sabato 14 dicembre 2013

"NON POTEVA NON SAPERE",IL GIUDICE ESPOSITO CHE HA CONDANNATO BERLUSCONI.

Leggiamo sul Corriere della Sera che il giudice Antonio Esposito e l’avvocato Mario Nocito, in carcere per associazione mafiosa e corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Plinius” che a luglio scorso ha portato in carcere anche il sindaco di Scalea Pasquale Basile e cinque assessori, si sono scambiati telefonate, sms, cene, confidenze, raccomandazioni, consigli perché tra loro c’era un’amicizia solida, tanto che Esposito non si negava mai al telefono quando dall’altra parte del filo c’era lui.
In genere si vedevano spesso a pranzo o a cena: con una telefonata gli amici venivano a sapere che c’era il giudice Esposito e cercavano di non mancare.
Addirittura dalla trascrizione della telefonata del 19 gennaio 2011 sembrerebbe che l’ex sindaco Basile avanzasse un’esplicita richiesta al giudice: costruire nuovi penitenziari nell’Alto Tirreno cosentino. L’ex sindaco riferisce la risposta di Esposito a un amico: “Il presidente ha detto che neanche Ionta (Franco Ionta, all’epoca direttore del Dap) può fare niente e bisogna parlare con Alfano”.
Le trascrizioni telefoniche fanno capire che l’avvocato Nocito avesse grande interesse a tenersi buona l’amicizia con il giudice Esposito. Tanto che con un amico commenta. “Al presidente abbiamo dato l’Università telematica a Scalea”. E capita anche di chiedere qualche favore al presidente. Ad esempio in occasione della bocciatura del figlio Pierpaolo al concorso in magistratura, l’avvocato chiede consigli al presidente telefonandogli in Cassazione. Antonio Esposito gli dice di fare andare suo figlio da lui il giorno dopo. Nella telefonata del 28 luglio 2011 i carabinieri ascoltano quello che Pierpaolo dice al padre, dopo la visita al giudice. “Il presidente mi ha suggerito di aspettare per la discussione del ricorso circa la bocciatura all’esame di magistratura”.

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