Carola Rackete e Pia Klemp, le due capitane della Sea Watch 3, riceveranno la medaglia Grand Vermeil, la massima onorificenza del Comune di Parigi “per aver salvato migranti in mare”. L’annuncio arriva direttamente dall’amministrazione comunale della capitale francese, guidata dalla sindaca Anne Hidalgo. Mentre le due operatrici tedesche “sono ancora perseguite dalla giustizia italiana – fa notare il comunicato ufficiale del municipio parigino – la medaglia vuole simboleggiare la solidarietà e l’impegno di Parigi per il rispetto dei diritti umani“. Come noto, Rackete è ancora indagata dalla Procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Il Comune di Parigi evidentemente non ha altro di meglio da fare che non premiare questi soggetti”, ha scritto Matteo Salvini sui suoi social network. Nella stessa nota, il comune annuncia anche che “il Consiglio di Parigi ha votato l’attribuzione di “100.000 euro a SOS Mediterranée per una nuova missione di salvataggio in mare dei migranti”.
E sempre in queste ore, il gruppo della Sinistra Unitaria Europea (Gue) ha proposto di invitare all’Europarlamento la comandante. La richiesta dovrà ora essere esaminata ed eventualmente approvata nella prossima riunione della commissione per le libertà civili (Libe), la stessa dove la comandante della Sea Watch 3 dovrebbe poi essere ascoltata. “Se si dovesse confermare la proposta della Commissione Libe di invitare al Parlamento europeo la capitana della Sea Watch, Carola Rackete, saremmo in presenza di un gesto vergognoso“, attacca Marco Zanni, presidente leghista del gruppo Identità e Democrazia. “La nostra eurodeputata che fa parte della commissione Libe, Annalisa Tardino, si è già opposta a questa strumentalizzazione che ha il sapore di una santificazione della Rackete”.
Resta aperto il possibile confronto giudiziario fra la capitana della Sea Watch e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che Rackete ha deciso di querelare, chiedendone il sequestro degli account Facebook e Twitter su cui “vengono pubblicati messaggi d’odio“. “Temiamo per l’incolumità di Carola – dice l’avvocato Alessandro Gamberini a Radio Capital – Se una persona viene indicata come un’assassina in libertà, come una delinquente, come un personaggio da mettere all’indice, poi non si sa quali possono essere le reazioni. A proposito del sequestro degli account social, Gamberini ricorda che “ci sono già delle sentenze: non è sequestrabile un quotidiano online con direttore responsabile ma lo sono blog e pagine social“.