lunedì 9 gennaio 2012

Vincenzo Lo Zito: vilipendio o macchina del fango?

Di Redazione • 09 ott, 2011 • Categoria: Italia Il Maresciallo della Croce Rossa Vincenzo Lo Zito è stato indagato per vilipendio della Repubblica e del Presidente del Coinsiglio italiani, per alcune frasi scritte su Facebook e sul suo blog personale.“Il ministro La Russa ci manda a scopare per strada a Napoli”, “Il caro Silvio non poteva scegliere conduzione migliore al Pdl, baciamo le mani Angelino”, “E’ arrivato il nucleare in Italia, Berlusconi apri la bocca, inspira bene e cerca di scoreggiare in Parlamento”. Queste ed altre le frasi incriminate, che esprimono chiaramente il pensiero del Maresciallo, il quale da anni sempre suo blog, denuncia alcune irregolarità che avverrebbero nella Croce Rossa abruzzese.
Vuoi vedere che l’inghippo sta proprio qui? E cioè non tanto nel fatto che il cittadino Lo Zito esprima liberamente le sue idee sul governo ed alcuni dei suoi rappresentanti, quanto sul fatto che le sue denunce danno troppo fastidio a qualcuno dei soliti potenti? Sarebbe l’ennesimo caso di quella che Roberto Saviano ha perfettamente spiegato essere la macchina del fango.
No non può essere, il reato di vilipendio è così chiaro che possibile che un giudice si sia così clamorosamente sbagliato? Vediamo di capirne di più.
Vilipendio viene da una parola latina composta da “vilis” cioè vile, e “pendère” ovvero stimare, in pratica considerare vile, stimare poco, e cose del genere.
Nel Codice Penale italiano i reati di vilipendio sono riferiti ad alcuni reati che consistono in manifestazioni di disprezzo verbale rivolte a determinati soggetti. Le fattispecie di vilipendio sono le seguenti : al Presidente della Repubblica; alla Repubblica alle isitutuzioni costituzionali ed alle Forze Armate; alla Nazione italiana; alla bandiera italiana; alla bandiera o emblema di uno stato estero; religione, tombe; carattere.
Detto tutto questo e non essendo avvocati o giuristi, dov’è il vilipendio della Repubblica o del premier nelle frasi del maresciallo Lo Zito?

 E così, il maresciallo Lo Zito avrebbe scritto frasi come “Il ministro La Russa ci manda a scopare per strada a Napoli”, riferito a quando i militari furono impiegati per l’emergenza rifiuti a Napoli: non sembra qualcosa di troppo grave, alla fine. Oppure “Il caro Silvio non poteva scegliere conduzione migliore al Pdl, baciamo le mani Angelino”, in riferimento a quando l’ex ministro della Giustizia è diventato segretario politico del Pdl. Lo Zito avrebbe esternato anche quando il governo ha approvato il nucleare scrivendo in bacheca “E’ arrivato il nucleare in Italia, Berlusconi apri la bocca, inspira bene e cerca di scoreggiare in Parlamento”. Oggettivamente, però, sul social network più famoso del momento se ne leggono di più pesanti e il maresciallo Lo Zito non è stato nemmeno troppo eclatante.


Facebook nel mirino Indagato per vilipendio il maresciallo-blogger

di Claudia Fusani Roma Cfusani@Unita.It
Con il bavaglio alla stampa c'è il rischio che arrivi anche il bavaglino a Facebook e alle sue bacheche. E decisivo, ancora una volta, sarà il voto della Giunta delle Autorizzazioni della Camera, investita del caso a norma di legge. La coincidenza di tempi tra il voto in aula sulle intercettazioni (giovedì prossimo) e il dibattito in Giunta sul caso Lo Zito è solo casuale ma sicuramente suggestivo circa questi nostri tempi. Il maresciallo della Croce Rossa Vincenzo Lo Zito, idolo della rete per la sua azione moralizzatrice all'interno della prestigiosa associazione e tutelato dal Partito dei militari di cui è segretario il radicale Maurizio Turco, è indagato a Roma per vilipendio alle istituzioni della Repubblica. Il sostituto procuratore Francesco Minisci lo ha iscritto al registro il 7 luglio scorso e il 21 ha trasmesso il fascicolo alla Giunta della Camera per chiedere l'autorizzazione a procedere nei confronti del cittadino Lo Zito. Di verificare cioè se esistono o meno i presupposti per continuare ad indagare sul maresciallo e su quello che scrive sul suo blog. La richiesta, che vale per tutti i citadini indagati per vilipendio, è un filtro in più, per tutti i cittadini, a tutela e garanzia, in questo caso, anche della libertà di opinione e di espressione. Nell'atto inviato alla Giunta, il pm Minisci elenca gli indizi dell'eventuale reato. Lo Zito Vincenzo, mediante un proprio blog su internet e diversi interventi sul social network Facebook, pubblicamente vilipendeva la Repubblica, il Parlamento, il Governo e i suoi membri . Segue un lungo elenco di slogan e pensieri del maresciallo Lo Zito. Del tipo: «Il ministro La Russa ci manda a scopare per strada a Napoli» riferito a quando i militari furono impiegati per l'emergenza rifiuti a Napoli; «il caro Silvio non poteva scegliere conduzione migliore al Pdl, baciamo le mani Angelino» riferito a quando l'ex ministro della Giustizia è diventato segretario politico del Pdl. E ancora, in prossimità dell'approvazione alla Camera del processo breve, ennesima legge ad personam ma anche tagliola per migliaia di processi e casi di clamorosa ingiustizia: «Oggi il verme di Arcore, noto anche c... f.....(epiteto tratto da intercettazioni del caso Ruby, ndr) otterrà dalla sua maggioranza di nominati e comprati, mignotte comprese, l'immunità perpetua da ogni processo; nulla importa a questi banditi che decine di migliaia di vittime non avranno più la speranza di ottenere giustizia». Lo Zito ha esternato anche quando il governo ha approvato il nucleare: «E' arrivato il nucleare in Italia, Berlusconi apri la bocca, inspira bene e cerca di scoreggiare in Parlamento». Infine, a proposito di intercettazioni tra il premier e le fanciulle di Arcore: «A bugiardo cazzarone, avevi detto di non usare più il telefonino. Chi è la mignotta di turno». Indubbiamente i pensieri on line del maresciallo non brillano per raffinatezza. Come del resto non brillano certe barzellette o esternazioni del premier. Però esprimono un punto di vista in merito a fatti di grande attualità e che fanno molto discutere. La Giunta della Camera ha preso tempo e ha chiesto nuovi atti, specie quelli circa la causa per calunnia (archiviata) nata dalla denuncia di Lo Zito nei confronti di Maria Teresa Letta, sorella del sottosegretario e presidente del Comitato Cri Abruzzo, per illeciti nella gestione dei fondi della Croce Rossa. Perplessa Donatella Ferranti (Pd): «L'accusa di vilipendio è molto grave. Colpisce però che una norma nata a tutela dei cittadini rischi di diventare strumento per limitare la libertà di opinione». Sono rari i precedenti nella storia della Giunta. E' la prima volta che nel mirino finisce la bacheca di Facebook.
8 ottobre 2011 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 24) nella sezione "Cronaca italia"

Nessun commento:

Posta un commento