martedì 29 gennaio 2019

Sul tema della immigrazione . Solo chiarezza e verità!

alcuni paesi con la scusa di fermare la dittatura di Gheddafi hanno distrutto la Libia bombardandola e radendola al suolo derubandola di oro e dollari e congelando tutti i conti di Gheddafi cioè della Libia.L'immagine può contenere: 1 persona, meme e testoL' Africa è un paese ricchissimo di materie prime e di terra.
L' AFRICA non ci entra in Italia, 
Soltanto la Nigeria è più grande dell' Italia,  e l' Italia rispetto alla Nigeria sembra un puntino.
Molti Africani sono disperati perchè i loro figli vanno via dall'Africa privando il paese della loro forza lavoro,
In Italia ci sono 6 milioni di poveri,
250 mila italiani lasciano la propria terra per cercare lavoro 

all' estero,
alcuni pensionati italiani prendono solo 480 euro di pensione al mese e sono costretti a frugare nella spazzatura dei mercati, lo Stato dice che non ci sono soldi ma spende di tasca propria 1300 euro al mese per i cosiddetti migranti Nigeriani, Marocchini , Tunisini, Senegalesi che scappano dalla guerra in Siria,
abbiamo un 45% di disoccupazione giovanile, 
abbiamo migliaia di suicidi per disoccupazione e fallimento,   
Nessun padre di famiglia toglierebbe il pane ai suoi figli affamati per darlo a stranieri. E i cittadini Italiani presenti nel territorio : bianchi, neri, mulatti eccetera, hanno la precedenza rispetto ad altri. 
In molti paesi africani si pratica cannibalismo, riti vodoo, sterminio delle minoranze come albini e pigmei, stupri di massa; molti leader appoggiano una religione sanguinaria e anzichè spendere denaro per la propria gente e nell'acquisto di beni essenziali, preferiscono acquistare armi per sterminare il loro stesso popolo, vedi Congo Uganda eccetera.
In Sudafrica si sta compiendo un genocidio di bianchi e i neri vogliono uccidere i bianchi ed imposessarsi delle terre che con tanta fatica i coloni hanno bonificato.
Tutte le terre in cui gli Africani hanno acquistato l' indipendenza hanno finito per distruggere le proprie terre poichè non si sanno governare vedi Zimbawe, Nigeria eccetera.
La Francia sfrutta l' Africa con la sua moneta la FCA depredando inoltre la terra africana delle sue risorse, se qualche leader prova a nazionalizzare i prodotti lo uccidono, se qualche altro prova a fare una moneta africana lo uccidono organizzando una rivolta vedi Gheddafi ; alcuni paesi con la scusa di fermare la dittatura di Gheddafi hanno distrutto la Libia bombardandola e radendola al suolo derubandola di oro e dollari e congelando tutti i conti di Gheddafi cioè della Libia.L'immagine può contenere: 1 persona, meme e testo
;, gli USa hanno inventato l' Isis, distruggendo la Siria per cercare di circondare la Russia ed isolarla,  Obama ha sganciato 250mila bombe in medio oriente,  molti  clandestini che sono arrivati nel nostro paese si sono distinti per la ferocia e il loro modo di comportarsi portando usi e costumi barbari ed una religione sanguinaria e noi dobbiamo aprire le braccia ai profughi finti e veri per causa del malgoverno degli africani e di altri paesi che portano guerra ?? L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso, testo

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Cari migranti Andate in Uk , in USa , In Francia e dagli altri guerrafondai, sono loro la causa del male e se noi vogliamo aiutare l' Africa liberiamola e civilizziamola, con la speranza che poi non vogliano sterminarci come stanno facendo in sudafrica.
Inoltre la dabbenaggine degli europei e il suicidio dei paesi europei è diventata cosi evidente che non si rendono conto, che hanno fatto entraee degli aguzzini e che sono sfruttati da questi furbacchioni che si definiscono profughi perseguitati, oggi ho scoperto che il padre dell'attentatore di Strasburgo ha 2 mogli e 8 figli di cui 4 Islamisti radicali, e sono tutti mantenuti dal welfare Francese. 
Molti di costoro che affermano di scappare dalla guerra, ora improvvisamente sono diventati dei leoni coraggiosi, e vogliono far la guerra nel nostro paese  e minacciano addirittura di morte i nostri ministri ; non hanno detto una parola contro i loro capi e contro i colonialisti che li hanno sfruttati per secoli e che li hanno costretti ad emigrare, ed ora gridano in Italia nelle piazze : cibo no bono, era meglio Africa, cancelliamo Salvini, vogliamo casa e lavoro, vogliamo carta di credito eccetera .
Inoltre oltre ai nunerosi delitti commesi da costoro nel nostro paese, come stupro, spaccio, scippi, rapine, accoltellamenti vari, condotte indicibili si è formata un’organizzazione paramilitare come la mafia nigeriana che ha deciso di occupare un pezzo di territorio italiano come Castel Volturno per farci la Capitale dello sfruttamento di essere umani e dell’espianto di organi. A Castel Volturno si stima la presenza di 25 mila immigrati clandestini e 22 mila case occupate e c’è un controllo ormai totale da parte di un’organizzazione criminale internazionale, che ha deciso di mettersi a fare a casa nostra il traffico di essere umani, di organi e di donne portate in Italia e costrette a prostituirsi con i riti vodoo». 
Se questa per voi è cultura!!!!L'immagine può contenere: testo

lunedì 28 gennaio 2019

Sgominata cellula criminale mafiosa nigeriana

Sgominata cellula criminale mafiosa nigeriana con base nel Cara di Mineo, in provincia di Catania. Eseguiti dalla Polizia, su delega della procura distrettuale antimafia, 19 fermi nei confronti di persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, detenzione, trasporto e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana, con l'aggravante dell'aver commesso il reato al fine di agevolare l'attività dell'associazione di tipo mafioso denominata 'Vikings' e violenza sessuale aggravata.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania hanno permesso di ricostruire struttura e ruoli dell'organizzazione caratterizzata dalla suddivisione sul territorio italiano in gruppi, con competenza su specifiche porzioni del territorio. In particolare, la cellula operativa a Catania e provincia, con base operativa nel Cara di Mineo, commetteva un numero indeterminato di delitti contro la persona, in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, imponendo la propria egemonia sul territorio, opponendosi e scontrandosi con gruppi cultisti rivali al fine di assumere e conservare il predominio nell'ambito delle comunità straniere presenti all'interno di quel centro di accoglienza, creando un forte assoggettamento omertoso.
I RITUALI - Nel corso delle indagini sono stati intercettati dei rituali dai quali emergeva la fedeltà dei membri dell'organizzazione alla confraternita.



domenica 27 gennaio 2019

La volta che l’Italia fece un “blocco navale”


Era il 1997, lo scopo era fermare i migranti che arrivavano dall'Albania: non andò benissimo


Dopo il naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel Canale di Sicilia, nel quale si teme siano morte circa 850 persone su una barca di migranti, diversi politici hanno suggerito di iniziare un “blocco navale”: cioè un’azione militare con l’obiettivo di impedire l’accesso e l’uscita di navi dai porti di un certo territorio. Nella recente storia dell’Italia c’è un precedente, anche se formalmente non fu chiamato così: quello del “blocco navale” sulle coste dell’Adriatico per fermare i migranti provenienti dall’Albania, negli anni Novanta.

L’Albania negli anni Novanta
Dopo la caduta del regime comunista, all’inizio degli anni Novanta l’Albania si ritrovò in una situazione molto complicata e difficile. Il paese era politicamente isolato, con un livello di criminalità molto elevato, povero e arretrato da un punto di vista economico. Il governo albanese cercò di porre rimedio con una serie di riforme, tra cui quella delle cosiddette “imprese piramidali” che funzionavano come delle banche ma con un tasso di interesse molto alto. Nel gennaio del 1997 la maggior parte di queste imprese fallì e un terzo delle famiglie albanesi perse i propri risparmi. La storia l’ha raccontata bene, tra gli altri, lo scrittore Vincenzo Latronico in un suo libro.

A Tirana cominciarono proteste che poi si estesero anche in altre città, durarono mesi e diventarono sempre più violente fino a quando l’allora presidente della Repubblica, Sali Berisha, dichiarò lo stato d’emergenza: solo una piccola parte del territorio albanese era rimasto sotto il controllo dello governo, mentre la maggior parte del sud e delle zone centrali (Tirana, Durazzo, Valona) erano gestite da bande armate. Fu in questa situazione – che viene storicamente ricordata come “anarchia albanese” – che cominciò a aumentare l’emigrazione verso l’Italia.

Il “blocco navale” del 1997
In quell’anno di grave crisi e disordine per l’Albania, in Italia al governo c’era il centrosinistra e il presidente del Consiglio era Romano Prodi. Il ministro degli Esteri era Lamberto Dini; alla Difesa c’era Beniamino Andreatta e agli Interni Giorgio Napolitano. Il governo italiano decise di adottare una duplice strategia: da una parte offrire accoglienza temporanea nei casi di bisogno effettivo, con l’immediato ri-accompagnamento di coloro a cui non era riconosciuto quel bisogno, dall’altra parte evitare un afflusso massiccio di migranti verso l’Italia tramite un accordo con l’Albania.

Il 19 marzo del 1997 venne adottato un decreto legge che regolamentava i respingimenti; il 25 marzo venne firmato un accordo con l’Albania per il contenimento del traffico clandestino di profughi. L’accordo parlava ufficialmente di un «efficace pattugliamento» delle coste dell’Adriatico e dava alla Marina disposizioni per fare «opera di convincimento» nei confronti delle barche di migranti provenienti dall’Albania: in pratica però fu un vero e proprio “blocco navale”, criticato apertamente dall’ONU.

L’accordo prevedeva un controllo nelle acque territoriali albanesi affidato al 28° Gruppo Navale italiano, che operava regolarmente armato e pronto a rispondere al fuoco se provocato (aveva a disposizione anche un contingente di terra per il controllo dell’area portuale, del porto e del lungomare sul quale si trovavano le aree di partenza dei cosiddetti “scafisti”); una seconda fascia, costituita da navi d’altura, aveva il compito di sorvegliare lo spazio marittimo tra Albania e Italia per intercettare le barche con i migranti; la terza fascia doveva recepire la situazione trasmessa dalle unità d’altura e agire per contenere l’entrata nelle acque territoriali italiane.

Cosa avvenne il 28 marzo del 1997
Pochi giorni dopo la promulgazione degli accordi una motovedetta albanese carica di donne e bambini, la Katër i Radës, fu speronata nel canale d’Otranto dalla Sibilla, una corvetta della Marina militare italiana che ne contrastava il tentativo di approdo sulla costa italiana. Si rovesciò in pochi minuti: morirono 81 persone, ne sopravvissero 32.

Quel giorno a svolgere le operazioni di pattugliamento nel canale d’Otranto c’erano cinque navi della marina Italiana: le fregate Zeffiro, Aliseo, Sagittario, il pattugliatore Artigliere e la corvetta Sibilla. Le prime quattro avevano il compito di perlustrare le acque internazionali vicino alle coste albanesi. La corvetta Sibilla, invece, aveva compiti e funzioni difensive diverse: collocarsi al confine tra le acque italiane e quelle internazionali, controllando la seconda linea.

La Katër i Radës era stata rubata al porto di Saranda da un gruppo che gestiva il traffico di migranti. Nel pomeriggio del 28 marzo, intorno alle 15, partì da Valona carica di circa 120 persone, tra uomini, donne e anche molti bambini, molte più di quante ne potesse contenere. Alle 17.15 fu avvistata dalla fregata Zeffiro impegnata nell’operazione del blocco navale. La Zeffiro intimò alla Katër i Radës di invertire la rotta ma la nave albanese proseguì. Quindici minuti più tardi della nave iniziò a occuparsi la corvetta Sibilla, più piccola ed agile, che iniziò a effettuare le manovre di allontanamento, avvicinandosi in cerchi sempre più stretti alla Katër i Radës. Alle 18.57 avvenne l’urto. La Sibilla colpì la piccola nave (il ponte era lungo circa 20 metri) due volte: una prima, sbalzando molte persone in acqua e una seconda capovolgendola. Alle 19.03 la nave affondò. Alessandro Leogrande ha raccontato la storia della Katër i Radës in un libro intitolato Il naufragio.

La sentenza di primo grado, che risale al 2005, ma anche quella di secondo grado, del 2011, stabilirono che la colpa era condivisa tra i comandanti delle due imbarcazioni: il comandante della Katër i Radës venne condannato a quattro anni di carcere, poi ridotti in appello a tre anni e dieci mesi; Fabrizio Laudadio, comandante della Sibilla, venne condannato a tre anni, poi ridotti a due anni e quattro mesi. Il relitto della nave albanese, recuperato, è diventato un monumento a Otranto.

La situazione in Albania non migliorò, il governo locale chiese l’intervento di una forza militare internazionale: arrivò con l’operazione Alba, promossa dall’Italia e autorizzata dall’ONU. Il blocco navale permise di intercettare decine di imbarcazioni, ma non fermò i viaggi dei migranti: soltanto il 5 maggio a Bari sbarcarono 1.500 migranti. In Albania si tennero delle nuove elezioni a giugno; l’Italia in agosto ritirò il suo contingente militare e si impegnò poi ad addestrare le forze militari e la polizia albanese, mentre la situazione tornò molto lentamente a una specie di normalità.

La Nave Sea Watch!


UN PAIO DI INFORMAZIONI SULLA NAVE SEAWATCH3
Il 19 gennaio, come spesso accade, la SeaWatch3 si è mossa in totale autonomia in mare Sar libico, senza attendere la Guardia Costiera di Tripoli. Avrebbe poi potuto puntare da subito verso la Tunisia per cercare riparo dal maltempo incombente, ma ha preferito girare la prua in direzione Lampedusa.
Il 23 gennaio la nave Ong, già giunta nei pressi dell'isola, avrebbe ancora una volta dovuto riparare in Tunisia, come peraltro fecero i pescherecci vicini in quelle ore di atteso peggioramento meteo. Poteva ad esempio dirigersi verso l'area di Zarzis, a poco più di 70 miglia nautiche di distanza.
La SeaWatch invece ha deciso di sfidare il mare, puntando verso le coste siciliane che si trovano a oltre 100 miglia da Lampedusa. E dunque mettendo irresponsabilmente a repentaglio la salute e la vita dei naufraghi. Siamo di fronte a una violazione della legge del mare, secondo cui chi naviga in quelle condizioni dovrebbe fare rotta verso le acque più vicine dove trovare ridosso.
Ripeto, più vicine.
C'è qualcuno che favorisce la partenza dei barconi della morte, ma il Governo del cambiamento non è più disposto ad accettare questo stato di cose. L'Olanda conosceva da subito i reali intendimenti della SeaWatch3?I l comandante di Sea Watch 3 rischia l'arresto per favoreggiamento all'immigrazione clandestina e per aver messo a rischio la vita di 47 immigrati. Arriva, infatti, dalla Guardia costiera olandese, la conferma che nel momento in cui le condizioni meteo peggiorarono, fu lui stesso a decidere, in maniera del tutto illogica, di virare verso l'Italia, che si trovava a 100 miglia nautiche da quel punto, anziché andare verso le coste tunisine, distanti 74 miglia, come indicato proprio dagli olandesi.L'immagine può contenere: 1 persona, testoNessuna descrizione della foto disponibile.

Risorsa: Marocchino dà di matto e crea il panico al supermercato: calci agli agenti, molestie ai clienti.


domenica 27 gennaio 17:03 - di Gabriele Alberti
Scene di panico di fronte a un supermercato Coop. Un marocchino di 21 anni è stato arrestato dagli agenti della Questura di Como con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. L’immigrato si era posizionato nel parcheggio del supermercato Coop in via Giussani a Rebbio e ha iniziato molestare passanti e clienti. Inoltre, il marocchino ha iniziato a discutere in modo acceso un avventore dello stesso punto vendita a causa del cellulare. Inutile dire che più il tempo passava più l’uomo dava in escandescenze, con le persone visibilmente impaurite che, sentendosi minacciate, hanno deciso di allertare la polizia.

Il marocchino fuori di testa

Apriti cielo, alla vista degli agenti, il marocchino ha perso la testa, si è rifiutato di esibire i documenti e si è scagliato con veemenza contro i poliziotti. Il ragazzo a fatica è stato fatto salire in macchina per condurlo preso gli Uffici della Questura.Ma la follia era solo all’inizio. L’immigrato, che è poi risultato avere numerosi precedenti, ha preso a calci la paratia divisoria in plexiglas della volante, danneggiandola e, una volta in Questura, ha insultato gli agenti e provato a sfondare la porta delle camere di sicurezza. Insomma, un delirio. Il Giudice del Tribunale di Como ha convalidato l’arresto.

Roma città aperta agli stupri: in un anno sono aumentati del 24%

La notizia è passata sotto silenzio. Eppure fa paura e non è certo una fake news, dato che a fornire i dati è un’autorità al di sopra delle parti. C’è stato uno spaventoso aumento di reati sessuali e di stupri nella Capitale nell’ultimo anno. I dati resi noti dal procuratore generale della Corte d’appello di Roma, Giovanni Salvi, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, restituiscono un quadro a tinte fosche per le cosiddette “fasce deboli”. C’è uno scatto in avanti del 24 per cento per i reati di natura sessuale. Nell’anno appena trascorso i procedimenti per queste ipotesi di reato sono stati 789, mentre nel 2017 erano stati 633. Pure le ipotesi di violenza di gruppo hanno fatto registrare un incremento: salite da 11 a 19. E i fatti di cronaca sono lì a confermarlo, come il caso eclatante di Desiree Mariottini. Importanti anche i dati sulla pedopornografia: 200 nel 2018. L’adescamento su internet è il pericolo più presente. L’aumento è di oltre il 18%. Quest’anno 117 procedimenti rispetto ai 99 del 2017. Aumentano anche i procedimenti per lesioni volontarie e il luogo dove più avvengono è la famiglia. Si passa dai 1520 procedimenti del 2017 ai 1596 di quest’anno. Aumento: 5%. A diminuire invece i casi di atti persecutori, comunemente chiamato stalking. Quest’anno 1061 casi a fronte dei 1360 del 2017.

La denuncia di Salvini: 4 stupri su 10 commessi da stranieri

C’è un nesso tra l’aumento di questo tipo di reati e l’enorme presenza di immigrati sul suolo italiano, in particolare a Roma. Una risposta, in tal senso, l’aveva data nel febbraio di un anno fa Matteo Salvini, intervenendo al Parlamento europeo. “In un anno i reati compiuti da cittadini stranieri sono stati 250 mila: il 55% dei furti, il 51% dello sfruttamento della prostituzione, il 45% delle estorsioni, il 40% degli stupri, 1.500 stupri in un anno». E proprio su questi dati l’agenzia di stampa Agi, molto vicina al Pd, aveva effettuato un “fact cheking” per verificare se le dichiarazioni di Salvini fossero state veritiere. Ecco quanto scrive l’Agi: «Sostanzialmente corretto il dato sulle violenze sessuali: la percentuale di stranieri denunciati/arrestati per questo reato è del 37,5% sul totale. Il totale in valore assoluto è di 3.942, e dunque gli stranieri sono 1.478 (circa i 1.500 di cui parla Salvini)». Insomma, un anno fa, con reati ridotti, l’incidenza dei reati sessuali commessi da stranieri era molto alta a livello nazionale (40% commesso da stranieri). I dati che arrivano dalla Cassazione sono ancora più allarmanti. Eppure la notizia è passata sotto silenzio.

Clandestini e terremotati!

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