Vincenzo Lo Zito: vilipendio o macchina del fango?
Di Redazione • 09 ott, 2011 • Categoria: ItaliaVuoi vedere che l’inghippo sta proprio qui? E cioè non tanto nel fatto che il cittadino Lo Zito esprima liberamente le sue idee sul governo ed alcuni dei suoi rappresentanti, quanto sul fatto che le sue denunce danno troppo fastidio a qualcuno dei soliti potenti? Sarebbe l’ennesimo caso di quella che Roberto Saviano ha perfettamente spiegato essere la macchina del fango.
No non può essere, il reato di vilipendio è così chiaro che possibile che un giudice si sia così clamorosamente sbagliato? Vediamo di capirne di più.
Vilipendio viene da una parola latina composta da “vilis” cioè vile, e “pendère” ovvero stimare, in pratica considerare vile, stimare poco, e cose del genere.
Nel Codice Penale italiano i reati di vilipendio sono riferiti ad alcuni reati che consistono in manifestazioni di disprezzo verbale rivolte a determinati soggetti. Le fattispecie di vilipendio sono le seguenti : al Presidente della Repubblica; alla Repubblica alle isitutuzioni costituzionali ed alle Forze Armate; alla Nazione italiana; alla bandiera italiana; alla bandiera o emblema di uno stato estero; religione, tombe; carattere.
Detto tutto questo e non essendo avvocati o giuristi, dov’è il vilipendio della Repubblica o del premier nelle frasi del maresciallo Lo Zito?
E così, il maresciallo Lo Zito avrebbe scritto frasi come “Il ministro La Russa ci manda a scopare per strada a Napoli”, riferito a quando i militari furono impiegati per l’emergenza rifiuti a Napoli: non sembra qualcosa di troppo grave, alla fine. Oppure “Il caro Silvio non poteva scegliere conduzione migliore al Pdl, baciamo le mani Angelino”, in riferimento a quando l’ex ministro della Giustizia è diventato segretario politico del Pdl. Lo Zito avrebbe esternato anche quando il governo ha approvato il nucleare scrivendo in bacheca “E’ arrivato il nucleare in Italia, Berlusconi apri la bocca, inspira bene e cerca di scoreggiare in Parlamento”. Oggettivamente, però, sul social network più famoso del momento se ne leggono di più pesanti e il maresciallo Lo Zito non è stato nemmeno troppo eclatante.
Facebook nel mirino Indagato per vilipendio il maresciallo-blogger
di Claudia Fusani Roma Cfusani@Unita.It
Con
il bavaglio alla stampa c'è il rischio che arrivi anche il bavaglino a
Facebook e alle sue bacheche. E decisivo, ancora una volta, sarà il voto
della Giunta delle Autorizzazioni della Camera, investita del caso a
norma di legge. La coincidenza di tempi tra il voto in aula sulle
intercettazioni (giovedì prossimo) e il dibattito in Giunta sul caso Lo
Zito è solo casuale ma sicuramente suggestivo circa questi nostri tempi.
Il maresciallo della Croce Rossa Vincenzo Lo Zito, idolo della rete per
la sua azione moralizzatrice all'interno della prestigiosa associazione
e tutelato dal Partito dei militari di cui è segretario il radicale
Maurizio Turco, è indagato a Roma per vilipendio alle istituzioni della
Repubblica. Il sostituto procuratore Francesco Minisci lo ha iscritto al
registro il 7 luglio scorso e il 21 ha trasmesso il fascicolo alla
Giunta della Camera per chiedere l'autorizzazione a procedere nei
confronti del cittadino Lo Zito. Di verificare cioè se esistono o meno i
presupposti per continuare ad indagare sul maresciallo e su quello che
scrive sul suo blog. La richiesta, che vale per tutti i citadini
indagati per vilipendio, è un filtro in più, per tutti i cittadini, a
tutela e garanzia, in questo caso, anche della libertà di opinione e di
espressione. Nell'atto inviato alla Giunta, il pm Minisci elenca gli
indizi dell'eventuale reato. Lo Zito Vincenzo, mediante un proprio blog
su internet e diversi interventi sul social network Facebook,
pubblicamente vilipendeva la Repubblica, il Parlamento, il Governo e i
suoi membri . Segue un lungo elenco di slogan e pensieri del maresciallo
Lo Zito. Del tipo: «Il ministro La Russa ci manda a scopare per strada a
Napoli» riferito a quando i militari furono impiegati per l'emergenza
rifiuti a Napoli; «il caro Silvio non poteva scegliere conduzione
migliore al Pdl, baciamo le mani Angelino» riferito a quando l'ex
ministro della Giustizia è diventato segretario politico del Pdl. E
ancora, in prossimità dell'approvazione alla Camera del processo breve,
ennesima legge ad personam ma anche tagliola per migliaia di processi e
casi di clamorosa ingiustizia: «Oggi il verme di Arcore, noto anche c...
f.....(epiteto tratto da intercettazioni del caso Ruby, ndr) otterrà
dalla sua maggioranza di nominati e comprati, mignotte comprese,
l'immunità perpetua da ogni processo; nulla importa a questi banditi che
decine di migliaia di vittime non avranno più la speranza di ottenere
giustizia». Lo Zito ha esternato anche quando il governo ha approvato il
nucleare: «E' arrivato il nucleare in Italia, Berlusconi apri la bocca,
inspira bene e cerca di scoreggiare in Parlamento». Infine, a proposito
di intercettazioni tra il premier e le fanciulle di Arcore: «A bugiardo
cazzarone, avevi detto di non usare più il telefonino. Chi è la
mignotta di turno». Indubbiamente i pensieri on line del maresciallo non
brillano per raffinatezza. Come del resto non brillano certe
barzellette o esternazioni del premier. Però esprimono un punto di vista
in merito a fatti di grande attualità e che fanno molto discutere. La
Giunta della Camera ha preso tempo e ha chiesto nuovi atti, specie
quelli circa la causa per calunnia (archiviata) nata dalla denuncia di
Lo Zito nei confronti di Maria Teresa Letta, sorella del sottosegretario
e presidente del Comitato Cri Abruzzo, per illeciti nella gestione dei
fondi della Croce Rossa. Perplessa Donatella Ferranti (Pd): «L'accusa di
vilipendio è molto grave. Colpisce però che una norma nata a tutela dei
cittadini rischi di diventare strumento per limitare la libertà di
opinione». Sono rari i precedenti nella storia della Giunta. E' la prima
volta che nel mirino finisce la bacheca di Facebook.
8 ottobre 2011
pubblicato nell'edizione Nazionale
(pagina 24)
nella sezione "Cronaca italia"
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