahweh ich milchamah,
“Yahweh uomo di guerra”, lo definisce il Libro dell’Esodo 15, 3), feroce
sanguinario, razzista, privo di rispetto per la vita di ogni uomo,
donna, bambino anciano che non appartenesse alla sua alleanza?
Yuri Leveratto?
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Per quanto riguarda la supposta violenza di YHWH si veda nota
5.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di amore un militare che ordinava
costantemente di sterminare tutti coloro che avevano la sola colpa di
risiedere in territorio nei quali lui intendeva collocare i suoi avendo
fatto autònomamente la promessa di assegnarglieli?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Per quanto riguarda i supposti atti di “sterminio”, Dio nella
sua infinita saggezza sapeva già (in quanto è onniscente) quali erano i
popoli idolatri che avrebbero vissuto nel peccato, e che avrebbero
potuto sviare il suo popolo, pertanto se permanevano nel peccato li
puniva con la morte. Era nel suo pieno diritto farlo, in quanto nel
periodo dell’Antico Testamento, non aveva ancora inviato il Figlio, per
la remissione di tutti i peccati.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di giustizia un militare che non aveva
scrupoli nell’utilizzare, e fare utilizzare dai suoi, ogni metodo e ogni
strumento, anche il più turpe e inaccettabile, pur che fosse capace di
garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Non vi è stato alcun “metodo turpe e inaccettabile”, ma solo
la rivelazione progressiva. Essa inizia con Abele e Caino. “Chiunque
ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte” (Genesi 4, 15). Poi ci
sarà la legge del taglione: “Vita per vita, occhio per occhio, dente per
dente, mano per mano, piede per piede” (Deuteronomio 19, 21). Non è che
Dio ha cambiato idea, è semplicemente che si è passati da una punizione
durissima (uno per sette), a una punizione dura (uno per uno).
Lentamente si passa ad altre rivelazioni: “Non fare a nessuno ciò che
non piace a te” (Tobia 4, 15). Ed ecco la rivelazione ultima e perfetta:
Vangelo di Matteo (5, 38-39):
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io
vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo
sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra”.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in un Dio di tolleranza e perdono un individuo che
faceva uccidere chi veniva sorpresa a fare legna il sabato?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Dio è un amore, e misericordia, ma anche giustizia. E siccome
durante l’Antico testamento si era sotto il dominio della Legge e non
della Grazia (la Grazia e la Verità furono pòrtate infatti da Gesù
Cristo), ogni peccato, anche il più piccolo poteva essere punito durante
la vita terrena.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in un Dio di fratellanza e uguaglianza un individuo
che imponeva scelte su base razziale nei matrimoni e nei comportamenti
da tenere con chi non apparteneva al clan di tribu che gli era stato
affidato?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Il Tanakh come sappiamo non è solo il libro dove Dio si è
rivelato e non è solo il Libro che con le sue 300 profezie anuncia la
venuta del Figlio, ma è anche un libro sociale e comportamentale.
Da un punto di vista antropologico nessun clan si mischia con un altro
clan a meno che non vi siano degli accordi tra i capi-clan. A maggior
ragione non ci si mischia se la fede è differente e l’organizzazione
sociale è differente.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio onnipotente un individuo che non è mai riuscito a mantere le sue promesse territoriali?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. La promessa territoriale da parte di Dio nei riguardi di
Israele è vigente in quanto il patto abramitico è “per sempre” (vedere
il mio articolo corrispondente. “il patto abramitico, preludio del Nuovo
Patto”, nota 47).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio onniscente un individuo che per avere le
notizie su ciò che accadeva era costretto a prenderne atto di persona o a
farsele raccontare?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Dio, anche se conosce da sempre l’animo dell’uomo e il suo
pensiero, a volte entra in contatto con l’uomo, e si avvicina a lui con
lo scopo di tentare di redimerlo. Il massimo esempio di ciò è
l’incarnazione del Verbo: Dio si fa uomo e viene tra di noi per
redimerci e salvarci.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio onniscente un individuo uno che non conosceva
neppure i pensieri e le intenzioni dei più stretti collaboratori ed era
costretto a metterli alla prova per verificarne la fedeltà?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. A volte Dio pur conoscendo la mente degli uomini ha voluto
provarli, non solo per verificare il grado di lealtà degli stessi nei
suoi confronti, ma anche come insegnamento per altre persone.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in rispettabili riti religiosi la barbara
consuetudine di massacrare centinaia di animali allo scopo di produrre
quel fumo che gli Elohim avevano necessità di annusare per calmarsi?
Yuri Leveratto:
Con questa frase ancora una volta Biglino dimostra di non conoscere il
senso della Bibbia (la fede in Dio) e dimostra di non conoscere neppure
dal punto di vista antropologico che cosa erano i sacrifici rituali non
solo in Israele, ma in molte culture antiche. Il sacrificio rituale (o
olocausto), era una cerimonia nella quale l’animale veniva offerto a
Dio, nel senso che si rinunciava a nutrirsi di quell’animale e si
rendeva tributo a Dio offrendogli il migliore degli agnelli. L’animale
veniva sgozzato e quindi cremato completamente. Si credeva inoltre che
il Signore nel sentire il profumo delle carni bruciate si compiacesse
dell’atto eseguito dai fedeli, in quanto si compiaceva del fatto che i
credenti in lui rinunciassero a un loro bene prezioso per offrirlo a
lui. Il sacrificio rituale o olocausto è un rito compiuto da moltissime
comunità di credenti anche di altre fedi per esempio era compiuto nelle
civiltà meso-americane e sud-americane. Biglino dimostra di non
conoscere queste cerimonie rituali che fanno parte di moltissime culture
umane e sfrutta l’argomento a suo piacere tentando di mostrare che YHWH
fosse crudele e sadico.
Inoltre Biglino, come tutti quelli che negano la santità e la Divinità
di IO-SONO, (YHWH), nega anche la sacralità dei sacrifici animali
nell’Antico Testamento. Sostiene che era una pratica barbara e che detta
pratica istigherebbe al male. Ma nell’Antico Testamento Dio ha
prescritto i sacrifici animali per espiare temporaneamente il peccato.
Nell’Antico Testamento Dio aveva ordinato di sacrificare animali
perfetti, senza macchia. La persona che offriva il sacrificio
s’identificava con l’animale e doveva ucciderlo. Gli ebrei credevano che
questo rito provvedesse il perdono dei peccati da parte di Dio.
Il sacrificio animale serviva pertanto come “punizione” nei confronti di
un peccatore, infatti si uccideva un agnello del suo gregge. Gli si
toglieva un animale, prezioso in tempi di carestia, ed inoltre il
peccatore, vedendo che l’animale innocente moriva, sentiva pena per
quell’essere vivente che moriva a causa del suo peccato.
Naturalmente tutto questo presagiva il sacrificio finale e perfetto di
Gesù Cristo sulla croce, che è l’Agnello di Dio, che toglie il peccato
del mondo (Vangelo di Giovanni, 1, 29).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio un individuo, che nelle festività annuali, da
lui istituite e a lui dedìcate, imponeva che non mancasse mai la
sostenza ubriacante che tanto desiderava?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. In ogni caso leggiamo questo passaggio dei Salmi (50, 7-15):
Ascolta, popolo mio, e io parlerò; ascolta, Israele, e io testimonierò
contro di te. Io sono Dio, il tuo Dio. Non ti rimprovero per i
tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non esigo
tori dalla tua casa, nè capri dai tuoi ovili. Sono mie infatti tutte le
bestie della foresta, mio è il bestiame che sta sui monti a migliaia.
Conosco tutti gli uccelli dei monti, e quel che si muove per la campagna
è a mia disposizione. Se avessi fame, non lo direi a te, perché
mio è il mondo, con tutto quel che contiene. Mangio forse
carne di tori, o bevo forse sangue di capri? Come sacrificio offri
a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte all’Altissimo;
poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai
da ciò si evince che Dio, essendo tale, non aveva bisogno di mangiare,
ne di bere, ma gradiva i sacrifici rituali in quanto l’uomo con il
sacrificio dichiara che vi è un qualcosa di più importate di un semplice
animale o di vino, ed è la fede in Dio. Ovviamente un esmpio di
scarificio più importante fu quello dei martiri che dimostrarono che
anteponevano Gesù Cristo alla loro stessa vita.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di giustizia ed equità un individuo (Yahweh)
che indicava ai suoi di prestare agli stranieri il denaro ad interesse
affermando che così li avrebbero resi da loro dipendenti, giacche chi
presta denaro è padrone e chi lo riceve è schiavo? (Proverbi 22, 7;
Deuteronomio 15, 3)
Yuri Leveratto:
Innanzitutto il passaggio dei Proverbi non indica che si deve prestare denaro. Vi si dice solo che “il ricco domina sul povero”:
Proverbi 22, 7
Il ricco domina sul povero
e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore.
Infatti se si legge il verso 22, 1 vi è scritto:
Un buon nome è preferibile a grandi ricchezze
e la benevolenza altrui vale più dell’argento e dell’oro.
Per quanto riguarda il passaggio del Deuteronomio 15, 3, leggiamo anche i passaggi precedenti, Deuteronomio (15, 1-3):
Alla fine di ogni sette anni celebrerete la remissione. Ecco la norma
di questa remissione: ogni creditore che detenga un pegno per un
prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo
esigerà dal suo prossimo, dal suo fratello, poichè è stata proclamata la
remissione per il Signore. Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto
al tuo diritto nei confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere.
Questo passaggio si rivela giusto: una persona ha un credito. Se il
debitore fa parte della ristretta cerchia del creditore, e non riesce a
pagare, il debito può essere condonato. Se invece il debitore non fa
parte della ristretta cerchia del creditore, il debito va pagato. Non
c’è nulla di strano.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in storia dalla valenza universale i racconti
nazionali che un popolo ha rielaborato a suo beneficio dopo averli
copiati da testi e tradizioni di altri?
Yuri Leveratto:
Gesù Cristo è il centro della storia. Lui è venuto sulla terra con lo
scopo di “togliere il peccato del mondo” (vangelo di Giovanni, 1, 29).
Non è venuto con lo scopo di “togliere il peccato di Israele”. La sua
storia è stata divulgata dagli Apostoli ed Evangelisti in tutto il
mondo. Per questo la Bibbia è il libro più letto e venduto di tutti i
tempi (5 miliardi di esemplari, tradotto integralmente in 349 ligue).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in personaggi dalla valenza planetaria dei re e dei
governanti (Saul, Davide, Salomone), che a malapena sono riusciti a
mantenere il controllo su quei piccoli fazzoletti di terra che si sono
conquistati in decenni di guerre e agressioni?
Yuri Leveratto:
E’ Gesù Cristo stesso che ha dato valenza planetaria alla Bibbia,
confermando con i suoi detti, ma soprattutto con i suoi atti, che essa è
realmente la Parola di Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha attribuito valenza universale a norme che contemplavano la
purezza geneaologica del sangue come elemento costituente degli
appartenenti all’alleanza?
Yuri Leveratto:
La purezza geneaologica è un concetto comune a molte culture antiche. Da
un punto di vista antropologico si considera che solo gli appartenenti
alla stessa stirpe siano puri e quindi diversi da altre etnie e tribu.
Oggi non ha alcuna valenza universale far parte di una tribu, stirpe o
casato o etnia. Gesù Cristo è venuto a perdonare tutti i peccati di
tutte le persone della terra.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in testo “sacro” un insieme di scritti che erano
considerati poco più che testi eruditi da parte della casta sacerdotale
che deteneva il potere nella ricostituita provincia di Yehud dopo il
ritorno dall’esilio babilonese?
Yuri Leveratto:
La Bibbia è il testo sacro nella sua totalità, dalla Genesi alla
Apocalisse. La sua assoluta sacralità è stata confermata da Gesù Cristo
in persona che ha detto IO SONO esattamente come in Esodo 3, 14.
Mauro Biglino:
Chi ha definito sacri i testi sui quali sacerdoti e scribi sapevano di
potere intervenire con le loro rielaborazioni finalizzate a trarre
profitto in termini di potere, autorità, prestigio?
Yuri Leveratto:
Gesù Cristo è il centro della Bibbia. Con la sua missione sulla terra ha
confermato che le Sacre Scritture sono la Parola di Dio. I suoi seguaci
hanno completato il Tanakh (Antico Testamento), con il Nuovo
Testamento. La Bibbia è oggi riconosciuta come testo sacro da 2,3
miliardi di persone.
Mauro Biglino:
Chi ha definito come ispirati da Dio testi redatti in varie versioni
spesso fortemente contraddittorie che gli stessi scribi mantenevano come
tali al fine di lasciare a ciascuno la possibilità di verificare e
scegliere?
Yuri Leveratto:
La Bibbia non si contraddice affatto. I libri del Tanakh (Antico
Testamento) più i libri del Nuovo Testamento, costituiscono la Parola di
Dio. Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, vari Evangelisti sono
andati al martirio pur di non rinnegare quello che avevano scritto e
divulgato.
Mauro Biglino:
Chi ha annullato anche in via teorica e dottrinale, la libertà degli
ebrei della colonia egiziana di Elefantina che si rivolgevano
contemporaneamente, e con naturalezza, a Yahweh ed altri cosidetti dei?
Yuri Leveratto:
Biglino ha occupato gran parte del suo libro a sostenere che Yahweh
fosse in realtà un capo militare extraterrestre e adesso difende chi lo
venerava come Dio? Però Biglino scrive che quella comunità venerava
anche altri dei. Probabilmente alcuni fedeli dell’unico e vero Dio erano
confusi e si rivolgevano anche ad altri dei. Però dopo la missione di
Gesù Cristo sulla terra non vi possono essere più errori o confusioni,
in quanto lui è venuto a rivelarci la splendente Trinità, ossia
l’essenza di Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha annullato la tradizione degli ebrei della colonia egiziana di
Elefantina, che pare per molti secoli non avere neppure conosciuto il
Pentateuco e la sua inviolabile sacralità?
Yuri Leveratto:
Nella storia umana alcune tradizioni sono sorte e altre si sono estinte.
Se gli ebrei di Elefantina avevano una tradizione diversa e poi hanno
modificato il loro credo, questo fatto rientra nell’ambito della
normalità.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in religione universale una corrente, una visione
nazionalista che contemplava un popolo eletto scelto su base razziale
como popolo di sacerdoti?
Yuri Leveratto:
La fede ebraica non era una “visione nazionalista”. Era la fede
nell’unico e vero Dio e nel Tanakh stesso vi sono circa 300 profezie che
annunciano la venuta del Salvatore del mondo. Dopo la missione di Gesù
Cristo, la fede nell’unico e vero Dio, che è Trinità, si è diffusa in
tutto il mondo, proprio perché Gesù Cristo è venuto a “togliere il
peccato del mondo” (Vangelo di Giovanni 1, 29).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Terra Santa da tutti venerata e onorata, un
territorio che altro non era se non la piccola parte di un paese oggetto
delle mire di un militare e delle tribu di allevatori da lui governate e
addestrate per conquistarla?
Yuri Leveratto:
Biglino ha speso tempo della sua vita a cercare di dimostrare che Yahweh era un potente capo militere extraterrestre. Ve lo immaginate un extraterrestre che viaggia nello spazio e quando arriva sulla terra si mette a capo di un gruppo di pastori. Le elucubrazioni di Biglino sono completamente anti-storiche e anti-logiche. La Terra Santa è venerata e onorata soprattutto perché vi nacque Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. Nella Bibbia non si afferma come dice Biglino, che Yahweh era un capo militare “locale”, ma si afferma che che Yahweh, essendo il Creatore del mondo, è anche “padrone di tutta la terra”, infatti dice: “tutta la terra è mia”. A tale proposito vediamo alcuni passaggi corrispondenti:
Esodo (19, 5) ("Elohim dice", dal verso 19, 3): “Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia;
Levitico (25, 23): ("Yahweh dice", dal verso 25, 1): “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti”.
Deuteroniomio (7, 6): “Tu infatti sei un popolo consacrato a Yahweh, tuo Dio: Yahweh, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra”.
Salmi, (24,1): “Di Yahweh è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti”.
Salmi (50, 10): ("Elohim dice", dal verso 50, 1): “Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti”.
Ezechiele (18, 3-4): “Com’è vero che io vivo, oracolo di Adonai Yahweh, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà”.
Aggeo (2, 8): “L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo di Yahweh degli eserciti”.
Biglino ha speso tempo della sua vita a cercare di dimostrare che Yahweh era un potente capo militere extraterrestre. Ve lo immaginate un extraterrestre che viaggia nello spazio e quando arriva sulla terra si mette a capo di un gruppo di pastori. Le elucubrazioni di Biglino sono completamente anti-storiche e anti-logiche. La Terra Santa è venerata e onorata soprattutto perché vi nacque Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. Nella Bibbia non si afferma come dice Biglino, che Yahweh era un capo militare “locale”, ma si afferma che che Yahweh, essendo il Creatore del mondo, è anche “padrone di tutta la terra”, infatti dice: “tutta la terra è mia”. A tale proposito vediamo alcuni passaggi corrispondenti:
Esodo (19, 5) ("Elohim dice", dal verso 19, 3): “Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia;
Levitico (25, 23): ("Yahweh dice", dal verso 25, 1): “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti”.
Deuteroniomio (7, 6): “Tu infatti sei un popolo consacrato a Yahweh, tuo Dio: Yahweh, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra”.
Salmi, (24,1): “Di Yahweh è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti”.
Salmi (50, 10): ("Elohim dice", dal verso 50, 1): “Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti”.
Ezechiele (18, 3-4): “Com’è vero che io vivo, oracolo di Adonai Yahweh, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà”.
Aggeo (2, 8): “L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo di Yahweh degli eserciti”.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato nel “libro dei libri” ispirato da Dio, un insieme di
scritti privi di fonti accreditate e anche di autori accertati; libri
tra loro spesso contraddittori e incoerenti, in più casi storicamente e
geograficamente errati, colmi di errori e sviste linguistiche e
grammaticali, con cui un popolo ha raccolto, elaborato e in parte
inventato la sua storia nazionale?
Yuri Leveratto:
E’ Gesù Cristo stesso che ha sancito la veridicità assoluta della
Bibbia, la Parola di Dio. (Vedere mio articolo al link della nota 48).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in figlio di Dio un predicatore giudeo partigiano
antiromano, appartenente forse al più sanguinario dei gruppi
nazionalisti ribelli del tempo, gli zeloti?
Yuri Leveratto:
Biglino afferma varie volte che Gesù è il figlio di un “Elohim”
sovrumano, che per lui sarebbe un extraterrestre dai super-poteri e
adesso torna a propinarci la teoria del Gesù partigiano antiromano, a
capo di una setta di sanguinari? Se Gesù fosse stato uno zelota, i suoi
seguaci avrebbero continuato nella lotta armata e nessuno di loro
avrebbe divulgato pacificamente e pacatamente la Buona Novella,
rischiando continuamente la vita e infine finendo martirizzati pur di
non rinnegare il nome di Gesù Cristo.
Mauro Biglino:
Chi ha indotto, in milioni di donne e uomini un senso di colpa profondo e
strutturale, la convinzione condizionante di essere per natura
peccatori, imponendo la necessità di credere in un “peccato originale”,
che non è neppure presente nei testi da cui lo si trae?
Yuri Leveratto:
Per quanto riguarda il peccato originale, Mauro Biglino afferma spesso
che nella Bibbia questo concetto non sarebbe presente. Innanzitutto si
può far notare che vi sono correnti nell'ebraismo che invece credono nel
concetto del peccato originale e altre che non vi credono, come fa
risaltare per esempio l’autore Shaul Magid (2008), nel suo libro “From
Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of
Scripture in Lurianic Kabbala”. (Indiana University Press. p. 238.
Retrieved 9 February 2014). (6)
Infatti al punto 8 del link riportato alla nota (6) è scritto (traduzione mia dall’inglese):
“Ci sono varie fonti antiche rabbiniche che indicano la nozione di un
peccato “ereditato” (si intende ereditato da persona a persona), per
esempio Pirkei de Rebbe Eliezer 13 e 21, Genesi Raba 12, 5; Levitico
Raba 21: 4, Deuteronomio Raba 11, 9. Cohen suggerisce tre categorie
basilari di come gli antichi rabbini si sono occupati dell’argomento:
1-Corruzione della stirpe da un punto di vista ereditario 2- Il peccato
di Adamo punito attarverso la sua progenie 3- Tutti i peccati sono il
risultato delle azioni di Adamo. Cohen suggerisce che molti rabbini
ortodossi abbiano optato per il punto 3, mentre Paolo di Tarso optò per
il punto 1”.
Infatti il punto fondamentale è che furono gli Apostoli e gli
Evangelisti, che erano ebrei, e che conoscevano molto bene il Tanakh,
che diffusero il concetto che Gesù Cristo venne per togliere il peccato.
Quindi l’importante è vedere quello che loro credevano, e quello per
cui erano disposti a morire.
Inoltre è stato Gesù Cristo stesso che ha confermato la veridicità della
Bibbia, e in particolare della Genesi, in molte occasioni. Ed è stato
lui in numerose occasioni (riportate poi nel Nuovo Testamento) a
rimarcare l’importanza del pentirsi dei propri peccati e credere nel suo
scarificio espiatorio sulla croce. (Per approffondire, vedere mio
articolo alla nota 49).
Mauro Biglino:
Chi ha fatto si che i popoli di varie nazioni rinunciassero al rapporto
con i loro governanti (gli elohim, thoi, deva, asi…che si sono spartiti
il pianeta), sostituendoli con l’Elohim di nome Yahweh che aveva sempre
espressamente dichiarato che si sarebbe occupato exclusivamente della
sua gente, anche a discapito e a danno di ogni altro popolo?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”.
Inoltre come già evidenziato varie volte la rivelazione è stata
progressiva. Prima YHWH si è manifestato a una persona, Abramo, poi a un
popolo, quello degli ebrei, e poi a tutti per mezzo di Gesù Cristo che
ha portato la Grazia e la Verità.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio universale uno dei più insignificanti degli
Elohim, talmente poco importante da avere avuto in assegnazione dal suo
comandante (Elyon) non già un popolo ma un pezzo di una famiglia, mentre
altre partid ella stessa famiglia sono state assegnate ai suoi colleghi
che la Bibbia nomina esplicitamente?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”.
Anche Elyon (l’Altissimo), è un altro dei molteplici nomi di Dio, che
proprio perché è Dio, non può essere limitato con un solo nome.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato nel Dio eterno un individuo che la Bibbia stessa afferma essere mortale come tutti gli uomini?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Biglino in questo caso dovrebbe citare i corrispondenti
passaggi biblici dove secondo lui YHWH è descritto come “mortale”.
Mauro Biglino:
Cui ha trasformato nel signore dell’eternità un individuo che di eternità non ha mai parlato?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. YHWH ha infatti dichiarato di “essere” (il concetto di
“essere” viene interpretato come sinonimo di eternità, per esempio qui,
Esodo 3, 14:
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”».
Quindi YHWH si è auto-definito come Eterno, dicendo “IO SONO colui che sono”.
A partire dalla pag. 221 Biglino inizia, con lunghe elucubrazioni, a sviluppare la sua teoria sulla nascita del Cristianesimo.
Abbiamo già visto che le sue teorie sul Gesù partigiano anti-romano o su
Paolo di Tarso creatore della cristologia, sono non provate
storicamente e pure anti-logiche. Ma ora Biglino sviluppa una teoria del
complotto ancora più amplia e persino più assurda di quella sviluppata
all’inizio del suo cap. 5.
Biglino ancora sostiene che nell’Antico Testamento non vi sia nulla di
sacro. Ovviamente non avendo chiaro cosa è la Bibbia nella sua totalità,
non può rendersi conto di che cosa è l’Antico Testamento e lo vede come
un testo per nulla spirituale, quando invece vi è l’annunzio
dell’arrivo del Figlio, con circa 300 profezie.
Biglino cita alcuni studiosi e nella pagina 222 continua a dire che la
Bibbia è stata “sacralizzata” per motivi culturali. Velatamente Biglino
lascia intendere che la Bibbia sia stata “sacralizzata” per il motivo di
controllare e dominare sulle masse.
A pag. 223 Biglino continua con il definire YHWH un capo militare
(stranamente qui sembra abbandonare nuovamente la teoria del “Yahweh
extraterrestre”). Ma se YHWH fosse stato un capo militare sarebbe stato
ricordato come tale, tipo Saul o Davide, invece nella Bibbia YHWH viene
considerato come il Creatore del mondo. Naturalmente queste sono
considerazioni di logica semplice.
Però per “costruire a tavolino” la sua teoria, deve cercare di mostrare
che Yahweh abbia fallito. Secondo Biglino le conquiste di Israele da
parte di Assiri (VIII sec. a.C.), e Babilonesi (VI sec. a.C.) avrebbero
decretato la fine della promesse del “capo militare” Yahweh (ma non era
un extraterrestre?). Pertanto le classi dominanti avrebbero elaborato e
inventato una nuova speranza. Ecco che il complotto si amplia. Se prima
era Paolo di Tarso, il più grande fautore del “complotto dei primi
cristiani”, ora il complotto planetario inziò ancor prima di Gesù
Cristo, centinaia di anni prima.
Cerchiamo di seguire il filo delle elucubrazioni di Biglino. A pag. 225
Biglino sostiene che con la costruzione del Secondo Tempio si crei un
nuovo sistema di potere. Ecco la frase di Biglino:
“i sacerdoti gerosolimitani si attribuiscono un potere con premesse e
valenze nuove: si autocostituiscono rappresentanti/depositari di una
nuova promessa che essi stessi elaborano/inventano e sulla quale
iniziano a costruire un nuovo e più efficace sistema di potere.
A pag. 226 Biglino torna a descrivere il suo presunto “complotto dei
primi cristiani”, facendo pertanto un salto di circa 500 anni. Per quale
ragione abbia affermato che la casta sacerdotale del Secondo Tempio
stesse per costruire “un nuovo e più efficace sistema di potere” non ci è
dato saperlo.
A pag. 227 Biglino ritorna su Paolo di Tarso e sul suo complotto. Sono
affermazioni, quelle di Biglino, non basate su alcun fatto storico, e
tantomeno sulla logica.
Questa è una tesi falsa, che è stata smontata ampiamente nel corso della
storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza, con lo scopo di
portare avanti le sue tesi.
All’inizio del presente articolo ho già dimostrato come le tesi sul
supposto complotto di Paolo di Tarso siano prive di fondamento.
Ma verso la fine della pag. 227 Biglino fa intendere che ci sia stata
una regia occulta dietro Paolo di Tarso, che abbia supportato il
diffondersi del Cristianesimo. Vediamo le sue parole, riferendosi a
Paolo di Tarso:
"Questo fece nel mondo greco romano, ma forse la sua esclusiva attività
personale non avrebbe potuto sortire l’effetto che conosciamo se non
avesse avuto appoggio e sostegno da parte di esponenti di un
organizzazione che, senza apparire, aveva il potere di elaborare e
diffondere una nuova dottrina capace di sostituire la precedente e di
imporre una nuova struttura di pensiero e di azione che sostituisse
quella precedente per la quale non si poteva fare altro che registrare
il fallimento definitivo delle promesse di Yahweh".
E’ una tesi assolutamente falsa, e senza base storica ne logica. Infatti
dal punto di vista storico, le persone che hanno diffuso il Vangelo
sono ben note: gli Apostoli, oltre naturalmente a Marco (che diffuse il
Vangelo in Egitto), e i discepoli degli Apostoli, per esempio Policarpo
di Smirne, Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione, Giustino Martire ecc.,
oltre naturalmente ai vari vescovi che succedettero agli Apostoli.
Queste persone hanno lasciato scritti dai quali si evince che i
cristiani erano perseguitati dal potere romano. Oltre a ciò naturalmente
vi sono scritti di persone non cristiane, come le Lettere di Plinio il
Giovane, dove si certifica che i cristiani erano perseguitati nel I, II e
III secolo.
Se questa fantomatica regia occulta fosse stata reale, gli stessi
cristiani che andavano al martirio sarebbero stati vittime di un
complotto che mostrava che Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Ma se fosse
così chi avrebbe convinto i primi cristiani ad abbracciare la fede in
Gesù Cristo? Come abbiamo visto è impossibile che “i falsari del
complotto” abbiano convinto i primi cristiani dei fatti soprannaturali
presenti nei Vangeli se loro stessi non vi credevano. Ed inoltre anche
ammesso che fosse stato così i primi cristiani avrebbero fatto i nomi
dei primi “falsi evangelizzatori”.
Purtroppo la teoria del complotto di Mauro Biglino fa acqua da tutte le
parti e soprattutto oltre che scontrarsi con la storia, si scontra prima
di tutto con la logica.
Nella pag. 228 Biglino immagina (è proprio il verbo adatto al caso), che
nel 70 d.C. a Gerusalemme vi fossero delle potente famiglie ebree
colluse con il potere romano.
Secondo Biglino l’ebreo Giuseppe (lo scrittore Giuseppe Flavio) che si
consegnò ai romani durante l’invasione da parte dell’imperatore
Vespasiano della Palestina, e per questo fu considerato un traditore
dagli ebrei, svolse un ruolo importante nel futuro affermarsi della fede
cristiana. Secondo Biglino Giuseppe Flavio apparteneva a una famiglia
nobile che faceva parte della classe sacerdotale. Inoltre Biglino
afferma che altri sacerdoti ebrei consegnarono grandi ricchezze ai
romani e in cambio ottennero protezione.
Giuseppe Flavio quindi (che per Biglino faceva parte di una famiglia
sacerdotale), avrebbe accolto in modo benevolente la predicazione di
Paolo di Tarso e avrebbe favorito l’affermarsi del Cristianesimo.
Vediamo cosa scrive Biglino a pag. 233:
"Quelle famiglie sacerdotali si trovano a Roma negli ultimi decenni del
primo secolo e in quello stesso lasso di tempo, terminate le
persecuzioni neroniane contro le prime comunità cristiane di stampo e
formazione paolina, vediamo nascere una forma di cristianesimo
maggiormente unitaria e strutturata, costituita da gruppi di credenti
diretti da vescovi che facevano capo, in una gerarchia di stampo
monarchico, al vescovo di Roma, una sorta di riproposizione del sommo
sacerdote del Tempio di Gerusalemme".
Biglino sta velatamente facendo intendere che la casta sacerdotale di
Gerusalemme avrebbe avallato il messaggio dei Vangeli per procrastinare
il suo potere, non più gerosolimitano, ma romano. Innanzitutto bisogna
sottolineare che, anche se gli Apostoli ed Evangelisti erano ebrei,
andarono quasi tutti al martirio pur di non rinnegare il nome di Gesù
Cristo. Ciò significa che ci credevano realmente e non vi fu alcun
complotto. In secondo luogo i vescovi di Roma sucessivi a Pietro non
erano ebrei, ma romani o italici. In terzo luogo, i vescovi di Roma non
avevano alcuna autorità sui vescovi delle altre quattro sedi apostoliche
(Bisanzio, Alessandria d’Egitto, Antiochia, Gerusalemme). Il
Cristianesimo antico non era organizzato come una gerarchia piramidale,
ma come piuttosto un’insieme di chiese che formavano la Chiesa di
Cristo. In quarto luogo, le persecuzioni ai romani continuarono fino
alla fine del terzo secolo quindi, dopo il 70 d.C. per almeno altri 230
anni. Sembra che Biglino non abbia mai letto un libro serio sulla storia
della persecuzioni. (Per approfondire vedere nota 43).
Il Cristianesimo si diede una forma di gerarchia piramidale a partire
dal IV secolo con Costantino (per approfondire vedere nota 44).
Eccomi giunto alla fine di questa confutazione delle tesi di Mauro
Biglino. Non posso fare a meno che notare che Biglino, partendo tra
traduzioni errate o forzate sviluppa delle personali elucubrazioni
anti-storiche e anti-logiche. Inoltre si contraddice continuamente nelle
sue teorie. Per esempio Biglino a pag. 136 del suo libro ha scritto che
Gesù era un ribelle anti-romano; a pag 146 Biglino ha scritto che Gesù
era un potente figlio di un “Elohim”, che per Biglino sarebbe un essere
sovrumano, extraterreste; a pag. 161 Biglino torna a sostenere la tesi
del Gesù rivoluzionario anti-romano. A pag. 162 con la teoria sulla
frase “eli eli lema sabactani”, Biglino torna a sostenere la teoria che
Gesù fosse il figlio di un “Elohim” (quindi extraterrestre), come nella
pag. 165.
Biglino si rivela inoltre, ed è la cosa che più dispiace, una persona
non in pace con se stessa, infatti dai suoi scritti traspare un notevole
risentimento verso la Chiesa cattolica. Se fosse in pace con se stesso
non avrebbe bisogno di denigrare nessuna fede. Inoltre le sue frasi
irriverenti e qualche parola non soppesata in modo corretto su Gesù
Cristo e Maria dimostrano che Biglino non porta rispetto neppure per noi
cristiani. In ogni caso gli tendo idealmente la mano, e sperro possa
riconsiderare le proprie idee.
YURI LEVERATTO
Copyright 2016
Note:
1-http://camcris.altervista.org/messia.html
2-Oggi Şanlıurfa, nella Turchia sud-orientale
3-https://en.wikipedia.org/wiki/Muratorian_fragment
4-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/01/lepoca-post-costantiniana-il-dominio.html
5- Secondo la mentalità vigente nell’Antico Testamento la violenza e la
punizione erano relazionate alla giustizia di Dio. Dio mostrava la sua
giustizia con la punizione, perché ancora non aveva inviato il Figlio.
Aveva inviato profeti, per annunciare proprio la venuta del Figlio.
Infatti nei Libri dell’Antico Testamento vi sono circa trecento profezie
che indicano l’arrivo del Figlio. Ma proprio perché il Figlio non era
arrivato e non aveva potuto salvare il mondo, il patto tra Dio e l’uomo
era ancora “antico”. Proprio per questo ogni trasgressione contro Dio o
ogni peccato doveva per forza essere punita severamente o con la morte,
proprio perché il Figlio non era ancora arrivato. La vendetta era
pertanto un mezzo per far regnare la giustizia tra i popoli. Dio
(Yahweh) era un Padre severo che puniva i peccati se necessario con la
morte. Puniva chi non gli obbediva e trasgrediva la legge, puniva chi
non aveva fede in lui. Il Dio veterotestamentario doveva per forza
essere infinitamente giusto, punendo i peccati, esattamente come lo è il
Dio neo-testamentario. Ma nel Nuovo Testamento Gesù Cristo è venuto
proprio per togliere il peccato del mondo e ristabilire il patto
iniziale tra Dio e l’uomo. Ora non vi è più castigo terreno, ne
punizione terrena, ma chi crede in Gesù Cristo è salvo. Proprio per
questo Dio ha inviato suo Figlio, che è Dio stesso, il Verbo. Per poter
salvare il mondo.
6-
https://books.google.com.co/books?id=YUbGlHdhBaUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=Lev.+17:11+original+sin&source=bl&ots=bY5eRjixUI&sig=JlHJxlm5rvnNAfZmRCmHC0uC8Ps&hl=en&sa=X&ei=Sr33UsmfM4qTyQHw6IH4AQ&redir_esc=y#v=onepage&q=Lev.%2017%3A11%20original%20sin&f=false
7-
http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/il-cristianesimo-antico-leta-patristica.html
---
http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/02/la-condanna-morte-del-console-manio.html
8- «Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto
(Gv 13,3), ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso
in Asia» (Adversus Haereses III, 1, 1)
9-testo in latino del frammento muratoriano dove si conferma
l’attribuzione a Giovanni del quarto Vangelo: “[...] quarti euangeliorum
Iohannis ex discipulis. cohortantibus condiscipulis et episcopis suis
dixit Conieiunate mihi hodie triduum, et quid cuique fuerit reuelatum
alteratrum nobis enarremus. eadem nocte reuelatum Andreae ex apostolis,
ut recognoscentibus cunctis, Iohannes suo nomine cuncta describeret
[...]
10-Per esempio per il Vangelo di Marco abbiamo fonti documentali di
Eusebio di Cesarea, che riporta questo scritto di Papia di Ierapoli:
« Anche questo il presbitero era solito dire. Marco, che fu interprete
di Pietro, scrisse con cura, ma non in ordine, ciò che ricordava dei
detti e delle azioni del Signore. Poichè egli non aveva ascoltato il
Signore nè era stato uno dei suoi seguaci, ma successivamente, come ho
detto, uno di Pietro. Pietro adattava i propri insegnamenti
all'occasione, senza preparare un arrangiamento sistematico dei detti
del Signore, cosicchè Marco fu giustificato a scrivere alcune delle cose
come le ricordava. Poichè egli aveva un solo scopo, non tralasciare
nulla di quanto aveva ascoltato e di non scrivere nulla di errato. »
(Papia, citato in Eusebio di Cesarea Storia ecclesiastica, 3.39.15)
Inoltre abbiamo, sempre per il Vangelo di Marco, fonti documentali di
Ireneo ( Ireneo, Contro le eresie, 3.1, 10.6) e di Tertulliano
(Tertulliano, Contro Marcione, 4,5).
11-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/cristo-non-e-horus-e-il-cristianesimo.html
12-J. Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1986.
13-http://www.statveritas.com.ar/Varios/JLoring-01.htm
14- Abbiamo varie fonti storiche del martirio di Paolo di Tarso, avvenuto probabilmente nel 67 d.C., vediamone alcune:
Lettera di Ignazio di Antiochia agli Efesini (110 AD)
XII. So chi sono e a chi scrivo. Io sono un condannato, voi avete
ottenuto misericordia. Io in pericolo, voi al sicuro. Voi siete la
strada per quelli che s'innalzano a Dio. Gli iniziati di Paolo che si è
santificato, ha reso testimonianza ed è degno di essere chiamato beato.
Possa io stare sulle sue orme per raggiungere Dio; in un'intera sua
lettera si ricorda di voi in Gesù Cristo.
Lettera ai Romani di Dionigi, vescovo di Corinto (166-174 AD), in Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica 25-8
“Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di
Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono
insieme nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo
aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello
stesso tempo”
Tertulliano –Prescrizione contro le eresie (200 AD)
Come felice è la sua chiesa, su cui gli apostoli riversano tutta la loro
dottrina insieme con il loro sangue! Dove Pietro subisce la passione
come il suo Signore! Dove Paolo vince la corona in una morte simile a
quella di Giovanni, dove l'apostolo Giovanni fu immerso, illeso, in olio
bollente, e quindi rimandato in esilio nella sua isola! Vedete ciò che
ha imparato, ciò che ha insegnato, e quello che ha avuto comunione con
le nostre chiese in Africa!
Lattanzio, De Mortibus Persecutorum (318 AD)
I suoi apostoli erano allora undici di numero, al quale sono stati
aggiunti Mattia, al posto del traditore Giuda, e poi Paolo. Poi si
dispersero per tutta la terra a predicare il Vangelo, come il Signore
loro Maestro gli aveva ordinato; e durante venticinque anni, e fino
all'inizio del regno di Nerone, si occuparono di gettare le fondamenta
della Chiesa in ogni provincia e città. E mentre Nerone regnava,
l'apostolo Pietro è venuto a Roma, e, attraverso la potenza di Dio che
gli fu affidata, fece certi miracoli e, convertendo molti alla vera
religione, costruì un tempio fedele e saldo al Signore. Quando Nerone
sentì parlare di queste cose, e osservò che non solo a Roma, ma in ogni
altro luogo, una grande moltitudine di persone abbandonava ogni giorno
il culto degli idoli, e, condannando le loro vecchie abitudini, si
avvicinava alla nuova religione, lui, un esecrabile e pernicioso
tiranno, decise di radere al suolo il tempio celeste e distruggere la
vera fede. Fu lui che per primo ha perseguitato i servi di Dio; lui ha
crocifisso Pietro e ha fatto uccidere Paolo.
15-Articoli dove ho confutato le tesi del Sig. Donnini:
http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/confutazione-di-yuri-leveratto-al-video.html
http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/confutazione-di-yuri-leveratto-al-video_13.html
16- la storicità di Gesù: http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/la-storicita-di-gesu.html
17- http://biblehub.com/interlinear/daniel/9-21.htm
18- http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=2172976
19-http://www.intratext.com/IXT/ITA0449/_P17.HTM
20- Piñero, Antonio (2009). «Libro sobre la Natividad de Marìa». Todos
los Evangelios: Traducciòn ìntegra de las lenguas originales de todos
los textos evangèlicos conocidos. Madrid: Edaf. pp. 237-244. ISBN
978-84-414-2116-5. «Fecha probable de composiciòn: siglo IX La
Patrologìa Latina de Migne lo sigue incluyendo entre las obras de san
Jerònimo.»
21- http://biblehub.com/interlinear/matthew/1-18.htm
22- Spiros Zodhiates, “Cristo era Dio?”
23- http://www.christianarticles.it/Le-due-genealogie-di-Gesu-Cristo.htm
24- http://www.gotquestions.org/Italiano/genealogie-Gesu.html
25- http://biblehub.com/interlinear/2_kings/2-11.htm
26- http://biblehub.com/interlinear/psalms/22-1.htm
27- http://www.fau.edu/llcl/greenspahn.php
28- http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/lo-scopo-principale-della-missione-di.html
29- http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/confutazione-di-yuri-leveratto-al-video.html
30-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/la-morte-in-croce-di-gesu-cristo.html
31-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/considerazioni-sulla-risurrezione-di.html
32- http://biblehub.com/interlinear/mark/16-19.htm
33- http://biblehub.com/interlinear/luke/24-51.htm
34- http://biblehub.com/interlinear/acts/1-2.htm
35- http://biblehub.com/interlinear/acts/1-9.htm
36- http://biblehub.com/interlinear/acts/1-11.htm
37- http://biblehub.com/interlinear/acts/20-13.htm
38- https://it.wikipedia.org/wiki/Papiri_del_Nuovo_Testamento
39-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/considerazioni-sullantico-testamento-e.html
40- http://danielesalamone.altervista.org/estratto-chi-ha-ucciso-goliath-david-o-elchanan/
41-Biblia Reina Valera 1960, commenti di Charles Ryre
42- http://biblehub.com/interlinear/psalms/136-16.htm
43- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/02/le-persecuzioni-dei-cristiani-dalle.html
44- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/01/lepoca-post-costantiniana-il-dominio.html
45-http://biblehub.com/interlinear/exodus/3-14.htm
46-1-http://www.jewishencyclopedia.com/articles/11305-names-of-god
47- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/04/il-patto-abramitico.html
48- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/05/la-bibbia-e-realmente-la-parola-di-dio.html
49- http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/lo-scopo-principale-della-missione-di.html
Pubblicato da
Yuri Leveratto
a
19:16
A pag. 200 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”,
Biglino inizia una critica generale ai sacrifici che erano prescritti
nell’Antico Testamento.
Biglino sostiene che YHWH essendo un crudele capo militare (forse
extraterrestre), provasse piacere nel veder sacrificati degli agnelli
per lui e nel respirare il fumo che derivava dalla bruciatura del grasso
degli animali (riporta infatti i passaggi del Libro dei Numeri cap. 28 e
29). E’ una tesi assolutamente errata, che non considera il contesto
rituale e sacrificale biblico, ma anche della Grecia antica, per
esempio. Il sacrificio rituale (o olocausto), era una cerimonia nella
quale l’animale veniva offerto a Dio, nel senso che si rinunciava a
nutrirsi di quell’animale e si rendeva tributo a Dio offrendogli il
migliore degli agnelli. L’animale veniva sgozzato e quindi cremato
completamente. Si credeva inoltre che il Signore nel sentire il profumo
delle carni bruciate si compiacesse dell’atto eseguito dai fedeli, in
quanto si compiaceva del fatto che i credenti in lui rinunciassero a un
loro bene prezioso per offrirlo a lui. Il sacrificio rituale o olocausto
è un rito compiuto da moltissime comunità di credenti anche di altre
fedi per esempio era compiuto nelle civiltà meso-americane e
sud-americane. Biglino dimostra di non conoscere queste cerimonie
rituali che fanno parte di moltissime culture umane e sfrutta
l’argomento a suo piacere tentando di mostrare che YHWH fosse crudele e
sadico.
Inoltre Biglino, come tutti quelli che negano la santità e la Divinità
di IO-SONO, (YHWH), nega anche la sacralità dei sacrifici animali
nell’Antico Testamento. Sostiene che era una pratica barbara e che detta
pratica istigherebbe al male. Ma nell’Antico Testamento Dio ha
prescritto i sacrifici animali per espiare temporaneamente il peccato.
Nell’Antico Testamento Dio aveva ordinato di sacrificare animali
perfetti, senza macchia. La persona che offriva il sacrificio
s’identificava con l’animale e doveva ucciderlo. Gli ebrei credevano che
questo rito provvedesse il perdono dei peccati da parte di Dio.
Il sacrificio animale serviva pertanto come “punizione” nei confronti di
un peccatore, infatti si uccideva un agnello del suo gregge. Gli si
toglieva un animale, prezioso in tempi di carestia, ed inoltre il
peccatore, vedendo che l’animale innocente moriva, sentiva pena per
quell’essere vivente che moriva a causa del suo peccato.
Naturalmente tutto questo presagiva il sacrificio finale e perfetto di
Gesù Cristo sulla croce, che è l’Agnello di Dio, che toglie il peccato
del mondo (Vangelo di Giovanni, 1, 29).
Premessa
Quindi Biglino afferma (pag. 148), che siccome Yahweh era molto ben conosciuto
Il Dio mortale di Mauro Biglino: confutazioni
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Mauro Biglino è studioso di storia delle religioni e traduttore di ebraico antico. Ha collaborato con le Edizioni San Paolo per diversi anni, fino a quando non ha iniziato a pubblicare i suoi testi, frutto di 30 anni di analisi, a suo dire accurate, che avrebbero portato alla luce aspetti della Bibbia fino ad allora “volutamente omessi”.
La tesi sostenuta dal professore è che l’Uomo non sia stato creato da un Dio onnipotente, puro spirito e onnisciente, come vuole la tradizione cristiana, ma sia stato artificialmente progettato da una razza extraterrestre. A dire il vero questa non è una novità per il mondo pseudo-scientifico: il vero e più “insigne” iniziatore della teoria paleoastronautica* è l’americano di origini azero-ebraiche, nonché massone, Zecharia Sitchin (1920-2010).
Un aspetto, quello della affiliazione alla massoneria, da non sottovalutare. Lo stesso Mauro Biglino è stato membro della massoneria, e come si legge sul suo sito ufficiale: “Da oltre 10 anni si occupa inoltre di Massoneria in quanto riconosciuta come organizzazione iniziatica e simbolica che ha avuto notevole influenza nella storia dell’occidente” [1]. Egli sostiene di esserne uscito: se le cose stiano realmente così, non ce la sentiamo di poterlo affermare con assoluta certezza. Certamente il lavoro che Biglino sta portando avanti rientra perfettamente nel progetto massonico di infangare l’immagine pubblica della Chiesa Cattolica, con ogni sorta di menzogne, anche storiche. Non è un caso infatti che l’unico libro pubblicato dal professore sul tema si intitoli “Chiesa Romana Cattolica e Massoneria”.
Senza scendere ad analizzare i profondi legami che corrono tra massoneria, teosofia e ufologia (incredibile ma vero!), che pure sarebbero importantissimi da analizzare per comprendere meglio il fenomeno, e speriamo di trattarli in altro articolo, vediamo di capire se gli studi biblici del professor Biglino sono davvero attendibili.
Il problema della comparsa della vita.
Anzitutto è bene precisare che le teorie del prof. Biglino hanno una genesi filosofica, logica e scientifica ben precisa che ha interessato numerosi personaggi non solo del mondo parascientifico (al quale appunto appartengono Biglino, Sitchin & co.) ma anche personaggi di un certo rilievo come Francis Crick, premio nobel per aver scoperto nientemeno che l’elica del DNA, e Richard Dawkins, noto scienziato ateo ed evoluzionista militante. Com’è arcinoto, i tre principali quesiti a cui la scienza non sa ancora rispondere con precisione sono: 1) la nascita dell’Universo; 2) il passaggio da materia inanimata a materia animata, in altre parole la nascita della vita nel cosmo; 3) il passaggio dall’animale all’uomo, ovverosia la nascita della razionalità e della coscienza.
Biglino rientra in quella categoria di studiosi che hanno tentato di dare una risposta al secondo quesito, partendo da semplici osservazioni: la cellula procariote (quella dei batteri, per intenderci, e quindi quella più “primitiva”) è troppo complessa per essersi formata casualmente in un brodo primordiale su un pianeta che, secondo i calcoli geologici più affidabili, è antico solo 4,5 miliardi di anni. Dico “solo” perché, anche se sono esageratamente tanti per un essere umano, 4,5 miliardi di anni sono comunque pochissimi per la formazione di una cellula procariote, che per quanto primordiale possa risultare è comunque complessa e perfetta in sé.
Ricordiamo che per il pensiero scientifico contemporaneo (non condiviso da tutti gli scienziati, naturalmente) non esiste carattere né creativo né deterministico né finalistico del cosmo. Tutto è in continua trasformazione, niente si crea niente si distrugge, tutto è dovuto al caso (assenza di finalismo, casualità assoluta), infine non è detto che un determinato fenomeno dia origine necessariamente ad un altro ben preciso che risulta esserne conseguenza diretta: in altre parole, ogni fenomeno può dare origine a centinaia di conseguenze diverse, sarà il caso poi a decidere quale di queste conseguenze di fatto si attuerà (mancanza di determinismo).
Ovviamente, la teologia cattolica e anche il pensiero scientifico cristiano sono su tutt’altra lunghezza d’onda. C’è distinzione e al contempo collaborazione tra probabilità e provvidenza: per lo scienziato cattolico, esiste un Dio personale e creativo, che ha dato origine al cosmo e ne ha dettato leggi altamente precise. C’è dunque un carattere finalistico (tutto ha uno scopo, non c’è casualità), anche ammettendo la validità di teorie dubbie come l’evoluzionismo, anche in quel caso Dio avrebbe usato l’evoluzione delle specie per il fine di creare le piante, gli animali e infine l’uomo. Non necessariamente, infine, è presente nella visione cristiana della scienza un carattere deterministico: probabilità e provvidenza possono unirsi in vista di uno scopo maggiore e/o migliore. Questo lo sottolineo, per capire la sostanziale differenza tra pensiero scientifico ateo e pensiero scientifico cattolico. Ovviamente, per il cattolico, tutto l’Universo va verso la piena realizzazione finale della Parusia.
Più la scienza progredisce, tuttavia, più essa sembra dar ragione al pensiero scientifico cristiano e gli scienziati militanti atei, come Dawkins e Crick, pur di non mettere in discussione il proprio fanatico ateismo, approdano a teorie assurde come la paleoastronautica [2].
Ritornando alle evidenze scientifiche, già dicemmo che una vita di soli 4,5 miliardi di anni per un pianeta sono pochissimi – anche ammettendo la teoria del brodo primordiale – per ottenere un processo evolutivo tale che, partendo da semplici elementi chimici, si formino amminoacidi, infine proteine, fino ad arrivare ad una prima complessa cellula procariote. Lo scienziato ateo Fred Hoyle incaricò il suo assistente Chandra Wickramasinghe di calcolare il numero di probabilità secondo cui la prima cellula si fosse formata casualmente in così poco tempo (ricordiamo che la Terra ha, attualmente, 4 miliardi e mezzo di anni: i primissimi procarioti comparvero alla fine dell’Adeano, la prima delle ere geologiche, circa 4 miliardi di anni fa… dunque abbiamo meno di 500 milioni di anni per la formazione di organismi monocellulari complessi come i cianobatteri filosintetici che sono stati ritrovati nei sedimenti fossiliferi groenlandesi di 4 miliardi di anni fa). Il risultato del calcolo: una probabilità su 1040.000, in altre parole: “la stessa probabilità che si avrebbe di vincere alla roulette per 25.000 volte di seguito”. Attenzione: non 25.000 volte in totale, ma di seguito, una dietro l’altra: impossibile, o meglio… improbabile!
Nel link a cui rimandiamo [3] si parla del calcolo del prof. Wickramasinghe e, si noti bene, anche qui si arriva alla conclusione “extraterrestre”. E’ interessante notare anche la conclusione di quest’altro blog che rimandiamo in nota [4]: “Dobbiamo credergli [al prof. Wickramasinghe, n.d.r.] oppure dobbiamo sostenere ancora una volta che l’uomo è stato creato da Dio?”.
Gli alieni sono più plausibili di Dio?
Quante volte abbiamo sentito anche atei o comunque persone che si professano non cristiane ridere – giustamente! – di fronte a certe trasmissioni televisive che parlano delle teorie dei vari pseudoprofessori Biglino, Sitchin e compagnia bella? La prossima volta ricordiamo loro che alla stessa conclusione sono giunti personaggi ben più accreditati dal mondo accademico come Crick, Dawkins, Hoyle, etc… La lista è veramente lunga e include astronauti, astronomi, fisici, archeologi, etc.
La scienza dunque ha reso evidente che il caso non può aver creato la vita sulla Terra, ma una intelligenza, un “disegno intelligente” che ha dato il primo vitale impulso. La domanda: chi è questa grandiosa intelligenza? Dio, oppure una civiltà aliena superavanzata che ha usato il nostro pianeta come gigantesco laboratorio?
Alla fin dei conti, la seconda soluzione non è poi così assurda, se pensiamo al livello tecnologico che noi oggi abbiamo raggiunto e che, un domani, anche noi potremo utilizzare altri pianeti come laboratori. Tuttavia esiste un paradosso che mette seriamente in crisi questa prospettiva: è noto come il paradosso di Fermi.
Analizzando la volta celeste, meditando la profondità e le incredibili dimensioni dell’Universo in cui viviamo, ci viene semplice pensare che lì, da qualche parte, possano esistere numerose altre civiltà che vivono proprio come noi e che magari ci stanno anche osservando! La sensazione che ci dà l’impressione che sia quasi ovvio che ci siano altre civiltà aliene nel cosmo va in contrasto con quello che, pertanto, viene definito paradosso di Fermi: se il Sole è una delle stelle più giovani della nostra galassia, ci sono stelle quindi ben più vecchie con pianeti che potenzialmente ospitano vita da molto più tempo. Ebbene, dove sono queste civiltà evolute? Perché ancora non ci hanno contattato ufficialmente?
Ci contattarono nel passato ed, anzi, ci hanno creato!
Si può tentare di rispondere al paradosso di Fermi risolvendo, allo stesso tempo, il quesito sull’origine della vita sulla Terra. “Risolvendo”, apparentemente: se infatti la vita è stata portata sul nostro pianeta da civiltà aliene, com’è comparsa la loro? Non si fa altro che reiterare il problema. E’ ciò che fanno studiosi come Mauro Biglino. La teoria che non solo l’uomo sia stato creato in laboratorio da extraterrestri, ma addirittura tutta la vita sulla Terra, è una costante presente in molti studiosi e addirittura è alla base di un culto cosiddetto appunto “ufologico” nato nel secolo scorso, i Raeliani, anch’esso di derivazione massonica, che predicano l’adorazione di una civiltà aliena superiore, detta degli Elohim, che in passato crearono in laboratorio piante, animali e uomini. Predicano l’inesistenza dell’anima, la libertà e l’operosità sessuale, l’instaurazione imminente di un governo globale e credono che dopo la morte gli Elohim clonino gli uomini più meritevoli sul loro pianeta, dove vivranno eternamente in mezzo ad ogni sorta di piacere materiale.
Tornando al nostro Biglino, il suo libro sul tema “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia” contiene al suo interno numerose frodi e cattive traduzioni dall’ebraico, volutamente inserite, già smentite da rabbini, teologi, linguisti e professori universitari, a cui noi daremo voce in questo articolo. La maggior parte delle informazioni erronee che Biglino apporta nel suo libro sono prese dalle teorie di un altro già citato “studioso”, Zecharia Sitchin, sedicente traduttore della lingua sumerica e sostenitore della teoria degli Anunnaki. Smentito più volte da sumerologi e professori [4], Sitchin sosteneva che una civiltà aliena, detta in lingua sumera Anunnaki, scese sulla Terra e manipolò in laboratorio i geni dei nativi neanderthaliani per creare la nostra specie umana al fine di sottoporla ai lavori di recupero dell’oro, necessario per ricostruire l’atmosfera del loro pianeta Nibiru. Mah!
Prove di questo contatto, secondo Sitchin, sarebbero presenti nei testi sacri delle grandi civiltà del passato, Bibbia inclusa. La stessa teoria è ripresa dal prof. Biglino.
Il libro del professore inizia con una citazione di Osho, noto guru che diffonde spiritualità care alle logge e che auspica la fine del cristianesimo: “Tutto ciò che avete sentito dire sulla religione, o che avete letto, deve essere messo da parte una volta per tutte. Solo se ti presenti limpido, con la consapevolezza libera anche dal più minuscolo segno, conoscerai la religione. Le cosiddette religioni fanno esattamente la cosa opposta, e puoi vedere da te quali risultati ottengono. Il mondo intero vive frazionato in religioni: c’è chi va alla sinagoga, chi va al tempio e chi va in chiesa. Ma riesci a scorgere un bagliore di religiosità da qualche parte?”. È chiaro dunque che il libro non si pone come un imparziale studio scientifico, ma come un goffo tentativo di screditare, a causa di un pregiudizio negativo, la religiosità ebraica e cristiana. Leggendo l’introduzione, ci si imbatte subito in parole cariche di una somma ignoranza nei confronti del cristianesimo (“si sente spesso dire: la fede è cieca”, “Tutti i credo religiosi sono ciechi e si fondano sull’immaturità di fondo della mente umana”, etc.) e cariche di gnosticismo scadente (“Quando saremo veramente in grado di prenderci cura dei bambini da adulti responsabili, in modo non speculativo, ma per amore dell’evoluzione e della Verità, qualcosa comincerà a cambiare nella mente umana e l’evoluzione diventerà una conseguenza dello sviluppo della consapevolezza e quindi… un fenomeno conscio, perché finora abbiamo sempre sguazzato nel fango dell’inconscio”).
Le cattive traduzioni che Biglino fa dall’ebraico sono tantissime, non basterebbe un articolo per trattarle tutte. Parleremo delle più importanti.
L’ipotesi di base, dice il professore, a pag. 16, è che la civiltà più antica, quella sumera (e di cui gli ebrei si sarebbero fatti “imitatori”), parla di “un pianeta che esiste nel Sistema Solare di cui noi ufficialmente non conosciamo ancora l’esistenza: un pianeta chiamato NIBIRU che ha un’orbita retrograda rispetto a quella di tutti gli altri pianeti e la cui durata è pari a 3.600 anni terrestri. Il nome NIBIRU significherebbe “Pianeta dell’attraversamento” proprio perché questo corpo celeste attraversa in senso contrario le ellissi percorse dai suoi “colleghi” (quelle di Marte e Giove in particolare). L’orbita retrograda ci fa pensare che NIBIRU non può essere stato generato con il Sole, come gli altri pianeti, per cui deve necessariamente essere stato “attratto e catturato” dalle forze gravitazionali del nostro Sistema solare: questo è proprio ciò che affermano i racconti dei Sumeri (secondo le interpretazioni degli autori considerati “alternativi” rispetto alla scienza ufficiale). Un satellite di questo pianeta avrebbe addirittura impattato con la Terra, producendo la grande depressione che si trova sotto l’Oceano Pacifico: nel corso di questo scontro dalle dimensioni cosmiche si sarebbero originate l’orbita attuale della Luna e la fascia degli asteroidi”. Le teorie qui esposte sono praticamente copiate da Zecharia Sitchin. Biglino prosegue con un elenco di presunte prove scientifiche sull’esistenza di questo fantomatico pianeta X. Date le condizioni, tuttavia, è scientificamente impossibile che si sviluppi la vita su un simile pianeta con un’orbita lunga quasi 4000 anni, lo sbalzo di temperatura sarebbe estremamente eccessivo per qualsiasi forma di vita, almeno quelle superiori a quella batterica (forse soltanto gli estremofili sopravviverebbero, ma non ne sono sicuro…). Tuttavia, Sitchin tenta di rispondere a questo evidente paradosso sostenendo che gli Anunnaki crearono una specie di atmosfera ad effetto serra intorno al pianeta con l’oro (sic!): una risposta che non dice nulla, perché ad ogni modo non spiega in che modo la vita potè comparire su un pianeta così ostile… Da notare inoltre che gli anni di rivoluzione di Nibiru indicati da Sitchin e che Biglino riprende, in realtà totalmente assenti negli scritti sumeri, coincidono putacaso con il periodo che separa cronologicamente la nostra civiltà da quella sumerica: come a dire, gli Anunnaki stanno tornando. Un modo alquanto patetico per incentivare le attese millenaristiche nei confronti di presunti extraterrestri salvatori. Il professore di ebraico e archeologo Michael Eiser riporta nel suo sito (vedi nota 4) che: non esiste alcun pianeta chiamato Nibiru dai sumeri e posto oltre Plutone, collegata ad una presunta civiltà detta Anunnaki, con un’orbita di 3600 anni [5]. Per spiegare la fallacia delle traduzioni di Sitchin, il professor Eiser si rifà a veri testi sumeri, a differenza dello studioso massone, che saltuariamente li cita male e peggio li traduce. La parola “nibiru” negli scritti cuneiformi non indica un pianeta. Nell’epopea di Gilgamesh per esempio compare con il significato di “punto di attraversamento” (e non pianeta di attraversamento), in riferimento ad un cancello che l’eroe protagonista Gilgamesh deve attraversare. In alcuni testi militari accadici, indica un traghetto o altre imbarcazioni, intese come “punti di attraversamento” di un fiume. Nei testi astronomici, Nibiru non indica un pianeta preciso, ma vari corpi in relazione al loro “attraversare qualcosa” nella volta celeste. Tuttavia mai indica un corpo celeste oltre Plutone. Talvolta Nibiru indica Giove, altre volte una cometa, altre volte Mercurio o Venere, mai un pianeta transplutoniano (vedi secondo link di nota 5).
Gli errori linguistici che Sitchin, Biglino e gli altri esponenti della “teoria paleoastronautica” commettono sono numerosissimi, ma se l’ipotesi di base (come il prof. Biglino stesso la chiama) crolla, possiamo dire che tutta l’idea del contatto uomini-Anunnaki viene meno.
Per dare un’altra idea delle cattive e malintenzionate traduzioni: a pag. 87, Biglino scrive che “Mosè si presenta al popolo con il volto arrossato, come bruciato, al punto da richiedere di essere costantemente coperto da un velo, che viene tolto solo quando entra nella tenda alla presenza dell’Elohìm (Es 34, 29 e segg.). Ma che cos’è successo? È stato esposto a una potente fonte di energia? È stato colpito da una radiazione che, come quella solare, produce ustioni?”. In realtà, il verbo adoperato nella Scrittura in ebraico non è saraf (come Biglino lascerebbe intendere e che significa “bruciare”, verbo da cui deriva la parola serafim, i serafini che “ardono” di amore per Dio) ma qaran, che significa “irradiare”. Dunque il volto di Mosè non apparve ustionato (Biglino, con questa mala traduzione, vuole portare acqua al suo mulino, cioè dimostrare che Mosè fu esposto alle forti radiazioni di un’astronave), ma raggiante, e tale è la traduzione della Vulgata: “Cumque descenderet Moyses de monte Sinai, tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quod resplenderet cutis faciei suae ex consortio sermonis Domini”.
O ancora, a proposito dei giganti citati in Genesi 6, Sitchin e Biglino scrivono che si tratta in realtà di “esseri caduti dal cielo”, cioè alieni. Ma la parola ebraica Nephilim non viene da naphal, perché il plurale sarebbe stato nephulim. Nephilim viene da nephil. Significa gigante, non caduto.
Gaetano Masciullo
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Mauro Biglino è studioso di storia delle religioni e traduttore di ebraico antico. Ha collaborato con le Edizioni San Paolo per diversi anni, fino a quando non ha iniziato a pubblicare i suoi testi, frutto di 30 anni di analisi, a suo dire accurate, che avrebbero portato alla luce aspetti della Bibbia fino ad allora “volutamente omessi”.
La tesi sostenuta dal professore è che l’Uomo non sia stato creato da un Dio onnipotente, puro spirito e onnisciente, come vuole la tradizione cristiana, ma sia stato artificialmente progettato da una razza extraterrestre. A dire il vero questa non è una novità per il mondo pseudo-scientifico: il vero e più “insigne” iniziatore della teoria paleoastronautica* è l’americano di origini azero-ebraiche, nonché massone, Zecharia Sitchin (1920-2010).
Un aspetto, quello della affiliazione alla massoneria, da non sottovalutare. Lo stesso Mauro Biglino è stato membro della massoneria, e come si legge sul suo sito ufficiale: “Da oltre 10 anni si occupa inoltre di Massoneria in quanto riconosciuta come organizzazione iniziatica e simbolica che ha avuto notevole influenza nella storia dell’occidente” [1]. Egli sostiene di esserne uscito: se le cose stiano realmente così, non ce la sentiamo di poterlo affermare con assoluta certezza. Certamente il lavoro che Biglino sta portando avanti rientra perfettamente nel progetto massonico di infangare l’immagine pubblica della Chiesa Cattolica, con ogni sorta di menzogne, anche storiche. Non è un caso infatti che l’unico libro pubblicato dal professore sul tema si intitoli “Chiesa Romana Cattolica e Massoneria”.
Senza scendere ad analizzare i profondi legami che corrono tra massoneria, teosofia e ufologia (incredibile ma vero!), che pure sarebbero importantissimi da analizzare per comprendere meglio il fenomeno, e speriamo di trattarli in altro articolo, vediamo di capire se gli studi biblici del professor Biglino sono davvero attendibili.
Il problema della comparsa della vita.
Anzitutto è bene precisare che le teorie del prof. Biglino hanno una genesi filosofica, logica e scientifica ben precisa che ha interessato numerosi personaggi non solo del mondo parascientifico (al quale appunto appartengono Biglino, Sitchin & co.) ma anche personaggi di un certo rilievo come Francis Crick, premio nobel per aver scoperto nientemeno che l’elica del DNA, e Richard Dawkins, noto scienziato ateo ed evoluzionista militante. Com’è arcinoto, i tre principali quesiti a cui la scienza non sa ancora rispondere con precisione sono: 1) la nascita dell’Universo; 2) il passaggio da materia inanimata a materia animata, in altre parole la nascita della vita nel cosmo; 3) il passaggio dall’animale all’uomo, ovverosia la nascita della razionalità e della coscienza.
Biglino rientra in quella categoria di studiosi che hanno tentato di dare una risposta al secondo quesito, partendo da semplici osservazioni: la cellula procariote (quella dei batteri, per intenderci, e quindi quella più “primitiva”) è troppo complessa per essersi formata casualmente in un brodo primordiale su un pianeta che, secondo i calcoli geologici più affidabili, è antico solo 4,5 miliardi di anni. Dico “solo” perché, anche se sono esageratamente tanti per un essere umano, 4,5 miliardi di anni sono comunque pochissimi per la formazione di una cellula procariote, che per quanto primordiale possa risultare è comunque complessa e perfetta in sé.
Ricordiamo che per il pensiero scientifico contemporaneo (non condiviso da tutti gli scienziati, naturalmente) non esiste carattere né creativo né deterministico né finalistico del cosmo. Tutto è in continua trasformazione, niente si crea niente si distrugge, tutto è dovuto al caso (assenza di finalismo, casualità assoluta), infine non è detto che un determinato fenomeno dia origine necessariamente ad un altro ben preciso che risulta esserne conseguenza diretta: in altre parole, ogni fenomeno può dare origine a centinaia di conseguenze diverse, sarà il caso poi a decidere quale di queste conseguenze di fatto si attuerà (mancanza di determinismo).
Ovviamente, la teologia cattolica e anche il pensiero scientifico cristiano sono su tutt’altra lunghezza d’onda. C’è distinzione e al contempo collaborazione tra probabilità e provvidenza: per lo scienziato cattolico, esiste un Dio personale e creativo, che ha dato origine al cosmo e ne ha dettato leggi altamente precise. C’è dunque un carattere finalistico (tutto ha uno scopo, non c’è casualità), anche ammettendo la validità di teorie dubbie come l’evoluzionismo, anche in quel caso Dio avrebbe usato l’evoluzione delle specie per il fine di creare le piante, gli animali e infine l’uomo. Non necessariamente, infine, è presente nella visione cristiana della scienza un carattere deterministico: probabilità e provvidenza possono unirsi in vista di uno scopo maggiore e/o migliore. Questo lo sottolineo, per capire la sostanziale differenza tra pensiero scientifico ateo e pensiero scientifico cattolico. Ovviamente, per il cattolico, tutto l’Universo va verso la piena realizzazione finale della Parusia.
Più la scienza progredisce, tuttavia, più essa sembra dar ragione al pensiero scientifico cristiano e gli scienziati militanti atei, come Dawkins e Crick, pur di non mettere in discussione il proprio fanatico ateismo, approdano a teorie assurde come la paleoastronautica [2].
Ritornando alle evidenze scientifiche, già dicemmo che una vita di soli 4,5 miliardi di anni per un pianeta sono pochissimi – anche ammettendo la teoria del brodo primordiale – per ottenere un processo evolutivo tale che, partendo da semplici elementi chimici, si formino amminoacidi, infine proteine, fino ad arrivare ad una prima complessa cellula procariote. Lo scienziato ateo Fred Hoyle incaricò il suo assistente Chandra Wickramasinghe di calcolare il numero di probabilità secondo cui la prima cellula si fosse formata casualmente in così poco tempo (ricordiamo che la Terra ha, attualmente, 4 miliardi e mezzo di anni: i primissimi procarioti comparvero alla fine dell’Adeano, la prima delle ere geologiche, circa 4 miliardi di anni fa… dunque abbiamo meno di 500 milioni di anni per la formazione di organismi monocellulari complessi come i cianobatteri filosintetici che sono stati ritrovati nei sedimenti fossiliferi groenlandesi di 4 miliardi di anni fa). Il risultato del calcolo: una probabilità su 1040.000, in altre parole: “la stessa probabilità che si avrebbe di vincere alla roulette per 25.000 volte di seguito”. Attenzione: non 25.000 volte in totale, ma di seguito, una dietro l’altra: impossibile, o meglio… improbabile!
Nel link a cui rimandiamo [3] si parla del calcolo del prof. Wickramasinghe e, si noti bene, anche qui si arriva alla conclusione “extraterrestre”. E’ interessante notare anche la conclusione di quest’altro blog che rimandiamo in nota [4]: “Dobbiamo credergli [al prof. Wickramasinghe, n.d.r.] oppure dobbiamo sostenere ancora una volta che l’uomo è stato creato da Dio?”.
Gli alieni sono più plausibili di Dio?
Quante volte abbiamo sentito anche atei o comunque persone che si professano non cristiane ridere – giustamente! – di fronte a certe trasmissioni televisive che parlano delle teorie dei vari pseudoprofessori Biglino, Sitchin e compagnia bella? La prossima volta ricordiamo loro che alla stessa conclusione sono giunti personaggi ben più accreditati dal mondo accademico come Crick, Dawkins, Hoyle, etc… La lista è veramente lunga e include astronauti, astronomi, fisici, archeologi, etc.
La scienza dunque ha reso evidente che il caso non può aver creato la vita sulla Terra, ma una intelligenza, un “disegno intelligente” che ha dato il primo vitale impulso. La domanda: chi è questa grandiosa intelligenza? Dio, oppure una civiltà aliena superavanzata che ha usato il nostro pianeta come gigantesco laboratorio?
Alla fin dei conti, la seconda soluzione non è poi così assurda, se pensiamo al livello tecnologico che noi oggi abbiamo raggiunto e che, un domani, anche noi potremo utilizzare altri pianeti come laboratori. Tuttavia esiste un paradosso che mette seriamente in crisi questa prospettiva: è noto come il paradosso di Fermi.
Analizzando la volta celeste, meditando la profondità e le incredibili dimensioni dell’Universo in cui viviamo, ci viene semplice pensare che lì, da qualche parte, possano esistere numerose altre civiltà che vivono proprio come noi e che magari ci stanno anche osservando! La sensazione che ci dà l’impressione che sia quasi ovvio che ci siano altre civiltà aliene nel cosmo va in contrasto con quello che, pertanto, viene definito paradosso di Fermi: se il Sole è una delle stelle più giovani della nostra galassia, ci sono stelle quindi ben più vecchie con pianeti che potenzialmente ospitano vita da molto più tempo. Ebbene, dove sono queste civiltà evolute? Perché ancora non ci hanno contattato ufficialmente?
Ci contattarono nel passato ed, anzi, ci hanno creato!
Si può tentare di rispondere al paradosso di Fermi risolvendo, allo stesso tempo, il quesito sull’origine della vita sulla Terra. “Risolvendo”, apparentemente: se infatti la vita è stata portata sul nostro pianeta da civiltà aliene, com’è comparsa la loro? Non si fa altro che reiterare il problema. E’ ciò che fanno studiosi come Mauro Biglino. La teoria che non solo l’uomo sia stato creato in laboratorio da extraterrestri, ma addirittura tutta la vita sulla Terra, è una costante presente in molti studiosi e addirittura è alla base di un culto cosiddetto appunto “ufologico” nato nel secolo scorso, i Raeliani, anch’esso di derivazione massonica, che predicano l’adorazione di una civiltà aliena superiore, detta degli Elohim, che in passato crearono in laboratorio piante, animali e uomini. Predicano l’inesistenza dell’anima, la libertà e l’operosità sessuale, l’instaurazione imminente di un governo globale e credono che dopo la morte gli Elohim clonino gli uomini più meritevoli sul loro pianeta, dove vivranno eternamente in mezzo ad ogni sorta di piacere materiale.
Tornando al nostro Biglino, il suo libro sul tema “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia” contiene al suo interno numerose frodi e cattive traduzioni dall’ebraico, volutamente inserite, già smentite da rabbini, teologi, linguisti e professori universitari, a cui noi daremo voce in questo articolo. La maggior parte delle informazioni erronee che Biglino apporta nel suo libro sono prese dalle teorie di un altro già citato “studioso”, Zecharia Sitchin, sedicente traduttore della lingua sumerica e sostenitore della teoria degli Anunnaki. Smentito più volte da sumerologi e professori [4], Sitchin sosteneva che una civiltà aliena, detta in lingua sumera Anunnaki, scese sulla Terra e manipolò in laboratorio i geni dei nativi neanderthaliani per creare la nostra specie umana al fine di sottoporla ai lavori di recupero dell’oro, necessario per ricostruire l’atmosfera del loro pianeta Nibiru. Mah!
Prove di questo contatto, secondo Sitchin, sarebbero presenti nei testi sacri delle grandi civiltà del passato, Bibbia inclusa. La stessa teoria è ripresa dal prof. Biglino.
Il libro del professore inizia con una citazione di Osho, noto guru che diffonde spiritualità care alle logge e che auspica la fine del cristianesimo: “Tutto ciò che avete sentito dire sulla religione, o che avete letto, deve essere messo da parte una volta per tutte. Solo se ti presenti limpido, con la consapevolezza libera anche dal più minuscolo segno, conoscerai la religione. Le cosiddette religioni fanno esattamente la cosa opposta, e puoi vedere da te quali risultati ottengono. Il mondo intero vive frazionato in religioni: c’è chi va alla sinagoga, chi va al tempio e chi va in chiesa. Ma riesci a scorgere un bagliore di religiosità da qualche parte?”. È chiaro dunque che il libro non si pone come un imparziale studio scientifico, ma come un goffo tentativo di screditare, a causa di un pregiudizio negativo, la religiosità ebraica e cristiana. Leggendo l’introduzione, ci si imbatte subito in parole cariche di una somma ignoranza nei confronti del cristianesimo (“si sente spesso dire: la fede è cieca”, “Tutti i credo religiosi sono ciechi e si fondano sull’immaturità di fondo della mente umana”, etc.) e cariche di gnosticismo scadente (“Quando saremo veramente in grado di prenderci cura dei bambini da adulti responsabili, in modo non speculativo, ma per amore dell’evoluzione e della Verità, qualcosa comincerà a cambiare nella mente umana e l’evoluzione diventerà una conseguenza dello sviluppo della consapevolezza e quindi… un fenomeno conscio, perché finora abbiamo sempre sguazzato nel fango dell’inconscio”).
Le cattive traduzioni che Biglino fa dall’ebraico sono tantissime, non basterebbe un articolo per trattarle tutte. Parleremo delle più importanti.
L’ipotesi di base, dice il professore, a pag. 16, è che la civiltà più antica, quella sumera (e di cui gli ebrei si sarebbero fatti “imitatori”), parla di “un pianeta che esiste nel Sistema Solare di cui noi ufficialmente non conosciamo ancora l’esistenza: un pianeta chiamato NIBIRU che ha un’orbita retrograda rispetto a quella di tutti gli altri pianeti e la cui durata è pari a 3.600 anni terrestri. Il nome NIBIRU significherebbe “Pianeta dell’attraversamento” proprio perché questo corpo celeste attraversa in senso contrario le ellissi percorse dai suoi “colleghi” (quelle di Marte e Giove in particolare). L’orbita retrograda ci fa pensare che NIBIRU non può essere stato generato con il Sole, come gli altri pianeti, per cui deve necessariamente essere stato “attratto e catturato” dalle forze gravitazionali del nostro Sistema solare: questo è proprio ciò che affermano i racconti dei Sumeri (secondo le interpretazioni degli autori considerati “alternativi” rispetto alla scienza ufficiale). Un satellite di questo pianeta avrebbe addirittura impattato con la Terra, producendo la grande depressione che si trova sotto l’Oceano Pacifico: nel corso di questo scontro dalle dimensioni cosmiche si sarebbero originate l’orbita attuale della Luna e la fascia degli asteroidi”. Le teorie qui esposte sono praticamente copiate da Zecharia Sitchin. Biglino prosegue con un elenco di presunte prove scientifiche sull’esistenza di questo fantomatico pianeta X. Date le condizioni, tuttavia, è scientificamente impossibile che si sviluppi la vita su un simile pianeta con un’orbita lunga quasi 4000 anni, lo sbalzo di temperatura sarebbe estremamente eccessivo per qualsiasi forma di vita, almeno quelle superiori a quella batterica (forse soltanto gli estremofili sopravviverebbero, ma non ne sono sicuro…). Tuttavia, Sitchin tenta di rispondere a questo evidente paradosso sostenendo che gli Anunnaki crearono una specie di atmosfera ad effetto serra intorno al pianeta con l’oro (sic!): una risposta che non dice nulla, perché ad ogni modo non spiega in che modo la vita potè comparire su un pianeta così ostile… Da notare inoltre che gli anni di rivoluzione di Nibiru indicati da Sitchin e che Biglino riprende, in realtà totalmente assenti negli scritti sumeri, coincidono putacaso con il periodo che separa cronologicamente la nostra civiltà da quella sumerica: come a dire, gli Anunnaki stanno tornando. Un modo alquanto patetico per incentivare le attese millenaristiche nei confronti di presunti extraterrestri salvatori. Il professore di ebraico e archeologo Michael Eiser riporta nel suo sito (vedi nota 4) che: non esiste alcun pianeta chiamato Nibiru dai sumeri e posto oltre Plutone, collegata ad una presunta civiltà detta Anunnaki, con un’orbita di 3600 anni [5]. Per spiegare la fallacia delle traduzioni di Sitchin, il professor Eiser si rifà a veri testi sumeri, a differenza dello studioso massone, che saltuariamente li cita male e peggio li traduce. La parola “nibiru” negli scritti cuneiformi non indica un pianeta. Nell’epopea di Gilgamesh per esempio compare con il significato di “punto di attraversamento” (e non pianeta di attraversamento), in riferimento ad un cancello che l’eroe protagonista Gilgamesh deve attraversare. In alcuni testi militari accadici, indica un traghetto o altre imbarcazioni, intese come “punti di attraversamento” di un fiume. Nei testi astronomici, Nibiru non indica un pianeta preciso, ma vari corpi in relazione al loro “attraversare qualcosa” nella volta celeste. Tuttavia mai indica un corpo celeste oltre Plutone. Talvolta Nibiru indica Giove, altre volte una cometa, altre volte Mercurio o Venere, mai un pianeta transplutoniano (vedi secondo link di nota 5).
Gli errori linguistici che Sitchin, Biglino e gli altri esponenti della “teoria paleoastronautica” commettono sono numerosissimi, ma se l’ipotesi di base (come il prof. Biglino stesso la chiama) crolla, possiamo dire che tutta l’idea del contatto uomini-Anunnaki viene meno.
Per dare un’altra idea delle cattive e malintenzionate traduzioni: a pag. 87, Biglino scrive che “Mosè si presenta al popolo con il volto arrossato, come bruciato, al punto da richiedere di essere costantemente coperto da un velo, che viene tolto solo quando entra nella tenda alla presenza dell’Elohìm (Es 34, 29 e segg.). Ma che cos’è successo? È stato esposto a una potente fonte di energia? È stato colpito da una radiazione che, come quella solare, produce ustioni?”. In realtà, il verbo adoperato nella Scrittura in ebraico non è saraf (come Biglino lascerebbe intendere e che significa “bruciare”, verbo da cui deriva la parola serafim, i serafini che “ardono” di amore per Dio) ma qaran, che significa “irradiare”. Dunque il volto di Mosè non apparve ustionato (Biglino, con questa mala traduzione, vuole portare acqua al suo mulino, cioè dimostrare che Mosè fu esposto alle forti radiazioni di un’astronave), ma raggiante, e tale è la traduzione della Vulgata: “Cumque descenderet Moyses de monte Sinai, tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quod resplenderet cutis faciei suae ex consortio sermonis Domini”.
O ancora, a proposito dei giganti citati in Genesi 6, Sitchin e Biglino scrivono che si tratta in realtà di “esseri caduti dal cielo”, cioè alieni. Ma la parola ebraica Nephilim non viene da naphal, perché il plurale sarebbe stato nephulim. Nephilim viene da nephil. Significa gigante, non caduto.
Gaetano Masciullo
Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento
In questo articolo confuterò le tesi di Mauro Biglino riferite al Nuovo
Testamento che lui ha scritto nel suo libro “Antico e Nuovo Testamento
libri senza Dio”. Premetto che questo non è un attacco alla persona di
Mauro Biglino, ma una semplice confutazione alle sue idee. Inizierò con
una premessa, dove descrivo il modus operandi di Mauro Biglino. Dopo di
ciò passerò a confutare le sue tesi sul Nuovo Testamento a partire dal
cap. 5 (pag. 133), del suo libro. A queste aggiungerò anche alcune
confutazioni alle sue tesi sull’Antico Testamento.
La storia è piena di persone che negano la veridicità della Bibbia, ed è
piena di persone che negano che Gesù Cristo è il Figlio di Dio.
Nell’antichità vi sono stati Celso e Porfirio, gli gnostici e i
manichei. Negli ultimi secoli vi sono stati scrittori come Friedrich
Nietzsche, Dayananda Saraswati, o Bertrand Russell. Nessuno di questi,
però, è riuscito a dimostrare che la Bibbia non sia realmente ispirata
da Dio. Mauro Biglino è uno dei tanti che negano l’unico e vero Dio, e
lo fa in modo astuto e avvincente. Infatti si è inserito in un filone,
quello degli antichi astronauti e del complottismo, molto di moda al
giorno d’oggi.
Mauro Biglino ha iniziato partendo dalla Genesi tentando di dimostrare
che le traduzioni dall’ebraico sarebbero sbagliate e che Dio non sarebbe
Dio, ma un alieno (un extraterrestre). Ha poi tentato di dimostrare con
l’etimologia che alcuni termini in ebraico secondo lui non
significherebbero Dio, ma è stato confutato da noti biblisti laureati in
ebraico. Allora ha detto che YHWH è un Dio cattivo e vendicativo e non
potrebbe essere il Padre amorevole di Gesù Cristo. Alla fine ha svelato
le sue carte. Ha detto chiaramente che Gesù Cristo, non è il Figlio di
Dio, ma sarebbe figlio di n.n.
Spesso Biglino dice di spiegare cos’è l’Antico Testamento e dice che i
cristiani avrebbero “rubato” quel libro agli ebrei. Ma così facendo
dimentica che gli autori del Nuovo Testamento erano tutti ebrei (anche
per Luca ci sono teorie che fosse un ebreo), e che conoscevano alla
perfezione il Tanakh. Essi hanno scritto il Nuovo Testamento alla luce
della missione di Gesù Cristo sulla terra. Per cui erano le persone al
mondo più qualificate per scrivere sulla vicenda di Gesù Cristo. Quindi
non hanno rubato nulla, hanno scritto i fatti di Gesù Cristo descrivendo
la sua missione sulla terra e hanno riportato le frasi di Gesù dove lui
disse IO SONO individuando se stesso come Dio, il Dio degli ebrei,
ossia YHWH. (Esattamente come in Esodo 3, 14).
Altre volte Biglino parla del peccato originale sostenendo che
nell’Ebraismo non sarebbe presente. Ho confutato questa sua tesi più
avanti nel mio articolo. Biglino spesso dice che fu Paolo di Tarso ad
introdurre il concetto del peccato originale. Ma Biglino si dimentica le
profezie dove si annucia la missione di Gesù Cristo per togliere il
peccato, come per esempio Isaia (53, 3-9), ma si dimentica anche che di
tantissimi passi dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo Testamento
dove viene affermato che Gesù Cristo venne per togliere il peccato
originale: (Vangelo di Matteo (1, 20-21) - Vangelo di Matteo (17-12) -
Vangelo di Matteo (18-11) - Vangelo di Matteo (26, 27-28) - Vangelo di
Luca (1-68) -Vangelo di Luca (1-77) - Atti degli Apostoli (3, 18-19) -
(4, 10-12) - (10, 40-43) - (13, 37-39) -(26, 22-23) - Prima Lettera di
Pietro (2, 24-25) - (3, 18) - Prima Lettera di Giovanni (1, 7-9) - (2,
1-2) - (3, 4-6) - (4, 9-10) - (4, 14-16) - Apocalisse di Giovanni (1,
4-5) - (5-11) - (7, 9-10). Quindi non fu Paolo di Tarso a “creare”
questa credenza, ma furono tutti gli Apostoli e gli Evangelisti a
divulgarla. La prova che questa credenza è vera (ossia che i primi
cristiani ci credevano realmente), è il fatto che gli Apostoli andarono
poi alla morte pur di non rinnegarla e di non rinnegare la Risurrezione
di Gesù.
Spesso Biglino dice: “La Chiesa nei prossimi anni abbandonerà, l’Antico
Testamento”. Da questa frase si evince che Biglino non ha capito il
senso della Bibbia, e non ha neppure capito quale è l’oggetto della
Bibbia. La Bibbia, considerata nella sua totalità, Antico e Nuovo
Testamento, non è altro che la descrizione del progetto di Dio, iniziato
con la creazione del mondo e dell’uomo. Dio ha amato l’uomo e per
questo gli ha dato il libero arbitrio, la possibilità di fare delle
scelte. L’uomo però, dopo essere stato tentato da Satana ha voluto
scegliere di scalzare Dio, anzi ha tentato di diventare egli stesso Dio.
Per questo si parla di “peccato originale” e di “caduta dell’uomo”.
L’uomo ha scelto il peccato e la conseguenza del peccato è la morte.
Lettera ai Romani (6, 23):
“Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesu’ nostro Signore”.
Malgrado ciò Dio non ha abbandonato l’uomo. Ha inviato i profeti che
annunciavano la missione di suo Figlio sulla terra. Infine ha inviato il
Figlio, che è venuto con lo scopo principale di “togliere il peccato
del mondo”, (Vangelo di Giovanni 1, 29), e stabilire con il suo sangue,
un nuovo patto, tra Dio e l’uomo, il Nuovo Testamento. Se osserviamo la
Bibbia da un punto di vista amplio, ci rendiamo conto che essa è
fortemente incentrata su Gesù Cristo, che è Dio stesso, il Verbo che si è
fatto carne (Vangelo di Giovanni 1, 14). Pertanto sostenere che la
Chiesa abbandonerà l’Antico Testamento è una banalità che può essere
detta solo da chi non ha capito il senso della Bibbia. Se la Chiesa
Cattolica, per un fatto fortuito, abbandonasse l’Antico Testamento, ci
saranno sempre milioni di cristiani che considereranno che la Bibbia,
incluso l’Antico Testamento, è la Parola di Dio, e pertanto non
l’abbandoneranno mai. In ultima analisi Mauro Biglino non considera che
coloro che hanno vissuto con Gesù Cristo, e coloro che hanno scritto il
Nuovo Testamento erano ebrei ed erano le persone al mondo più
qualificate per farci sapere chi era Gesù Cristo. E non considera che
essi sono poi andati alla morte pur di non rinnegare quello che avevano
scritto. Lo scopo ultimo di Biglino è di negare Gesù Cristo e il suo
sacrificio sulla croce.
Confutazione:
Iniziamo ora con la confutazione delle tesi di Mauro Biglino riferite al
Nuovo Testamento. A Pag 133 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento
libri senza Dio”, inizia il cap. 5, il cui titolo è “Giosuè/Gesù figlio
di Dio o figlio di un El?”
Nel secondo paragrafo Biglino scrive:
“Molti dicono di aver compreso che l’Antico Testamento è un libro
che narra le vicende e le cronache di un’operazione di conquista
territoriale (mai riuscita appieno): un libro di guerra, pieno di eccidi
e stermini, sotterfugi, inganni, uccisioni e tradimenti, atti
assolutamente inaccettabili e immorali”.
Innanzitutto, chi sarebbero i: “molti”? Dalle statistiche ufficiali
risulta che nel pianeta terra vi sono circa 2,3 miliardi di credenti in
Gesù Cristo e che quindi considerano che la Bibbia è la Parola di Dio
(per Bibbia s’intende l’insieme dei libri dell’Antico Testamento più il
libri del Nuovo Testamento). I credenti in Gesù Cristo hanno chiaro che
l’Antico Testamento non è altro che l’insieme dei Libri dove si anuncia
la venuta di Cristo (sono circa 300 profezie, vedi nota 1).
Biglino continua e scrive (pag. 133-134):
“Queste stesse persone che hanno compreso la natura del Vecchio
Testamento, compiono però un passo successivo che appare incoerente:
affermano che il Nuovo Testamento è diverso e contiene parole di verità
pronunciate dal figlio di un Dio di amore che tendeva rivolgere il suo
messaggio all’umanità intera inserendola nel suo disegno di salvezza.
Un’affermazione semplicistica e immotivata che trova fondamento solo
nelle convinzioni della fede che accetta acriticamente le verità diffuse
dalla Chiesa romana, perché bisogna invece prendere atto di una realtà
ben diversa”.
Da questa frase si evince l’acredine che contraddistingue il Biglino,
che dimostra di essere risentito con la Chiesa Cattolica romana, per
motivi a noi ignoti. Dimostra però di non conoscere affatto la storia
del Cristianesimo antico (mi riferisco ai primi tre secoli della nostra
era). Come traspare da questa frase, Biglino sosterrebbe che la Chiesa
romana abbia costruito un qualcosa di falso, per scopi occulti. Peccato
però che la Chiesa romana, nei primi tre secoli della nostra era, (l’era
di Cristo), era soltanto una delle Chiese del Cristianesimo, e non vi
era una Chiesa dominante. Fino al quinto secolo, infatti, le sedi
apostoliche erano cinque: Gerusalemme, Alessandria d’Egitto, Antiochia
(attuale Siria), Costantinopoli e Roma. Tuttavia, al di fuori
dell’impero romano si erano sviluppate comunità di cristiani sin dal
primo secolo, per esempio in Etiopia, in Armenia, ad Edessa (2), in
Persia, e persino in India. Tutte queste comunità di Cristiani seguivano
l’insegnamento di Cristo per una semplice ragione: perché qualcuno
glielo aveva trasmesso. Chi era quel qualcuno? Gli Apostoli,
naturalmente.
Se la Chiesa romana avesse diffuso delle “false tesi”, spacciandole per
verità, non si spiega come queste stesse tesi, ci riferiamo al kerygma,
naturalmente, ossia la credenza che Gesù Cristo è l’incarnazione del
Verbo, è morto in croce per i nostri peccati ed è risorto dai morti il
terzo giorno, si siano diffuse anche in tutte le altre comunità che ho
citato. Il kerigma, e tutti il libri del Nuovo Testamento erano già
letti e diffusi nel 170 d.C., (come dimostra il frammento muratoriano,
vedi nota 3), pertanto la Chiesa romana, il cui potere si è consolidato a
partire dal IV secolo, quando Costantino ha ufficializzato il culto (4)
e ha attuato un sincretismo con alcuni culti pagani, non ha diffuso
alcuna “falsa verità”.
Nella pag. 134, Biglino inizia a delineare quella che è la sua tesi
principale, la tesi che gli ha occupato vari anni della sua vita:
dimostrare che Gesù Cristo non è il Figlio di Dio, e che non ha tolto il
peccato del mondo.
Infatti scrive:
“Ma noi dobbiamo prendere atto di due elementi che si presentano con
evidenza agli occhi di chi legge la Bibbia con mente libera dai
condizionamenti dottrinali. Così facendo apprendiamo che i due elementi
fondamentali che spiegherebbero e giustificherebbero la venuta di Cristo
sulla Terra sono in realtà fallaci o meglio ancora inesistenti:
-Il Dio padre sarebbe (secondo la dottrina), il Dio di Abramo, Isacco e
Giacobbe, cioè Yahweh, ma è chiaro che Yahweh non è Dio, bensì solo uno
dei tanti Elohim, che si sono spartiti il territorio.
-Nella Bibbia non c’è traccia di peccato originale.”
Innanzitutto noto che Biglino ha scritto la parola “Terra”, in
maiuscolo, come se il nostro pianeta fosse una Divinità. Ma il nostro
pianeta non è una Divinità, è solo una sfera petrea e acquosa che ruota
su se stessa e intorno al sole.
In questi frasi di Biglino che ho appena riportato si delinea tutta la
sua strategia, infatti nelle sue conferenze Biglino dice spesso:
“Siccome YHWH non è Dio allora Gesù di chi è figlio?”.
Ma nelle sue elucubrazioni sull’Antico Testamento, Biglino non ha
dimostrato che IO SONO - YHWH non è Dio, e non ha neppure dimostrato che
gli ebrei dell’epoca pre-cristiana non credessero in YHWH come puro
Spirito e Creatore del cielo e della terra. Ovviamente Biglino nei suoi
libri e nelle sue conferenze ha fatto risaltare i passaggi che secondo
lui indicano qualche forma di violenza da parte di YHWH (dimenticando
invece che era semplicemente la punizione che Dio attuava nei confronti
di peccatori che lui già sapeva non si sarebbero convertiti, vedere nota
5), e non ha fatto risaltare i passaggi, innumerevoli nell’Antico
Testamento, dove gli ebrei si rivolgono a YHWH come puro Spirito, il
Creatore del mondo, l’Onnipotente, l’Onniscente, l’Onnipresente, tutte
caratteristiche peculiari di Dio, ossia della Causa Prima, e non di un
essere alieno (al quale spesso il Biglino allude, insertandosi in un
filone, quello degli antichi astronauti, molto di moda in questo
periodo, anche per i fantasiosi episodi che appaiono su History
Channel).
Per quanto riguarda il peccato originale, Mauro Biglino afferma spesso
che nella Bibbia questo concetto non sarebbe presente. Innanzitutto si
può far notare che vi sono correnti nell'ebraismo che invece credono nel
concetto del peccato originale e altre che non vi credono, come fa
risaltare per esempio l’autore Shaul Magid (2008), nel suo libro “From
Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of
Scripture in Lurianic Kabbala”. (Indiana University Press. p. 238.
Retrieved 9 February 2014). (6)
Infatti al punto 8 del link riportato alla nota (6) è scritto (traduzione mia dall’inglese):
“Ci sono varie fonti antiche rabbiniche che indicano la nozione di un
peccato “ereditato” (si intende ereditato da persona a persona), per
esempio Pirkei de Rebbe Eliezer 13 e 21, Genesi Raba 12, 5; Levitico
Raba 21: 4, Deuteronomio Raba 11, 9. Cohen suggerisce tre categorie
basilari di come gli antichi rabbini si sono occupati dell’argomento:
1-Corruzione della stirpe da un punto di vista ereditario 2- Il peccato
di Adamo punito attarverso la sua progenie 3- Tutti i peccati sono il
risultato delle azioni di Adamo. Cohen suggerisce che molti rabbini
ortodossi abbiano optato per il punto 3, mentre Paolo di Tarso optò per
il punto 1”.
Infatti il punto fondamentale è che furono gli Apostoli e gli
Evangelisti, che erano ebrei, e che conoscevano molto bene il Tanakh,
che diffusero il concetto che Gesù Cristo venne per togliere il peccato.
Quindi l’importante è vedere quello che loro credevano, e quello per
cui erano disposti a morire.
Anche a pag. 135 Biglino continua a ribadire che nell’Antico Testamento
non ci sarebbe traccia di nessun Dio Padre. Ovviamente ignora passaggi
biblici come questi:
IO SONO è
Esodo (3, 14):
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”»
IO SONO è il Primo e l'Ultimo
Libro di Isaia (44, 6):
Così dice il Signore, il re d’Israele,
il suo redentore, il Signore degli eserciti:
«Io sono il primo e io l’ultimo;
fuori di me non vi sono dei.
IO SONO salva
Libro di Isaia (43, 3):
poichè io sono il Signore, tuo Dio,
il Santo d’Israele, il tuo salvatore.
Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto,
l’Etiopia e Seba al tuo posto.
IO SONO giudica
Salmi (96, 13):
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
IO SONO è redentore
Libro di Isaia (48, 17):
Dice il Signore, tuo redentore,
il Santo d’Israele:
«Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
A pag. 135 Biglino scrive:
“Da questo si comprende che il problema del Nuovo Testamento non risiede
tanto nelle traduzioni forzate (anche se sono ben presenti), o nelle
interpretazioni di un testo scritto in greco, bensì in ciò che hanno
deliberatamente inventato quando l’hanno scritto.”
Qui Biglino scopre le sue carte e scrive che il Nuovo Testamento sarebbe
un libro inventato. La tesi dell’invenzione a tavolino dei Vangeli e
della Divinità di Gesù è stata già proposta in passato, ma è stata
scartata per vari motivi.
Ammettiamo per un attimo che Biglino avesse ragione: è stata tutta
un’invenzione e la figura di Gesù è stata divinizzata. Qui prodest? Chi
ci guadagnava da tutto cio? Nessuno, anzi.
Innanzitutto analizziamo un primo punto per confutare la tesi di
Biglino. Sappiamo che gli autori del Nuovo Testamento furono otto e di
questi otto almeno sette erano ebrei (vi sono comunque teorie che anche
Luca fosse ebreo, ma comunque è maggioritariamente accettato che Luca
fosse un ellenico giudaizzato). Per quale motivo otto ebrei, fedeli
quindi alla Legge mosaica, avrebbero dovuto inventare qualcosa di falso,
dichiarando il falso e improntando tutta la loro vita con lo scopo di
sostenere il falso?
In quel tempo andare in giro a dire che Gesù Cristo era il Figlio di Dio
ed era risorto dalla morte era molto pericoloso. Non solo era
considerato blasfemia dagli ebrei (che infatti lapidarono molti
cristiani, a cominciare da Stefano), ma era pericoloso anche sostenerlo
davanti ai romani, per i quali l’imperatore era considerato dio. Quindi,
il supposto gruppo di falsari dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo
Testamento cosa ci guadagnava? Di solito si trama un complotto, e si
diffondono idee false per poter lucrarci sopra, o per acquisire alcun
potere, ma i primi cristiani non ambivano a nessun potere terreno, anzi,
rifuggevano il potere, che consideravano uguale alle tenebre, e e
cercavano la Verità, che consideravano essere esattamente una persona:
Gesù Cristo. Quello che ho appena scritto deriva dallo studio dell’età
patristica prenicena, che a sua volta si basa su documenti storici e
ritrovamenti archeologici (tombe cristiane) (7).
Inoltre c’è un altro punto, ancora più importante del primo, che smonta
le tesi di Biglino: anche ammesso che un limitato gruppo di persone si
fosse unito e abbia scritto i Vangeli a tavolino, come sarebbe stato
possibile divulgare la nuova credenza, basata su eventi soprannaturali,
alle masse?
Con un semplice libro non si può convincere qualcuno della Divinità di
Cristo e della sua Risurrezione dai morti. Per convincere un non
credente a credere, bisognava predicare nelle strade, e bisognava
predicare con le lacrime agli occhi, ossia credendoci veramente. Infatti
il Cristianesimo non è una credenza in un dio impersonale come per
esempio le religioni misteriche, dove si descriveva un’anima universale
lontana e fredda. Il Cristianesimo è basato su fatti realmente accaduti e
se il predicatore non crede veramente in quello che sta predicando,
nessuno gli crederebbe. Ve lo immaginate il gruppo di complottisti
falsari, quelli che Biglino dice che scrissero a tavolino i Vangeli,
andare a predicare in qualcosa che non credevano loro stessi per primi? E
in piu andare a predicare sapendo di poter essere uccisi? La logica
stessa sconfessa le tesi del Biglino.
Sempre a pag. 135 il Biglino scrive:
“Per il Nuovo Testamento in particolare gli autori cosidetti “canonici”
(anche supponendo che siano veramente quelli che conosciamo, cosa che
non è più accetata da nessuno studioso), non hanno mai conosciuto il
personaggio di cui parlano”.
In questa frase Biglino ha fatto alcune considerazioni, che possono
essere facilmente smentite. Biglino scrive che “nessuno studioso accetta
che gli autori cosidetti “canonici” siano veramente quelli che
conosciamo”. Bisognerebbe che Biglino portasse le prove documentali che
gli autori dei Vangeli non corrispondono effettivamente a Matteo, Marco,
Luca e Giovanni. In realtà, il dibattito sulla paternità dei Vangeli
dura da circa 1700 anni, fin dai tempi di Eusebio di Cesarea (IV
secolo). Sebbene vi siano stati vari studiosi che abbiano proposto che
gli autori dei Vangeli non siano stati i quattro tradizionali autori,
nessuno ha mai portato una prova definitiva che dimostra questa tesi. Al
contrario, vi sono varie prove indirette che dimostrano che gli autori
dei quattro Vangeli sono stati proprio i quattro evangelisti citati
dalla tradizione, ossia Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Per esempio per
Giovanni Apostolo, abbiamo la citazione di Ireneo, che testimonia che
lui è l’autore del quarto Vangelo (8). A conferma di questa tesi abbiamo
poi il frammento muratoriano, dove si descrive Giovanni come l’autore
del quarto Vangelo, coaudiuvato dall’Apostolo Andrea (9). Anche per gli
altri Vangeli e per gli altri scritti del Nuovo Testamento vi sono fonti
documentali che provano l’attribuzione dell’opera proprio agli otto
tradizionali autori (Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Paolo di Tarso,
Giacomo, Pietro, Giuda)(10). Pertanto vediamo que questa considerazione
di Biglino non è basata su fatti storici, ma è solo una sua
elucubrazione. Anche la seconda considerazione di Biglino:
“gli autori cosidetti “canonici” non hanno mai conosciuto il personaggio di cui parlano”,
non ha basi storiche ma è piuttosto una sua considerazione personale.
Nell’ultima parte della pagina 135 Biglino torna a descrivere l’ipotesi
del “complotto degli Evangelisti”, e questa volta aggiunge qualcosa in
più alla sua strategia: scrive che il personaggio di Gesù sarebbe stato
adattato a divinità molto diffuse nel tempo: Dionisio, Attis, Horus,
Mitra.
Queste tesi della possibile attinenza di Gesù ad altri personaggi
mitologici del passato è stata ampiamente smentita da molti studiosi.
Qui mi limito a sottolineare che per nessuna di queste figure
mitologiche vi sono fonti storiche che provino la loro esistenza reale,
ed inoltre anche la storia dei singoli personaggi mitologici è
completamente diversa da quella, reale, di Gesù Cristo. Per chi volesse
approfondire questo argomento ho scritto un articolo sul tema della non
attinenza tra Gesù e Horus (11).
A pag. 136 Biglino continua a sviluppare la sua tesi sostendo che fu
Paolo di Tarso ad inventare la cristologìa, ossia il kerygma.
Questa è una tesi falsa, che è stata smontata ampiamente nel corso della
storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza, con lo scopo di
portare avanti le sue tesi.
Innanzitutto è vero che Paolo di Tarso iniziò a scrivere le sue Lettere
prima della stesura dei quattro Vangeli. Però vi sono alcune eccezioni.
Per lo studioso J. Carmignac il Vangelo di Matteo sarebbe stato scritto
nel 45 d.C. inizialmente in aramaico (12). Inoltre secondo lo studioso
O’Callaghan, uno dei frammenti dei Rotoli del Mar Morto, sarebbe parte
del Vangelo di Marco, e risalirebbe addirittura al 50 d.C. (13), (quindi
entrambi sarebbero stati scritti prima delle Lettere paoline). In
secondo luogo è improprio dire che Paolo di Tarso avrebbe influenzato
gli altri Apostoli e gli Evangelisti. Per vari motivi: innanzitutto se
prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che
Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio
centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e
scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del
Signore. In secondo luogo le Lettere di Paolo furono dirette alle
comunità cristiane dei tessalonicesi, dei corinzi, dei galati, dei
filippesi, dei romani, degli efesini e dei colossesi. Pertanto queste
lettere inizialmente non giunsero al cospetto degli altri Evangelisti,
che quindi non avrebbero certo potuto copiarne i contenuti. In terzo
luogo bisogna considerare che Paolo di Tarso non viaggiò in Egitto, ne a
Bisanzio (Costantinopoli), ne in Armenia, ne in Etiopia, ne in Persia e
tantomeno in India. Però in quei posti si diffuse il kerygma fin dal I
secolo, ossia il messaggio centrale del Cristianesimo basato sul
pentimento dei propri peccati, sull’espiazione dei peccati da parte di
Gesù Cristo sulla croce e sulla Risurrezione di Gesù Cristo. Chi diffuse
il kerygma in quei territorio dove Paolo di Tarso non viaggiò? Gli
Apostoli, naturalmente. Se Paolo di Tarso avesse inventato qualcosa, e
se il suo predicare non fosse stato perfettamente coincidente con
l’insegnamento di Gesù Cristo, ne sarebbe risultato che nei luoghi che
ho citato si sarebbe diffuso un qualcosa di diverso, mentre solo nelle
aree visitate da Paolo si sarebbe diffuso il kerygma, ma come sappiamo
non fu così, per esempio in Egitto si diffuse il kerygma e il
Cristianesimo apostolico, esattamente uguale al Cristianesimo diffuso da
Paolo, e il primo che lo diffuse fu l’Evangelista Marco. E via di
seguito per gli altri luoghi da me citati: Andrea per Bisanzio, Giuda
Taddeo e Bartolomeo per l’Armenia, Tommaso per l’India ecc.
La frase di Biglino a pag. 136 quindi dove sostiene che
“le affermazioni di Paolo erano assolutamente false, prive di fondamento e inaccettabili”,
è senza senso, priva di logica e anche priva di rispetto per un uomo,
Paolo di Tarso, che andò al martirio pur di non rinnegare quello che
aveva scritto e detto su Gesù Cristo. Naturalmente le fonti storiche sul
martirio di Paolo di Tarso sono numerose (14).
Nel paragrafo successivo, sempre a pag. 136, Biglino fa accenno al fatto
che Gesù sia stato un ribelle antiromano, e poi nella sua nota 37, fa
riferimento al libro di David Donnini “Gesù Messia di Israele”. La tesi
di Gesù ribelle e rivoluzionario anti-romano è vecchia e datata, e ad
oggi non ha alcun peso tra gli storici seri del Nuovo Testamento. Se
Gesù fosse stato un semplice rivoluzionario anti-romano non si spiega
perché i suoi seguaci abbiano dovuto divulgare la sua morte salvifica e
la sua Risurrezione, peraltro rischiando fin da subito la vita (infatti
Stefano fu martirizzato negli anni inmediatamente sucessivi alla
Risurrezione). E’ una tesi non basata su fatti storici, smentita dalle
stesse fonti storiche non cristiane (Giuseppe Flavio, Tacito, Svetonio,
Plinio il Giovane), e smentita persino dalle fonti cristiane apocrife,
come i Vangeli gnostici. Ho comunque già confutato nel merito le tesi di
David Donnini e chi fosse interessato può leggere i miei corrispondenti
due articoli (15).
Nella pagina 137 Biglino scrive:
“Volendo concedere che Giosuè/Gesù sia realmente esistito – cosa di cui non abbiamo documentazione storica –
Qui Biglino dimostra di non conoscere la storicità di Gesù Cristo. Gesù è
infatti uno dei personaggi meglio documentati di tutti i tempi e le
fonti storiche dove viene citato sono talmente tante che oggigiorno
nessuno storico serio del Nuovo Testamento mette in dubbio la sua
effettiva storicità. Ho scritto un articolo dove ho indicato tutte le
fonti storiche a supporto della storicità di Gesù (16).
Nella pagina 137 Biglino fa delle considerazioni prive di logica su
Yahweh, come se Yahweh fosse un individuo in carne ed ossa ancora
vivente.
Poi continua sostenendo che Maria è stata visitata da un Gavriel (la
parola è stata riportata come è stata scritta da Biglino), che secondo
Biglino sarebbe un
“termine che in ebraico indica il potere di un El (singolare di Elohim) e
per estensione uno che esercita il potere per conto di un El”.
L’etimologia ebraica del nome Gabriele, che in ebraico si scrive
גַּבְרִיאֵ֕ל è “Dio è la mia forza”. La radice El significa infatti
“Dio” o “deità”, in ebraico. El è semplicemente uno dei nomi di Dio, che
come sappiamo nella Bibbia sono numerosi.
Sul finire della pag. 137 Biglino inizia a sviluppare una tesi
fantasiosa, ma ovviamente lo fa in modo astuto e accativante, in modo da
portare il lettore a credere che quello che lui ha scritto possa avere
un fondo di verità. Vediamo. Biglino cita l’Antico Testamento (Libro di
Daniele 9, 20-22), con lo scopo di dimostrare che Gabriele non era un
angelo, ma qualcosa di diverso.
Biglino non svela subito chi fosse per lui Gabriele, ma sostiene che nel
passo di Daniele (9, 21), ci sia il termine בִּיעָ֔ף che secondo lui
dovrebbe essere tradotto con “fatica di” (in fondo alla pagina 138).
Questa traduzione di Biglino si rivela errata infatti il sito web
biblehub.com traduce con l’inglese “swiftly” che significa
“rapidamente”, (17).
In pratica Biglino vuol mostrare che l’angelo Gabriele, o l’individuo
che si faceva chiamare Gabriele era “affaticato”, e quindi non poteva
essere un angelo, uno spirito. E’ la solita strategia di Biglino, che
tenta di smontare l’Antico Testamento per poi arrivare a tentare di
smontare il Nuovo Testamento, ossia la persona di Gesù Cristo.
Verso la fine della pagina 139 Biglino continua con la sua strategia e
sostiene che Gabriele abbia fatto in realtà un apprezzamento sulla
bellezza di Maria quando la vide.
Vediamo il passaggio corrispondente del Vangelo di Luca (1, 28):
Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Ma poi Biglino sostiene, tentando una audace mistificazione dell’idioma greco che
Χαῖρε κεχαριτωμένη
non significhi appunto “Rallegrati, piena di grazia”, ma significhi: “sii felice, tu che ti sei fatta carina” (pag. 140).
In pratica, come Biglino spiega sulla fine della pagina 140 quello che
per lui non era un angelo, ma probabilmente un extra-terrestre si
sarebbe accopiato con Maria, per la procreazione di un
semi-extraterrestre.
La fantasia di Biglino è talmente fervida che arriva ad immaginare
qualcosa non solo di anti-storico (non provato da alcun documento
storico), ma anche anti-logico. Se infatti un ipotetico essere
extra-terrestre avesse tentato di unirsi a Maria, lei non avrebbe certo
accondisceso a quella unione, che secondo i costumi del tempo sarebbe
stato un peccato grave, punibile con la morte (ogni rapporto sessuale
doveva avvenire dentro del matrimonio).
La tesi di Biglino si rivela pertanto priva di alcun fondamento, prima
di tutto perché parte da premesse errate (l’etimologia errata del
termine בִּיעָ֔ף e la traduzione errata del verso 1, 28 del Vangelo di
Luca), ma soprattutto perché giunge a conclusioni assurde.
Nella pagina 141, Biglino continua sostenendo la sua tesi assurda, ma
questa volta cita il papiro Bodmer (scrive erroneamente Bodomer, ma si
riferisce ai papiri Bodmer).
Ecco il testo citato:
Lei pianse amaramente esclamando così: "Pura io sono, e uomo non
conosco". E Giuseppe le disse: "Donde è dunque questo nel tuo ventre?".
Lei rispose: "Viva il Signore mio Dio. perché non conosco donde è in
me". Giuseppe ebbe molta paura e restò cheto a suo riguardo, riflettendo
su che fare di lei.
Giuseppe pensava: "Se nasconderò la sua trasgressione, sarò trovato in
contrasto con la legge del Signore; se la manifesterò ai figli di
Israele, temo che quanto è in lei sia da un angelo, e io sia trovato
traditore di sangue innocente per una condanna a morte. Che farò dunque
di lei? In segreto la ripudierò da me".
Ovviamente Biglino non spiega esattamente di che testo si tratta. (Nella
sua nota 40 indica genericamente che i papiri Bodmer furono scoperti in
Egitto nel 1952. Inoltre si nota che Biglino ha fatto un copia e
incolla da Wikipedia, leggete infatti la sua nota 40 e confrontatela con
il secondo paragrafo che è scritto alla voce
https://it.wikipedia.org/wiki/Papiri_Bodmer).
Il testo in questione, riportato da Biglino, è tratto dal papiro Bodmer V
(vedi nota 18), che contiene il testo della “Natività di Maria” e
l’Apocalisse di Giacomo. Sono testi apocrifi non inclusi nella Bibbia e
risalenti al IV secolo.
Ovviamente noi dobbiamo capire il perché Biglino ha citato questo passo
della “Natività di Maria”. Biglino vuole mostrare che Giuseppe credeva
realmente che Maria avesse avuto un rapporto sessuale. Ovviamente
Biglino astutamente non riporta il passo successivo del testo apocrifo.
Vediamolo:
Ed ecco un angelo del Signore apparve a lui in sogno dicendo: "Non
temere questa fanciulla! Ciò che è in lei viene dallo Spirito santo. Ti
partorirà un figlio e gli darai nome Gesù: egli, infatti, salverà il suo
popolo dai suoi peccati". E Giuseppe si alzò dal sonno e glorificò il
Dio di Israele che gli aveva concesso la sua grazia. E seguitò a
custodire la fanciulla.
Quindi vediamo che persino uno scritto apocrifo, risalente al IV secolo
riporta che l’Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe per
comunicargli che era stato lo Spirito Santo a provocare la gravidanza di
Maria. Ma Biglino ha omesso questo passo, pensando che i suoi lettori
disattenti lo prendessero come oro colato. Si dimostra pertanto che
perfino uno scritto apocrifo conferma il racconto del Vangelo di Luca.
Ve lo immaginate l’extra-terrestre che si avvicina a Giuseppe e che gli
dice che non deve temere perché lui si è accopiato con Maria? Pure
invezioni della mente di Biglino, senza alcuna base storica, ne logica.
Biglino quindi cita un passaggio del libro “Apocrifi del Nuovo
Testamento” dell’autore Luigi Moraldi, dove si sostiene che “fatti del
genere fossero avvenuti fin dalle prime generazioni umani”. Non si
capisce a quali fatti ci si riferisca, e comunque successivamente si
fanno dei confusi riferimenti al libro dei Giubilei, a qullo di Enoch,
entrambi testi apocrifi dell’Antico Testamento. Luigi Moraldi, in ogni
caso, sebbene portò a termine degli studi sui testi apocrifi, non fu uno
studioso internazionalmente riconosciuto.
Sul finire della pagina 141 Biglino cita il Protovangelo di Giacomo e
scrive tra parentesi: “testo considerato apócrifo”, come se invece la
Natività di Maria citata da lui prima non lo fosse. All’inizio della
pagina 142, Biglino fa un’altro copia e incolla da Wikipedia (basta
andare sulla pagina:
https://it.wikipedia.org/wiki/Protovangelo_di_Giacomo leggere la prima
frase e confrontarla con la frase riportata da Biglino all’inizio di
pag. 142).
Quindi Biglino riporta questo passaggio del Protovangelo di Giacomo (14, 1):
"Giuseppe ebbe molta paura. Si appartò da lei riflettendo che cosa
dovesse farne di lei. Giuseppe pensava: 'Se nasconderò il suo errore, mi
troverò a combattere con la legge del Signore; la denunzierei ai figli
di Israele, ma temo che quello che è in lei provenga da un angelo, e in
questo caso mi troverei a avere consegnato a giudizio di morte un sangue
innocente. Dunque, che farò di lei?
Anche qui, furbescamente, Biglino non riporta il passaggio successivo, il 14, 2):
"Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno
un angelo del Signore e gli disse: 'Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è
generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio
e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi
peccati'"(Mt 20-21). "Giuseppe si levò dal sonno, glorificò il Dio di
Israele che gli aveva concesso questo privilegio, e la custodì."
Anche nel Protovangelo di Giacomo, quindi, si ribadisce che l’Angelo del
Signore apparve in sogno a Giuseppe per comunicargli che era stato lo
Spirito Santo a provocare la gravidanza di Maria, ma anche questa volta,
Biglino omette questo passo.
In seguito a pag. 142, il Biglino riporta un altro commento del Moraldi,
nel quale si mostra Gesù come un figlio illegittimo e Maria come
un’adultera, ovviemente senza alcuna fonte storica.
Sempre con lo scopo di ribadire che Maria ebbe un rapporto sessuale con
“l’individuo chiamato Gabriele”, (o che forse Gabriele abbia potuto
fecondare Maria in modo tecnologico), Biglino cita il codice Arundel 404
che secondo Biglino risalirebbe al “XIV secolo come copia di un Vangelo
del II-III secolo conosciuto come Liber de Infantia Salvatoris o
Natività di Maria e di Gesù”.
Biglino (a pag. 143), riporta questi passaggi :
[A37] Sei mesi dopo il suo concepimento, mentre capitavano tali cose,
Giuseppe ritornò in casa dal suo lavoro; essendo falegname, era stato
occupato in Cafarnao marittima e vi era rimasto otto mesi. Trovata Maria
incinta,
[A38] tremò tutto e, nell'angoscia, si batteva la faccia, si gettava a terra e piangeva amaramente,
[A39] dicendo: "Prendi, Signore, il mio spirito! Preferisco morire
piuttosto che vivere". E esclamò: "Con che faccia guarderò il Signore? O
come lo potrò pregare per questa fanciulla? L'ho ricevuta vergine dal
tempio del Signore, Dio mio, e non l'ho custodita. Chi avrebbe pensato
che mi sarebbe capitata una cosa simile? Chi è che mi ha insidiato, chi
ha osato perpetrare tali cose in casa mia distogliendo dalle vergini la
vergine immacolata Maria? […]
[A40] Quelle vergini che erano con lei gli risposero: "Noi sappiamo che
nessun uomo l'ha mai toccata. Sappiamo che in lei l'integrità e la
verginità sono state custodite con immacolata perseveranza. Infatti
restò sempre in preghiera con Dio. Ogni giorno riceveva il cibo dalle
mani di un angelo. Come può essere che in lei vi sia un qualche peccato?
Se vuoi che ti manifestiamo il nostro pensiero: nessuno la può aver
resa incinta se non un angelo di Dio". Rispose Giuseppe: "Perché volete
che io creda quanto voi mi dite, e cioè che l'abbia ingravidata un
angelo di Dio? E' vero, anche questo può accadere. Ma un angelo di Dio
santifica la persona che ingravida, non le rimane corruzione alcuna,
nessuna contaminazione, ma è l'espressione della parola divina. E se
qualcuno si fosse finto, in modo credibile, un angelo per ingannarla?".
Biglino innanzitutto non riporta integralmente il passaggio A39. Omette infatti questo passaggio:
“O Signore, il tuo nome è da lodare in tutta la terra! Tu sai, Signore, che io sono innocente del suo sangue".
Potete facilmente verificare il testo esatto qui al link riportato nella nota 19.
In ogni caso Biglino dopo aver riportato questi passaggi esulta, infatti scrive:
“devo dire che la parte finale è meravigliosa: si può essere più
umanamente concreti di così? Chi lo avrebbe mai detto!? Giuseppe teme
addirittura che la sua sposa si sia fatta ingannare da uno che si finge
un angelo: ma come sarebbe stato possibile fingersi angeli se questi
ultimi non avessero avuto sembianze umane?”
Innanzitutto bisogna dire che il Liber de Infantia Salvatoris, secondo
lo studioso Antonio Piñero Saenz risale al IX secolo e non al XIV secolo
(20). Ricordiamo comunque che il Liber de Infantia Salvatoris è un
testo apocrifo scritto nel medio-evo da una persona (o da più persone)
che hanno vissuto centinaia di anni dopo la natività di Gesù e quindi
non è affidabile per descrivere correttamente ciò che successe
realmente.
Tuttavia, anche volendo considerare questo testo non si nota nulla di
strano in quello che vi è scritto. Giuseppe era ovviamente scosso per
l’accaduto e immagina che qualcuno possa aver mentito e si possa essere
mostrato come angelo di Dio, senza esserlo.
Anche qui Biglino in modo astuto omette i passi successivi. Vediamo per esempio il paragrafo [A42]:
Mentre così parlava in preghiera davanti al Signore, si alzò, chiamò
Maria e le disse: "Maria, amata dal Signore, perché hai fatto questo e
hai voluto manifestare la debolezza della tua anima davanti ai figli di
Israele? Perché hai fatto questo, tu che sei stata nutrita nel tempio di
Dio e fatta crescere nel santo dei santi, tu benedetta dal santo
sacerdote dell'Altissimo, da tutti i sacerdoti del Signore e da tutte le
tribù di Israele?". Così dicendo, gemette amaramente, rivolse gli occhi
al cielo e disse: "Signore Dio, tu sai donde abbia avuto origine questo
fatto". Maria, allora, piena di lacrime, disse: "Viva il Signore Dio
mio, io ignoro donde provenga ciò che ho nell'utero".
E vediamo il paragrafo [A44]:
Mentre così parlava in preghiera davanti al Signore, si alzò, chiamò
Maria e le disse: "Maria, amata dal Signore, perché hai fatto questo e
hai voluto manifestare la debolezza della tua anima davanti ai figli di
Israele? Perché hai fatto questo, tu che sei stata nutrita nel tempio di
Dio e fatta crescere nel santo dei santi, tu benedetta dal santo
sacerdote dell'Altissimo, da tutti i sacerdoti del Signore e da tutte le
tribù di Israele?". Così dicendo, gemette amaramente, rivolse gli occhi
al cielo e disse: "Signore Dio, tu sai donde abbia avuto origine questo
fatto". Maria, allora, piena di lacrime, disse: "Viva il Signore Dio
mio, io ignoro donde provenga ciò che ho nell'utero".
E mentre pensava di mandarla via, cadde la notte. Stava ordinando
affinchè, levatasi, fuggisse di notte. Ma ecco che proprio in quella
notte, in sogno, gli apparve un angelo del Signore, dicendo: "Giuseppe,
figlio di Davide, non temere a proposito di questa fanciulla! Prendila
in moglie, giacchè ciò che è in lei viene dallo Spirito santo. Dal suo
utero partorirà un figlio al quale darai nome Gesù. Egli sarà grande e
sarà chiamato figlio dell'Altissimo. Egli stesso, infatti, salverà il
suo popolo dai suoi peccati".
Quindi vediamo che nel passaggio A42 Maria ribadisce che non sa da dove
provenga ciò che ha nell’utero. Nel passaggio A44 si ribadisce che
l’Angelo apparve a Giuseppe, tranquilizzandolo. Vediamo pertanto che le
elucubrazioni di Biglino cadono nel nulla. Persino in uno scritto
Apocrifo del IX secolo si ribadisce che Maria non sapeva da dove veniva
il suo bimbo, che stava crescendo nel suo utero, e si ribadisce che
Giuseppe fu anch’egli visitato dall’Angelo del Signore.
Ma c’è di più: quando Biglino scrive:
“ma come sarebbe stato possibile fingersi angeli se questi ultimi non avessero avuto sembianze umane?”
Dimostra di non conoscere affatto la Bibbia. Infatti da vari passaggi
biblici si evince che gli angeli possono rendersi visibili e assumere
sembianze umane (per esempio in Genesi 19, 1, quando gli angeli
apparvero concretamente a Lot).
In pratica Biglino sta sostenendo che l’Angelo che apparve a Maria aveva
sembianze umane ed ebbe un rapporto sessuale con lei. Che avesse
sembianze umane è possibile, ma non è possibile che ebbe relazioni
sessuali con lei, perché lei si sarebbe rifiutata, essendo una donna
corretta, che avrebbe avuto relazioni sessuali solo all’interno del
matrimonio. Inoltre è proprio il testo che Biglino mostra come fosse la
spiegazione della sua fantasiosa teoria che mostra che Maria non ebbe
alcuna relazione con l’Angelo, infatti Maria disse:
"Viva il Signore Dio mio, io ignoro donde provenga ciò che ho nell'utero".
Proseguendo nella lettura della pag. 144 Biglino afferma che la parola
greca μνηστευθείσης significa che Maria “di fatto era già stata data in
sposa”. Ma ciò non corrisponde alla corretta traduzione della parola
μνηστευθείσης che invece significa “essendo promessa sposa”, infatti
notiamo che la traduzione dal greco all’inglese è: “having been
betrothed”, da come si evince dal sito biblehub il cui link è alla nota
21.
Per tentare di confermare la sua assurda tesi, ossia la tesi che
l’Angelo di Dio non fosse un vero angelo, ma un extra-terrestre che ebbe
una relazione con Maria, Biglino continua nella sua trattazione, e cita
un passaggio della Lettera agli Ebrei (13, 2):
Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli.
Perché Biglino cita questo passaggio della Lettera agli Ebrei? Perché,
secondo la sua logica, vuole dimostrare che Maria pensò di aver a che
fare con un angelo (Gabriele), ma che in realtà quell’individuo non era
un angelo. Allora Biglino mostra questo passaggio della Lettera agli
Ebrei, per sostenere che anche altri hanno accolto angeli senza saperlo.
Mostra poi, alla fine delle pag. 145 tre parole in greco facenti parte del verso della Lettera agli Ebrei 13, 2:
ἔλαθόν τινες ξενίσαντες
Biglino traduce con “furono ignari alcuni ospitanti”. La traduzione corretta è:
“senza saperlo hanno accolto degli angeli.”
Ancora sul finire della pagina 145 Biglino riafferma che gli Angeli
erano individui in carne ed ossa, lasciando intendere che non erano
Angeli di Dio, ma esseri extraterrestri. Abbiamo già spiegato che
proprio la Bibbia insegna che gli angeli possono assumere sembianze
umane (come si evince da Genesi, 19,1). Biglino pertanto non ha
dimostrato nulla con queste sue elucubrazioni, ha solo espresso un
opinione personale, non supportata dalla Bibbia, ne dagli scritti
apocrifi, ne da fatti storici e neppure dalla logica.
Nella pag. 146 Biglino incalza e scrive:
“Nulla di spiritualmente sacro, tutto stupendamente molto materiale. Se
così fosse Giosuè/Gesù potrebbe veramente essere il figlio di uno degli
Elohim, cioè di un El potente: il messia sempre promesso per liberare il
popolo dal giogo straniero e farlo ritornare in possesso della famosa
terra promessa e mai veramente assegnata in toto, conquistata a macchia
di leopardo”.
Questa frase di Biglino, oltre che essere assurda, è priva di logica e
si contraddice con quello che ha scritto poco prima. Vediamo il perché. A
pag. 136 Biglino aveva affermato che Gesù sarebbe stato un ribelle
anti-romano, quindi un semplice rivoluzionario armato. Ora però sostiene
che Gesù sia stato il figlio di un potente extraterrestre, quindi si
contraddice con se stesso. Ma la frase di Biglino è anche assurda e
priva di logica. Infatti se Gesù fosse stato veramente il figlio di un
potente extraterrestre che aveva come scopo liberare Israele dal giogo
dei romani, l’avrebbe fatto in un batter d’occhio, essendo più potente
dei romani, vero? Infatti si suppone (è logica semplice) che se degli
extraterrestri hanno raggiunto la terra da lontani pianeti abbiano una
tecnologia talmente avanzata che ci metterebbero pochi secondi per
sconfiggere qualsiasi esercito terrestre. Ma questo Biglino non lo
scrive, e continua nella sua esposizione di fatti assurdi, sia
storicamente che logicamente, con lo scopo di creare la sua storia.
Ma Biglino ha pronta una contromossa, spiega perché il Gesù figlio di un
“Elohim” (in realtá Elohim è semplicemente uno dei nomi di Dio), non
sia stato in grado di sconfiggere le armate romane:
Pag. 147
La realtà è che lui non poteva mantenere le promesse perché glielo
impediva l’ostilità dei suoi colleghi Elohim, che erano dunque capaci di
limitare le mire espansionistiche di un individuo che l’invenzione
abile e fantasiosa della teologìa giudaico-cristiana ci descrive come un
Dio omnipotente e onniscente.
Ecco la “saggia” risposta di Biglino: Gesù non è riuscito a sconfiggere i
romani, perché altri “Elohim” (chissa per quali motivi) glielo hanno
impedito. Insomma Biglino sta facendo intendere che vi siano state delle
dispute tra “Elohim”. La sua fantasia è realmente profonda. Peccato che
la storia (quella seria), sia un’altra cosa.
Ma ancora a pag 147 Biglino afferma che Yahweh esce di scena verso il
secolo VI a.C. quando i Babilonesi occupano la terra di Canaan. Strano
no? Se Yahwew fosse stato realmente un extraterrestre avrebbe avuto un
potere talmente grande che avrebbe potuto sconfiggere i Babilonesi, ma
anche qui Biglino stravolge la realtà, ossia il semplice fatto che
Yahweh (IO SONO), non è altro che uno dei nomi di Dio, presentàndolo
come un semplice essere extraterrestre.
All’inizio della pag. 148 Biglino torna sul tema di Gesù e scrive:
Rispondo subito a una domanda che sicuramente si presenta al lettore: ma
se lui era il messia tanto atteso, perché gli ebrei, - fatta eccezione
per i suoi seguaci diretti – non lo hanno riconosciuto e accettato?
La risposta è chiara e netta: perché ha fallito.
Il messia atteso doveva e poteva solo vincere, invece Giosuè/Gesù ha
fatto la stessa tragica fine di molti altri suoi colleghi, predicatori
messianisti, che si sono presentati in quei due secoli come liberatori e
sono stati tutti miseramente sconfitti.
A questa affermazione di Biglino si risponde molto facilmente:
inizialmente Biglino aveva affermato che Gesù era un rivoluzionario
anti-romano, poi ha affermato che Gesù era il potente figlio di un
“Elohim” (per lui un essere sovrumano extraterrestre), ed ora afferma
che Gesù era un predicatore messianico, che fallì miseramente nella sua
impresa. Pertanto notiamo che Biglino, lontano dall’essere un serio
studioso di storia, mischia continuamente le carte, confondendosi e
contraddicendosi lui stesso, senza avere ben chiaro cosa stia scrivendo.
Se Gesù fosse stato un semplice predicatore messianico, non avrebbe
potuto compiere i miracoli che ha compiuto, e soprattutto non abrebbe
potuto risorgere dai morti con un corpo glorificato. Che cosa ci
avrebbero guadagnato i suoi seguaci a divulgare che era il Figlio di Dio
e che era risorto dai morti? Nulla, anzi avrebbero rischiato la vita e
in effetti la rischiarono e furono uccisi a cominciare da Stefano
protomartire. Naturalmente Biglino disconosce anche le profezie
bibliche, che descrivono che il Messia sarebbe stato il liberatore dal
peccato e non da una semplice dominazione straniera. Per approffondire
le 300 profezie nell’Antico Testamento sulla venuta di Gesù Cristo sulla
terra, vedere il link a nota 1.
Sul finire del pag. 148 Biglino tenta anche un improbabile commento del
verso 18 del primo capitolo del Vangelo di Giovanni. Biglino riporta
parte del verso in questione. Vediamolo tutto:
“Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”.
Quindi Biglino afferma (pag. 148), che siccome Yahweh era molto ben conosciuto
“è lecito chiedersi se Giosuè/Gesù si riferisse realmente a lui o non piuttosto a qualche altro degli Elohim”.
Da queste frasi assurde si evince che Biglino è totalmente digiuno di
teologia basica. Questo verso del Vangelo di Giovanni è talmente
profondo che vari teologi hanno scritto capitoli interi per sviscerare
il senso di cosa ci volle comunicare Giovanni Apostolo ed Evangelista,
tra questi il greco Spiros Zodhiates. Secondo il teologo greco (23), Dio
si è manifestato varie volte all’uomo (per esempio quando si è mostrato
a Mosè), ma nessuno lo ha mai visto nella sua pienezza. Dopo averci
detto che nessuno, mai ha potuto vedere Dio nella sua pienezza, Giovanni
ci dice che vi è un’eccezione: “l'unigenito Figlio, che è nel seno del
Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”.
In alcuni testi antichi vi è scritto μονογενὴς Θεὸς ossia “unigenito Dio”.
In pratica è solo attraverso il Figlio che possiamo arrivare a conoscere
Dio Padre. Infatti Gesù ha detto: Vangelo di Giovanni (14, 9):
Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai
ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai
dici: “Mostraci il Padre”?
Secondo Giovanni, Dio ha voluto rivelarsi completamente e lo ha fatto
con Gesù Cristo, che viene chiamato Verbo, (Logos) e anche unigenito
Figlio. La parola greca "monogenees" può significare (Great Lexicon of
the Greek language): 1-figlio unico, ossia chi non ha fratelli o sorelle
(come in Luca 8, 42); 2-L’unico di questa specie; 3-Della stessa
natura. Secondo Zodhiates "monogenees" deve essere interpretato “della
stessa natura, o della stessa sostanza”. Per Zodhiates pertanto anche
“monogenees" è un indizio che Giovanni volesse intendere che Gesù
Cristo, il Verbo, ha la stessa sostanza del Padre e pertanto, solo lui
può farlo conoscere.
Ovviamente questi approffondimenti teologici non interessano a Biglino e
neppure ai suoi fans, ma forse qualche lettore che leggerà questo
articolo inizierà a capire che cosa voleva realmente indicare Giovanni
quando scrisse i suoi famosi versi.
Nella pagina 149 Biglino inizia a parlare della Genealogia di Gesù, e
sostiene che le due geneaologie, del Vangelo di Matteo e del Vangelo di
Luca sarebbero in disaccordo l’una con l’altra. Anche qui Biglino tenta
di denigrare la veridicità della Bibbia, ma il suo ennesimo tentativo
cade nel nulla.
La confutazione di questa tesi è banale: tutti abbiamo due geneologie,
una da parte di padre e una da parte di madre. Il vero Padre di Gesù è
Dio, e quindi Gesù non poteva avere una genealogia da suo padre
naturale. Tuttavia da un punto di vista legale il bambino Gesù dipendeva
dall’uomo che si pensava essere suo padre, Giuseppe. E’ questa la
ragione che vi sono due genealogie di Gesù nella Bibbia. (Chi fosse
interessato può approfondire nelle note 23 e 24).
Nelle pagine 150 e 151 Biglino ipotizza che Gabriele abbia avuto un
ruolo importante anche nella nascita di Giovanni il Battista.
Velatamente Biglino fa intendere che Gabriele abbia avuto un rapporto
sessuale (o forse abbia fecondato in modo tecnologico), anche con
Elisabetta, la madre di Giovanni il Battista.
Anche queste considerazioni di Biglino sono fantasiose, non basate su documenti storici e contro la logica.
A Pag. 152 Biglino inizia ad occuparsi del battesimo di Gesù. Biglino
inizia con riportare le quattro narrazioni del battesimo di Gesù così
come sono riportate nei quattro Vangeli.
Nella pag. 153 Biglino riporta alcune parole greche corrispondenti al
Vangelo di Luca (3, 22). Non le riporta però in forma corretta, ossia
come sono realmente in sequenza nel testo greco.
Infatti il verso 3, 22 in greco è:
καὶ καταβῆναι τὸ Πνεῦμα τὸ Ἅγιον σωματικῷ εἴδει ὡς περιστερὰν ἐπ’ αὐτόν
καὶ φωνὴν ἐξ οὐρανοῦ γενέσθαι Σὺ εἶ ὁ Υἱός μου ὁ ἀγαπητός ἐν σοὶ
εὐδόκησα
che significa:
e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una
colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in
te ho posto il mio compiacimento».
Ma Biglino mostra solo le parole greche “Πνεῦμα καταβῆναι σωματικῷ εἴδει
ὡς περιστερὰν”, (pronuncia: pneuma katabenai somatiko eidei os
peristeran). Quindi queste parole vengono mostrate da Biglino non nella
sequenza corretta.
Quindi Biglino nega che sia corretto tradurre il termine Πνεῦμα
(pneuma), con “Spirito”. E Biglino sostiene che il termine Πνεῦμα
(pneuma), corrisponde alla sostanza del termine ebraico רוח (ruach). Poi
Biglino aggiunge che il termine ebraico:
“indica spesso un oggetto che vola, si sposta nello spazio seguendo
direzioni precise, si libra sull’acqua, produce rumore e vento di
tempesta, si alza, prende persone e le porta via, è collegato ad oggetti
che si possono staccare da lui per muoversi autònomamente e poi
riagganciarsi per procedere assieme; questi oggetti, per le loro
caratteristiche strutturali e funzionali, sono paragonabili ad animali
tra cui l’acquila…”
In pratica Biglino sta dando un interpretazione fantasiosa di un termine
ebraico, quando invece stava commentando un termine greco. Strano no?
Ma fa parte del suo modus operandi, mentre sta analizando una parola in
greco passa a commentare la corrispondente parola in ebraico e quindi
assume che la prima parola in greco abbia la stessa caratteristica.
In ogni caso anche l’interpretazione che Biglino da alla parola ruach,
come fosse un’astronave o qualcosa di simile è assurda. Per esempio il
biblista Danilo Valla ha scritto, sulla parola ruach:
“Nell'Antico Testamento “ruach” vuol dire a volte "vento" ma molto
spesso significa "spirito". Una prova evidente si trova in Esodo 31, 1-3
e 35, 30-31, nel caso di Betsaleel che fu riempito di “Ruah Elohim” =
“spirito di Dio”, per realizzare le opere artistiche del Tabernacolo e
per inegnare ad altri”.
La frase di Valla ha un senso, infatti se l’interpretazione di Biglino
fosse giusta, ossia che ruach volesse dire “astronave” o qualcosa di
simile, non si spiegherebbe il senso di altri versi della Bibbia dove
appare nuovamente questa parola, come per esempio nei versi citati da
Valla.
Ma in ogni caso ricordiamo che Biglino stava commentando un testo greco,
non ebraico. Πνεῦμα (pneuma), significa inequivocabilmente Spirito.
Pertanto Luca voleva comunicarci che realmente lo Spirito Santo è
disceso su Gesù in forma corporea simile a una colomba.
A pag. 154 Biglino continua la sua trattazione, sostenendo che
probabilmente il Πνεῦμα del Vangelo di Luca, non era lo “Spirito di Dio”
ma un “oggetto volante”. E’ una tesi fantasiosa, ma non supportata ne
dalla semantica, ne dalle fonti storiche/documentali, ne dalla logica.
A pagina 155 Biglino si occupa della Trasfigurazione, l’episodio biblico
narrato nei tre Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca). Poi Biglino
afferma che è un fatto molto strano che la Trasfigurazione non sia
descritta nel Vangelo di Giovanni. Biglino sottolinea che siccome
Giovanni non ha nominato nel suo quarto Vangelo, la Trasfigurazione,
essa stessa dovrebbe essere falsa.
E’ una delle strategie di chi nega la veridicità dei Vangeli. Si prende
un episodio e si sostiene che siccome quell’episodio non è narrato in
tutti e quattro i Vangeli l’episodio stesso sarebbe inventato e la
veridicità dei Vangeli cadrebbe. Invece il fatto che un particolare sia
raccontano in un Vangelo e non in un altro, non è una prova che il fatto
non sia successo, ma semplicemente che l’autore del Vangelo dove il
fatto non è riportato ha preferito focalizzare il suo scritto su altri
fatti. In pratica la non descrizione di un fatto non significa che il
fatto non sia avvenuto, significa solo che non è stato descritto. E’
logica semplice, ma chi pensa di mistificare la Parola di Dio le prova
tutte per tentare di affermare le sue tesi, non basate ne su fatti
storici, ne sulla logica.
Sul finire della pagina 155 Biglino inizia a descrivere l’eventi della
Trasfigurazione di Gesù. Ovviamente Biglino cerca di proporre delle
traduzioni diverse del greco neo-testamentario per avvalorare e
supportare le sue tesi. Inizialmente Biglino riporta il termine in greco
μετεμορφώθη
utilizzato dagli Evangelisti Matteo e Marco. Il termine riportato da Biglino è:
μετεμορφώθη che significa: “fu trasfigurato”, ma Biglino lo traduce
“cambiò forma”. Quindi Biglino afferma che il verbo in questione viene
espresso nella forma “aoristo passivo” e pertanto Biglino si pone la
domanda: “Gesù cambiò volontariamente o subì una trasformazione?”.
In questo caso Biglino sta astutamente facendo credere al lettore che
Gesù non fosse completamente padrone di se stesso, e che forse stava
subendo una trasformazione che altri gli imponevano. E’ una ipotesi
fantasiosa, ma rientra nell’architettura generale di Biglino che vuole
portare il lettore a credere nella sua tesi.
Da un punto di vista prettamente linguistico si può aggiungere che il
cosiddetto aoristo, esprime un’azione generalmente “puntuale” non
continuativa, un fatto cioè che avviene in un punto specifico nel tempo e
nello spazio, che nel modo indicativo, ha anche l’aspetto temporale;
quindi non corrisponde precisamente al nostro passato remoto o a un
tempo passato. Poi, la forma passiva, una forma poco usata in greco, non
corrisponde necessariamente alla nostra forma passiva, con un
complemento d’agente, cioè, ma si confonde con la forma media, se non
con la forma attiva, per cui il “fu trasfigurato” si può tradurre con
“si trasfigurò”, introducendo un senso di forza interna al soggetto, un
suo coinvolgimento anche emotivo e con le proprie forze.
Quindi Biglino accenna alla parola “esodo” (ἔξοδον, uscita), che viene
utilizzata nel vangelo di Luca nel verso 9, 31. Poi Biglino scrive, come
se si parlasse di un giallo poliziesco:
“Di che “uscita” si è parlato? Si sono stabilite le modalità della sua
ripartenza? Si sono definiti tempi e modi del suo ritorno alla casa del
“padre”?
E’ evidente che Biglino non è interessato a comprendere il vero
significato della Trasfigurazione di Gesù, ma vuole portare il lettore
in un’altra dimensione, non quella dell’evento mistico, ma quella
fantasiosa del fatto reale dove i protagonisti sono degli esseri
sovrumani o extraterrestri.
Il vero significato della Trasfigurazione è naturalmente un altro: Gesù
innazitutto porta con sè i tre Apostoli, (Pietro, Giacomo e Giovanni),
che che sono stati testimoni della risurrezione della figlia di Giàiro
(vangelo di Luca 8,51). Quindi Gesù sale sul monte e prega. Ovviamente
Biglino non si sofferma mai sulla preghiera, in quanto per lui non ha
valore. La preghiera di Gesù precede l’evento mistico della
Trasfigurazione, nel quale Gesù con la prossima risurrezione si colloca
nella sfera della Trascendenza e della gloria divina. Infatti il suo
volto è luminoso e glorioso. Mosè ed Elia sono due personaggi importanti
nella Bibbia. Mosè è colui con il quale IO SONO – YHWH ha stabilito il
patto mosaico. Elia ha ricoperto un ruolo importante nella difesa della
vera fede in Dio. Entrambi i personaggi sono stati perseguitati,
similmente a quello che succederà a Gesù. Il significato del termine
“esodo” rievoca la vicenda della liberazione di Israele. Allo stesso
modo di come Israele verrà liberata nell’Esodo biblico, ora Israele e
tutti i popoli verrano liberati dal peccato, con la morte di Gesù Cristo
sulla croce. In effetti il termine “esodo” si riferisce al concetto di
morte, ossia di uscita dalla vita terrena. A tale proposito vediamo il
passo del Libro della Sapienza (non facente parte del Tanakh), (7, 6):
Una sola è l’entrata di tutti nella vita e uguale ne è l’uscita.
Ovviamente il luogo dove dovrà avvenire la morte di Gesù Cristo, il
sacrificio finale e perfetto, è Gerusalemme, il luogo santo dove si
sviluppa il progetto di Dio.
Biglino nella pagina 157 torna a sviluppare la sua tesi e si dedica ad
analizzare i personaggi di Mosè ed Elia. Biglino riporta una frase del
Libro Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio dove si afferma che una
nube scesce su di lui e quindi scomparve. In pratica Biglino vuole
mostrare che Mosè non morì, ma fu asceso al cielo. In realtà questo
fatto potrebbe essere parte di una tradizione extra-biblica. Però nella
Bibbia vi è scritto chiaramente che Mosè morì, vediamo il passaggio
corrispondente, in Deuteronomio (34, 5-8):
Così Mosè, servo dell'Eterno, morì là, nel paese di Moab, secondo la
parola dell'Eterno. E l'Eterno lo seppellì nella valle del paese di
Moab, di fronte a Beth-Peor; e nessuno ha conosciuto fino ad oggi il
luogo della sua tomba. Or Mosè avevacentovent'anni quando morì; la sua
vista non si era indebolita e il suo vigore non era venuto meno. E i
figli d'Israele lo piansero nelle pianure di Moab per trenta giorni; poi
i giorni di lutto e di pianto per Mosè terminarono.
Ma perché Biglino vuole far credere che Mosè non morì ma fu rapito in cielo?
Biglino vuol far passare la falsa tesi che anche Mosè sia stato rapito
in cielo, perché vuole dimostrare che anche Mosè come Elia fu rapito da
“una macchina volante”, sua tesi che spiega nella pagina 158.
Biglino inizia a spiegare una delle sue tesi principali: Elia fu rapito
in cielo da una macchina volante. Si riferisce al passaggio biblico 2 Re
(2, 11):
Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e
cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine
verso il cielo.
Per Biglino questo passaggio è una prova certa che Elia fu rapito da una
astronave guidata dagli “Elohim” (che per lui sarebbero
extraterrestri). Nella pagina 158 riporta parte del verso 2, 11 in
ebraico, con le sue traduzioni corrispondenti in italiano.
Naturalmente questa è l’interpretazione fantasiosa di Biglino. Invece
l’autore biblico potrebbe aver descritto l’episodio realmente avvenuto
raffigurando Elia assunto in cielo da Dio in un carro trainato da
possenti cavalli.
Ma Biglino aggiunge una frase ad effetto:
“Ciò che ci interessa qui è rilevare che il ruach che preleva Elia è una
struttura assolutamente materiale, meccanica, cioè il mezzo volante con
cui Elia lascia quel territorio per andare dagli Elohim.”
Il problema è che nel verso (2 Re 2, 11) non si nomina il termine
ebraico רוח ruach, e neppure nei versi seguenti fino al (2, 14). Potete
verivicare al link citato nella nota 25.
Quindi da dove tira fuori Biglino la parola ruach? Non sappiamo.
Comunque Biglino nella pagina 159 fa una serie di domande fantasiose,
ipotizzando che fu un astronave (Biglino scrive: oggetto volante) a
rapire Elia.
A pag. 160 Biglino ritorna a focalizzarsi sul Nuovo Testamento e
conclude che Mosè ed Elia sono entrambi stati rapiti in cielo (ma come
ho fatto notare nella Bibbia non si afferma che Mosè fu rapito in cielo,
ma solo che non si conosce il luogo della sua sepoltura).
Sempre a pagina 160 Biglino riporta il passaggio del Vangelo di Matteo (17, 10)
Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
Ma poi Biglino sorvola sulla giusta interpretazione. Infatti la risposta di Gesù è questa: Vangelo di Matteo (17, 11-13):
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi
dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di
lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà
soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava
loro di Giovanni il Battista.
Quindi è lo stesso Matteo che ci rivela che Gesù stava parlando di Giovanni il Battista.
Nell’ultima parte della pagina 160 Biglino riporta un passaggio delle
Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, con lo scopo di rafforzare la
sua tesi su Elia. E’ strano come Biglino citi spesso Antichità Giudaiche
di Giuseppe Flavio dando per certo che sia un testo affidabile, e poi
non citi mai il passaggio dello stesso libro detto Testimonium
Flavianum, dove si descrive la vita e la Risurrezione di Gesù (Antichità
giudaiche, XVIII 63-64), oppure dove si descrive il martirio di
Giovanni il Battista (Antichità giudaiche, XVIII 116-119), oppure dove
si descrive il martirio di Giacomo il minore (Antichità giudaiche, XX
200).
A pag. 161 Biglino ritorna a prospettare la tesi che Gesù fosse un
attivista anti-romano. Dimostra quindi di contraddirsi continuamente: a
pag 136 ha scritto che Gesù era un ribelle anti-romano; a pag 146
Biglino ha scritto che Gesù era un potente figlio di un “Elohim”, che
per Biglino sarebbe un essere sovrumano, extraterreste; a pag. 161
Biglino torna a sostenere la tesi del Gesù rivoluzionario anti-romano.
Da ciò si dimostra che il Biglino non tiene un filo logico e non ha neppure chiaro quale sia la teoria che vuole esporre.
Quindi passa ad analizzare due frasi dette da Gesù Cristo quando era in croce, queste:
Vangelo di Matteo (27, 46):
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?»,
che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Vangelo di Marco (15, 34):
Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Biglino nomina il prof. Giovanni Garbini di Roma e sostiene che lo
stesso professore avrebbe fatto rilevare che la frase di Gesù sarebbe la
citazione del “Salmo 22 in cui un sacerdote pronuncia un suo grido di
dolore lamentando di essere tato ingiustamente condannato.”
In più Biglino aggiunge:
“Orbene la curiosità risiede nel fatto che la frase fatta pronunciare a
Giosuè/Gesù è in ebraico con l’inatteso e inspiegabile inserimento di un
termine aramaico, il verbo sabachtani, la cui radice non è presente
nella lingua ebraica, infatti in ebraico il versetto contiene la
formulazione azabtani. Abbiamo quindi una vera stranezza: un’intera
frase ebraica (come testimoniato dai termini eloi o eli), vede
inspiegabilmente inserito un verbo aramaico. In quest’ultima lingua
infatti la frase avrebbe avuto la seguente formulazione: “il il lemana
sebaqtani”, oppure “elahi elahi metul mah sebaqtani”. L’attenta analisi
lingüìstica porta il prof. Garbini a ricostruire l’intero processo che
ha portato al testo che noi conosciamo. In sintesi egli afferma che la
formulazione originaria ebraica riportasse la radice zbch, che significa
“sacrificare” e quindi il vero versetto originario del Salmo 22 avrebbe
recitato così: “El mio, El mio perché mi hai sacrificato?”.
Sembra pertanto che Biglino ancora una volta con notevole astuzia stia
tentando di supportare nuovamente la fantasiosa teoria che Gesù fosse il
figlio di un “Elohim” o extraterrestre che però fu avversato da altri
“Elohim” e quindi fallì il suo progetto di ribellione, finendo sulla
croce. Ovviamente per far accettare (al suo pubblico) questa sua teoria
deve supportarla con una falsa interpretazione delle scritture. In
pratica come già ha tentato di proporre errate traduzioni della lingua
ebraica nel Antico Testamento, ora tenta di proporre le sue errate
traduzioni della lingua greca nel Nuovo Testamento. Gli interessa
particolarmente l’aramaico parlato da Gesù perché su quello può
costruire il suo castello di errori e inessattezze che sarà poi la base
(non solida, ma scricchiolante), sulla quale costruirà le sue false
teorie.
Innazitutto vediamo cosa dice il Salmo 22. Nel Salmo 22, 1 vi è la parola
עֲזַבְתָּ֑נִי (notate la seconda parte di questa parola עֲזַבְ) che
viene pronunciata ‘ă·zaḇ·tā·nî; (vedere nota 26). Ma viene tradotta in
inglese: have you foresaken? (ossia il verbo è “abbandonare” e non
“sacrificare” come Biglino erroneamente afferma).
Secondo studiosi del calibro di Frederick Greenspahn (27), entrambe le
versioni della frase in questione sia nel Vangelo di Matteo che nel
Vangelo di Marco sembrano essere in aramaico, in quanto la radice שבק
(sbq) “abbandonare” era originariamente in aramaico. In seguito questo
termine venne utilizzato nella lingua ebraica. La parola ebraica
sinonimo di שבק (sbq) è עזב ('zb) ed è infatti scritta nel Salmo 22, 1
(nota 26).
Quindi la traduzione di Biglino secondo la quale Gesù avrebbe detto:
““El mio, El mio perché mi hai sacrificato?”, è completamente errata, in
quanto Gesù ha detto:
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Ovviamente, sul finire della pagina 162, Biglino da per certo che la sua
traduzione (e quindi la sua teoria), sia vera e sostiene che i
redattori dei Vangeli avrebbero falsificato la frase iniziale di Gesù,
modificandola.
Biglino continua a sostenere che nel Salmo originale vi sarebbe un grido
di rabbia e dolore, e pertanto anche Gesù avrebbe gridato una frase
simile esprimendo rabbia e dolore (verso gli extraterrestri “Elohim”
avversari). Inoltre continua a sostenere che i redattori dei Vangeli
avrebbero modificato la frase per costruire la figura cristica
(aggettivo quest’ultimo che rimanda alla religione new age), basata
sull’accettazione del suo ruolo di agnello sacrificale.
Anche queste affermazioni di Biglino sono completamente prive di logica,
perché se i redattori del Vangeli fossero stati realmente in mala fede
avrebbero sostituito completamente la frase in questione, magari con una
di più semplice presa sulle masse.
Inoltre Gesù Cristo aveva espresso in moltissime altre occasioni (decine
di passaggi nel Nuovo Testamento e non solo nelle Lettere di Paolo di
Tarso), quale fosse lo scopo principale della sua venuta sulla terra:
“togliere il peccato del mondo” (Vangelo di Giovanni 1, 29), quindi
aveva dichiartato in numerose altre occasioni di essere realmente
l’Agnello di Dio, e che il suo sarebbe stato il “sacrificio finale e
perfetto”. Chi fosse interessato all’analisi di molti dei passaggi
biblici dove Gesù spiega quale sarebbe stato lo scopo principale della
sua missione sulla terra può cliccare nel link che aggiungo alla nota
28.
Nella pagina 163 Biglino riporta quella che sembra essere una citazione
del Garbini, ossia che il sacrificio non sarebbe stato previsto per il
messia davidico.
Con questa frase Biglino installa il dubbio nel lettore che nella fede
ebraica vi sia stata l’attesa di due messia, uno regale (davidico) e uno
sacerdotale. Questa teoria è stata esposta già da David Donnini, ma non
rispecchia la credenza biblica, bensì la credenza di un gruppo di
religiosi della comunità di Qumran, espressa nel testo non biblico
“Regola della comunità”, facente parte dei Manoscritti di Qumran.
A tale proposito bisogna ricordare che La “Regola della Comunità” è
contenuta non solo nel rotolo 1QS, da cui proviene l’estratto citato da
Donnini, ma anche nel rotolo 4QSe, che è più antico: in quest’ultimo
rotolo non compaiono i versi di cui sopra (manca la parte da VIII, 15
fino a IX, 12) e di conseguenza non ci sono i riferimenti ai due Messia.
E’ possibile pertanto che in origine la “Regola della Comunità” non
contenesse affatto questo riferimento, aggiunto in seguito al
manoscritto, più recente, ritrovato nella grotta 1. Pertanto è
verosimile che la teoria dei due Messia sia stata una aggiunta, ed
elaborata soltanto nell’ultima fase degli scritti di Qumran. Pertanto,
l’idea che gli ebrei attendessero due messia, innanzitutto non è
biblica, ma, in secondo luogo, non è neppure provata. Per chi volesse
approfondire questa mia confutazione a David Donnini può cliccare al
link alla nota 29.
Sempre nella pagina 163, Biglino continua con la sua opera, tentando di denigrare la storia di Gesù Cristo e scrive:
“Ma, ribelle, partigiano antiromano o docile esecutore che fosse, siamo
davvero certi che sia morto in croce e che sia rimasto tre giorni nel
sepolcro?”
Come vediamo Biglino, con una strategia astuta, continua ad installare
dubbi nel lettore, insertando qua e la traduzioni errate, assurde teorie
e improbabili falsificazioni storiche. Adesso inizia a proporre l’idea
che Gesù non sia morto in croce (che peraltro è la visione islamica di
Gesù, dimostrata essere falsa dai documento storici in nostro possesso).
Ma sul finire della pagina 163 Biglino si sofferma sull’episodio di
quando diedero dell’aceto a gesù quando era sulla croce. Vediamo prima i
passaggi corrispondenti del Vangelo di Matteo e del Vangelo di
Giovanni.
Vangelo di Matteo (27, 48-50):
E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di
aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano:
«Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a
gran voce ed emise lo spirito.
Vangelo di Giovanni (19, 29-30):
Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta
di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver
preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò
lo spirito.
Poi Biglino fa notare che il termine usato nei Vangeli tradotto con “aceto” è ὄξους.
Nell’ultima frase della pag. 163 Biglino fa notare che dopo aver bevuto
un po di aceto Gesù avrebbe dovuto reagire e invece nei tre Vangeli si
afferma che “rese lo spirito”.
Nella pag. 164 Biglino inizia a sviluppare la teoria che in quell’aceto
fosse una sostanza capace di far cadere Gesù in uno stato di “morte
apparente”. Ovviamente, sempre tentando di seguire le elucubrazioni di
Biglino, questo stratagemma avrebbe evitato che a Gesù gli si
spezzassero le gambe, atto che avrebbe causato la morte inmediata per
soffocamento, dovuto alla posizione costretta sulla croce (venendo a
mancare l’appoggio dei piedi).
E’ una teoria che è stata proposta varie volte ma che si è rivelata completamente priva di logica.
Innazitutto quale sarebbe la sostanza capace di provocare la “morte
apparente”? Ed inoltre anche ammesso che tale sostanza esista ora (nel
XXI secolo), non vi è alcuna prova che tale sostanza fosse conosciuta e
usata nel I secolo. Ricordiamo che la “morte apparente” non è un
semplice svenimento, ma una situazione, rarissima, dove vi è
un’apparente cessazione dell’attività cardiaca e della respirazione.
In secondo luogo i soldati romani non avrebbero mai permesso che
qualcuno si avvicinasse e desse a Gesù una sostanza sospetta, proprio
per il fatto che avevano degli ordini chiarissimi che dovevano essere
portati a termine: crocifiggere Gesù e verificare che fosse
effettivamente morto in croce prima di deporre il suo corpo esanime.
Proprio per questo uno dei soldati prima di deporre il corpo trafisse il
costato di Gesù con una lancia, Vangelo di Giovanni (19, 34):
ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Gesù era già morto, e per questo non vi fu alcuna reazione all’azione del soldato che lo trafisse.
Pertanto vediamo che la teoria che qualcuno si avvicinò e diede da bere a
Gesù una sostanza non verificata, è praticamente impossibile.
Ma analizziamo, per assurdo, la possibilità che qualcuno abbia dato
quella sostanza a Gesù quando Gesù era sulla croce, per tentare di
salvargli la vita.
In quel caso quel qualcuno avrebbe dovuto far parte di un complotto per
tentare di mostrare che Gesù era morto, e quindi avrebbe dovuto mentire
alle autorità, rischiando di essere messo a morte per aver salvato un
condannato a morte. Inoltre il tentativo di salvare Gesù con una
sostanza “segreta”, è improbabile, in quanto il corpo di Gesù sarebbe
poi stato tumulato e controllato da guardie e quindi anche dopo un
impobabile risveglio, il “Gesù macilento” non avrebbe potuto uscire
dalla sua tomba senza l’aiuto di altre persone, che si sarebbero esposte
ulteriormente al rischio di morte, infatti in quel tempo la
profanazione delle tombe era punita con la morte.
Ma anche ammettendo che ciò fosse successo, se Gesù fosse realmente
“morto in apparenza”, e si fosse risvegliato il terzo giorno, non
avrebbe potuto rimuovere la pietra tombale.
Ma anche ammettendo che la pietra sia stata rimossa da altri, quel Gesù
“non morto in croce”, come avrebbe potuto convincere i suoi seguaci di
essere realmente risorto? Impossibile, in quanto la Resurrezione che
descrivono gli Apostoli, (che poi andarono al martirio pur di non
rinnegare che sia avvenuta), è una Risurrezione gloriosa, di un vero Dio
e vero uomo, senza ferite (a parte i segni dei chiodi e della lancia).
Non era un Gesù “macilento e debole” quello che si presentò ai suoi
seguaci, ma era l’unico e vero Gesù Cristo invincibile, onnipotente, era
colui che aveva sconfitto il peccato e la morte, era il Verbo
incarnato.
In ogni caso non vi è solo la logica che supporta l’avvenuta morte di
Gesù Cristo sulla croce, ma anche numerose prove documentali, che ho
analizzato nei miei due articoli “La morte in croce di Gesù Cristo”
(link alla nota 30), e “Considerazioni sulla Risurrezione di Gesù Cristo
(link alla nota 31).
Nella pag. 164 Biglino continua con le sue elucubrazioni e da per
scontato che qualcuno abbia aperto la tomba e abbia fatto uscire il
“Gesù macilento” dalla tomba.
Infatti nel fondo della pag. 164 scrive:
Dunque prendiamo atto del fatto che per far uscire Giosuè/Gesù si è
dovuta far rotolare la porta e aprire fìsicamente il sepolcro.
“il suo corpo miracolosamente risorto in un lampo di luce, non era in
grado di attraversare la pietra visto che successivamente si narra che
attraversasse i muri?”
Ma la prima frase di Biglino è assurda, in quanto se realmente qualcuno
avesse fatto uscire Gesù dalla croce (un Gesù debole, macilento e
verosimilmente in fin di vita), lo avrebbe poi dovuto presentare agli
Apostoli in quelle condizioni. Gli Apostoli a quel punto avrebbero
verificato la condizione di Gesù, che in quel caso sarebbe stato un
semplice essere umano, e avrebbero preso atto che non era il Messia. A
quel punto nessuno di loro avrebbe nel corso dei mesi e degli anni
sucessivi proclamato la Buona Novella, il Vangelo. Nessuno avrebbe
divulgato che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, rischiando continuamente
la vita sia davanti alle autorità ebree che a quelle romane.
La seconda frase di Biglino è ironica, ma anche sottilmente acuta, in
quanto installa nella mente del lettore non attento che qualcuno abbia
effettivamente tolto la pietra per fare uscire il Gesù macilento dalla
tomba. Ma anche qui Biglino dimostra di non usare la logica: infatti se
qualcuno avesse voluto falsificare gli scritti evangelici avrebbe potuto
scrivere che Gesù attraversò il muro della tomba e che solo dopo che i
soldati rimossero la tomba le donne che erano andate al sepolcro si
resero conto che il corpo non era ivi presente. In questo caso il
racconto evangelico sarebbe stato corrispondente con le succesive
apparizioni di Gesù. Ma gli evangelisti scrissero essattamente quello
che avvenne, e non inventarono nulla, infatti la pietra fu fatta
rotolare per volere divino: vediamo il passaggio corrispondente, Vangelo
di Matteo (28, 2-4):
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti,
sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di
essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve.
Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero
come morte.
La pietra fu fatta rotolare non certo per fare uscire Gesù Cristo, che
era già risuscitato con un corpo glorificato, ma per richiamare
l’attenzione dei presenti sulla tomba vuota e quindi sul secondo evento
fontamentale della storia umana (essendo il primo la morte in croce di
Gesù Cristo).
Nella pag. 165 Biglino continua nella trattazione delle sue idee,
sostenendo che i seguaci di Gesù lo abbiano fatto uscire dalla tomba
nelle ore inmediatamente sucessive alla sua “morte apparente”. Inoltre
Biglino ipotizza che i soldati che erano stati messi a guardia del
sepolcro siano stati corrotti proprio dal facoltoso propietario del
sepolcro: Giuseppe di Arimatea. Anche questa ipotesi fantasiosa va
contro la storia, ma soprattutto contro la logica. Infatti in quel tempo
come ho già evidenziato, la profanazione di una tomba, e soprattutto
l’eventuale favoreggiamento di un condannato a morte, erano puniti con
la morte. Il complotto che è stato ipotizzato da Biglino presuppone che
vi siano coinvolte almeno una decina di persone (Giuseppe di Arimatea,
alcuni degli Apostoli, alcune guardie romane). E’ altamente improbabile
quindi che possa essere avvenuto, ma anche se fosse avvenuto, ricadiamo
nella ipotesi che ho già analizzato: nessuno degli Apostoli avrebbe in
seguito divulgato la Risurrezione di Gesù, ne le sue Apparizioni con un
corpo glorificato, ne la sua Ascensione, ne ovviamente l’espiazione dei
peccati da lui attuata sulla croce, ne il fatto che Gesù Cristo è
l’incarnazione del Verbo. In pratica tutta la storia che segue la morte
di Gesù Cristo avrebbe avuto un’altro corso.
Nell’ultima parte della pag. 165 Biglino torna alla teoria della
“figliolanza speciale” di Gesù, ossia che Gesù sia figlio di un “Elohim”
che per Biglino sarebbe un essere sovrumano extraterrestre.
A pag. 166 Biglino si dedica a decsrivere la sua teoria sull’evento
dell’Assunzione. Fa una premessa sostenendo che siccome nell’Antico
Testamento gli “Elohim” ossia gli esseri da lui considerati sovrumani o
extraterresti facevano uso di macchine volanti o strutture simili,
allora anche nel Nuovo Testamento tutto ciò avrebbe dovuto replicarsi.
Nella pagina 176 Biglino mostra alcune parole in greco riferite ai
passaggi neo-testamentari dove si descrive l’Ascensione di Gesù.
Vediamo innanzitutto i corrispondenti passaggi nella traduzione in
italiano e analizziamo le corrispondenti parole greche che si
riferiscono all’atto dell’ascendere in cielo.
Vangelo di Marco (16, 19):
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
ἀνελήμφθη la cui pronuncia è anelēmphthē viene tradotto “fu elevato” (32)
Vangelo di Luca (24, 51):
Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.
ἀνεφέρετο la cui pronuncia è anephereto viene tradotto “veniva portato su”. (33).
Atti degli Apostoli (1, 2):
fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato
disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito
Santo.
ἀνελήμφθη la cui pronuncia è anelēmphthē viene tradotto con “fu assunto” (34).
Atti degli Apostoli (1, 9):
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
ἐπήρθη la cui pronuncia è epērthē viene tradotto con “fu elevato” (35).
Atti degli Apostoli (1, 11):
e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?
Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo
stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
ἀναλημφθεὶς la cui pronuncia è analēmphtheis viene tradotto con “è stato assunto” (36).
Biglino sostiene che questi quattro verbi il cui significato è “fu
elevato” o “fu assunto” deriverebbero dal verbo analambanein citato nel
verso 20, 13 degli Atti degli Apostoli. Vediamo il versetto
corrispondente:
Noi, che eravamo già partiti per nave, facemmo vela per Asso, dove
dovevamo prendere a bordo Paolo; così infatti egli aveva deciso,
intendendo fare il viaggio a piedi.
In questo caso il verbo analambanein (ἀναλαμβάνειν prendere), indica l’atto del prendere su e imbarcare. (37).
Sono due verbi diversi ma Biglino li fa apparire come fossero uguali,
naturalmente con lo scopo di far credere che l’Ascensione di Gesù sia
stata qualcosa di “passivo da lui subito”, ossia, in pratica, Biglino
vuol far credere (pag. 168), che Gesù sia stato rapito o portato al
cielo da un astronave.
Come vedete la strategia di Biglino è sempre la stessa, partire da
traduzioni errate e forzate, e giungere alle sue tesi di sempre, ossia
che i personaggi della Bibbia sono in realtà extraterrestri dai poteri
sovrumani.
Biglino però non si rende conto, che nella sua trattazione si
contraddice varie volte alternando la teoria del Gesù ribelle
anti-romano a quella del Gesù figlio di extraterrestri dai poteri
sovrumani. Stranamente poi questi “Elohim” extraterrestri erano
interessati solo al territorio di Israele, ma nessuno di loro era
interessato ad altre zone del mondo. Strano no?
Nella pagina 168 Biglino fa un sunto della sua fantasiosa teoria: Gesù è
il figlio di un “Elohim extraterrestre”, che ha il “compito di portare
sotto il suo controllo una terra che da secoli aveva perso
l’indipendenza”. Ma l’inviato fallisce nella sua missione. Viene salvato
dalla morte, da suoi seguaci apparteneti alle classi sociali più alte e
poi viene ripreso (assunto in cielo) da chi lo aveva inviato. Facile
no? Peccato questa teoria di Biglino non stia in piedi. Innazitutto la
base traballante di questa teoria sono una serie di traduzioni false. In
secondo luogo la teoria non regge in quanto se fosse vera, il figlio di
“Elohim” Gesù avrebbe avuto un potere quasi nullo. Sarebbe stata una
stirpe di extraterrestri decisamente debole la sua, se non era in grado
neppure di sconfiggere un’esercito di romani armati di arcaiche spade di
ferro. Inoltre, resta sempre l’assurda teoria del complotto sucessivo,
che avrebbe portato a redigere dei libri che narravano il falso. Cosa ci
avrebbero guadagnato gli Evangelisti a dichiarare fatti non avvenuti?
Ed inoltre come avrebbero fatto a divulgare la fede in eventi
soprannaturali ai quali nemmeno loro credevano? Niente da fare, la
teoria di Biglino siccome è impossibile e anti-logica, risulta
completamente falsa.
Nel primo paragrafo della pagina 169 Biglino torna ad accennare alla
trita teoria che Paolo di Tarso inventò la cristologia e la teoria del
peccato, fatto inverosimile, che ho già smentito all’inizio di questa
confutazione.
Sempre a pag 168 Biglino inizia un capitolo denominato “Riflessioni
conclusive” nel quale tenta di mostrare che i Vangeli e gli altri libri
del Nuovo testamento sono stati comunque contraffatti, pertanto sarebbe
molto difficile poter leggere una versione originale degli stessi.
Biglino ancora una volta dice il falso. I 127 papiri del Nuovo
Testamento (38), esposti in vari musei del mondo, sono documenti reali
antichi (il più vecchio risale al 125 d.C.), copie degli originali. Essi
concordano con le migliaia di citazioni dei Padri della Chiesa dei
primi tre secoli della nostra era (Policarpo di Smirne, Clemente di
Roma, Giustino Martire, Papia di Ierapoli, Ignazio di Antiochia, Ireneo
di Lione, Atenagora di Atene, Clemente Alessandrino, Origene, Hermas,
Ippolito, Melitone di Sardi, Tertulliano, Cipriano, Teofilo di
Antiochia, Lattanzio, Metodio, ecc.).
Sono talmente tante le citazioni dei Padri della Chiesa dei primi tre
secoli della nostra era, che potremmo ricostruire il Nuovo Testamento
anche se non disponessimo dei Papiri del Nuovo Testamento o dei codici
onciali risalenti al quarto secolo. E anche se Biglino non lo accetta,
queste citazioni coincidono tutte con gli scritti dei Papiri del Nuovo
Testamento.
E’ vero che vi sono delle varianti come sostiene Biglino a pag. 170, ma
disponiamo degli originali, e quindi siamo in grado di capire in che
cosa consistono le varianti.
Sul finale della pagina 170 Biglino continua una specie di riassunto
come per avvalorare la sua tesi. Indica tutti i termini che sono stati
da lui tradotti erroneamente, ossia Elohim, Yahweh, ruach, kavod, ecc.,
facendo intendere che certi extraterrestri abbiano utilizzato macchine
volanti ecc.
Nella pagina 171 torna al Nuovo Testamento sostennedo che Gesù è un
figlio di un “Elohim” extraterrestre che avendo fallito la sua impresa è
stato riportato al cielo. Teorie trite e non fondate su alcuna prova
certa, ma solo su forzate traduzioni e improbabili elucubrazioni
oltrechè su assurdità logiche.
A pag. 173 inizia il cap. 6 del libro di Biglino “Miracoli o scienza medica?”
In questo capitolo Biglino inizia sostenendo che quelli che erano
considerati miracoli o eventi soprannaturali secoli o millenni oro sono,
come per esempio i fenomeni atmosferici o le eclissi si sole e di luna,
sono oggi fenomeni spiegabili con la scienza e quindi esprime la tesi
che oggi si dovrebbe capire che gli scritti biblici riferiti a fenomeni
soprannaturali non furono altro che fenomeni inspiegabili in quel tempo,
ma che oggi sarebbero facilmente spiegabili. A pag. 175 Biglino
sostiene che solo una ristretta elite di persone, che conosceva le
eclissi e altri fenomeni astronomici poteva sfruttare questa conoscenza a
proprio favore e quindi dominare sulle masse.
Tutto ciò ha un senso, ma non ha alcuna attinenza con i fatti descritti
nel Nuovo Testamento. Le persone che vissero in Galilea e Giudea circa
duemila anni fa avevano esattamente la stessa nostra intelligenza e
sapevano distinguere tra un fatto eccezionale ma naturale e un fatto
soprannaturale. I miracoli eseguiti da Gesù sono stati eventi immediati,
non fortuiti. La sua Risurrezione è stata un evento reale, non
fantasioso. Ed è avvenuta con un corpo glorificato, non con un corpo
normale. Questi eventi soprannaturali hanno convinto gli Apostoli di
essere davanti al Figlio di Dio e non davanti a un essere sovrumano
proveniente forse da altri mondi. Se avessero avuto a che fare con un
extraterrestre lo avrebbero compreso.
A pag. 176 Biglino inizia a commentare un evento narrato nei Vangeli,
quello del giovane indemoniato raccontato nel Vangelo di Marco (9,
14-29), nel Vangelo di Matteo (17, 14-21), e nel Vangelo di Luca (9,
37-42).
Prima di iniziare la trattazione, Biglino aggiunge che i miracoli
compiuti da Gesù non sono che tentativi di cure mediche relativamente
avanzate, che sapeva eseguire quasi sempre correttamente.
A pag. 177 riporta il passaggio del Vangelo di Marco (9, 14-29).
A pag. 178 Biglino sostiene che in realta quel giovane era affetto da
epilessia. Segue poi (pag. 178-181), una descrizione di cosa è
l’epilessia dal punto di vista scientifico.
A pag. 182 e 183 Biglino cita tre passaggi neotestamentari: Vangelo di
Marco (4, 10-12), Vangelo di Luca (8, 10), e Vangelo di Matteo (13,
10-17). Vediamo quest’ultimo:
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro
parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i
misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che
ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto
anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché
guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si
compie per loro la profezia di Isaia che dice:
Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché
ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno
desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare
ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Sono i celebri passaggi dove Gesù spiega ai suoi discepoli che il
concetto spirituale del Regno di Dio e di come potervi accedere, sono
concessi solo alle persone umili di cuore, che accettano senza saccenza
il volere di Dio.
Biglino, invece, interpreta erroneamente questi passaggi e sostiene che
Gesù si riferisse ad un insegnamento esoterico destinato solo a pochi
illuminati ossia coloro i quali che facevano parte della sua ristretta
cerchia. In pratica Biglino sostiene che gli Apostoli erano degli
“illuminati” (pag. 183). Invece come sappiamo il messaggio di Gesù era
rivolto a tutti, ma soprattutto ai peccatori, agli umili, a coloro che
riconoscevano di essere nel peccato.
A pag 184 Biglino torna ad occuparsi del giovane indemoniato descritto nel passaggio del Vangelo di Marco (9, 14-29).
Biglino descrive il fatto che Gesù faccia una domanda al padre sullo
stato fisico del giovane, (Vangelo di Marco 9, 17), ecco la domada di
Gesù
Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia;
Biglino quindi sostiene che Gesù, se fosse realmente il Figlio di Dio,
non avrebbe dovuto aver avuto bisogno di chiedere quelle informazioni al
padre del giovane. Biglino sostiene che Gesù chiese quell’informazione
proprio perché agiva come un medico qualsiasi, un semplice essere umano.
Anche da queste banali elucubrazioni si nota che Biglino non ha la
necessaria umiltà per comprendere il senso di questo semplice passaggio
evangelico.
Innanzitutto il fatto che Gesù abbia fatto una domanda al padre del
giovane indemoniato non significa che non sapesse già la risposta.
Significa solo che fece una domanda, possibilmente per verificare se il
padre del giovane stava dicendo la verità, e come insegnamento quindi
per i presenti. Anche in altre occasioni Gesù ha fatto affermazioni tese
per verificare se il suo interlocutore stesse dicendo la verità. Per
esempio nel Vangelo di Giovanni (4, 16-18):
Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la
donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho
marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo
marito; in questo hai detto il vero».
Gesù sapeva già che la samaritana non aveva marito. Ma ha voluto verificare se lei diceva la verità.
Anche nel caso del giovane indemoniato Gesù sapeva già che il ragazzo
soffriva dall’infanzia di quella malattia. Ma fece la domanda al padre
per verificare che era di fronte ad una persona in buona fede.
In ogni caso il senso di questo racconto è che la fede solo se è unita alla preghiera può fare miracoli.
Gesù vuole comunicare che solo con la fede e con la preghiera è
possibile fare miracoli. Vediamo due passaggi dai quali si evince questa
conclusione:
Vangelo di Marco (9, 23-24):
Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il
padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia
incredulità!».
Vangelo di Marco (9, 28-29):
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché
noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa
specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la
preghiera».
A pagina 185 Biglino, per avvalorare la sua tesi, ossia che Gesù non
essendo il Figlio di Dio ha bisogno di fare delle domande, riporta
alcuni episodi biblici dove apparentemente anche Yahweh avrebbe avuto un
atteggiamento “umano” e non “divino”, vediamo tre di queste frasi dove
Biglino scrive che Yahweh:
1-“si accorge con stupore che la compagnia degli animali per Adamo non è sufficiente”
2-“scopre con sorpresa che l’uomo è malvagio e decide di annientarlo col diluvio”
3-“ha la necessità di mettere alla prova l’affidabilità di Abramo”
In realtà ognuna di queste affermazioni di Biglino è confutabile con la Bibbia stessa, vediamo:
1-
Genesi (2, 20):
Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del
cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto
che gli corrispondesse.
Quindi nessun stupore da parte di Dio, solo la decisione di dare all’uomo una compagna: la donna.
2-
Genesi (6, 5):
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e
che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre.
Quindi nessuna sorpresa ma solo constatazione che l’uomo aveva scelto il male.
3-Genesi cap. 22
Dio mette alla prova Abramo con l’episodio del sacrificio di Isacco. E’
Ovvio che IO SONO – YWHW sapeva già, essendo Dio, quale sarebbe stato il
comportamento di Abramo, alla richiesta di sacrificare suo figlio. Ma
sappiamo che Dio ha creato l’uomo libero di scegliere, quindi di
scegliere tra la fede assoluta in Dio (il bene), o l’incredulità nei
confronti di Dio, (il male). Dio ha voluto pertanto provare la fede di
Abramo, (anche come insegnamento per le future generazioni), che ha
dimostrato di avere una fede talmente grande che era sicuro che dopo
aver sacrificato suo figlio, Dio lo avrebbe risuscitato. Ma ciò non
avvenne perché Dio, vedendo che Abramo aveva una fede assoluta in lui, e
stava per sacrificare suo figlio, fermò la sua mano.
Come vediamo ogni elucubrazione di Biglino viene facilemente smentita e
confutata. Inoltre si nota, da quello che scrive, che Biglino sembra
incapace di cogliere il senso spirituale di alcuni passaggi biblici e
quindi tenta un’interpretazione letterale che spesso, essendo anche il
frutto di traduzioni errate, è falsata, o quantomeno forzata.
A pag. 186 Biglino torna ad analizzare il racconto della guarigione del
giovane indemoniato e dice che Gesù “si comporta da saccente”. Veramente
interesante questo punto, dove Biglino, che di saccenza ne ha da
vendere, perché pretende di raccontarci la Bibbia sulla base di contorte
elucubrazioni inneggianti a improbabili extraterrestri, si permette di
dare del “saccente” a Gesù Cristo, che ha dimostrato di essere la
persona più umile di tutti i tempi (per esempio quando ha lavato i piedi
ai suoi discepoli, Vangelo di Giovanni cap. 13, ma potrei citare altri
episodi).
Poi nelle pag. 186 e 187 Biglino sostiene che “Gesù fa il furbo”. Questi
frasi utilizzate da Biglino non sono tipiche di un serio studioso del
Nuovo Testamento, ma di uno scrittore sensazionalista, che si basa su
congetture, false traduzioni, elucubrazioni varie. Con queste frasi
Biglino non fa altro che definire se stesso e il suo modus operandi: è
uno scrittore sensazionalista senza basi storiche e putroppo senza
neppure basi logiche.
Biglino continua sostenendo che Gesù non fece assolutamente nulla, ma
semplicemente aspettò che la crisi epilettica del giovane finì e quindi
si prese il merito della falsa cura senza aver fatto assolutamente
nulla. Se cosi fosse stato alla sucessiva crisi epilettica il padre del
giovane si sarebbe presentato nuovamente a Gesù, mostrandolo come
un’impostore, e anche se l’episodio fosse stato occultato, gli Apostoli
avrebbero presto abbandonato Gesù senza, ovviamente divulgare nessun
altro atto del loro ex-maestro.
E’ logica semplice, elementare, ma Biglino pensa di propinare le sue false teorie come fossero vere.
A pag. 188 Biglino analiza il verso successivo, Vangelo di Marco (9, 28-29):
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché
noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa
specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la
preghiera».
Biglino sostiene che Gesù in questo caso si sarebbe preso gioco dei suoi
discepoli, dicendo loro che solo con la preghiera si possono scacciare i
demoni. Come vediamo Biglino cerca di screditare Gesù in tutti i modi.
Oltre a ciò si evince che Biglino non ha compreso assolutamente il senso
spirituale di questo passaggio.
Inoltre Biglino nega il valore della preghiera, quindi praticamente sta
indirettamente affermando che la maggioranza dell’umanità (gli
appartenenti alle maggiori religioni del pianeta), è formata da persone
insulse che danno valore alla preghiera. E’ veramente un’affermazione
insultante, ma spero che si scusi pubblicamente di quello che ha
scritto.
Nella pag. 189 quindi Biglino continua ad affermare che Gesù non ha
assolutamente curato il giovane, ma ha solo atteso che la crisi
epilettica finisse. Come ho già scritto se così fosse stato alla
seguente crisi il padre del giovane sarebbe tornato da Gesù indicandolo
come un impostore e gli Apostoli stessi avrebbero poi abbandonato il
loro ex–maestro. Ma tutto questo Biglino evita di scriverlo.
A pag. 190 Biglino riporta i passaggi del Vangelo di Matteo (17, 14-21),
e del Vangelo di Luca (9, 37-43) dove si narra la stessa storia della
guarigione del giovane indemoniato.
Nella pagina 191, Biglino, commenta il passaggio del Vangelo di Matteo (17, 14-21):
Ora questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno».
Biglino sostiene che l’aggiunta della parola “digiuno” sia “una falsità
colossale”. Biglino non comprende che Gesù si stava rivolgendo ai suoi
discepoli e che stava loro insegnando che la preghiera e il digiuno sono
attività essenziali per la persona credente in Dio e spirituale.
Poi Biglino su sofferma sullo stesso racconto descritto nel Vengelo di
Luca, e sostiene che Luca in modo falso, abbia affermato che Gesù
“risanò il fanciullo”.
Sarebbe questa la famosa esegesi di Biglino? Qualche insulto a Gesù,
(“saccente” pag. 186; “falso”, pag. 188), qualche insulto agli
evangelisti (Luca sarebbe un falso, pag. 191), nessuna capacità di
comprendere il significato spirituale del racconto.
A pag. 192 Biglino asserisce che siccome il miracolo appena descritto
sarebbe falso, tutti i miracoli descritti nei Vangeli sarebbero falsi.
Il problema però è che se Gesù fosse stato un falso guaritore, tutte le
persone che invece di essere state guarite rimanevano ammalate lo
avrebbero fatto notare. In pochi giorni Gesù sarebbe stato indicato come
un impostore e nessuno lo avrebbe più seguito.
E’ logica semplice, ma Biglino sembra non considerarla.
A pag. 193 inizia il cap. 7 dal titolo “Un’ispirazione poco chiara?”
Biglino riporta alcuni passaggi del “dei verbum”, un documento che è stato emesso nel Concilio Vaticano II.
A pag. 194 Biglino inizia una polemica nei confronti della Chiesa
Cattolica, continuando a criticare alcune frasi tratte dal Concilio
Vaticano II o dal catechismo della Chiesa Cattolica. Da ciò si evince
che Biglino è risentito con la Chiesa Cattolica, per motivi a noi
ignoti.
Nella pag. 195 Biglino inizia a mostrare una serie di supposte
contraddizioni nella Bibbia, che secondo lui inficierebbero la
veridicità dell’opera.
Inizia riportando un brano della Genesi (18, 20-21):
Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo
grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se
proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo
voglio sapere!».
Quindi Biglino, sempre nella pagina 195 sostiene che se Dio fosse
onniscente, non avrebbe avuto bisogno di scendere sulla terra per
rendersi conto di quello che è successo.
In realtà l’autore biblico (possibilmente Mosè) con un deciso
antropomorfismo, ha voluto rappresentare Dio come un re che si vuol
informare personalmente su quello che sta succedendo nel suo regno. In
pratica l’autore biblico ha voluto descrivere anche qui una qualità di
Dio, ossia l’interesse e la vicinanza con gli uomini. Dio non è freddo e
lontano, ma è un re giusto e buono che però, proprio perché è giusto,
deve punire tutti i peccati. Sappiamo che nell’Antico Testamento Dio
mostrava la sua giustizia con la punizione, perché ancora non aveva
inviato il Figlio. (vedi nota 5).
Nella pag. 196 Biglino continua la sua descrizione di alcuni passaggi
“violenti” dell’Antico Testamento con lo scopo di screditare IO SONO –
YHWH. E’ una delle sue tattiche per cercare di denigrare il significato
profondo della Bibbia. Ho già confutato ampiamente queste tesi nel mio
articolo: “Considerazioni sull’Antico Testamento e sulla missione di
Gesù Cristo, il Figlio di Dio” (vedere link alla nota 39), ma qui posso
solo aggiungere che Nell’Antico Testamento, Dio non aveva ancora inviato
suo Figlio, Gesù Cristo, l’Agnello che avrebbe perdonato tutti i
peccati. Per questo Dio doveva punire severamente tutti i peccati. La
giustizia diretta era una delle sue caratteristiche. Ma per comprendere
il messaggio profondo della Bibbia bisogna accettare il concetto della
rivelazione progressiva. Essa inizia con Abele e Caino. “Chiunque
ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte” (Genesi 4, 15). Poi ci
sarà la legge del taglione: “Vita per vita, occhio per occhio, dente per
dente, mano per mano, piede per piede” (Deuteronomio 19, 21). Non è che
Dio ha cambiato idea, è semplicemente che si è passati da una punizione
durissima (uno per sette), a una punizione dura (uno per uno).
Lentamente si passa ad altre rivelazioni: “Non fare a nessuno ciò che
non piace a te” (Tobia 4, 15). Ed ecco la rivelazione ultima e perfetta:
Vangelo di Matteo (5, 38-39):
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma
io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo
sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra”.
Nella pagina 196 Biglino riporta alcuni passaggi del Levitico, continuando ciecamente nelle sue confuse elucubrazioni.
Sul finire della pagina Biglino riporta alcuni passaggi del cap. 20 del
Levitico, dove si proibisce l’incesto. Poi, nella pagina 197 descrive il
fatto che Abramo si fosse spostao con Sara che era la sua sorellastra
(Genesi 20, 12). Biglino mostra questo fatto come una forte
contraddizione, che inficierebbe la veridicità della Bibbia stessa.
Bsogna rilevare però che la proibizione assoluta di commettere incesto
viene data da Dio nel Levitico e non nella Genesi. Pertanto nella Genesi
sia l’incesto che l’endogamia erano a volte pratiche necessarie proprio
per evitare che la stirpe degli umani si estinguesse. Inoltre il fatto
che in certi passaggi della Genesi vi siano atti di incesto non vuol
dire che chi li commette abbia in quelle occasioni il favore o la
benedizione di Dio. I personaggi della Genesi, a cominciare da Abramo,
sono dei peccatori, ma sono scelti da Dio perché riconoscono i loro
peccati, si pentono e hanno fede assoluta nell’unico e vero Dio.
Sempre nella pag. 197 Biglino accenna ad un passaggio di 1 Samuele cap.
17 nel quale Davide uccide Golia e afferma che esso sarebbe in
contraddizione con 2 Samuele 21 dove si affermerebbe che sarebbe stato
Elchanan a uccidere Golia. Per la risposta rimando al link nella nota 40
(la spiegazione di questa apparente contraddizione è dello studioso
Daniele Salamone).
A pag. 198 Biglino riporta un brano di Esdra (1, 9-11):
Questo è il loro inventario: bacili d’oro: trenta; bacili d’argento:
mille; coltelli: ventinove; coppe d’oro: trenta; coppe d’argento di
second’ordine: quattrocentodieci; altri utensili: mille. Tutti gli
utensili d’oro e d’argento erano cinquemilaquattrocento. Sesbassàr li
riportò tutti, quando gli esuli tornarono da Babilonia a Gerusalemme.
Biglino pensando di essere spiritoso, scrive:
“Yahweh e i suoi collaboratori non dovevano avere un gran bel voto in matematica”
Poi Biglino aggiunge che il verso sarebbe sbagliato perché la somma è 2499.
Ma anche qui Biglino sta errando, non in calcolo matematico, ma in
logica. Infatti nei commenti alla Bibbia di Charles Ryrie (32), vi è
scritto:
“il totale degli utensili era 5400, dei quali 2499 menzionati nei versi
9-11 erano evidentemente quelli più grandi e più importanti”.
Come vedete i passaggi biblici si possono interpretare in vari modi, ma
se una persona non ha la necessaria umiltà, anche un semplice passaggio
come questo può risultare una forte contraddizione.
Nella pagina 198 Biglino riporta alcuni passaggi dei Salmi che secondo lui sono in contraddizione uno con l’altro.
Vediamoli:
Salmo (136, 1):
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 10):
Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 15):
Vi travolse il faraone e il suo esercito,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 16):
Guidò il suo popolo nel deserto,
perché il suo amore è per sempre.
Biglino erroneamente riporta (a pag. 199), “fece camminare”, invece come
potere vedere nella nota (42), il verbo tradotto in inglese è “led” che
significa condurre, guidare.
Salmo (136, 18):
Uccise sovrani potenti,
perché il suo amore è per sempre.
Salmo (136, 24):
Ci ha liberati dai nostri avversari,
perché il suo amore è per sempre.
In questi versi naturalmente non vi è alcuna contraddizione. Dio,
essendo infinitamente giusto doveva punire i peccatori e gli avversari
degli ebrei che volevano imporre il culto degli idoli. Avendo creato
l’uomo Dio aveva (ed ha), il diritto assoluto di vita e di morte su ogni
uomo. Quindi essendo Dio onniscente sapeva già che alcuni primogeniti
di famiglie idolatre avrebbero abbracciato il peccato e ubbidito alle
menzogne di Satana, per questo, in un contesto vetero-testamentario, li
punì con la morte. Come già spiegato varie volte nell’Antico Testamento,
proprio perché il Figlio non era arrivato e non aveva potuto salvare il
mondo, il patto tra Dio e l’uomo era ancora “antico”. Proprio per
questo ogni trasgressione contro Dio o ogni peccato doveva per forza
essere punita severamente o con la morte, proprio perché il Figlio non
era ancora arrivato. La vendetta era pertanto un mezzo per far regnare
la giustizia tra i popoli. Dio (IO SONO - YHWH) era un Padre severo che
puniva i peccati se necessario con la morte. Puniva chi non gli obbediva
e trasgrediva la legge, puniva chi non aveva fede in lui.
A pag. 200 Biglino inizia una critica generale ai sacrifici che erano prescritti nell’Antico Testamento.
Biglino sostiene che YHWH essendo un crudele capo militare (forse
extraterrestre), provasse piacere nel veder sacrificati degli agnelli
per lui e nel respirare il fumo che derivava dalla bruciatura del grasso
degli animali (riporta infatti i passaggi del Libro dei Numeri cap. 28 e
29). E’ una tesi assolutamente errata, che non considera il contesto
rituale e sacrificale biblico, ma anche della Grecia antica, per
esempio. Il sacrificio rituale (o olocausto), era una cerimonia nella
quale l’animale veniva offerto a Dio, nel senso che si rinunciava a
nutrirsi di quell’animale e si rendeva tributo a Dio offrendogli il
migliore degli agnelli. L’animale veniva sgozzato e quindi cremato
completamente. Si credeva inoltre che il Signore nel sentire il profumo
delle carni bruciate si compiacesse dell’atto eseguito dai fedeli, in
quanto si compiaceva del fatto che i credenti in lui rinunciassero a un
loro bene prezioso per offrirlo a lui. Il sacrificio rituale o olocausto
è un rito compiuto da moltissime comunità di credenti anche di altre
fedi per esempio era compiuto nelle civiltà meso-americane e
sud-americane. Biglino dimostra di non conoscere queste cerimonie
rituali che fanno parte di moltissime culture umane e sfrutta
l’argomento a suo piacere tentando di mostrare che YHWH fosse crudele e
sadico.
Inoltre Biglino, come tutti quelli che negano la santità e la Divinità
di IO-SONO, (YHWH), nega anche la sacralità dei sacrifici animali
nell’Antico Testamento. Sostiene che era una pratica barbara e che detta
pratica istigherebbe al male. Ma nell’Antico Testamento Dio ha
prescritto i sacrifici animali per espiare temporaneamente il peccato.
Nell’Antico Testamento Dio aveva ordinato di sacrificare animali
perfetti, senza macchia. La persona che offriva il sacrificio
s’identificava con l’animale e doveva ucciderlo. Gli ebrei credevano che
questo rito provvedesse il perdono dei peccati da parte di Dio.
Il sacrificio animale serviva pertanto come “punizione” nei confronti di
un peccatore, infatti si uccideva un agnello del suo gregge. Gli si
toglieva un animale, prezioso in tempi di carestia, ed inoltre il
peccatore, vedendo che l’animale innocente moriva, sentiva pena per
quell’essere vivente che moriva a causa del suo peccato.
Naturalmente tutto questo presagiva il sacrificio finale e perfetto di
Gesù Cristo sulla croce, che è l’Agnello di Dio, che toglie il peccato
del mondo (Vangelo di Giovanni, 1, 29).
Sempre nella pag. 200 Biglino sostiene che il capitolo 38 del libro
dell’Esodo (dove si prescrivono gli arredi del santuario dove eseguire
il sacrificio animale), sarebbe in contraddizione con quanto affermato
nel passaggio di Geremia (7, 22):
Io però non parlai nè diedi ordini sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dalla terra d’Egitto,
Questo passaggio non è in contraddizione con il cap. 38 dell’Esodo, in
quanto si riferisce a Esodo 14 quindi prima di Esodo 38. Inoltre la
legge mosaica non si occupava principalmente delle offerte sacrificali,
ma della relazione con il Signore che si sarebbe dimostrata in una vera
adorazione attarverso le offerte. In altri termini questo passaggio si
può spiegare in quanto la vera fede e l’obbedienza sono più importanti
delle offerte cerimoniali.
Sempre nella pag. 200 Biglino riporta questo passaggio di Ezechiele (20, 25-26):
Allora io diedi loro persino leggi non buone e norme per le quali non
potevano vivere. Feci sì che si contaminassero nelle loro offerte,
facendo passare per il fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli,
perché riconoscessero che io sono il Signore.
Biglino sostiene ancora che YHWH sia crudele e perverso. Ma leggendo
l’intero passaggio includendo alcuni versi precedenti ci si rende conto
dell’intero contesto, Ezechiele (20, 21-26):
Ma anche i figli mi si ribellarono, non seguirono le mie leggi, non
osservarono e non misero in pratica le mie norme, che danno la vita a
chi le osserva; profanarono i miei sabati. Allora nel deserto io decisi
di riversare il mio sdegno su di loro e di sfogare contro di loro la mia
ira.
Ma ritirai la mano e agii diversamente per onore del mio nome, perché
non fosse profanato agli occhi delle nazioni, di fronte alle quali io
li avevo fatti uscire. Nel deserto, alzando la mano avevo anche giurato
su di loro che li avrei dispersi fra le nazioni e disseminati in paesi
stranieri, perché non avevano messo in pratica le mie norme e avevano
disprezzato le mie leggi, avevano profanato i miei sabati e i loro occhi
erano sempre rivolti agli idoli dei loro padri. Allora io diedi loro
persino leggi non buone e norme per le quali non potevano vivere. Feci
sì che si contaminassero nelle loro offerte, facendo passare per il
fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli, perché riconoscessero che
io sono il Signore.
Questi passaggi si riferiscono alle generazioni ebree sucessive a quella
che lasciò l’Egitto. Anche i discendenti delle dodici tribu
disubbedirono a Dio, e per questo fu permesso loro di fare quello che
volevano. Alla fine il Signore li avrebbe scacciati da Canaan per i loro
continui peccati, e ciò accadde sotto il regno di Sedechia.
Abbiamo già ripetuto varie volte secondo la mentalità vigente
nell’Antico Testamento la violenza e la punizione erano relazionate alla
santità e alla giustizia di Dio. Dio mostrava la sua giustizia con la
punizione, perché ancora non aveva inviato il Figlio.
A pag. 201 Biglino riporta un celebre verso del Vangelo di Giovanni (1, 18):
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
E inoltre Biglino riporta pure un altro passaggio del Vangelo di Giovanni (6, 46):
Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
Secondo Biglino questi due passaggi biblici sono in contraddizione con
altri passaggi della Genesi che riporta nelle pagine 202 e 203.
Ma Biglino ha già criticato il verso 18 del Vangelo di Giovanni, nella
pagina 148 del suo libro. Per la confutazione alla sua tesi rimando
all’inizio del mio presente articolo.
Qui posso solo ribadire che anche se Dio si e’ manifestato varie volte
all’uomo (per esempio quando si è mostrato a Mosè) nessuno lo ha mai
visto nella sua pienezza. Dopo averci detto che nessuno, mai ha potuto
vedere Dio nella sua pienezza, Giovanni ci dice che vi è un’eccezione:
“l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto
conoscere”.
Vediamo le frasi ironiche e irrispettose scritte da Biglino alla fine della pag. 204:
“E allora l’affermazione contenuta nel Vangelo di Giovanni come va
presa? Diciamo che Giosuè/Gesù (il figlio di Dio) non ricordava? Diciamo
che Giosuè/Gesù (il figlio di Dio) non conosceva bene le scritture?”
Queste frasi cadono nel nulla, e dimostrano quanto Biglino, non sia
capace di comprendere la profondità di uno degli scritti più sublimi che
siano mai stati scritti, il Vangelo di Giovanni e in particolare i suoi
primi 18 versi.
A pag. 206 Biglino sostiene che il libro della Sapienza dovrebbe
includere la missione inminente di Gesù Cristo, se proprio quel libro
fosse ispirato da Dio.
Rispondo affermando che il Libro della Sapienza non fa parte del Tanakh e
quindi è al di fuori della Bibbia. In ogni caso le profezie che
indicano e decsrivono la missione del Figlio di Dio sono circa 300
nell’Antico Testamento, quindi anche queste frasi di Biglino non hanno
nessun senso.
A pag. 208 e 209 Biglino continua nel suo vacuo tentativo di screditare
la Bibbia e sostiene che la teologia monoteista sarebbe stata inventata
nel corso dei secoli. Poi sostiene che nella Bibbia non ci sarebbero
fonti e quindi non si potrebbe parlare di affidabilità del testo scaro.
Proprio Biglino che propone assurde teorie di extraterrestri biblici
senza portare nessuan fonte ci dice che la Bibbia non sarebbe basata su
fonti. Naturalmente Biglino dimostra di non conoscere che cosa è la
Storicità della Bibbia e l’Archeologia Biblica. Inoltre ancora una
volta, Biglino dimentica che è stato Gesù Cristo stesso che con le sue
frasi, con i suoi atti e con la sua gloriosa Risurrezione ha sancito la
piena veridicità della Bibbia.
A pag. 211 Biglino sostiene che gli ebrei siano stati depredati del loro
libro, il Tanakh e su di esso sia stata costruita la teologia del
Cristianesimo. Peccato che gli autori dei Libri del Nuovo Testamento
erano tutti ebrei (ci sono teorie che sostengono che anche Luca fosse
ebreo, o perlomeno un ellenico giudaizzato), quindi non si capisce chi
abbia rubato a chi. Gesù Cristo, il Figlio di Dio era ebreo, gli
Apostoli erano tutti ebrei e 7 su 8 Evangelisti erano ebrei. Quindi
anche la teoria di Biglino che qualcuno (i falsari che avrebbero creato a
tavolino i Vangeli), avrebbe “rubato” il Tanakh per costruire una nuova
teologia si dimostra falsa e priva di fondamento.
A pag. 213 Biglino apre il suo ottavo capitolo intitolato “i possibili artefici dell’inganno?”
Biglino a questo punto deve individuare il complotto, chi lo ha
organizzato, e chi lo ha portato a termine. Il primo che gli viene in
mente è Paolo di Tarso. Ma la tesi del Cristianesimo inventato da Paolo
di Tarso non regge, come ho già spiegato all’inizio del presente
articolo.
Sembra che Biglino abbia un cattivo rapporto col potere, e sembra che
indichi nel Vaticano il potere più potente del pianeta. Un potere che
sembra essere per lui oppressivo, invadente.
Biglino si definisce un “libero pensatore”, ma se lo fosse dovrebbe
dedicarsi allo studio dei primi tre secoli dell’era cristiana e si
renderebbe conto che i credenti di quel periodo non facevano parte del
potere, ma purtroppo furono l’obiettivo del potere. Nel primo secolo
della nostra era il potere in Giudea era rappresentato dai sacerdoti
ebrei ortodossi, farisei e sadducei. Nell’impero romano il potere
dominante era rappresentato dall’imperatore romano. I primi cristiani
erano perseguitati dal potere, come ho evidenziato nell’articolo linkato
alla nota 43. Ma Biglino non si sofferma sulla vera storia dei primi
tre secoli della nostra era. Per lui il complotto iniziò da subito, con
Paolo di Tarso. Peccato che Paolo di Tarso non guadagnò nulla da questo
supposto complotto, anzi, finì decapitato nel 67 d.C.
A pag. 214 Biglino inizia a porre delle domande. E’ una strategia
sottile, in quanto si installa nel lettore il dubbio che sia stato
organizzato un complotto planetario, con lo scopo di diffondere una
religione che possa controllare le masse.
Ecco le domande di Biglino e le mie conseguenti risposte:
Mauro Biglino:
Chi è stato capace di manipolare le menti al punto di convincerle a credere in una favola?
Yuri Leveratto:
Il complotto esiste solo nella mente dei complottisti. La fede in Gesù
Cristo si è sviluppata in modo pacifico e senza imposizioni. Anzi, nei
primi tre secoli i cristiani erano avversati dal potere giudaico e
romano. Molti cristiani andarono al martirio, pur di non rinnegare che
Gesù Cristo è il Figlio di Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha saputo imporre un giogo con tanta scaltrezza da renderlo non solo
bene accetto ma addirittura ardentemente richiesto come elemento
consolatorio e rasserenante?
Yuri Leveratto:
Non è stato imposto alcun giogo: nei primi tre secoli della nostra era
la fede in Gesù Cristo era proibita dalla legge di Roma che imponeva il
culto dell’imperatore, considerato dio. Chi non sacrificava incenso al
“genio” dell’imperatore, non propiziava le vittorie di Roma sui nemici e
quindi era considerato nemico di Roma. I cristiani pregavano per il
loro nemici e quindi erano considerati pericolosi per Roma. Per questo
erano messi a morte. Biglino non conosce la storia di Roma antica e
delle persecuzioni per questo inventa assurde teorie.
Mauro Biglino:
Chi ha saputo costruire un sistema di schiavitù nel quale gli schiavi
stessi difendono il loro padroni contro ogni tentativo di dimostrarne la
falsità originaria e strutturale?
Yuri Leveratto:
Chi sarebbero i padroni? Forse Biglino allude alla Chiesa Cattolica? Ma
nel mondo ci sono circa 1 miliardo di cristiani non cattolici che quindi
non hanno nessun padrone, ma hanno un unico Signore e Salvatore: Gesù
Cristo. E anche i Cristiani cattolici comunque non hanno nessun padrone,
hanno semmai una guida, il papa. Quindi, nessun padrone e nessuno
schiavo. Anche da questa domanda e da come è formulata si evince che
Biglino è fortemente risentito con la Chiesa Cattolica.
Mauro Biglino:
Chi ha elaborato un sistema di propaganda che si è rivelato più efficace
di qualunque strategia di comunicazione messa in atto dalle varie
dittature che hanno operato nella storia dell’umanità?
Yuri Leveratto:
Biglino confonde il periodo post-costantiniano, dove l’imperatore
Costantino ha effettivamente utilizzato la fede cristiana per scopi di
unificazione dell’impero e controllo delle masse, con il periodo del
Cristianesimo antico (primi tre secoli). Se qualcuno volesse
approfondire può cliccare al link alla nota 44.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato dei costumi e degli usi propri di tribu di allevatori
nomadi e seminomadi nella basi di sistema di culto tanto elaborati
quanto vuoti e privi di senso e sostanza?
Yuri Leveratto:
Nessuno. Gli allevatori nomadi ai quali Biglino si riferisce erano gli
ebrei dell’Antico Testamento i quali avevano il culto di IO SONO – YHWH
(la cui radice etimologica significa “essere”). Quando il Verbo, Dio, si
fece carne nella persona di Gesù Cristo, i suoi seguaci inizialmente, e
poi milioni di persone iniziaro a riconoscere che la fede cristiana è
l’unica e vera fede nell’unico e vero Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato delle norme violente, crudeli e dittatoriali, valide
per un acampamento paramilitare, in un sistema etico che condiziona
comportamenti, regole e leggi delle moderne società occidentali e non
solo?
Yuri Leveratto:
Nella Bibbia le norme sono chiare e dettate da Dio a Mosè nelle Tavole
della Legge. In seguito vi è stata una rivelazione progressiva che ha
portato Dio stesso a inviare suo Figlio, la luce vera, con lo scopo di
“togliere il peccato del mondo” e portare quindi la salvezza sulla terra
per tutti coloro che vogliono accoglierla. Il sistema etico al quale
Biglino accenna deriva dalle positive norme morali dei Vangeli, che non
sono state messe in pratica pienamente dopo il buio periodo
post-costantiniano, durato per secoli.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato racconti e storie popolari di tribu prima nomadi e
poi stanziali in una verità assoluta ispirata da un Dio che è esso
stesso frutto di invenzione?
Yuri Leveratto:
Innanzitutto la Bibbia non è la somma di racconti e storie popolari, ma
in ogni caso è stato Gesù Cristo che ha sancito per sempre la veridicità
della Bibbia, infatti ha detto IO SONO estattamente come in Esodo 3,
14.
Mauro Biglino:
Chi ha elaborato a tavolino la storicamente infondata storia unitaria di
un popolo rendendolo depositario di una rivelazione mai avvenuta?
Yuri Leveratto:
Se qualcuno avesse creato a tavolino una storia non vera, basata su
fatti soprannaturali, come avrebbe potuto poi farla accettare alle masse
se non vi credeva? Vi immaginate i falsari del complotto dei Vangeli
che andavano a predicare qualcosa in cui non credevano nemmeno loro? E
poi, per guadagnarci cosa? In quel periodo professare una credenza
diversa dalla religione romana e dal culto all’imperatore era proibito
en punito con la morte e infatti molti cristiani finirono sul patibolo.
Ma questo Biglino non lo dice.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in infallibili uomini di Dio dei cosidetti profeti
che spesso operavano a favore dell’autorità costituita per accreditarne
il potere?
Yuri Leveratto:
Potrebbe portare Biglino delle fonti storiche di quello che ha scritto?
Qui posso dire per esempio che Giovanni Battista era un profeta e non
operò affatto a favore dell’autorità costituita, infatti fu messo a
morte dall’autorità costituita. Ecco la prova documentale di quello che
sto affermando, (Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII 116-119):
«Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse
una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con
cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista.
Erode infatti aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i Giudei a una
vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso
Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere
questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva
rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il
perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del
corpo insinuando che l'anima fosse già purificata da una condotta
corretta.
Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni
erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Un'eloquenza che sugli
uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di
sedizione, poichè pareva che volessero essere guidati da Giovanni in
qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto
meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività
portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e
trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene.
A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel
Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi
fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina
dell'esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio
giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode. »
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in preghiere un insieme di invocazioni che un popolo
rivolgeva al suo comandante supremo nella speranza di addolcirne le
decisioni e ingraziarsene le intenzioni?
Yuri Leveratto:
Se YHWH fosse stata una persona in carne e ossa, ossia un comandante
supremo, i libri di storia lo descriverebbero come un comandante
militare o capo militare. Invece la Bibbia lo descrive come “puro
Spirito”. Gesù Cristo stesso che ha confermato in numerose occasioni di
essere consustanziale al Padre e quindi a YHWH, ha indicato come
pregare, nel “Padre Nostro”.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in testi sacri degli scritti che gli scribi stessi
consideravano sostanzialmente poco più che uno strumento per il loro
lavoro?
Yuri Leveratto:
Se il Tanakh fosse stato un semplice “strumento per il lavoro degli
scribi” e non un testo ritenuto sacro e importante anche dal punto di
vista sapienziale ed etico, per quale motivo già nel II secolo a.C. il
sovrano egizio Tolomeo II Filadelfo commissionò alle autorità religiose
del tempio di Gerusalemme una traduzione in greco del Pentateuco e in
seguito di tutto il Tanakh?
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in testo unitario un insieme di opere letterarie che,
al tempo della caduta di Gerusalemme (586 a.C.) non esistevano nella
forma che noi definiamo attualmente Bibbia?
Yuri Leveratto:
La formazione del Canone del Tanakh fu un qualcosa di progressivo nel
tempo, e non “deciso a tavolino”, come il complottista Biglino vorrebbe
astutamente far credere. In particolare i ritrovamenti dei Manoscritti
del Mar Morto, datati dal 408 a.C. al 318 a.C. dimostrano che il Canone
del Tanakh era pressoché già formato e accettato nel quarto secolo a.C.
Mauro Biglino:
Chi ha sacralizzato un testo sul quale gli stessi scribi si ritenevano
liberi di agire e operare secondo la loro personale sensibilità?
Yuri Leveratto:
Bisognerebbe che Biglino portasse le prove di questa supposta “libertà
di agire e operare” degli scribi. Il Tanakh e poi il Nuovo Testamento
sono testi ispirati da Dio e i profeti stessi nel Tanakh, e Gesù Cristo
stesso nel Nuovo Testamento lo provano. Infatti Gesù Cristo ha
confermato la veridicità del Tanakh con i suoi detti e i suoi atti,
oltrechè naturalmente con la sua Risurrezione.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di amore un militare (Yahweh ich milchamah,
“Yahweh uomo di guerra”, lo definisce il Libro dell’Esodo 15, 3), feroce
sanguinario, razzista, privo di rispetto per la vita di ogni uomo,
donna, bambino anciano che non appartenesse alla sua alleanza?
Yuri Leveratto?
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Per quanto riguarda la supposta violenza di YHWH si veda nota
5.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di amore un militare che ordinava
costantemente di sterminare tutti coloro che avevano la sola colpa di
risiedere in territorio nei quali lui intendeva collocare i suoi avendo
fatto autònomamente la promessa di assegnarglieli?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Per quanto riguarda i supposti atti di “sterminio”, Dio nella
sua infinita saggezza sapeva già (in quanto è onniscente) quali erano i
popoli idolatri che avrebbero vissuto nel peccato, e che avrebbero
potuto sviare il suo popolo, pertanto se permanevano nel peccato li
puniva con la morte. Era nel suo pieno diritto farlo, in quanto nel
periodo dell’Antico Testamento, non aveva ancora inviato il Figlio, per
la remissione di tutti i peccati.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di giustizia un militare che non aveva
scrupoli nell’utilizzare, e fare utilizzare dai suoi, ogni metodo e ogni
strumento, anche il più turpe e inaccettabile, pur che fosse capace di
garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Non vi è stato alcun “metodo turpe e inaccettabile”, ma solo
la rivelazione progressiva. Essa inizia con Abele e Caino. “Chiunque
ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte” (Genesi 4, 15). Poi ci
sarà la legge del taglione: “Vita per vita, occhio per occhio, dente per
dente, mano per mano, piede per piede” (Deuteronomio 19, 21). Non è che
Dio ha cambiato idea, è semplicemente che si è passati da una punizione
durissima (uno per sette), a una punizione dura (uno per uno).
Lentamente si passa ad altre rivelazioni: “Non fare a nessuno ciò che
non piace a te” (Tobia 4, 15). Ed ecco la rivelazione ultima e perfetta:
Vangelo di Matteo (5, 38-39):
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io
vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo
sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra”.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in un Dio di tolleranza e perdono un individuo che
faceva uccidere chi veniva sorpresa a fare legna il sabato?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Dio è un amore, e misericordia, ma anche giustizia. E siccome
durante l’Antico testamento si era sotto il dominio della Legge e non
della Grazia (la Grazia e la Verità furono pòrtate infatti da Gesù
Cristo), ogni peccato, anche il più piccolo poteva essere punito durante
la vita terrena.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in un Dio di fratellanza e uguaglianza un individuo
che imponeva scelte su base razziale nei matrimoni e nei comportamenti
da tenere con chi non apparteneva al clan di tribu che gli era stato
affidato?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Il Tanakh come sappiamo non è solo il libro dove Dio si è
rivelato e non è solo il Libro che con le sue 300 profezie anuncia la
venuta del Figlio, ma è anche un libro sociale e comportamentale.
Da un punto di vista antropologico nessun clan si mischia con un altro
clan a meno che non vi siano degli accordi tra i capi-clan. A maggior
ragione non ci si mischia se la fede è differente e l’organizzazione
sociale è differente.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio onnipotente un individuo che non è mai riuscito a mantere le sue promesse territoriali?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. La promessa territoriale da parte di Dio nei riguardi di
Israele è vigente in quanto il patto abramitico è “per sempre” (vedere
il mio articolo corrispondente. “il patto abramitico, preludio del Nuovo
Patto”, nota 47).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio onniscente un individuo che per avere le
notizie su ciò che accadeva era costretto a prenderne atto di persona o a
farsele raccontare?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Dio, anche se conosce da sempre l’animo dell’uomo e il suo
pensiero, a volte entra in contatto con l’uomo, e si avvicina a lui con
lo scopo di tentare di redimerlo. Il massimo esempio di ciò è
l’incarnazione del Verbo: Dio si fa uomo e viene tra di noi per
redimerci e salvarci.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio onniscente un individuo uno che non conosceva
neppure i pensieri e le intenzioni dei più stretti collaboratori ed era
costretto a metterli alla prova per verificarne la fedeltà?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. A volte Dio pur conoscendo la mente degli uomini ha voluto
provarli, non solo per verificare il grado di lealtà degli stessi nei
suoi confronti, ma anche come insegnamento per altre persone.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in rispettabili riti religiosi la barbara
consuetudine di massacrare centinaia di animali allo scopo di produrre
quel fumo che gli Elohim avevano necessità di annusare per calmarsi?
Yuri Leveratto:
Con questa frase ancora una volta Biglino dimostra di non conoscere il
senso della Bibbia (la fede in Dio) e dimostra di non conoscere neppure
dal punto di vista antropologico che cosa erano i sacrifici rituali non
solo in Israele, ma in molte culture antiche. Il sacrificio rituale (o
olocausto), era una cerimonia nella quale l’animale veniva offerto a
Dio, nel senso che si rinunciava a nutrirsi di quell’animale e si
rendeva tributo a Dio offrendogli il migliore degli agnelli. L’animale
veniva sgozzato e quindi cremato completamente. Si credeva inoltre che
il Signore nel sentire il profumo delle carni bruciate si compiacesse
dell’atto eseguito dai fedeli, in quanto si compiaceva del fatto che i
credenti in lui rinunciassero a un loro bene prezioso per offrirlo a
lui. Il sacrificio rituale o olocausto è un rito compiuto da moltissime
comunità di credenti anche di altre fedi per esempio era compiuto nelle
civiltà meso-americane e sud-americane. Biglino dimostra di non
conoscere queste cerimonie rituali che fanno parte di moltissime culture
umane e sfrutta l’argomento a suo piacere tentando di mostrare che YHWH
fosse crudele e sadico.
Inoltre Biglino, come tutti quelli che negano la santità e la Divinità
di IO-SONO, (YHWH), nega anche la sacralità dei sacrifici animali
nell’Antico Testamento. Sostiene che era una pratica barbara e che detta
pratica istigherebbe al male. Ma nell’Antico Testamento Dio ha
prescritto i sacrifici animali per espiare temporaneamente il peccato.
Nell’Antico Testamento Dio aveva ordinato di sacrificare animali
perfetti, senza macchia. La persona che offriva il sacrificio
s’identificava con l’animale e doveva ucciderlo. Gli ebrei credevano che
questo rito provvedesse il perdono dei peccati da parte di Dio.
Il sacrificio animale serviva pertanto come “punizione” nei confronti di
un peccatore, infatti si uccideva un agnello del suo gregge. Gli si
toglieva un animale, prezioso in tempi di carestia, ed inoltre il
peccatore, vedendo che l’animale innocente moriva, sentiva pena per
quell’essere vivente che moriva a causa del suo peccato.
Naturalmente tutto questo presagiva il sacrificio finale e perfetto di
Gesù Cristo sulla croce, che è l’Agnello di Dio, che toglie il peccato
del mondo (Vangelo di Giovanni, 1, 29).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio un individuo, che nelle festività annuali, da
lui istituite e a lui dedìcate, imponeva che non mancasse mai la
sostenza ubriacante che tanto desiderava?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. In ogni caso leggiamo questo passaggio dei Salmi (50, 7-15):
Ascolta, popolo mio, e io parlerò; ascolta, Israele, e io testimonierò
contro di te. Io sono Dio, il tuo Dio. Non ti rimprovero per i
tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non esigo
tori dalla tua casa, nè capri dai tuoi ovili. Sono mie infatti tutte le
bestie della foresta, mio è il bestiame che sta sui monti a migliaia.
Conosco tutti gli uccelli dei monti, e quel che si muove per la campagna
è a mia disposizione. Se avessi fame, non lo direi a te, perché
mio è il mondo, con tutto quel che contiene. Mangio forse
carne di tori, o bevo forse sangue di capri? Come sacrificio offri
a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte all’Altissimo;
poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai
da ciò si evince che Dio, essendo tale, non aveva bisogno di mangiare,
ne di bere, ma gradiva i sacrifici rituali in quanto l’uomo con il
sacrificio dichiara che vi è un qualcosa di più importate di un semplice
animale o di vino, ed è la fede in Dio. Ovviamente un esmpio di
scarificio più importante fu quello dei martiri che dimostrarono che
anteponevano Gesù Cristo alla loro stessa vita.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio di giustizia ed equità un individuo (Yahweh)
che indicava ai suoi di prestare agli stranieri il denaro ad interesse
affermando che così li avrebbero resi da loro dipendenti, giacche chi
presta denaro è padrone e chi lo riceve è schiavo? (Proverbi 22, 7;
Deuteronomio 15, 3)
Yuri Leveratto:
Innanzitutto il passaggio dei Proverbi non indica che si deve prestare denaro. Vi si dice solo che “il ricco domina sul povero”:
Proverbi 22, 7
Il ricco domina sul povero
e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore.
Infatti se si legge il verso 22, 1 vi è scritto:
Un buon nome è preferibile a grandi ricchezze
e la benevolenza altrui vale più dell’argento e dell’oro.
Per quanto riguarda il passaggio del Deuteronomio 15, 3, leggiamo anche i passaggi precedenti, Deuteronomio (15, 1-3):
Alla fine di ogni sette anni celebrerete la remissione. Ecco la norma
di questa remissione: ogni creditore che detenga un pegno per un
prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo
esigerà dal suo prossimo, dal suo fratello, poichè è stata proclamata la
remissione per il Signore. Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto
al tuo diritto nei confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere.
Questo passaggio si rivela giusto: una persona ha un credito. Se il
debitore fa parte della ristretta cerchia del creditore, e non riesce a
pagare, il debito può essere condonato. Se invece il debitore non fa
parte della ristretta cerchia del creditore, il debito va pagato. Non
c’è nulla di strano.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in storia dalla valenza universale i racconti
nazionali che un popolo ha rielaborato a suo beneficio dopo averli
copiati da testi e tradizioni di altri?
Yuri Leveratto:
Gesù Cristo è il centro della storia. Lui è venuto sulla terra con lo
scopo di “togliere il peccato del mondo” (vangelo di Giovanni, 1, 29).
Non è venuto con lo scopo di “togliere il peccato di Israele”. La sua
storia è stata divulgata dagli Apostoli ed Evangelisti in tutto il
mondo. Per questo la Bibbia è il libro più letto e venduto di tutti i
tempi (5 miliardi di esemplari, tradotto integralmente in 349 ligue).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in personaggi dalla valenza planetaria dei re e dei
governanti (Saul, Davide, Salomone), che a malapena sono riusciti a
mantenere il controllo su quei piccoli fazzoletti di terra che si sono
conquistati in decenni di guerre e agressioni?
Yuri Leveratto:
E’ Gesù Cristo stesso che ha dato valenza planetaria alla Bibbia,
confermando con i suoi detti, ma soprattutto con i suoi atti, che essa è
realmente la Parola di Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha attribuito valenza universale a norme che contemplavano la
purezza geneaologica del sangue come elemento costituente degli
appartenenti all’alleanza?
Yuri Leveratto:
La purezza geneaologica è un concetto comune a molte culture antiche. Da
un punto di vista antropologico si considera che solo gli appartenenti
alla stessa stirpe siano puri e quindi diversi da altre etnie e tribu.
Oggi non ha alcuna valenza universale far parte di una tribu, stirpe o
casato o etnia. Gesù Cristo è venuto a perdonare tutti i peccati di
tutte le persone della terra.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in testo “sacro” un insieme di scritti che erano
considerati poco più che testi eruditi da parte della casta sacerdotale
che deteneva il potere nella ricostituita provincia di Yehud dopo il
ritorno dall’esilio babilonese?
Yuri Leveratto:
La Bibbia è il testo sacro nella sua totalità, dalla Genesi alla
Apocalisse. La sua assoluta sacralità è stata confermata da Gesù Cristo
in persona che ha detto IO SONO esattamente come in Esodo 3, 14.
Mauro Biglino:
Chi ha definito sacri i testi sui quali sacerdoti e scribi sapevano di
potere intervenire con le loro rielaborazioni finalizzate a trarre
profitto in termini di potere, autorità, prestigio?
Yuri Leveratto:
Gesù Cristo è il centro della Bibbia. Con la sua missione sulla terra ha
confermato che le Sacre Scritture sono la Parola di Dio. I suoi seguaci
hanno completato il Tanakh (Antico Testamento), con il Nuovo
Testamento. La Bibbia è oggi riconosciuta come testo sacro da 2,3
miliardi di persone.
Mauro Biglino:
Chi ha definito come ispirati da Dio testi redatti in varie versioni
spesso fortemente contraddittorie che gli stessi scribi mantenevano come
tali al fine di lasciare a ciascuno la possibilità di verificare e
scegliere?
Yuri Leveratto:
La Bibbia non si contraddice affatto. I libri del Tanakh (Antico
Testamento) più i libri del Nuovo Testamento, costituiscono la Parola di
Dio. Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, vari Evangelisti sono
andati al martirio pur di non rinnegare quello che avevano scritto e
divulgato.
Mauro Biglino:
Chi ha annullato anche in via teorica e dottrinale, la libertà degli
ebrei della colonia egiziana di Elefantina che si rivolgevano
contemporaneamente, e con naturalezza, a Yahweh ed altri cosidetti dei?
Yuri Leveratto:
Biglino ha occupato gran parte del suo libro a sostenere che Yahweh
fosse in realtà un capo militare extraterrestre e adesso difende chi lo
venerava come Dio? Però Biglino scrive che quella comunità venerava
anche altri dei. Probabilmente alcuni fedeli dell’unico e vero Dio erano
confusi e si rivolgevano anche ad altri dei. Però dopo la missione di
Gesù Cristo sulla terra non vi possono essere più errori o confusioni,
in quanto lui è venuto a rivelarci la splendente Trinità, ossia
l’essenza di Dio.
Mauro Biglino:
Chi ha annullato la tradizione degli ebrei della colonia egiziana di
Elefantina, che pare per molti secoli non avere neppure conosciuto il
Pentateuco e la sua inviolabile sacralità?
Yuri Leveratto:
Nella storia umana alcune tradizioni sono sorte e altre si sono estinte.
Se gli ebrei di Elefantina avevano una tradizione diversa e poi hanno
modificato il loro credo, questo fatto rientra nell’ambito della
normalità.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in religione universale una corrente, una visione
nazionalista che contemplava un popolo eletto scelto su base razziale
como popolo di sacerdoti?
Yuri Leveratto:
La fede ebraica non era una “visione nazionalista”. Era la fede
nell’unico e vero Dio e nel Tanakh stesso vi sono circa 300 profezie che
annunciano la venuta del Salvatore del mondo. Dopo la missione di Gesù
Cristo, la fede nell’unico e vero Dio, che è Trinità, si è diffusa in
tutto il mondo, proprio perché Gesù Cristo è venuto a “togliere il
peccato del mondo” (Vangelo di Giovanni 1, 29).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Terra Santa da tutti venerata e onorata, un
territorio che altro non era se non la piccola parte di un paese oggetto
delle mire di un militare e delle tribu di allevatori da lui governate e
addestrate per conquistarla?
Yuri Leveratto:
Biglino ha speso tempo della sua vita a cercare di dimostrare che Yahweh era un potente capo militere extraterrestre. Ve lo immaginate un extraterrestre che viaggia nello spazio e quando arriva sulla terra si mette a capo di un gruppo di pastori. Le elucubrazioni di Biglino sono completamente anti-storiche e anti-logiche. La Terra Santa è venerata e onorata soprattutto perché vi nacque Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. Nella Bibbia non si afferma come dice Biglino, che Yahweh era un capo militare “locale”, ma si afferma che che Yahweh, essendo il Creatore del mondo, è anche “padrone di tutta la terra”, infatti dice: “tutta la terra è mia”. A tale proposito vediamo alcuni passaggi corrispondenti:
Esodo (19, 5) ("Elohim dice", dal verso 19, 3): “Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia;
Levitico (25, 23): ("Yahweh dice", dal verso 25, 1): “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti”.
Deuteroniomio (7, 6): “Tu infatti sei un popolo consacrato a Yahweh, tuo Dio: Yahweh, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra”.
Salmi, (24,1): “Di Yahweh è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti”.
Salmi (50, 10): ("Elohim dice", dal verso 50, 1): “Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti”.
Ezechiele (18, 3-4): “Com’è vero che io vivo, oracolo di Adonai Yahweh, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà”.
Aggeo (2, 8): “L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo di Yahweh degli eserciti”.
Biglino ha speso tempo della sua vita a cercare di dimostrare che Yahweh era un potente capo militere extraterrestre. Ve lo immaginate un extraterrestre che viaggia nello spazio e quando arriva sulla terra si mette a capo di un gruppo di pastori. Le elucubrazioni di Biglino sono completamente anti-storiche e anti-logiche. La Terra Santa è venerata e onorata soprattutto perché vi nacque Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. Nella Bibbia non si afferma come dice Biglino, che Yahweh era un capo militare “locale”, ma si afferma che che Yahweh, essendo il Creatore del mondo, è anche “padrone di tutta la terra”, infatti dice: “tutta la terra è mia”. A tale proposito vediamo alcuni passaggi corrispondenti:
Esodo (19, 5) ("Elohim dice", dal verso 19, 3): “Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia;
Levitico (25, 23): ("Yahweh dice", dal verso 25, 1): “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti”.
Deuteroniomio (7, 6): “Tu infatti sei un popolo consacrato a Yahweh, tuo Dio: Yahweh, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra”.
Salmi, (24,1): “Di Yahweh è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti”.
Salmi (50, 10): ("Elohim dice", dal verso 50, 1): “Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti”.
Ezechiele (18, 3-4): “Com’è vero che io vivo, oracolo di Adonai Yahweh, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà”.
Aggeo (2, 8): “L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo di Yahweh degli eserciti”.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato nel “libro dei libri” ispirato da Dio, un insieme di
scritti privi di fonti accreditate e anche di autori accertati; libri
tra loro spesso contraddittori e incoerenti, in più casi storicamente e
geograficamente errati, colmi di errori e sviste linguistiche e
grammaticali, con cui un popolo ha raccolto, elaborato e in parte
inventato la sua storia nazionale?
Yuri Leveratto:
E’ Gesù Cristo stesso che ha sancito la veridicità assoluta della
Bibbia, la Parola di Dio. (Vedere mio articolo al link della nota 48).
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in figlio di Dio un predicatore giudeo partigiano
antiromano, appartenente forse al più sanguinario dei gruppi
nazionalisti ribelli del tempo, gli zeloti?
Yuri Leveratto:
Biglino afferma varie volte che Gesù è il figlio di un “Elohim”
sovrumano, che per lui sarebbe un extraterrestre dai super-poteri e
adesso torna a propinarci la teoria del Gesù partigiano antiromano, a
capo di una setta di sanguinari? Se Gesù fosse stato uno zelota, i suoi
seguaci avrebbero continuato nella lotta armata e nessuno di loro
avrebbe divulgato pacificamente e pacatamente la Buona Novella,
rischiando continuamente la vita e infine finendo martirizzati pur di
non rinnegare il nome di Gesù Cristo.
Mauro Biglino:
Chi ha indotto, in milioni di donne e uomini un senso di colpa profondo e
strutturale, la convinzione condizionante di essere per natura
peccatori, imponendo la necessità di credere in un “peccato originale”,
che non è neppure presente nei testi da cui lo si trae?
Yuri Leveratto:
Per quanto riguarda il peccato originale, Mauro Biglino afferma spesso
che nella Bibbia questo concetto non sarebbe presente. Innanzitutto si
può far notare che vi sono correnti nell'ebraismo che invece credono nel
concetto del peccato originale e altre che non vi credono, come fa
risaltare per esempio l’autore Shaul Magid (2008), nel suo libro “From
Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of
Scripture in Lurianic Kabbala”. (Indiana University Press. p. 238.
Retrieved 9 February 2014). (6)
Infatti al punto 8 del link riportato alla nota (6) è scritto (traduzione mia dall’inglese):
“Ci sono varie fonti antiche rabbiniche che indicano la nozione di un
peccato “ereditato” (si intende ereditato da persona a persona), per
esempio Pirkei de Rebbe Eliezer 13 e 21, Genesi Raba 12, 5; Levitico
Raba 21: 4, Deuteronomio Raba 11, 9. Cohen suggerisce tre categorie
basilari di come gli antichi rabbini si sono occupati dell’argomento:
1-Corruzione della stirpe da un punto di vista ereditario 2- Il peccato
di Adamo punito attarverso la sua progenie 3- Tutti i peccati sono il
risultato delle azioni di Adamo. Cohen suggerisce che molti rabbini
ortodossi abbiano optato per il punto 3, mentre Paolo di Tarso optò per
il punto 1”.
Infatti il punto fondamentale è che furono gli Apostoli e gli
Evangelisti, che erano ebrei, e che conoscevano molto bene il Tanakh,
che diffusero il concetto che Gesù Cristo venne per togliere il peccato.
Quindi l’importante è vedere quello che loro credevano, e quello per
cui erano disposti a morire.
Inoltre è stato Gesù Cristo stesso che ha confermato la veridicità della
Bibbia, e in particolare della Genesi, in molte occasioni. Ed è stato
lui in numerose occasioni (riportate poi nel Nuovo Testamento) a
rimarcare l’importanza del pentirsi dei propri peccati e credere nel suo
scarificio espiatorio sulla croce. (Per approffondire, vedere mio
articolo alla nota 49).
Mauro Biglino:
Chi ha fatto si che i popoli di varie nazioni rinunciassero al rapporto
con i loro governanti (gli elohim, thoi, deva, asi…che si sono spartiti
il pianeta), sostituendoli con l’Elohim di nome Yahweh che aveva sempre
espressamente dichiarato che si sarebbe occupato exclusivamente della
sua gente, anche a discapito e a danno di ogni altro popolo?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”.
Inoltre come già evidenziato varie volte la rivelazione è stata
progressiva. Prima YHWH si è manifestato a una persona, Abramo, poi a un
popolo, quello degli ebrei, e poi a tutti per mezzo di Gesù Cristo che
ha portato la Grazia e la Verità.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato in Dio universale uno dei più insignificanti degli
Elohim, talmente poco importante da avere avuto in assegnazione dal suo
comandante (Elyon) non già un popolo ma un pezzo di una famiglia, mentre
altre partid ella stessa famiglia sono state assegnate ai suoi colleghi
che la Bibbia nomina esplicitamente?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”.
Anche Elyon (l’Altissimo), è un altro dei molteplici nomi di Dio, che
proprio perché è Dio, non può essere limitato con un solo nome.
Mauro Biglino:
Chi ha trasformato nel Dio eterno un individuo che la Bibbia stessa afferma essere mortale come tutti gli uomini?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. Biglino in questo caso dovrebbe citare i corrispondenti
passaggi biblici dove secondo lui YHWH è descritto come “mortale”.
Mauro Biglino:
Cui ha trasformato nel signore dell’eternità un individuo che di eternità non ha mai parlato?
Yuri Leveratto:
In questa domanda Biglino da per scontato che Yahweh sia un capo
militare o un essere sovrumano extraterrestre. Ma questa premessa deriva
da traduzioni errate e forzate e dal mancato studio di altri passaggi
biblici dove Dio stesso (YHWH), viene indicato come l’essenza pura,
ossia “colui che è”. (Vedi nota 45). Secondo alcuni studiosi (46) il
tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente
nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe
dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa
“essere”. YHWH ha infatti dichiarato di “essere” (il concetto di
“essere” viene interpretato come sinonimo di eternità, per esempio qui,
Esodo 3, 14:
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”».
Quindi YHWH si è auto-definito come Eterno, dicendo “IO SONO colui che sono”.
A partire dalla pag. 221 Biglino inizia, con lunghe elucubrazioni, a sviluppare la sua teoria sulla nascita del Cristianesimo.
Abbiamo già visto che le sue teorie sul Gesù partigiano anti-romano o su
Paolo di Tarso creatore della cristologia, sono non provate
storicamente e pure anti-logiche. Ma ora Biglino sviluppa una teoria del
complotto ancora più amplia e persino più assurda di quella sviluppata
all’inizio del suo cap. 5.
Biglino ancora sostiene che nell’Antico Testamento non vi sia nulla di
sacro. Ovviamente non avendo chiaro cosa è la Bibbia nella sua totalità,
non può rendersi conto di che cosa è l’Antico Testamento e lo vede come
un testo per nulla spirituale, quando invece vi è l’annunzio
dell’arrivo del Figlio, con circa 300 profezie.
Biglino cita alcuni studiosi e nella pagina 222 continua a dire che la
Bibbia è stata “sacralizzata” per motivi culturali. Velatamente Biglino
lascia intendere che la Bibbia sia stata “sacralizzata” per il motivo di
controllare e dominare sulle masse.
A pag. 223 Biglino continua con il definire YHWH un capo militare
(stranamente qui sembra abbandonare nuovamente la teoria del “Yahweh
extraterrestre”). Ma se YHWH fosse stato un capo militare sarebbe stato
ricordato come tale, tipo Saul o Davide, invece nella Bibbia YHWH viene
considerato come il Creatore del mondo. Naturalmente queste sono
considerazioni di logica semplice.
Però per “costruire a tavolino” la sua teoria, deve cercare di mostrare
che Yahweh abbia fallito. Secondo Biglino le conquiste di Israele da
parte di Assiri (VIII sec. a.C.), e Babilonesi (VI sec. a.C.) avrebbero
decretato la fine della promesse del “capo militare” Yahweh (ma non era
un extraterrestre?). Pertanto le classi dominanti avrebbero elaborato e
inventato una nuova speranza. Ecco che il complotto si amplia. Se prima
era Paolo di Tarso, il più grande fautore del “complotto dei primi
cristiani”, ora il complotto planetario inziò ancor prima di Gesù
Cristo, centinaia di anni prima.
Cerchiamo di seguire il filo delle elucubrazioni di Biglino. A pag. 225
Biglino sostiene che con la costruzione del Secondo Tempio si crei un
nuovo sistema di potere. Ecco la frase di Biglino:
“i sacerdoti gerosolimitani si attribuiscono un potere con premesse e
valenze nuove: si autocostituiscono rappresentanti/depositari di una
nuova promessa che essi stessi elaborano/inventano e sulla quale
iniziano a costruire un nuovo e più efficace sistema di potere.
A pag. 226 Biglino torna a descrivere il suo presunto “complotto dei
primi cristiani”, facendo pertanto un salto di circa 500 anni. Per quale
ragione abbia affermato che la casta sacerdotale del Secondo Tempio
stesse per costruire “un nuovo e più efficace sistema di potere” non ci è
dato saperlo.
A pag. 227 Biglino ritorna su Paolo di Tarso e sul suo complotto. Sono
affermazioni, quelle di Biglino, non basate su alcun fatto storico, e
tantomeno sulla logica.
Questa è una tesi falsa, che è stata smontata ampiamente nel corso della
storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza, con lo scopo di
portare avanti le sue tesi.
All’inizio del presente articolo ho già dimostrato come le tesi sul
supposto complotto di Paolo di Tarso siano prive di fondamento.
Ma verso la fine della pag. 227 Biglino fa intendere che ci sia stata
una regia occulta dietro Paolo di Tarso, che abbia supportato il
diffondersi del Cristianesimo. Vediamo le sue parole, riferendosi a
Paolo di Tarso:
"Questo fece nel mondo greco romano, ma forse la sua esclusiva attività
personale non avrebbe potuto sortire l’effetto che conosciamo se non
avesse avuto appoggio e sostegno da parte di esponenti di un
organizzazione che, senza apparire, aveva il potere di elaborare e
diffondere una nuova dottrina capace di sostituire la precedente e di
imporre una nuova struttura di pensiero e di azione che sostituisse
quella precedente per la quale non si poteva fare altro che registrare
il fallimento definitivo delle promesse di Yahweh".
E’ una tesi assolutamente falsa, e senza base storica ne logica. Infatti
dal punto di vista storico, le persone che hanno diffuso il Vangelo
sono ben note: gli Apostoli, oltre naturalmente a Marco (che diffuse il
Vangelo in Egitto), e i discepoli degli Apostoli, per esempio Policarpo
di Smirne, Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione, Giustino Martire ecc.,
oltre naturalmente ai vari vescovi che succedettero agli Apostoli.
Queste persone hanno lasciato scritti dai quali si evince che i
cristiani erano perseguitati dal potere romano. Oltre a ciò naturalmente
vi sono scritti di persone non cristiane, come le Lettere di Plinio il
Giovane, dove si certifica che i cristiani erano perseguitati nel I, II e
III secolo.
Se questa fantomatica regia occulta fosse stata reale, gli stessi
cristiani che andavano al martirio sarebbero stati vittime di un
complotto che mostrava che Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Ma se fosse
così chi avrebbe convinto i primi cristiani ad abbracciare la fede in
Gesù Cristo? Come abbiamo visto è impossibile che “i falsari del
complotto” abbiano convinto i primi cristiani dei fatti soprannaturali
presenti nei Vangeli se loro stessi non vi credevano. Ed inoltre anche
ammesso che fosse stato così i primi cristiani avrebbero fatto i nomi
dei primi “falsi evangelizzatori”.
Purtroppo la teoria del complotto di Mauro Biglino fa acqua da tutte le
parti e soprattutto oltre che scontrarsi con la storia, si scontra prima
di tutto con la logica.
Nella pag. 228 Biglino immagina (è proprio il verbo adatto al caso), che
nel 70 d.C. a Gerusalemme vi fossero delle potente famiglie ebree
colluse con il potere romano.
Secondo Biglino l’ebreo Giuseppe (lo scrittore Giuseppe Flavio) che si
consegnò ai romani durante l’invasione da parte dell’imperatore
Vespasiano della Palestina, e per questo fu considerato un traditore
dagli ebrei, svolse un ruolo importante nel futuro affermarsi della fede
cristiana. Secondo Biglino Giuseppe Flavio apparteneva a una famiglia
nobile che faceva parte della classe sacerdotale. Inoltre Biglino
afferma che altri sacerdoti ebrei consegnarono grandi ricchezze ai
romani e in cambio ottennero protezione.
Giuseppe Flavio quindi (che per Biglino faceva parte di una famiglia
sacerdotale), avrebbe accolto in modo benevolente la predicazione di
Paolo di Tarso e avrebbe favorito l’affermarsi del Cristianesimo.
Vediamo cosa scrive Biglino a pag. 233:
"Quelle famiglie sacerdotali si trovano a Roma negli ultimi decenni del
primo secolo e in quello stesso lasso di tempo, terminate le
persecuzioni neroniane contro le prime comunità cristiane di stampo e
formazione paolina, vediamo nascere una forma di cristianesimo
maggiormente unitaria e strutturata, costituita da gruppi di credenti
diretti da vescovi che facevano capo, in una gerarchia di stampo
monarchico, al vescovo di Roma, una sorta di riproposizione del sommo
sacerdote del Tempio di Gerusalemme".
Biglino sta velatamente facendo intendere che la casta sacerdotale di
Gerusalemme avrebbe avallato il messaggio dei Vangeli per procrastinare
il suo potere, non più gerosolimitano, ma romano. Innanzitutto bisogna
sottolineare che, anche se gli Apostoli ed Evangelisti erano ebrei,
andarono quasi tutti al martirio pur di non rinnegare il nome di Gesù
Cristo. Ciò significa che ci credevano realmente e non vi fu alcun
complotto. In secondo luogo i vescovi di Roma sucessivi a Pietro non
erano ebrei, ma romani o italici. In terzo luogo, i vescovi di Roma non
avevano alcuna autorità sui vescovi delle altre quattro sedi apostoliche
(Bisanzio, Alessandria d’Egitto, Antiochia, Gerusalemme). Il
Cristianesimo antico non era organizzato come una gerarchia piramidale,
ma come piuttosto un’insieme di chiese che formavano la Chiesa di
Cristo. In quarto luogo, le persecuzioni ai romani continuarono fino
alla fine del terzo secolo quindi, dopo il 70 d.C. per almeno altri 230
anni. Sembra che Biglino non abbia mai letto un libro serio sulla storia
della persecuzioni. (Per approfondire vedere nota 43).
Il Cristianesimo si diede una forma di gerarchia piramidale a partire
dal IV secolo con Costantino (per approfondire vedere nota 44).
Eccomi giunto alla fine di questa confutazione delle tesi di Mauro
Biglino. Non posso fare a meno che notare che Biglino, partendo tra
traduzioni errate o forzate sviluppa delle personali elucubrazioni
anti-storiche e anti-logiche. Inoltre si contraddice continuamente nelle
sue teorie. Per esempio Biglino a pag. 136 del suo libro ha scritto che
Gesù era un ribelle anti-romano; a pag 146 Biglino ha scritto che Gesù
era un potente figlio di un “Elohim”, che per Biglino sarebbe un essere
sovrumano, extraterreste; a pag. 161 Biglino torna a sostenere la tesi
del Gesù rivoluzionario anti-romano. A pag. 162 con la teoria sulla
frase “eli eli lema sabactani”, Biglino torna a sostenere la teoria che
Gesù fosse il figlio di un “Elohim” (quindi extraterrestre), come nella
pag. 165.
Biglino si rivela inoltre, ed è la cosa che più dispiace, una persona
non in pace con se stessa, infatti dai suoi scritti traspare un notevole
risentimento verso la Chiesa cattolica. Se fosse in pace con se stesso
non avrebbe bisogno di denigrare nessuna fede. Inoltre le sue frasi
irriverenti e qualche parola non soppesata in modo corretto su Gesù
Cristo e Maria dimostrano che Biglino non porta rispetto neppure per noi
cristiani. In ogni caso gli tendo idealmente la mano, e sperro possa
riconsiderare le proprie idee.
YURI LEVERATTO
Copyright 2016
Note:
1-http://camcris.altervista.org/messia.html
2-Oggi Şanlıurfa, nella Turchia sud-orientale
3-https://en.wikipedia.org/wiki/Muratorian_fragment
4-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/01/lepoca-post-costantiniana-il-dominio.html
5- Secondo la mentalità vigente nell’Antico Testamento la violenza e la
punizione erano relazionate alla giustizia di Dio. Dio mostrava la sua
giustizia con la punizione, perché ancora non aveva inviato il Figlio.
Aveva inviato profeti, per annunciare proprio la venuta del Figlio.
Infatti nei Libri dell’Antico Testamento vi sono circa trecento profezie
che indicano l’arrivo del Figlio. Ma proprio perché il Figlio non era
arrivato e non aveva potuto salvare il mondo, il patto tra Dio e l’uomo
era ancora “antico”. Proprio per questo ogni trasgressione contro Dio o
ogni peccato doveva per forza essere punita severamente o con la morte,
proprio perché il Figlio non era ancora arrivato. La vendetta era
pertanto un mezzo per far regnare la giustizia tra i popoli. Dio
(Yahweh) era un Padre severo che puniva i peccati se necessario con la
morte. Puniva chi non gli obbediva e trasgrediva la legge, puniva chi
non aveva fede in lui. Il Dio veterotestamentario doveva per forza
essere infinitamente giusto, punendo i peccati, esattamente come lo è il
Dio neo-testamentario. Ma nel Nuovo Testamento Gesù Cristo è venuto
proprio per togliere il peccato del mondo e ristabilire il patto
iniziale tra Dio e l’uomo. Ora non vi è più castigo terreno, ne
punizione terrena, ma chi crede in Gesù Cristo è salvo. Proprio per
questo Dio ha inviato suo Figlio, che è Dio stesso, il Verbo. Per poter
salvare il mondo.
6-
https://books.google.com.co/books?id=YUbGlHdhBaUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=Lev.+17:11+original+sin&source=bl&ots=bY5eRjixUI&sig=JlHJxlm5rvnNAfZmRCmHC0uC8Ps&hl=en&sa=X&ei=Sr33UsmfM4qTyQHw6IH4AQ&redir_esc=y#v=onepage&q=Lev.%2017%3A11%20original%20sin&f=false
7-
http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/il-cristianesimo-antico-leta-patristica.html
---
http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/02/la-condanna-morte-del-console-manio.html
8- «Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto
(Gv 13,3), ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso
in Asia» (Adversus Haereses III, 1, 1)
9-testo in latino del frammento muratoriano dove si conferma
l’attribuzione a Giovanni del quarto Vangelo: “[...] quarti euangeliorum
Iohannis ex discipulis. cohortantibus condiscipulis et episcopis suis
dixit Conieiunate mihi hodie triduum, et quid cuique fuerit reuelatum
alteratrum nobis enarremus. eadem nocte reuelatum Andreae ex apostolis,
ut recognoscentibus cunctis, Iohannes suo nomine cuncta describeret
[...]
10-Per esempio per il Vangelo di Marco abbiamo fonti documentali di
Eusebio di Cesarea, che riporta questo scritto di Papia di Ierapoli:
« Anche questo il presbitero era solito dire. Marco, che fu interprete
di Pietro, scrisse con cura, ma non in ordine, ciò che ricordava dei
detti e delle azioni del Signore. Poichè egli non aveva ascoltato il
Signore nè era stato uno dei suoi seguaci, ma successivamente, come ho
detto, uno di Pietro. Pietro adattava i propri insegnamenti
all'occasione, senza preparare un arrangiamento sistematico dei detti
del Signore, cosicchè Marco fu giustificato a scrivere alcune delle cose
come le ricordava. Poichè egli aveva un solo scopo, non tralasciare
nulla di quanto aveva ascoltato e di non scrivere nulla di errato. »
(Papia, citato in Eusebio di Cesarea Storia ecclesiastica, 3.39.15)
Inoltre abbiamo, sempre per il Vangelo di Marco, fonti documentali di
Ireneo ( Ireneo, Contro le eresie, 3.1, 10.6) e di Tertulliano
(Tertulliano, Contro Marcione, 4,5).
11-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/cristo-non-e-horus-e-il-cristianesimo.html
12-J. Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1986.
13-http://www.statveritas.com.ar/Varios/JLoring-01.htm
14- Abbiamo varie fonti storiche del martirio di Paolo di Tarso, avvenuto probabilmente nel 67 d.C., vediamone alcune:
Lettera di Ignazio di Antiochia agli Efesini (110 AD)
XII. So chi sono e a chi scrivo. Io sono un condannato, voi avete
ottenuto misericordia. Io in pericolo, voi al sicuro. Voi siete la
strada per quelli che s'innalzano a Dio. Gli iniziati di Paolo che si è
santificato, ha reso testimonianza ed è degno di essere chiamato beato.
Possa io stare sulle sue orme per raggiungere Dio; in un'intera sua
lettera si ricorda di voi in Gesù Cristo.
Lettera ai Romani di Dionigi, vescovo di Corinto (166-174 AD), in Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica 25-8
“Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di
Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono
insieme nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo
aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello
stesso tempo”
Tertulliano –Prescrizione contro le eresie (200 AD)
Come felice è la sua chiesa, su cui gli apostoli riversano tutta la loro
dottrina insieme con il loro sangue! Dove Pietro subisce la passione
come il suo Signore! Dove Paolo vince la corona in una morte simile a
quella di Giovanni, dove l'apostolo Giovanni fu immerso, illeso, in olio
bollente, e quindi rimandato in esilio nella sua isola! Vedete ciò che
ha imparato, ciò che ha insegnato, e quello che ha avuto comunione con
le nostre chiese in Africa!
Lattanzio, De Mortibus Persecutorum (318 AD)
I suoi apostoli erano allora undici di numero, al quale sono stati
aggiunti Mattia, al posto del traditore Giuda, e poi Paolo. Poi si
dispersero per tutta la terra a predicare il Vangelo, come il Signore
loro Maestro gli aveva ordinato; e durante venticinque anni, e fino
all'inizio del regno di Nerone, si occuparono di gettare le fondamenta
della Chiesa in ogni provincia e città. E mentre Nerone regnava,
l'apostolo Pietro è venuto a Roma, e, attraverso la potenza di Dio che
gli fu affidata, fece certi miracoli e, convertendo molti alla vera
religione, costruì un tempio fedele e saldo al Signore. Quando Nerone
sentì parlare di queste cose, e osservò che non solo a Roma, ma in ogni
altro luogo, una grande moltitudine di persone abbandonava ogni giorno
il culto degli idoli, e, condannando le loro vecchie abitudini, si
avvicinava alla nuova religione, lui, un esecrabile e pernicioso
tiranno, decise di radere al suolo il tempio celeste e distruggere la
vera fede. Fu lui che per primo ha perseguitato i servi di Dio; lui ha
crocifisso Pietro e ha fatto uccidere Paolo.
15-Articoli dove ho confutato le tesi del Sig. Donnini:
http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/confutazione-di-yuri-leveratto-al-video.html
http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/confutazione-di-yuri-leveratto-al-video_13.html
16- la storicità di Gesù: http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/la-storicita-di-gesu.html
17- http://biblehub.com/interlinear/daniel/9-21.htm
18- http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=2172976
19-http://www.intratext.com/IXT/ITA0449/_P17.HTM
20- Piñero, Antonio (2009). «Libro sobre la Natividad de Marìa». Todos
los Evangelios: Traducciòn ìntegra de las lenguas originales de todos
los textos evangèlicos conocidos. Madrid: Edaf. pp. 237-244. ISBN
978-84-414-2116-5. «Fecha probable de composiciòn: siglo IX La
Patrologìa Latina de Migne lo sigue incluyendo entre las obras de san
Jerònimo.»
21- http://biblehub.com/interlinear/matthew/1-18.htm
22- Spiros Zodhiates, “Cristo era Dio?”
23- http://www.christianarticles.it/Le-due-genealogie-di-Gesu-Cristo.htm
24- http://www.gotquestions.org/Italiano/genealogie-Gesu.html
25- http://biblehub.com/interlinear/2_kings/2-11.htm
26- http://biblehub.com/interlinear/psalms/22-1.htm
27- http://www.fau.edu/llcl/greenspahn.php
28- http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/lo-scopo-principale-della-missione-di.html
29- http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/confutazione-di-yuri-leveratto-al-video.html
30-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/la-morte-in-croce-di-gesu-cristo.html
31-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/considerazioni-sulla-risurrezione-di.html
32- http://biblehub.com/interlinear/mark/16-19.htm
33- http://biblehub.com/interlinear/luke/24-51.htm
34- http://biblehub.com/interlinear/acts/1-2.htm
35- http://biblehub.com/interlinear/acts/1-9.htm
36- http://biblehub.com/interlinear/acts/1-11.htm
37- http://biblehub.com/interlinear/acts/20-13.htm
38- https://it.wikipedia.org/wiki/Papiri_del_Nuovo_Testamento
39-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/considerazioni-sullantico-testamento-e.html
40- http://danielesalamone.altervista.org/estratto-chi-ha-ucciso-goliath-david-o-elchanan/
41-Biblia Reina Valera 1960, commenti di Charles Ryre
42- http://biblehub.com/interlinear/psalms/136-16.htm
43- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/02/le-persecuzioni-dei-cristiani-dalle.html
44- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/01/lepoca-post-costantiniana-il-dominio.html
45-http://biblehub.com/interlinear/exodus/3-14.htm
46-1-http://www.jewishencyclopedia.com/articles/11305-names-of-god
47- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/04/il-patto-abramitico.html
48- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/05/la-bibbia-e-realmente-la-parola-di-dio.html
49- http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/lo-scopo-principale-della-missione-di.html
Giosuè, figlio di Nun, era pieno dello spirito (ruach) di saggezza, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui. Gli Israeliti gli obbedirono e fecero quello che il Signore aveva comandato a Mosè. (Deuteronomio, 34, 9)
Inoltre la traduzione di Biglino di kavod non concilia con questi versi biblici:
Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria (kavod) e tieni alta la mia testa. (Salmi 3,4)
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria (kavod) e di onore lo hai coronato. (Salmi 8, 6)
Potrei aggiungerti altre decine di versi ma mi fermo qui. Biglino è una persona non in pace con se stesso, e ha bisogno di diffondere false tesi e insultare Gesù (“saccente” pag. 186; “falso”, pag. 188 del suo libro "Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio") e Maria, per lucrare vendendo libri.
1-http://www.jewishencyclopedia.com/articles/11305-names-of-god
Facile parlare di Bibbia con chi non l'ha neanche mai letta(90% dei suoi fans). E peraltro ho la sensazione che molti dei suoi seguaci siano atei convinti che partecipano alle sue conferenze per trovare un pretesto al proprio ateismo e dimostrare che hanno ragione(come fanno di solito gli atei). Per ora molti utenti di forum ebraico hanno smentito Biglino e sono sicuro che prima o poi un libro che smentisce tutte le sue tesi uscirà, è solo questione di tempo!
“Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fattoconoscere”.
Quindi Biglino afferma (pag. 148), che siccome Yahweh era molto ben conosciuto: “è lecito chiedersi se Giosuè/Gesù si riferisse realmente a lui o non piuttosto a qualche altro degli Elohim”.
Da queste frasi assurde si evince che Biglino è totalmente digiuno di teologia basica. Questo verso del Vangelo di Giovanni è talmente profondo che vari teologi hanno scritto capitoli interi per sviscerare il senso di cosa ci volle comunicare Giovanni Apostolo ed Evangelista, tra questi il greco Spiros Zodhiates. Secondo il teologo greco (23), Dio si è manifestato varie volte all’uomo (per esempio quando si è mostrato a Mosè), ma nessuno lo ha mai visto nella sua pienezza. Dopo averci detto che nessuno, mai ha potuto vedere Dio nella sua pienezza, Giovanni ci dice che vi è un’eccezione: “l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”.
In alcuni testi antichi vi è scritto μονογενὴς Θεὸς ossia “unigenito Dio”.
In pratica è solo attraverso il Figlio che possiamo arrivare a conoscere Dio Padre. Infatti Gesù ha detto: Vangelo di Giovanni (14, 9):
Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: “Mostraci il Padre”?
Secondo Giovanni, Dio ha voluto rivelarsi completamente e lo ha fatto con Gesù Cristo, che viene chiamato Verbo, (Logos) e anche unigénito Figlio. La parola greca "monogenees" può significare (Great Lexicon of theGreek language): 1-figlio unico, ossia chi non ha fratelli o sorelle (come in Luca 8, 42); 2-L’unico di questa specie; 3-Della stessa natura. Secondo Zodhiates "monogenees" debe essere interpretato “della stessa natura, o della stessa sostanza”. Per Zodhiates pertanto anche “monogenees" è un indizio che Giovanni volesse intendere che Gesù Cristo, il Verbo, ha la stessa sostanza del Padre e pertanto, solo lui può farlo conoscere.
Che yahweh era un individuo che ordinava massacri e pulizie etniche è scritto a chiare lettere nella Bibbia, basta leggerla.
Ecco che allora c'è bisogno di interpretare per giustificare l'uccisione di uomini donne e bambini sotto il mandato del dio dell'amore, e ciò mi sembra molto incoerente.
Tutti i filologi dicono che la bibbia fu redatta riprendendo testi più antichi di origine sumero-accadica; allora... i testi originali sono mitologia, la copia, ossia la bibbia, è la parola ispirata da Dio, ciò mi sembra una bella forzatura.
Tu dici :" Ma nelle sue elucubrazioni sull’Antico Testamento, Biglino non ha dimostrato che IO SONO - YHWH non è Dio, e non ha neppure dimostrato che gli ebrei dell’epoca pre-cristiana non credessero in YHWH come puro Spirito e Creatore del cielo e della terra"
Ma nemmeno voi avete dimostrato il contrario ossia che YHWH è Dio essere spirituale o sbaglio....ci vuole un atto di fede per crederlo altrimenti anche tutti gli altri testi più antichi potrebbero essere considerati veritieri...e allora di che stiamo parlando? Se hai fede bene vivila con gioia ma sempre di fede si tratta....e non di prove provate! Poi uno può credere a ciò che gli pare, liberissimo di farlo.
E non apriamo il discorso dell'archeologia incomprensibile che diverrebbe molto chiara se "facciamo finta" che ciò che racconta Biglino sia vero. Puma Cuncu Giza Baalbeck sono solo alcuni esempi di siti archeologici inspiegabili!
E non apriamo nemmeno il discorso della genetica! Sono un biologo e ti assicuro che il racconto di Biglino e Buffa ha basi molto molto solide; se poi nell'era dell'ingegneria genetica invece che a Darwin vogliamo credere alla creazione dell'uomo con l'argilla e il soffio vitale bhè liberissimo di farlo ma anche qui è un atto di fede.....ahi voglia a confutare Biglino! In scienza se si confuta lo si fa con dati non con atti di fede.
Poi ripeto che ce l'ha la viva con libertà e gioia perchè nessuno gliela vuole confutare! Infatti Mauro nelle sue conferenze afferma di dare degli strumenti per ragionare poi sono affari del singoli di come usarli lui non mira a convertire nessuno. Capisco che l'invito a ragionare sulla Bibbia, il testo sacro capisaldo della religione, mette in crisi la fede perchè se hai fede non devi ragionare ma credere.
Mi fermo qui perchè so che ha già tutte le risposte pronte e quindi è inutile che continuo.
Cordialmente
Matteo
Io non sono evoluzionista in senzo Darwiniano stretto. Al contrario credo ci sia molto ancora da scoprire. Ma è indubbio che il filo comune della vita di questa parte di universo sono le 4 lettere che compongono il DNA, se non ci credi vieni in laboratorio che te lo dimostro, (carta..canta!) ora, se dai batteri all'uomo troviamo che sono stati scritti con lo stesso linguaggio alcune domande bisogna cominciare a porsele; se poi il testo del DNA dell'uomo è al 98% uguale a quello dei primati le domande aumentano. In fine se come dice la bibbia siamo fatti con (e non "a") l'immagine del(gli) Elohim perchè non posso immaginare da biologo che quel 2% di differenza non sia proprio di provenienza aliena? Dove sbaglio nel mio ragionamento? Tutti i genetisti concordano nel dire che quel 2% non è filogeneticamente spiegabile e il fatto di essere un ogm lo spiegherebbe perfettamente.
Ho sentito tutte le sue conferenze e non credo che Biglino offenda Gesù o la Madonna ma dice la sua interpretazione alla luce dei sui studi. Una volta quelli come lui venivano bruciati sul rogo ora fortunatamente le regole della società si sono evolute e non si ammazza più nessuno, altrimenti saremmo al pari dello Stato Islamico dove tutti sono costretti alla sharia pena la morte....e non mi sembra una gran cosa...o credi che sia meglio il medioevo?
Per rispondere poi alle tue frasi iniziali ti dico che nell’ottica biblica Dio è realmente padrone assoluto delle nostre vite. Noi dovremmo essere crocifissi per i peccati che abbiamo commesso contro di lui. Ma è Lui che nella sua infinita misericordia ha voluto inviare il Figlio, dandoci così la Grazia e permettendo a chi lo accoglie di convertirsi in figlio di Dio. Se nell’Antico Testamento Dio ha deciso di far cadere il diluvio sulla terra, uccidendo quindi anche banbini, lo ha fatto perchè sapeva che quella gente era assolutamente corrotta e non avrebbe potuto mai redimersi. Anzi avrebbero potuto diffondere ulteriormente il peccato.
Per quanto riguarda il DNA e la sua iper-complessità, esso è proprio una dimostrazione della creazione di Dio. Infatti la teoría dell’evoluzione dice che il caso + il tempo = mente. Ciò è impossibile perchè il caso (senza disegno intelligente), non potrà mai creare l’ordine e la mente.
Ho approfondito questi temi qui:
https://yurileveratto2.blogspot.com/2015/08/la-selezione-naturale-e-le-mutazioni.html
Da biologo puoi immaginare ciò che vuoi, infatti siamo in mondo libero, ma non potrai provare che la Bibbia non parli di Dio, come sostiene astutamente Biglino, con lo scopo di lucrare vendendo i suoi libri, e non potrai dimostrare che Gesù Cristo non è il Figlio di Dio, come sostiene il Biglino basandosi su assurde teorie che ho confutato una ad una nel mio articolo.
Buona vita Yuri io ti rispetto come persona e spero che tu faccia altrettanto al di là dell'indifferenza che mi hai riservato.
Buona giornata