sabato 20 dicembre 2014

Abruzzo :L 'Ingiustizia è servita.


INGIUSTIZIA E’ FATTA: ETERNIT, LA CASSAZIONE ANNULLA LA CONDANNA, REATI PRESCRITTI

ACCOLTE LE RICHIESTE DEL PROCURATORE GENERALE: TREMILA MORTI NON AVRANNO GIUSTIZIA, ADDIO ANCHE AI RISARCIMENTI AI FAMILIARI
Annullata senza rinvio per intervenuta prescrizione la sentenza della Corte d’appello di Torino sulla strage dell’Eternit.
La Suprema Corte dopo appena due ore di camera di consiglio ha accolto la richiesta del procuratore generale, Francesco Iacoviello, nell’udienza del maxi processo Eternit che si è aperta questa mattina davanti alla prima sezione penale della Cassazione presieduta da Arturo Cortese.
“Annullamento senza rinvio della condanna a 18 anni per Stephan Schmidheiny perché tutti i reati sono prescritti”.
E’ quel che aveva chiesto a sorpresa il pg di Cassazione.
E poche ore dopo è arrivata la conferma. “Vergogna, vergogna” hanno urlato i tanti subito dopo la lettura del verdetto che cancella anche il diritto a tutti i risarcimenti per i familiari delle vittime e le istituzioni locali.
La sentenza è stata accolta con l’incredulità generale da parte dei presenti, molti parenti delle vittime e molti rappresentanti delle istituzioni che si sono occuopate delle morti per amianto.
“Sono sconvolta. Siamo dispiaciuti e increduli ho bisogno di qualche ora per capire come reagire, devo discutere con la giunta prima di prendere qualunque provvedimento” ha detto il sindaco di Casale Monferrato, Concetta Palazzetti.
Nell’aula magna di piazza Cavour a Roma sono presenti anche tantissimi familiari delle vittime di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli. Figli e anche nipoti di operai o semplici cittadini che sono morti di mesotelioma pleurico, il tumore provocato dall’inalazione di polveri d’amianto, nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale elvetico-belga.
Il pg ha chiesto ai giudici questa mattina di dichiarare la prescrizione dei reati contestati al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, annullando senza rinvio la sentenza emessa il 3 giugno 2013 dalla Corte d’appello di Torino, che aveva condannato l’imputato a 18 anni di reclusione.
Ottavia Giustetti
(da “La Repubblica“)

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